ARPA - Rivista digitale sulle nuove tendenze culturali del ... - ARPANet
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AR<br />
P A<br />
RIVISTA DIGITALE<br />
SULLE NUOVE TENDENZE<br />
CULTURALI DEL NOSTRO TEMPO<br />
REGALIDINATALE.BIZ:<br />
UN TUFFO NELLA TECNOLOGIA<br />
IL SALVAGENTE PER GLI ULTIMI REGALI!<br />
FLASHMOB<br />
CONOSCETE BILL?<br />
ECCO SPIEGATI GLI STRANI FENOMENI URBANI<br />
INTORNO A VOI.<br />
TAKE THAT AMARCORD<br />
MARK OWEN È TORNATO IN ITALIA<br />
E SI RACCONTA AI LETTORI DI <strong>ARPA</strong><br />
MUSICA PER UN NATALE IN BUONA COMPAGNIA<br />
INOLTRE...<br />
ACCENDI LA TV DEI BLOG<br />
MERCATINI NATALIZI<br />
LETTERS TO ELISE<br />
TEATRO: L’OMOSESSUALE<br />
O LA DIFFICOLTÀ DI SPRIMERSI<br />
UNCONVENTIONAL CHRISTMAS<br />
SPECIALE SUI FILM<br />
(DI NATALE E NON, KOLOSSAL E INDIPENDENTI) IN USCITA!<br />
CALLA, SIMPLE MINDS, KATIE MELUA, LACRUS E TANTO ALTRO<br />
LIBRI<br />
DAL SUDOKU ALLE CRONACHE DI NARNIA.<br />
nr.<br />
© 2005 <strong>ARPA</strong>Net
Sommario.<br />
12<br />
10<br />
8<br />
4<br />
14 20<br />
38<br />
36 47<br />
23<br />
26<br />
34<br />
aprile -maggio 2005
In questo periodo, come ogni anno, siamo tutti alle prese con i regali di Natale. Parenti, amici, conoscenti, colleghi… spesso non riusciamo a<br />
scegliere qualcosa che possa essere, allo stesso tempo, gradito, interessante ed originale.<br />
Da qualche anno a questa parte i prodotti tecnologici vanno per la maggiore; questa, infatti, è sicuramente una soluzione soddisfacente per<br />
qualsiasi tipologia di regalo. Le numerose fasce di prezzo e la vastissima gamma di prodotti – lettori musicali portatili, Personal Computer,<br />
macchine fotografi che digitali, navigatori satellitari, videocamere, videoregistratori digitali, ecc. – garantiscono una grandissima possibilità di<br />
scelta.<br />
L’e-store www.RegalidiNatale.biz è il sito web ideale per trovare regali di ogni tipo comodamente da casa, senza bisogno di avventurarsi tra la<br />
folla dei negozi e dei mega-store invasi, in questo periodo, da migliaia di persone. Il sito propone, in primo luogo, una vasta scelta di prodotti<br />
tecnologici, ma anche libri di narrativa e poesia, indumenti, oggetti e gadget originali: tante idee-regalo all’insegna <strong>del</strong>l’hi-tech, <strong>del</strong>la moda,<br />
<strong>del</strong> design e <strong>del</strong>la cultura. La procedura di acquisto on-line – con carta di credito, bonifi co o versamento su conto corrente postale – garantisce,<br />
nella massima sicurezza, una esecuzione veloce degli ordini e <strong>del</strong>le consegne (mediante corriere Dhl). I prodotti ordinati possono anche essere<br />
ritirati presso la sede di Milano.<br />
Acquistando su www.RegalidiNatale.biz, inoltre, è possibile far pervenire il regalo – in una originale confezione - direttamente al<br />
destinatario.<br />
Navigatori satellitari.<br />
Regalo certamente utile ed originale è un sistema di navigazione satellitare per automobile.<br />
In virtù dei prezzi non più proibitivi e <strong>del</strong>la offerta sul mercato ormai vastissima e diversifi cata per marche e mo<strong>del</strong>li, il numero di<br />
automobilisti che ritengono indispensabile questo comodo strumento è in forte crescita.<br />
La sua facilità d’uso consente anche alle persone dotate di scarsa empatia con le <strong>nuove</strong> tecnologie di installarlo ed utilizzarlo<br />
senza alcun problema. Esso risparmia a chi è in viaggio la complicata e scomoda consultazione di mappe cartacee e la necessità<br />
di chiedere continuamente indicazioni nelle località che non conosce; permette, inoltre, di arrivare a destinazione senza intoppi<br />
e nella maniera più veloce, di pianifi care tappe e deviazioni, di individuare luoghi di particolare interesse e, in alcuni casi, asi,<br />
addirittura di evitare strade congestionate ed eventuali ingorghi.<br />
In questo panorama, RegalidiNatale.biz propone tre alternative:<br />
Mo<strong>del</strong>lo: iPAQ rz1710 Navigator<br />
Produttore: HP<br />
Prezzo: 370,00 Euro<br />
È un sistema completo di navigazione GPS per auto, la<br />
soluzione integrata più semplice ed economica. Si installa<br />
perfettamente in qualsiasi veicolo e può essere facilmente<br />
spostato da una vettura all’altra.<br />
4 . <strong>ARPA</strong> .<br />
Mo<strong>del</strong>lo: Navigator g 5<br />
– bluetooth (con mappe italiane)<br />
Produttore: TomTom<br />
Prezzo: 245,00 Euro<br />
Per chi possieda già un palmare<br />
iPAQ, è l’acquisto ideale:<br />
consente di trasformare – senza<br />
bisogno di cavi – il palmare in<br />
un vero e proprio navigatore<br />
satellitare.<br />
di Antonio Batà<br />
Mo<strong>del</strong>lo: HP iPAQ hw6515 +<br />
Mappe <strong>del</strong>l’Europa Occidentale<br />
Produttore: HP (mappe TomTom)<br />
Prezzo: 844,00 Euro<br />
È un prodotto adatto a chi voglia<br />
unire, all’utilità <strong>del</strong> navigatore<br />
satellitare, le funzionalità<br />
integrate di un computer palmare<br />
e di un telefono cellulare.
Fotografi a <strong>digitale</strong>.<br />
La ormai larghissima diffusione di fotocamere digitali rischia di rendere questa “idea-regalo” poco originale, ma se il destinatario è interessato<br />
e non ne possiede già una, è un dono molto effi cace e di sicuro gradimento.<br />
Il repentino sviluppo che la fotografi a <strong>digitale</strong> ha avuto in questi anni ha cambiato radicalmente il modo in cui le persone conservano,<br />
modifi cano, condividono con amici e parenti, vicini e lontani, le proprie fotografi e. Il continuo miglioramento di questa tecnologia ha fatto<br />
sì che la qualità <strong>del</strong>le immagini sia notevolmente aumentata nel giro di pochi anni: la dimensione massima <strong>del</strong>le immagini scattate dalle<br />
fotocamere digitali è passata da circa 1 MegaPixel agli inizi degli anni ’90 ai 15 MegaPixel e più di questi ultimi mesi.<br />
Il segmento di mercato indubbiamente più sviluppato è quello <strong>del</strong>le fotocamere digitali compatte, accessibili a tutti, sia per i prezzi contenuti,<br />
sia per l’estrema facilità d’uso.<br />
Spendendo tra i 100,00 e i 250,00 Euro, si può gia accedere a fotocamere dotate di buone caratteristiche tecniche (3.2 MP) e di utili funzioni,<br />
quali lo zoom (ottico e/o <strong>digitale</strong>), la registrazione di brevi fi lmati, l’applicazione di effetti e la stampa diretta <strong>del</strong>le immagini.<br />
Nella fascia di prezzo che va invece dai 250,00 ai 500,00 Euro, la qualità dei mo<strong>del</strong>li disponibili è decisamente più elevata: la dimensione<br />
<strong>del</strong>le immagini arriva a 5MP, garantendo la possibilità di stampare anche su formati molto grandi (sino a 50x75 cm); inoltre, le funzioni<br />
disponibili sono più professionali e regolabili manualmente dall’utente. Si tratta di fotocamere adatte ad utenti più esperti ed esigenti che,<br />
senza arrivare a strumentazioni costosissime, vogliano ottenere prestazioni comunque molto buone.<br />
Nel catalogo di RegalidiNatale.biz vengono proposte quattro fotocamere che possono soddisfare le esigenze di diverse tipologie di utenti:<br />
Mo<strong>del</strong>lo: Optio S5Z<br />
Produttore: Pentax<br />
Prezzo: 499,00 Euro<br />
Risoluzione CCD: 5MP<br />
La fotocamera Optio S5z è la più recente evoluzione di<br />
una gamma che porta a nuovi livelli la portabilità e la<br />
Sliding Lens ha consentito di contenere grandemente<br />
peso e dimensioni: 105 gr e 83x55x21,5 mm<br />
Mo<strong>del</strong>lo: Easyshare<br />
C300<br />
Produttore: Kodak<br />
Prezzo: 109,00 Euro<br />
Risoluzione CCD: 3.2MP<br />
Con la fotocamera <strong>digitale</strong> Kodak Easyshare<br />
C300 per ottenere foto splendide basta<br />
premere un pulsante. Il CCD da 3,2 MP,<br />
garantisce stampe di qualità sorprendente<br />
fi no al formato 28x36 cm; è dotata, inoltre,<br />
di zoom <strong>digitale</strong> 5X e obiettivo Kodak da<br />
37 mm.<br />
Mo<strong>del</strong>lo: Easyshare Z730<br />
Produttore: Kodak<br />
Prezzo: 289,00 Euro<br />
Risoluzione CCD: 5MP<br />
Questa fotocamera consente di<br />
realizzare stampe di qualità straordinaria<br />
fi no al formato 50 x75 cm, grazie ai 5<br />
MP di risoluzione. Garantisce colori<br />
intensi in qualsiasi condizione di luce,<br />
grazie all’esclusivo chip Kodak Color<br />
Science; è dotata, inoltre, di controlli<br />
avanzati manuali e personalizzabili.<br />
Mo<strong>del</strong>lo: C-370-Zoom<br />
Produttore: Olympus<br />
Prezzo: 258,00 Euro<br />
Risoluzione CCD: 3.2MP<br />
La fotocamera <strong>digitale</strong> C-370-<br />
Zoom è dotata di un CCD da 3.2<br />
milioni di pixel, di zoom ottico 3x<br />
e di comandi semplici e intuitivi.<br />
Con la C-370-Zoom la fotografi a<br />
<strong>digitale</strong> diventa un gioco da<br />
ragazzi, per tutti!<br />
. <strong>ARPA</strong> . 5
I recenti sviluppi <strong>del</strong>le tecnologie informatiche hanno sensibilmente semplifi cato e migliorato l’attività di registrazione e archiviazione di<br />
contenuti video. La nuova frontiera <strong>digitale</strong> ha segnato un salto abissale rispetto ai vecchi sistemi analogici: non si tratta soltanto di una qualità<br />
video superiore, ma anche <strong>del</strong>la grande comodità di disporre di strumenti e supporti meno ingombranti e più versatili; è ormai fondamentale,<br />
ad esempio, la possibilità di poter visualizzare le immagini registrate non solo sul televisore, ma anche nel Personal Computer di casa – magari<br />
per dilettarsi con il video-editing – o su un PC portatile, per poterne usufruire, ad esempio, durante un viaggio. Al posto <strong>del</strong>le tradizionali<br />
cassette VHS la videoregistrazione <strong>digitale</strong> sfrutta due diverse tecnologie, spesso integrate in uno stesso apparecchio: quella basata sui DVD<br />
registrabili e quella legata all’uso di dischi rigidi interni al videoregistratore.<br />
Anche il videoregistratore <strong>digitale</strong> è tra quei prodotti che stanno riscuotendo un successo sempre crescente ed è sicuramente un regalo utile e<br />
gradevole. Questo strumento è destinato inesorabilmente a rimpiazzare nel tempo i “vecchi” videoregistratori VHS.<br />
Il principale vantaggio portato da questa nuova tecnologia consiste nella possibilità di registrare i programmi televisivi sull’hard disk interno<br />
<strong>del</strong> videoregistratore e di riprodurli direttamente, senza la necessità di comprare supporti esterni. A seconda <strong>del</strong>la capienza <strong>del</strong>l’hard disk (dai<br />
40 ai 400GB) e <strong>del</strong>la qualità di registrazione video, possono essere memorizzate da un paio d’ore sino a diverse decine.<br />
I programmi registrati possono poi essere masterizzati ed archiviati su vari tipi di DVD (DVD-R, DVD+R, DVD-RW, DVD+RW, DVD-RAM),<br />
supporto che, oltre ad essere molto migliore, in termini di qualità video, prezzo e longevità <strong>del</strong>le tradizionali cassette VHS, offre il vantaggio<br />
di poter essere visualizzato anche in qualsiasi Personal Computer dotato di lettore DVD.<br />
Mo<strong>del</strong>lo: DVD Recorder HD 250GB i-Link<br />
Produttore: Sony<br />
Prezzo: 719,00 Euro<br />
Compatibile con: DVD Video/ DVD-R/ DVD-RW/<br />
DVD-RW/ DVD+R/ DVD+RW/ Video CD/ CD<br />
Audio/ CD-R/ CD-RW.<br />
6 . <strong>ARPA</strong> .<br />
Mo<strong>del</strong>lo: DVD Recorder HD 80 GB<br />
Produttore: Samsung<br />
Prezzo: 399,00 Euro<br />
I DVD Recorder <strong>del</strong>la gamma Samsung<br />
sono estremamente facili da usare: le<br />
funzioni di registrazioni “one touch”,<br />
il programma di navigazione, il sistema<br />
di indice dei brani ad icone e la ricerca<br />
ad alta velocità permettono una gestione<br />
semplice e rapida dei dischi.<br />
Mo<strong>del</strong>lo: DVD Recorder HD<br />
80GB<br />
Produttore: Mustek<br />
Prezzo: 324,00 Euro<br />
Il DVD recorder/player Mustek<br />
è dotato di un hard disk da<br />
80GB; può registrare da TV, VCR<br />
o satellite su DVD+R/RW. È<br />
compatibile con: DVD, DVD±R/<br />
RW, CD, CD-R/RW, (S)VCD,<br />
Kodak Picture CD.<br />
The smaller, the better.<br />
Il mercato dei prodotti tecnologici attraversa una fase in cui va assumendo sempre più importanza la riduzione <strong>del</strong>le dimensioni e <strong>del</strong> peso<br />
<strong>del</strong>le strumentazioni elettroniche: i monitor “piatti” TFT stanno soppiantando gli ingombrantissimi monitor CRT; i lettori di musica portatili<br />
hanno raggiunto le dimensioni di una gomma; le macchine fotografi che possono pesare meno di 3 etti; i computer portatili (Notebook) sono<br />
ormai dotati di caratteristiche che consentono di valutarne l’acquisto anche per l’utilizzo in casa, in sostituzione di un Personal Computer; la<br />
convergenza tra telefoni cellulari e computer palmari (Pocket PC) permette di avere sempre con sé un avanzatissimo strumento di lavoro e di<br />
comunicazione non più grande di un’obsoleta agenda-organizer.<br />
Nel catalogo di RegalidiNatale.biz, per il mese di dicembre, vengono proposti alcuni prodotti che hanno tra le loro caratteristiche di punta<br />
proprio l’elevata “portabilità”, garantita da dimensioni e pesi ridotti al minimo.<br />
Innanzitutto va segnalato il mini-Notebook Flybook:<br />
Mo<strong>del</strong>lo: Flybook 512MB 40GB XP PRO<br />
Produttore: Dialogue<br />
Prezzo: 1.939,00 Euro<br />
Il mini-Notebook Flybook unisce alle performance<br />
di un PC di ultima generazione la portabilità di<br />
uno Smart-Phone, la comodità di un Tablet PC e la<br />
connettività di un telefono cellulare GSM/GPRS.<br />
Inoltre è leggerissimo ed ha un design gradevole<br />
e colorato. Il display touch-screen da 8.9 pollici (formato<br />
16:9) può essere ruotato di 180° e ribaltato, in modo da<br />
trasformare il Flybook in un comodissimo Tablet-PC.<br />
Caratteristiche:<br />
Processore: Transmeta Crusoe TM-5800 1GHz; 64K<br />
Ram: 512 MB DDR<br />
Hard disk: 40 GB - 2.5” Ultra DMA 66/100<br />
Schermo: Display da 8.9 pollici; risoluzione 1024x600 pixel<br />
ad elevato contrasto con elevato angolo di visuale<br />
Sistema operativo: Microsoft Windows XP Pro Italiano<br />
Peso e dimensioni: 1,2 kg – 235 x 155 x 31 mm<br />
Mo<strong>del</strong>lo: Tablet Pc TC4200 1.86 Ghz<br />
(PV984ET)<br />
Produttore: HP<br />
Prezzo: 2.115,00 Euro<br />
Il Tablet PC HP Compaq tc4200<br />
aggiunge a tutta la potenza ed alle<br />
prestazioni di un notebook con<br />
funzionalità complete la<br />
versatilità e la praticità<br />
<strong>del</strong>la scrittura manuale.<br />
Ideale per gli utenti<br />
con elevate esigenze di<br />
mobilità che richiedono<br />
prestazioni prolungate<br />
<strong>del</strong>la batteria.
Mo<strong>del</strong>lo: iPAQ HW6515<br />
Mobile Manager GSM/GPRS/EDGE<br />
Produttore: HP<br />
Prezzo: 655,00 Euro<br />
In un design elegante e leggerissimo il palmare HP iPAQ HW6515<br />
racchiude tecnologie GSM/GPRS/EDGE integrate e funzionalità<br />
avanzate complete, tra cui fotocamera e tastiera incorporate e<br />
antenna satellitare GPS.<br />
Mo<strong>del</strong>lo: XA-MP102W Lettore Mp3 1GB<br />
Produttore: JVC<br />
Prezzo: 154,00 Euro<br />
Completamente nuovo e totalmente ottimizzato per<br />
un’esperienza sonora mai provata prima! XA-MP102W è<br />
un ottimo esempio <strong>del</strong>l’incessante ricerca di JVC per una<br />
tecnologia in grado di offrire una qualità video ed audio<br />
sempre migliore.<br />
Mo<strong>del</strong>lo: MuVo TX 1GB SE -<br />
Lettore Mp3<br />
Produttore: Creative<br />
Prezzo: 119,00 Euro<br />
Creative MuVo TX SE è in<br />
grado di memorizzare fi no a<br />
16 ore (240 tracce) di musica<br />
in formato MP3 o 32 ore (480<br />
tracce) in formato WMA.<br />
È dotato di un microfono<br />
integrato e di un brillante<br />
display LCD.<br />
Altra “moda tecnologica” che sta prendendo sempre più piede è costituita dall’utilizzo di sistemi di telefonia via Internet (VoIP), al posto <strong>del</strong>la<br />
tradizionale linea telefonica.<br />
La tecnologia VoIP rende possibile effettuare una conversazione telefonica sfruttando, anziché la normale linea <strong>del</strong> telefono, una connessione<br />
ad Internet o un’altra rete che utilizzi il protocollo IP (ad esempio una LAN). Il principale vantaggio di questo sistema rispetto alla telefonia<br />
tradizionale riguarda i costi molto minori per le telefonate, in particolare per quelle internazionali.<br />
Lanciata da Skype e resa ora disponibile da moltissime altre società, questa nuova soluzione ha portato con sé la necessità, per i suoi<br />
utilizzatori, di avere a disposizione accessori specifi ci che ne rendano più semplice e veloce l’utilizzo: in particolare cuffi e e microfoni<br />
integrati, ma anche veri e propri telefoni che, connessi al PC via USB o senza cavo, consentono di accedere alla straordinaria convenienza <strong>del</strong><br />
sistema VoIP, conservando le funzionalità (ed anche l’abitudine) di un normale apparecchio telefonico.<br />
Nel catalogo di RegalidiNatale.biz sono disponibili tre accessori specifi camente pensati per l’utilizzo di sistemi di telefonia e/o di messaggistica<br />
vocale via Internet:<br />
Mo<strong>del</strong>lo: Skype Webcam + cuffi a mobility<br />
Produttore: Think Xtra<br />
Prezzo: 50,00 Euro<br />
È Perfetto per l’utilizzo con Skype, Msn Messenger,<br />
Yahoo! Messenger e qualsiasi altro software di<br />
conversazione on-line. La confezione comprende:<br />
TX webcam con cuffi e Mobility; 60 minuti di credito<br />
Skypeout; 1 mese di prova per la casella vocale;<br />
Software completo di Skype.<br />
Mo<strong>del</strong>lo: Skytel Telefono USB<br />
Produttore: Digicom<br />
Prezzo: 45,00 Euro<br />
Skytel dispone di tutte le funzioni necessarie<br />
ad effettuare e ricevere chiamate via Internet nel<br />
modo più semplice. Una volta connesso alla porta<br />
USB <strong>del</strong> computer si presenta come un normale<br />
telefono dotato di tastiera e display, sul quale vengono<br />
visualizzati il numero o l’ID <strong>del</strong> chiamante, data e ora<br />
e altre informazioni utili.<br />
Mo<strong>del</strong>lo: CIT200<br />
– Internet Telephone<br />
Produttore: Linksys<br />
Prezzo: 139,00 Euro<br />
Il telefono cordless<br />
consente agli utenti<br />
di utilizzare i servizi<br />
di telefonia offerti<br />
da Skype, senza<br />
la necessità di<br />
stare davanti al<br />
proprio PC. Inoltre,<br />
interfacciandosi con<br />
il software Skype, è<br />
in grado di scorrere<br />
la lista degli utenti su<br />
un display a colori e<br />
supporta i servizi SkypeOut, SkypeIn e<br />
Skype Voicemail.<br />
. <strong>ARPA</strong> . 7
Letters to Elise.<br />
8 . <strong>ARPA</strong> .<br />
Milano,1 luglio 2005<br />
Cara Elise,<br />
ho riaperto la busta e sto scrivendo ora questa seconda lettera.<br />
Sono appena arrivata da Torino, sono stanca, ma so già che non riuscirò a<br />
dormire. Come si fa, dopo aver passato una serata come la mia, a dormire?<br />
Lo so che sei curiosa, e lo sarei pure io.<br />
Non è facile riversare su questo foglio bianco tutto quello che sto provando<br />
adesso, ci posso provare, ma il risultato non sarà dei migliori.<br />
Una cosa è certa: ho fatto bene ad andare a Torino per i Bright Eyes, ho fatto<br />
davvero bene.<br />
Eccoti un breve riassunto <strong>del</strong>la serata.<br />
Arriviamo a Faint iniziati, dopo aver vagato per una Torino spettrale e<br />
spietatamente inospitale, come solo quella città sa essere.<br />
Io ho pregato che quel minaccioso cielo nero sopra di noi non riversasse tutta<br />
la sua rabbia sui nostri vestiti stilosi, ma leggeri quanto l’estate richiede.<br />
Non fa nemmeno così caldo. Appena arriviamo, Andre trova subito qualcuno con cui<br />
parlare, mentre io cerco, praticamente sull’orlo <strong>del</strong>lo svenimento, di mangiare<br />
qualcosa.<br />
Hai presente quei momenti in cui potrei uccidere per un gelato? :) Ecco, è<br />
proprio uno di quelli.<br />
Siamo partiti tardi e non c’è stato tempo di fermarci in Autogrill. Mentre<br />
l’autostrada scorreva veloce nello specchietto abbiamo ascoltato due volte tutto<br />
“Digital Ash in a Digital Urn”.<br />
Ovviamente in un remoto angolo <strong>del</strong> mio cervello c’è anche il desiderio di parlare<br />
con Conor Oberst, ma i Faint hanno già iniziato a suonare (Ti odio, ti odio,<br />
Andre) e la cosa è praticamente irrealizzabile.<br />
E poi ho fame, cavolo, ed ho già visto a Milano quanto l’interazione possa essere<br />
diffi cile con questo personaggio quindi non provo nemmeno a capire dove questa<br />
persona ipoteticamente possa essere.<br />
Sono quasi al bar, quando con la coda <strong>del</strong>l’occhio vedo Gretta Cohn, la<br />
violoncellista dei Cursive, che è in tour con i Bright Eyes. È forse il motivo<br />
per cui sono qui: sul palco ci sarà un violoncello e un violino, oltre alle<br />
innumerevoli chitarre (elettriche), tre tra tastiere e synth e due batterie<br />
(con tanto di squisito batterista jolly per tutte le band <strong>del</strong>la Saddle Creek).<br />
Vedo Gretta, con un bellissimo vestito, seduta da sola al merchandising, e<br />
sto meditando se andare verso di lei o verso il cibo quando... sento dei passi<br />
avvicinarsi a me. D’istinto mi giro pensando che sia Andre che mi raggiunge, e<br />
invece no! Non è Andre: è Conor, Conor Oberst dei Bright Eyes, proprio lui.<br />
Pagherei per vedere l’espressione che mi si è dipinta sul volto quando l’ho<br />
riconosciuto: doveva essere divertente, perché mi ha sorriso timidamente e<br />
ha esordito con un amichevole “Hi!!” e si è fermato lì. Con me, in mezzo al<br />
niente. Impreparata e incredula ho detto le quattro cose più banali che mi sono<br />
venute in mente, già consapevole che me ne sarei pentita, e lui ha risposto con<br />
gentilezza alle mie domande e con un simpatico “grazi” ai complimenti (no, Elise,<br />
non ho avuto cuore di dirgli che si dice “grazie”, non ce l’ho fatta ad essere<br />
MissSoTutto io anche con lui). Era sobrio. Ed era splendido. Una persona diversa<br />
rispetto al fragile ragazzo che avevo visto a Milano. È pure ingrassato un po’ :)<br />
. Ero imbarazzatissima, davvero!<br />
Gli ho detto che stavo cercando un mio amico e me ne sono andata, per quanto mi<br />
riguarda ho avuto anche più di quello che mi aspettavo. Sono tornata da Andre e<br />
l’ho fatto morire d’invidia!<br />
Ovviamente mi sono dimenticata di mangiare (per tutta la serata), ma dopo<br />
l’incontro fatale l’unica cosa che riuscivo a sentire era il mio emo-cuoricino<br />
che batteva.<br />
Ci siamo sistemati sotto il palco, perché la gente non era molta, purtroppo. I
Bright Eyes hanno incominciato a suonare mentre il sole fi niva di tramontare e le<br />
nuvole tanto minacciose si sono quasi defi late regalando un cielo suggestivo (“Il<br />
cielo su Torino”, proprio come la canzone dei Subsonica).<br />
Poi sul palco è salito Conor, e purtroppo non era più lucido né sobrio. Aveva gli<br />
occhi chiusi e dopo qualche minuto si è accasciato. “Stavolta non mi freghi”, ho<br />
pensato. Ma mi ha fatto comunque impressione. Mi chiedo come faccia a cantare e a<br />
suonare in quelle condizioni, ma comunque ci riesce. Capisco subito che sarà uno<br />
spettacolo davvero diverso da quello di Milano, parla molto meno e all’inizio c’è<br />
molta meno empatia con il pubblico. Non ci sono ragazzine urlanti, il pubblico<br />
è piuttosto maturo e, se devo essere sincera, molto, molto bello. Conor ha la<br />
maglietta che indossa nel suo ultimo video, mi piace questa cosa che, nonostante<br />
tutto, tenga sempre i piedi per terra.<br />
Ha iniziato a incidere i primi album a 13 anni, a 15 ha girato (d’estate) gli<br />
Stati Uniti con i Commander Venus, mentre faceva i suoi anni di high-school in<br />
una scuola privata maschile; pochi anni dopo ha pubblicato il suo primo album<br />
come Bright Eyes (il tutto mentre studiava al college, ovviamente). Inoltre ha<br />
un’altra band rock per cui scrive testi con tematiche a sfondo politico/sociale<br />
(Desaparecidos): insomma, potrebbe anche tirarsela, no?<br />
O forse potrebbe tirarsela solo per il fatto che Bruce Springsteen l’ha voluto<br />
con i R.E.M. al “Vote for change tour”, mentre tutti i giornali lo defi nivano come<br />
il nuovo Bob Dylan.<br />
E invece no. Sembra non aver perso quell’immediatezza che gli permette di<br />
regalare sorrisi agli sconosciuti. Mentre canta vengono proiettate videoinstallazioni<br />
sul telone alle sue spalle: alcuni video sono molto belli e<br />
vorrei avere la capacità mentale di seguire entrambe le cose. Interagisce poco,<br />
ma ripete spesso “Grazi, grazi”, e saltella qua e là rimbalzando <strong>sulle</strong> casse<br />
e sul sintetizzatore. È un concerto più fi sico di quello di cui ti ho scritto<br />
ieri, tutta la tensione che non riesce a esprimere gridando la esprime con<br />
il corpo. I suoi occhi si vedono poco perché i capelli che stanno perdendo il<br />
taglio sono spesso e volentieri sulla sua faccia. Il risultato è che non gli<br />
stacchi gli occhi di dosso per due ore. Gretta suona il violoncello con una<br />
energia inverosimile, la vecchia conoscenza Nate è alle tastiere con la solita<br />
espressione indifferente. Che si diverta? Io credo di sì, altrimenti non sarebbe<br />
su quel palco.<br />
Verso la fi ne Conor parla un po’ e prima di chiudere con la bellissima Easy/<br />
Lucky/Free dispensa un po’ <strong>del</strong> wisdom di cui è solito infarcire i suoi album,<br />
cammina sull’orlo <strong>del</strong> palco e ho paura che in questo ciondolarsi possa cadere<br />
accidentalmente.<br />
Quando scende dal palco e lascia che i suoi fi dati musicisti chiudano, questo<br />
spettacolo mi lascia ricordi in<strong>del</strong>ebili.<br />
Il mio emo-cuoricino diffi cilmente dimenticherà questo concerto e il cielo su<br />
Torino che, nel frattempo, è fi orito in mille stelle.<br />
You don’t recognize behavior<br />
Or the spelling of your name<br />
And the shape that’s in the mirror<br />
(Neely O’Hara – Bright Eyes)<br />
. <strong>ARPA</strong> . 9
Blog.<br />
Accendi<br />
la TV<br />
dei Blog<br />
Proseguiamo nel nostro percorso di ricerca<br />
<strong>sulle</strong> potenzialità dei nostri amati blog:<br />
questo mese parliamo di come i blog stiano<br />
arricchendo la televisione.<br />
Stanchi <strong>del</strong>la televisione tradizionale che,<br />
ogni tanto, sembra avere un punto di vista<br />
troppo lontano e poco disincantato?<br />
La risposta è NessunoTV (www.nessuno.tv): il<br />
nuovo canale satellitare di informazione e cultura<br />
(Sky 890 e free per tutti i possessori di decoder).<br />
Una realtà “aperta al pubblico” che si connota come<br />
l’alternativa alla televisione di oggi, spesso povera di<br />
stile e di contenuto.<br />
La caratteristica fondamentale di NessunoTV è,<br />
quindi, la partecipazione degli spettatori!<br />
Il grande locale che ospita gli studi <strong>del</strong>l’emittente è<br />
una novità assoluta per il panorama italiano; si tratta<br />
infatti di un grande spazio fruibile da tutti (a Roma,<br />
nel quartiere Ostiense, la piccola SoHo capitolina)<br />
dove sarà possibile acquistare libri, assistere a<br />
dibattiti, intervenire direttamente usufruendo <strong>del</strong>la<br />
blogTV, bere, mangiare ed addirittura permettersi un<br />
massaggio :-) . Il tutto sotto l’occhio discreto (?), ma<br />
sempre acceso, <strong>del</strong>le telecamere.<br />
Udite, udite: ci sarà pure un Caffè Letterario,<br />
attento alle <strong>nuove</strong> <strong>tendenze</strong>!<br />
“Ma che cosa c’entrano i blog?”, direte voi:<br />
c’entrano, c’entrano!<br />
Dalla primavera <strong>del</strong> 2005, BlogTV permette<br />
ai videoblogger di partecipare alla defi nizione<br />
<strong>del</strong> palinsesto di una televisione, grazie ad un<br />
10 . <strong>ARPA</strong> .<br />
di Valentina Fumagalli<br />
importante accordo con una <strong>del</strong>le piattaforme blog<br />
più famose d’Italia, Il Cannocchiale, che consentirà a<br />
tutti di mandare in onda i propri fi lmati!<br />
Basterà aderire al progetto (e fi rmare una<br />
liberatoria), possedere un dispositivo di ripresa<br />
qualsiasi (da una semplice webcam a un videofonino<br />
a una handycam amatoriale) e avere soprattutto<br />
un’idea per un programma adatto alla BlogTV.<br />
Molteplici possono essere le tematiche e le modalità:<br />
da un’intervista a un editoriale, da un videoclip a<br />
un cartone animato, nessun format è precluso, con<br />
l’unica limitazione <strong>del</strong>la durata (massimo 5 minuti),<br />
imposta sia dalle possibilità di compressione <strong>del</strong> fi le<br />
che dalla necessità di utilizzare un linguaggio veloce e<br />
adatto tanto al web quanto alla tv.<br />
Pubblicate il video sul vostro sito/blog: il fi lmato<br />
verrà raccolto dalla redazione di NessunoTV<br />
e trasmesso all’interno <strong>del</strong> proprio palinsesto.<br />
(Ovviamente l’autore verrà prima avvisato :-) ).<br />
Nel sito www.ilcannocchiale.it troverete tutte le<br />
informazioni necessarie per iniziare questa nuova<br />
avventura che vi porterà sullo schermo!<br />
Dagli USA<br />
Per aprire ancora di più gli occhi sul mondo non lasciatevi sfuggire<br />
questa televisione in cui moltissimi servizi sono realizzati con i<br />
contributi degli ascoltatori.<br />
www.current.tv
Poesia.<br />
“Natale”…<br />
Questa strana festa<br />
che mi perseguita<br />
da quando sono al mondo…<br />
Quando, piccino, domandavo a mia mamma;<br />
ella, condiscendente<br />
mi parlava di strane leggende,<br />
di vecchie superstizioni<br />
di quando l’uomo, un poco bambino,<br />
pargoleggiava …<br />
Ricordo, accennava,<br />
a strambe vicende<br />
di vita e di morte<br />
in un paese lontano…<br />
Dev’essere nato qualcuno<br />
un tempo<br />
almeno, io credo.<br />
se proprio così questo giorno<br />
si chiama: “Natale”.<br />
Ma chi?<br />
Forse un cantante?<br />
È oggi un profl uvio<br />
di doni,<br />
di vasti,<br />
estenuati sorrisi<br />
scambiati con chi di solito<br />
nemmeno guardi…<br />
Come ebeti automi<br />
si va, per le strade<br />
di queste brillanti città,<br />
dicendo: - auguri! auguri! -<br />
a quanti tu incontri<br />
fra incerte e nervose<br />
strette di mano.<br />
Ma qualcosa mi sfugge<br />
in tanto comune gaudio:<br />
chi nacque, quel giorno lontano?<br />
Forse dall’ampia falcata,<br />
dal tiro potente,<br />
dall’agile stop a seguire,<br />
idolo <strong>del</strong>le folle<br />
e <strong>del</strong>le fanciulle in fi ore<br />
aitante calciatore…<br />
il quale infortunatosi<br />
visse poi triste vicenda<br />
che so, di lunghe ingessature,<br />
complicate operazioni,<br />
chirurghi famosi,<br />
e infi ne di colpo guarito<br />
(come per un prodigio)<br />
riprese a far goal…<br />
Non ne sono sicuro, no.<br />
Però mi sovviene<br />
che si trattò di una faccenda così:<br />
di vita, di morte,<br />
dolore e riscatto…<br />
Quest’oggi però,<br />
nel comune contento,<br />
non scorgo una traccia di questo…<br />
Il senso di tanta baldoria<br />
confesso, mi sfugge.<br />
Se trovo cinque minuti<br />
a casa, stasera,<br />
di Alfonso In<strong>del</strong>icato<br />
. <strong>ARPA</strong> . 11
Tendenze.<br />
BILL2 È UN SIMPATICO ORSO ITALIANO.<br />
L’IDENTITÀ È SEGRETA, MA LE AZIONI SONO<br />
PUBBLICHE E AFFOLLATE.<br />
L’ORGANIZZAZIONE È SEMPRE IMPECCABILE:<br />
ALL’ARRIVO NEL PUNTO DI RITROVO I<br />
PARTECIPANTI CERCANO GLI ORGANIZZATORI<br />
SUSSURANDO LA PASSWORD CHE CAMBIA<br />
OGNI VOLTA, E RICEVONO UN FOGLIO CON<br />
LE ISTRUZIONI OPPURE IL NECESSARIO PER<br />
PARTECIPARE.<br />
NEL CASO DEL “SOFT FIGHT CLUB”, UN<br />
FURGONCINO PARCHEGGIATO DIETRO PIAZZA<br />
VETRA HA DISTRIBUITO CUSCINI.<br />
12 . <strong>ARPA</strong> .<br />
L’ULTIMO FLASHMOB È STATO A BOLOGNA,<br />
MA I DUE PRECEDENTI ORGANIZZATI A MILANO<br />
SONO STATI PIÙ DIVERTENTI: LA BATTAGLIA<br />
DI CUSCINI IN PIAZZA SAN LORENZO (IL 29<br />
SETTEMBRE) E LA PROFUSIONE DI BACI E<br />
ABBRACCI IN CORSO DI PORTA TICINESE (IL<br />
27 OTTOBRE).<br />
NONOSTANTE DURANTE I FLASH MOB FOSSERO<br />
PRESENTI MOLTI GIORNALISTI E FOTOGRAFI, LA<br />
STAMPA NON HA DEDICATO MOLTO SPAZIO AL<br />
FENOMENO. QUESTO ALIMENTA IL SOSPETTO<br />
CHE I FLASH MOB ITALIANI ALTRO NON SIANO<br />
CHE UNA TROVATA PUBBLICITARIA DI UNA<br />
di Francesca Fasoli<br />
I «FLASHMOB» SONO AZIONI DI MASSA VELOCI, DURANO AL MASSIMO DIECI MINUTI E FINISCONO<br />
GENERALMENTE CON UN APPLAUSO. ATTRAVERSO L’UTILIZZO DI INTERNET O SMS SI CREANO FOLLE<br />
DI PERSONE, MOVIMENTI D’AZIONE.<br />
IL FLASHMOB È NATO A NEW YORK NEL 2003 DA UN’IDEA DI UN 28ENNE - BILL - CHE HA VOLUTO<br />
TENTARE UN ESPERIMENTO SOCIOLOGICO SULLE FOLLE.<br />
SUCCESSIVAMENTE, IL FLASHMOB SI È DIFFUSO IN TUTTO IL MONDO.<br />
FAMOSA MARCA DI ZAINETTI.<br />
I FLASHMOB MILANESI SI SONO SVOLTI VICINO<br />
ALLO STORE E LE FOTO DEL “SOFT FIGHT CLUB”<br />
SONO STATE ESPOSTE PROPRIO NEL NEGOZIO<br />
MONOMARCA DURANTE IL “LOVE IN”. COME<br />
SE NON BASTASSE, L’IMMAGINE DELL’ORSO<br />
BILL È RUBACCHIATO DIRETTAMENTE DA UNA<br />
VECCHIA PUBBLICITÀ DELL’AZIENDA.<br />
PER CAPIRE QUALCOSA DI PIÙ, HO RIVOLTO<br />
ALCUNE DOMANDE PROPRIO A BILL, CHE PERÒ<br />
È STATO UN PO’ SFUGGENTE... DEL RESTO È UN<br />
ORSO!
QUANDO È NATO BILL? QUANDO SEI DIVENTATO<br />
BILL? E L’IDEA DELL’ORSO? QUANTI BILL CI SONO?<br />
PUFF! QUANTE DOMANDE TUTTE INSIEME!<br />
ALLORA: BILL È NATO A NEW YORK NEL<br />
2003, QUANDO HA ORGANIZZATO IL PRIMO<br />
FLASHMOB DELLA STORIA. IO SONO LA SUA<br />
REINCARNAZIONE. L’ORSO L’ABBIAMO RUBATO<br />
A UNA VECCHIA PUBBLICITÀ. CI PIACE MOLTO IL<br />
MODO IN CUI SINTETIZZA RABBIA E TENEREZZA.<br />
SPERIAMO CHE LA EASTPAK NON SI ARRABBI<br />
TROPPO PER IL FURTARELLO... ADESSO I BILL IN<br />
TUTTA ITALIA SONO MIGLIAIA. LETTERALMENTE.<br />
LE PERSONE CHE HANNO PARTECIPATO AI<br />
FLASHMOB MILANESI SONO TUTTE MOLTO<br />
GIOVANI: QUAL È L’ETÀ MEDIA “DELL’ENTITÀ BILL”?<br />
TRA I 20 E I 30, MA CI SONO BILL DI 12 COME<br />
DI 60 ANNI.<br />
ECCOCI AL TERZO FLASHMOB...<br />
RISULTATI? IL MIGLIORE?<br />
NON POSSO SCEGLIERE, PER UN MOTIVO O PER<br />
L’ALTRO SONO STATI TUTTI ENTUSIASMANTI.<br />
DICIAMO CHE IL MIGLIORE SARÀ IL PROSSIMO<br />
;-)<br />
BE’, LA BATTAGLIA DI CUSCINI È STATA UNO<br />
SPETTACOLO! IO L’HO VISTA DALL’ALTO SENZA<br />
SAPERE CHE COSA FOSSE; TROVARMELA COSÌ<br />
ALL’IMPROVVISO È STATO MOLTO SUGGESTIVO!<br />
ANCHE IL TRAMVIERE CHE DURANTE “LOVE<br />
IN” INVIAVA BACI A TUTTI NON È STATO<br />
MALE! PERÒ SIAMO SEMPRE SULL’ONDA<br />
INGLESE: IL FLASHMOB DI DOMANI SARÀ<br />
LEGATO ALLA MUSICA, MI SEMBRA DI AVER<br />
CAPITO, PROPRIO COME A LONDRA! PERCHÈ<br />
NON ORGANIZZARE TUTTI INSIEME QUALCOSA<br />
TIPO PUBBLICITÀ DELLA SWATCH? :-OO<br />
LE PERFORMANCE DI BILL SI BASANO SU IDEE<br />
SEMPLICI, CHE GIRANO NELL’ARIA. BASTA<br />
AFFERRARLE AL VOLO E SBATTERSI UN PO’ PER<br />
CONCRETIZZARLE. TUTTI POSSONO FARLO. E<br />
BILL È DISPONIBILE A SOSTENERLI.<br />
BILL2 NON HA SVELATO MOLTO, MA VI<br />
ANTICIPO CHE, IN QUESTI GIORNI, STA PER<br />
L’APPUNTO PROGRAMMANDO UN EVENTO IN<br />
CONTEMPORANEA TRA MILANO E BOLOGNA.<br />
DICIAMO CHE... LE IDEE SEMPLICI GIRANO<br />
NELL’ARIA<br />
:-))<br />
PER PARTECIPARE, POTETE COLLEGARVI A<br />
WWW.BILL2.ORG.<br />
Flashmob in Italia Flashmob nel mondo<br />
Bologna - 19 Novembre 2005<br />
“Happy Meal con sorpresa sbagliata”<br />
Milano - 27 ottobre 2005<br />
“Love in”<br />
Milano - 29 settembre 2005<br />
“Soft Fight Club”<br />
Roma - 31 luglio 2003<br />
“Gag varie”<br />
Roma - 24 luglio 2003<br />
“Titoli inesistenti”<br />
Bologna - 19 Novembre 2005<br />
“Happy Meal con sorpresa sbagliata”<br />
Milano - 27 ottobre 2005<br />
“Love in”<br />
Milano - 29 settembre 2005<br />
“Soft Fight Club”<br />
Roma - 31 luglio 2003<br />
“Gag varie”<br />
Roma - 24 luglio 2003<br />
“Titoli inesistenti”<br />
Flashmob websites<br />
http://fl ashmob.com/<br />
www.mobile-clubbing.com<br />
www.fl ashmob.co.uk<br />
http://fl ashmob.twoday.net<br />
www.madridmobs.net<br />
www.fl ashmobitalia.info<br />
. <strong>ARPA</strong> . 13
Natale al Cinema.<br />
UNCONVENTIO<br />
BROKEN<br />
FLOWERS<br />
14 . <strong>ARPA</strong> .<br />
di Sarah Sivieri<br />
Nello sfavillante firmamento di titoli che affollano le sale cinematografiche sotto Natale,<br />
vi consigliamo di non perdere queste perle, provenienti dai fondali meno battuti dei festival<br />
indipendenti.<br />
Regia: Jim Jarmush<br />
Interpreti principali: Bill Murray,<br />
Sharon Stone, Jessica Lange,<br />
Produzione: Bac Films, Focus<br />
Feature<br />
Distribuzione: Mikado<br />
Dopo il trionfo di Cannes (premio<br />
speciale <strong>del</strong> pubblico), approda nelle<br />
sale italiane l’attesissima pellicola<br />
di Jim Jarmush, con protagonista<br />
Bill Murray, già diretto in Coffee and<br />
Cigarettes (2003).<br />
Tutto il fi lm ruota attorno alla fi gura<br />
metaforica <strong>del</strong> don Giovanni, con<br />
cui si apre la pellicola e nella quale<br />
Don Johnston (Bill Murray) viene<br />
identifi cato. Tuttavia, nel protagonista<br />
si è spenta l’ansia ferocemente allegra<br />
<strong>del</strong> personaggio letterario, dissoltasi<br />
negli anni in una insoddisfazione<br />
generalizzata che sfi ora l’apatia.<br />
Non c’è più in Don la tensione alla<br />
ricerca, e le amanti occasionali a cui<br />
si fa generico riferimento sembrano<br />
essere più una paludata abitudine che<br />
un bisogno impellente di conquista.<br />
A scuotere dalle fondamenta<br />
un’esistenza scialba, una lettera<br />
anonima che annuncia il possibile<br />
arrivo di un fi glio ventenne, <strong>del</strong>la<br />
cui paternità Don è stato lasciato<br />
all’oscuro.<br />
Aiutato da un vicino di casa con<br />
velleità di detective, il protagonista<br />
intraprende un viaggio nel proprio<br />
passato, alla ricerca <strong>del</strong>l’ipotetica<br />
madre. Tornerà dunque a far visita<br />
a quattro ex fi amme, una radiosa<br />
Sharon Stone, con la fi glia Lolita<br />
(fantastiche le citazioni da Kubrick),<br />
una palesemente insoddisfatta<br />
Frances Conroy, passata da fi glia dei<br />
fi ori a regina <strong>del</strong>l’immobiliare, una<br />
splendida Jessica Lange, terapeuta per<br />
animali legata ora ad una donna e una<br />
straziata Tilda Swinton, in piena fase<br />
depressiva.<br />
Tutte le tappe <strong>del</strong> viaggio sono<br />
disseminate di indizi possibili ma<br />
non probanti, che lo rendono vano<br />
solo in apparenza: si è riaccesa in<br />
Don la voglia di vita, il desiderio<br />
di costruzione di un futuro,<br />
simboleggiato dall’incontro con un<br />
giovane misterioso. Il fi nale resta così<br />
aperto, ma lascia presagire un nuovo<br />
corso, ricco di opportunità e <strong>nuove</strong><br />
occasioni.<br />
Viaggio di un’anima triste, il racconto<br />
è scheggiato, scandito da una regia che<br />
privilegia i cambi netti, le inquadrature<br />
singole, fotografi che, spaziando da<br />
panoramiche a primi e primissimi<br />
piani, incentrati sulla grande mimica<br />
di Murray e sul mondo degli oggetti<br />
circostanti, mezzi utili per enfatizzare<br />
il senso di incertezza che aleggia<br />
sull’intera vicenda.<br />
A
L CHRISTMAS<br />
OGNI COSA E’ ILLUMINATA<br />
Regia: Liev Schreiber<br />
Interpreti principali: Elija Wood,<br />
Eugene Hutz, Boris Leskin<br />
Produzione: Warner indipendent<br />
Distribuzione: Warner indipendent<br />
Opera prima di Liev Schreiber<br />
dietro la macchina da presa, tratto<br />
dall’omonimo libro di Jonathan Safran<br />
Foer, Ogni cosa è illuminata è un<br />
fi lm essenzialmente di luce, in cui il<br />
passato si riconcilia al presente per<br />
lampi di illuminazione progressiva.<br />
In un’Ucraina giovane d’indipendenza,<br />
in bilico tra tradizioni locali e futuro<br />
occidentale, si snoda la “molto rigida<br />
ricerca” di Jonathan il Collezionista,<br />
ebreo americano deciso a rintracciare<br />
la misteriosa Augustine che, durante<br />
la guerra, salvò il nonno dalla furia<br />
nazista. A guidarlo nel viaggio, la<br />
Regia: Miranda July<br />
Interpreti principali: Miranda July,<br />
John Hawkes, Miles Thompson,<br />
Brendon Ratcliff, Carlie<br />
Westerman<br />
Produzione: Gina Kwon per Ifc<br />
Films, Filmfour<br />
Distribuzione: Fandango<br />
Miranda July fi rma un’acclamatissima<br />
opera d’esordio, che le ha fruttato<br />
una ricca messe di premi ai festival<br />
cinematografi ci di mezzo mondo:<br />
Camera d’Or a Cannes, premio<br />
speciale <strong>del</strong>la giuria al Sundance,<br />
premio speciale <strong>del</strong> pubblico a Los<br />
Angeles, solo per citarne alcuni.<br />
Si tratta, sulla scia <strong>del</strong>la tradizione<br />
indipendente americana degli ultimi<br />
anni, di una raffi nata opera corale, in<br />
cui le vite di un gruppo di personaggi<br />
si intrecciano in modo <strong>del</strong> tutto<br />
inaspettato: l’artista-tassista Cristine<br />
Legacy Tour al completo, composta da<br />
un coloratissimo trio di personaggi:<br />
Alex (Eugene Hutz), l’Interprete,<br />
suo nonno (Boris Leskin), l’Autista,<br />
affetto da una cecità fi ttizia, e Sammy<br />
Davis Jr. Jr., cane guida psicopatico.<br />
Ad un primo tempo geniale per<br />
trovate esilaranti, segue un fi nale<br />
toccante, dominato dall’intenso<br />
chiarore di un passato che irrompe,<br />
con esiti a volte tragici, sul presente,<br />
colmandolo di signifi cato e creando<br />
un impensabile legame tra Alex e<br />
Jonathan. Notevole di questa pellicola<br />
è la fl uidità <strong>del</strong> linguaggio: il percorso<br />
è accompagnato dalla morbidezza<br />
di carrellate orizzontali, intervallate<br />
da brevi istantanee a segnalare la<br />
rilevanza di un istante particolare,<br />
mentre dissolvenze incrociate,<br />
(la stessa July, impeccabile anche nella<br />
recitazione) fi nirà per coronare il<br />
suo sogno d’amore con il commesso<br />
<strong>del</strong> negozio di scarpe (John Hawkes),<br />
la rigida gallerista si scioglierà in un<br />
attimo di tenerezza con il bimbo con<br />
cui ha inconsapevolmente chattato in<br />
modo decisamente spinto, il timido<br />
Peter troverà una tenera amica<br />
nella vicina di casa, ossessionata dal<br />
suo corredo nuziale, mentre le due<br />
giovani Lolite, attraverso un gioco di<br />
spensierata seduzione, rafforzeranno<br />
la loro amicizia.<br />
Motivo costante nella pellicola è<br />
la sapiente mescolanza di realtà e<br />
fantasia, che si attua a partire dalla<br />
sequenza iniziale, con la realizzazione<br />
di un’opera da parte di Cristine, per<br />
concludersi con le immagini fi nali,<br />
dove un elemento di fi nzione, un<br />
che dagli occhi dei protagonisti<br />
si sciolgono in cascate luminose,<br />
stabiliscono il legame con il ricordo.<br />
Imperdibile l’ottima colonna sonora<br />
composta da Paul Cantelon, che<br />
alterna brani originali ad adattamenti<br />
di pezzi tradizionali ucraini dal<br />
ritmo incalzante, dominati da violini,<br />
fi ati e voci graffi anti. Ne risultano<br />
melodie scanzonate in cui serpeggia<br />
improvviso un senso di struggente<br />
malinconia, di desiderio vago per<br />
qualcosa di ancora sconosciuto.<br />
Ad impreziosire l’album la presenza<br />
di due brani, Bublitshki e Start wearing<br />
purple, composti dai Gogol Bor<strong>del</strong>lo,<br />
gruppo gipsy-folk newyorkese, il cui<br />
leader, Eugene Hutz, esordisce qui<br />
come attore, regalando un’intensa<br />
interpretazione nei panni di Alex.<br />
ME AND YOU<br />
AND EVERYONE WE KNOW<br />
quadro rappresentante un uccellino,<br />
rimane incastonato tra i rami di un<br />
albero e riproposto fi no al punto in<br />
cui non è possibile distinguere il vero<br />
dal fi nto.<br />
Con leggerezza e momenti di<br />
intelligente comicità, la July, autrice<br />
anche <strong>del</strong>lo script, descrive il<br />
percorso di avvicinamento e lo<br />
spasmodico desiderio di contatto<br />
tra le persone utilizzando in<br />
modo poetico un linguaggio che,<br />
all’improvviso, si riempie di signifi cati<br />
metaforici. Il semplice dialogo tra un<br />
commesso di scarpe ed una cliente<br />
affl itta da dolore ai piedi è capace così<br />
di trasformarsi in un piccolo inno alla<br />
ricerca di gioia nella vita, come recita<br />
la protagonista, e incoraggia a fare la<br />
regista, nel monologo di apertura.<br />
. <strong>ARPA</strong> . 15
NCONVENTIONAL<br />
Regia: Xiaoshuai Wang<br />
Interpreti principali: Yuanyuan<br />
Gao, Bin Li<br />
Produzione: Debo Film Ltd.,<br />
Stellar Megamedia, Kingwood Ltd.<br />
Distribuzione: Teodora Film<br />
Xiaoshuai Wang, già autore di<br />
Biciclette di Pechino, torna a parlare di<br />
storia cinese, rievocando un evento<br />
occorso attorno agli anni Sessanta:<br />
la creazione <strong>del</strong> cosiddetto “terzo<br />
fronte”, decentralizzazione <strong>del</strong>le<br />
imprese dalle città alle zone rurali,<br />
al fi ne di tutelare l’economia nel<br />
caso di attacco militare da parte<br />
<strong>del</strong>la Russia. Al trasferimento <strong>del</strong>le<br />
aziende, segue quello dei loro operai<br />
che, abbandonati i luoghi di nascita,<br />
devono rassegnarsi a vivere in zone<br />
lontane e a loro estranee.<br />
Poste queste premesse, la vicenda<br />
16 . <strong>ARPA</strong> .<br />
analizza i risultati di tale esodo<br />
forzato a distanza di una quindicina<br />
d’anni, focalizzandosi <strong>sulle</strong> differenze<br />
generazionali: da una parte troviamo<br />
allora i genitori, che ricordano la vita<br />
di Shangai, utopico oggetto su cui<br />
si riversano desideri e aspirazioni,<br />
dall’altra i fi gli, cresciuti nel villaggio e<br />
variamente integrati nel suo tessuto<br />
sociale. Al centro degli eventi Wang<br />
colloca due adolescenti, con famiglie<br />
ed educazione opposte. Qing Hong<br />
è oppressa dal padre, ossessionato<br />
dall’idea di offrirle un futuro a Shangai,<br />
mentre Xiao Gen gode di una libertà<br />
maggiore e conduce uno stile di vita<br />
simile a quello di un Occidente che,<br />
non ostante i divieti, serpeggia tra<br />
le <strong>nuove</strong> generazioni sotto forma<br />
di rock acido, capelli con basette<br />
e pantaloni a zampa di elefante.<br />
Entrambi i tentativi di relazionarsi<br />
VHS E DVD INDIPENDENTI<br />
Jim Jarmush Collection<br />
In occasione <strong>del</strong>l’uscita di Broken<br />
Flowers, la Dolmen Home Video<br />
ripropone quattro fi lm, ormai<br />
introvabili, che hanno portato il<br />
cineasta al successo: Permanent<br />
Vacation (1980), opera d’esordio,<br />
Stranger than paradise (1984), Mistery<br />
train (1990) e Taxisti di notte (1991).<br />
Se siete fan di Roberto Benigni, vi<br />
consigliamo di non lasciarvi sfuggire<br />
Taxisti di notte: la sua confessione al<br />
cardinale, con relativo qui pro quo, è<br />
uno degli episodi più riusciti assieme a<br />
quello con protagonista Winona Rider.<br />
The Jacket<br />
(John Maybury, 2004)<br />
Co-prodotta dal binomio Soderbergh-<br />
Clooney e apparente riedizione<br />
di Qualcuno volò sul nido <strong>del</strong> cuculo,<br />
questa pellicola, purtroppo poco<br />
distribuita in sala, è incentrata invece<br />
sulla possibilità di intervenire sugli<br />
eventi futuri e di modifi carne il corso.<br />
Allucinato viaggio nel tempo e nei<br />
SHANGAI DREAMS<br />
recessi <strong>del</strong>la mente umana, possibile<br />
grazie alla “giacca” a cui il titolo<br />
allude, il fi lm tiene lo spettatore con<br />
il fi ato sospeso fi no alla conclusione,<br />
problematica ed appagante allo stesso<br />
tempo, capace di commuovere e<br />
aprire molti più interrogativi di quanti<br />
non ne abbia risolti. Da segnalare,<br />
oltre alla quasi scontata ottima<br />
interpretazione di Adrien Brody,<br />
l’intensa e brillante performance di<br />
Keira Knightley.<br />
Ubriaco d’amore<br />
(Punch drunk love, Paul T.<br />
Anderson, 2002)<br />
Un inedito Adam Sandler, nel primo<br />
ruolo non puramente comico,<br />
interpreta un timido ed introverso<br />
imprenditore di porno-telefonia,<br />
vessato e soffocato negli affetti<br />
dalla presenza di sette sorelle.<br />
A liberarlo dal grigiore <strong>del</strong>la sua<br />
esistenza, un viaggio insperato con<br />
una donna misteriosa. Tra i due<br />
scoccherà la scintilla, ma Ubriaco<br />
d’amore non va confuso con una<br />
alle <strong>nuove</strong> generazioni porteranno<br />
al fallimento: Xiao Gen seguirà<br />
un falso sogno di libertà e amore,<br />
fuggendo per un breve periodo<br />
con un coetaneo e Qing Hong sarà<br />
vittima di una violenza commessa<br />
dal suo stesso innamorato , offeso<br />
da un rifi uto che percepisce dovuto<br />
alle sue origini “contadine”. Film<br />
asciutto, drammatico, elegante nelle<br />
inquadrature e nella composizione<br />
<strong>del</strong>le immagini, Shangai dreams,<br />
vincitore a Cannes <strong>del</strong> premio <strong>del</strong>la<br />
giuria, mostra con dolorosa perizia i<br />
contrasti generati dallo sradicamento<br />
dai luoghi di appartenenza, mettendo<br />
a nudo le ferite di un Paese dove<br />
la libertà personale, agli inizi degli<br />
anni Ottanta, risultava ancora<br />
pesantemente condizionata dalle<br />
decisioni <strong>del</strong> Partito.<br />
<strong>del</strong>le tante commedie romantiche:<br />
Anderson ricrea qui, come in<br />
Magnolia, un complesso intreccio di<br />
vite e personaggi le cui vicende si<br />
comporranno a costruire un unico,<br />
grande, geniale mosaico.<br />
L’oasi<br />
(The oasis, Lee Chang-Dong,<br />
2002)<br />
Pioniere <strong>del</strong> cinema coreano d’autore,<br />
Chang-Dong affronta con incredibile<br />
<strong>del</strong>icatezza un argomento diffi cile:<br />
la storia d’amore tra due disabili.<br />
Al di là <strong>del</strong>l’ipocrisia <strong>del</strong>le regole<br />
sociali e <strong>del</strong>la spietata freddezza <strong>del</strong>le<br />
rispettive famiglie, i due protagonisti<br />
riescono a costruire un legame solido<br />
e dolcissimo, che costituisce una vera<br />
e propria oasi nel deserto affettivo<br />
<strong>del</strong> mondo esterno. La poeticità<br />
<strong>del</strong>le immagini, la profonda capacità<br />
di analisi psicologica e la recitazione<br />
superba di Moon So-Ri (premio<br />
Mastroianni a Venezia come miglior<br />
attrice) e Sol Kyung-Ko ne fanno un<br />
vero e proprio capolavoro.
Natale al Cinema.<br />
Le favole dei fratelli Grimm<br />
non hanno mai voluto evitare la<br />
componente più cru<strong>del</strong>e, oscura<br />
e malvagia cara al mondo <strong>del</strong>la<br />
fantasia. Questa è la motivazione<br />
per cui non tutto fi nisce sempre per<br />
il meglio e la via verso la risoluzione<br />
<strong>del</strong>la vicenda è impervia e costellata<br />
di mille peripezie.<br />
Il pregio di questa pellicola è quello<br />
di aver coltivato proprio questo lato.<br />
È il dark side ad emergere.<br />
Da qui la rappresentazione<br />
magistrale dei paesaggi, <strong>del</strong> bosco,<br />
<strong>del</strong>la meravigliosa torre in cui dimora<br />
l’incantevole strega, <strong>del</strong> giardino<br />
pullulante di tombe e dei villaggi<br />
fangosi e avvolti dal maltempo. Il<br />
pacchetto completo è arricchito dal<br />
sapiente uso degli effetti speciali che,<br />
senza voler strafare, mantengono<br />
intatto il senso <strong>del</strong>la fi aba. Per<br />
esempio, la fi gura <strong>del</strong>l’uomo lupo<br />
è visibilmente realizzata con<br />
effetti speciali, ma non di ultima<br />
generazione. Ho interpretato questo<br />
particolare come un tentativo di<br />
voler mantenere fede all’immagine<br />
<strong>del</strong> lupo che si incontra sui classici<br />
libri di favole.<br />
I protagonisti <strong>del</strong>la vicenda sono gli<br />
stessi fratelli Grimm.<br />
Will e Jacob Grimm vengono<br />
catapultati nella Germania <strong>del</strong> 1776.<br />
Qui i due viaggiano guadagnando<br />
soldi a spese <strong>del</strong> popolo superstizioso<br />
che li ingaggia per sconfi ggere streghe<br />
e presenze malefi che, naturalmente<br />
esistenti solo nella fantasia <strong>del</strong>le loro<br />
menti.<br />
I due fratelli sono attrezzati fi no ai<br />
denti e i trucchi con cui riescono ad<br />
imbrogliare i loro clienti sono davvero<br />
esilaranti e creativi.<br />
Tutto fi la liscio tra carrucole,<br />
escamotage e rocambolesche<br />
avventure, fi no a che i due non<br />
vengono smascherati dalla polizia<br />
francese.<br />
Sono a questo punto condotti in<br />
un villaggio sperduto ai margini<br />
<strong>del</strong>la foresta dove alcune bambine<br />
sembrano essere scomparse in<br />
circostanze misteriose.<br />
Si snodano quindi avventure<br />
incalzanti che condurranno alla<br />
scoperta <strong>del</strong>la sorte <strong>del</strong>le fanciulle.<br />
Pellicola apprezzabile anche solo per<br />
la ricerca psicologica dei due fratelli,<br />
così diversi tra di loro.<br />
di Carlotta Vissani<br />
L’uno donnaiolo e sicuro di sé e l’altro<br />
timido, riservato e introspettivo<br />
e certamente più profondamente<br />
dedito ai sentimenti.<br />
Eccezionale la presenza fi sica di<br />
Monica Bellucci nel suo sontuoso e<br />
regale costume da strega; incantevole,<br />
per l’appunto, ma incerta, come<br />
sempre, <strong>del</strong> resto, nella recitazione,<br />
nonostante le vengano affi date<br />
pochissime battute.<br />
Per grandi e piccini, e in generale per<br />
gli amanti <strong>del</strong> fantasy e <strong>del</strong> mondo<br />
che ha caratterizzato l’infanzia di<br />
ognuno di noi.<br />
I fratelli Grimm e l’incantevole strega<br />
USA, 2005<br />
Regia: Terry Gilliam<br />
Interpreti: Matt Damon, Heath Ledger,<br />
Lena Headey<br />
. <strong>ARPA</strong> . 17
Natale al Cinema.<br />
18 . <strong>ARPA</strong> .<br />
E siamo a quota quattro.<br />
Attesissimo questo nuovo episodio<br />
che vede protagonista il piccolo e<br />
astuto maghetto Harry Potter con<br />
al seguito i suoi due migliori amici<br />
Hermione e Ron.<br />
Forse farei meglio a defi nirlo un vero<br />
e proprio mago, ormai, visto che,<br />
passati gli anni, i nostri protagonisti<br />
sono diventati adolescenti e hanno<br />
varcato la soglia dei quattordici<br />
anni. Sono cresciuti, in maniera<br />
impressionante. Sembra quasi che<br />
per loro gli anni siano passati molto<br />
più velocemente.<br />
Harry e compagni sono al quarto<br />
anno presso la scuola di magia di<br />
Hogwarts e tutto il plot si incentra<br />
sul torneo Tre Maghi a cui potranno<br />
partecipare soltanto i tre migliori<br />
studenti al di sopra dei diciassette<br />
anni.<br />
Per motivazioni che si scopriranno<br />
soltanto durante lo svolgimento <strong>del</strong><br />
fi lm, Harry verrà comunque scelto<br />
come quarto concorrente.<br />
La riuscita di questo episodio,<br />
che nella trama risulta a tratti<br />
frammentario e frettoloso, si<br />
racchiude in un unico elemento: l’età<br />
dei protagonisti.<br />
La crescita, fi sica e mentale, consente<br />
l’inserimento di nuovi elementi, e<br />
se gli effetti speciali, per quanto<br />
spettacolari, non si discostano<br />
eccessivamente da quanto già<br />
realizzato precedentemente, la sfera<br />
psicologica trova ampio spazio.<br />
Certamente, perché crescere signifi ca<br />
sviluppare la propria personalità,<br />
di Carlotta Vissani<br />
i propri desideri e anche iniziare<br />
a provare attrazione per il sesso<br />
opposto, nonché sentimenti di gelosia<br />
e competizione.<br />
Sempre restando nei limiti <strong>del</strong>l’onestà<br />
e <strong>del</strong> rispetto. Perché sono i buoni<br />
sentimenti quelli che poi prevalgono.<br />
Il male, in Harry Potter, non vince<br />
mai.<br />
L’episodio è stato defi nito come il più<br />
oscuro, il più dark. In realtà, questa<br />
defi nizione appare calzante solo<br />
nel momento in cui Ralph Fiennes<br />
riveste i panni di Voldemort. La scena<br />
ricorda molto la saga de Il Signore<br />
degli Anelli: Fiennes, avvolto da un<br />
mantello nero e simile alla classica<br />
immagine di morte (senza falce, però),<br />
sembra fl uttuare nell’aria, come fosse<br />
leggero. Come se l’unica cosa pesante<br />
fosse la sua anima, nera.<br />
Newell compie un ottimo lavoro<br />
concedendo per la prima volta<br />
spazio alla morte e al lutto, acutizza<br />
i sentimenti rendendoli più maturi<br />
e di spessore e dà risalto alle<br />
relazioni amorose e di amicizia che si<br />
instaurano tra i personaggi.<br />
Sono <strong>del</strong> parere che ormai ci si senta<br />
quasi “obbligati” a seguire la saga.<br />
È stata pubblicizzata a tal punto e<br />
se ne è parlato così tanto che, se non<br />
per passione, lo si segue per pura<br />
curiosità.<br />
Consigliato ai die hard fan e a chi, per<br />
presa di posizione, non si è ancora<br />
fatto trascinare nel mondo <strong>del</strong>la<br />
magia.<br />
Harry Potter e il calice di fuoco<br />
USA, 2005<br />
Regia: Mike Newell<br />
Genere: Fantasy/Magia<br />
Interpreti: Daniel Radcliff, Emma<br />
Watson, Rupert Grint, Ralph Fiennes,<br />
Robbie Coltrane
Natale al Cinema.<br />
Elizabethtown<br />
USA, 2005<br />
Regia: Cameron Crowe<br />
Genere: Commedia/Drammatico/<br />
Romantico<br />
Interpreti: Orlando Bloom, Kirsten<br />
Dunst, Susan Sarandon<br />
Partiamo dal principio: questa<br />
pellicola non viene acclamata<br />
al festival di Venezia e l’iniziale<br />
scontento e la scarsa approvazione da<br />
parte <strong>del</strong> pubblico costringono Crowe<br />
a rivedere il suo fi lm per proporne<br />
una versione principalmente più<br />
breve e più soddisfacente.<br />
Drew Baylor (Orlando Bloom) lavora<br />
per una nota azienda che produce<br />
scarpe. È un designer e la sua prima<br />
creazione è una scarpa che si chiama<br />
Spasmotica.<br />
Sfortunatamente le vendite sono un<br />
fl op totale e Drew causa danni per un<br />
milione di dollari.<br />
Le conseguenze sono il licenziamento<br />
e la rottura con la sua fi danzata<br />
Ellen, giovane e bella assistente<br />
che preferisce il lavoro al fi danzato<br />
fallito.<br />
L’idea <strong>del</strong> suicidio, che viene<br />
tentato in maniera grottesca, viene<br />
bruscamente interrotta da una<br />
chiamata: il padre di Drew è morto<br />
e a lui viene affi dato il compito di<br />
ricondurre la salma a casa.<br />
Per fare ciò deve tornare nella sua<br />
città natale, la classica cittadina<br />
americana nel Kentucky, che gli<br />
dà il benvenuto come se fosse un<br />
eroe, esattamente come la provincia<br />
accoglie e osserva con ammirazione e<br />
curiosità chi viene dalla metropoli.<br />
Prima di arrivare a destinazione,<br />
Drew conosce Claire, una hostess<br />
logorroica di cui si innamorerà<br />
in seguito e che gli insegnerà ad<br />
abbracciare una visione <strong>del</strong>la vita a<br />
tinte new age. La Dunst riveste i panni<br />
di una euforica donna fi losofeggiante<br />
che dispensa consigli esistenziali e<br />
pensa che tutto vada preso come<br />
viene, senza fermarsi a rimuginare su<br />
quanto accaduto e su quanto fatto di<br />
sbagliato e poco sensato.<br />
Salvando la prima parte <strong>del</strong> fi lm,<br />
in cui l’ironia e la trama scorrono<br />
piacevolmente tra sorrisi e commenti<br />
di approvazione, Crowe lascia<br />
precipitare tutto il resto <strong>del</strong>la<br />
pellicola in scene prolisse (è il caso<br />
<strong>del</strong>la interminabile telefonata tra i<br />
due. Mi chiedo quanto sia costata e<br />
da quali crampi siano stati colti, visto<br />
che chiacchierano al cellulare per più<br />
di dodici ore senza sosta… nda) e<br />
al limite <strong>del</strong> parossismo, facendo<br />
prendere il sopravvento al classico<br />
spirito americano.<br />
Ho cercato di voler cogliere il senso<br />
ironico <strong>del</strong> fi lm e di volerne trarre<br />
dei suggerimenti. Ho tentato di voler<br />
dare ragione a Claire quando afferma<br />
con convinzione che non serve a nulla<br />
disperarsi perché la vita va vissuta<br />
appieno, ma non ci sono riuscita.<br />
Sono rimasta basita per la<br />
rappresentazione che il fi lm offre<br />
<strong>del</strong> senso <strong>del</strong> dolore per un lutto<br />
importante e per la semplicità<br />
superfi ciale con cui si supera un<br />
di Carlotta Vissani<br />
fallimento lavorativo che diffi cilmente<br />
ti aprirà <strong>nuove</strong> porte.<br />
È un fi lm, è vero, e i fi lm non<br />
rispecchiano necessariamente la<br />
realtà, ma la trama viene banalizzata<br />
nei suoi contenuti e ci si alza<br />
chiedendosi se ci si rende conto di<br />
come funzionino le cose quando si<br />
vivono sulla propria pelle oppure no.<br />
Magistrale la performance di<br />
Susan Sarandon, che anche come<br />
personaggio secondario sbaraglia le<br />
interpretazioni dei due protagonisti,<br />
a mio avviso, abbastanza scialbi nella<br />
recitazione. Orlando, come in tutti<br />
gli altri fi lm a cui ha preso parte, è<br />
limitato a due espressioni ed emana<br />
un potere carismatico nullo.<br />
Kirsten sorride troppo, è quasi<br />
plastifi cata e il suo modo di fare,<br />
sempre così su di giri, diventa<br />
irritante.<br />
L’unica parte davvero apprezzabile<br />
per il signifi cato che si cela dietro le<br />
immagini è quella fi nale: il viaggio di<br />
ritorno a casa di Drew, accompagnato<br />
dall’urna cineraria <strong>del</strong> padre. Quel<br />
viaggio che ha sempre desiderato<br />
e mai realizzato e che soddisfa solo<br />
dopo la morte <strong>del</strong> suo caro.<br />
L’itinerario scelto è un dono ed una<br />
scelta di Claire e Drew segue le sue<br />
indicazioni leggendole su un libro<br />
rosso pieno zeppo di scritte, fotografi e<br />
ed immagini. Il viaggio come ritorno<br />
alle origini e come chiusura di un<br />
cerchio precedentemente aperto.<br />
Peccato per tutto quello che sta nel<br />
mezzo.<br />
Evitabile.
Natale al Cinema.<br />
Poesia<br />
è il mondo l’umanità<br />
la propria vita<br />
fi oriti dalla parola<br />
la limpida meraviglia<br />
di un <strong>del</strong>irante fermento.<br />
Versi scritti da Ungaretti nel<br />
1916 da una trincea di guerra,<br />
ma quanto mai attuali a<br />
commentare il nuovo lavoro di<br />
Roberto Benigni, “La tigre e la<br />
neve”, incentrato sul mistero<br />
senza fi ne bello <strong>del</strong>l’amore,<br />
raccontato con la limpida<br />
meraviglia di una poesia che<br />
pervade ogni espressione, dalla<br />
sceneggiatura ai personaggi,<br />
dalla colonna sonora alle<br />
inquadrature.<br />
Non si tratta però di un<br />
20 . <strong>ARPA</strong> .<br />
fi lm buonista e melenso: al<br />
contrario, emerge la forza<br />
eversiva di un sentimento<br />
tenace come l’ultima rosa <strong>del</strong><br />
giardino quando già incalza la<br />
nebbia di novembre.<br />
La vicenda, ambientata in Italia<br />
per la prima parte, illustra lo<br />
spettacolo d’arte varia di un<br />
uomo, Attilio (omaggio non<br />
confermato né smentito ad<br />
Attilio Bertolucci e interpretato<br />
dallo stesso Benigni)<br />
perdutamente innamorato<br />
<strong>del</strong>la sfuggente Vittoria<br />
(Nicoletta Braschi), che sogna<br />
di sposare ogni notte di fronte<br />
ai grandi nomi <strong>del</strong>la poesia<br />
<strong>del</strong> Novecento, ricostruiti<br />
in <strong>digitale</strong> per l’occasione.<br />
Le traversie di questo clown<br />
di Sarah Sivieri<br />
(una recensione intessuta di poesia*, per un film che di poesia vive e respira)<br />
bianco si intersecano presto<br />
con la tragedia <strong>del</strong> secondo<br />
confl itto iracheno, nel quale si<br />
troverà suo malgrado immerso<br />
per salvare la donna che ama,<br />
recatasi a Baghdad, dove<br />
viene ferita da un’esplosione<br />
mentre completa un’intervista<br />
a Fuad (Jean Reno), massimo<br />
intellettuale <strong>del</strong> Paese. È in<br />
questa terra, rossa di sangue e<br />
nera di petrolio, che si dispiega<br />
l’esemplarità <strong>del</strong>la fi aba e si<br />
misura l’incolmabile distanza<br />
tra Attilio e Fuad, l’uno mai<br />
tanto attaccato alla vita come<br />
quando si trova assediato dalla<br />
morte, l’altro consumato da un<br />
pianto che non si vede ma che<br />
fi nisce per soffocarlo.<br />
Di fronte a Vittoria, relegata
da un edema cerebrale<br />
nell’ineffabile confi ne tra<br />
sonno e veglia, le loro reazioni<br />
si collocano agli antipodi:<br />
Attilio, ferocemente attaccato,<br />
sul vuoto di mezzi concreti, al<br />
suo fi lo di ragno di speranza,<br />
con incedere inesausto<br />
percorre la città e il deserto<br />
per portare ad una persona<br />
sola tutto l’aiuto possibile.<br />
Fuad, al contrario, tornato in<br />
patria come segno di protesta,<br />
si trincera in una casa in cui<br />
zampillano fontane e fi oriscono<br />
alberi ma che, infi ne, chiusa<br />
alla magia <strong>del</strong>la disponibilità<br />
che è l’amore, si tramuta<br />
in infetta parete calcinata.<br />
Sebbene la sua vicenda non<br />
sia <strong>del</strong> tutto <strong>del</strong>ineata a livello<br />
drammaturgico, si intuisce il<br />
disagio di un individuo che<br />
non riesce a sciogliere il canto<br />
<strong>del</strong> proprio dolore e trova<br />
estremo rifugio nel nichilismo.<br />
Da lui la guerra, soltanto<br />
evocata in un notturno<br />
defl agrare di bombe lontane<br />
come un pianto di stelle, è<br />
interpretata quale necessità<br />
di liberare il mondo da<br />
un’umanità che dall’innocenza<br />
originaria ha cavato beffe di<br />
demoni, decretando creatrice la<br />
propria illusione. Così, mentre<br />
Fuad, volendo salvare un’intera<br />
nazione, non sa neppure salvare<br />
se stesso, Attilio, alleviando le<br />
sofferenze <strong>del</strong> singolo, mostra<br />
che la battaglia contro la<br />
morte si combatte nella trincea<br />
<strong>del</strong>l’affetto verso quanti ci<br />
circondano. Sono gesti piccoli,<br />
i suoi, ma più potenti di tutte<br />
le ideologie sull’integrazione,<br />
e certo tra tutti spicca il Padre<br />
Nostro biascicato ad Allah in<br />
tutta fretta, sotto l’urgenza<br />
di scacciare una mosca dal<br />
capezzale <strong>del</strong>l’inferma. Il<br />
miracolo ottenuto da Attilio<br />
e la sua carica rivoluzionaria<br />
risiedono, secondo quanto più<br />
volte dichiarato dallo stesso<br />
Benigni, nel suo essere poeta.<br />
Come si ascolta nella sequenza<br />
<strong>del</strong>la lezione universitaria,<br />
l’essere poeta consiste sì nel<br />
saper vedere il mondo con<br />
gli occhi di uno stupore<br />
sempre nuovo, nello scoprire<br />
nelle cose le somiglianze e le<br />
relazioni più ingegnose, ma<br />
soprattutto nell’esercitare<br />
un mestiere, nell’inchiodare,<br />
tagliare, piallare parole per<br />
creare un oggetto insieme<br />
impalpabile e concreto, con<br />
l’umiltà <strong>del</strong>l’artigiano che<br />
costruisce una sedia, una tazza,<br />
qualcosa che renda migliore<br />
la vita. La pellicola <strong>del</strong> regista<br />
toscano segue alla lettera<br />
questa impostazione teorica,<br />
regalando un fi lm di parole<br />
che si risolvono in cose, di<br />
versi di passione, estrapolati da<br />
Bertolucci, Montale, Ungaretti,<br />
Neruda, Tagore che trovano<br />
ragion d’essere nell’atto <strong>del</strong> fare<br />
l’amore.<br />
Il canto che singhiozza da “La<br />
tigre e la neve” è dunque un<br />
canto di pace nel suo cocciuto<br />
ribadire la pienezza <strong>del</strong>la vita<br />
e dei sentimenti, richiamata,<br />
durante la narrazione, dal<br />
sogno <strong>del</strong>le nozze e dal tema<br />
<strong>del</strong>la colonna sonora, You can<br />
never hold back spring. E che<br />
non sia possibile trattenere la<br />
primavera, impedire ai fi ori di<br />
sbocciare e alla vita di essere<br />
meravigliosa sembra essere il<br />
messaggio fi nale, traboccante<br />
di gioia, di questa fi aba che<br />
punta diretta al cuore.<br />
* i fili intessuti<br />
nell’ordito <strong>del</strong>la recensione<br />
appartengono a:<br />
Giuseppe pp Ungaretti, g “Commiato”,<br />
da “L’allegria”, g 1919<br />
Guido Gozzano, “La signorina g<br />
felicita ovvero la felicità”,<br />
da “I colloqui”, q 1911<br />
Attilio Bertolucci, “La rosa bianca”,<br />
da “Fuochi di novembre”, 1934<br />
Paolo Conte, “Vieni via con me”,<br />
da “Paris Milonga” g<br />
Giuseppe pp Ungaretti, g “Veglia”, g<br />
da “Il pporto sepolto”, p 1919<br />
Giuseppe pp Ungaretti, g “Sono una<br />
creatura”, , da “L’allegria”, g , 1919<br />
Gabriele Pepe, p “CPAP ( (Continous<br />
Positive Airways y Pressure)”,<br />
da “Parking g Luna”, 2002<br />
Giuseppe pp Ungaretti, g “La p ppietà”,<br />
da “Sentimento <strong>del</strong> tempo”, p 1933<br />
Gabriele Pepe, p “Epidemia”,<br />
p<br />
da “Parking g Luna”, 2002<br />
Giuseppe pp Ungaretti, g “In memoria”,<br />
da “L’Allegria”, g 1919<br />
Giovanni Pascoli, “X agosto”,<br />
da “Myricae”, y 1891<br />
Giovanni Pascoli, “Il fanciullino”,<br />
1903<br />
Laura Mancinelli, “L’ultimo<br />
postiglione”, p g da “Il fantasma di<br />
Mozart,” 1994<br />
Eugenio g Montale, “So l’ora in cui la<br />
faccia”, da “Ossi di seppia”, 1925.<br />
La tigre e la neve<br />
Anno: 2005<br />
Nazione: Italia<br />
Regia: g Roberto Benigni g<br />
Sceneggiatura: gg Roberto Benigni,<br />
Vincenzo Cerami<br />
Produzione: Melampo p<br />
Colonna Sonora: Nicola Piovani,<br />
Tom Waits<br />
. <strong>ARPA</strong> . 21
Natale al Cinema.<br />
22 . <strong>ARPA</strong> .<br />
di Valentina Fumagalli<br />
Il castello errante di Howl<br />
Il castello errante di Howl, come tutti<br />
i capolavori di Miyazaki, ti trasporta<br />
altrove ed è proprio quello che mi è<br />
successo quando, in una sala semivuota<br />
di un cinema a quattro passi dal Duomo,<br />
dopo una giornata di lavoro, di incontri,<br />
di sguardi fugaci nei corridoi <strong>del</strong>la<br />
metropolitana, seduta - o meglio, adagiata<br />
- su una poltrona che avrebbe potuto<br />
farmi assopire magicamente in qualche<br />
minuto, sono fi nalmente riuscita a vedere<br />
“Il castello errante di Howl” <strong>del</strong> grande<br />
maestro Miyazaki, insignito, proprio<br />
qualche giorno prima, durante la Mostra<br />
<strong>del</strong> Cinema di Venezia, <strong>del</strong> Leone D’Oro<br />
alla carriera. Aspettavo questo fi lm da<br />
due anni: da quando, cioè, a stento, alcuni<br />
amici sono riusciti a tirarmi fuori quasi di<br />
peso da un colorato multisala toscano!<br />
Non volevo sentire ragioni. Volevo<br />
rivedere “La città incantata”. Perché l’idea<br />
di uscire da quel mondo, per quanto<br />
cru<strong>del</strong>e, e di rituffarmi nella realtà - che di<br />
magico ha ben poco - non mi esaltava.
“Il castello errante di<br />
Howl” è un fi lm bello come<br />
l’incantesimo di una fata.<br />
Chi non vorrebbe vivere nella città in<br />
cui si svolge la vicenda?<br />
L’ambientazione può ricordare<br />
l’Austria, oppure località tedesche,<br />
con botteghe, vicoli, piazze e negozi di<br />
inizio secolo. Europa, insomma.<br />
Un’Europa tanto verosimile quanto<br />
irreale, che prende forma nella mente<br />
e nei disegni <strong>del</strong> maestro giapponese.<br />
Anche volendo, è impossibile staccare<br />
gli occhi dallo schermo: Howl<br />
trainato dal fuoco magico di Calcifer.<br />
Con i personaggi, poi, si crea un legame<br />
quasi affettivo, a partire da Howl,<br />
enigmatico e fragile, ma anche vanesio.<br />
Impossibile non affezionarsi a Rapa,<br />
ovvero l’amico ideale; Markl, il giovane<br />
apprendista mago, che non riesce a<br />
tenere in ordine la stanza; Calcifer,<br />
rumoroso, ma pieno di gratitudine;<br />
Heen, un simpatico cagnolino che<br />
segue Sofi a dappertutto, e persino<br />
alla Strega <strong>del</strong>le Lande Desolate,<br />
supponente, ma disarmante per le sue<br />
debolezze.<br />
– l’affascinante mago – rapisce dopo<br />
pochi minuti. Sarà per questo che le<br />
ragazze, sin da giovani, vengono messe<br />
in guardia dai suoi poteri?<br />
Sofi a, la protagonista, viene aiutata dal<br />
mago a liberarsi di due pretendenti;<br />
questo gesto scatena l’ira e la gelosia<br />
<strong>del</strong>la Strega <strong>del</strong>le Lande Desolate,<br />
innamorata di Howl. Così, Sofi a rimane<br />
vittima di un incantesimo cru<strong>del</strong>e: nel<br />
giro di pochi istanti invecchia, potendo<br />
tornare alla sua gioventù soltanto<br />
durante la notte.<br />
Proprio come gli anziani saggi, lei<br />
accetta con rassegnazione quasi stoica<br />
la nuova condizione e si mette in cerca<br />
Tanti i temi toccati, senza elucubrazioni<br />
fi losofi che, ma solo attraverso scene e<br />
frasi che toccano l’anima.<br />
La psicologia dei due protagonisti<br />
è studiata con attenzione, anche se<br />
non apertamente. La fragilità di Howl<br />
è rispettata e compresa in maniera<br />
profonda. Viene raccontata la sua<br />
infanzia e i suoi mondi interiori sono<br />
rappresentati con poesia.<br />
La saggezza che Sofi a acquisisce lungo<br />
il cammino le permette di affrontare<br />
forse una <strong>del</strong>le prove più diffi cili per<br />
ogni essere umano: perdonare chi<br />
di Howl, l’unico che forse è in grado di<br />
sciogliere l’incantesimo.<br />
Cercando il mago, trova il Castello<br />
errante, la sua residenza: un aggeggio<br />
che avrebbe fatto impazzire tutti<br />
i fortunati possessori di una<br />
Wunderkammer (ammesso e non<br />
concesso di avere un salone tanto<br />
grande da poterlo contenere). Un<br />
oggetto misterioso, in cui tutti<br />
vorrebbero vivere o perlomeno<br />
soggiornare un po’, giusto il tempo di<br />
esplorarlo.<br />
Il Castello errante è un meraviglioso<br />
ammasso di rumorosa ferraglia che<br />
ciondola in un paesaggio alpino<br />
le ha fatto <strong>del</strong> male. È lei, infatti, che<br />
si prende cura <strong>del</strong>la strega che le ha<br />
lanciato il malefi cio, allontanando da sé<br />
anche il desiderio di vendetta.<br />
Lo consiglio a tutti: piccini, ragazzi,<br />
adulti e anziani. Anziani, sì, perché “Il<br />
Castello errante di Howl” è un elogio<br />
alla terza età: l’età <strong>del</strong>la saggezza,<br />
quando, abbandonate le illusioni <strong>del</strong>la<br />
vita, la si dovrebbe riconoscere per<br />
quello che è, senza gli inutili sentimenti<br />
negativi che spesso la infestano, ma<br />
guardandola con occhi speranzosi e<br />
pieni di… voglia di vivere!<br />
. <strong>ARPA</strong> . 23
Hayao Miyazaki nasce il 5 gennaio<br />
1941 a Tokyo, in una famiglia agiata:<br />
il padre ha un’azienda a gestione<br />
familiare di aerei da guerra, mentre la<br />
madre, donna energica e dal carattere<br />
eccezionale, è costretta per diversi<br />
anni in ospedale, a causa di una grave<br />
malattia, da cui si salverà.<br />
Chi è cresciuto negli anni ’80 ha<br />
potuto vedere le bellissime serie<br />
animate a cui Miyazaki ha partecipato<br />
in gioventù, dopo la Laurea in<br />
Scienze Politiche ed Economia: Heidi,<br />
Rascal (il mio amico orsetto), Anna dai<br />
Capelli Rossi e soprattutto la seriecapolavoro<br />
Conan, il ragazzo <strong>del</strong> futuro,<br />
che ha impressionato almeno una<br />
generazione.<br />
Di questi anni è il lavoro di animazione<br />
Nausicaa <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Vento, di cui<br />
Miyazaki ha anche realizzato il<br />
fumetto.<br />
Nel 1985 fonda lo Studio Ghibli e da<br />
allora ha diretto otto lungometraggi.<br />
I fi lm <strong>del</strong>lo Studio Ghibli hanno<br />
ottenuto moltissimi riconoscimenti<br />
e sono stati acclamati dalla critica e<br />
dagli specialisti di animazione di tutto<br />
il mondo. Principessa Mononoke è stato<br />
il primo fi lm di animazione a vincere<br />
il Japan Academy Award per i Migliori<br />
disegni, mentre Porco Rosso e PomPoko<br />
hanno vinto il premio come Miglior<br />
Film al Festival di Annecy nel 1992 e<br />
nel 1994. La Città Incantata ha vinto<br />
l’Orso d’Oro per il Miglior Film al<br />
Festival di Berlino e, successivamente,<br />
il premio Oscar come Miglior Film<br />
di Animazione. Il Castello errante<br />
di Howl ha ottenuto l’Osella per il<br />
Miglior Contributo Tecnico alla Mostra<br />
di Venezia nel 2005.<br />
24 . <strong>ARPA</strong> .<br />
Biografi a ©<br />
Il Museo Ghibli, a Mitaka (Tokio), è un museo<br />
dedicato all’animazione, inaugurato il 1° ottobre<br />
2001 nel parco di Inokashira Onshi. Hayao<br />
Miyazaki ne è il Direttore Esecutivo.<br />
Il Museo vuole essere un luogo in cui i visitatori<br />
possono sperimentare per sé stessi, scoprire cose<br />
<strong>nuove</strong> e provare a trovare da soli la chiave <strong>del</strong><br />
processo creativo che è alla base <strong>del</strong>le animazioni<br />
<strong>del</strong>lo Studio Ghibli.<br />
L’aspetto <strong>del</strong> museo è molto particolare e l’interno<br />
è formato da ben tre piani – uno sotterraneo e<br />
due in superfi cie – oltre al roof garden.<br />
Un’esposizione permanente al piano più basso<br />
introduce i visitatori ai principi, allo sviluppo e<br />
alle varie forme di espressione che l’animazione<br />
ha attraversato negli anni. Vi è un piccolo cinema,<br />
il “Saturn Theatre”, dove vengono proiettati i<br />
cortometraggi originali realizzati in esclusiva,<br />
Museo d’Arte Ghibli<br />
Il sito uffi ciale (in giapponese)<br />
www.ghibli-museum.jp<br />
Dove trovare i biglietti in Italia<br />
www.jtbgmt.com/eng/ghibli/<br />
TicketSystem.html#ITA<br />
naturalmente visionabili<br />
solo al Museo.<br />
Un piano è dedicato<br />
alla “nascita <strong>del</strong> fi lm di<br />
animazione”: i visitatori<br />
sono introdotti nel<br />
laboratorio di animazione<br />
immaginario chiamato<br />
“Studio Piccolo” (in italiano!)<br />
dove viene mostrato il<br />
processo attraverso cui<br />
l’immaginazione e le idee<br />
dei creativi si fondono per<br />
la creazione di un fi lm.<br />
Nella libreria (“Three<br />
Hawk Bookstore”) è<br />
possibile consultare e/o<br />
acquistare i libri consigliati<br />
da Miyazaki e dal suo staff.<br />
Nel merchandising store<br />
“Mamma Aiuto”, sono in<br />
vendita gli oggetti realizzati<br />
in esclusiva per il Museo,<br />
mentre nella caffetteria<br />
“Straw Hat” vengono<br />
serviti snack e pietanze<br />
fatte in casa, spesso con<br />
ingredienti biologici.<br />
Il museo non ha una<br />
biglietteria: per accedervi<br />
è necessario acquistare<br />
i biglietti, con un buon<br />
anticipo, presso i rivenditori<br />
presenti nei Paesi da cui<br />
si parte alla volta <strong>del</strong><br />
Giappone.
Libri<br />
Kappa Edizioni, già da<br />
diversi anni, ha pubblicato<br />
una collana, “Mangazine”,<br />
di cui fanno parte anche i<br />
romanzi che hanno ispirato<br />
i fi lm di animazione <strong>del</strong><br />
grande Miyazaki.<br />
Nella collana troviamo:<br />
“Conan il ragazzo <strong>del</strong><br />
futuro” di Alexander<br />
Key, da cui è stata tratta<br />
l’omonima serie di grande<br />
successo; “Kiki, consegne a<br />
domicilio” di Kadono Eiko<br />
e “Il meraviglioso paese<br />
oltre la nebbia”, romanzo di<br />
Kashiwaba Sachiko, che ha<br />
ispirato “La città incantata”<br />
di Miyazaki.<br />
Ovviamente non poteva<br />
mancare il romanzo di<br />
Diana Wynne Jones, “Il<br />
Castello errante di Howl”,<br />
a cui il maestro si è ispirato<br />
per il suo ultimo lavoro.<br />
. <strong>ARPA</strong> . 25
Libri. di<br />
26 . <strong>ARPA</strong> .<br />
Alcune<br />
buone letture<br />
consigliate<br />
durante le festività<br />
natalizie!<br />
Michel Faber<br />
“Natale in Silver street. Nuove storie <strong>del</strong> petalo cremisi”.<br />
Einaudi, pp. 137<br />
Euro 9,80<br />
Matilde Cattaneo<br />
Chi di voi ha seguito le vicende <strong>del</strong>la prostituta Sugar nella Londra <strong>del</strong> 1875, di<br />
William Rackam, erede di una famosa industria profumiera, <strong>del</strong>la piccola Sophie,<br />
<strong>del</strong>la pura e casta Emmeline, <strong>del</strong> bor<strong>del</strong>lo sudicio e lascivo di Mrs.Castaway e chi<br />
non è stato capace di staccarsi dalle meravigliose pagine de "Il petalo cremisi e<br />
il bianco", accoglierà con gioia e curiosità questo nuovo libro di Michel Faber.<br />
"Natale in Silver street" arriva sugli scaffali <strong>del</strong>le librerie proprio sotto le feste. Sarà<br />
quindi regalo gradito sotto l'albero per chi ha ancora voglia di scoprire che cosa è<br />
stato di Sugar e <strong>del</strong> suo spirito ribelle e anticonformista, dove sono fi nite lei e la<br />
piccola Sophie dopo essere scappate da William e come vivevano i personaggi di<br />
Faber prima <strong>del</strong>le vicende narrate ne "Il petalo cremisi e il bianco". Assolutamente<br />
imperdibile, un prequel/sequel composto da sette racconti che ci riporta in quella<br />
Londra di fi ne Ottocento magistralmente descritta dalla raffi nata arte di Faber.<br />
Paolo Fasce<br />
“A scuola di Sudoku. Storia, tecniche di soluzione, suggerimenti didattici”.<br />
Sonda Editore, pp. 262<br />
Euro 14,50<br />
Il rompicapo Sudoku sta dilagando come nuova mania tra gli italiani. Mi capita<br />
sempre più spesso di vedere sul treno, in metro e durante la pausa pranzo gente<br />
che armata di carta e penna si affanna su questi schemi quadrati o rettangolari<br />
pieni di numeri. Paolo Fasce, ingegnere elettronico, giornalista ed esperto di giochi,<br />
ha deciso di scrivere questo libro, che può essere defi nito un vero e proprio<br />
manuale, per scoprire trucchi, mosse e tecniche di un passatempo che richiede<br />
elasticità mentale, pazienza e passione!
Alessandro Baricco<br />
“Questa storia”<br />
Fandango, pp. 283<br />
Euro 15,00<br />
All’inizio <strong>del</strong> secolo scorso il mondo apre le porte ad una grande invenzione:<br />
l’automobile. L’avvento di questo mezzo di trasporto è sinonimo di<br />
cambiamento, di velocità, di rivoluzione.<br />
Protagonista di questo nuovo romanzo di Baricco, scritto con raffi natezza,<br />
è Ultimo Parri, fi glio di un contadino piemontese che decide di aprire una<br />
carrozzeria sull'onda <strong>del</strong>l'entusiasmo <strong>del</strong> periodo storico in cui le vicende sono<br />
narrate. "Questa storia" è la storia di "quest'uomo" che cresce e diventa vecchio,<br />
si evolve affrontando le diffi coltà <strong>del</strong>la vita in un intreccio che si snoda dai primi<br />
<strong>del</strong> Novecento sino ad oltre gli anni Sessanta, attraversando le due Guerre.<br />
Un romanzo di amore, di vita, di esperienza, di sviluppo che si dipana tra<br />
diversi registri e la cui narrazione è affi data a diverse voci. Suggestive le quattro<br />
copertine ideate da Gianluigi Toccafondo per l'uscita in libreria.<br />
Richard Mason<br />
“Noi”<br />
Einaudi, pp. 351<br />
Euro 18,00<br />
Quattro studenti a Oxford, quattro personalità ben distinte e quattro destini<br />
che si intrecciano. Julian e Maggie, simbolo <strong>del</strong>l’upper class inglese eppure<br />
assolutamente ribelli e incoscienti; Adrienne, bella, ricchissima e con una<br />
situazione familiare alle spalle pesante e sostenibile a stento; Jake, povero ed<br />
entrato ad Oxford grazie ai soldi vinti ad una lotteria ma denigrato ad ogni<br />
occasione. Amore, morte, irresponsabilità, legami freddi e stanchi con la famiglia,<br />
il disagio <strong>del</strong>la gioventù, gli studi che sono solo un pretesto per passare i<br />
pomeriggi a discutere di idee ed ideali.<br />
Quattro cori che si intersecano, dando vita ad un'unica voce che porta il nome<br />
<strong>del</strong>la morte.<br />
Imperdibile, esattamente come il suo debutto, "Anime alla deriva".<br />
. <strong>ARPA</strong> . 27
28 . <strong>ARPA</strong> .<br />
Neil Strauss<br />
“Motley Crue. The dirt”.<br />
Sperling & Kupfer, pp. 560<br />
Euro 17,00<br />
Ed ecco narrata in quasi 600 pagine la storia di una <strong>del</strong>le band più importanti<br />
degli anni Ottanta. Ma attenzione, parliamo di hard rock: i Motley Crue e quello<br />
che hanno sperimentato e vissuto in oltre vent’anni di carriera. Droga, sesso and<br />
rock'n roll, come cita la famosa frase che tutti conoscono.<br />
E la storia dei Motley Crue non è assolutamente distante da questo prototipo.<br />
Un tuffo nel passato e una doccia fredda per gli amanti <strong>del</strong>le sonorità hard,<br />
passando anche per il chiacchieratissimo rapporto <strong>del</strong> batterista Tommy Lee con<br />
la prorompente Pamela Anderson.<br />
Marco Missiroli<br />
“Senza Coda”<br />
Fanucci Editore, pp. 176<br />
Euro 13,00<br />
Romanzo di debutto per questo giovanissimo autore, romanzo d’amore, di<br />
coraggio e di solitudine.<br />
Un testo dolce e potente che sa di antico, fa rabbia e commuove. Con un<br />
linguaggio corporeo e visivo, l’autore racconta <strong>del</strong> <strong>del</strong>icato rapporto fra un<br />
padre e un fi glio, <strong>del</strong>la scoperta <strong>del</strong> male e <strong>del</strong>la sua ineluttabilità, di un bambino<br />
che cambia pelle e diventa grande.
José Saramago<br />
“Il piú grande fi ore <strong>del</strong> mondo”<br />
Fanucci Editore, pp. 32<br />
Euro 12,50<br />
“Il piú grande fi ore <strong>del</strong> mondo”, racconto inedito in Italia, è la storia di un<br />
ragazzino che vive in campagna e ama fare lunghe passeggiate. Un giorno trova<br />
un fi ore buttato via, quasi appassito, e decide di prendersene cura fi nché,<br />
all’improvviso, dopo molte fatiche e premure, la piantina torna a fi orire.<br />
A quel punto il bambino si addormenta sotto la pianta. Dopo una lunga e<br />
disperata ricerca, i genitori lo ritrovano adagiato a terra accanto al fi ore, che nel<br />
frattempo si è trasformato nel piú grande <strong>del</strong> mondo.<br />
Un racconto apparentemente rivolto al pubblico dei "piccoli", che in realtà, un<br />
po’ come accade per "Il piccolo principe", contiene diversi livelli di lettura, dal<br />
più immediato al più profondo e intriso di signifi cati e insegnamenti di vita.<br />
Lewis Clive S.<br />
“Le cronache di Narnia”<br />
Mondadori, pp. 1152<br />
Euro 20,00<br />
In concomitanza con l’uscita cinematografi ca <strong>del</strong>le “Cronache di Narnia”, esce<br />
in libreria un unico volume contenente i sette racconti scritti da Lewis Clive S.<br />
Le dimensioni non possono non ricordare la saga de "Il Signore degli Anelli" ed<br />
effettivamente un collegamento c'è! L'autore era un carissimo amico di Tolkien<br />
quindi la raccolta è consigliata caldamente a tutti gli appassionati di fantasy, di<br />
storie che vedono come protagonisti indiscussi mondi irreali e nati da una forza<br />
creativa che non conosce limiti.<br />
"Il leone, la strega e l'armadio", scritto nel 1949, inaugurò la serie dei sette<br />
volumi che sarebbero divenuti celebri come "Le Cronache di Narnia" e infatti i<br />
racconti hanno riscontrato enorme successo tra il pubblico dei giovani e non.<br />
Diverte, coinvolge, avvince e si legge con piacere e per puro svago.<br />
. <strong>ARPA</strong> . 29
Libri.<br />
Concepito, in<br />
origine, come<br />
rivisitazione <strong>del</strong><br />
mito di Amore e<br />
Psiche, “Storia di<br />
Alì” ha fi nito per<br />
assumere invece le<br />
sembianze di una<br />
tenera favola sul<br />
nomadismo, acuta<br />
e lontana dagli<br />
stereotipi.<br />
di Sarah Sivieri<br />
Giovanni Mariotti<br />
“Storia di Alì”<br />
aprile 2005<br />
Marsilio Editori<br />
pp. 120<br />
Euro 12,00
Protagonista è Alì, un ragazzino arabo che<br />
intraprende un viaggio che lo conduce dal<br />
deserto di casa sua, deserto vero, fatto di<br />
sabbia e niente, al deserto <strong>del</strong>la prateria<br />
americana, dove lavora come addetto<br />
ad un distributore di benzina. Dalla<br />
tappa conclusiva <strong>del</strong>le sue peregrinazioni<br />
lentamente si dipana il racconto <strong>del</strong><br />
passato: l’abbandono <strong>del</strong> villaggio natio,<br />
motivato dal sogno di diventare un grande<br />
calciatore, la temporanea compagnia di<br />
un concittadino tramutatosi in kamikaze,<br />
il lavoro di pizzaiolo in una città ricca di<br />
torri e grattacieli, il fi nale impiego al circo,<br />
che lo sdogana negli Stati Uniti. Qui,<br />
per qualche tempo, la sua vita trascorre<br />
identica fi nché non vi irrompe, notturna<br />
e misteriosa apparizione, Emily, fi glia di<br />
Jack, proprietario <strong>del</strong> distributore, con la<br />
quale si sposerà diventando a tutti gli effetti<br />
cittadino americano.<br />
Nel legame tra i due ragazzi, descritto<br />
con notevole <strong>del</strong>icatezza e capacità<br />
penetrazione psicologica dei meccanismi<br />
<strong>del</strong>l’innamoramento, si colgono gli echi <strong>del</strong><br />
mito greco, proposto con ruoli invertiti:<br />
è Emily ad imporre ad Alì il divieto di<br />
vederla, preoccupata per la macchia che<br />
crede deturpi il suo aspetto. La vicenda di<br />
Amore e Psiche non è però l’unico elemento<br />
<strong>del</strong> testo a subire stravolgimenti: l’intero<br />
romanzo costituisce uno scacco ai luoghi<br />
comuni, partendo dalla <strong>del</strong>ineazione <strong>del</strong><br />
protagonista. Alì è un arabo d’origine,<br />
ma un arabo completamente sui generis,<br />
come lasciano intendere i versi di Wislawa<br />
Szymborska premessi all’inizio <strong>del</strong>la<br />
vicenda. Non c’è traccia in lui di alcuna<br />
appartenenza culturale o religiosa: si sente,<br />
nel senso più pregnante <strong>del</strong> termine, un<br />
nomade, un individuo che non può legarsi<br />
a nessun paese pur solcandoli tutti, allo<br />
stesso modo in cui, durante la notte, dal<br />
profi lo <strong>del</strong> mappamondo-lampada, sul<br />
suo volto si rifl ettono indifferentemente i<br />
nomi di tutti i continenti. Il rifi uto, anzi,<br />
di assumere un’identità precisa si fa chiaro<br />
di fronte all’incombere <strong>del</strong>la guerra che Alì,<br />
benché preoccupato per la famiglia lontana,<br />
affronta come una sorta di gioco <strong>del</strong>le parti,<br />
immaginandosi ora soldato americano<br />
ora arabo (forse iraniano?) e fi nendo per<br />
perdersi in un colorato groviglio di fantasie.<br />
Anche le fi gure di Emily e Jack sono<br />
strutturate in modo simile. Emily, ragazza<br />
americana apparentemente emancipata e<br />
padrona di se stessa, scopre la libertà solo<br />
quando si converte all’Islam e comincia<br />
a portare il burqa; mentre suo padre,<br />
nonostante i modi da padrone schiavista,<br />
rivela notevole sensibilità nell’accogliere<br />
Alì in famiglia, arrivando a sacrifi carsi per<br />
salvare il futuro genero da un episodio di<br />
razzismo.<br />
Mariotti confeziona un libro agile<br />
ed intelligente, scritto con uno<br />
stile personalissimo, accattivante e<br />
rivoluzionario, in grado di mostrare ai<br />
lettori quanto rimane celato dietro le<br />
apparenze, mettendo in luce con ironia<br />
leggera le paure, in certi casi infondate,<br />
<strong>del</strong>l’Occidente verso l’Islam.<br />
Giovanni Mariotti<br />
Originario di Lucca ma da molti anni residente a Milano, Giovanni Mariotti ha lavorato a lungo nel settore <strong>del</strong>l’editoria e <strong>del</strong> giornalismo.<br />
Attualmente collabora alle pagine <strong>culturali</strong> <strong>del</strong> Corriere <strong>del</strong>la sera. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Butroto (Feltrinelli, 1984); Matilde<br />
(Anabasi, 1993); Lazzaro o le tribolazioni di un risorto (Mondadori, 1997); Musica nella casa accanto (Mondadori, 1999); Creso (Feltrinelli,<br />
2001); Le rovine di Segrate (Le Vespe, 2002); Storia di Matilde (A<strong>del</strong>phi, 2003), edizione ampliata <strong>del</strong> precedente Matilde.<br />
. <strong>ARPA</strong> . 31
Libri.<br />
Christopher ha 15 anni, 3 mesi e 3<br />
giorni, sa a memoria tutti i numeri<br />
primi fi no al 7507 e a mezzanotte<br />
e sette minuti di una notte<br />
qualunque trova un cane morto,<br />
ucciso da un forcone, nel giardino<br />
<strong>del</strong>la casa di una sua vicina, la<br />
Signora Shears.<br />
Da quel momento l’unico<br />
obiettivo di Christopher diviene<br />
investigare sull’uccisione <strong>del</strong> cane<br />
e smascherare l’assassino, proprio<br />
come accade ne “Il mastino dei<br />
Baskerville” di Doyle (il suo<br />
romanzo giallo preferito).<br />
Incomincia quindi a scrivere un<br />
romanzo raccogliendo tutti gli<br />
indizi <strong>del</strong> caso, seguendo la sua<br />
logica e il suo personale punto di<br />
vista. Che è davvero molto speciale.<br />
Sì, perché Christopher Boone<br />
soffre di una forma attenuata di<br />
autismo, la sindrome di Asperger,<br />
che non gli consente di percepire<br />
il mondo e le persone in maniera<br />
normale.<br />
32 . <strong>ARPA</strong> .<br />
Detesta essere toccato, geme<br />
accucciandosi a terra nel tentativo<br />
di proteggersi quando non si sente<br />
al sicuro, odia i posti affollati,<br />
non sopporta il giallo e il marrone<br />
ma adora il rosso (tanto da usare<br />
coloranti per modifi care il colore<br />
dei cibi e renderli e gradevoli e<br />
commestibili alla sua vista), non<br />
vuole che due pietanze diverse<br />
vengano a contatto tra di loro,<br />
non sorride mai, non riesce ad<br />
interpretare le espressioni degli altri<br />
e l’unico modo che conosce per<br />
esprimere il suo affetto è quello di<br />
aprire la mano a ventaglio e sfi orare<br />
le dita <strong>del</strong>la persona verso cui nutre<br />
un sentimento positivo.<br />
Il suo sogno è quello di diventare<br />
un astronauta, di viaggiare nello<br />
spazio, oppure di restare l’unico<br />
uomo sulla faccia <strong>del</strong>la terra.<br />
È un genio <strong>del</strong>la matematica e<br />
ragiona come se ogni azione o<br />
evento dovesse essere rappresentato<br />
da uno schema non modifi cabile e<br />
di Matilde Cattaneo<br />
Siete amanti <strong>del</strong> giallo alla<br />
Doyle, vorreste essere almeno<br />
una volta Sherlock Holmes ma<br />
non potete fare a meno <strong>del</strong>la<br />
vena sensibile e umana che ogni<br />
romanzo psicologico dovrebbe<br />
possedere? Volete risolvere<br />
un caso strambo e originale<br />
e occuparvi di problemi<br />
comportamentali non comuni?<br />
Questo è il testo che fa per voi!<br />
non soggetto a variabili.<br />
Quando scopre che l’assassino<br />
di Wellington è il padre e che<br />
la madre non è morta come gli<br />
è stato detto ma vive a Londra<br />
insieme al signor Shears, la sua<br />
attenzione si sposta gradualmente<br />
verso il suo trasferimento a Londra,<br />
poiché, seguendo la propria logica<br />
razionale, se il padre è stato capace<br />
di uccidere il cane, allora molto<br />
probabilmente sarebbe capace di<br />
uccidere anche lui stesso.<br />
Nel momento in cui Christopher<br />
trova in camera <strong>del</strong> papà le 43<br />
lettere che sua mamma gli aveva<br />
scritto nei precedenti 18 mesi, si<br />
convince di essere in pericolo e per<br />
un attimo fa passare in secondo<br />
piano che sua madre abbia un<br />
amante, che lo abbia abbandonato<br />
e che lui non sia mai andato in vita<br />
sua oltre il negozio in fondo alla via<br />
per comprare caramelle gommose.<br />
È così che inizia l’impresa eroica<br />
per raggiungere Londra, esperienza
che assume quasi i connotati di una<br />
incredibile avventura in un mondo<br />
sconosciuto.<br />
Christopher percepisce ogni<br />
cosa come un pericolo costante,<br />
avverte la folla come un mostro<br />
capace di fargli mancare il respiro<br />
per interminabili secondi, crea<br />
mappe mentali e cartacee per<br />
potersi orientare e per non perdere<br />
totalmente la calma e continua<br />
a ripetere nella sua testa “destra,<br />
sinistra!” per riuscire a far seguire<br />
un passo dopo l’altro senza<br />
bloccarsi in preda al panico.<br />
L’incontro con l’antro <strong>del</strong>la<br />
metropolitana e l’infernale<br />
sferragliare dei vagoni sui binari<br />
generano, nel protagonista - che<br />
a tratti ci commuove -, un senso<br />
di angoscia così grande da farlo<br />
stare per più di cinque ore seduto<br />
sulla stessa panchina a guardare<br />
i convogli passare e a calcolare<br />
quante persone escano e quante ne<br />
entrino.<br />
Il lettore tifa per Christopher,<br />
vorrebbe quasi dargli una pacca<br />
sulla spalla e dirgli: “Forza,<br />
raggiungi tua madre, entra su quel<br />
vagone e vai, ce la puoi fare!”<br />
E infatti Christopher ce la farà e<br />
riuscirà anche a passare l’esame di<br />
matematica per essere ammesso<br />
all’università.<br />
La conclusione ci restituirà un<br />
quindicenne autistico, ancora<br />
chiuso nei suoi schemi mentali, ma<br />
con una consapevolezza di sé stesso<br />
certamente diversa, più matura e<br />
solida.<br />
Il libro è scritto con un<br />
linguaggio ed una sintassi<br />
semplici, il linguaggio di un<br />
quindicenne affetto da un disturbo<br />
comportamentale, che analizza<br />
ogni particolare come se stesse<br />
eseguendo un’operazione al<br />
microscopio. Un ragionamento<br />
logico segue un altro e il lettore<br />
non può fare a meno di provare<br />
tenerezza per l’innocenza <strong>del</strong><br />
protagonista e allo stesso tempo<br />
ammirazione per la sua incredibile<br />
memoria e la strabiliante capacità<br />
di calcolo.<br />
Proprio perché il testo è un<br />
romanzo nel romanzo le pagine<br />
riportano schemi, tabelle, disegni<br />
ed exempla disegnati anziché<br />
descritti con le parole, equazioni e<br />
formule matematiche che anche il<br />
maggior nemico <strong>del</strong>la matematica<br />
si sentirà in dovere di comprendere,<br />
se non per amore <strong>del</strong>la materia, per<br />
simpatia e rispetto nei confronti <strong>del</strong><br />
signorino Boone.<br />
Un caso letterario da molti criticato<br />
e stroncato perché paragonato al<br />
capolavoro immortale di Salinger,<br />
“Il giovane Holden”.<br />
In pochi hanno ritrovato, nella<br />
personalità di Christopher, il<br />
ricordo di un animo ribelle e<br />
anticonformista. Personalmente<br />
La sindrome di Asperger<br />
Le persone affette da questa malattia<br />
in genere si comportano in modo<br />
inopportuno in contesti sociali, spesso<br />
egocentrici ed ipersensibili, mancano<br />
di buonsenso ma sono in grado di<br />
avere idee eccezionalmente originali,<br />
hanno un vocabolario molto esteso ma<br />
tendono ad essere pedanti ed hanno<br />
interessi molto circoscritti. La loro<br />
intelligenza è in genere al di sopra<br />
<strong>del</strong>la norma. Questa forma di autismo<br />
tende a colpire prevalentemente<br />
gli uomini, tanto che molti degli<br />
esperti tendono a defi nire il “cervello<br />
Asperger” un caso estremo di cervello<br />
maschile. Recentemente, alcuni<br />
studiosi hanno affermato che molte<br />
persone note, come Michelangelo,<br />
Glenn Gould, Nikola Tesla, Ludwig<br />
non sono d’accordo; Christopher<br />
è una persona molto precisa,<br />
intransigente e severa nei confronti<br />
di sé stesso e <strong>del</strong>l’atteggiamento<br />
che gli altri devono avere nei suoi<br />
riguardi.<br />
Se non vuole essere toccato, non lo<br />
si deve toccare e basta.<br />
Se non vuole mangiare per giorni,<br />
non mangia per giorni e non c’è<br />
rimedio alla sua testardaggine.<br />
Quindi, è a modo suo un<br />
personaggio che ci aiuta a vedere<br />
le cose in modo diverso, con occhi<br />
più attenti a bisogni che in altro<br />
modo non noteremmo.<br />
E ci entra un po’ nel cuore<br />
questo ragazzo autistico che ispira<br />
dolcezza, e che quasi vorremmo<br />
esistesse davvero per potergli<br />
rivolgere la parola e magari aprire<br />
davanti ai suoi occhi una mano a<br />
ventaglio.<br />
Si legge tutto d’un fi ato e lo si<br />
ricorda a lungo, con affetto.<br />
Buona lettura!<br />
Wittgenstein, Albert Einstein e Isaac<br />
Newton soffrivano di sindrome<br />
di Asperger, mostrandone alcune<br />
caratteristiche, come l'intenso interesse<br />
verso un solo campo <strong>del</strong> sapere. Questo<br />
rimane controverso, ma resta il dato<br />
di fatto di come molte persone con la<br />
sindrome di Asperger non siano solo<br />
pazienti da curare ma persone dotate<br />
di grande intelligenza, che possono<br />
quindi contribuire anche socialmente<br />
allo sviluppo <strong>del</strong>la società.<br />
Fonte: Enciclopedia Wikipedia<br />
http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_<br />
principale<br />
. <strong>ARPA</strong> . 33
Musica.<br />
34 . <strong>ARPA</strong> .<br />
di Valentina Fumagalli<br />
I’LL HAVE A BLUE CHRISTMAS WITHOUT YOU<br />
(CONSIGLI PER UN NATALE IN BUONA COMPAGNIA)<br />
Diciamocelo: mai che qualcuno azzecchi un regalo di Natale! La mamma che premurosamente ci regala<br />
un maglione, il più <strong>del</strong>le volte ha scelto il più imbarazzante (e natalizio) <strong>del</strong> negozio. Il ragazzo,<br />
tanto per cambiare, non è stato attento quando, facendo shopping, abbiamo (elegantemente) indicato<br />
tutti gli oggetti dei nostri desideri. I nostri amici più cari si sono tutti dati al decoupage e il risultato<br />
è che in casa abbiamo vasi e can<strong>del</strong>e di ogni genere e foggia. Poco male…è il pensiero che conta! Ma<br />
non lasciamoci cogliere impreparati: facciamoci noi un bel regalo per neutralizzare le scelte, magari<br />
avventate, degli altri! Noi di <strong>ARPA</strong>, che vi pensiamo sempre, abbiamo preparato un po’ di consigli<br />
musicali per evitarvi un Natale struggente (anche se in certi ambienti va di moda!). Tenetevi compagnia<br />
con questi regalini, riponeteli religiosamente sotto l’albero assieme agli altri e godeteveli in questi<br />
giorni di festa. Buon ascolto e buona visione!<br />
Iniziamo da un bel gruppo americano che farà parlare di sé,<br />
prossimamente, anche <strong>sulle</strong> pagine <strong>del</strong>la nostra rivista. È<br />
uscito da poco “Collisions” (Beggars Banquet Records), il<br />
quarto album dei Calla!<br />
Una rivelazione, almeno per noi, in Europa: un disco<br />
entusiasmante, con un sapiente equilibrio di melodia e chitarre<br />
rock. “It dawned on me”, il singolo, imperversa <strong>sulle</strong> radio<br />
rock.<br />
www.callamusic.com<br />
Passiamo ora ad un grande ritorno, e<br />
dire grande, in questo specifico caso,<br />
è quasi un diminutivo: ci siamo accorti<br />
tutti, sentendo la bellissima “Home” in<br />
radio, che i Simple Minds sono tornati.<br />
Innamorati da sempre <strong>del</strong>l’Italia, i non-<br />
più-tanto-giovani di Glasgow, capitanati<br />
da John Kerr, hanno registrato parte<br />
<strong>del</strong>l’album nella nostra solare<br />
Taormina. “Black&White 050505” è un<br />
regalo davvero adatto a tutti: anche a<br />
mamma e papà!<br />
www.simpleminds.com<br />
Per chi ama i live, “Motion<br />
Sickness” dei Bright<br />
Eyes è imperdibile. Una<br />
raccolta di registrazioni<br />
<strong>del</strong> tour che in un paio di<br />
mesi ha toccato tutto il<br />
mondo.<br />
Due cover: “Mushaboom”<br />
di Feist e “The biggest<br />
lie” di Elliot Smith, e un<br />
booklet da paura.<br />
Il batterista ci concede<br />
una sbirciatina al suo<br />
diario <strong>del</strong> tour: pagine<br />
e pagine di racconti,<br />
aneddoti, passeggiate<br />
sotto la neve, viaggi<br />
terribili su improponibili<br />
aerei e quasi ottanta<br />
date.<br />
Anche il prezzo è speciale,<br />
un po’ come le fotografie<br />
contenute, che sono tutto<br />
tranne che impostate e<br />
patinate.<br />
www.saddle-creek.com
Siamo al secondo album <strong>del</strong>la giovanissima Katie Melua che,<br />
grazie alla sua voce melliflua ed esotica, ha conquistato<br />
davvero tutti. Al momento è in tour con i Simply Red!<br />
L’album “Piece by piece” contiene canzoni dolcissime e<br />
melodiche e una cover: “Just like heaven” dei mitici The<br />
Cure.<br />
www.katiemelua.com<br />
Un DVD per chi passerà feste magari un po’<br />
più solitarie. Quale occasione migliore per<br />
“Spend a night with Saddle Creek”?<br />
Questo DVD è un lungo documentario sui primi<br />
dieci anni <strong>del</strong>la Saddle Creek, una etichetta<br />
discografica indipendente che ha tenuto<br />
a battesimo (e continua a prendersi cura)<br />
di alcune tra le band più interessanti <strong>del</strong><br />
panorama internazionale: The Faint, Cursive<br />
e non ultimi i Bright Eyes (e le relative dieci<br />
personalità di Oberst: Desaparecidos, Park<br />
Ave, Now It’s Overhead…).<br />
Tantissimo materiale<br />
live inedito e backstage<br />
divertenti e imbarazzanti.<br />
Da non perdere per<br />
nessun motivo!<br />
www.saddle-creek.com<br />
Per chi invece preferisce suoni hardcore, ecco un album<br />
imperdibile: “When everything falls” dei giovani “Haste the day”.<br />
Famosissimi negli Stati Uniti, questi ragazzi di Indianapolis non<br />
passeranno di certo inosservati.<br />
www.hastetheday.com<br />
Per chi invece preferisce non tradire, sebbene solo<br />
musicalmente, la propria terra natia, segnaliamo il nuovissimo<br />
album di Marco Fabi: un cognome, una garanzia.<br />
Marco Fabi propone un pop melodico riflessivo e acustico.<br />
www.marcofabi.com<br />
Infine, ultimo ma non per questo meno valido, si segnala il gioiellino sfornato dall’officina<br />
LaCrus. Testi <strong>del</strong>icati, profondi e terribilmente poetici. Suoni sperimentali, curiosi e<br />
armonici. I LaCrus non possono <strong>del</strong>uderci! Anzi, le soprese che ci riservano sono molte:<br />
“Infinite possibilità” è un cd, ma anche un dvd nel quale troviamo cortometraggi (diretti<br />
da Francesco Frongia) a cui fanno da sfondo le loro canzoni.<br />
www.lacrus.com<br />
Concludiamo questa panoramica (che a questo punto vi consigliamo di stampare ed abbandonare nel<br />
raggio d’azione dei vostri cari) proprio con i LaCrus, con uno dei loro testi più poetici e intensi,<br />
almeno per chi scrive in questo momento.<br />
Milano, da sempre al centro <strong>del</strong>le loro liriche, fa da padrona anche questa volta: andate in Piazza<br />
Duomo, possibilmente in una di queste giornate d’Avvento, fredde, nebbiose, frenetiche…e lì, con<br />
calma, senza farvi toccare dalla frenesia degli astanti, concedetevi “Natale a Milano”: difficilmente<br />
un regalo saprà emozionarvi di più.<br />
. <strong>ARPA</strong> . 35
Teatro.<br />
36 .<br />
L’omosessuale o la diffi coltà di esprimersi<br />
In origine era la catarsi. Il teatro illuminava pubblicamente il male, il “peccato”,<br />
intesi come la parte più oscura e distorta <strong>del</strong>l’animo umano, denunciava egoisti,<br />
bugiardi, ipocriti, truffatori e assassini, rendendoli bersaglio <strong>del</strong>la satira più<br />
affi lata. Quello era il luogo in cui attori ed autori diventavano sciamani che,<br />
attraverso maschere amplifi catrici e terribili, esortavano alla consapevolezza<br />
e al riscatto interiore. Il teatro era allora il luogo in cui un “deus ex machina”,<br />
improvviso e inaspettato, stravolgeva testo e scena, consentendo così una nuova<br />
genesi: la purifi cazione.<br />
Cos’è rimasto, oggi, di quella intenzione originaria nel teatro moderno? In verità,<br />
non molto, eppure a volte capita di assistere a progetti che potrebbero rivelarsi<br />
effi cacissime soluzioni ai ben noti problemi <strong>del</strong> teatro e <strong>del</strong>la sua scrittura.<br />
La collaborazione artistica e produttiva fra Egumteatro e Teatro Arsenale ha dato<br />
vita ad un lavoro semplicemente geniale, irriverentemente sincero, scomodamente<br />
innovativo: “L’omosessuale o la diffi coltà di esprimersi” è l’epifania intellettiva<br />
<strong>del</strong>la creatività, <strong>del</strong> pensiero, <strong>del</strong>la parola che svuota se stessa di ogni signifi cato<br />
comune, per ricercarne altri mille, predisposti per natura ad essere ulteriormente<br />
capovolti.<br />
Rivoluzione lessico-concettuale, assoluto divertimento nello stravolgere confi ni<br />
mentali e riferimenti letterari, il testo di Copi ricerca <strong>nuove</strong> <strong>tendenze</strong> espressive<br />
con quel desiderio, tipico dei geni creativi, di reinventare il mondo o, quanto<br />
meno, proporne prospettive differenti eppure, paradossalmente, coerenti con la<br />
nostra naturale tendenza evolutiva.<br />
In questo senso, quindi, il lavoro <strong>del</strong>l’artista può risultare spiazzante rispetto al<br />
normale incedere dei copioni che, nello svolgimento <strong>del</strong>la vicenda, si avvalgono<br />
<strong>del</strong>le capacità deduttive <strong>del</strong> pubblico.<br />
Annalisa Bianco e Virginio Liberti hanno letteralmente “ricreato”, in modo<br />
magistrale, le visioni di Copi, risolvendo la diffi coltà prima di dare corpo e anima<br />
ai mille personaggi in scena, alle loro parole, alle rispettive, multiformi storie o<br />
ai loro dirompenti, policromatici sessi. Diffi coltà non trascurabile, trattandosi di<br />
personaggi che si identifi cano e vivono nel loro attimo presente, poiché, in effetti,<br />
di Franco Scaglione
puro esperimento di pensiero in movimento, continuo interscambio di contenuti<br />
e contenitori, specchi parlanti che rifl ettono anche nei silenzi, come accade nelle<br />
fantastiche coralità poliglotte, o nell’overture circense dallo spirito fi gurativo<br />
stile Belle Epoque.<br />
Tutta l’apparente incongruenza, che sposa le pause rifl essive di Checov ai dialoghi<br />
investigativi di Hercules Poirot, diventa intelligente contrappunto per una lingua<br />
totale, sarcastica e decisamente innovativa.<br />
Eccezionali gli attori, nella magia di aver restituito credibilità al paradosso<br />
e all’ossimoro: Massimo Loreto, Maria Eugenia D’Aquino, Annig Raimondi,<br />
Riccardo Magherini e Vladimir Todisco Grande, sono l’autentico salvacondotto<br />
per una Siberia proibita alla logica comune, o al più altrettanto comunemente<br />
ipocrita senso <strong>del</strong> (falso?) pudore. I loro personaggi respirano emozioni,<br />
contraddizioni, sangue. Vivono. Muoiono. E tornano a vivere. Con noi.<br />
Se esiste ancora, in qualunque forma e da qualsiasi parte, l’attitudine originaria<br />
<strong>del</strong> teatro riguardo la sua propensione catartica ad essere riverbero <strong>del</strong>l’umanità, di<br />
certo essa frequenta le terre <strong>del</strong>l’ironia e <strong>del</strong>la ricerca spontanea, <strong>del</strong>l’accostamento<br />
divertito e <strong>del</strong> linguaggio, <strong>del</strong>le lampade ad olio e dei microchip.<br />
Traduzione Luca Coppola e Giancarlo Prati Regia Annalisa Bianco e Virginio Liberti Produzione Teatro<br />
Arsenale / Egumteatro / Regione Toscana in collaborazione con Santarcangelo dei Teatri Personaggi<br />
e interpreti: Signora Garbo Massimo Loreto Irina Annig Raimondi Madre Maria Eugenia D’Aquino<br />
Garbenko Riccardo Magherini Generale Puskin Vladimir Todisco Grande<br />
Copi (Raoul Damonte Taborda) Buenos Aires 20.11.1939 - Parigi 14.12.1987<br />
Disegnatore di fumetti, drammaturgo, scrittore, Copi amava giocare con l’assurdo e l’eccessivo, con l’ironia più tagliente e il “masochismo”.<br />
Si stabilì defi nitivamente a Parigi nel 1962, dove la sua esigenza espressiva cominciò a <strong>del</strong>inearsi nelle varie forme di creatività che<br />
caratterizzeranno la sua fama di lì a poco: già nel 1964 pubblica su “Le Nouvel Observateur” le strisce <strong>del</strong>la celebre “Femme Assise”; nel<br />
1965 la rivista americana “Twenty” compra e pubblica un suo disegno e nel 1967 arriva il suo primo successo in teatro con “La journée<br />
d’une reveuse”, in cui già si identifi cano i tratti <strong>del</strong>la sua straordinaria inventiva verbale.<br />
Nel giugno <strong>del</strong>lo stesso anno la rivista italiana “Linus” pubblica le strisce <strong>del</strong>la sua donna seduta e <strong>del</strong> pollastro, implacabile e feroce satira<br />
sugli sconfi tti che, a dispetto dei più banali luoghi comuni, non celano l’odio e i tentativi di ferirsi reciprocamente.<br />
Per il teatro scrive le biografi e di Santa Genoveffa (1966) e di Eva Peron (1969), quest’ultima creata e messa in scena con il gruppo Tse,<br />
di cui faceva parte nel ruolo en travesti <strong>del</strong>la protagonista; è da qui che inizia l’analisi di Copi, sviscerata nelle opere successive, sulla<br />
confusione, l’inversione e lo scambio dei sessi.<br />
Seguiranno “L’homosexuel ou la diffi culté de s’exprimer” (1971), “Les quatre jumelles” (1973), “Loretta Strong” (1974), “La Pyramide”<br />
(1975), “La Tour de la Defénse” (1978) e “Le Frigo” (1983), forse la sua interpretazione più esilarante.<br />
Pubblica anche libri, il più famoso dei quali, “Il ballo <strong>del</strong>le checche” (1977), rappresenta l’apice <strong>del</strong>la sua più pungente satira<br />
caricaturale.<br />
L’ albo a fumetti “Il fantastico mondo dei gay” e l’opera teatrale, “Una visita inopportuna” (1986), furono scritte prima che l’AIDS lo<br />
consumasse; la Visita, infatti, fu rappresentata postuma al Théatre de la Colline di Parigi nel 1988, dall’amico Jorge Lavelli.<br />
Tre giorni prima di morire, aveva ricevuto il “Gran Premio di Letteratura Drammatica 1987” <strong>del</strong>la città di Parigi, premio che non riuscì<br />
a ritirare personalmente perché già immobilizzato a letto.<br />
. <strong>ARPA</strong> . 37
Musica. di<br />
Every Line On<br />
My Face Has A<br />
Tale To Tell<br />
Carlotta Vissani e Daniela Giordani<br />
foto di Francesca Fasoli<br />
Capelli sapientemente spettinati (vedi foto), elegante sciarpa grigia, maglione a righe<br />
(fucsia e viola), giacca sportiva e un dolcissimo sorriso. Mark Owen si presenta così per<br />
l’intervista, con espressioni amichevoli e strette di mano sincere. Spontaneo, ma fi ne. Prima<br />
di cominciare ci chiede qualche notizia sul nostro magazine e si dimostra interessato a quello<br />
che diciamo. Gioca con il lettore mp3 con cui registriamo l’incontro e si rivela davvero<br />
disponibile, concedendosi a fotografi e fuori-programma.<br />
Sembra davvero che non abbia niente da nascondere e non gli si può dare torto: i suoi occhi<br />
chiari e intensi e il sorriso disarmante non sono davvero capaci di mentire.<br />
Sul nostro sito, www.<strong>ARPA</strong>Net.org, abbiamo chiesto ai tuoi fan di mandarci alcune domande per te, ci piacerebbe<br />
rivolgertene qualcuna…<br />
Certo, benissimo!<br />
Ok! Iniziamo da due domande in qualche modo collegate. Una è di Elisa: che rapporto hai con il tuo lato spirituale?<br />
Intendo anche con ciò che riguarda la moralità. Come e quanto questo lato infl uisce sulla tua vita e <strong>sulle</strong> tue scelte artistiche?<br />
L’altra domanda è di Chiara: Nelle tue canzoni nomini spesso Dio, ad esempio in “I am what I am” e “Pieces of heaven”.<br />
Vorrei sapere qual è il tuo rapporto con la religione e se ti sei poi convertito al buddismo.<br />
Sono una persona piuttosto spirituale. Mi piace pensare di esserlo. Credo in Dio, in una essenza e mi rivolgo ad essa per trovare<br />
pace. Quando ne ho bisogno, mi sintonizzo con questo essere, o qualsiasi cosa esso sia.<br />
Ho conosciuto il buddismo: penso di aver cercato diversi cammini spirituali in questi anni e li ho trovati tutti validi, ma sono
© <strong>ARPA</strong>Net 2005<br />
cattolico. Quando ero giovane ero<br />
abituato ad andare in chiesa ogni<br />
settimana. Ero un chierichetto, da<br />
bambino!<br />
Quindi, sì, credo in Dio, mi piace<br />
pensare che ci sia e penso – e spero – di<br />
incontrarlo, un giorno. La spiritualità ha<br />
fatto parte <strong>del</strong>la mia vita e penso che ne<br />
faccia parte anche oggi, perché è dentro<br />
di me. Ci sono stati dei periodi nella<br />
mia vita in cui meditavo due o tre volte<br />
al giorno, ma adesso non lo faccio più,<br />
anche se avrei voluto continuare. Penso<br />
che ognuno di noi debba attraversare<br />
<strong>del</strong>le fasi, sono certo che riprenderò a<br />
meditare, prima o poi. Adesso invece<br />
bevo vino (ride). Tante volte penso di<br />
aver trovato Dio in un bicchiere di vino<br />
– scherzo, scherzo! Magari sono cose<br />
simili, comunque credo nell’Amore,<br />
davvero.<br />
Ora una domanda da parte di<br />
Innuendo: con quale artista<br />
internazionale personalmente ti<br />
piacerebbe lavorare?<br />
Ce ne sono molti. Una <strong>del</strong>le mie band<br />
preferite di sempre sono i Radiohead.<br />
Conoscete KT Tunstall? In questi ultimi<br />
mesi si sente molto in Gran Bretagna.<br />
Mi piace molto il suo stile e quello che<br />
fa, quindi mi piacerebbe collaborare con<br />
lei prima o poi. Mi piacciono anche altri<br />
artisti come Rufus Wainwright, Antony<br />
and the Johnsons o Elvis Costello.<br />
Manuela ci ha mandato questa<br />
domanda: Mark, tanti anni fa ho letto<br />
“La profezia di Celestino” di James<br />
Redfi eld, perché ho saputo che era uno<br />
dei tuoi libri preferiti. Ha cambiato<br />
il mio modo di vedere e affrontare<br />
la vita. Hai qualche altro titolo da<br />
suggerire?<br />
Sì, l’ho letto diversi anni fa: è un<br />
bellissimo libro che ha cambiato il mio<br />
modo di pensare e percepire la vita.<br />
Vediamo un po’ che cosa ho letto di<br />
recente: “Le cinque persone che incontri<br />
in cielo” di Mitch Albom (Rizzoli).<br />
Adesso sto leggendo un libro che non<br />
sono certo sia stato tradotto in italiano:<br />
il titolo è “Modoc” di Ralph Helfer. Parla<br />
di un bambino e di un elefante ed è una<br />
storia bellissima. Ne ho letto solo metà<br />
fi no ad ora, ma lo trovo interessante.<br />
C’è un autore che preferisci?<br />
Di solito do un’occhiata a quello che<br />
consigliano i giornali: ho letto diversi<br />
libri di Douglas Coupland. Ha scritto<br />
“Generazione X” (Mondadori) e<br />
“Fidanzata in coma” (Feltrinelli), che mi<br />
è piaciuto davvero tanto.<br />
Ho letto alcuni libri di Paolo Coelho e,<br />
pur avendoli amati tutti, ho preferito<br />
“L’Alchimista” (Bompiani).<br />
Mark, ti piace la poesia? Quali sono i<br />
tuoi poeti preferiti?<br />
Non so che cosa rispondere, perché non<br />
mi sono mai interessato profondamente<br />
alla poesia. Penso di essere un poeta,<br />
quindi perché dovrei fare riferimento a<br />
qualcun altro?<br />
Probabilmente è una cosa sciocca, ma<br />
avrei paura di copiare versi o frasi,<br />
quindi ho sempre evitato di leggere<br />
poesia. Ma mi piacerebbe conoscere<br />
altri poeti. Magari la vostra rivista può<br />
suggerirmene qualcuno!<br />
Certo! Ti consiglio “La terra desolata”<br />
di T.S Eliot, il mio poeta preferito.<br />
Bene! (lo annota su un foglietto di carta<br />
che mette subito in tasca). Lo leggerò:<br />
grazie alla vostra rivista per il consiglio.<br />
Prego!<br />
Nel mio prossimo album sentirai dei<br />
versi che avrò rubato da qui! (ride)<br />
Ecco una domanda di Viviana: Mark,<br />
ci racconti qualcosa <strong>del</strong> videoclip<br />
<strong>del</strong> tuo prossimo singolo “Hail<br />
Mary”? Dopo il piccolo capolavoro<br />
cinematografi co di “Makin’ Out”, che<br />
è dolce e divertente allo stesso tempo,<br />
e il video di “Believe in the Boogie”,<br />
che ricorda atmosfere anni Cinquanta<br />
e Sessanta, mi piacerebbe sapere che<br />
cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo<br />
video.<br />
Vorrei fartelo vedere, è qui da qualche<br />
parte! (cercandolo). La maggior parte<br />
<strong>del</strong> video è stato girato in VFX, quasi<br />
interamente di fronte ad uno schermo<br />
verde, attorno a cui abbiamo costruito<br />
un mondo immaginario. Il punto focale<br />
<strong>del</strong> video è la ragazza, “Mary Hail”,<br />
e i colori sono molto intensi. È come<br />
un piccolo mondo magico. La storia<br />
è molto semplice: la canzone “Hail<br />
Mary” parla <strong>del</strong>la creazione di un’icona e<br />
<strong>del</strong>l’idealizzazione di una persona quasi<br />
fosse una musa. È questo che il video<br />
vuole rappresentare. Non l’ho mai vista<br />
perché è solo una musa nella mia testa.<br />
Lei non ha forma, tuttavia penso che<br />
sia bellissima. Io mi limito a suonare il<br />
pianoforte, restando in secondo piano.<br />
Nonostante sia un video molto semplice,<br />
penso renda bene l’idea!<br />
Parlaci <strong>del</strong> video di “Makin’Out”!<br />
Oh, l’ho diretto io personalmente e mi<br />
è piaciuto molto. È stato davvero un<br />
piacere creare la storia, sai, poi abbiamo<br />
fatto due giorni di riprese. È una cosa che<br />
vorrei fare più spesso in futuro. “Boogie”,<br />
la canzone stessa, ha un gusto un po’<br />
“retro”, molti dicono che è vagamente<br />
anni Settanta. Volevo che il video<br />
fosse spettacolare, con molta vanità.<br />
Mi piace molto, ed è stato girato in<br />
modo piuttosto interessante. L’abbiamo<br />
rallentato da una velocità standard ad<br />
una che era quasi la metà. Cantavo e<br />
mi muovevo molto lentamente. Se devo<br />
essere sincero, mi piacerebbe ancora<br />
dirigere i miei videoclip, ma non ho<br />
abbastanza tempo. Ci è voluto molto<br />
impegno per fare “Makin’ Out”!<br />
Ti piace il cinema? Quali sono i tuoi<br />
fi lm preferiti?<br />
Ho visto “I ragazzi <strong>del</strong> coro” di<br />
Christophe Barratiers, narra di scuola e<br />
di cattivi studenti. È girato molto bene.<br />
Mi piace questo genere di fi lm, per la<br />
. <strong>ARPA</strong> . 39
pellicola, le luci e l’intreccio!<br />
Un fi lm valido, denso di signifi cati profondi, mi ha fatto<br />
rifl ettere sulla vita.<br />
Amo il cinema ma sono stato troppo impegnato<br />
ultimamente per andarci spesso.<br />
Ho anche visto “La mia vita a quattro zampe”, fi lm svedese<br />
di Lasse Hallström, è un po’ vecchio ma è particolare.<br />
Tuttavia il mio fi lm preferito di tutti i tempi è, come dico<br />
sempre, “Cinema Paradiso”: mi piace la musica, la storia!<br />
Mi piace allo stesso modo “Il postino”, non so se qui (in<br />
Italia) lo apprezziate.<br />
Tu che cosa ne pensi?<br />
Certo, è uno dei fi lm italiani più importanti!<br />
È bellissimo! E anche “La vita è bella” è meraviglioso. Mi<br />
piacciono forse troppi fi lm!<br />
Che cosa ci dici a proposito <strong>del</strong>la tua etichetta?<br />
Sedna Records?<br />
Ho fi rmato due accordi discografi ci e quando ho perso il<br />
secondo ci sono rimasto molto male, perché sembrava che<br />
nessuno volesse concedermi una possibilità. Speravo di<br />
tornare in Italia e di potermi dedicare al live ma, addirittura<br />
prima di poter formulare qualsiasi piano, mi hanno detto<br />
che non avevano intenzione di produrmi.<br />
Non volevo che questo si ripetesse e sapevo che, se avessi<br />
fatto le cose per conto mio, avrei potuto decidere da solo;<br />
avrei potuto far uscire un disco quando lo decidevo io e<br />
andare in tour quando lo ritenevo opportuno. È dura,<br />
© <strong>ARPA</strong>Net 2005<br />
perché comunque ti manca una spinta forte e non hai tutti<br />
i soldi che possiedono le grandi etichette. In pratica, devi<br />
raccogliere la tua band, saltare su un pullman e andare a<br />
suonare in qualsiasi posto in cui abbiano voglia di sentire<br />
quello che fai. Si tratta di un processo molto più lento, ma<br />
sono contento di aver imboccato questa strada. Mi sono<br />
davvero divertito in questo ultimo anno e mezzo e sono<br />
riuscito ad assumere nuovamente il controllo su me stesso e<br />
sulla mia attività.<br />
Hai registrato negli USA, vero?<br />
Sì, a Los Angeles. Incredibile, sei settimane di sole e intense<br />
registrazioni presso i mitici “Sunset Sound Studio”. Molte<br />
tra le più grandi band hanno registrato i loro dischi qui,<br />
come i The Doors, Rolling Stones e Prince su “The Purple<br />
Rain”. Il mio produttore è stato grande. Ho vissuto insieme<br />
alla mia band in una meravigliosa villa in stile antico, <strong>sulle</strong><br />
colline di Hollywood. Era la casa in cui ha vissuto anche Rita<br />
Hayworth. Abbiamo comunque passato la maggior parte<br />
<strong>del</strong> nostro tempo in studio proprio per tenerci lontani da<br />
qualsiasi tipo di distrazione.<br />
Come ti senti oggi che sei un artista solista? Sei stato<br />
un membro dei Take That e ci ricordiamo i nostri 14<br />
anni e le immagini <strong>del</strong> “Live in Berlin” che scorrono<br />
sullo schermo <strong>del</strong>la tv. È praticamente impossibile non<br />
associarti, di istinto, ai ragazzi di Manchester…<br />
Come mi sento? Mi sento bene, sono orgoglioso <strong>del</strong>la band<br />
e di quello che abbiamo ottenuto. Eravamo così giovani, a<br />
tratti infantili, ed è stato eccitante viaggiare per il mondo<br />
conoscendo moltissime persone.<br />
Amo scrivere canzoni, amo esprimermi in musica e mi piace<br />
stare sul palco. Quindi il fatto di poter ancora suonare è<br />
tutto quello che posso chiedere. Vorrei poter comporre<br />
musica sempre e comunque: spero di poter produrre altri<br />
album e di andare avanti scrivendo musica così come faccio<br />
oggi. Sono soddisfatto di quello che ho realizzato dai TT in<br />
poi. So che non si tratta di una diffusione su larga scala e che<br />
non è un progetto enorme, ma sono orgoglioso di me stesso<br />
poiché, anche se sono passati sei anni senza che una mia<br />
canzone passasse alla radio e senza che io avessi signifi cativi<br />
contatti con il pubblico e con i media, non mi sono arreso<br />
e sono andato avanti. Suonare in Italia signifi ca molto per<br />
me, erano nove anni che non salivo su un palco italiano. Mi<br />
sarebbe piaciuto fare almeno dieci date in più, stare qui tre o<br />
quattro settimane piuttosto che una sola. Mi sto onestamente<br />
chiedendo perché non sia andata così. Ma posso solo fare<br />
quello che la gente mi chiede di fare. Quantomeno, sono<br />
tornato in Italia e spero che l’anno prossimo, o quello dopo<br />
ancora, si aprano porte più grandi per me.<br />
Avete sentito che i Take That faranno un tour insieme?<br />
Sì, abbiamo sentito. Pensi che sia una cosa positiva? Non<br />
sarebbe stato meglio lasciare tutto al passato?
In parte sì ma, vista l’ottima risposta<br />
che abbiamo ottenuto dal pubblico<br />
con l’uscita in Inghilterra <strong>del</strong> “Greatest<br />
Hits”, credo che questa possa essere una<br />
grande opportunità per tutti e quattro i<br />
membri <strong>del</strong>la band. Avrei avuto piacere<br />
se anche Robbie avesse partecipato; non<br />
abbiamo mai avuto un tour d’addio,<br />
anche perché, in quel momento, non<br />
ci rendevamo conto di quanto fossimo<br />
realmente condizionati dalla band.<br />
Questa può essere l’occasione per non<br />
sentirci più chiedere quando e se i TT<br />
torneranno insieme.<br />
Sarà stranissimo essere di nuovo sul<br />
palco e cantare le vecchie canzoni, dovrò<br />
presentarmi un po’ più in forma, dovrò<br />
meditare di più e bere meno vino (ride,<br />
nda).<br />
Sarà una sfi da e io la attendo. Non ho<br />
idea di come sia organizzato lo show, non<br />
ne abbiamo ancora parlato, ma posso<br />
dire che faremo <strong>del</strong> nostro meglio.<br />
I minuti volano e ci sarebbero<br />
ancora una infi nità di cose da<br />
chiedere e su cui discorrere,<br />
come con un vecchio amico.<br />
È strano incontrarlo avendo<br />
nella mente il suo passato<br />
insieme ai Take That ed è<br />
piacevole notare quanto sia<br />
cambiato e come si dimostri<br />
in pace con sé stesso e<br />
disponibile a rispondere alle<br />
nostre curiosità, con una<br />
calma e una serenità interiore<br />
ed esteriore che resterà<br />
impressa nei nostri ricordi<br />
più cari.<br />
Strette di mano, sorrisi e<br />
immagini che affollano<br />
rapidamente la nostra mente<br />
di ex-adolescenti.<br />
Sono passati quindici anni dal suo debutto insieme ai<br />
ragazzi di Manchester e nove da quando ha deciso di<br />
scrivere musica per sé stesso e per gli altri.<br />
Si cresce, si muta, ci si evolve. Mark dà prova di grande<br />
maturità e profondità, si defi nisce un poeta, poeta<br />
dei sentimenti. E noi abbiamo accolto con un sorriso<br />
ammirato le sue parole.<br />
All’indomani <strong>del</strong>la diaspora dei Fab4 (così ribattezzati<br />
dopo l’abbandono di Robbie) i fan (dopo aver pianto<br />
tutte le loro lacrime) scommettevano su chi avrebbe avuto<br />
la carriera migliore come solista.<br />
Razionalmente, Gary Barlow era il favorito: componeva<br />
da solo testi e musiche (a parte qualche sporadico apporto<br />
<strong>del</strong>la band). Il secondo favorito era Robbie Williams, che<br />
stava, proprio in quei mesi, gettando le basi <strong>del</strong>la sua<br />
carriera solista. Nessuno si aspettava che Mark Owen, il<br />
più timido e, a detta di tutti, il più carino dei Take That,<br />
si mettesse in gioco e tentasse di costruire qualche cosa<br />
di suo. E invece Mark, silenziosamente e con impegno<br />
tenace, ha liberato il proprio lato artistico.<br />
© <strong>ARPA</strong>Net 2005
Il primo album di Mark Owen, “Green Man” (BMG),<br />
esce nel 1996. Un album particolare, curato nei minimi<br />
dettagli, che presenta un sound piuttosto originale,<br />
lontano da quello dei Take That e forse lontano da<br />
quello che tutti si aspettavano da lui.<br />
Le canzoni hanno un’anima acustica valorizzata da<br />
un’ottima produzione: il disco è stato infatti registrato<br />
nel mitico studio di Abbey Road!<br />
Le tematiche a cui sono ispirate le liriche, tutte composte<br />
da Mark, aprono una fi nestra sull’inquietudine<br />
esistenziale di chi non sa che cosa aspettarsi dal futuro,<br />
sulla ricerca umana e spirituale, sull’amore (e riesce a<br />
non scadere nella banalità!) ma anche sul confronto con<br />
i problemi <strong>del</strong>la società e <strong>del</strong> mondo in genere.<br />
Tematiche originali e suoni sperimentali: un ottimo<br />
inizio a cui hanno fatto seguito ben sei anni di silenzio<br />
(perlomeno musicale). Nel 2001 partecipa all’edizione<br />
inglese di “Big Brother Celebrity” e vince con<br />
un’altissima percentuale di apprezzamento popolare.<br />
È questo, forse, il grande evento mediatico che gli<br />
permette, grazie ad una ritrovata celebrità, di dare una<br />
42 . <strong>ARPA</strong> .<br />
svolta alla sua carriera musicale.<br />
Nel 2003, infatti, Mark pubblica “In your own<br />
time” (Universal Island). Un album più pop e<br />
meno sperimentale <strong>del</strong> precedente; due testi sono<br />
scritti da Gary Barlow, che ha già scritto diverse<br />
hit per altri affermati musicisti. Un ottimo lavoro,<br />
considerato che il singolo “Four minute Warning”<br />
ha un successo notevole. Nonostante questi<br />
risultati, Mark Owen viene “abbandonato” dalla<br />
Universal Island. Il 2004 ha quindi rappresentato<br />
la possibilità di mettersi in gioco nuovamente e,<br />
questa volta, contando solo <strong>sulle</strong> proprie forze.<br />
Una sfi da non da poco! Mark ha così fondato<br />
una propria etichetta discografi ca indipendente,<br />
“Sedna Records”, e ora ha il pieno controllo di<br />
ogni aspetto <strong>del</strong>la sua carriera artistica.<br />
Una scelta coraggiosa ed ammirevole, specialmente<br />
se attuata da un musicista che, come lui, ha<br />
conosciuto gli ori e gli allori <strong>del</strong> business musicale<br />
in giovane età.<br />
Il risultato di questa nuova avventura, che porta<br />
il nome <strong>del</strong>la fi gura mitologica Inuit (Sedna) – a<br />
cui nel 2003 è stato dedicato l’ultimo corpo celeste<br />
orbitante nel sistema solare conosciuto ad oggi<br />
– ha in sé qualcosa di straordinario.<br />
Il 2004 è stato un lungo anno di cambiamenti<br />
e impegni per il nostro Mark, che si è concesso<br />
qualche mese per registrare a Los Angeles “How<br />
the mighty falls”, il suo ultimo album, distribuito<br />
in Europa tramite la E<strong>del</strong>.<br />
Un buon album, sia per quanto riguarda i testi sia<br />
per le musiche. Orecchiabile! In redazione è bastato<br />
ascoltare un paio di volte il cd per poi ritrovarci a<br />
canticchiarlo allegramente nella pausa-caffè.<br />
Tre i singoli usciti fi no ad ora: “Makin’Out” (bel<br />
video diretto da Mark in persona), la frizzante “I<br />
believe in the Boogie” e il nuovissimo “Hail Mary”<br />
(una canzone melodica e raffi nata).<br />
Con questa ultima creatura Mark è partito alla volta<br />
<strong>del</strong>l’Europa per un tour e un po’ di promozione: i<br />
suoi occhi blu si poseranno su tante terre, nei<br />
prossimi mesi, e le sue canzoni emozioneranno<br />
ancora una volta migliaia di persone.<br />
Quest’anno è venuto in Italia ben due volte: ha<br />
aperto i concerti dei Blue e in novembre ha portato<br />
in tour il suo ultimo lavoro regalandoci diverse<br />
date.<br />
Quale migliore occasione per una bella intervista<br />
nel nostro magazine, sempre così attento agli<br />
artisti più originali?
TAKE THAT AMARCORD<br />
Qualsiasi Thatter che possa davvero essere defi nita<br />
tale avrà certamente scolpita nel cuore questa data: 13<br />
Febbraio 1996.<br />
Gary Barlow annuncia che “How deep is your love” sarà<br />
l’ultimo singolo prodotto e pubblicato dalla band e che<br />
da quel momento i Take That saranno solo un ricordo.<br />
Quando i Take That decidono di sciogliersi, la BMG<br />
(l’etichetta che li produce) deve addirittura aprire linee<br />
telefoniche di supporto per sciami di fan distrutte e in<br />
crisi esistenziale.<br />
Parlando di boy band, i Take That possono essere<br />
considerati la risposta inglese agli americani New<br />
Kids On The Block, sia per impatto musicale sia per<br />
immagine.<br />
La carta vincente utilizzata dalla boy-band di<br />
Manchester è stato un mix sapiente di sensualità e<br />
romanticismo perché, se vogliamo proprio dirla tutta,<br />
l’aver fatto affi damento su diverse cover di band<br />
rinomate li ha aiutati molto nella scalata verso le chart<br />
europee. Non a caso, pezzi come “Relight My Fire”, “It<br />
only takes a minute” e “Could it Be Magic” sono stati<br />
alcuni tra le loro maggiori hit di successo.<br />
Questo non toglie che i Take That siano riusciti a<br />
conquistare il cuore di milioni di fan in tutto il mondo<br />
per ben sei anni, dal 1990 al 1996, senza mostrare<br />
segno di cedimento alcuno.<br />
In questo lasso di tempo hanno visto la luce<br />
fondamentalmente tre full-length: “Take That and<br />
party” (1992), “Everything changes” (1993) e “Nobody<br />
Else” (1995). Ognuna di queste release contiene almeno<br />
un paio di pezzi che, chiunque abbia vissuto la sua<br />
adolescenza nei primi anni Novanta non può non<br />
ricordare, seppur vagamente.<br />
La musica che hanno proposto e che ha fatto cantare e<br />
agitare masse di ragazzine invasate e piangenti (a tal<br />
proposito, dedicate cinque minuti alla vecchia VHS <strong>del</strong><br />
loro “Live in Berlin” e vi renderete conto di che cosa<br />
stiamo parlando, nda) è un pop melodico e ritmato,<br />
alternato a ballate dalle tinte malinconiche, il cui leader<br />
indiscusso e preferito dal pubblico è Mark Owen.<br />
I suoi lineamenti <strong>del</strong>icati, la sua aria sognante e la<br />
sua voce, così fragile e accattivante al tempo stesso, lo<br />
rendono probabilmente il più amato tra i cinque.<br />
L’amore è il tema principale di ogni canzone e questo<br />
accresce l’idealizzazione dei componenti <strong>del</strong>la band da<br />
parte <strong>del</strong> pubblico. Dopo il primo anno di successo, ogni<br />
membro <strong>del</strong>la boy-band si vede cucito addosso un ruolo<br />
ben preciso e ha <strong>del</strong>ineata un’immagine di sé vera e unica<br />
per il pubblico, ma probabilmente molto limitante per<br />
sé stesso. Mark è l’incarnazione <strong>del</strong> ragazzo ideale e<br />
sensibile, Robbie è lo strafottente sregolato (esattamente<br />
come si dimostra oggi…nda), Jason l’energico ballerino,<br />
Howard il tenebroso introverso e Gary il teddy bear, un<br />
po’ sovrappeso, ma abile nello scrivere canzoni e suonare<br />
il pianoforte.<br />
In questo modo le star di Manchester, senza<br />
probabilmente rendersene neanche conto, considerata la<br />
giovanissima età, diventano le icone <strong>del</strong> pop dei primi<br />
anni Novanta, anche perché piacciono da impazzire<br />
alle giovanissime, ma anche ai più grandi.<br />
La loro immagine emana un velo di innocenza e<br />
sentimento mista ad un carisma che sul palco dà i<br />
migliori risultati. Il loro scioglimento, essendo stato<br />
repentino e improvviso, ha lasciato tutti a bocca aperta,<br />
tanto che le affezionate di un tempo sono rimaste<br />
legate ad un mito ormai tramontato ma in loro ancora<br />
pienamente vivo e presente.<br />
Quello che ha reso possibile che i Take That non<br />
venissero dimenticati dopo la loro separazione è stata<br />
l’assenza di un concerto fi nale, un concerto di addio<br />
che congedasse i fan per l’ultima volta. Questo tassello<br />
mancante ha sempre lasciata viva la speranza che tutto<br />
sarebbe tornato come prima e proprio per questo in<br />
molte hanno atteso per anni l’agognato ritorno.<br />
E i Take That, alla fi ne, sono tornati. Dopo nove anni<br />
sono ancora qui, con un greatest hits dal titolo “Never<br />
forget” disponibile sia in cd sia in dvd. L’uscita comprende<br />
l’inedito “Today I’ve Lost You” – brano scritto nel 1995<br />
ma registrato soltanto nel settembre <strong>del</strong> 2005 –, due<br />
bonus track live, registrate nel corso <strong>del</strong> loro ultimo<br />
tour europeo, più una nuova versione remix di “Relight<br />
My Fire”. Il dvd, invece, più completo, comprende<br />
anche sedici videoclip e le migliori performance dal<br />
vivo, ovvero quelle di Berlino e Manchester. E ancora<br />
la partecipazione <strong>del</strong> gruppo ai British Awards <strong>del</strong><br />
1995, il materiale esclusivo dei backstage e, per fi nire,<br />
venticinque foto inedite <strong>del</strong> gruppo.<br />
Questa volta però sarà l’ultima, il saluto fi nale a cui<br />
non seguiranno altre sorprese, purtroppo o per fortuna<br />
TNX TO...<br />
Govind and Max @ E<strong>del</strong> Italia<br />
Mark Owen Italian Forum<br />
MARKWEB<br />
www.markowenoffi cial.com<br />
Mark Owen Italian Forum:<br />
www.forumfree.net/index.php?c=12856<br />
www.takethat.com<br />
. <strong>ARPA</strong> . 43
En<br />
We asked your fans to send us some<br />
question for you, so we would like to<br />
ask you some of their questions…<br />
Oh, great!<br />
So let’s start with two linked questions.<br />
One is from Elisa: How do you usually<br />
relate with your spiritual side, involving<br />
both your morality and your life values?<br />
How and how much can this infl uence<br />
your daily life and your artistic choices?<br />
Another one is from Chiara: in songs<br />
such as “I am What I am” and “Pieces of<br />
Heaven” you often name God. I would<br />
like to know which is your perception<br />
of God and how do you relate with<br />
religion and beliefs. Did you fi nally vert<br />
to Buddhism?<br />
Every<br />
Line On<br />
My Face<br />
Has A<br />
Tale To<br />
Tell<br />
Well, I’m quite a spiritual person, really,<br />
I like to think I am. I do believe in God,<br />
in an essence out there and I usually go<br />
there for peace. When I need to fi nd it,<br />
I try to tune into that other being, or<br />
whatever is.<br />
I have known Buddhism. I think I’ve<br />
searched over the years all different<br />
avenues of spirituality, really…and I<br />
believe all of them but I’m a catholic,<br />
so I used to go to church when I was<br />
young every week, I was an altar boy<br />
when I was very young. So, yeah, I<br />
believe in God, I like to think there is a<br />
God and I suppose, I hope, one day to<br />
meet Him, that would be my dream. And<br />
then spirituality have been taken part of<br />
44 . <strong>ARPA</strong> .<br />
my life and I think It’s always there. It’s<br />
always a part of me. There have been<br />
times in my life I used to meditate two<br />
or three times a day but I don’t do that<br />
anymore. I wish I did, it was a great<br />
time in my life. But, yeah, I think you go<br />
through stages, I’m sure I’ll come around<br />
to meditation again at some point of my<br />
life. Now I drink wine, instead (laughing).<br />
Sometimes I think I found God in a jug<br />
of wine, I’m joking, maybe it is a similar<br />
thing but I believe in Love, I do believe<br />
in Love.<br />
This is question from Innuendo: I think<br />
that every artist wished to cooperate<br />
and collaborate with an international<br />
artist he admires. What about you and<br />
your desires?<br />
Well, there are so many, really. One of<br />
my favourite bands have always been<br />
Radiohead for many years. But have<br />
you heard of KT Tunstall? In the last<br />
time of year she tuned very well in the<br />
UK. I really like her style and what she<br />
does, so she is one I’d like to work with<br />
at some point; I’ll enjoy that. I like also<br />
people like Rufus Wainwright, Antony<br />
and The Johnsons and I like their albums,<br />
but there are so many great, great artists<br />
I’d like to work with like Elvis Costello.<br />
Manuela wrote us: Mark, I read “The<br />
Celestine Prophecy” cause I knew this<br />
was one of your favourite books. This<br />
book had changes my way to perceive,<br />
feel and face life. Since you’ve been<br />
so great in suggesting me such a nice<br />
reading, may you please recommend a<br />
few books you think are worth reading?<br />
Yeah, I read that book many years ago, a<br />
great book, and it changed my life as well<br />
and my way of thinking. Let’s think what<br />
I’ve read recently! I’ve read a book called<br />
“The fi ve people you meet in Heaven”<br />
from Mitch Albom. Now I’m reading a<br />
book that I don’t know if it is available<br />
over here, called “Modoc” (from Ralph<br />
Helfer). It’s about an elephant and a boy<br />
and it’s a beautiful story. I’ve only read a<br />
half of the book but I enjoyed it a lot.<br />
Is there an author, a writer you are really<br />
close to?<br />
I usually go into the recommendation<br />
written on the paper: I read a lot from<br />
Douglas Coupland books, he wrote<br />
“Generation X” or “Girlfriend in a<br />
coma”, I like “Girlfriend in a coma” very<br />
much.<br />
I’ve read a lot of Paolo Coelho “The<br />
alchemist” above all the others.<br />
Mark, what about poets and poetry?<br />
Well, I feel bad cause I’ve never got into<br />
poets and poems. I think I’m a poet so<br />
why read anybody else?<br />
Maybe is a venial thing but I’d be afraid<br />
just to copy lines or verses, so it’s<br />
something I avoided so far but I’d really<br />
like to know some poets. Maybe you,<br />
as your magazine, can recommend me<br />
someone.<br />
Oh, yeah. I can recommend you my<br />
favourite one: T.S. Eliot “The waste<br />
land”.<br />
Ok! (writing it down into a piece of<br />
paper and putting it into a pocket). I’ll<br />
check it out, so thanks to your magazine<br />
for helping me.<br />
Prego!<br />
And then in my next album you’ll hear<br />
a lot of songs or lines I’ll steal off<br />
(laughing).<br />
Here is a question from Viviana: Mark,<br />
I’d like you to tell us something about<br />
the videoclip of your new single “Hail<br />
Mary”. After the small cinematographic<br />
masterpiece of Makin’Out, which was<br />
sweet and funny at the same time, and<br />
the video of “Believe in the Boogie” that<br />
recalls fi fties and sixties atmospheres, I’d<br />
like to what we are going to get in this<br />
new video.<br />
I think I can show you the video, it’s<br />
somewhere here. This video, a lot of this<br />
video is called VFX, I think it’s called so.<br />
Basically we shoot most of it against a<br />
green screen. Then it was built a kind of<br />
magical imaginary world around it. The<br />
main focus on the video is the girl, Mary<br />
Hail, and the colours are very rich. It’s<br />
like a little magical world. Basically the<br />
story within it’s quite simple really: the<br />
song Hail Mary it’s about making an icon,<br />
idolizing someone like a muse. And this<br />
is what the video represents: I’ve never<br />
actually seen her, it’s only a muse in my<br />
head. She is shapeless but I think she<br />
looks beautiful. I just play back piano.<br />
It’s quite an easy video for me, really, but<br />
visually it’s quite straight I think.<br />
What about Makin’Out video?<br />
Oh, I directed myself and I really enjoyed<br />
doing it. It was a real pleasure to made
the story, you know, the two days<br />
shooting. It’s something I’d like to do<br />
more in the future. “Boogie” I think that<br />
the song has a retro feel about it, a lot<br />
of people say that sounds quite seventy.<br />
I’d like to do a performance video, with a<br />
lot of vanity. I like<br />
that video and the<br />
way we shoot was<br />
interesting. We<br />
slowed it down<br />
from 25mmsec<br />
to 12 mmsec<br />
and when I was<br />
performing the singing, movements were<br />
very slow. I’d like to direct more videos,<br />
to be honest with you, but I have no<br />
time. It’s had been a lot of time directing<br />
“Makin’Out”.<br />
What about cinema? Do you like it?<br />
I saw a movie called “The chorus”<br />
of Christophe Barratiers; it’s about a<br />
school and bad kids. I like this kind of<br />
movies because of the grade, the lighting<br />
and the plot! Beautiful fi lm with some<br />
nice meanings in there, it made me think<br />
a little bit about life. I’ve been so busy! I<br />
love cinema but recently I haven’t seen a<br />
lot. I saw a movie called “My life as a dog”,<br />
a Swedish one from Lasse Hallström, it’s<br />
quite old but a great fi lm. My favourite<br />
movie of all the time, as I always say,<br />
cause I do love it is “Cinema Paradiso”:<br />
I love the music, the plot. I also like “Il<br />
postino” as well. I don’t know if people<br />
there like this movie. Do you like it?<br />
For sure, it’s one of the most important<br />
Italian movies.<br />
It’s beautiful! It’s great! And “Life is<br />
beautiful” as well is a wonderful movie .I<br />
love so many fi lms!<br />
What about the music label?<br />
Sedna records?<br />
I have had two record deals and when<br />
I lost my second one I was feeling a bit<br />
disappointed cause it was never giving a<br />
chance to do anything. When I signed my<br />
second deal I was hoping to come out<br />
to Italy, to all of you, doing shows but<br />
before I even got a chance to do any<br />
of that I got fi red. I didn’t want to go<br />
through that process again. I knew that if<br />
I do it myself then I can come and tour<br />
in places where I want to tour, that I can<br />
make my own decisions and I can release<br />
an album when I want it to be released.<br />
It’s hard, cause you haven’t got the big<br />
push behind and you don’t have all the<br />
money that big major label has, so it’s<br />
a lot more of a slow process cause you<br />
have to basically get your band, get on a<br />
bus and go and play wherever you can<br />
«I’ve never got into poets and poems.<br />
I think I’m a poet, so why read<br />
anybody else?»<br />
and try to get people to hear what you<br />
are doing but I am glad I have made the<br />
decision. I have really enjoyed this last<br />
year and a half having my own control<br />
back in way.<br />
Did you record “How the mighty fall” in<br />
the USA, didn’t you?<br />
Yes, in LA, beautiful. Six weeks of lovely<br />
sunshine and a great studio recording,<br />
we recorded in Studio Sunset. Many<br />
great artists like The Doors, Rolling<br />
Stones and Prince on “The Purple Rain”<br />
worked there and I had a great producer<br />
with us, I took my band over. We have<br />
been living in this house on Hollywood<br />
hills. Do you know the actress Rita<br />
Hayworth? Do you know her? It was<br />
where she used to live, it was a lovely<br />
old fashioned house. We basically just<br />
spent the time in studio and it was<br />
good cause we could be really focused<br />
without having any distraction.<br />
How are you feeling today as a solo<br />
artist? Everybody know you have been a<br />
member of Take That and we remember<br />
when we were fourteen watching the<br />
“Live in Berlin” VHS in front of the<br />
TV, crying like mad. (laughing) So it is<br />
almost impossible not to associate you<br />
somehow with your past…<br />
How do I feel? I feel ok about it, I am<br />
proud of the band and what we achieved.<br />
We were so young and stupid, but it was<br />
so exciting travelling the world and<br />
meeting so many beautiful people. I love<br />
writing songs, I love their expressions<br />
and I love being on stage. So to be in a<br />
place where I can still do that is all that<br />
I can ask for, really. I will always write<br />
songs, I hope I can always make albums<br />
and carry on doing music in that way. I<br />
am proud of what I have done since TT<br />
myself, I know it’s not on the big scale<br />
and its not huge, but for me personally<br />
I am really proud that I stuck at it. I had<br />
time as well, I had six years where I<br />
couldn’t get any of my songs listened<br />
to nevermind playing on any radio or<br />
any interview but I kept going and I am<br />
really proud to<br />
be here now. And<br />
its really great to<br />
be performing in<br />
Italy again, cause<br />
It has been nine<br />
years since I was<br />
last touring here.<br />
And I wish I was doing another ten dates<br />
and I personally don’t understand why I<br />
am but I only can do what people ask me<br />
to do, so I wish I was here for ¾ weeks<br />
instead of one week but at least I got<br />
back once and then hopefully they can<br />
open the door for me to come back and<br />
do more next year and the year after.<br />
Do you know Take That are touring<br />
again? Have you heard?<br />
Yes, we have heard. Is this a good thing?<br />
Or would have it been better to leave it<br />
all to the past?<br />
I know, but I think we had a good<br />
response to what was going on in the<br />
UK cause we released the “Greatest<br />
Hits” again and all gone well, and I think<br />
it would be good for the four people<br />
in the band. I wish that Robbie was<br />
doing that, I think it would have been<br />
good because we never did a fi nal tour<br />
and I think that at that age we were all<br />
affected by the band a lot more than we<br />
have ever realized at that time. I am sure<br />
there are still issues within ourselves<br />
that hopefully we can all make peace<br />
with.<br />
People wont ask anymore: “Are Take<br />
That going to get back together, when<br />
are you going to get back together”. This<br />
will be the last ever tour, maybe then we<br />
wont never be asked again. I hope that<br />
everybody get something out of it. Its<br />
going be weird getting back on the stage<br />
singing all the old songs, and I will have<br />
to get a little bit fi tter, so to meditate<br />
more and drink less wine but It is going<br />
to be a challenge and I am looking<br />
forward to the challenge. I don’t know<br />
what the show will be like, we haven’t<br />
talked about it yet but, I am sure it would<br />
be good and we will do our best.<br />
. <strong>ARPA</strong> . 45
Visti per voi.<br />
Come un cammello in una grondaia<br />
L’ A.T.I.R. mette in scena al teatro Franco Parenti il dramma, il dolore, le speranze, la voglia di giustizia e di vita di un gruppo di condannati<br />
a morte - preti, partigiani, uomini e donne contrari alla dispotica imposizione <strong>del</strong>le idee - durante la seconda guerra mondiale.<br />
Coraggioso esperimento di teatro politico ad opera di Serena Sinigaglia, che, con i sei attori in scena, Arianna Scomegna, Stefano<br />
Orlandi, Mattia Fabris, Sandra Zoccolan, Maria Pilar Perez Aspa, Matilde Facheris, afferma l’attualità <strong>del</strong>la storia.<br />
Operazione, forse, riuscita solo a metà e, probabilmente, più nell’intenzione - seppur interessante e nobile - che nell’effettiva realizzazione<br />
concettuale: la complessità di alcuni argomenti di storia, sempre estremamente controversa, soprattutto se così recente e macchiata di<br />
perdite umane, avrebbe richiesto analisi e rifl essioni altrettanto profonde e articolate di un contesto politico, sociale, culturale, decisamente<br />
più ampio. Noi, che dichiariamo la non esistenza di santi ed eroi troppo leggermente riconosciuti, non possiamo poi risolvere in buoni e<br />
cattivi realtà di cui, spesso, non immaginiamo i mille risvolti meno evidenti.<br />
La vena sagacemente ironica con cui, a tratti, viene elaborato il testo, offre un miglior binario discorsivo e un più effi cace invito alla<br />
rifl essione, all’autocoscienza, alla ribellione contro qualsiasi forma di omicidio <strong>del</strong>la libertà.<br />
Meglio comunque discutere, sempre. L’A.T.I.R. lo ha fatto, e questo è davvero un gran merito.<br />
Dal 13 al 21 dicembre 2005<br />
Teatro Franco Parenti - Via Cadolini 19 - Milano<br />
Technè: acusmetria e creatività sinergica<br />
Lo Spazio Oberdan conferma il suo impegno e il suo interesse per la comunicazione e l’innovazione espressiva. I vari ambienti che<br />
ospitano le installazioni di “Technè”, sono un’autentica introspezione <strong>del</strong> potenziale artistico offerto dalla tecnologia, che demolisce,<br />
letteralmente, le barriere <strong>del</strong> pregiudizio in materia di contemporaneità <strong>del</strong>l’arte.<br />
In un percorso sorprendente tra poesia, televisione, pittura e giovane Europa, gli artisti reinventano moduli e forme, pause e ritmi, pura<br />
visione estatica e partecipazione interattiva, restituendoci antiche vie sensoriali <strong>del</strong>la seta per <strong>nuove</strong> destinazioni espressive.<br />
Così la “Antologia di Spoon River” si attualizza in noir, “L’ultima cena” in una sorta di intelligente tributo post-femminista a “Sex<br />
and the city” e tutta la mostra sembra fi nalizzarsi alla psicoanalisi <strong>del</strong>la ricerca, <strong>del</strong>la scoperta, <strong>del</strong>la meraviglia.<br />
L’ arte incontra la tecnologia, quest’ultima diventa complice <strong>del</strong>lo sguardo offrendoci l’opportunità di stabilirne gli stimoli, di<br />
modifi carli nelle fi nalità, di ripensarne ancora. Il suono associato a forme geometriche disegna <strong>nuove</strong> occasioni creative, fa squillare le<br />
sveglie <strong>del</strong>la nostra inventiva e suggerisce decine di nuovi percorsi interpretativi all’interno <strong>del</strong>la mostra.<br />
E di noi stessi.<br />
Spazio Oberdan<br />
Viale Vittorio Veneto 2, Milano<br />
dal 28 ottobre 2005 al 26 febbraio 2006<br />
Orari: Tutti i giorni: 10.00-19.30<br />
Martedì e giovedì fi no alle 22.00<br />
Chiuso il lunedì<br />
Ingresso:<br />
Intero € 6,20<br />
Ridotto € 4,10<br />
Scuole € 2,50<br />
Il primo martedì di ogni mese: ingresso gratuito.<br />
Catalogo edito da Revolver<br />
46 . <strong>ARPA</strong> .<br />
di Franco Scaglione
Avvento a Belluno<br />
Palazzo <strong>del</strong>la Triennale<br />
Il caratteristico Mercatino di Natale allestito<br />
dal Consorzio Belluno Centro Storico nella<br />
centrale Piazza dei Martiri, nel periodo che va<br />
dal 3 al 24 dicembre 2005 è impedibile. Nella<br />
calda e romantica atmosfera dei mercatini<br />
<strong>del</strong> Nord-Europa, è possibile acquistare<br />
articoli regalo, addobbi natalizi, artigianato<br />
internazionale, prodotti artigianali tipici<br />
in legno, in vetro, in rame e in lana, oltre a<br />
tanta golosa pasticceria e squisite specialità<br />
gastronomiche. Previsti, inoltre, spettacoli di<br />
animazione e un’antica giostra a cavalli.<br />
Orario apertura: tutti i giorni 9.30 - 12.30 e<br />
15.00 - 19.00<br />
Per informazioni: Consorzio Belluno<br />
Centro Storico (0437 944755)<br />
bellunocentro@libero.it<br />
©2005 Lucasfi lm Ltd. All Rights Reserved<br />
.<br />
Mercatino di Natale a Merano (TN)<br />
Natale a Vipiteno (TN)<br />
Qui l’appuntamento con la magia <strong>del</strong><br />
Natale è nel centro storico.<br />
La cittadina di Vipiteno può vantare<br />
origini medievali ed una lunga tradizione<br />
di estrazione mineraria (attualmente è in<br />
corso una mostra su questa tematica).Il<br />
presepio composto da statuine realizzate<br />
completamente a mano, presso la Torre<br />
<strong>del</strong>le Dodici, è un’altra attrazione da non<br />
perdersi.<br />
Dove: Piazza Città<br />
Dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00<br />
Sabato, domenica e festivi dalle 9.00 alle<br />
19.00<br />
Il 24 dicembre dalle 9.00 alle 16.00<br />
Chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio.<br />
Per informazioni:Associazione Turistica<br />
Vipiteno<br />
(0472 765325) info@infosterzing.it<br />
I profumi <strong>del</strong> vin brulè e <strong>del</strong>la pasticceria natalizia si mescolano ai suoni <strong>del</strong>la musica ed<br />
alle tradizioni <strong>del</strong>l’Avvento. Il Mercatino di Natale di Merano, con i suoi 70 espositori,<br />
propone tante idee per il Natale, dagli addobbi natalizi, alle pantofole in lana cotta, alle<br />
ceramiche, alle stoffe tradizionali, alle statuine in legno, ai giocattoli ed alla pasticceria<br />
tipica.<br />
Dove: Passeggiata Lungo Passirio<br />
Dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 19.30<br />
Sabato dalle 10.00 alle 19.30<br />
domenica dalle 9.00 alle 19.30<br />
Il 24 dicembre dalle 10.30 alle 15.00<br />
Chiuso il 25 dicembre.Azienda Cura, Soggiorno e Turismo Merano<br />
(0473 272000) info@meraninfo.it<br />
Mercatino di Natale a Graz (Austria)<br />
Mercatino di Natale a Graz (Austria)<br />
A poche ore di viaggio dall’Italia è possibile visitare, a Graz,<br />
il presepe di ghiaccio, ad opera di Gert J. Hödl. La scultura è<br />
realizzato con ben 50 tonnellate di ghiaccio cristallino!<br />
In diversi luoghi <strong>del</strong>la città sono stati organizzati tipici mercatini di Natale che<br />
resteranno aperti fi no al 24 dicembre.<br />
Per informazioni: http://cms.graztourismus.at/cms/ziel/121039/I/#4 (In italiano)<br />
Per segnalare eventi,<br />
scrivere a Eventi@<strong>ARPA</strong>Net.org
Narrativa.<br />
Fendente<br />
Ogni volta che penso a quella stanza ti vedo,<br />
assonnato e spettinato che mi guardi con quell’aria<br />
inebetita...”Ma sei qui?”...<br />
Il letto disfatto, le braccia muscolose esplorano le lenzuola<br />
sotto il cuscino... Stropicci gli occhi, ti arcui un po’<br />
per trovare la posizione ideale, la schiena levigata e tesa<br />
colpisce la mia vista... Tra poco mi chiederai se ho saltato il<br />
lavoro stamattina.<br />
Strofi ni con le dita i capelli. Mi prende un’inconfessabile<br />
malinconia.<br />
Ieri ho fatto bene i conti con il mio tempo. Ci saresti stato<br />
benissimo nella mattinata.<br />
Un piccolo trofeo per scaldarmi le vene. La sensazione<br />
euforizzante di essere amata, in ogni gesto. Valuto la<br />
possibilità di aspettare il tuo risveglio, nelle tempie il<br />
tamburellare incessante <strong>del</strong> desiderio. Abbandonarmi di<br />
nuovo sarebbe una gratifi cazione per il mio corpo ma una<br />
cattiveria per il mio cuore.<br />
Riprendo contatto con la realtà.<br />
Camminare insieme ieri in quel viale mi ha riportato<br />
indietro di tanto tempo. Che strano rumore fanno le foglie<br />
calpestate.<br />
Incontrarti è stato l’apice di un inseguimento durato anni,<br />
una corsa all’ultima parola. Un rapporto virtuale iniziato<br />
per caso, un contatto scherzoso, senza malizia, diventato<br />
necessità. In cui il sospiro più fi evole era captato, ed era<br />
impossibile non accorgersi <strong>del</strong>la malinconia <strong>del</strong>l’altro o dei<br />
propositi che si creavano nella nostra mente.<br />
Non c’è mai stato inganno.<br />
48 . <strong>ARPA</strong> .<br />
«Camminare insieme ieri in<br />
quel viale mi ha riportato indietro<br />
di tanto tempo. Che strano rumore<br />
fanno le foglie calpestate.»<br />
di Rossana Manassero<br />
La verità più dolorosa ha sempre fatto parte dei nostri<br />
discorsi. Nessun interesse particolare a sconvolgere la<br />
nostra vita, il solo e semplice confortarci, amalgamarci,<br />
suddividere i nostri giorni in frammenti e riassemblarci,<br />
nel verso più giusto per ripartire.<br />
Raramente le nostre conversazioni fi nivano con un senso<br />
di pienezza. Non sono mai riuscita a sentirmi appagata<br />
da quello che avevo detto, mancava sempre qualcosa,<br />
quella ridicola virgola che avevo sottratto all’ultima frase...<br />
forse un aggettivo sbagliato... o in realtà la colpa era di<br />
quell’ammasso di turbolente emozioni che devastano il<br />
circuito nervoso che ho sempre provato a tenere a bada...<br />
Quelle, forse, se lasciate libere, avrebbero esaurito la mia<br />
sete di te.<br />
Le confessioni segrete, il raccontarsi i fatti, i pensieri, ogni<br />
piccolo evento veniva esposto e commentato. Entrambi<br />
possessori di una vita privata, riuscivamo ad abbandonarci<br />
alla descrizione di ogni attimo vissuto, senza mai dare<br />
un’etichetta (improponibile tra l’altro) al coinvolgimento<br />
che ci aveva rapito, portandoci a vivere segretamente i<br />
nostri contatti.<br />
“Ieri sera ho fatto l’amore. Ti ho pensata, era con te che lo<br />
facevo.”<br />
La mente rimaneva in bilico un istante, in preda a violente<br />
contrazioni muscolari. Quell’impulso a toccare i tasti non<br />
arrivava. Dovevo spingere nella direzione opposta, ed era<br />
una terribile salita... allora mi lasciavo andare alla discesa,<br />
dolce come l’oblìo, incontrollabile per la velocità.<br />
Abbiamo assecondato i nostri desideri, una febbre che ti<br />
prende mentre scrivi, materializzi le cose che pensi, trascini<br />
i tuoi istinti in questa danza aggraziata, e godi, perchè sa<br />
che sarà apprezzato.<br />
Se rimanevo bloccata da qualcosa e non riuscivo ad<br />
arrivare in tempo per il nostro “appuntamento” virtuale,<br />
rimanevo furiosa tutto il giorno.<br />
In un angolo <strong>del</strong>la mia affollata esistenza c’eri tu ad<br />
aspettarmi.<br />
Ci avvicinavamo per gradi, passavano dei<br />
giorni senza sentirci, il respiro era cortissimo,<br />
l’improvvisa apparizione <strong>del</strong> tuo nome mi<br />
provocava un burrascoso sussulto. Ti riversavi<br />
su di me, ogni giorno lanciavi un amo perfetto,<br />
diabolico e preciso. Era impossibile non<br />
avvicinare la bocca e farsi catturare.
Ti dirò, era un piacere abboccare.<br />
A volte mi sentivo persa senza quel gioco cru<strong>del</strong>e.<br />
Mi hai sempre raccontato di te. Le tue aspirazioni, i<br />
movimenti, le insoddisfazioni. Immaginavo il tuo volto<br />
consumato dalla rabbia per un rifi uto, le guance serrarsi,<br />
gli occhi incupirsi mentre scrivevi. Ascoltavo e consolavo.<br />
E fi nivamo ogni giorno per amarci.<br />
“Dimmi come sei vestita. Voglio averti davanti così come<br />
sei.”<br />
Arrivava la minuziosa descrizione <strong>del</strong>le greche sui miei<br />
calzini, a volte sorridevi, mi pregavi di essere seria, altre<br />
volte ti arrabbiavi, ed era l’inizio di una sfi da. “Tesoro,<br />
ti ricordo che sei in debito con me. Non fare troppo<br />
l’impertinente”, mi dicevi, con quel ghigno intrigante che<br />
immaginavo ogni volta.<br />
In un attimo gli ormoni sfi oravano la<br />
collisione. Ero liquida e rovente.<br />
C’era una sensualità pregiatissima nelle tue<br />
parole, sapevi descrivere ogni movimento<br />
con precisione, senza volgarità, c’era un<br />
abbandono voluto tra le tue lettere, mi<br />
ci coricavo dentro, mi crogiolavo in quel<br />
languore.<br />
Mi pregavi di raccontare, di sviscerare<br />
le nostre anime, di confondere i nostri<br />
desideri. Non mi è mai mancata l’ispirazione, oh no,<br />
quella no. Anni e anni passati a desiderare una cosa, senza<br />
averla mai neppure vista davvero, ma incisa come un<br />
marchio nella mente.<br />
Bastavano pochi minuti. Le mie parole incrociavano<br />
i tuoi occhi, se non ti vedevo presente sapevo che<br />
stavi consumando la tua passione, poi ritornavi e mi<br />
interrogavi, volevi riprendere la descrizione amorosa che<br />
spesso sfociava in sensuale violenza, non sopportavi i miei<br />
tentativi di saluto.<br />
“Come puoi farmi questo? Come puoi?!”<br />
Eri affascinato da quello che potevo dirti, dal mio<br />
intuito. E da un certo punto di vista ti doleva l’anima, mi<br />
imploravi di presentarmi, di non lasciarti solo. Non hai<br />
mai lesinato tenerezza, non sopportavi l’idea di perdermi.<br />
Forse anche per questo non hai mai voluto apparirmi<br />
veramente debole.<br />
«Eri affascinato da quello<br />
che potevo dirti, dal mio intuito.<br />
E da un certo punto di vista ti<br />
doleva l’anima, mi imploravi<br />
di presentarmi, di non lasciarti<br />
solo. Non hai mai lesinato<br />
tenerezza, non sopportavi l’idea di<br />
perdermi.»<br />
Le nostre vite si compensavano talmente bene da essere<br />
in grado, prima di tutti gli altri, di indovinare i reciproci<br />
malesseri, o di sapere con assoluta certezza quello che<br />
l’altro stava facendo in quel momento. Di tanto in tanto<br />
mi pareva di sentire le risate di una ragazza echeggiare<br />
nella mente, di vedere sbiadite immagini di contorsioni<br />
amorose e subito ecco la fi tta al petto arrivare. Spegnevo il<br />
televisore, nervosa, cercando di dare una spiegazione logica<br />
alle mie elucubrazioni. Faticavo a prendere sonno. Cercavo<br />
un appoggio, una solidità che in quel momento mi aveva<br />
abbandonato, una pace per il mio <strong>del</strong>irio.<br />
Una mano familiare arrivava premurosa alle spalle, mi<br />
accarezzava la schiena. “Sei sicura di stare bene, Olivia?”<br />
E il giorno dopo, come una lama che esce lenta da una<br />
ferita, arrivava la confessione di una serata “divertente”.<br />
Avrei potuto descriverla io, era solo una conferma di ciò<br />
che già sapevo.<br />
Alla fi ne non ho mai capito una cosa:<br />
non sono mai stata gelosa di mio<br />
marito; perchè quindi esserlo di te?<br />
E non si può dire che non gli<br />
volessi bene. Quando uscivamo<br />
ero solita appoggiarmi a lui come<br />
una sorta di colonna, e non di<br />
rado la gente invidiava la nostra<br />
piacevole situazione famigliare. Se mi<br />
ripromettevo di raggiungerlo nell’ora<br />
di pranzo, appena lo scorgevo in lontananza mi sentivo<br />
sollevata dalla sua vista.<br />
Era un uomo corteggiato e stimato. Nell’intimità di casa<br />
faceva sentire la sua presenza e mai nella nostra relazione<br />
era calato l’interesse reciproco. Ma la gelosia... quella no...<br />
non mi aveva mai toccata.<br />
Questa situazione emotiva è andata avanti a lungo, senza<br />
volerla veramente cambiare. Forse da parte mia c’era un<br />
pizzico di ipocrisia (sto bene così, mi dicevo) o una vera<br />
forma di paura.<br />
Ma l’insoddisfazione si faceva largo ogni giorno nei miei<br />
polmoni, fi no ad arrivare a non riuscire più a respirare<br />
come sempre.<br />
E così, un pomeriggio, ho inventato la prima bugia <strong>del</strong>la<br />
mia vita coniugale. Sì, perchè sembrerà impossibile, ma<br />
non avevo mai mentito prima. Per mantenere questo<br />
rapporto non avevo mai dovuto ricorrere a stratagemmi o<br />
. <strong>ARPA</strong> . 49
a glissare su certi argomenti. Incredibile come riuscissi a<br />
non sentirmi mai in colpa, una specie di costruzione <strong>del</strong>le<br />
difese mi permetteva di sentirmi quasi in diritto di avere<br />
questa dedizione nei tuoi confronti. Mi dicevo spesso che<br />
non avevo mai fatto mancare nulla a mio marito, che ero<br />
sempre stata prodiga di attenzioni, di affetto. Riuscivo<br />
anche a credere a quello che dicevo....<br />
Alla fi ne non so cosa mi ha dato la forza di prendere quella<br />
decisione, incontrovertibile oramai. Non potevo più<br />
aspettare. Avevo bisogno di vederti.<br />
Mai come in quel giorno ho provato il desiderio di<br />
toccarti.<br />
Mi hai sempre detto “Sai dove trovarmi”.<br />
Senza pensare sono partita, i cartelli quasi li conoscevo<br />
a memoria dopo aver spaziato a lungo con la fantasia.<br />
Nessun pensiero, nessun’agitazione. Solo il desiderio folle<br />
di accarezzare quelle mani che per tanto<br />
tempo mi avevano tenuto compagnia,<br />
di riconoscere nella persona che andavo<br />
cercando il viso che avevo tenuto<br />
segretamente nascosto per anni.<br />
Una sola fotografi a.<br />
Uno sguardo.<br />
Non ho fatto fatica a trovarti, era<br />
proprio come dicevi tu. Il viale alberato che ti porta a<br />
quell’edifi cio sulla sinistra. Mi sono spaventata quando<br />
non ho provato emozione. Ero interdetta di fronte alla mia<br />
freddezza.<br />
Quei momenti frenetici di passione e di inferno, il toccare<br />
con un dito lo schermo <strong>del</strong> computer e sentire un colpo<br />
nel cuore, le corse per un saluto e le conversazioni amorose<br />
di una vita stavano sfociando in questo incontro... ed ero<br />
calmissima.<br />
Sei uscito con un sorriso. Un tuono nella mia mente. Sai<br />
quando pensi “Non può capitare questo a me” e intanto<br />
controlli il cuore che batte così velocemente da non<br />
riuscire a controllarlo e ti sembra di farneticare, e anche i<br />
pensieri sono balbettii...<br />
La prima cosa che ho notato di te sono stati i denti.<br />
Sembrava danzassero mentre parlavi. Mi hai stretto la<br />
mano, come si fa nei fi lm.<br />
Non me l’hai più lasciata.<br />
50 . <strong>ARPA</strong> .<br />
«Prima lo scoprirsi, mostrare<br />
quello che nel cuore erano solo<br />
cicatrici, lasciare spazio alla vista,<br />
emozionarsi. Mi hai toccata<br />
leggermente, accarezzandomi le<br />
spalle, il braccia, il seno.»<br />
Abbiamo passeggiato in quel viale come due bambini<br />
all’uscita da scuola. Per darmi un contegno mi ero portata<br />
la borsa di lavoro che pesava <strong>sulle</strong> spalle, ti sei offerto<br />
di portarmela. Hai cominciato a parlare tu, non mi hai<br />
dato respiro, è così che sei, egocentrico e spiritoso, ho<br />
riso molto. Almeno una decina di panchine, e le abbiamo<br />
snobbate tutte.<br />
Mi hai detto “Ora sai cosa ti tocca, vero?”<br />
Certo che lo sapevo. Camminavi con un modo strano di<br />
allargare un po’ verso l’esterno le gambe, ho esaminato<br />
nel silenzio ogni piccolo particolare. Mi sono acquietata.<br />
Non sono rimasta sorpresa di te. La mia calma era forse<br />
la tacita conseguenza <strong>del</strong> conoscerti fi n troppo bene, di<br />
averti immaginato ogni giorno, di aver fantasticato su<br />
di te, analizzando ogni singola parola, comprendendoti<br />
a fondo, stimando la tua intelligenza, fi nendo con<br />
l’innamorarmene.<br />
Perchè era questo, in fondo.<br />
Trovare una persona molto simile<br />
al mio immaginario, dopo aver<br />
passato una vita a rilevare difetti<br />
nelle conoscenze fatte. Stupirsi<br />
che qualcuno possa comprendere<br />
una mia frase, anche criptata, e<br />
rispondermi senza problemi, in un<br />
linguaggio che pensavo di usare solo<br />
io. Inchinarmi davanti a una rara<br />
forma di intelligenza e di veleno, che mi ha spinto negli<br />
anni a elaborare un antidoto, e allo stesso tempo a sentirmi<br />
attratta dal rischio di intossicazione.<br />
La sera abbiamo cenato in casa tua, raccontandoci le<br />
nostre vite in un soffi o. Bramosi di ascoltare, ogni cosa era<br />
dilatata. Non ho neppure notato l’arredamento, e questo<br />
vuole dire tanto. Io, così osservatrice, così puntigliosa<br />
e interessata alla disposizione dei mobili e degli spazi,<br />
ricordo solo una stanza.<br />
Abbiamo smesso di parlare. Una cosa che ti ha sempre<br />
reso onore è la tua sincerità. Non mi hai mai mentito,<br />
anche se sarebbe stato più semplice. Eri così forte e pieno<br />
di sicurezza, sembravi addirittura più giovane. Non avrei<br />
mai creduto di ammirare così un corpo. La tua pelle<br />
aveva di tanto in tanto alcune lentiggini chiare, seguivo il<br />
loro percorso con un dito come una costellazione. Ti sei<br />
lasciato guardare, senza fretta, senza vergogna. Ho toccato<br />
prima il viso, baciando le palpebre, sfi orando le ciglia,<br />
perdendomi nei lineamenti, ripromettendomi di non
dimenticare... Non dimenticare.<br />
Prima lo scoprirsi, mostrare quello che nel cuore erano<br />
solo cicatrici, lasciare spazio alla vista, emozionarsi. Mi hai<br />
toccata leggermente, accarezzandomi le spalle, il braccia, il<br />
seno.<br />
Ci siamo stretti, mani a esplorare tessuto, dita nervose e<br />
febbrili, pupille dilatate, forza e intensità.<br />
Bocche a sfamare bisogni, un equilibrio che si va lasciando,<br />
la certezza assoluta <strong>del</strong>la passione, la violenza <strong>del</strong>la<br />
sensualità, la morbidezza <strong>del</strong>la pelle si avvicina alla setosità<br />
dei tuoi capelli, ti bacio e ti bacio ancora, la tua bocca è un<br />
richiamo impellente. Mi mordi trattenendo il respiro, entri<br />
nella mia pelle con i denti, leccando i lembi che incastri tra<br />
le labbra. Rovesci il mio corpo abbandonato, ripeti il mio<br />
nome in una cantilena ossessiva, sento le tue dita entrare<br />
compulsivamente, senza freno, senza <strong>del</strong>icatezza... è così<br />
che ti immaginavo.<br />
Laceri ogni mia intenzione, obbligandomi a seguire il fi lo<br />
che hai in mente, frenetico e violento. Sono trasportata<br />
da un piacere illogico, cru<strong>del</strong>issimo e disgregante. Non<br />
ho pensieri, solo istinti, desideri da soddisfare. Riesci<br />
ad arrivare al punto in cui desidero solo la tua presenza<br />
riempitiva, i movimenti calibrati alla perfezione, un<br />
dondolo estatico di proporzioni inimmaginabili.<br />
Nella penombra <strong>del</strong>la notte neppure un pensiero va alla<br />
mia vita quotidiana. Lui dorme. Immortalo con una<br />
fotografi a in bianco e nero il suo viso rilassato, la bocca<br />
socchiusa. Sono stata condotta in un viaggio pieno di<br />
sfaccettature. Delizia e tortura.<br />
Ore senza chiudere gli occhi, mi alzo per dare un’aria<br />
presentabile al mio sguardo, picchietto le guance con<br />
acqua fresca. Ho la sensazione di dover morire da un<br />
momento all’altro.<br />
Devo lasciare questa stanza, i piedi si fanno pesanti,<br />
apri gli occhi confuso, domandi qualcosa, poi riprendi a<br />
dormire. Ricordo con estremo tormento.<br />
In quel momento ho desiderato essere una persona diversa,<br />
abbandonare tutto, dimenticare la strada per tornare a<br />
casa, gettare i miei fogli da una fi nestra, ricominciare ad<br />
amare una persona nuova. Ho sentito il singhiozzo che<br />
arrivava dall’anima penetrarmi la gola, un’ansia soffocante,<br />
il terrifi cante dolore <strong>del</strong>l’abbandono, <strong>del</strong>la vigliaccheria.<br />
Di tutto il tragitto ricordo solo le lacrime.<br />
Non ho avuto il coraggio di cercarti per molto tempo. Ero<br />
sopraffatta da stordimento e malinconia. Ho vagato giorni<br />
e giorni in un ambiente sterile, raccontando a me stessa<br />
che dovevo curare questa mia insanità di mente, che presto<br />
avrei ripreso a guardare il mondo con sguardo quiete. Ma<br />
il dolore, e l’amore, rendono diversi.<br />
Sono diventata bugiarda.<br />
Distratta e vergognosamente noncurante.<br />
Ho addirittura partecipato a una di quelle noiosissime<br />
cene di colleghi di mio marito.<br />
Di fronte allo specchio solo un’immagine sfuocata di me.<br />
Tormentandomi fi no ad accorgermi che per ritornare ad<br />
essere serena, avrei avuto bisogno di tornare da te...<br />
Ho fi nalmente riacceso il computer. Di fronte a me<br />
un’infi nita serie di messaggi portavano un solo nome,<br />
il tuo. Non ho avuto il coraggio di <strong>del</strong>uderti. Sorrido,<br />
perfi dia e ironia.<br />
Non chiedeva altro la mia testa, il mio corpo. Era come<br />
rimettersi a respirare.<br />
Tutto è ripreso con uguale intensità, sapendo che non<br />
era solo immaginazione, non solo fantasia. C’era sempre<br />
musica nella nostra stanza, lo stesso profumo, il desiderio e<br />
la sofferenza.<br />
Un’atrocità e una suprema <strong>del</strong>izia per il cuore, che è durata<br />
una vita intera.<br />
. <strong>ARPA</strong> . 51
AR<br />
PA<br />
6 nr. 9<br />
<strong>ARPA</strong>. <strong>Rivista</strong> <strong>digitale</strong> <strong>sulle</strong> <strong>nuove</strong> <strong>tendenze</strong> <strong>culturali</strong><br />
<strong>del</strong> nostro tempo. Numero 69. Dicembre 2005.<br />
Periodico iscritto all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) al<br />
num. 14878. Pubblicazione registrata al Tribunale di Milano al<br />
num. 454/2002.<br />
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52 . <strong>ARPA</strong> .<br />
dicembre 2005<br />
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Art director:<br />
FRANCESCA FASOLI<br />
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FRANCESCA FASOLI<br />
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Redazione Musica:<br />
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A questo numero hanno collaborato anche:<br />
Matilde Cattaneo, Valentina Fumagalli, Alfonso<br />
In<strong>del</strong>icato, Rossana Manassero, Franco Scaglione,