ultimo numero - ARPANet

forma di formaggio.
Dopo aver poggiato il formaggio sul cofano del catorcio
e aver tagliato una fettina, ha preso la pagina di un
quotidiano semi-ingiallito e l’ha incartata alla bene e
meglio.
Quindi si è rivolto a me dicendomi che tutto il servizio
faceva 3 euro.
Ho pagato e lui ha grugnito.
Chiara non mi ha mai perdonato di averle appestato
il frigo quel giorno, anche se poi il formaggio se l’è
mangiato tutto, senza lamentarsi tanto.
Il mercato che fanno qui è rionale, piccolo, ma ben
fornito.
Quando abbiamo riempito il camion per intero e ci
avviamo verso la discarica, ci ripassiamo di fronte.
Certi giorni d’estate gli ombrelloni degli ambulanti
sono talmente fi tti e vicini che è quasi impossibile
vedere il sole.
D’inverno invece, quando magari piove (…e credetemi,
qui a Genova piove!) e di ombrelloni fi tti e vicini ce ne
sarebbe bisogno, niente, tocca bagnarsi fi no al midollo
per avere quelle scarpe che costano poco.
La piazzetta ha una forma strana, non né circolare né
quadrata, è un po’ tutte e due assieme.
Quella che potrebbe essere l’entrata principale è
delimitata ai lati da due palazzi degli anni ’50, decrepiti,
ma belli nella loro imponenza.
Io amo questa piazzetta per due motivi.
Primo perché qui, quando la vengo a pulire, incontro
molte persone garbate e gentili che mi salutano e non
fanno cagare i loro cani sui marciapiedi.
Anche se ho il dubbio sia che mi salutino per cortesia sia
che abbiano un cane.
Forse è più probabile che queste persone proprio non ci
tengano un granché ad avere anche la bocca di un cane
da sfamare.
Oltretutto sono certo che 1 mq per il cesso in casa
l’abbiano trovato e perciò non hanno bisogno di far
cagare proprio nessuno per strada.
Viceversa se avessero un cane o non avessero il cesso,
probabile che cagherebbero anche loro sui marciapiedi.
Il secondo motivo per cui mi piace questa piazzetta
è che sull’insegna della piazza, con lo spray qualcuno
abbia scritto: Piazza Ross “oBlu”, cancellando le ultime
tre lettere “ini “ che invece sono il corretto toponimo di
Piazza Rossini, appunto.
Michele e Luca si trovano al lavoro in una via laterale.
Loro dicono di ammazzarsi di lavoro, ma per me
neppure sanno cosa vuol dire “lavoro”.
Tutte le volte che passiamo a riprenderli, sono seduti
o appoggiati a qualche muro a fumare o a ridere e
scherzare.
Io non ci vedo niente di divertente nel lavoro che
facciamo. A casa, per esempio, rido con i fi lm di Alberto
Sordi, Totò o Stanlio & Ollio, anche se devo aspettare
l’estate per poterne vedere qualcuno.
Quelli sì che fanno ridere!
Chiara mi rimprovera sempre quando mi sbellico.
E, devo dire, anche la Signora Amelia non è tanto felice
del mio ridere chiassoso visto che ogni volta fa intendere
la sua disapprovazione battendo quel cazzo di bastone
sul suo soffi tto!
Ma io non rido mai, e quando rido lo devono sapere
tutti che sto ridendo!
Pietro quando li vede senza far niente dice “…o signor
d’amor acces, t’aves minga mai offes...” che dice lui è in
dialetto milanese (a me, per come lo dice lui, sembra
barese…) e si dice per pregare il Signore di compiere un
qualche miracolo.
Lui dice “il miracolo”, ma quello che chiede è che si
porti via Michele e Luca… il che, con tutta la buona
volontà, troverebbe un tantino in disaccordo Nostro
Signore.
In chiesa, una volta, un miracolo l’ho chiesto anch’io.
Volevo che Pietro la smettesse di assentarsi dal lavoro
per le sedute di chemio che deve fare due volte alla
settimana al San Martino. Oggi pomeriggio Pietro se
ne deve andare via prima dal lavoro per una di queste
sedute. Il miracolo l’ho chiesto quattro mesi fa.
Pietro si è consumato come le sue sigarette durante
questi mesi. Forse c’è ancora tempo per il miracolo.
Michele e Luca sono saliti, sui cassonetti c’è scritto che
l’immondizia si deve buttare dalle 18 e 30 alle 6.
Sono le quasi le 7 e quello stronzo lì con due sacchetti
neri in mano non so se sia uno di quelli che se ne
fotte della gente, uno di quelli che fa cagare i cani
sui marciapiedi o semplicemente uno di quelli che sta
aspettando un miracolo.
. ARPA . 15