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Nota PINO PASCALI (Bari 1935 – Roma 1968) Trascorre il biennio 1940/41 a Tirana, dove il padre, funzionario di Polizia viene trasferito per motivi di lavoro. Tornato a Bari, Pascali continua gli studi iscrivendosi al Liceo Scientifi co, che abbandonerà per diplomarsi al Liceo Artistico di Napoli. Nel ’56 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma, corso di scenografi a, dove è allievo di Toti Scialoja. Sono di questo periodo le sue prime mostre con altri allievi dell’Accademia. Dopo il diploma, inizia a lavorare in R.A.I. come aiuto scenografo e collabora con lo Studio Saraceni/Lodolo nella realizzazione di cartoons e shorts pubblicitari e cinematografi ci, sia come grafi co, che come sceneggiatore, ideatore e fotografo. Con la Lodolo Film collaborerà come creativo sino all’anno della sua morte, anche in virtù della forte amicizia che lo lega a Sandro Lodolo. Del ’65 è la sua prima personale alla Galleria La tartaruga di Roma, con presentazione di Cesare Vivaldi. L’anno successivo allestisce una personale alla Galleria Sperone di Torino, dove espone le Armi (testi critici in catalogo di Maurizio Calvesi e Vittorio Rubiu). Da ottobre a dicembre dello stesso anno la galleria L’Attico di Fabio Sargentini gli dedica una personale in due tempi: presenta prima gli Zoo ed i Trofei, poi il Mare, Scogliera, Barca che affonda. L’anno successivo Udo Kultermann presenta la sua prima personale all’estero alla Galerie M.E. Thelen di Essen. È tra gli artisti della collettiva Arte Italiana Contemporanea al Museo Nazionale di Arte Moderna di Kyoto. Nell’ottobre del ’67 e nel gennaio ’68 Cesare Brandi presenta la sua personale (anche questa in due tempi) alla Galleria Jolas di Milano. Sempre del gennaio ’68 è la personale a Colonia, la stessa allestita precedentemente a Thessen. E’ tra gli artisti delle collettive dedicate alle esperienze pauperiste dal ’67 al ’68 alla Galleria L’Attico di Roma, alla Galleria La Bertesca di Genova, alla Galleria De’ Foscherari di Bologna e al Centro Arte Viva di Trieste. Ad inizio marzo ’68 la Galerie Jolas di Parigi organizza Pascali: Les Sculptures blanches. Les élements de la Nature, mostra in due tempi (testo critico di Argan), mentre a fi ne marzo è L’Attico di Roma a dedicargli una nuova mostra in due tempi: Bachi da setola
ed altri lavori in corso. A giugno dello stesso anno Palma Bucarelli presenta la Sala Personale alla XXXIV Biennale di Venezia, nella quale gli verrà assegnato (postumo) il Premio Scultura. Tra luglio e agosto è tra i protagonisti del fi lm Skmpdue di Luca Patella insieme ad Eliseo Mattiacci, Jannis Kounellis e Fabio Sargentini. Muore per le ferite riportate in un incidente stradale nel settembre dello stesso anno. Nel maggio del ’69 gli viene dedicata la prima grande retrospettiva alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. (dal catalogo della mostra Pino Pascali, Free Time Club, Cesena, 2003)
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