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Terra e gente 2010 - Comunità Montana Valli del Verbano

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<strong>Terra</strong> e <strong>gente</strong><br />

drone “Guide”, al comando <strong>del</strong> generale Asinari di Bermezzo, alla Campagna<br />

rossa di Custoza, una quartina <strong>del</strong>l’ode A riposo (21). Il poeta, come riferisce la<br />

figlia Elda nella biografia <strong>del</strong> padre, rispose con una lettera elogiativa che suona<br />

come un autorevole riconoscimento <strong>del</strong>le sue doti artistiche: «Caro e illustre<br />

pittore <strong>del</strong>le nostre memorie così recenti e già così antiche! Io vivo spesso<br />

con Lei. Per esempio, ho in questo momento vicino a me i due album di<br />

Custoza. Peccato non li avessi ancora quando scrissi l’ode ch’Ella conosce!<br />

L’avrei fatta più fervida! I suoi lavori mi sono spesso mandati da una grande<br />

anima: dal Capo Commissario Giovanni Ricci che ora è al Pontificio di Brescia,<br />

che è mio amico e conterraneo, che è tutto pieno <strong>del</strong>le visioni eroiche<br />

<strong>del</strong> nostro Risorgimento. Oh, come ha ragione Lei nel lamentare la sparizione<br />

e l’estinzione <strong>del</strong>la ideal luce e <strong>del</strong> fuoco sacro! Per parte mia farò quel ch’Ella<br />

fa, quel ch’Ella fa con tanto coraggio e ardore se pur non con adeguato successo:<br />

farò anch’io, farò! E viva l’Italia! Prenda la quartina e quel che vuole,<br />

magari tutta l’ode. E lavori sempre e non si disamini mai. L’Italia che pare essere<br />

risorta per addormentarsi subito sotto un albero, si sveglierà al bene o pel<br />

calore <strong>del</strong> sole, o per il passare <strong>del</strong>la tempesta. Un abbraccio dal Suo ammiratore.<br />

Bologna, 19 gennaio 1910».<br />

La maturità non è meno feconda <strong>del</strong>la giovinezza e spesso il tramonto si<br />

veste di un turbinio di colori che riassumono in un solo momento l’incanto<br />

di una giornata di sole. E così fu per quinto Cenni l’arco conclusivo <strong>del</strong>la sua<br />

esistenza. Un’attività frenetica, che lo sottraeva perfino alla conversazione<br />

con gli amici che venivano a fargli visita, come ricorda la figlia Elda. Nacquero<br />

in questo periodo opere come «Aosta la Veja», «Atlante militare»,<br />

«L’Esercito Italiano nella nuova divisa», «Album <strong>del</strong>la Guerra italo-turca e<br />

<strong>del</strong>la conquista <strong>del</strong>la Libia». Si stava accingendo anche a scrivere la storia di<br />

Casa Savoia e un’opera grandiosa che finì per occupare tutti suoi pensieri senili:<br />

le guerre <strong>del</strong>l’indipendenza italiana. Purtroppo però la morte lo colse<br />

prima che potesse ultimare il lavoro intrapreso. È sempre la figlia Elda, con<br />

la sensibilità che contraddistingue la sua prosa semplice e lineare, che ci<br />

il sonno più forte, l’ultimo: / serenamente; poi ch’egli l’ultimo / dei sonni, forte, non più forte, /<br />

lo sa; la conosce la morte: / poi ch’egli cadde già per l’Italia /, poi ch’egli visse tra noi già martire!<br />

/ Fosse ora morto di ferite, / oh! dava alla Patria due vite! / Due vite hai dato. Due per il<br />

giovane / suo tricolore, tu coi cadaveri / già bilanciato sulla fossa / di calce a non farti più ch’ossa!<br />

/ Ma, quando il giorno verrà che vindice / quel tricolore s’alzi e si svincoli, / o esperto di risurrezione,<br />

/ risorgi! Ed accorri al cannone. / Sonò l’attenti già per la carica… / sprizzan fuor<br />

aspre tutte le sciabole. / Cavalli e cavalieri ansando / già fremono in cuore il comando. / Devi,<br />

il comando, ruggirlo, o reduce / dalla Campagna Rossa, tu al turbine!/ sei tu, sei tu, che atteso<br />

hai troppo, / che devi tonare: galoppo – “MARCH” … Ed avanti tutti coll’émpito / tanti anni dòmo,<br />

tutti con l’ululo / tanti anni chiuso in faccia al mondo… / a fondo, ricòrdati, a fondo - Novembre<br />

1909».<br />

(21) E. CENNI, R. ARTESI, La vita e l’opera di Quinto Cenni, «Rivista Militare», Roma 1986, p. 18.<br />

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