Omaggio a PASCALI.indd - Galleria Pananti
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Sandro Lodolo<br />
OMAGGIO A PINO <strong>PASCALI</strong><br />
Edizioni <strong>Pananti</strong>, Firenze<br />
<strong>Galleria</strong> <strong>Pananti</strong> - Saletta Espositiva<br />
Via della Condotta 27/r - 50122 Firenze - Tel. +39-055-215786<br />
7<br />
Dal 1 dicembre 2007 al 12 gennaio 2008<br />
Dal lunedì al sabato<br />
con orario: 10-13 e 15.30-19.30
CORREVANO GLI ANNI ‘60<br />
Fra le vicende vissute nel corso della mia lunga attività di produttore<br />
di fi lm pubblicitari, quelle accanto a Pino sono quelle che ricordo<br />
con maggiore frequenza e nostalgia. Negli anni ’60, la realizzazione<br />
dei caroselli offriva spazio alla creatività perché era composto dalla<br />
parte spettacolo (completamente priva di riferimenti pubblicitari)<br />
e dal codino con il messaggio commerciale. In questa vasta gamma<br />
di situazioni in cui la fantasia poteva correre libera e senza limiti,<br />
spesso mi ritrovo a vivere quei momenti come in un magico fl ash<br />
back...<br />
Rivedo Pino arrivare la mattina allo studio, pieno di entusiasmo ed<br />
allegria e sempre con qualcosa di nuovo in testa, proposte, progetti,<br />
idee...<br />
Eccoci insieme nella nostra stanza, nel momento in cui Pino, imitando<br />
il gesto di un torero, esclamò: «Salvador, el matador del televisor...<br />
Olé!». Era nata la nuova serie di caroselli per l’Algida.<br />
Rivedo la sua gioia nel sapere che il nuovo carosello commissionatoci<br />
era destinato al cinema, e per questo realizzabile a colori!<br />
Ed eccoci insieme a discutere su alcune foto inadeguate per i caroselli<br />
della Cirio... sì perché Pino, oltre a fotografare caratteristici<br />
scorci di Napoli, mareggiate, venditori ambulanti, scugnizzi e vecchi<br />
pescatori, portò anche altri scatti, curiosi, particolari, inutilizzabili<br />
per i caroselli stessi, ma interessanti per l’analogia che si trova con<br />
le sue opere scultoree e, per questo, pubblicate in diversi cataloghi<br />
ed esposte nei musei di Roma e di Polignano a Mare.<br />
Ora, attraverso la loupe della macchina da ripresa, la mia soggettiva<br />
vede Pino nelle vesti di Pulcinella mentre esegue, nella scena<br />
muta, una sorprendente danza ritmica fatta di gesti e pose pieni di<br />
carattere napoletano...<br />
E poi ancora, in altre situazioni, tante... come quella in cui si dedicò<br />
alla ricerca di immagini sull’Africa per Radio Telefortuna, una<br />
ricerca che lo appassionava e che lo faceva gioire davanti ad immagini<br />
forti, tribali, selvagge, che sembrava lo trasportassero nel<br />
cuore della Savana!
E nel ’64, quando partecipammo, con il nostro spot “Arlecchino”,<br />
al Festival Internazionale del Film Pubblicitario di Venezia, cogliendo<br />
l’occasione per visitare la Biennale che ospitava opere della<br />
Pop Art, a cui, in seguito, Pino rispose con un ironico omaggio a<br />
Jasper Johns.<br />
Ascolto ora la sua voce provenire dalla stanza adibita alla scenografi<br />
a: «Sciacallo, sciacallo, tutto giallo sei tu...»... E’ la frase inventata<br />
da Pino che, sulle note della canzone “Chicago”, cantava<br />
ripetutamente a tutto volume: «Sciacallo, sciacallo, tutto giallo sei<br />
tu...»... Pino è lì che lavora e gioca, oppure gioca e lavora... per lui<br />
lavoro e gioco erano la stessa cosa.<br />
Come in un turbinare di immagini, rivedo ora le sue mani forti e<br />
sicure che usano attrezzi da lavoro per forgiare, saldare, limare...<br />
vedo nel suo studio-offi cina archi e frecce costruite per giocare con<br />
gli amici all’aria aperta... Mani che plasmano, dipingono, intagliano,<br />
ritagliano...<br />
Mani, spesso segnate da piccoli infortuni di lavoro, che tracciano<br />
ora segni e forme sulla carta su cui nasceranno innumerevoli personaggi,<br />
oggetti, animali... E ancora le sue mani intente a realizzare<br />
scenografi e, bozzetti, studi e composizioni astratte eseguite con<br />
un’incessante ricerca di tecniche sempre nuove.<br />
Rivivo la nostra gioiosa amicizia, che oltre al lavoro, ci vedeva insieme<br />
al mare, al cinema o in qualche trattoria con altri amici o con<br />
le ragazze, che attraeva con il suo bell’aspetto fi sico e conquistava<br />
con la sua simpatica timidezza...<br />
I miei mille e uno “amarcord” delle vicende quotidiane vissute nei<br />
dieci anni di collaborazione con Pino si accavallano nella mia mente<br />
in un caleidoscopio di immagini che dissolvono nelle opere esposte<br />
in questa mostra. Immagini e soggetti diversi che offrono un esempio<br />
dello spirito giocoso, della viva creatività e della versatilità di<br />
Pascali che, contemporaneamente a questi lavori, ideava e realizzava<br />
le sue grandi opere scultoree, oggi presenti nei musei di tutto<br />
il mondo.<br />
Sandro Lodolo
Piero e Filippo <strong>Pananti</strong><br />
ringraziano<br />
Sandro Lodolo e Maurizio Moriconi<br />
per la fattiva e preziosa collaborazione<br />
alla realizzazione di questa mostra
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Nota<br />
PINO <strong>PASCALI</strong> (Bari 1935 – Roma 1968)<br />
Trascorre il biennio 1940/41 a Tirana, dove il padre, funzionario di<br />
Polizia viene trasferito per motivi di lavoro. Tornato a Bari, Pascali<br />
continua gli studi iscrivendosi al Liceo Scientifi co, che abbandonerà<br />
per diplomarsi al Liceo Artistico di Napoli. Nel ’56 si iscrive<br />
all’Accademia di Belle Arti di Roma, corso di scenografi a, dove è<br />
allievo di Toti Scialoja. Sono di questo periodo le sue prime mostre<br />
con altri allievi dell’Accademia. Dopo il diploma, inizia a lavorare<br />
in R.A.I. come aiuto scenografo e collabora con lo Studio Saraceni/Lodolo<br />
nella realizzazione di cartoons e shorts pubblicitari e cinematografi<br />
ci, sia come grafi co, che come sceneggiatore, ideatore e<br />
fotografo.<br />
Con la Lodolo Film collaborerà come creativo sino all’anno della<br />
sua morte, anche in virtù della forte amicizia che lo lega a Sandro<br />
Lodolo. Del ’65 è la sua prima personale alla <strong>Galleria</strong> La tartaruga<br />
di Roma, con presentazione di Cesare Vivaldi. L’anno successivo<br />
allestisce una personale alla <strong>Galleria</strong> Sperone di Torino, dove espone<br />
le Armi (testi critici in catalogo di Maurizio Calvesi e Vittorio<br />
Rubiu). Da ottobre a dicembre dello stesso anno la galleria L’Attico<br />
di Fabio Sargentini gli dedica una personale in due tempi: presenta<br />
prima gli Zoo ed i Trofei, poi il Mare, Scogliera, Barca che affonda.<br />
L’anno successivo Udo Kultermann presenta la sua prima personale<br />
all’estero alla Galerie M.E. Thelen di Essen. È tra gli artisti della<br />
collettiva Arte Italiana Contemporanea al Museo Nazionale di Arte<br />
Moderna di Kyoto. Nell’ottobre del ’67 e nel gennaio ’68 Cesare<br />
Brandi presenta la sua personale (anche questa in due tempi) alla<br />
<strong>Galleria</strong> Jolas di Milano. Sempre del gennaio ’68 è la personale a<br />
Colonia, la stessa allestita precedentemente a Thessen. E’ tra gli artisti<br />
delle collettive dedicate alle esperienze pauperiste dal ’67 al ’68<br />
alla <strong>Galleria</strong> L’Attico di Roma, alla <strong>Galleria</strong> La Bertesca di Genova,<br />
alla <strong>Galleria</strong> De’ Foscherari di Bologna e al Centro Arte Viva di<br />
Trieste. Ad inizio marzo ’68 la Galerie Jolas di Parigi organizza Pascali:<br />
Les Sculptures blanches. Les élements de la Nature, mostra in<br />
due tempi (testo critico di Argan), mentre a fi ne marzo è L’Attico di<br />
Roma a dedicargli una nuova mostra in due tempi: Bachi da setola
ed altri lavori in corso. A giugno dello stesso anno Palma Bucarelli<br />
presenta la Sala Personale alla XXXIV Biennale di Venezia, nella<br />
quale gli verrà assegnato (postumo) il Premio Scultura. Tra luglio e<br />
agosto è tra i protagonisti del fi lm Skmpdue di Luca Patella insieme<br />
ad Eliseo Mattiacci, Jannis Kounellis e Fabio Sargentini. Muore per<br />
le ferite riportate in un incidente stradale nel settembre dello stesso<br />
anno. Nel maggio del ’69 gli viene dedicata la prima grande retrospettiva<br />
alla <strong>Galleria</strong> Nazionale d’Arte Moderna di Roma.<br />
(dal catalogo della mostra Pino Pascali, Free Time Club, Cesena, 2003)
1<br />
Mascherone, 1963<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 35x25<br />
2<br />
Tre generali, 1966<br />
Tecnica mista su acetato e cartoncino,<br />
cm. 24,8x34,8<br />
3<br />
Scenografi a “Al mare”, 1960-61<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 24,8x64,7<br />
4<br />
Scenografi a “Staccionata”, 1960<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 24,2x67,8<br />
5<br />
Mucche, 1964<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 19,3x34,2<br />
6<br />
Studio “Milano ‘67”, 1967<br />
Tecnica mista su carta, cm. 22x28<br />
7<br />
Coriandoli, 1964<br />
Tecnica mista su carta fotografi ca, cm. 30,5x24<br />
8<br />
Informale, 1963<br />
Tecnica mista su faesite, cm. 23,53x53,3<br />
9<br />
Rete, 1962<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 25x35<br />
Elenco delle opere<br />
10<br />
Dongo, 1963<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 25x35<br />
11<br />
Dux - Tireremo dritto, 1963<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 25x35<br />
12<br />
Studio “Macchia su fondo rosso”, 1963<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 25x35<br />
13<br />
Canguro, 1965<br />
Tecnica mista su acetato e cartoncino,<br />
cm. 35x50<br />
14<br />
Barchetta, 1966<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 35x37,5<br />
15<br />
Pistole, 1963<br />
Matite colorate su carta, cm. 21,9x27,8<br />
16<br />
Locomotiva, 1963<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 14,5x34<br />
17<br />
Totem, 1963<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 30,1x17,8<br />
18<br />
Armatura, 1964<br />
Tecnica mista su tavola, cm. 42,5x19
19<br />
Esquimesi, 1959<br />
Tecnica mista su carta, cm. 28x22<br />
20<br />
Studio “Mare”, 1967<br />
Tecnica mista su carta, cm. 22x28<br />
21<br />
Mascherone, 1963<br />
Tecnica mista su faesite, cm. 34,8x34,5<br />
22<br />
“Se sei largo...”, 1958-59<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 25x35<br />
23<br />
Killer’s, 1964<br />
Tecnica mista su acetato e cartoncino, cm. 24,5x34,5<br />
24<br />
Coriandoli, 1964<br />
Tecnica mista su tavola, cm. 36x71<br />
25<br />
Architetto, 1963<br />
Matita e inchiostro su carta millimetrata,<br />
cm. 22,3x32,6<br />
26<br />
Tralicci, 1961<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 35x50<br />
27<br />
Muffe, 1961<br />
Tecnica mista su acetato e cartoncino, cm. 25x35<br />
28<br />
Scenografi a “Piccionaia”, 1960<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 25,2x31,3<br />
29<br />
Arlecchino, 1964<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 25x35<br />
30<br />
Guerriero medioevale, 1963<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 25,2x34,9<br />
31<br />
Prima Pagina, 1964<br />
Tecnica mista su carta, cm. 22x28<br />
32<br />
Bazooka, 1964<br />
Tecnica mista su carta, cm. 22x28<br />
33<br />
Tela di sacco, 1962<br />
Tecnica mista su cartoncino, cm. 34,3x37,5<br />
34<br />
Samurai, 1965<br />
Tecnica mista su carta, cm. 22x28
Grafi ca e design<br />
Studio Luchi - Firenze<br />
Finito di stampare nel mese di Novembre 2007<br />
presso le Industrie Grafi che della Pacini Editore S.p.A.<br />
Via A. Gherardesca 56121 Ospedaletto Pisa<br />
Tel. 050 313011 Fax 050 3130300<br />
www.pacinieditore.it