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ARPA - Rivista digitale sulle nuove tendenze culturali del ... - ARPANet

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mensile - € 0,00<br />

AR<br />

P A<br />

RIVISTA DIGITALE<br />

SULLE NUOVE TENDENZE<br />

CULTURALI DEL NOSTRO TEMPO<br />

REGALIDINATALE.BIZ:<br />

UN TUFFO NELLA TECNOLOGIA<br />

IL SALVAGENTE PER GLI ULTIMI REGALI!<br />

FLASHMOB<br />

CONOSCETE BILL?<br />

ECCO SPIEGATI GLI STRANI FENOMENI URBANI<br />

INTORNO A VOI.<br />

TAKE THAT AMARCORD<br />

MARK OWEN È TORNATO IN ITALIA<br />

E SI RACCONTA AI LETTORI DI <strong>ARPA</strong><br />

MUSICA PER UN NATALE IN BUONA COMPAGNIA<br />

INOLTRE...<br />

ACCENDI LA TV DEI BLOG<br />

MERCATINI NATALIZI<br />

LETTERS TO ELISE<br />

TEATRO: L’OMOSESSUALE<br />

O LA DIFFICOLTÀ DI SPRIMERSI<br />

UNCONVENTIONAL CHRISTMAS<br />

SPECIALE SUI FILM<br />

(DI NATALE E NON, KOLOSSAL E INDIPENDENTI) IN USCITA!<br />

CALLA, SIMPLE MINDS, KATIE MELUA, LACRUS E TANTO ALTRO<br />

LIBRI<br />

DAL SUDOKU ALLE CRONACHE DI NARNIA.<br />

nr.<br />

© 2005 <strong>ARPA</strong>Net


Sommario.<br />

12<br />

10<br />

8<br />

4<br />

14 20<br />

38<br />

36 47<br />

23<br />

26<br />

34<br />

aprile -maggio 2005


In questo periodo, come ogni anno, siamo tutti alle prese con i regali di Natale. Parenti, amici, conoscenti, colleghi… spesso non riusciamo a<br />

scegliere qualcosa che possa essere, allo stesso tempo, gradito, interessante ed originale.<br />

Da qualche anno a questa parte i prodotti tecnologici vanno per la maggiore; questa, infatti, è sicuramente una soluzione soddisfacente per<br />

qualsiasi tipologia di regalo. Le numerose fasce di prezzo e la vastissima gamma di prodotti – lettori musicali portatili, Personal Computer,<br />

macchine fotografi che digitali, navigatori satellitari, videocamere, videoregistratori digitali, ecc. – garantiscono una grandissima possibilità di<br />

scelta.<br />

L’e-store www.RegalidiNatale.biz è il sito web ideale per trovare regali di ogni tipo comodamente da casa, senza bisogno di avventurarsi tra la<br />

folla dei negozi e dei mega-store invasi, in questo periodo, da migliaia di persone. Il sito propone, in primo luogo, una vasta scelta di prodotti<br />

tecnologici, ma anche libri di narrativa e poesia, indumenti, oggetti e gadget originali: tante idee-regalo all’insegna <strong>del</strong>l’hi-tech, <strong>del</strong>la moda,<br />

<strong>del</strong> design e <strong>del</strong>la cultura. La procedura di acquisto on-line – con carta di credito, bonifi co o versamento su conto corrente postale – garantisce,<br />

nella massima sicurezza, una esecuzione veloce degli ordini e <strong>del</strong>le consegne (mediante corriere Dhl). I prodotti ordinati possono anche essere<br />

ritirati presso la sede di Milano.<br />

Acquistando su www.RegalidiNatale.biz, inoltre, è possibile far pervenire il regalo – in una originale confezione - direttamente al<br />

destinatario.<br />

Navigatori satellitari.<br />

Regalo certamente utile ed originale è un sistema di navigazione satellitare per automobile.<br />

In virtù dei prezzi non più proibitivi e <strong>del</strong>la offerta sul mercato ormai vastissima e diversifi cata per marche e mo<strong>del</strong>li, il numero di<br />

automobilisti che ritengono indispensabile questo comodo strumento è in forte crescita.<br />

La sua facilità d’uso consente anche alle persone dotate di scarsa empatia con le <strong>nuove</strong> tecnologie di installarlo ed utilizzarlo<br />

senza alcun problema. Esso risparmia a chi è in viaggio la complicata e scomoda consultazione di mappe cartacee e la necessità<br />

di chiedere continuamente indicazioni nelle località che non conosce; permette, inoltre, di arrivare a destinazione senza intoppi<br />

e nella maniera più veloce, di pianifi care tappe e deviazioni, di individuare luoghi di particolare interesse e, in alcuni casi, asi,<br />

addirittura di evitare strade congestionate ed eventuali ingorghi.<br />

In questo panorama, RegalidiNatale.biz propone tre alternative:<br />

Mo<strong>del</strong>lo: iPAQ rz1710 Navigator<br />

Produttore: HP<br />

Prezzo: 370,00 Euro<br />

È un sistema completo di navigazione GPS per auto, la<br />

soluzione integrata più semplice ed economica. Si installa<br />

perfettamente in qualsiasi veicolo e può essere facilmente<br />

spostato da una vettura all’altra.<br />

4 . <strong>ARPA</strong> .<br />

Mo<strong>del</strong>lo: Navigator g 5<br />

– bluetooth (con mappe italiane)<br />

Produttore: TomTom<br />

Prezzo: 245,00 Euro<br />

Per chi possieda già un palmare<br />

iPAQ, è l’acquisto ideale:<br />

consente di trasformare – senza<br />

bisogno di cavi – il palmare in<br />

un vero e proprio navigatore<br />

satellitare.<br />

di Antonio Batà<br />

Mo<strong>del</strong>lo: HP iPAQ hw6515 +<br />

Mappe <strong>del</strong>l’Europa Occidentale<br />

Produttore: HP (mappe TomTom)<br />

Prezzo: 844,00 Euro<br />

È un prodotto adatto a chi voglia<br />

unire, all’utilità <strong>del</strong> navigatore<br />

satellitare, le funzionalità<br />

integrate di un computer palmare<br />

e di un telefono cellulare.


Fotografi a <strong>digitale</strong>.<br />

La ormai larghissima diffusione di fotocamere digitali rischia di rendere questa “idea-regalo” poco originale, ma se il destinatario è interessato<br />

e non ne possiede già una, è un dono molto effi cace e di sicuro gradimento.<br />

Il repentino sviluppo che la fotografi a <strong>digitale</strong> ha avuto in questi anni ha cambiato radicalmente il modo in cui le persone conservano,<br />

modifi cano, condividono con amici e parenti, vicini e lontani, le proprie fotografi e. Il continuo miglioramento di questa tecnologia ha fatto<br />

sì che la qualità <strong>del</strong>le immagini sia notevolmente aumentata nel giro di pochi anni: la dimensione massima <strong>del</strong>le immagini scattate dalle<br />

fotocamere digitali è passata da circa 1 MegaPixel agli inizi degli anni ’90 ai 15 MegaPixel e più di questi ultimi mesi.<br />

Il segmento di mercato indubbiamente più sviluppato è quello <strong>del</strong>le fotocamere digitali compatte, accessibili a tutti, sia per i prezzi contenuti,<br />

sia per l’estrema facilità d’uso.<br />

Spendendo tra i 100,00 e i 250,00 Euro, si può gia accedere a fotocamere dotate di buone caratteristiche tecniche (3.2 MP) e di utili funzioni,<br />

quali lo zoom (ottico e/o <strong>digitale</strong>), la registrazione di brevi fi lmati, l’applicazione di effetti e la stampa diretta <strong>del</strong>le immagini.<br />

Nella fascia di prezzo che va invece dai 250,00 ai 500,00 Euro, la qualità dei mo<strong>del</strong>li disponibili è decisamente più elevata: la dimensione<br />

<strong>del</strong>le immagini arriva a 5MP, garantendo la possibilità di stampare anche su formati molto grandi (sino a 50x75 cm); inoltre, le funzioni<br />

disponibili sono più professionali e regolabili manualmente dall’utente. Si tratta di fotocamere adatte ad utenti più esperti ed esigenti che,<br />

senza arrivare a strumentazioni costosissime, vogliano ottenere prestazioni comunque molto buone.<br />

Nel catalogo di RegalidiNatale.biz vengono proposte quattro fotocamere che possono soddisfare le esigenze di diverse tipologie di utenti:<br />

Mo<strong>del</strong>lo: Optio S5Z<br />

Produttore: Pentax<br />

Prezzo: 499,00 Euro<br />

Risoluzione CCD: 5MP<br />

La fotocamera Optio S5z è la più recente evoluzione di<br />

una gamma che porta a nuovi livelli la portabilità e la<br />

Sliding Lens ha consentito di contenere grandemente<br />

peso e dimensioni: 105 gr e 83x55x21,5 mm<br />

Mo<strong>del</strong>lo: Easyshare<br />

C300<br />

Produttore: Kodak<br />

Prezzo: 109,00 Euro<br />

Risoluzione CCD: 3.2MP<br />

Con la fotocamera <strong>digitale</strong> Kodak Easyshare<br />

C300 per ottenere foto splendide basta<br />

premere un pulsante. Il CCD da 3,2 MP,<br />

garantisce stampe di qualità sorprendente<br />

fi no al formato 28x36 cm; è dotata, inoltre,<br />

di zoom <strong>digitale</strong> 5X e obiettivo Kodak da<br />

37 mm.<br />

Mo<strong>del</strong>lo: Easyshare Z730<br />

Produttore: Kodak<br />

Prezzo: 289,00 Euro<br />

Risoluzione CCD: 5MP<br />

Questa fotocamera consente di<br />

realizzare stampe di qualità straordinaria<br />

fi no al formato 50 x75 cm, grazie ai 5<br />

MP di risoluzione. Garantisce colori<br />

intensi in qualsiasi condizione di luce,<br />

grazie all’esclusivo chip Kodak Color<br />

Science; è dotata, inoltre, di controlli<br />

avanzati manuali e personalizzabili.<br />

Mo<strong>del</strong>lo: C-370-Zoom<br />

Produttore: Olympus<br />

Prezzo: 258,00 Euro<br />

Risoluzione CCD: 3.2MP<br />

La fotocamera <strong>digitale</strong> C-370-<br />

Zoom è dotata di un CCD da 3.2<br />

milioni di pixel, di zoom ottico 3x<br />

e di comandi semplici e intuitivi.<br />

Con la C-370-Zoom la fotografi a<br />

<strong>digitale</strong> diventa un gioco da<br />

ragazzi, per tutti!<br />

. <strong>ARPA</strong> . 5


I recenti sviluppi <strong>del</strong>le tecnologie informatiche hanno sensibilmente semplifi cato e migliorato l’attività di registrazione e archiviazione di<br />

contenuti video. La nuova frontiera <strong>digitale</strong> ha segnato un salto abissale rispetto ai vecchi sistemi analogici: non si tratta soltanto di una qualità<br />

video superiore, ma anche <strong>del</strong>la grande comodità di disporre di strumenti e supporti meno ingombranti e più versatili; è ormai fondamentale,<br />

ad esempio, la possibilità di poter visualizzare le immagini registrate non solo sul televisore, ma anche nel Personal Computer di casa – magari<br />

per dilettarsi con il video-editing – o su un PC portatile, per poterne usufruire, ad esempio, durante un viaggio. Al posto <strong>del</strong>le tradizionali<br />

cassette VHS la videoregistrazione <strong>digitale</strong> sfrutta due diverse tecnologie, spesso integrate in uno stesso apparecchio: quella basata sui DVD<br />

registrabili e quella legata all’uso di dischi rigidi interni al videoregistratore.<br />

Anche il videoregistratore <strong>digitale</strong> è tra quei prodotti che stanno riscuotendo un successo sempre crescente ed è sicuramente un regalo utile e<br />

gradevole. Questo strumento è destinato inesorabilmente a rimpiazzare nel tempo i “vecchi” videoregistratori VHS.<br />

Il principale vantaggio portato da questa nuova tecnologia consiste nella possibilità di registrare i programmi televisivi sull’hard disk interno<br />

<strong>del</strong> videoregistratore e di riprodurli direttamente, senza la necessità di comprare supporti esterni. A seconda <strong>del</strong>la capienza <strong>del</strong>l’hard disk (dai<br />

40 ai 400GB) e <strong>del</strong>la qualità di registrazione video, possono essere memorizzate da un paio d’ore sino a diverse decine.<br />

I programmi registrati possono poi essere masterizzati ed archiviati su vari tipi di DVD (DVD-R, DVD+R, DVD-RW, DVD+RW, DVD-RAM),<br />

supporto che, oltre ad essere molto migliore, in termini di qualità video, prezzo e longevità <strong>del</strong>le tradizionali cassette VHS, offre il vantaggio<br />

di poter essere visualizzato anche in qualsiasi Personal Computer dotato di lettore DVD.<br />

Mo<strong>del</strong>lo: DVD Recorder HD 250GB i-Link<br />

Produttore: Sony<br />

Prezzo: 719,00 Euro<br />

Compatibile con: DVD Video/ DVD-R/ DVD-RW/<br />

DVD-RW/ DVD+R/ DVD+RW/ Video CD/ CD<br />

Audio/ CD-R/ CD-RW.<br />

6 . <strong>ARPA</strong> .<br />

Mo<strong>del</strong>lo: DVD Recorder HD 80 GB<br />

Produttore: Samsung<br />

Prezzo: 399,00 Euro<br />

I DVD Recorder <strong>del</strong>la gamma Samsung<br />

sono estremamente facili da usare: le<br />

funzioni di registrazioni “one touch”,<br />

il programma di navigazione, il sistema<br />

di indice dei brani ad icone e la ricerca<br />

ad alta velocità permettono una gestione<br />

semplice e rapida dei dischi.<br />

Mo<strong>del</strong>lo: DVD Recorder HD<br />

80GB<br />

Produttore: Mustek<br />

Prezzo: 324,00 Euro<br />

Il DVD recorder/player Mustek<br />

è dotato di un hard disk da<br />

80GB; può registrare da TV, VCR<br />

o satellite su DVD+R/RW. È<br />

compatibile con: DVD, DVD±R/<br />

RW, CD, CD-R/RW, (S)VCD,<br />

Kodak Picture CD.<br />

The smaller, the better.<br />

Il mercato dei prodotti tecnologici attraversa una fase in cui va assumendo sempre più importanza la riduzione <strong>del</strong>le dimensioni e <strong>del</strong> peso<br />

<strong>del</strong>le strumentazioni elettroniche: i monitor “piatti” TFT stanno soppiantando gli ingombrantissimi monitor CRT; i lettori di musica portatili<br />

hanno raggiunto le dimensioni di una gomma; le macchine fotografi che possono pesare meno di 3 etti; i computer portatili (Notebook) sono<br />

ormai dotati di caratteristiche che consentono di valutarne l’acquisto anche per l’utilizzo in casa, in sostituzione di un Personal Computer; la<br />

convergenza tra telefoni cellulari e computer palmari (Pocket PC) permette di avere sempre con sé un avanzatissimo strumento di lavoro e di<br />

comunicazione non più grande di un’obsoleta agenda-organizer.<br />

Nel catalogo di RegalidiNatale.biz, per il mese di dicembre, vengono proposti alcuni prodotti che hanno tra le loro caratteristiche di punta<br />

proprio l’elevata “portabilità”, garantita da dimensioni e pesi ridotti al minimo.<br />

Innanzitutto va segnalato il mini-Notebook Flybook:<br />

Mo<strong>del</strong>lo: Flybook 512MB 40GB XP PRO<br />

Produttore: Dialogue<br />

Prezzo: 1.939,00 Euro<br />

Il mini-Notebook Flybook unisce alle performance<br />

di un PC di ultima generazione la portabilità di<br />

uno Smart-Phone, la comodità di un Tablet PC e la<br />

connettività di un telefono cellulare GSM/GPRS.<br />

Inoltre è leggerissimo ed ha un design gradevole<br />

e colorato. Il display touch-screen da 8.9 pollici (formato<br />

16:9) può essere ruotato di 180° e ribaltato, in modo da<br />

trasformare il Flybook in un comodissimo Tablet-PC.<br />

Caratteristiche:<br />

Processore: Transmeta Crusoe TM-5800 1GHz; 64K<br />

Ram: 512 MB DDR<br />

Hard disk: 40 GB - 2.5” Ultra DMA 66/100<br />

Schermo: Display da 8.9 pollici; risoluzione 1024x600 pixel<br />

ad elevato contrasto con elevato angolo di visuale<br />

Sistema operativo: Microsoft Windows XP Pro Italiano<br />

Peso e dimensioni: 1,2 kg – 235 x 155 x 31 mm<br />

Mo<strong>del</strong>lo: Tablet Pc TC4200 1.86 Ghz<br />

(PV984ET)<br />

Produttore: HP<br />

Prezzo: 2.115,00 Euro<br />

Il Tablet PC HP Compaq tc4200<br />

aggiunge a tutta la potenza ed alle<br />

prestazioni di un notebook con<br />

funzionalità complete la<br />

versatilità e la praticità<br />

<strong>del</strong>la scrittura manuale.<br />

Ideale per gli utenti<br />

con elevate esigenze di<br />

mobilità che richiedono<br />

prestazioni prolungate<br />

<strong>del</strong>la batteria.


Mo<strong>del</strong>lo: iPAQ HW6515<br />

Mobile Manager GSM/GPRS/EDGE<br />

Produttore: HP<br />

Prezzo: 655,00 Euro<br />

In un design elegante e leggerissimo il palmare HP iPAQ HW6515<br />

racchiude tecnologie GSM/GPRS/EDGE integrate e funzionalità<br />

avanzate complete, tra cui fotocamera e tastiera incorporate e<br />

antenna satellitare GPS.<br />

Mo<strong>del</strong>lo: XA-MP102W Lettore Mp3 1GB<br />

Produttore: JVC<br />

Prezzo: 154,00 Euro<br />

Completamente nuovo e totalmente ottimizzato per<br />

un’esperienza sonora mai provata prima! XA-MP102W è<br />

un ottimo esempio <strong>del</strong>l’incessante ricerca di JVC per una<br />

tecnologia in grado di offrire una qualità video ed audio<br />

sempre migliore.<br />

Mo<strong>del</strong>lo: MuVo TX 1GB SE -<br />

Lettore Mp3<br />

Produttore: Creative<br />

Prezzo: 119,00 Euro<br />

Creative MuVo TX SE è in<br />

grado di memorizzare fi no a<br />

16 ore (240 tracce) di musica<br />

in formato MP3 o 32 ore (480<br />

tracce) in formato WMA.<br />

È dotato di un microfono<br />

integrato e di un brillante<br />

display LCD.<br />

Altra “moda tecnologica” che sta prendendo sempre più piede è costituita dall’utilizzo di sistemi di telefonia via Internet (VoIP), al posto <strong>del</strong>la<br />

tradizionale linea telefonica.<br />

La tecnologia VoIP rende possibile effettuare una conversazione telefonica sfruttando, anziché la normale linea <strong>del</strong> telefono, una connessione<br />

ad Internet o un’altra rete che utilizzi il protocollo IP (ad esempio una LAN). Il principale vantaggio di questo sistema rispetto alla telefonia<br />

tradizionale riguarda i costi molto minori per le telefonate, in particolare per quelle internazionali.<br />

Lanciata da Skype e resa ora disponibile da moltissime altre società, questa nuova soluzione ha portato con sé la necessità, per i suoi<br />

utilizzatori, di avere a disposizione accessori specifi ci che ne rendano più semplice e veloce l’utilizzo: in particolare cuffi e e microfoni<br />

integrati, ma anche veri e propri telefoni che, connessi al PC via USB o senza cavo, consentono di accedere alla straordinaria convenienza <strong>del</strong><br />

sistema VoIP, conservando le funzionalità (ed anche l’abitudine) di un normale apparecchio telefonico.<br />

Nel catalogo di RegalidiNatale.biz sono disponibili tre accessori specifi camente pensati per l’utilizzo di sistemi di telefonia e/o di messaggistica<br />

vocale via Internet:<br />

Mo<strong>del</strong>lo: Skype Webcam + cuffi a mobility<br />

Produttore: Think Xtra<br />

Prezzo: 50,00 Euro<br />

È Perfetto per l’utilizzo con Skype, Msn Messenger,<br />

Yahoo! Messenger e qualsiasi altro software di<br />

conversazione on-line. La confezione comprende:<br />

TX webcam con cuffi e Mobility; 60 minuti di credito<br />

Skypeout; 1 mese di prova per la casella vocale;<br />

Software completo di Skype.<br />

Mo<strong>del</strong>lo: Skytel Telefono USB<br />

Produttore: Digicom<br />

Prezzo: 45,00 Euro<br />

Skytel dispone di tutte le funzioni necessarie<br />

ad effettuare e ricevere chiamate via Internet nel<br />

modo più semplice. Una volta connesso alla porta<br />

USB <strong>del</strong> computer si presenta come un normale<br />

telefono dotato di tastiera e display, sul quale vengono<br />

visualizzati il numero o l’ID <strong>del</strong> chiamante, data e ora<br />

e altre informazioni utili.<br />

Mo<strong>del</strong>lo: CIT200<br />

– Internet Telephone<br />

Produttore: Linksys<br />

Prezzo: 139,00 Euro<br />

Il telefono cordless<br />

consente agli utenti<br />

di utilizzare i servizi<br />

di telefonia offerti<br />

da Skype, senza<br />

la necessità di<br />

stare davanti al<br />

proprio PC. Inoltre,<br />

interfacciandosi con<br />

il software Skype, è<br />

in grado di scorrere<br />

la lista degli utenti su<br />

un display a colori e<br />

supporta i servizi SkypeOut, SkypeIn e<br />

Skype Voicemail.<br />

. <strong>ARPA</strong> . 7


Letters to Elise.<br />

8 . <strong>ARPA</strong> .<br />

Milano,1 luglio 2005<br />

Cara Elise,<br />

ho riaperto la busta e sto scrivendo ora questa seconda lettera.<br />

Sono appena arrivata da Torino, sono stanca, ma so già che non riuscirò a<br />

dormire. Come si fa, dopo aver passato una serata come la mia, a dormire?<br />

Lo so che sei curiosa, e lo sarei pure io.<br />

Non è facile riversare su questo foglio bianco tutto quello che sto provando<br />

adesso, ci posso provare, ma il risultato non sarà dei migliori.<br />

Una cosa è certa: ho fatto bene ad andare a Torino per i Bright Eyes, ho fatto<br />

davvero bene.<br />

Eccoti un breve riassunto <strong>del</strong>la serata.<br />

Arriviamo a Faint iniziati, dopo aver vagato per una Torino spettrale e<br />

spietatamente inospitale, come solo quella città sa essere.<br />

Io ho pregato che quel minaccioso cielo nero sopra di noi non riversasse tutta<br />

la sua rabbia sui nostri vestiti stilosi, ma leggeri quanto l’estate richiede.<br />

Non fa nemmeno così caldo. Appena arriviamo, Andre trova subito qualcuno con cui<br />

parlare, mentre io cerco, praticamente sull’orlo <strong>del</strong>lo svenimento, di mangiare<br />

qualcosa.<br />

Hai presente quei momenti in cui potrei uccidere per un gelato? :) Ecco, è<br />

proprio uno di quelli.<br />

Siamo partiti tardi e non c’è stato tempo di fermarci in Autogrill. Mentre<br />

l’autostrada scorreva veloce nello specchietto abbiamo ascoltato due volte tutto<br />

“Digital Ash in a Digital Urn”.<br />

Ovviamente in un remoto angolo <strong>del</strong> mio cervello c’è anche il desiderio di parlare<br />

con Conor Oberst, ma i Faint hanno già iniziato a suonare (Ti odio, ti odio,<br />

Andre) e la cosa è praticamente irrealizzabile.<br />

E poi ho fame, cavolo, ed ho già visto a Milano quanto l’interazione possa essere<br />

diffi cile con questo personaggio quindi non provo nemmeno a capire dove questa<br />

persona ipoteticamente possa essere.<br />

Sono quasi al bar, quando con la coda <strong>del</strong>l’occhio vedo Gretta Cohn, la<br />

violoncellista dei Cursive, che è in tour con i Bright Eyes. È forse il motivo<br />

per cui sono qui: sul palco ci sarà un violoncello e un violino, oltre alle<br />

innumerevoli chitarre (elettriche), tre tra tastiere e synth e due batterie<br />

(con tanto di squisito batterista jolly per tutte le band <strong>del</strong>la Saddle Creek).<br />

Vedo Gretta, con un bellissimo vestito, seduta da sola al merchandising, e<br />

sto meditando se andare verso di lei o verso il cibo quando... sento dei passi<br />

avvicinarsi a me. D’istinto mi giro pensando che sia Andre che mi raggiunge, e<br />

invece no! Non è Andre: è Conor, Conor Oberst dei Bright Eyes, proprio lui.<br />

Pagherei per vedere l’espressione che mi si è dipinta sul volto quando l’ho<br />

riconosciuto: doveva essere divertente, perché mi ha sorriso timidamente e<br />

ha esordito con un amichevole “Hi!!” e si è fermato lì. Con me, in mezzo al<br />

niente. Impreparata e incredula ho detto le quattro cose più banali che mi sono<br />

venute in mente, già consapevole che me ne sarei pentita, e lui ha risposto con<br />

gentilezza alle mie domande e con un simpatico “grazi” ai complimenti (no, Elise,<br />

non ho avuto cuore di dirgli che si dice “grazie”, non ce l’ho fatta ad essere<br />

MissSoTutto io anche con lui). Era sobrio. Ed era splendido. Una persona diversa<br />

rispetto al fragile ragazzo che avevo visto a Milano. È pure ingrassato un po’ :)<br />

. Ero imbarazzatissima, davvero!<br />

Gli ho detto che stavo cercando un mio amico e me ne sono andata, per quanto mi<br />

riguarda ho avuto anche più di quello che mi aspettavo. Sono tornata da Andre e<br />

l’ho fatto morire d’invidia!<br />

Ovviamente mi sono dimenticata di mangiare (per tutta la serata), ma dopo<br />

l’incontro fatale l’unica cosa che riuscivo a sentire era il mio emo-cuoricino<br />

che batteva.<br />

Ci siamo sistemati sotto il palco, perché la gente non era molta, purtroppo. I


Bright Eyes hanno incominciato a suonare mentre il sole fi niva di tramontare e le<br />

nuvole tanto minacciose si sono quasi defi late regalando un cielo suggestivo (“Il<br />

cielo su Torino”, proprio come la canzone dei Subsonica).<br />

Poi sul palco è salito Conor, e purtroppo non era più lucido né sobrio. Aveva gli<br />

occhi chiusi e dopo qualche minuto si è accasciato. “Stavolta non mi freghi”, ho<br />

pensato. Ma mi ha fatto comunque impressione. Mi chiedo come faccia a cantare e a<br />

suonare in quelle condizioni, ma comunque ci riesce. Capisco subito che sarà uno<br />

spettacolo davvero diverso da quello di Milano, parla molto meno e all’inizio c’è<br />

molta meno empatia con il pubblico. Non ci sono ragazzine urlanti, il pubblico<br />

è piuttosto maturo e, se devo essere sincera, molto, molto bello. Conor ha la<br />

maglietta che indossa nel suo ultimo video, mi piace questa cosa che, nonostante<br />

tutto, tenga sempre i piedi per terra.<br />

Ha iniziato a incidere i primi album a 13 anni, a 15 ha girato (d’estate) gli<br />

Stati Uniti con i Commander Venus, mentre faceva i suoi anni di high-school in<br />

una scuola privata maschile; pochi anni dopo ha pubblicato il suo primo album<br />

come Bright Eyes (il tutto mentre studiava al college, ovviamente). Inoltre ha<br />

un’altra band rock per cui scrive testi con tematiche a sfondo politico/sociale<br />

(Desaparecidos): insomma, potrebbe anche tirarsela, no?<br />

O forse potrebbe tirarsela solo per il fatto che Bruce Springsteen l’ha voluto<br />

con i R.E.M. al “Vote for change tour”, mentre tutti i giornali lo defi nivano come<br />

il nuovo Bob Dylan.<br />

E invece no. Sembra non aver perso quell’immediatezza che gli permette di<br />

regalare sorrisi agli sconosciuti. Mentre canta vengono proiettate videoinstallazioni<br />

sul telone alle sue spalle: alcuni video sono molto belli e<br />

vorrei avere la capacità mentale di seguire entrambe le cose. Interagisce poco,<br />

ma ripete spesso “Grazi, grazi”, e saltella qua e là rimbalzando <strong>sulle</strong> casse<br />

e sul sintetizzatore. È un concerto più fi sico di quello di cui ti ho scritto<br />

ieri, tutta la tensione che non riesce a esprimere gridando la esprime con<br />

il corpo. I suoi occhi si vedono poco perché i capelli che stanno perdendo il<br />

taglio sono spesso e volentieri sulla sua faccia. Il risultato è che non gli<br />

stacchi gli occhi di dosso per due ore. Gretta suona il violoncello con una<br />

energia inverosimile, la vecchia conoscenza Nate è alle tastiere con la solita<br />

espressione indifferente. Che si diverta? Io credo di sì, altrimenti non sarebbe<br />

su quel palco.<br />

Verso la fi ne Conor parla un po’ e prima di chiudere con la bellissima Easy/<br />

Lucky/Free dispensa un po’ <strong>del</strong> wisdom di cui è solito infarcire i suoi album,<br />

cammina sull’orlo <strong>del</strong> palco e ho paura che in questo ciondolarsi possa cadere<br />

accidentalmente.<br />

Quando scende dal palco e lascia che i suoi fi dati musicisti chiudano, questo<br />

spettacolo mi lascia ricordi in<strong>del</strong>ebili.<br />

Il mio emo-cuoricino diffi cilmente dimenticherà questo concerto e il cielo su<br />

Torino che, nel frattempo, è fi orito in mille stelle.<br />

You don’t recognize behavior<br />

Or the spelling of your name<br />

And the shape that’s in the mirror<br />

(Neely O’Hara – Bright Eyes)<br />

. <strong>ARPA</strong> . 9


Blog.<br />

Accendi<br />

la TV<br />

dei Blog<br />

Proseguiamo nel nostro percorso di ricerca<br />

<strong>sulle</strong> potenzialità dei nostri amati blog:<br />

questo mese parliamo di come i blog stiano<br />

arricchendo la televisione.<br />

Stanchi <strong>del</strong>la televisione tradizionale che,<br />

ogni tanto, sembra avere un punto di vista<br />

troppo lontano e poco disincantato?<br />

La risposta è NessunoTV (www.nessuno.tv): il<br />

nuovo canale satellitare di informazione e cultura<br />

(Sky 890 e free per tutti i possessori di decoder).<br />

Una realtà “aperta al pubblico” che si connota come<br />

l’alternativa alla televisione di oggi, spesso povera di<br />

stile e di contenuto.<br />

La caratteristica fondamentale di NessunoTV è,<br />

quindi, la partecipazione degli spettatori!<br />

Il grande locale che ospita gli studi <strong>del</strong>l’emittente è<br />

una novità assoluta per il panorama italiano; si tratta<br />

infatti di un grande spazio fruibile da tutti (a Roma,<br />

nel quartiere Ostiense, la piccola SoHo capitolina)<br />

dove sarà possibile acquistare libri, assistere a<br />

dibattiti, intervenire direttamente usufruendo <strong>del</strong>la<br />

blogTV, bere, mangiare ed addirittura permettersi un<br />

massaggio :-) . Il tutto sotto l’occhio discreto (?), ma<br />

sempre acceso, <strong>del</strong>le telecamere.<br />

Udite, udite: ci sarà pure un Caffè Letterario,<br />

attento alle <strong>nuove</strong> <strong>tendenze</strong>!<br />

“Ma che cosa c’entrano i blog?”, direte voi:<br />

c’entrano, c’entrano!<br />

Dalla primavera <strong>del</strong> 2005, BlogTV permette<br />

ai videoblogger di partecipare alla defi nizione<br />

<strong>del</strong> palinsesto di una televisione, grazie ad un<br />

10 . <strong>ARPA</strong> .<br />

di Valentina Fumagalli<br />

importante accordo con una <strong>del</strong>le piattaforme blog<br />

più famose d’Italia, Il Cannocchiale, che consentirà a<br />

tutti di mandare in onda i propri fi lmati!<br />

Basterà aderire al progetto (e fi rmare una<br />

liberatoria), possedere un dispositivo di ripresa<br />

qualsiasi (da una semplice webcam a un videofonino<br />

a una handycam amatoriale) e avere soprattutto<br />

un’idea per un programma adatto alla BlogTV.<br />

Molteplici possono essere le tematiche e le modalità:<br />

da un’intervista a un editoriale, da un videoclip a<br />

un cartone animato, nessun format è precluso, con<br />

l’unica limitazione <strong>del</strong>la durata (massimo 5 minuti),<br />

imposta sia dalle possibilità di compressione <strong>del</strong> fi le<br />

che dalla necessità di utilizzare un linguaggio veloce e<br />

adatto tanto al web quanto alla tv.<br />

Pubblicate il video sul vostro sito/blog: il fi lmato<br />

verrà raccolto dalla redazione di NessunoTV<br />

e trasmesso all’interno <strong>del</strong> proprio palinsesto.<br />

(Ovviamente l’autore verrà prima avvisato :-) ).<br />

Nel sito www.ilcannocchiale.it troverete tutte le<br />

informazioni necessarie per iniziare questa nuova<br />

avventura che vi porterà sullo schermo!<br />

Dagli USA<br />

Per aprire ancora di più gli occhi sul mondo non lasciatevi sfuggire<br />

questa televisione in cui moltissimi servizi sono realizzati con i<br />

contributi degli ascoltatori.<br />

www.current.tv


Poesia.<br />

“Natale”…<br />

Questa strana festa<br />

che mi perseguita<br />

da quando sono al mondo…<br />

Quando, piccino, domandavo a mia mamma;<br />

ella, condiscendente<br />

mi parlava di strane leggende,<br />

di vecchie superstizioni<br />

di quando l’uomo, un poco bambino,<br />

pargoleggiava …<br />

Ricordo, accennava,<br />

a strambe vicende<br />

di vita e di morte<br />

in un paese lontano…<br />

Dev’essere nato qualcuno<br />

un tempo<br />

almeno, io credo.<br />

se proprio così questo giorno<br />

si chiama: “Natale”.<br />

Ma chi?<br />

Forse un cantante?<br />

È oggi un profl uvio<br />

di doni,<br />

di vasti,<br />

estenuati sorrisi<br />

scambiati con chi di solito<br />

nemmeno guardi…<br />

Come ebeti automi<br />

si va, per le strade<br />

di queste brillanti città,<br />

dicendo: - auguri! auguri! -<br />

a quanti tu incontri<br />

fra incerte e nervose<br />

strette di mano.<br />

Ma qualcosa mi sfugge<br />

in tanto comune gaudio:<br />

chi nacque, quel giorno lontano?<br />

Forse dall’ampia falcata,<br />

dal tiro potente,<br />

dall’agile stop a seguire,<br />

idolo <strong>del</strong>le folle<br />

e <strong>del</strong>le fanciulle in fi ore<br />

aitante calciatore…<br />

il quale infortunatosi<br />

visse poi triste vicenda<br />

che so, di lunghe ingessature,<br />

complicate operazioni,<br />

chirurghi famosi,<br />

e infi ne di colpo guarito<br />

(come per un prodigio)<br />

riprese a far goal…<br />

Non ne sono sicuro, no.<br />

Però mi sovviene<br />

che si trattò di una faccenda così:<br />

di vita, di morte,<br />

dolore e riscatto…<br />

Quest’oggi però,<br />

nel comune contento,<br />

non scorgo una traccia di questo…<br />

Il senso di tanta baldoria<br />

confesso, mi sfugge.<br />

Se trovo cinque minuti<br />

a casa, stasera,<br />

di Alfonso In<strong>del</strong>icato<br />

. <strong>ARPA</strong> . 11


Tendenze.<br />

BILL2 È UN SIMPATICO ORSO ITALIANO.<br />

L’IDENTITÀ È SEGRETA, MA LE AZIONI SONO<br />

PUBBLICHE E AFFOLLATE.<br />

L’ORGANIZZAZIONE È SEMPRE IMPECCABILE:<br />

ALL’ARRIVO NEL PUNTO DI RITROVO I<br />

PARTECIPANTI CERCANO GLI ORGANIZZATORI<br />

SUSSURANDO LA PASSWORD CHE CAMBIA<br />

OGNI VOLTA, E RICEVONO UN FOGLIO CON<br />

LE ISTRUZIONI OPPURE IL NECESSARIO PER<br />

PARTECIPARE.<br />

NEL CASO DEL “SOFT FIGHT CLUB”, UN<br />

FURGONCINO PARCHEGGIATO DIETRO PIAZZA<br />

VETRA HA DISTRIBUITO CUSCINI.<br />

12 . <strong>ARPA</strong> .<br />

L’ULTIMO FLASHMOB È STATO A BOLOGNA,<br />

MA I DUE PRECEDENTI ORGANIZZATI A MILANO<br />

SONO STATI PIÙ DIVERTENTI: LA BATTAGLIA<br />

DI CUSCINI IN PIAZZA SAN LORENZO (IL 29<br />

SETTEMBRE) E LA PROFUSIONE DI BACI E<br />

ABBRACCI IN CORSO DI PORTA TICINESE (IL<br />

27 OTTOBRE).<br />

NONOSTANTE DURANTE I FLASH MOB FOSSERO<br />

PRESENTI MOLTI GIORNALISTI E FOTOGRAFI, LA<br />

STAMPA NON HA DEDICATO MOLTO SPAZIO AL<br />

FENOMENO. QUESTO ALIMENTA IL SOSPETTO<br />

CHE I FLASH MOB ITALIANI ALTRO NON SIANO<br />

CHE UNA TROVATA PUBBLICITARIA DI UNA<br />

di Francesca Fasoli<br />

I «FLASHMOB» SONO AZIONI DI MASSA VELOCI, DURANO AL MASSIMO DIECI MINUTI E FINISCONO<br />

GENERALMENTE CON UN APPLAUSO. ATTRAVERSO L’UTILIZZO DI INTERNET O SMS SI CREANO FOLLE<br />

DI PERSONE, MOVIMENTI D’AZIONE.<br />

IL FLASHMOB È NATO A NEW YORK NEL 2003 DA UN’IDEA DI UN 28ENNE - BILL - CHE HA VOLUTO<br />

TENTARE UN ESPERIMENTO SOCIOLOGICO SULLE FOLLE.<br />

SUCCESSIVAMENTE, IL FLASHMOB SI È DIFFUSO IN TUTTO IL MONDO.<br />

FAMOSA MARCA DI ZAINETTI.<br />

I FLASHMOB MILANESI SI SONO SVOLTI VICINO<br />

ALLO STORE E LE FOTO DEL “SOFT FIGHT CLUB”<br />

SONO STATE ESPOSTE PROPRIO NEL NEGOZIO<br />

MONOMARCA DURANTE IL “LOVE IN”. COME<br />

SE NON BASTASSE, L’IMMAGINE DELL’ORSO<br />

BILL È RUBACCHIATO DIRETTAMENTE DA UNA<br />

VECCHIA PUBBLICITÀ DELL’AZIENDA.<br />

PER CAPIRE QUALCOSA DI PIÙ, HO RIVOLTO<br />

ALCUNE DOMANDE PROPRIO A BILL, CHE PERÒ<br />

È STATO UN PO’ SFUGGENTE... DEL RESTO È UN<br />

ORSO!


QUANDO È NATO BILL? QUANDO SEI DIVENTATO<br />

BILL? E L’IDEA DELL’ORSO? QUANTI BILL CI SONO?<br />

PUFF! QUANTE DOMANDE TUTTE INSIEME!<br />

ALLORA: BILL È NATO A NEW YORK NEL<br />

2003, QUANDO HA ORGANIZZATO IL PRIMO<br />

FLASHMOB DELLA STORIA. IO SONO LA SUA<br />

REINCARNAZIONE. L’ORSO L’ABBIAMO RUBATO<br />

A UNA VECCHIA PUBBLICITÀ. CI PIACE MOLTO IL<br />

MODO IN CUI SINTETIZZA RABBIA E TENEREZZA.<br />

SPERIAMO CHE LA EASTPAK NON SI ARRABBI<br />

TROPPO PER IL FURTARELLO... ADESSO I BILL IN<br />

TUTTA ITALIA SONO MIGLIAIA. LETTERALMENTE.<br />

LE PERSONE CHE HANNO PARTECIPATO AI<br />

FLASHMOB MILANESI SONO TUTTE MOLTO<br />

GIOVANI: QUAL È L’ETÀ MEDIA “DELL’ENTITÀ BILL”?<br />

TRA I 20 E I 30, MA CI SONO BILL DI 12 COME<br />

DI 60 ANNI.<br />

ECCOCI AL TERZO FLASHMOB...<br />

RISULTATI? IL MIGLIORE?<br />

NON POSSO SCEGLIERE, PER UN MOTIVO O PER<br />

L’ALTRO SONO STATI TUTTI ENTUSIASMANTI.<br />

DICIAMO CHE IL MIGLIORE SARÀ IL PROSSIMO<br />

;-)<br />

BE’, LA BATTAGLIA DI CUSCINI È STATA UNO<br />

SPETTACOLO! IO L’HO VISTA DALL’ALTO SENZA<br />

SAPERE CHE COSA FOSSE; TROVARMELA COSÌ<br />

ALL’IMPROVVISO È STATO MOLTO SUGGESTIVO!<br />

ANCHE IL TRAMVIERE CHE DURANTE “LOVE<br />

IN” INVIAVA BACI A TUTTI NON È STATO<br />

MALE! PERÒ SIAMO SEMPRE SULL’ONDA<br />

INGLESE: IL FLASHMOB DI DOMANI SARÀ<br />

LEGATO ALLA MUSICA, MI SEMBRA DI AVER<br />

CAPITO, PROPRIO COME A LONDRA! PERCHÈ<br />

NON ORGANIZZARE TUTTI INSIEME QUALCOSA<br />

TIPO PUBBLICITÀ DELLA SWATCH? :-OO<br />

LE PERFORMANCE DI BILL SI BASANO SU IDEE<br />

SEMPLICI, CHE GIRANO NELL’ARIA. BASTA<br />

AFFERRARLE AL VOLO E SBATTERSI UN PO’ PER<br />

CONCRETIZZARLE. TUTTI POSSONO FARLO. E<br />

BILL È DISPONIBILE A SOSTENERLI.<br />

BILL2 NON HA SVELATO MOLTO, MA VI<br />

ANTICIPO CHE, IN QUESTI GIORNI, STA PER<br />

L’APPUNTO PROGRAMMANDO UN EVENTO IN<br />

CONTEMPORANEA TRA MILANO E BOLOGNA.<br />

DICIAMO CHE... LE IDEE SEMPLICI GIRANO<br />

NELL’ARIA<br />

:-))<br />

PER PARTECIPARE, POTETE COLLEGARVI A<br />

WWW.BILL2.ORG.<br />

Flashmob in Italia Flashmob nel mondo<br />

Bologna - 19 Novembre 2005<br />

“Happy Meal con sorpresa sbagliata”<br />

Milano - 27 ottobre 2005<br />

“Love in”<br />

Milano - 29 settembre 2005<br />

“Soft Fight Club”<br />

Roma - 31 luglio 2003<br />

“Gag varie”<br />

Roma - 24 luglio 2003<br />

“Titoli inesistenti”<br />

Bologna - 19 Novembre 2005<br />

“Happy Meal con sorpresa sbagliata”<br />

Milano - 27 ottobre 2005<br />

“Love in”<br />

Milano - 29 settembre 2005<br />

“Soft Fight Club”<br />

Roma - 31 luglio 2003<br />

“Gag varie”<br />

Roma - 24 luglio 2003<br />

“Titoli inesistenti”<br />

Flashmob websites<br />

http://fl ashmob.com/<br />

www.mobile-clubbing.com<br />

www.fl ashmob.co.uk<br />

http://fl ashmob.twoday.net<br />

www.madridmobs.net<br />

www.fl ashmobitalia.info<br />

. <strong>ARPA</strong> . 13


Natale al Cinema.<br />

UNCONVENTIO<br />

BROKEN<br />

FLOWERS<br />

14 . <strong>ARPA</strong> .<br />

di Sarah Sivieri<br />

Nello sfavillante firmamento di titoli che affollano le sale cinematografiche sotto Natale,<br />

vi consigliamo di non perdere queste perle, provenienti dai fondali meno battuti dei festival<br />

indipendenti.<br />

Regia: Jim Jarmush<br />

Interpreti principali: Bill Murray,<br />

Sharon Stone, Jessica Lange,<br />

Produzione: Bac Films, Focus<br />

Feature<br />

Distribuzione: Mikado<br />

Dopo il trionfo di Cannes (premio<br />

speciale <strong>del</strong> pubblico), approda nelle<br />

sale italiane l’attesissima pellicola<br />

di Jim Jarmush, con protagonista<br />

Bill Murray, già diretto in Coffee and<br />

Cigarettes (2003).<br />

Tutto il fi lm ruota attorno alla fi gura<br />

metaforica <strong>del</strong> don Giovanni, con<br />

cui si apre la pellicola e nella quale<br />

Don Johnston (Bill Murray) viene<br />

identifi cato. Tuttavia, nel protagonista<br />

si è spenta l’ansia ferocemente allegra<br />

<strong>del</strong> personaggio letterario, dissoltasi<br />

negli anni in una insoddisfazione<br />

generalizzata che sfi ora l’apatia.<br />

Non c’è più in Don la tensione alla<br />

ricerca, e le amanti occasionali a cui<br />

si fa generico riferimento sembrano<br />

essere più una paludata abitudine che<br />

un bisogno impellente di conquista.<br />

A scuotere dalle fondamenta<br />

un’esistenza scialba, una lettera<br />

anonima che annuncia il possibile<br />

arrivo di un fi glio ventenne, <strong>del</strong>la<br />

cui paternità Don è stato lasciato<br />

all’oscuro.<br />

Aiutato da un vicino di casa con<br />

velleità di detective, il protagonista<br />

intraprende un viaggio nel proprio<br />

passato, alla ricerca <strong>del</strong>l’ipotetica<br />

madre. Tornerà dunque a far visita<br />

a quattro ex fi amme, una radiosa<br />

Sharon Stone, con la fi glia Lolita<br />

(fantastiche le citazioni da Kubrick),<br />

una palesemente insoddisfatta<br />

Frances Conroy, passata da fi glia dei<br />

fi ori a regina <strong>del</strong>l’immobiliare, una<br />

splendida Jessica Lange, terapeuta per<br />

animali legata ora ad una donna e una<br />

straziata Tilda Swinton, in piena fase<br />

depressiva.<br />

Tutte le tappe <strong>del</strong> viaggio sono<br />

disseminate di indizi possibili ma<br />

non probanti, che lo rendono vano<br />

solo in apparenza: si è riaccesa in<br />

Don la voglia di vita, il desiderio<br />

di costruzione di un futuro,<br />

simboleggiato dall’incontro con un<br />

giovane misterioso. Il fi nale resta così<br />

aperto, ma lascia presagire un nuovo<br />

corso, ricco di opportunità e <strong>nuove</strong><br />

occasioni.<br />

Viaggio di un’anima triste, il racconto<br />

è scheggiato, scandito da una regia che<br />

privilegia i cambi netti, le inquadrature<br />

singole, fotografi che, spaziando da<br />

panoramiche a primi e primissimi<br />

piani, incentrati sulla grande mimica<br />

di Murray e sul mondo degli oggetti<br />

circostanti, mezzi utili per enfatizzare<br />

il senso di incertezza che aleggia<br />

sull’intera vicenda.<br />

A


L CHRISTMAS<br />

OGNI COSA E’ ILLUMINATA<br />

Regia: Liev Schreiber<br />

Interpreti principali: Elija Wood,<br />

Eugene Hutz, Boris Leskin<br />

Produzione: Warner indipendent<br />

Distribuzione: Warner indipendent<br />

Opera prima di Liev Schreiber<br />

dietro la macchina da presa, tratto<br />

dall’omonimo libro di Jonathan Safran<br />

Foer, Ogni cosa è illuminata è un<br />

fi lm essenzialmente di luce, in cui il<br />

passato si riconcilia al presente per<br />

lampi di illuminazione progressiva.<br />

In un’Ucraina giovane d’indipendenza,<br />

in bilico tra tradizioni locali e futuro<br />

occidentale, si snoda la “molto rigida<br />

ricerca” di Jonathan il Collezionista,<br />

ebreo americano deciso a rintracciare<br />

la misteriosa Augustine che, durante<br />

la guerra, salvò il nonno dalla furia<br />

nazista. A guidarlo nel viaggio, la<br />

Regia: Miranda July<br />

Interpreti principali: Miranda July,<br />

John Hawkes, Miles Thompson,<br />

Brendon Ratcliff, Carlie<br />

Westerman<br />

Produzione: Gina Kwon per Ifc<br />

Films, Filmfour<br />

Distribuzione: Fandango<br />

Miranda July fi rma un’acclamatissima<br />

opera d’esordio, che le ha fruttato<br />

una ricca messe di premi ai festival<br />

cinematografi ci di mezzo mondo:<br />

Camera d’Or a Cannes, premio<br />

speciale <strong>del</strong>la giuria al Sundance,<br />

premio speciale <strong>del</strong> pubblico a Los<br />

Angeles, solo per citarne alcuni.<br />

Si tratta, sulla scia <strong>del</strong>la tradizione<br />

indipendente americana degli ultimi<br />

anni, di una raffi nata opera corale, in<br />

cui le vite di un gruppo di personaggi<br />

si intrecciano in modo <strong>del</strong> tutto<br />

inaspettato: l’artista-tassista Cristine<br />

Legacy Tour al completo, composta da<br />

un coloratissimo trio di personaggi:<br />

Alex (Eugene Hutz), l’Interprete,<br />

suo nonno (Boris Leskin), l’Autista,<br />

affetto da una cecità fi ttizia, e Sammy<br />

Davis Jr. Jr., cane guida psicopatico.<br />

Ad un primo tempo geniale per<br />

trovate esilaranti, segue un fi nale<br />

toccante, dominato dall’intenso<br />

chiarore di un passato che irrompe,<br />

con esiti a volte tragici, sul presente,<br />

colmandolo di signifi cato e creando<br />

un impensabile legame tra Alex e<br />

Jonathan. Notevole di questa pellicola<br />

è la fl uidità <strong>del</strong> linguaggio: il percorso<br />

è accompagnato dalla morbidezza<br />

di carrellate orizzontali, intervallate<br />

da brevi istantanee a segnalare la<br />

rilevanza di un istante particolare,<br />

mentre dissolvenze incrociate,<br />

(la stessa July, impeccabile anche nella<br />

recitazione) fi nirà per coronare il<br />

suo sogno d’amore con il commesso<br />

<strong>del</strong> negozio di scarpe (John Hawkes),<br />

la rigida gallerista si scioglierà in un<br />

attimo di tenerezza con il bimbo con<br />

cui ha inconsapevolmente chattato in<br />

modo decisamente spinto, il timido<br />

Peter troverà una tenera amica<br />

nella vicina di casa, ossessionata dal<br />

suo corredo nuziale, mentre le due<br />

giovani Lolite, attraverso un gioco di<br />

spensierata seduzione, rafforzeranno<br />

la loro amicizia.<br />

Motivo costante nella pellicola è<br />

la sapiente mescolanza di realtà e<br />

fantasia, che si attua a partire dalla<br />

sequenza iniziale, con la realizzazione<br />

di un’opera da parte di Cristine, per<br />

concludersi con le immagini fi nali,<br />

dove un elemento di fi nzione, un<br />

che dagli occhi dei protagonisti<br />

si sciolgono in cascate luminose,<br />

stabiliscono il legame con il ricordo.<br />

Imperdibile l’ottima colonna sonora<br />

composta da Paul Cantelon, che<br />

alterna brani originali ad adattamenti<br />

di pezzi tradizionali ucraini dal<br />

ritmo incalzante, dominati da violini,<br />

fi ati e voci graffi anti. Ne risultano<br />

melodie scanzonate in cui serpeggia<br />

improvviso un senso di struggente<br />

malinconia, di desiderio vago per<br />

qualcosa di ancora sconosciuto.<br />

Ad impreziosire l’album la presenza<br />

di due brani, Bublitshki e Start wearing<br />

purple, composti dai Gogol Bor<strong>del</strong>lo,<br />

gruppo gipsy-folk newyorkese, il cui<br />

leader, Eugene Hutz, esordisce qui<br />

come attore, regalando un’intensa<br />

interpretazione nei panni di Alex.<br />

ME AND YOU<br />

AND EVERYONE WE KNOW<br />

quadro rappresentante un uccellino,<br />

rimane incastonato tra i rami di un<br />

albero e riproposto fi no al punto in<br />

cui non è possibile distinguere il vero<br />

dal fi nto.<br />

Con leggerezza e momenti di<br />

intelligente comicità, la July, autrice<br />

anche <strong>del</strong>lo script, descrive il<br />

percorso di avvicinamento e lo<br />

spasmodico desiderio di contatto<br />

tra le persone utilizzando in<br />

modo poetico un linguaggio che,<br />

all’improvviso, si riempie di signifi cati<br />

metaforici. Il semplice dialogo tra un<br />

commesso di scarpe ed una cliente<br />

affl itta da dolore ai piedi è capace così<br />

di trasformarsi in un piccolo inno alla<br />

ricerca di gioia nella vita, come recita<br />

la protagonista, e incoraggia a fare la<br />

regista, nel monologo di apertura.<br />

. <strong>ARPA</strong> . 15


NCONVENTIONAL<br />

Regia: Xiaoshuai Wang<br />

Interpreti principali: Yuanyuan<br />

Gao, Bin Li<br />

Produzione: Debo Film Ltd.,<br />

Stellar Megamedia, Kingwood Ltd.<br />

Distribuzione: Teodora Film<br />

Xiaoshuai Wang, già autore di<br />

Biciclette di Pechino, torna a parlare di<br />

storia cinese, rievocando un evento<br />

occorso attorno agli anni Sessanta:<br />

la creazione <strong>del</strong> cosiddetto “terzo<br />

fronte”, decentralizzazione <strong>del</strong>le<br />

imprese dalle città alle zone rurali,<br />

al fi ne di tutelare l’economia nel<br />

caso di attacco militare da parte<br />

<strong>del</strong>la Russia. Al trasferimento <strong>del</strong>le<br />

aziende, segue quello dei loro operai<br />

che, abbandonati i luoghi di nascita,<br />

devono rassegnarsi a vivere in zone<br />

lontane e a loro estranee.<br />

Poste queste premesse, la vicenda<br />

16 . <strong>ARPA</strong> .<br />

analizza i risultati di tale esodo<br />

forzato a distanza di una quindicina<br />

d’anni, focalizzandosi <strong>sulle</strong> differenze<br />

generazionali: da una parte troviamo<br />

allora i genitori, che ricordano la vita<br />

di Shangai, utopico oggetto su cui<br />

si riversano desideri e aspirazioni,<br />

dall’altra i fi gli, cresciuti nel villaggio e<br />

variamente integrati nel suo tessuto<br />

sociale. Al centro degli eventi Wang<br />

colloca due adolescenti, con famiglie<br />

ed educazione opposte. Qing Hong<br />

è oppressa dal padre, ossessionato<br />

dall’idea di offrirle un futuro a Shangai,<br />

mentre Xiao Gen gode di una libertà<br />

maggiore e conduce uno stile di vita<br />

simile a quello di un Occidente che,<br />

non ostante i divieti, serpeggia tra<br />

le <strong>nuove</strong> generazioni sotto forma<br />

di rock acido, capelli con basette<br />

e pantaloni a zampa di elefante.<br />

Entrambi i tentativi di relazionarsi<br />

VHS E DVD INDIPENDENTI<br />

Jim Jarmush Collection<br />

In occasione <strong>del</strong>l’uscita di Broken<br />

Flowers, la Dolmen Home Video<br />

ripropone quattro fi lm, ormai<br />

introvabili, che hanno portato il<br />

cineasta al successo: Permanent<br />

Vacation (1980), opera d’esordio,<br />

Stranger than paradise (1984), Mistery<br />

train (1990) e Taxisti di notte (1991).<br />

Se siete fan di Roberto Benigni, vi<br />

consigliamo di non lasciarvi sfuggire<br />

Taxisti di notte: la sua confessione al<br />

cardinale, con relativo qui pro quo, è<br />

uno degli episodi più riusciti assieme a<br />

quello con protagonista Winona Rider.<br />

The Jacket<br />

(John Maybury, 2004)<br />

Co-prodotta dal binomio Soderbergh-<br />

Clooney e apparente riedizione<br />

di Qualcuno volò sul nido <strong>del</strong> cuculo,<br />

questa pellicola, purtroppo poco<br />

distribuita in sala, è incentrata invece<br />

sulla possibilità di intervenire sugli<br />

eventi futuri e di modifi carne il corso.<br />

Allucinato viaggio nel tempo e nei<br />

SHANGAI DREAMS<br />

recessi <strong>del</strong>la mente umana, possibile<br />

grazie alla “giacca” a cui il titolo<br />

allude, il fi lm tiene lo spettatore con<br />

il fi ato sospeso fi no alla conclusione,<br />

problematica ed appagante allo stesso<br />

tempo, capace di commuovere e<br />

aprire molti più interrogativi di quanti<br />

non ne abbia risolti. Da segnalare,<br />

oltre alla quasi scontata ottima<br />

interpretazione di Adrien Brody,<br />

l’intensa e brillante performance di<br />

Keira Knightley.<br />

Ubriaco d’amore<br />

(Punch drunk love, Paul T.<br />

Anderson, 2002)<br />

Un inedito Adam Sandler, nel primo<br />

ruolo non puramente comico,<br />

interpreta un timido ed introverso<br />

imprenditore di porno-telefonia,<br />

vessato e soffocato negli affetti<br />

dalla presenza di sette sorelle.<br />

A liberarlo dal grigiore <strong>del</strong>la sua<br />

esistenza, un viaggio insperato con<br />

una donna misteriosa. Tra i due<br />

scoccherà la scintilla, ma Ubriaco<br />

d’amore non va confuso con una<br />

alle <strong>nuove</strong> generazioni porteranno<br />

al fallimento: Xiao Gen seguirà<br />

un falso sogno di libertà e amore,<br />

fuggendo per un breve periodo<br />

con un coetaneo e Qing Hong sarà<br />

vittima di una violenza commessa<br />

dal suo stesso innamorato , offeso<br />

da un rifi uto che percepisce dovuto<br />

alle sue origini “contadine”. Film<br />

asciutto, drammatico, elegante nelle<br />

inquadrature e nella composizione<br />

<strong>del</strong>le immagini, Shangai dreams,<br />

vincitore a Cannes <strong>del</strong> premio <strong>del</strong>la<br />

giuria, mostra con dolorosa perizia i<br />

contrasti generati dallo sradicamento<br />

dai luoghi di appartenenza, mettendo<br />

a nudo le ferite di un Paese dove<br />

la libertà personale, agli inizi degli<br />

anni Ottanta, risultava ancora<br />

pesantemente condizionata dalle<br />

decisioni <strong>del</strong> Partito.<br />

<strong>del</strong>le tante commedie romantiche:<br />

Anderson ricrea qui, come in<br />

Magnolia, un complesso intreccio di<br />

vite e personaggi le cui vicende si<br />

comporranno a costruire un unico,<br />

grande, geniale mosaico.<br />

L’oasi<br />

(The oasis, Lee Chang-Dong,<br />

2002)<br />

Pioniere <strong>del</strong> cinema coreano d’autore,<br />

Chang-Dong affronta con incredibile<br />

<strong>del</strong>icatezza un argomento diffi cile:<br />

la storia d’amore tra due disabili.<br />

Al di là <strong>del</strong>l’ipocrisia <strong>del</strong>le regole<br />

sociali e <strong>del</strong>la spietata freddezza <strong>del</strong>le<br />

rispettive famiglie, i due protagonisti<br />

riescono a costruire un legame solido<br />

e dolcissimo, che costituisce una vera<br />

e propria oasi nel deserto affettivo<br />

<strong>del</strong> mondo esterno. La poeticità<br />

<strong>del</strong>le immagini, la profonda capacità<br />

di analisi psicologica e la recitazione<br />

superba di Moon So-Ri (premio<br />

Mastroianni a Venezia come miglior<br />

attrice) e Sol Kyung-Ko ne fanno un<br />

vero e proprio capolavoro.


Natale al Cinema.<br />

Le favole dei fratelli Grimm<br />

non hanno mai voluto evitare la<br />

componente più cru<strong>del</strong>e, oscura<br />

e malvagia cara al mondo <strong>del</strong>la<br />

fantasia. Questa è la motivazione<br />

per cui non tutto fi nisce sempre per<br />

il meglio e la via verso la risoluzione<br />

<strong>del</strong>la vicenda è impervia e costellata<br />

di mille peripezie.<br />

Il pregio di questa pellicola è quello<br />

di aver coltivato proprio questo lato.<br />

È il dark side ad emergere.<br />

Da qui la rappresentazione<br />

magistrale dei paesaggi, <strong>del</strong> bosco,<br />

<strong>del</strong>la meravigliosa torre in cui dimora<br />

l’incantevole strega, <strong>del</strong> giardino<br />

pullulante di tombe e dei villaggi<br />

fangosi e avvolti dal maltempo. Il<br />

pacchetto completo è arricchito dal<br />

sapiente uso degli effetti speciali che,<br />

senza voler strafare, mantengono<br />

intatto il senso <strong>del</strong>la fi aba. Per<br />

esempio, la fi gura <strong>del</strong>l’uomo lupo<br />

è visibilmente realizzata con<br />

effetti speciali, ma non di ultima<br />

generazione. Ho interpretato questo<br />

particolare come un tentativo di<br />

voler mantenere fede all’immagine<br />

<strong>del</strong> lupo che si incontra sui classici<br />

libri di favole.<br />

I protagonisti <strong>del</strong>la vicenda sono gli<br />

stessi fratelli Grimm.<br />

Will e Jacob Grimm vengono<br />

catapultati nella Germania <strong>del</strong> 1776.<br />

Qui i due viaggiano guadagnando<br />

soldi a spese <strong>del</strong> popolo superstizioso<br />

che li ingaggia per sconfi ggere streghe<br />

e presenze malefi che, naturalmente<br />

esistenti solo nella fantasia <strong>del</strong>le loro<br />

menti.<br />

I due fratelli sono attrezzati fi no ai<br />

denti e i trucchi con cui riescono ad<br />

imbrogliare i loro clienti sono davvero<br />

esilaranti e creativi.<br />

Tutto fi la liscio tra carrucole,<br />

escamotage e rocambolesche<br />

avventure, fi no a che i due non<br />

vengono smascherati dalla polizia<br />

francese.<br />

Sono a questo punto condotti in<br />

un villaggio sperduto ai margini<br />

<strong>del</strong>la foresta dove alcune bambine<br />

sembrano essere scomparse in<br />

circostanze misteriose.<br />

Si snodano quindi avventure<br />

incalzanti che condurranno alla<br />

scoperta <strong>del</strong>la sorte <strong>del</strong>le fanciulle.<br />

Pellicola apprezzabile anche solo per<br />

la ricerca psicologica dei due fratelli,<br />

così diversi tra di loro.<br />

di Carlotta Vissani<br />

L’uno donnaiolo e sicuro di sé e l’altro<br />

timido, riservato e introspettivo<br />

e certamente più profondamente<br />

dedito ai sentimenti.<br />

Eccezionale la presenza fi sica di<br />

Monica Bellucci nel suo sontuoso e<br />

regale costume da strega; incantevole,<br />

per l’appunto, ma incerta, come<br />

sempre, <strong>del</strong> resto, nella recitazione,<br />

nonostante le vengano affi date<br />

pochissime battute.<br />

Per grandi e piccini, e in generale per<br />

gli amanti <strong>del</strong> fantasy e <strong>del</strong> mondo<br />

che ha caratterizzato l’infanzia di<br />

ognuno di noi.<br />

I fratelli Grimm e l’incantevole strega<br />

USA, 2005<br />

Regia: Terry Gilliam<br />

Interpreti: Matt Damon, Heath Ledger,<br />

Lena Headey<br />

. <strong>ARPA</strong> . 17


Natale al Cinema.<br />

18 . <strong>ARPA</strong> .<br />

E siamo a quota quattro.<br />

Attesissimo questo nuovo episodio<br />

che vede protagonista il piccolo e<br />

astuto maghetto Harry Potter con<br />

al seguito i suoi due migliori amici<br />

Hermione e Ron.<br />

Forse farei meglio a defi nirlo un vero<br />

e proprio mago, ormai, visto che,<br />

passati gli anni, i nostri protagonisti<br />

sono diventati adolescenti e hanno<br />

varcato la soglia dei quattordici<br />

anni. Sono cresciuti, in maniera<br />

impressionante. Sembra quasi che<br />

per loro gli anni siano passati molto<br />

più velocemente.<br />

Harry e compagni sono al quarto<br />

anno presso la scuola di magia di<br />

Hogwarts e tutto il plot si incentra<br />

sul torneo Tre Maghi a cui potranno<br />

partecipare soltanto i tre migliori<br />

studenti al di sopra dei diciassette<br />

anni.<br />

Per motivazioni che si scopriranno<br />

soltanto durante lo svolgimento <strong>del</strong><br />

fi lm, Harry verrà comunque scelto<br />

come quarto concorrente.<br />

La riuscita di questo episodio,<br />

che nella trama risulta a tratti<br />

frammentario e frettoloso, si<br />

racchiude in un unico elemento: l’età<br />

dei protagonisti.<br />

La crescita, fi sica e mentale, consente<br />

l’inserimento di nuovi elementi, e<br />

se gli effetti speciali, per quanto<br />

spettacolari, non si discostano<br />

eccessivamente da quanto già<br />

realizzato precedentemente, la sfera<br />

psicologica trova ampio spazio.<br />

Certamente, perché crescere signifi ca<br />

sviluppare la propria personalità,<br />

di Carlotta Vissani<br />

i propri desideri e anche iniziare<br />

a provare attrazione per il sesso<br />

opposto, nonché sentimenti di gelosia<br />

e competizione.<br />

Sempre restando nei limiti <strong>del</strong>l’onestà<br />

e <strong>del</strong> rispetto. Perché sono i buoni<br />

sentimenti quelli che poi prevalgono.<br />

Il male, in Harry Potter, non vince<br />

mai.<br />

L’episodio è stato defi nito come il più<br />

oscuro, il più dark. In realtà, questa<br />

defi nizione appare calzante solo<br />

nel momento in cui Ralph Fiennes<br />

riveste i panni di Voldemort. La scena<br />

ricorda molto la saga de Il Signore<br />

degli Anelli: Fiennes, avvolto da un<br />

mantello nero e simile alla classica<br />

immagine di morte (senza falce, però),<br />

sembra fl uttuare nell’aria, come fosse<br />

leggero. Come se l’unica cosa pesante<br />

fosse la sua anima, nera.<br />

Newell compie un ottimo lavoro<br />

concedendo per la prima volta<br />

spazio alla morte e al lutto, acutizza<br />

i sentimenti rendendoli più maturi<br />

e di spessore e dà risalto alle<br />

relazioni amorose e di amicizia che si<br />

instaurano tra i personaggi.<br />

Sono <strong>del</strong> parere che ormai ci si senta<br />

quasi “obbligati” a seguire la saga.<br />

È stata pubblicizzata a tal punto e<br />

se ne è parlato così tanto che, se non<br />

per passione, lo si segue per pura<br />

curiosità.<br />

Consigliato ai die hard fan e a chi, per<br />

presa di posizione, non si è ancora<br />

fatto trascinare nel mondo <strong>del</strong>la<br />

magia.<br />

Harry Potter e il calice di fuoco<br />

USA, 2005<br />

Regia: Mike Newell<br />

Genere: Fantasy/Magia<br />

Interpreti: Daniel Radcliff, Emma<br />

Watson, Rupert Grint, Ralph Fiennes,<br />

Robbie Coltrane


Natale al Cinema.<br />

Elizabethtown<br />

USA, 2005<br />

Regia: Cameron Crowe<br />

Genere: Commedia/Drammatico/<br />

Romantico<br />

Interpreti: Orlando Bloom, Kirsten<br />

Dunst, Susan Sarandon<br />

Partiamo dal principio: questa<br />

pellicola non viene acclamata<br />

al festival di Venezia e l’iniziale<br />

scontento e la scarsa approvazione da<br />

parte <strong>del</strong> pubblico costringono Crowe<br />

a rivedere il suo fi lm per proporne<br />

una versione principalmente più<br />

breve e più soddisfacente.<br />

Drew Baylor (Orlando Bloom) lavora<br />

per una nota azienda che produce<br />

scarpe. È un designer e la sua prima<br />

creazione è una scarpa che si chiama<br />

Spasmotica.<br />

Sfortunatamente le vendite sono un<br />

fl op totale e Drew causa danni per un<br />

milione di dollari.<br />

Le conseguenze sono il licenziamento<br />

e la rottura con la sua fi danzata<br />

Ellen, giovane e bella assistente<br />

che preferisce il lavoro al fi danzato<br />

fallito.<br />

L’idea <strong>del</strong> suicidio, che viene<br />

tentato in maniera grottesca, viene<br />

bruscamente interrotta da una<br />

chiamata: il padre di Drew è morto<br />

e a lui viene affi dato il compito di<br />

ricondurre la salma a casa.<br />

Per fare ciò deve tornare nella sua<br />

città natale, la classica cittadina<br />

americana nel Kentucky, che gli<br />

dà il benvenuto come se fosse un<br />

eroe, esattamente come la provincia<br />

accoglie e osserva con ammirazione e<br />

curiosità chi viene dalla metropoli.<br />

Prima di arrivare a destinazione,<br />

Drew conosce Claire, una hostess<br />

logorroica di cui si innamorerà<br />

in seguito e che gli insegnerà ad<br />

abbracciare una visione <strong>del</strong>la vita a<br />

tinte new age. La Dunst riveste i panni<br />

di una euforica donna fi losofeggiante<br />

che dispensa consigli esistenziali e<br />

pensa che tutto vada preso come<br />

viene, senza fermarsi a rimuginare su<br />

quanto accaduto e su quanto fatto di<br />

sbagliato e poco sensato.<br />

Salvando la prima parte <strong>del</strong> fi lm,<br />

in cui l’ironia e la trama scorrono<br />

piacevolmente tra sorrisi e commenti<br />

di approvazione, Crowe lascia<br />

precipitare tutto il resto <strong>del</strong>la<br />

pellicola in scene prolisse (è il caso<br />

<strong>del</strong>la interminabile telefonata tra i<br />

due. Mi chiedo quanto sia costata e<br />

da quali crampi siano stati colti, visto<br />

che chiacchierano al cellulare per più<br />

di dodici ore senza sosta… nda) e<br />

al limite <strong>del</strong> parossismo, facendo<br />

prendere il sopravvento al classico<br />

spirito americano.<br />

Ho cercato di voler cogliere il senso<br />

ironico <strong>del</strong> fi lm e di volerne trarre<br />

dei suggerimenti. Ho tentato di voler<br />

dare ragione a Claire quando afferma<br />

con convinzione che non serve a nulla<br />

disperarsi perché la vita va vissuta<br />

appieno, ma non ci sono riuscita.<br />

Sono rimasta basita per la<br />

rappresentazione che il fi lm offre<br />

<strong>del</strong> senso <strong>del</strong> dolore per un lutto<br />

importante e per la semplicità<br />

superfi ciale con cui si supera un<br />

di Carlotta Vissani<br />

fallimento lavorativo che diffi cilmente<br />

ti aprirà <strong>nuove</strong> porte.<br />

È un fi lm, è vero, e i fi lm non<br />

rispecchiano necessariamente la<br />

realtà, ma la trama viene banalizzata<br />

nei suoi contenuti e ci si alza<br />

chiedendosi se ci si rende conto di<br />

come funzionino le cose quando si<br />

vivono sulla propria pelle oppure no.<br />

Magistrale la performance di<br />

Susan Sarandon, che anche come<br />

personaggio secondario sbaraglia le<br />

interpretazioni dei due protagonisti,<br />

a mio avviso, abbastanza scialbi nella<br />

recitazione. Orlando, come in tutti<br />

gli altri fi lm a cui ha preso parte, è<br />

limitato a due espressioni ed emana<br />

un potere carismatico nullo.<br />

Kirsten sorride troppo, è quasi<br />

plastifi cata e il suo modo di fare,<br />

sempre così su di giri, diventa<br />

irritante.<br />

L’unica parte davvero apprezzabile<br />

per il signifi cato che si cela dietro le<br />

immagini è quella fi nale: il viaggio di<br />

ritorno a casa di Drew, accompagnato<br />

dall’urna cineraria <strong>del</strong> padre. Quel<br />

viaggio che ha sempre desiderato<br />

e mai realizzato e che soddisfa solo<br />

dopo la morte <strong>del</strong> suo caro.<br />

L’itinerario scelto è un dono ed una<br />

scelta di Claire e Drew segue le sue<br />

indicazioni leggendole su un libro<br />

rosso pieno zeppo di scritte, fotografi e<br />

ed immagini. Il viaggio come ritorno<br />

alle origini e come chiusura di un<br />

cerchio precedentemente aperto.<br />

Peccato per tutto quello che sta nel<br />

mezzo.<br />

Evitabile.


Natale al Cinema.<br />

Poesia<br />

è il mondo l’umanità<br />

la propria vita<br />

fi oriti dalla parola<br />

la limpida meraviglia<br />

di un <strong>del</strong>irante fermento.<br />

Versi scritti da Ungaretti nel<br />

1916 da una trincea di guerra,<br />

ma quanto mai attuali a<br />

commentare il nuovo lavoro di<br />

Roberto Benigni, “La tigre e la<br />

neve”, incentrato sul mistero<br />

senza fi ne bello <strong>del</strong>l’amore,<br />

raccontato con la limpida<br />

meraviglia di una poesia che<br />

pervade ogni espressione, dalla<br />

sceneggiatura ai personaggi,<br />

dalla colonna sonora alle<br />

inquadrature.<br />

Non si tratta però di un<br />

20 . <strong>ARPA</strong> .<br />

fi lm buonista e melenso: al<br />

contrario, emerge la forza<br />

eversiva di un sentimento<br />

tenace come l’ultima rosa <strong>del</strong><br />

giardino quando già incalza la<br />

nebbia di novembre.<br />

La vicenda, ambientata in Italia<br />

per la prima parte, illustra lo<br />

spettacolo d’arte varia di un<br />

uomo, Attilio (omaggio non<br />

confermato né smentito ad<br />

Attilio Bertolucci e interpretato<br />

dallo stesso Benigni)<br />

perdutamente innamorato<br />

<strong>del</strong>la sfuggente Vittoria<br />

(Nicoletta Braschi), che sogna<br />

di sposare ogni notte di fronte<br />

ai grandi nomi <strong>del</strong>la poesia<br />

<strong>del</strong> Novecento, ricostruiti<br />

in <strong>digitale</strong> per l’occasione.<br />

Le traversie di questo clown<br />

di Sarah Sivieri<br />

(una recensione intessuta di poesia*, per un film che di poesia vive e respira)<br />

bianco si intersecano presto<br />

con la tragedia <strong>del</strong> secondo<br />

confl itto iracheno, nel quale si<br />

troverà suo malgrado immerso<br />

per salvare la donna che ama,<br />

recatasi a Baghdad, dove<br />

viene ferita da un’esplosione<br />

mentre completa un’intervista<br />

a Fuad (Jean Reno), massimo<br />

intellettuale <strong>del</strong> Paese. È in<br />

questa terra, rossa di sangue e<br />

nera di petrolio, che si dispiega<br />

l’esemplarità <strong>del</strong>la fi aba e si<br />

misura l’incolmabile distanza<br />

tra Attilio e Fuad, l’uno mai<br />

tanto attaccato alla vita come<br />

quando si trova assediato dalla<br />

morte, l’altro consumato da un<br />

pianto che non si vede ma che<br />

fi nisce per soffocarlo.<br />

Di fronte a Vittoria, relegata


da un edema cerebrale<br />

nell’ineffabile confi ne tra<br />

sonno e veglia, le loro reazioni<br />

si collocano agli antipodi:<br />

Attilio, ferocemente attaccato,<br />

sul vuoto di mezzi concreti, al<br />

suo fi lo di ragno di speranza,<br />

con incedere inesausto<br />

percorre la città e il deserto<br />

per portare ad una persona<br />

sola tutto l’aiuto possibile.<br />

Fuad, al contrario, tornato in<br />

patria come segno di protesta,<br />

si trincera in una casa in cui<br />

zampillano fontane e fi oriscono<br />

alberi ma che, infi ne, chiusa<br />

alla magia <strong>del</strong>la disponibilità<br />

che è l’amore, si tramuta<br />

in infetta parete calcinata.<br />

Sebbene la sua vicenda non<br />

sia <strong>del</strong> tutto <strong>del</strong>ineata a livello<br />

drammaturgico, si intuisce il<br />

disagio di un individuo che<br />

non riesce a sciogliere il canto<br />

<strong>del</strong> proprio dolore e trova<br />

estremo rifugio nel nichilismo.<br />

Da lui la guerra, soltanto<br />

evocata in un notturno<br />

defl agrare di bombe lontane<br />

come un pianto di stelle, è<br />

interpretata quale necessità<br />

di liberare il mondo da<br />

un’umanità che dall’innocenza<br />

originaria ha cavato beffe di<br />

demoni, decretando creatrice la<br />

propria illusione. Così, mentre<br />

Fuad, volendo salvare un’intera<br />

nazione, non sa neppure salvare<br />

se stesso, Attilio, alleviando le<br />

sofferenze <strong>del</strong> singolo, mostra<br />

che la battaglia contro la<br />

morte si combatte nella trincea<br />

<strong>del</strong>l’affetto verso quanti ci<br />

circondano. Sono gesti piccoli,<br />

i suoi, ma più potenti di tutte<br />

le ideologie sull’integrazione,<br />

e certo tra tutti spicca il Padre<br />

Nostro biascicato ad Allah in<br />

tutta fretta, sotto l’urgenza<br />

di scacciare una mosca dal<br />

capezzale <strong>del</strong>l’inferma. Il<br />

miracolo ottenuto da Attilio<br />

e la sua carica rivoluzionaria<br />

risiedono, secondo quanto più<br />

volte dichiarato dallo stesso<br />

Benigni, nel suo essere poeta.<br />

Come si ascolta nella sequenza<br />

<strong>del</strong>la lezione universitaria,<br />

l’essere poeta consiste sì nel<br />

saper vedere il mondo con<br />

gli occhi di uno stupore<br />

sempre nuovo, nello scoprire<br />

nelle cose le somiglianze e le<br />

relazioni più ingegnose, ma<br />

soprattutto nell’esercitare<br />

un mestiere, nell’inchiodare,<br />

tagliare, piallare parole per<br />

creare un oggetto insieme<br />

impalpabile e concreto, con<br />

l’umiltà <strong>del</strong>l’artigiano che<br />

costruisce una sedia, una tazza,<br />

qualcosa che renda migliore<br />

la vita. La pellicola <strong>del</strong> regista<br />

toscano segue alla lettera<br />

questa impostazione teorica,<br />

regalando un fi lm di parole<br />

che si risolvono in cose, di<br />

versi di passione, estrapolati da<br />

Bertolucci, Montale, Ungaretti,<br />

Neruda, Tagore che trovano<br />

ragion d’essere nell’atto <strong>del</strong> fare<br />

l’amore.<br />

Il canto che singhiozza da “La<br />

tigre e la neve” è dunque un<br />

canto di pace nel suo cocciuto<br />

ribadire la pienezza <strong>del</strong>la vita<br />

e dei sentimenti, richiamata,<br />

durante la narrazione, dal<br />

sogno <strong>del</strong>le nozze e dal tema<br />

<strong>del</strong>la colonna sonora, You can<br />

never hold back spring. E che<br />

non sia possibile trattenere la<br />

primavera, impedire ai fi ori di<br />

sbocciare e alla vita di essere<br />

meravigliosa sembra essere il<br />

messaggio fi nale, traboccante<br />

di gioia, di questa fi aba che<br />

punta diretta al cuore.<br />

* i fili intessuti<br />

nell’ordito <strong>del</strong>la recensione<br />

appartengono a:<br />

Giuseppe pp Ungaretti, g “Commiato”,<br />

da “L’allegria”, g 1919<br />

Guido Gozzano, “La signorina g<br />

felicita ovvero la felicità”,<br />

da “I colloqui”, q 1911<br />

Attilio Bertolucci, “La rosa bianca”,<br />

da “Fuochi di novembre”, 1934<br />

Paolo Conte, “Vieni via con me”,<br />

da “Paris Milonga” g<br />

Giuseppe pp Ungaretti, g “Veglia”, g<br />

da “Il pporto sepolto”, p 1919<br />

Giuseppe pp Ungaretti, g “Sono una<br />

creatura”, , da “L’allegria”, g , 1919<br />

Gabriele Pepe, p “CPAP ( (Continous<br />

Positive Airways y Pressure)”,<br />

da “Parking g Luna”, 2002<br />

Giuseppe pp Ungaretti, g “La p ppietà”,<br />

da “Sentimento <strong>del</strong> tempo”, p 1933<br />

Gabriele Pepe, p “Epidemia”,<br />

p<br />

da “Parking g Luna”, 2002<br />

Giuseppe pp Ungaretti, g “In memoria”,<br />

da “L’Allegria”, g 1919<br />

Giovanni Pascoli, “X agosto”,<br />

da “Myricae”, y 1891<br />

Giovanni Pascoli, “Il fanciullino”,<br />

1903<br />

Laura Mancinelli, “L’ultimo<br />

postiglione”, p g da “Il fantasma di<br />

Mozart,” 1994<br />

Eugenio g Montale, “So l’ora in cui la<br />

faccia”, da “Ossi di seppia”, 1925.<br />

La tigre e la neve<br />

Anno: 2005<br />

Nazione: Italia<br />

Regia: g Roberto Benigni g<br />

Sceneggiatura: gg Roberto Benigni,<br />

Vincenzo Cerami<br />

Produzione: Melampo p<br />

Colonna Sonora: Nicola Piovani,<br />

Tom Waits<br />

. <strong>ARPA</strong> . 21


Natale al Cinema.<br />

22 . <strong>ARPA</strong> .<br />

di Valentina Fumagalli<br />

Il castello errante di Howl<br />

Il castello errante di Howl, come tutti<br />

i capolavori di Miyazaki, ti trasporta<br />

altrove ed è proprio quello che mi è<br />

successo quando, in una sala semivuota<br />

di un cinema a quattro passi dal Duomo,<br />

dopo una giornata di lavoro, di incontri,<br />

di sguardi fugaci nei corridoi <strong>del</strong>la<br />

metropolitana, seduta - o meglio, adagiata<br />

- su una poltrona che avrebbe potuto<br />

farmi assopire magicamente in qualche<br />

minuto, sono fi nalmente riuscita a vedere<br />

“Il castello errante di Howl” <strong>del</strong> grande<br />

maestro Miyazaki, insignito, proprio<br />

qualche giorno prima, durante la Mostra<br />

<strong>del</strong> Cinema di Venezia, <strong>del</strong> Leone D’Oro<br />

alla carriera. Aspettavo questo fi lm da<br />

due anni: da quando, cioè, a stento, alcuni<br />

amici sono riusciti a tirarmi fuori quasi di<br />

peso da un colorato multisala toscano!<br />

Non volevo sentire ragioni. Volevo<br />

rivedere “La città incantata”. Perché l’idea<br />

di uscire da quel mondo, per quanto<br />

cru<strong>del</strong>e, e di rituffarmi nella realtà - che di<br />

magico ha ben poco - non mi esaltava.


“Il castello errante di<br />

Howl” è un fi lm bello come<br />

l’incantesimo di una fata.<br />

Chi non vorrebbe vivere nella città in<br />

cui si svolge la vicenda?<br />

L’ambientazione può ricordare<br />

l’Austria, oppure località tedesche,<br />

con botteghe, vicoli, piazze e negozi di<br />

inizio secolo. Europa, insomma.<br />

Un’Europa tanto verosimile quanto<br />

irreale, che prende forma nella mente<br />

e nei disegni <strong>del</strong> maestro giapponese.<br />

Anche volendo, è impossibile staccare<br />

gli occhi dallo schermo: Howl<br />

trainato dal fuoco magico di Calcifer.<br />

Con i personaggi, poi, si crea un legame<br />

quasi affettivo, a partire da Howl,<br />

enigmatico e fragile, ma anche vanesio.<br />

Impossibile non affezionarsi a Rapa,<br />

ovvero l’amico ideale; Markl, il giovane<br />

apprendista mago, che non riesce a<br />

tenere in ordine la stanza; Calcifer,<br />

rumoroso, ma pieno di gratitudine;<br />

Heen, un simpatico cagnolino che<br />

segue Sofi a dappertutto, e persino<br />

alla Strega <strong>del</strong>le Lande Desolate,<br />

supponente, ma disarmante per le sue<br />

debolezze.<br />

– l’affascinante mago – rapisce dopo<br />

pochi minuti. Sarà per questo che le<br />

ragazze, sin da giovani, vengono messe<br />

in guardia dai suoi poteri?<br />

Sofi a, la protagonista, viene aiutata dal<br />

mago a liberarsi di due pretendenti;<br />

questo gesto scatena l’ira e la gelosia<br />

<strong>del</strong>la Strega <strong>del</strong>le Lande Desolate,<br />

innamorata di Howl. Così, Sofi a rimane<br />

vittima di un incantesimo cru<strong>del</strong>e: nel<br />

giro di pochi istanti invecchia, potendo<br />

tornare alla sua gioventù soltanto<br />

durante la notte.<br />

Proprio come gli anziani saggi, lei<br />

accetta con rassegnazione quasi stoica<br />

la nuova condizione e si mette in cerca<br />

Tanti i temi toccati, senza elucubrazioni<br />

fi losofi che, ma solo attraverso scene e<br />

frasi che toccano l’anima.<br />

La psicologia dei due protagonisti<br />

è studiata con attenzione, anche se<br />

non apertamente. La fragilità di Howl<br />

è rispettata e compresa in maniera<br />

profonda. Viene raccontata la sua<br />

infanzia e i suoi mondi interiori sono<br />

rappresentati con poesia.<br />

La saggezza che Sofi a acquisisce lungo<br />

il cammino le permette di affrontare<br />

forse una <strong>del</strong>le prove più diffi cili per<br />

ogni essere umano: perdonare chi<br />

di Howl, l’unico che forse è in grado di<br />

sciogliere l’incantesimo.<br />

Cercando il mago, trova il Castello<br />

errante, la sua residenza: un aggeggio<br />

che avrebbe fatto impazzire tutti<br />

i fortunati possessori di una<br />

Wunderkammer (ammesso e non<br />

concesso di avere un salone tanto<br />

grande da poterlo contenere). Un<br />

oggetto misterioso, in cui tutti<br />

vorrebbero vivere o perlomeno<br />

soggiornare un po’, giusto il tempo di<br />

esplorarlo.<br />

Il Castello errante è un meraviglioso<br />

ammasso di rumorosa ferraglia che<br />

ciondola in un paesaggio alpino<br />

le ha fatto <strong>del</strong> male. È lei, infatti, che<br />

si prende cura <strong>del</strong>la strega che le ha<br />

lanciato il malefi cio, allontanando da sé<br />

anche il desiderio di vendetta.<br />

Lo consiglio a tutti: piccini, ragazzi,<br />

adulti e anziani. Anziani, sì, perché “Il<br />

Castello errante di Howl” è un elogio<br />

alla terza età: l’età <strong>del</strong>la saggezza,<br />

quando, abbandonate le illusioni <strong>del</strong>la<br />

vita, la si dovrebbe riconoscere per<br />

quello che è, senza gli inutili sentimenti<br />

negativi che spesso la infestano, ma<br />

guardandola con occhi speranzosi e<br />

pieni di… voglia di vivere!<br />

. <strong>ARPA</strong> . 23


Hayao Miyazaki nasce il 5 gennaio<br />

1941 a Tokyo, in una famiglia agiata:<br />

il padre ha un’azienda a gestione<br />

familiare di aerei da guerra, mentre la<br />

madre, donna energica e dal carattere<br />

eccezionale, è costretta per diversi<br />

anni in ospedale, a causa di una grave<br />

malattia, da cui si salverà.<br />

Chi è cresciuto negli anni ’80 ha<br />

potuto vedere le bellissime serie<br />

animate a cui Miyazaki ha partecipato<br />

in gioventù, dopo la Laurea in<br />

Scienze Politiche ed Economia: Heidi,<br />

Rascal (il mio amico orsetto), Anna dai<br />

Capelli Rossi e soprattutto la seriecapolavoro<br />

Conan, il ragazzo <strong>del</strong> futuro,<br />

che ha impressionato almeno una<br />

generazione.<br />

Di questi anni è il lavoro di animazione<br />

Nausicaa <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Vento, di cui<br />

Miyazaki ha anche realizzato il<br />

fumetto.<br />

Nel 1985 fonda lo Studio Ghibli e da<br />

allora ha diretto otto lungometraggi.<br />

I fi lm <strong>del</strong>lo Studio Ghibli hanno<br />

ottenuto moltissimi riconoscimenti<br />

e sono stati acclamati dalla critica e<br />

dagli specialisti di animazione di tutto<br />

il mondo. Principessa Mononoke è stato<br />

il primo fi lm di animazione a vincere<br />

il Japan Academy Award per i Migliori<br />

disegni, mentre Porco Rosso e PomPoko<br />

hanno vinto il premio come Miglior<br />

Film al Festival di Annecy nel 1992 e<br />

nel 1994. La Città Incantata ha vinto<br />

l’Orso d’Oro per il Miglior Film al<br />

Festival di Berlino e, successivamente,<br />

il premio Oscar come Miglior Film<br />

di Animazione. Il Castello errante<br />

di Howl ha ottenuto l’Osella per il<br />

Miglior Contributo Tecnico alla Mostra<br />

di Venezia nel 2005.<br />

24 . <strong>ARPA</strong> .<br />

Biografi a ©<br />

Il Museo Ghibli, a Mitaka (Tokio), è un museo<br />

dedicato all’animazione, inaugurato il 1° ottobre<br />

2001 nel parco di Inokashira Onshi. Hayao<br />

Miyazaki ne è il Direttore Esecutivo.<br />

Il Museo vuole essere un luogo in cui i visitatori<br />

possono sperimentare per sé stessi, scoprire cose<br />

<strong>nuove</strong> e provare a trovare da soli la chiave <strong>del</strong><br />

processo creativo che è alla base <strong>del</strong>le animazioni<br />

<strong>del</strong>lo Studio Ghibli.<br />

L’aspetto <strong>del</strong> museo è molto particolare e l’interno<br />

è formato da ben tre piani – uno sotterraneo e<br />

due in superfi cie – oltre al roof garden.<br />

Un’esposizione permanente al piano più basso<br />

introduce i visitatori ai principi, allo sviluppo e<br />

alle varie forme di espressione che l’animazione<br />

ha attraversato negli anni. Vi è un piccolo cinema,<br />

il “Saturn Theatre”, dove vengono proiettati i<br />

cortometraggi originali realizzati in esclusiva,<br />

Museo d’Arte Ghibli<br />

Il sito uffi ciale (in giapponese)<br />

www.ghibli-museum.jp<br />

Dove trovare i biglietti in Italia<br />

www.jtbgmt.com/eng/ghibli/<br />

TicketSystem.html#ITA<br />

naturalmente visionabili<br />

solo al Museo.<br />

Un piano è dedicato<br />

alla “nascita <strong>del</strong> fi lm di<br />

animazione”: i visitatori<br />

sono introdotti nel<br />

laboratorio di animazione<br />

immaginario chiamato<br />

“Studio Piccolo” (in italiano!)<br />

dove viene mostrato il<br />

processo attraverso cui<br />

l’immaginazione e le idee<br />

dei creativi si fondono per<br />

la creazione di un fi lm.<br />

Nella libreria (“Three<br />

Hawk Bookstore”) è<br />

possibile consultare e/o<br />

acquistare i libri consigliati<br />

da Miyazaki e dal suo staff.<br />

Nel merchandising store<br />

“Mamma Aiuto”, sono in<br />

vendita gli oggetti realizzati<br />

in esclusiva per il Museo,<br />

mentre nella caffetteria<br />

“Straw Hat” vengono<br />

serviti snack e pietanze<br />

fatte in casa, spesso con<br />

ingredienti biologici.<br />

Il museo non ha una<br />

biglietteria: per accedervi<br />

è necessario acquistare<br />

i biglietti, con un buon<br />

anticipo, presso i rivenditori<br />

presenti nei Paesi da cui<br />

si parte alla volta <strong>del</strong><br />

Giappone.


Libri<br />

Kappa Edizioni, già da<br />

diversi anni, ha pubblicato<br />

una collana, “Mangazine”,<br />

di cui fanno parte anche i<br />

romanzi che hanno ispirato<br />

i fi lm di animazione <strong>del</strong><br />

grande Miyazaki.<br />

Nella collana troviamo:<br />

“Conan il ragazzo <strong>del</strong><br />

futuro” di Alexander<br />

Key, da cui è stata tratta<br />

l’omonima serie di grande<br />

successo; “Kiki, consegne a<br />

domicilio” di Kadono Eiko<br />

e “Il meraviglioso paese<br />

oltre la nebbia”, romanzo di<br />

Kashiwaba Sachiko, che ha<br />

ispirato “La città incantata”<br />

di Miyazaki.<br />

Ovviamente non poteva<br />

mancare il romanzo di<br />

Diana Wynne Jones, “Il<br />

Castello errante di Howl”,<br />

a cui il maestro si è ispirato<br />

per il suo ultimo lavoro.<br />

. <strong>ARPA</strong> . 25


Libri. di<br />

26 . <strong>ARPA</strong> .<br />

Alcune<br />

buone letture<br />

consigliate<br />

durante le festività<br />

natalizie!<br />

Michel Faber<br />

“Natale in Silver street. Nuove storie <strong>del</strong> petalo cremisi”.<br />

Einaudi, pp. 137<br />

Euro 9,80<br />

Matilde Cattaneo<br />

Chi di voi ha seguito le vicende <strong>del</strong>la prostituta Sugar nella Londra <strong>del</strong> 1875, di<br />

William Rackam, erede di una famosa industria profumiera, <strong>del</strong>la piccola Sophie,<br />

<strong>del</strong>la pura e casta Emmeline, <strong>del</strong> bor<strong>del</strong>lo sudicio e lascivo di Mrs.Castaway e chi<br />

non è stato capace di staccarsi dalle meravigliose pagine de "Il petalo cremisi e<br />

il bianco", accoglierà con gioia e curiosità questo nuovo libro di Michel Faber.<br />

"Natale in Silver street" arriva sugli scaffali <strong>del</strong>le librerie proprio sotto le feste. Sarà<br />

quindi regalo gradito sotto l'albero per chi ha ancora voglia di scoprire che cosa è<br />

stato di Sugar e <strong>del</strong> suo spirito ribelle e anticonformista, dove sono fi nite lei e la<br />

piccola Sophie dopo essere scappate da William e come vivevano i personaggi di<br />

Faber prima <strong>del</strong>le vicende narrate ne "Il petalo cremisi e il bianco". Assolutamente<br />

imperdibile, un prequel/sequel composto da sette racconti che ci riporta in quella<br />

Londra di fi ne Ottocento magistralmente descritta dalla raffi nata arte di Faber.<br />

Paolo Fasce<br />

“A scuola di Sudoku. Storia, tecniche di soluzione, suggerimenti didattici”.<br />

Sonda Editore, pp. 262<br />

Euro 14,50<br />

Il rompicapo Sudoku sta dilagando come nuova mania tra gli italiani. Mi capita<br />

sempre più spesso di vedere sul treno, in metro e durante la pausa pranzo gente<br />

che armata di carta e penna si affanna su questi schemi quadrati o rettangolari<br />

pieni di numeri. Paolo Fasce, ingegnere elettronico, giornalista ed esperto di giochi,<br />

ha deciso di scrivere questo libro, che può essere defi nito un vero e proprio<br />

manuale, per scoprire trucchi, mosse e tecniche di un passatempo che richiede<br />

elasticità mentale, pazienza e passione!


Alessandro Baricco<br />

“Questa storia”<br />

Fandango, pp. 283<br />

Euro 15,00<br />

All’inizio <strong>del</strong> secolo scorso il mondo apre le porte ad una grande invenzione:<br />

l’automobile. L’avvento di questo mezzo di trasporto è sinonimo di<br />

cambiamento, di velocità, di rivoluzione.<br />

Protagonista di questo nuovo romanzo di Baricco, scritto con raffi natezza,<br />

è Ultimo Parri, fi glio di un contadino piemontese che decide di aprire una<br />

carrozzeria sull'onda <strong>del</strong>l'entusiasmo <strong>del</strong> periodo storico in cui le vicende sono<br />

narrate. "Questa storia" è la storia di "quest'uomo" che cresce e diventa vecchio,<br />

si evolve affrontando le diffi coltà <strong>del</strong>la vita in un intreccio che si snoda dai primi<br />

<strong>del</strong> Novecento sino ad oltre gli anni Sessanta, attraversando le due Guerre.<br />

Un romanzo di amore, di vita, di esperienza, di sviluppo che si dipana tra<br />

diversi registri e la cui narrazione è affi data a diverse voci. Suggestive le quattro<br />

copertine ideate da Gianluigi Toccafondo per l'uscita in libreria.<br />

Richard Mason<br />

“Noi”<br />

Einaudi, pp. 351<br />

Euro 18,00<br />

Quattro studenti a Oxford, quattro personalità ben distinte e quattro destini<br />

che si intrecciano. Julian e Maggie, simbolo <strong>del</strong>l’upper class inglese eppure<br />

assolutamente ribelli e incoscienti; Adrienne, bella, ricchissima e con una<br />

situazione familiare alle spalle pesante e sostenibile a stento; Jake, povero ed<br />

entrato ad Oxford grazie ai soldi vinti ad una lotteria ma denigrato ad ogni<br />

occasione. Amore, morte, irresponsabilità, legami freddi e stanchi con la famiglia,<br />

il disagio <strong>del</strong>la gioventù, gli studi che sono solo un pretesto per passare i<br />

pomeriggi a discutere di idee ed ideali.<br />

Quattro cori che si intersecano, dando vita ad un'unica voce che porta il nome<br />

<strong>del</strong>la morte.<br />

Imperdibile, esattamente come il suo debutto, "Anime alla deriva".<br />

. <strong>ARPA</strong> . 27


28 . <strong>ARPA</strong> .<br />

Neil Strauss<br />

“Motley Crue. The dirt”.<br />

Sperling & Kupfer, pp. 560<br />

Euro 17,00<br />

Ed ecco narrata in quasi 600 pagine la storia di una <strong>del</strong>le band più importanti<br />

degli anni Ottanta. Ma attenzione, parliamo di hard rock: i Motley Crue e quello<br />

che hanno sperimentato e vissuto in oltre vent’anni di carriera. Droga, sesso and<br />

rock'n roll, come cita la famosa frase che tutti conoscono.<br />

E la storia dei Motley Crue non è assolutamente distante da questo prototipo.<br />

Un tuffo nel passato e una doccia fredda per gli amanti <strong>del</strong>le sonorità hard,<br />

passando anche per il chiacchieratissimo rapporto <strong>del</strong> batterista Tommy Lee con<br />

la prorompente Pamela Anderson.<br />

Marco Missiroli<br />

“Senza Coda”<br />

Fanucci Editore, pp. 176<br />

Euro 13,00<br />

Romanzo di debutto per questo giovanissimo autore, romanzo d’amore, di<br />

coraggio e di solitudine.<br />

Un testo dolce e potente che sa di antico, fa rabbia e commuove. Con un<br />

linguaggio corporeo e visivo, l’autore racconta <strong>del</strong> <strong>del</strong>icato rapporto fra un<br />

padre e un fi glio, <strong>del</strong>la scoperta <strong>del</strong> male e <strong>del</strong>la sua ineluttabilità, di un bambino<br />

che cambia pelle e diventa grande.


José Saramago<br />

“Il piú grande fi ore <strong>del</strong> mondo”<br />

Fanucci Editore, pp. 32<br />

Euro 12,50<br />

“Il piú grande fi ore <strong>del</strong> mondo”, racconto inedito in Italia, è la storia di un<br />

ragazzino che vive in campagna e ama fare lunghe passeggiate. Un giorno trova<br />

un fi ore buttato via, quasi appassito, e decide di prendersene cura fi nché,<br />

all’improvviso, dopo molte fatiche e premure, la piantina torna a fi orire.<br />

A quel punto il bambino si addormenta sotto la pianta. Dopo una lunga e<br />

disperata ricerca, i genitori lo ritrovano adagiato a terra accanto al fi ore, che nel<br />

frattempo si è trasformato nel piú grande <strong>del</strong> mondo.<br />

Un racconto apparentemente rivolto al pubblico dei "piccoli", che in realtà, un<br />

po’ come accade per "Il piccolo principe", contiene diversi livelli di lettura, dal<br />

più immediato al più profondo e intriso di signifi cati e insegnamenti di vita.<br />

Lewis Clive S.<br />

“Le cronache di Narnia”<br />

Mondadori, pp. 1152<br />

Euro 20,00<br />

In concomitanza con l’uscita cinematografi ca <strong>del</strong>le “Cronache di Narnia”, esce<br />

in libreria un unico volume contenente i sette racconti scritti da Lewis Clive S.<br />

Le dimensioni non possono non ricordare la saga de "Il Signore degli Anelli" ed<br />

effettivamente un collegamento c'è! L'autore era un carissimo amico di Tolkien<br />

quindi la raccolta è consigliata caldamente a tutti gli appassionati di fantasy, di<br />

storie che vedono come protagonisti indiscussi mondi irreali e nati da una forza<br />

creativa che non conosce limiti.<br />

"Il leone, la strega e l'armadio", scritto nel 1949, inaugurò la serie dei sette<br />

volumi che sarebbero divenuti celebri come "Le Cronache di Narnia" e infatti i<br />

racconti hanno riscontrato enorme successo tra il pubblico dei giovani e non.<br />

Diverte, coinvolge, avvince e si legge con piacere e per puro svago.<br />

. <strong>ARPA</strong> . 29


Libri.<br />

Concepito, in<br />

origine, come<br />

rivisitazione <strong>del</strong><br />

mito di Amore e<br />

Psiche, “Storia di<br />

Alì” ha fi nito per<br />

assumere invece le<br />

sembianze di una<br />

tenera favola sul<br />

nomadismo, acuta<br />

e lontana dagli<br />

stereotipi.<br />

di Sarah Sivieri<br />

Giovanni Mariotti<br />

“Storia di Alì”<br />

aprile 2005<br />

Marsilio Editori<br />

pp. 120<br />

Euro 12,00


Protagonista è Alì, un ragazzino arabo che<br />

intraprende un viaggio che lo conduce dal<br />

deserto di casa sua, deserto vero, fatto di<br />

sabbia e niente, al deserto <strong>del</strong>la prateria<br />

americana, dove lavora come addetto<br />

ad un distributore di benzina. Dalla<br />

tappa conclusiva <strong>del</strong>le sue peregrinazioni<br />

lentamente si dipana il racconto <strong>del</strong><br />

passato: l’abbandono <strong>del</strong> villaggio natio,<br />

motivato dal sogno di diventare un grande<br />

calciatore, la temporanea compagnia di<br />

un concittadino tramutatosi in kamikaze,<br />

il lavoro di pizzaiolo in una città ricca di<br />

torri e grattacieli, il fi nale impiego al circo,<br />

che lo sdogana negli Stati Uniti. Qui,<br />

per qualche tempo, la sua vita trascorre<br />

identica fi nché non vi irrompe, notturna<br />

e misteriosa apparizione, Emily, fi glia di<br />

Jack, proprietario <strong>del</strong> distributore, con la<br />

quale si sposerà diventando a tutti gli effetti<br />

cittadino americano.<br />

Nel legame tra i due ragazzi, descritto<br />

con notevole <strong>del</strong>icatezza e capacità<br />

penetrazione psicologica dei meccanismi<br />

<strong>del</strong>l’innamoramento, si colgono gli echi <strong>del</strong><br />

mito greco, proposto con ruoli invertiti:<br />

è Emily ad imporre ad Alì il divieto di<br />

vederla, preoccupata per la macchia che<br />

crede deturpi il suo aspetto. La vicenda di<br />

Amore e Psiche non è però l’unico elemento<br />

<strong>del</strong> testo a subire stravolgimenti: l’intero<br />

romanzo costituisce uno scacco ai luoghi<br />

comuni, partendo dalla <strong>del</strong>ineazione <strong>del</strong><br />

protagonista. Alì è un arabo d’origine,<br />

ma un arabo completamente sui generis,<br />

come lasciano intendere i versi di Wislawa<br />

Szymborska premessi all’inizio <strong>del</strong>la<br />

vicenda. Non c’è traccia in lui di alcuna<br />

appartenenza culturale o religiosa: si sente,<br />

nel senso più pregnante <strong>del</strong> termine, un<br />

nomade, un individuo che non può legarsi<br />

a nessun paese pur solcandoli tutti, allo<br />

stesso modo in cui, durante la notte, dal<br />

profi lo <strong>del</strong> mappamondo-lampada, sul<br />

suo volto si rifl ettono indifferentemente i<br />

nomi di tutti i continenti. Il rifi uto, anzi,<br />

di assumere un’identità precisa si fa chiaro<br />

di fronte all’incombere <strong>del</strong>la guerra che Alì,<br />

benché preoccupato per la famiglia lontana,<br />

affronta come una sorta di gioco <strong>del</strong>le parti,<br />

immaginandosi ora soldato americano<br />

ora arabo (forse iraniano?) e fi nendo per<br />

perdersi in un colorato groviglio di fantasie.<br />

Anche le fi gure di Emily e Jack sono<br />

strutturate in modo simile. Emily, ragazza<br />

americana apparentemente emancipata e<br />

padrona di se stessa, scopre la libertà solo<br />

quando si converte all’Islam e comincia<br />

a portare il burqa; mentre suo padre,<br />

nonostante i modi da padrone schiavista,<br />

rivela notevole sensibilità nell’accogliere<br />

Alì in famiglia, arrivando a sacrifi carsi per<br />

salvare il futuro genero da un episodio di<br />

razzismo.<br />

Mariotti confeziona un libro agile<br />

ed intelligente, scritto con uno<br />

stile personalissimo, accattivante e<br />

rivoluzionario, in grado di mostrare ai<br />

lettori quanto rimane celato dietro le<br />

apparenze, mettendo in luce con ironia<br />

leggera le paure, in certi casi infondate,<br />

<strong>del</strong>l’Occidente verso l’Islam.<br />

Giovanni Mariotti<br />

Originario di Lucca ma da molti anni residente a Milano, Giovanni Mariotti ha lavorato a lungo nel settore <strong>del</strong>l’editoria e <strong>del</strong> giornalismo.<br />

Attualmente collabora alle pagine <strong>culturali</strong> <strong>del</strong> Corriere <strong>del</strong>la sera. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Butroto (Feltrinelli, 1984); Matilde<br />

(Anabasi, 1993); Lazzaro o le tribolazioni di un risorto (Mondadori, 1997); Musica nella casa accanto (Mondadori, 1999); Creso (Feltrinelli,<br />

2001); Le rovine di Segrate (Le Vespe, 2002); Storia di Matilde (A<strong>del</strong>phi, 2003), edizione ampliata <strong>del</strong> precedente Matilde.<br />

. <strong>ARPA</strong> . 31


Libri.<br />

Christopher ha 15 anni, 3 mesi e 3<br />

giorni, sa a memoria tutti i numeri<br />

primi fi no al 7507 e a mezzanotte<br />

e sette minuti di una notte<br />

qualunque trova un cane morto,<br />

ucciso da un forcone, nel giardino<br />

<strong>del</strong>la casa di una sua vicina, la<br />

Signora Shears.<br />

Da quel momento l’unico<br />

obiettivo di Christopher diviene<br />

investigare sull’uccisione <strong>del</strong> cane<br />

e smascherare l’assassino, proprio<br />

come accade ne “Il mastino dei<br />

Baskerville” di Doyle (il suo<br />

romanzo giallo preferito).<br />

Incomincia quindi a scrivere un<br />

romanzo raccogliendo tutti gli<br />

indizi <strong>del</strong> caso, seguendo la sua<br />

logica e il suo personale punto di<br />

vista. Che è davvero molto speciale.<br />

Sì, perché Christopher Boone<br />

soffre di una forma attenuata di<br />

autismo, la sindrome di Asperger,<br />

che non gli consente di percepire<br />

il mondo e le persone in maniera<br />

normale.<br />

32 . <strong>ARPA</strong> .<br />

Detesta essere toccato, geme<br />

accucciandosi a terra nel tentativo<br />

di proteggersi quando non si sente<br />

al sicuro, odia i posti affollati,<br />

non sopporta il giallo e il marrone<br />

ma adora il rosso (tanto da usare<br />

coloranti per modifi care il colore<br />

dei cibi e renderli e gradevoli e<br />

commestibili alla sua vista), non<br />

vuole che due pietanze diverse<br />

vengano a contatto tra di loro,<br />

non sorride mai, non riesce ad<br />

interpretare le espressioni degli altri<br />

e l’unico modo che conosce per<br />

esprimere il suo affetto è quello di<br />

aprire la mano a ventaglio e sfi orare<br />

le dita <strong>del</strong>la persona verso cui nutre<br />

un sentimento positivo.<br />

Il suo sogno è quello di diventare<br />

un astronauta, di viaggiare nello<br />

spazio, oppure di restare l’unico<br />

uomo sulla faccia <strong>del</strong>la terra.<br />

È un genio <strong>del</strong>la matematica e<br />

ragiona come se ogni azione o<br />

evento dovesse essere rappresentato<br />

da uno schema non modifi cabile e<br />

di Matilde Cattaneo<br />

Siete amanti <strong>del</strong> giallo alla<br />

Doyle, vorreste essere almeno<br />

una volta Sherlock Holmes ma<br />

non potete fare a meno <strong>del</strong>la<br />

vena sensibile e umana che ogni<br />

romanzo psicologico dovrebbe<br />

possedere? Volete risolvere<br />

un caso strambo e originale<br />

e occuparvi di problemi<br />

comportamentali non comuni?<br />

Questo è il testo che fa per voi!<br />

non soggetto a variabili.<br />

Quando scopre che l’assassino<br />

di Wellington è il padre e che<br />

la madre non è morta come gli<br />

è stato detto ma vive a Londra<br />

insieme al signor Shears, la sua<br />

attenzione si sposta gradualmente<br />

verso il suo trasferimento a Londra,<br />

poiché, seguendo la propria logica<br />

razionale, se il padre è stato capace<br />

di uccidere il cane, allora molto<br />

probabilmente sarebbe capace di<br />

uccidere anche lui stesso.<br />

Nel momento in cui Christopher<br />

trova in camera <strong>del</strong> papà le 43<br />

lettere che sua mamma gli aveva<br />

scritto nei precedenti 18 mesi, si<br />

convince di essere in pericolo e per<br />

un attimo fa passare in secondo<br />

piano che sua madre abbia un<br />

amante, che lo abbia abbandonato<br />

e che lui non sia mai andato in vita<br />

sua oltre il negozio in fondo alla via<br />

per comprare caramelle gommose.<br />

È così che inizia l’impresa eroica<br />

per raggiungere Londra, esperienza


che assume quasi i connotati di una<br />

incredibile avventura in un mondo<br />

sconosciuto.<br />

Christopher percepisce ogni<br />

cosa come un pericolo costante,<br />

avverte la folla come un mostro<br />

capace di fargli mancare il respiro<br />

per interminabili secondi, crea<br />

mappe mentali e cartacee per<br />

potersi orientare e per non perdere<br />

totalmente la calma e continua<br />

a ripetere nella sua testa “destra,<br />

sinistra!” per riuscire a far seguire<br />

un passo dopo l’altro senza<br />

bloccarsi in preda al panico.<br />

L’incontro con l’antro <strong>del</strong>la<br />

metropolitana e l’infernale<br />

sferragliare dei vagoni sui binari<br />

generano, nel protagonista - che<br />

a tratti ci commuove -, un senso<br />

di angoscia così grande da farlo<br />

stare per più di cinque ore seduto<br />

sulla stessa panchina a guardare<br />

i convogli passare e a calcolare<br />

quante persone escano e quante ne<br />

entrino.<br />

Il lettore tifa per Christopher,<br />

vorrebbe quasi dargli una pacca<br />

sulla spalla e dirgli: “Forza,<br />

raggiungi tua madre, entra su quel<br />

vagone e vai, ce la puoi fare!”<br />

E infatti Christopher ce la farà e<br />

riuscirà anche a passare l’esame di<br />

matematica per essere ammesso<br />

all’università.<br />

La conclusione ci restituirà un<br />

quindicenne autistico, ancora<br />

chiuso nei suoi schemi mentali, ma<br />

con una consapevolezza di sé stesso<br />

certamente diversa, più matura e<br />

solida.<br />

Il libro è scritto con un<br />

linguaggio ed una sintassi<br />

semplici, il linguaggio di un<br />

quindicenne affetto da un disturbo<br />

comportamentale, che analizza<br />

ogni particolare come se stesse<br />

eseguendo un’operazione al<br />

microscopio. Un ragionamento<br />

logico segue un altro e il lettore<br />

non può fare a meno di provare<br />

tenerezza per l’innocenza <strong>del</strong><br />

protagonista e allo stesso tempo<br />

ammirazione per la sua incredibile<br />

memoria e la strabiliante capacità<br />

di calcolo.<br />

Proprio perché il testo è un<br />

romanzo nel romanzo le pagine<br />

riportano schemi, tabelle, disegni<br />

ed exempla disegnati anziché<br />

descritti con le parole, equazioni e<br />

formule matematiche che anche il<br />

maggior nemico <strong>del</strong>la matematica<br />

si sentirà in dovere di comprendere,<br />

se non per amore <strong>del</strong>la materia, per<br />

simpatia e rispetto nei confronti <strong>del</strong><br />

signorino Boone.<br />

Un caso letterario da molti criticato<br />

e stroncato perché paragonato al<br />

capolavoro immortale di Salinger,<br />

“Il giovane Holden”.<br />

In pochi hanno ritrovato, nella<br />

personalità di Christopher, il<br />

ricordo di un animo ribelle e<br />

anticonformista. Personalmente<br />

La sindrome di Asperger<br />

Le persone affette da questa malattia<br />

in genere si comportano in modo<br />

inopportuno in contesti sociali, spesso<br />

egocentrici ed ipersensibili, mancano<br />

di buonsenso ma sono in grado di<br />

avere idee eccezionalmente originali,<br />

hanno un vocabolario molto esteso ma<br />

tendono ad essere pedanti ed hanno<br />

interessi molto circoscritti. La loro<br />

intelligenza è in genere al di sopra<br />

<strong>del</strong>la norma. Questa forma di autismo<br />

tende a colpire prevalentemente<br />

gli uomini, tanto che molti degli<br />

esperti tendono a defi nire il “cervello<br />

Asperger” un caso estremo di cervello<br />

maschile. Recentemente, alcuni<br />

studiosi hanno affermato che molte<br />

persone note, come Michelangelo,<br />

Glenn Gould, Nikola Tesla, Ludwig<br />

non sono d’accordo; Christopher<br />

è una persona molto precisa,<br />

intransigente e severa nei confronti<br />

di sé stesso e <strong>del</strong>l’atteggiamento<br />

che gli altri devono avere nei suoi<br />

riguardi.<br />

Se non vuole essere toccato, non lo<br />

si deve toccare e basta.<br />

Se non vuole mangiare per giorni,<br />

non mangia per giorni e non c’è<br />

rimedio alla sua testardaggine.<br />

Quindi, è a modo suo un<br />

personaggio che ci aiuta a vedere<br />

le cose in modo diverso, con occhi<br />

più attenti a bisogni che in altro<br />

modo non noteremmo.<br />

E ci entra un po’ nel cuore<br />

questo ragazzo autistico che ispira<br />

dolcezza, e che quasi vorremmo<br />

esistesse davvero per potergli<br />

rivolgere la parola e magari aprire<br />

davanti ai suoi occhi una mano a<br />

ventaglio.<br />

Si legge tutto d’un fi ato e lo si<br />

ricorda a lungo, con affetto.<br />

Buona lettura!<br />

Wittgenstein, Albert Einstein e Isaac<br />

Newton soffrivano di sindrome<br />

di Asperger, mostrandone alcune<br />

caratteristiche, come l'intenso interesse<br />

verso un solo campo <strong>del</strong> sapere. Questo<br />

rimane controverso, ma resta il dato<br />

di fatto di come molte persone con la<br />

sindrome di Asperger non siano solo<br />

pazienti da curare ma persone dotate<br />

di grande intelligenza, che possono<br />

quindi contribuire anche socialmente<br />

allo sviluppo <strong>del</strong>la società.<br />

Fonte: Enciclopedia Wikipedia<br />

http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_<br />

principale<br />

. <strong>ARPA</strong> . 33


Musica.<br />

34 . <strong>ARPA</strong> .<br />

di Valentina Fumagalli<br />

I’LL HAVE A BLUE CHRISTMAS WITHOUT YOU<br />

(CONSIGLI PER UN NATALE IN BUONA COMPAGNIA)<br />

Diciamocelo: mai che qualcuno azzecchi un regalo di Natale! La mamma che premurosamente ci regala<br />

un maglione, il più <strong>del</strong>le volte ha scelto il più imbarazzante (e natalizio) <strong>del</strong> negozio. Il ragazzo,<br />

tanto per cambiare, non è stato attento quando, facendo shopping, abbiamo (elegantemente) indicato<br />

tutti gli oggetti dei nostri desideri. I nostri amici più cari si sono tutti dati al decoupage e il risultato<br />

è che in casa abbiamo vasi e can<strong>del</strong>e di ogni genere e foggia. Poco male…è il pensiero che conta! Ma<br />

non lasciamoci cogliere impreparati: facciamoci noi un bel regalo per neutralizzare le scelte, magari<br />

avventate, degli altri! Noi di <strong>ARPA</strong>, che vi pensiamo sempre, abbiamo preparato un po’ di consigli<br />

musicali per evitarvi un Natale struggente (anche se in certi ambienti va di moda!). Tenetevi compagnia<br />

con questi regalini, riponeteli religiosamente sotto l’albero assieme agli altri e godeteveli in questi<br />

giorni di festa. Buon ascolto e buona visione!<br />

Iniziamo da un bel gruppo americano che farà parlare di sé,<br />

prossimamente, anche <strong>sulle</strong> pagine <strong>del</strong>la nostra rivista. È<br />

uscito da poco “Collisions” (Beggars Banquet Records), il<br />

quarto album dei Calla!<br />

Una rivelazione, almeno per noi, in Europa: un disco<br />

entusiasmante, con un sapiente equilibrio di melodia e chitarre<br />

rock. “It dawned on me”, il singolo, imperversa <strong>sulle</strong> radio<br />

rock.<br />

www.callamusic.com<br />

Passiamo ora ad un grande ritorno, e<br />

dire grande, in questo specifico caso,<br />

è quasi un diminutivo: ci siamo accorti<br />

tutti, sentendo la bellissima “Home” in<br />

radio, che i Simple Minds sono tornati.<br />

Innamorati da sempre <strong>del</strong>l’Italia, i non-<br />

più-tanto-giovani di Glasgow, capitanati<br />

da John Kerr, hanno registrato parte<br />

<strong>del</strong>l’album nella nostra solare<br />

Taormina. “Black&White 050505” è un<br />

regalo davvero adatto a tutti: anche a<br />

mamma e papà!<br />

www.simpleminds.com<br />

Per chi ama i live, “Motion<br />

Sickness” dei Bright<br />

Eyes è imperdibile. Una<br />

raccolta di registrazioni<br />

<strong>del</strong> tour che in un paio di<br />

mesi ha toccato tutto il<br />

mondo.<br />

Due cover: “Mushaboom”<br />

di Feist e “The biggest<br />

lie” di Elliot Smith, e un<br />

booklet da paura.<br />

Il batterista ci concede<br />

una sbirciatina al suo<br />

diario <strong>del</strong> tour: pagine<br />

e pagine di racconti,<br />

aneddoti, passeggiate<br />

sotto la neve, viaggi<br />

terribili su improponibili<br />

aerei e quasi ottanta<br />

date.<br />

Anche il prezzo è speciale,<br />

un po’ come le fotografie<br />

contenute, che sono tutto<br />

tranne che impostate e<br />

patinate.<br />

www.saddle-creek.com


Siamo al secondo album <strong>del</strong>la giovanissima Katie Melua che,<br />

grazie alla sua voce melliflua ed esotica, ha conquistato<br />

davvero tutti. Al momento è in tour con i Simply Red!<br />

L’album “Piece by piece” contiene canzoni dolcissime e<br />

melodiche e una cover: “Just like heaven” dei mitici The<br />

Cure.<br />

www.katiemelua.com<br />

Un DVD per chi passerà feste magari un po’<br />

più solitarie. Quale occasione migliore per<br />

“Spend a night with Saddle Creek”?<br />

Questo DVD è un lungo documentario sui primi<br />

dieci anni <strong>del</strong>la Saddle Creek, una etichetta<br />

discografica indipendente che ha tenuto<br />

a battesimo (e continua a prendersi cura)<br />

di alcune tra le band più interessanti <strong>del</strong><br />

panorama internazionale: The Faint, Cursive<br />

e non ultimi i Bright Eyes (e le relative dieci<br />

personalità di Oberst: Desaparecidos, Park<br />

Ave, Now It’s Overhead…).<br />

Tantissimo materiale<br />

live inedito e backstage<br />

divertenti e imbarazzanti.<br />

Da non perdere per<br />

nessun motivo!<br />

www.saddle-creek.com<br />

Per chi invece preferisce suoni hardcore, ecco un album<br />

imperdibile: “When everything falls” dei giovani “Haste the day”.<br />

Famosissimi negli Stati Uniti, questi ragazzi di Indianapolis non<br />

passeranno di certo inosservati.<br />

www.hastetheday.com<br />

Per chi invece preferisce non tradire, sebbene solo<br />

musicalmente, la propria terra natia, segnaliamo il nuovissimo<br />

album di Marco Fabi: un cognome, una garanzia.<br />

Marco Fabi propone un pop melodico riflessivo e acustico.<br />

www.marcofabi.com<br />

Infine, ultimo ma non per questo meno valido, si segnala il gioiellino sfornato dall’officina<br />

LaCrus. Testi <strong>del</strong>icati, profondi e terribilmente poetici. Suoni sperimentali, curiosi e<br />

armonici. I LaCrus non possono <strong>del</strong>uderci! Anzi, le soprese che ci riservano sono molte:<br />

“Infinite possibilità” è un cd, ma anche un dvd nel quale troviamo cortometraggi (diretti<br />

da Francesco Frongia) a cui fanno da sfondo le loro canzoni.<br />

www.lacrus.com<br />

Concludiamo questa panoramica (che a questo punto vi consigliamo di stampare ed abbandonare nel<br />

raggio d’azione dei vostri cari) proprio con i LaCrus, con uno dei loro testi più poetici e intensi,<br />

almeno per chi scrive in questo momento.<br />

Milano, da sempre al centro <strong>del</strong>le loro liriche, fa da padrona anche questa volta: andate in Piazza<br />

Duomo, possibilmente in una di queste giornate d’Avvento, fredde, nebbiose, frenetiche…e lì, con<br />

calma, senza farvi toccare dalla frenesia degli astanti, concedetevi “Natale a Milano”: difficilmente<br />

un regalo saprà emozionarvi di più.<br />

. <strong>ARPA</strong> . 35


Teatro.<br />

36 .<br />

L’omosessuale o la diffi coltà di esprimersi<br />

In origine era la catarsi. Il teatro illuminava pubblicamente il male, il “peccato”,<br />

intesi come la parte più oscura e distorta <strong>del</strong>l’animo umano, denunciava egoisti,<br />

bugiardi, ipocriti, truffatori e assassini, rendendoli bersaglio <strong>del</strong>la satira più<br />

affi lata. Quello era il luogo in cui attori ed autori diventavano sciamani che,<br />

attraverso maschere amplifi catrici e terribili, esortavano alla consapevolezza<br />

e al riscatto interiore. Il teatro era allora il luogo in cui un “deus ex machina”,<br />

improvviso e inaspettato, stravolgeva testo e scena, consentendo così una nuova<br />

genesi: la purifi cazione.<br />

Cos’è rimasto, oggi, di quella intenzione originaria nel teatro moderno? In verità,<br />

non molto, eppure a volte capita di assistere a progetti che potrebbero rivelarsi<br />

effi cacissime soluzioni ai ben noti problemi <strong>del</strong> teatro e <strong>del</strong>la sua scrittura.<br />

La collaborazione artistica e produttiva fra Egumteatro e Teatro Arsenale ha dato<br />

vita ad un lavoro semplicemente geniale, irriverentemente sincero, scomodamente<br />

innovativo: “L’omosessuale o la diffi coltà di esprimersi” è l’epifania intellettiva<br />

<strong>del</strong>la creatività, <strong>del</strong> pensiero, <strong>del</strong>la parola che svuota se stessa di ogni signifi cato<br />

comune, per ricercarne altri mille, predisposti per natura ad essere ulteriormente<br />

capovolti.<br />

Rivoluzione lessico-concettuale, assoluto divertimento nello stravolgere confi ni<br />

mentali e riferimenti letterari, il testo di Copi ricerca <strong>nuove</strong> <strong>tendenze</strong> espressive<br />

con quel desiderio, tipico dei geni creativi, di reinventare il mondo o, quanto<br />

meno, proporne prospettive differenti eppure, paradossalmente, coerenti con la<br />

nostra naturale tendenza evolutiva.<br />

In questo senso, quindi, il lavoro <strong>del</strong>l’artista può risultare spiazzante rispetto al<br />

normale incedere dei copioni che, nello svolgimento <strong>del</strong>la vicenda, si avvalgono<br />

<strong>del</strong>le capacità deduttive <strong>del</strong> pubblico.<br />

Annalisa Bianco e Virginio Liberti hanno letteralmente “ricreato”, in modo<br />

magistrale, le visioni di Copi, risolvendo la diffi coltà prima di dare corpo e anima<br />

ai mille personaggi in scena, alle loro parole, alle rispettive, multiformi storie o<br />

ai loro dirompenti, policromatici sessi. Diffi coltà non trascurabile, trattandosi di<br />

personaggi che si identifi cano e vivono nel loro attimo presente, poiché, in effetti,<br />

di Franco Scaglione


puro esperimento di pensiero in movimento, continuo interscambio di contenuti<br />

e contenitori, specchi parlanti che rifl ettono anche nei silenzi, come accade nelle<br />

fantastiche coralità poliglotte, o nell’overture circense dallo spirito fi gurativo<br />

stile Belle Epoque.<br />

Tutta l’apparente incongruenza, che sposa le pause rifl essive di Checov ai dialoghi<br />

investigativi di Hercules Poirot, diventa intelligente contrappunto per una lingua<br />

totale, sarcastica e decisamente innovativa.<br />

Eccezionali gli attori, nella magia di aver restituito credibilità al paradosso<br />

e all’ossimoro: Massimo Loreto, Maria Eugenia D’Aquino, Annig Raimondi,<br />

Riccardo Magherini e Vladimir Todisco Grande, sono l’autentico salvacondotto<br />

per una Siberia proibita alla logica comune, o al più altrettanto comunemente<br />

ipocrita senso <strong>del</strong> (falso?) pudore. I loro personaggi respirano emozioni,<br />

contraddizioni, sangue. Vivono. Muoiono. E tornano a vivere. Con noi.<br />

Se esiste ancora, in qualunque forma e da qualsiasi parte, l’attitudine originaria<br />

<strong>del</strong> teatro riguardo la sua propensione catartica ad essere riverbero <strong>del</strong>l’umanità, di<br />

certo essa frequenta le terre <strong>del</strong>l’ironia e <strong>del</strong>la ricerca spontanea, <strong>del</strong>l’accostamento<br />

divertito e <strong>del</strong> linguaggio, <strong>del</strong>le lampade ad olio e dei microchip.<br />

Traduzione Luca Coppola e Giancarlo Prati Regia Annalisa Bianco e Virginio Liberti Produzione Teatro<br />

Arsenale / Egumteatro / Regione Toscana in collaborazione con Santarcangelo dei Teatri Personaggi<br />

e interpreti: Signora Garbo Massimo Loreto Irina Annig Raimondi Madre Maria Eugenia D’Aquino<br />

Garbenko Riccardo Magherini Generale Puskin Vladimir Todisco Grande<br />

Copi (Raoul Damonte Taborda) Buenos Aires 20.11.1939 - Parigi 14.12.1987<br />

Disegnatore di fumetti, drammaturgo, scrittore, Copi amava giocare con l’assurdo e l’eccessivo, con l’ironia più tagliente e il “masochismo”.<br />

Si stabilì defi nitivamente a Parigi nel 1962, dove la sua esigenza espressiva cominciò a <strong>del</strong>inearsi nelle varie forme di creatività che<br />

caratterizzeranno la sua fama di lì a poco: già nel 1964 pubblica su “Le Nouvel Observateur” le strisce <strong>del</strong>la celebre “Femme Assise”; nel<br />

1965 la rivista americana “Twenty” compra e pubblica un suo disegno e nel 1967 arriva il suo primo successo in teatro con “La journée<br />

d’une reveuse”, in cui già si identifi cano i tratti <strong>del</strong>la sua straordinaria inventiva verbale.<br />

Nel giugno <strong>del</strong>lo stesso anno la rivista italiana “Linus” pubblica le strisce <strong>del</strong>la sua donna seduta e <strong>del</strong> pollastro, implacabile e feroce satira<br />

sugli sconfi tti che, a dispetto dei più banali luoghi comuni, non celano l’odio e i tentativi di ferirsi reciprocamente.<br />

Per il teatro scrive le biografi e di Santa Genoveffa (1966) e di Eva Peron (1969), quest’ultima creata e messa in scena con il gruppo Tse,<br />

di cui faceva parte nel ruolo en travesti <strong>del</strong>la protagonista; è da qui che inizia l’analisi di Copi, sviscerata nelle opere successive, sulla<br />

confusione, l’inversione e lo scambio dei sessi.<br />

Seguiranno “L’homosexuel ou la diffi culté de s’exprimer” (1971), “Les quatre jumelles” (1973), “Loretta Strong” (1974), “La Pyramide”<br />

(1975), “La Tour de la Defénse” (1978) e “Le Frigo” (1983), forse la sua interpretazione più esilarante.<br />

Pubblica anche libri, il più famoso dei quali, “Il ballo <strong>del</strong>le checche” (1977), rappresenta l’apice <strong>del</strong>la sua più pungente satira<br />

caricaturale.<br />

L’ albo a fumetti “Il fantastico mondo dei gay” e l’opera teatrale, “Una visita inopportuna” (1986), furono scritte prima che l’AIDS lo<br />

consumasse; la Visita, infatti, fu rappresentata postuma al Théatre de la Colline di Parigi nel 1988, dall’amico Jorge Lavelli.<br />

Tre giorni prima di morire, aveva ricevuto il “Gran Premio di Letteratura Drammatica 1987” <strong>del</strong>la città di Parigi, premio che non riuscì<br />

a ritirare personalmente perché già immobilizzato a letto.<br />

. <strong>ARPA</strong> . 37


Musica. di<br />

Every Line On<br />

My Face Has A<br />

Tale To Tell<br />

Carlotta Vissani e Daniela Giordani<br />

foto di Francesca Fasoli<br />

Capelli sapientemente spettinati (vedi foto), elegante sciarpa grigia, maglione a righe<br />

(fucsia e viola), giacca sportiva e un dolcissimo sorriso. Mark Owen si presenta così per<br />

l’intervista, con espressioni amichevoli e strette di mano sincere. Spontaneo, ma fi ne. Prima<br />

di cominciare ci chiede qualche notizia sul nostro magazine e si dimostra interessato a quello<br />

che diciamo. Gioca con il lettore mp3 con cui registriamo l’incontro e si rivela davvero<br />

disponibile, concedendosi a fotografi e fuori-programma.<br />

Sembra davvero che non abbia niente da nascondere e non gli si può dare torto: i suoi occhi<br />

chiari e intensi e il sorriso disarmante non sono davvero capaci di mentire.<br />

Sul nostro sito, www.<strong>ARPA</strong>Net.org, abbiamo chiesto ai tuoi fan di mandarci alcune domande per te, ci piacerebbe<br />

rivolgertene qualcuna…<br />

Certo, benissimo!<br />

Ok! Iniziamo da due domande in qualche modo collegate. Una è di Elisa: che rapporto hai con il tuo lato spirituale?<br />

Intendo anche con ciò che riguarda la moralità. Come e quanto questo lato infl uisce sulla tua vita e <strong>sulle</strong> tue scelte artistiche?<br />

L’altra domanda è di Chiara: Nelle tue canzoni nomini spesso Dio, ad esempio in “I am what I am” e “Pieces of heaven”.<br />

Vorrei sapere qual è il tuo rapporto con la religione e se ti sei poi convertito al buddismo.<br />

Sono una persona piuttosto spirituale. Mi piace pensare di esserlo. Credo in Dio, in una essenza e mi rivolgo ad essa per trovare<br />

pace. Quando ne ho bisogno, mi sintonizzo con questo essere, o qualsiasi cosa esso sia.<br />

Ho conosciuto il buddismo: penso di aver cercato diversi cammini spirituali in questi anni e li ho trovati tutti validi, ma sono


© <strong>ARPA</strong>Net 2005<br />

cattolico. Quando ero giovane ero<br />

abituato ad andare in chiesa ogni<br />

settimana. Ero un chierichetto, da<br />

bambino!<br />

Quindi, sì, credo in Dio, mi piace<br />

pensare che ci sia e penso – e spero – di<br />

incontrarlo, un giorno. La spiritualità ha<br />

fatto parte <strong>del</strong>la mia vita e penso che ne<br />

faccia parte anche oggi, perché è dentro<br />

di me. Ci sono stati dei periodi nella<br />

mia vita in cui meditavo due o tre volte<br />

al giorno, ma adesso non lo faccio più,<br />

anche se avrei voluto continuare. Penso<br />

che ognuno di noi debba attraversare<br />

<strong>del</strong>le fasi, sono certo che riprenderò a<br />

meditare, prima o poi. Adesso invece<br />

bevo vino (ride). Tante volte penso di<br />

aver trovato Dio in un bicchiere di vino<br />

– scherzo, scherzo! Magari sono cose<br />

simili, comunque credo nell’Amore,<br />

davvero.<br />

Ora una domanda da parte di<br />

Innuendo: con quale artista<br />

internazionale personalmente ti<br />

piacerebbe lavorare?<br />

Ce ne sono molti. Una <strong>del</strong>le mie band<br />

preferite di sempre sono i Radiohead.<br />

Conoscete KT Tunstall? In questi ultimi<br />

mesi si sente molto in Gran Bretagna.<br />

Mi piace molto il suo stile e quello che<br />

fa, quindi mi piacerebbe collaborare con<br />

lei prima o poi. Mi piacciono anche altri<br />

artisti come Rufus Wainwright, Antony<br />

and the Johnsons o Elvis Costello.<br />

Manuela ci ha mandato questa<br />

domanda: Mark, tanti anni fa ho letto<br />

“La profezia di Celestino” di James<br />

Redfi eld, perché ho saputo che era uno<br />

dei tuoi libri preferiti. Ha cambiato<br />

il mio modo di vedere e affrontare<br />

la vita. Hai qualche altro titolo da<br />

suggerire?<br />

Sì, l’ho letto diversi anni fa: è un<br />

bellissimo libro che ha cambiato il mio<br />

modo di pensare e percepire la vita.<br />

Vediamo un po’ che cosa ho letto di<br />

recente: “Le cinque persone che incontri<br />

in cielo” di Mitch Albom (Rizzoli).<br />

Adesso sto leggendo un libro che non<br />

sono certo sia stato tradotto in italiano:<br />

il titolo è “Modoc” di Ralph Helfer. Parla<br />

di un bambino e di un elefante ed è una<br />

storia bellissima. Ne ho letto solo metà<br />

fi no ad ora, ma lo trovo interessante.<br />

C’è un autore che preferisci?<br />

Di solito do un’occhiata a quello che<br />

consigliano i giornali: ho letto diversi<br />

libri di Douglas Coupland. Ha scritto<br />

“Generazione X” (Mondadori) e<br />

“Fidanzata in coma” (Feltrinelli), che mi<br />

è piaciuto davvero tanto.<br />

Ho letto alcuni libri di Paolo Coelho e,<br />

pur avendoli amati tutti, ho preferito<br />

“L’Alchimista” (Bompiani).<br />

Mark, ti piace la poesia? Quali sono i<br />

tuoi poeti preferiti?<br />

Non so che cosa rispondere, perché non<br />

mi sono mai interessato profondamente<br />

alla poesia. Penso di essere un poeta,<br />

quindi perché dovrei fare riferimento a<br />

qualcun altro?<br />

Probabilmente è una cosa sciocca, ma<br />

avrei paura di copiare versi o frasi,<br />

quindi ho sempre evitato di leggere<br />

poesia. Ma mi piacerebbe conoscere<br />

altri poeti. Magari la vostra rivista può<br />

suggerirmene qualcuno!<br />

Certo! Ti consiglio “La terra desolata”<br />

di T.S Eliot, il mio poeta preferito.<br />

Bene! (lo annota su un foglietto di carta<br />

che mette subito in tasca). Lo leggerò:<br />

grazie alla vostra rivista per il consiglio.<br />

Prego!<br />

Nel mio prossimo album sentirai dei<br />

versi che avrò rubato da qui! (ride)<br />

Ecco una domanda di Viviana: Mark,<br />

ci racconti qualcosa <strong>del</strong> videoclip<br />

<strong>del</strong> tuo prossimo singolo “Hail<br />

Mary”? Dopo il piccolo capolavoro<br />

cinematografi co di “Makin’ Out”, che<br />

è dolce e divertente allo stesso tempo,<br />

e il video di “Believe in the Boogie”,<br />

che ricorda atmosfere anni Cinquanta<br />

e Sessanta, mi piacerebbe sapere che<br />

cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo<br />

video.<br />

Vorrei fartelo vedere, è qui da qualche<br />

parte! (cercandolo). La maggior parte<br />

<strong>del</strong> video è stato girato in VFX, quasi<br />

interamente di fronte ad uno schermo<br />

verde, attorno a cui abbiamo costruito<br />

un mondo immaginario. Il punto focale<br />

<strong>del</strong> video è la ragazza, “Mary Hail”,<br />

e i colori sono molto intensi. È come<br />

un piccolo mondo magico. La storia<br />

è molto semplice: la canzone “Hail<br />

Mary” parla <strong>del</strong>la creazione di un’icona e<br />

<strong>del</strong>l’idealizzazione di una persona quasi<br />

fosse una musa. È questo che il video<br />

vuole rappresentare. Non l’ho mai vista<br />

perché è solo una musa nella mia testa.<br />

Lei non ha forma, tuttavia penso che<br />

sia bellissima. Io mi limito a suonare il<br />

pianoforte, restando in secondo piano.<br />

Nonostante sia un video molto semplice,<br />

penso renda bene l’idea!<br />

Parlaci <strong>del</strong> video di “Makin’Out”!<br />

Oh, l’ho diretto io personalmente e mi<br />

è piaciuto molto. È stato davvero un<br />

piacere creare la storia, sai, poi abbiamo<br />

fatto due giorni di riprese. È una cosa che<br />

vorrei fare più spesso in futuro. “Boogie”,<br />

la canzone stessa, ha un gusto un po’<br />

“retro”, molti dicono che è vagamente<br />

anni Settanta. Volevo che il video<br />

fosse spettacolare, con molta vanità.<br />

Mi piace molto, ed è stato girato in<br />

modo piuttosto interessante. L’abbiamo<br />

rallentato da una velocità standard ad<br />

una che era quasi la metà. Cantavo e<br />

mi muovevo molto lentamente. Se devo<br />

essere sincero, mi piacerebbe ancora<br />

dirigere i miei videoclip, ma non ho<br />

abbastanza tempo. Ci è voluto molto<br />

impegno per fare “Makin’ Out”!<br />

Ti piace il cinema? Quali sono i tuoi<br />

fi lm preferiti?<br />

Ho visto “I ragazzi <strong>del</strong> coro” di<br />

Christophe Barratiers, narra di scuola e<br />

di cattivi studenti. È girato molto bene.<br />

Mi piace questo genere di fi lm, per la<br />

. <strong>ARPA</strong> . 39


pellicola, le luci e l’intreccio!<br />

Un fi lm valido, denso di signifi cati profondi, mi ha fatto<br />

rifl ettere sulla vita.<br />

Amo il cinema ma sono stato troppo impegnato<br />

ultimamente per andarci spesso.<br />

Ho anche visto “La mia vita a quattro zampe”, fi lm svedese<br />

di Lasse Hallström, è un po’ vecchio ma è particolare.<br />

Tuttavia il mio fi lm preferito di tutti i tempi è, come dico<br />

sempre, “Cinema Paradiso”: mi piace la musica, la storia!<br />

Mi piace allo stesso modo “Il postino”, non so se qui (in<br />

Italia) lo apprezziate.<br />

Tu che cosa ne pensi?<br />

Certo, è uno dei fi lm italiani più importanti!<br />

È bellissimo! E anche “La vita è bella” è meraviglioso. Mi<br />

piacciono forse troppi fi lm!<br />

Che cosa ci dici a proposito <strong>del</strong>la tua etichetta?<br />

Sedna Records?<br />

Ho fi rmato due accordi discografi ci e quando ho perso il<br />

secondo ci sono rimasto molto male, perché sembrava che<br />

nessuno volesse concedermi una possibilità. Speravo di<br />

tornare in Italia e di potermi dedicare al live ma, addirittura<br />

prima di poter formulare qualsiasi piano, mi hanno detto<br />

che non avevano intenzione di produrmi.<br />

Non volevo che questo si ripetesse e sapevo che, se avessi<br />

fatto le cose per conto mio, avrei potuto decidere da solo;<br />

avrei potuto far uscire un disco quando lo decidevo io e<br />

andare in tour quando lo ritenevo opportuno. È dura,<br />

© <strong>ARPA</strong>Net 2005<br />

perché comunque ti manca una spinta forte e non hai tutti<br />

i soldi che possiedono le grandi etichette. In pratica, devi<br />

raccogliere la tua band, saltare su un pullman e andare a<br />

suonare in qualsiasi posto in cui abbiano voglia di sentire<br />

quello che fai. Si tratta di un processo molto più lento, ma<br />

sono contento di aver imboccato questa strada. Mi sono<br />

davvero divertito in questo ultimo anno e mezzo e sono<br />

riuscito ad assumere nuovamente il controllo su me stesso e<br />

sulla mia attività.<br />

Hai registrato negli USA, vero?<br />

Sì, a Los Angeles. Incredibile, sei settimane di sole e intense<br />

registrazioni presso i mitici “Sunset Sound Studio”. Molte<br />

tra le più grandi band hanno registrato i loro dischi qui,<br />

come i The Doors, Rolling Stones e Prince su “The Purple<br />

Rain”. Il mio produttore è stato grande. Ho vissuto insieme<br />

alla mia band in una meravigliosa villa in stile antico, <strong>sulle</strong><br />

colline di Hollywood. Era la casa in cui ha vissuto anche Rita<br />

Hayworth. Abbiamo comunque passato la maggior parte<br />

<strong>del</strong> nostro tempo in studio proprio per tenerci lontani da<br />

qualsiasi tipo di distrazione.<br />

Come ti senti oggi che sei un artista solista? Sei stato<br />

un membro dei Take That e ci ricordiamo i nostri 14<br />

anni e le immagini <strong>del</strong> “Live in Berlin” che scorrono<br />

sullo schermo <strong>del</strong>la tv. È praticamente impossibile non<br />

associarti, di istinto, ai ragazzi di Manchester…<br />

Come mi sento? Mi sento bene, sono orgoglioso <strong>del</strong>la band<br />

e di quello che abbiamo ottenuto. Eravamo così giovani, a<br />

tratti infantili, ed è stato eccitante viaggiare per il mondo<br />

conoscendo moltissime persone.<br />

Amo scrivere canzoni, amo esprimermi in musica e mi piace<br />

stare sul palco. Quindi il fatto di poter ancora suonare è<br />

tutto quello che posso chiedere. Vorrei poter comporre<br />

musica sempre e comunque: spero di poter produrre altri<br />

album e di andare avanti scrivendo musica così come faccio<br />

oggi. Sono soddisfatto di quello che ho realizzato dai TT in<br />

poi. So che non si tratta di una diffusione su larga scala e che<br />

non è un progetto enorme, ma sono orgoglioso di me stesso<br />

poiché, anche se sono passati sei anni senza che una mia<br />

canzone passasse alla radio e senza che io avessi signifi cativi<br />

contatti con il pubblico e con i media, non mi sono arreso<br />

e sono andato avanti. Suonare in Italia signifi ca molto per<br />

me, erano nove anni che non salivo su un palco italiano. Mi<br />

sarebbe piaciuto fare almeno dieci date in più, stare qui tre o<br />

quattro settimane piuttosto che una sola. Mi sto onestamente<br />

chiedendo perché non sia andata così. Ma posso solo fare<br />

quello che la gente mi chiede di fare. Quantomeno, sono<br />

tornato in Italia e spero che l’anno prossimo, o quello dopo<br />

ancora, si aprano porte più grandi per me.<br />

Avete sentito che i Take That faranno un tour insieme?<br />

Sì, abbiamo sentito. Pensi che sia una cosa positiva? Non<br />

sarebbe stato meglio lasciare tutto al passato?


In parte sì ma, vista l’ottima risposta<br />

che abbiamo ottenuto dal pubblico<br />

con l’uscita in Inghilterra <strong>del</strong> “Greatest<br />

Hits”, credo che questa possa essere una<br />

grande opportunità per tutti e quattro i<br />

membri <strong>del</strong>la band. Avrei avuto piacere<br />

se anche Robbie avesse partecipato; non<br />

abbiamo mai avuto un tour d’addio,<br />

anche perché, in quel momento, non<br />

ci rendevamo conto di quanto fossimo<br />

realmente condizionati dalla band.<br />

Questa può essere l’occasione per non<br />

sentirci più chiedere quando e se i TT<br />

torneranno insieme.<br />

Sarà stranissimo essere di nuovo sul<br />

palco e cantare le vecchie canzoni, dovrò<br />

presentarmi un po’ più in forma, dovrò<br />

meditare di più e bere meno vino (ride,<br />

nda).<br />

Sarà una sfi da e io la attendo. Non ho<br />

idea di come sia organizzato lo show, non<br />

ne abbiamo ancora parlato, ma posso<br />

dire che faremo <strong>del</strong> nostro meglio.<br />

I minuti volano e ci sarebbero<br />

ancora una infi nità di cose da<br />

chiedere e su cui discorrere,<br />

come con un vecchio amico.<br />

È strano incontrarlo avendo<br />

nella mente il suo passato<br />

insieme ai Take That ed è<br />

piacevole notare quanto sia<br />

cambiato e come si dimostri<br />

in pace con sé stesso e<br />

disponibile a rispondere alle<br />

nostre curiosità, con una<br />

calma e una serenità interiore<br />

ed esteriore che resterà<br />

impressa nei nostri ricordi<br />

più cari.<br />

Strette di mano, sorrisi e<br />

immagini che affollano<br />

rapidamente la nostra mente<br />

di ex-adolescenti.<br />

Sono passati quindici anni dal suo debutto insieme ai<br />

ragazzi di Manchester e nove da quando ha deciso di<br />

scrivere musica per sé stesso e per gli altri.<br />

Si cresce, si muta, ci si evolve. Mark dà prova di grande<br />

maturità e profondità, si defi nisce un poeta, poeta<br />

dei sentimenti. E noi abbiamo accolto con un sorriso<br />

ammirato le sue parole.<br />

All’indomani <strong>del</strong>la diaspora dei Fab4 (così ribattezzati<br />

dopo l’abbandono di Robbie) i fan (dopo aver pianto<br />

tutte le loro lacrime) scommettevano su chi avrebbe avuto<br />

la carriera migliore come solista.<br />

Razionalmente, Gary Barlow era il favorito: componeva<br />

da solo testi e musiche (a parte qualche sporadico apporto<br />

<strong>del</strong>la band). Il secondo favorito era Robbie Williams, che<br />

stava, proprio in quei mesi, gettando le basi <strong>del</strong>la sua<br />

carriera solista. Nessuno si aspettava che Mark Owen, il<br />

più timido e, a detta di tutti, il più carino dei Take That,<br />

si mettesse in gioco e tentasse di costruire qualche cosa<br />

di suo. E invece Mark, silenziosamente e con impegno<br />

tenace, ha liberato il proprio lato artistico.<br />

© <strong>ARPA</strong>Net 2005


Il primo album di Mark Owen, “Green Man” (BMG),<br />

esce nel 1996. Un album particolare, curato nei minimi<br />

dettagli, che presenta un sound piuttosto originale,<br />

lontano da quello dei Take That e forse lontano da<br />

quello che tutti si aspettavano da lui.<br />

Le canzoni hanno un’anima acustica valorizzata da<br />

un’ottima produzione: il disco è stato infatti registrato<br />

nel mitico studio di Abbey Road!<br />

Le tematiche a cui sono ispirate le liriche, tutte composte<br />

da Mark, aprono una fi nestra sull’inquietudine<br />

esistenziale di chi non sa che cosa aspettarsi dal futuro,<br />

sulla ricerca umana e spirituale, sull’amore (e riesce a<br />

non scadere nella banalità!) ma anche sul confronto con<br />

i problemi <strong>del</strong>la società e <strong>del</strong> mondo in genere.<br />

Tematiche originali e suoni sperimentali: un ottimo<br />

inizio a cui hanno fatto seguito ben sei anni di silenzio<br />

(perlomeno musicale). Nel 2001 partecipa all’edizione<br />

inglese di “Big Brother Celebrity” e vince con<br />

un’altissima percentuale di apprezzamento popolare.<br />

È questo, forse, il grande evento mediatico che gli<br />

permette, grazie ad una ritrovata celebrità, di dare una<br />

42 . <strong>ARPA</strong> .<br />

svolta alla sua carriera musicale.<br />

Nel 2003, infatti, Mark pubblica “In your own<br />

time” (Universal Island). Un album più pop e<br />

meno sperimentale <strong>del</strong> precedente; due testi sono<br />

scritti da Gary Barlow, che ha già scritto diverse<br />

hit per altri affermati musicisti. Un ottimo lavoro,<br />

considerato che il singolo “Four minute Warning”<br />

ha un successo notevole. Nonostante questi<br />

risultati, Mark Owen viene “abbandonato” dalla<br />

Universal Island. Il 2004 ha quindi rappresentato<br />

la possibilità di mettersi in gioco nuovamente e,<br />

questa volta, contando solo <strong>sulle</strong> proprie forze.<br />

Una sfi da non da poco! Mark ha così fondato<br />

una propria etichetta discografi ca indipendente,<br />

“Sedna Records”, e ora ha il pieno controllo di<br />

ogni aspetto <strong>del</strong>la sua carriera artistica.<br />

Una scelta coraggiosa ed ammirevole, specialmente<br />

se attuata da un musicista che, come lui, ha<br />

conosciuto gli ori e gli allori <strong>del</strong> business musicale<br />

in giovane età.<br />

Il risultato di questa nuova avventura, che porta<br />

il nome <strong>del</strong>la fi gura mitologica Inuit (Sedna) – a<br />

cui nel 2003 è stato dedicato l’ultimo corpo celeste<br />

orbitante nel sistema solare conosciuto ad oggi<br />

– ha in sé qualcosa di straordinario.<br />

Il 2004 è stato un lungo anno di cambiamenti<br />

e impegni per il nostro Mark, che si è concesso<br />

qualche mese per registrare a Los Angeles “How<br />

the mighty falls”, il suo ultimo album, distribuito<br />

in Europa tramite la E<strong>del</strong>.<br />

Un buon album, sia per quanto riguarda i testi sia<br />

per le musiche. Orecchiabile! In redazione è bastato<br />

ascoltare un paio di volte il cd per poi ritrovarci a<br />

canticchiarlo allegramente nella pausa-caffè.<br />

Tre i singoli usciti fi no ad ora: “Makin’Out” (bel<br />

video diretto da Mark in persona), la frizzante “I<br />

believe in the Boogie” e il nuovissimo “Hail Mary”<br />

(una canzone melodica e raffi nata).<br />

Con questa ultima creatura Mark è partito alla volta<br />

<strong>del</strong>l’Europa per un tour e un po’ di promozione: i<br />

suoi occhi blu si poseranno su tante terre, nei<br />

prossimi mesi, e le sue canzoni emozioneranno<br />

ancora una volta migliaia di persone.<br />

Quest’anno è venuto in Italia ben due volte: ha<br />

aperto i concerti dei Blue e in novembre ha portato<br />

in tour il suo ultimo lavoro regalandoci diverse<br />

date.<br />

Quale migliore occasione per una bella intervista<br />

nel nostro magazine, sempre così attento agli<br />

artisti più originali?


TAKE THAT AMARCORD<br />

Qualsiasi Thatter che possa davvero essere defi nita<br />

tale avrà certamente scolpita nel cuore questa data: 13<br />

Febbraio 1996.<br />

Gary Barlow annuncia che “How deep is your love” sarà<br />

l’ultimo singolo prodotto e pubblicato dalla band e che<br />

da quel momento i Take That saranno solo un ricordo.<br />

Quando i Take That decidono di sciogliersi, la BMG<br />

(l’etichetta che li produce) deve addirittura aprire linee<br />

telefoniche di supporto per sciami di fan distrutte e in<br />

crisi esistenziale.<br />

Parlando di boy band, i Take That possono essere<br />

considerati la risposta inglese agli americani New<br />

Kids On The Block, sia per impatto musicale sia per<br />

immagine.<br />

La carta vincente utilizzata dalla boy-band di<br />

Manchester è stato un mix sapiente di sensualità e<br />

romanticismo perché, se vogliamo proprio dirla tutta,<br />

l’aver fatto affi damento su diverse cover di band<br />

rinomate li ha aiutati molto nella scalata verso le chart<br />

europee. Non a caso, pezzi come “Relight My Fire”, “It<br />

only takes a minute” e “Could it Be Magic” sono stati<br />

alcuni tra le loro maggiori hit di successo.<br />

Questo non toglie che i Take That siano riusciti a<br />

conquistare il cuore di milioni di fan in tutto il mondo<br />

per ben sei anni, dal 1990 al 1996, senza mostrare<br />

segno di cedimento alcuno.<br />

In questo lasso di tempo hanno visto la luce<br />

fondamentalmente tre full-length: “Take That and<br />

party” (1992), “Everything changes” (1993) e “Nobody<br />

Else” (1995). Ognuna di queste release contiene almeno<br />

un paio di pezzi che, chiunque abbia vissuto la sua<br />

adolescenza nei primi anni Novanta non può non<br />

ricordare, seppur vagamente.<br />

La musica che hanno proposto e che ha fatto cantare e<br />

agitare masse di ragazzine invasate e piangenti (a tal<br />

proposito, dedicate cinque minuti alla vecchia VHS <strong>del</strong><br />

loro “Live in Berlin” e vi renderete conto di che cosa<br />

stiamo parlando, nda) è un pop melodico e ritmato,<br />

alternato a ballate dalle tinte malinconiche, il cui leader<br />

indiscusso e preferito dal pubblico è Mark Owen.<br />

I suoi lineamenti <strong>del</strong>icati, la sua aria sognante e la<br />

sua voce, così fragile e accattivante al tempo stesso, lo<br />

rendono probabilmente il più amato tra i cinque.<br />

L’amore è il tema principale di ogni canzone e questo<br />

accresce l’idealizzazione dei componenti <strong>del</strong>la band da<br />

parte <strong>del</strong> pubblico. Dopo il primo anno di successo, ogni<br />

membro <strong>del</strong>la boy-band si vede cucito addosso un ruolo<br />

ben preciso e ha <strong>del</strong>ineata un’immagine di sé vera e unica<br />

per il pubblico, ma probabilmente molto limitante per<br />

sé stesso. Mark è l’incarnazione <strong>del</strong> ragazzo ideale e<br />

sensibile, Robbie è lo strafottente sregolato (esattamente<br />

come si dimostra oggi…nda), Jason l’energico ballerino,<br />

Howard il tenebroso introverso e Gary il teddy bear, un<br />

po’ sovrappeso, ma abile nello scrivere canzoni e suonare<br />

il pianoforte.<br />

In questo modo le star di Manchester, senza<br />

probabilmente rendersene neanche conto, considerata la<br />

giovanissima età, diventano le icone <strong>del</strong> pop dei primi<br />

anni Novanta, anche perché piacciono da impazzire<br />

alle giovanissime, ma anche ai più grandi.<br />

La loro immagine emana un velo di innocenza e<br />

sentimento mista ad un carisma che sul palco dà i<br />

migliori risultati. Il loro scioglimento, essendo stato<br />

repentino e improvviso, ha lasciato tutti a bocca aperta,<br />

tanto che le affezionate di un tempo sono rimaste<br />

legate ad un mito ormai tramontato ma in loro ancora<br />

pienamente vivo e presente.<br />

Quello che ha reso possibile che i Take That non<br />

venissero dimenticati dopo la loro separazione è stata<br />

l’assenza di un concerto fi nale, un concerto di addio<br />

che congedasse i fan per l’ultima volta. Questo tassello<br />

mancante ha sempre lasciata viva la speranza che tutto<br />

sarebbe tornato come prima e proprio per questo in<br />

molte hanno atteso per anni l’agognato ritorno.<br />

E i Take That, alla fi ne, sono tornati. Dopo nove anni<br />

sono ancora qui, con un greatest hits dal titolo “Never<br />

forget” disponibile sia in cd sia in dvd. L’uscita comprende<br />

l’inedito “Today I’ve Lost You” – brano scritto nel 1995<br />

ma registrato soltanto nel settembre <strong>del</strong> 2005 –, due<br />

bonus track live, registrate nel corso <strong>del</strong> loro ultimo<br />

tour europeo, più una nuova versione remix di “Relight<br />

My Fire”. Il dvd, invece, più completo, comprende<br />

anche sedici videoclip e le migliori performance dal<br />

vivo, ovvero quelle di Berlino e Manchester. E ancora<br />

la partecipazione <strong>del</strong> gruppo ai British Awards <strong>del</strong><br />

1995, il materiale esclusivo dei backstage e, per fi nire,<br />

venticinque foto inedite <strong>del</strong> gruppo.<br />

Questa volta però sarà l’ultima, il saluto fi nale a cui<br />

non seguiranno altre sorprese, purtroppo o per fortuna<br />

TNX TO...<br />

Govind and Max @ E<strong>del</strong> Italia<br />

Mark Owen Italian Forum<br />

MARKWEB<br />

www.markowenoffi cial.com<br />

Mark Owen Italian Forum:<br />

www.forumfree.net/index.php?c=12856<br />

www.takethat.com<br />

. <strong>ARPA</strong> . 43


En<br />

We asked your fans to send us some<br />

question for you, so we would like to<br />

ask you some of their questions…<br />

Oh, great!<br />

So let’s start with two linked questions.<br />

One is from Elisa: How do you usually<br />

relate with your spiritual side, involving<br />

both your morality and your life values?<br />

How and how much can this infl uence<br />

your daily life and your artistic choices?<br />

Another one is from Chiara: in songs<br />

such as “I am What I am” and “Pieces of<br />

Heaven” you often name God. I would<br />

like to know which is your perception<br />

of God and how do you relate with<br />

religion and beliefs. Did you fi nally vert<br />

to Buddhism?<br />

Every<br />

Line On<br />

My Face<br />

Has A<br />

Tale To<br />

Tell<br />

Well, I’m quite a spiritual person, really,<br />

I like to think I am. I do believe in God,<br />

in an essence out there and I usually go<br />

there for peace. When I need to fi nd it,<br />

I try to tune into that other being, or<br />

whatever is.<br />

I have known Buddhism. I think I’ve<br />

searched over the years all different<br />

avenues of spirituality, really…and I<br />

believe all of them but I’m a catholic,<br />

so I used to go to church when I was<br />

young every week, I was an altar boy<br />

when I was very young. So, yeah, I<br />

believe in God, I like to think there is a<br />

God and I suppose, I hope, one day to<br />

meet Him, that would be my dream. And<br />

then spirituality have been taken part of<br />

44 . <strong>ARPA</strong> .<br />

my life and I think It’s always there. It’s<br />

always a part of me. There have been<br />

times in my life I used to meditate two<br />

or three times a day but I don’t do that<br />

anymore. I wish I did, it was a great<br />

time in my life. But, yeah, I think you go<br />

through stages, I’m sure I’ll come around<br />

to meditation again at some point of my<br />

life. Now I drink wine, instead (laughing).<br />

Sometimes I think I found God in a jug<br />

of wine, I’m joking, maybe it is a similar<br />

thing but I believe in Love, I do believe<br />

in Love.<br />

This is question from Innuendo: I think<br />

that every artist wished to cooperate<br />

and collaborate with an international<br />

artist he admires. What about you and<br />

your desires?<br />

Well, there are so many, really. One of<br />

my favourite bands have always been<br />

Radiohead for many years. But have<br />

you heard of KT Tunstall? In the last<br />

time of year she tuned very well in the<br />

UK. I really like her style and what she<br />

does, so she is one I’d like to work with<br />

at some point; I’ll enjoy that. I like also<br />

people like Rufus Wainwright, Antony<br />

and The Johnsons and I like their albums,<br />

but there are so many great, great artists<br />

I’d like to work with like Elvis Costello.<br />

Manuela wrote us: Mark, I read “The<br />

Celestine Prophecy” cause I knew this<br />

was one of your favourite books. This<br />

book had changes my way to perceive,<br />

feel and face life. Since you’ve been<br />

so great in suggesting me such a nice<br />

reading, may you please recommend a<br />

few books you think are worth reading?<br />

Yeah, I read that book many years ago, a<br />

great book, and it changed my life as well<br />

and my way of thinking. Let’s think what<br />

I’ve read recently! I’ve read a book called<br />

“The fi ve people you meet in Heaven”<br />

from Mitch Albom. Now I’m reading a<br />

book that I don’t know if it is available<br />

over here, called “Modoc” (from Ralph<br />

Helfer). It’s about an elephant and a boy<br />

and it’s a beautiful story. I’ve only read a<br />

half of the book but I enjoyed it a lot.<br />

Is there an author, a writer you are really<br />

close to?<br />

I usually go into the recommendation<br />

written on the paper: I read a lot from<br />

Douglas Coupland books, he wrote<br />

“Generation X” or “Girlfriend in a<br />

coma”, I like “Girlfriend in a coma” very<br />

much.<br />

I’ve read a lot of Paolo Coelho “The<br />

alchemist” above all the others.<br />

Mark, what about poets and poetry?<br />

Well, I feel bad cause I’ve never got into<br />

poets and poems. I think I’m a poet so<br />

why read anybody else?<br />

Maybe is a venial thing but I’d be afraid<br />

just to copy lines or verses, so it’s<br />

something I avoided so far but I’d really<br />

like to know some poets. Maybe you,<br />

as your magazine, can recommend me<br />

someone.<br />

Oh, yeah. I can recommend you my<br />

favourite one: T.S. Eliot “The waste<br />

land”.<br />

Ok! (writing it down into a piece of<br />

paper and putting it into a pocket). I’ll<br />

check it out, so thanks to your magazine<br />

for helping me.<br />

Prego!<br />

And then in my next album you’ll hear<br />

a lot of songs or lines I’ll steal off<br />

(laughing).<br />

Here is a question from Viviana: Mark,<br />

I’d like you to tell us something about<br />

the videoclip of your new single “Hail<br />

Mary”. After the small cinematographic<br />

masterpiece of Makin’Out, which was<br />

sweet and funny at the same time, and<br />

the video of “Believe in the Boogie” that<br />

recalls fi fties and sixties atmospheres, I’d<br />

like to what we are going to get in this<br />

new video.<br />

I think I can show you the video, it’s<br />

somewhere here. This video, a lot of this<br />

video is called VFX, I think it’s called so.<br />

Basically we shoot most of it against a<br />

green screen. Then it was built a kind of<br />

magical imaginary world around it. The<br />

main focus on the video is the girl, Mary<br />

Hail, and the colours are very rich. It’s<br />

like a little magical world. Basically the<br />

story within it’s quite simple really: the<br />

song Hail Mary it’s about making an icon,<br />

idolizing someone like a muse. And this<br />

is what the video represents: I’ve never<br />

actually seen her, it’s only a muse in my<br />

head. She is shapeless but I think she<br />

looks beautiful. I just play back piano.<br />

It’s quite an easy video for me, really, but<br />

visually it’s quite straight I think.<br />

What about Makin’Out video?<br />

Oh, I directed myself and I really enjoyed<br />

doing it. It was a real pleasure to made


the story, you know, the two days<br />

shooting. It’s something I’d like to do<br />

more in the future. “Boogie” I think that<br />

the song has a retro feel about it, a lot<br />

of people say that sounds quite seventy.<br />

I’d like to do a performance video, with a<br />

lot of vanity. I like<br />

that video and the<br />

way we shoot was<br />

interesting. We<br />

slowed it down<br />

from 25mmsec<br />

to 12 mmsec<br />

and when I was<br />

performing the singing, movements were<br />

very slow. I’d like to direct more videos,<br />

to be honest with you, but I have no<br />

time. It’s had been a lot of time directing<br />

“Makin’Out”.<br />

What about cinema? Do you like it?<br />

I saw a movie called “The chorus”<br />

of Christophe Barratiers; it’s about a<br />

school and bad kids. I like this kind of<br />

movies because of the grade, the lighting<br />

and the plot! Beautiful fi lm with some<br />

nice meanings in there, it made me think<br />

a little bit about life. I’ve been so busy! I<br />

love cinema but recently I haven’t seen a<br />

lot. I saw a movie called “My life as a dog”,<br />

a Swedish one from Lasse Hallström, it’s<br />

quite old but a great fi lm. My favourite<br />

movie of all the time, as I always say,<br />

cause I do love it is “Cinema Paradiso”:<br />

I love the music, the plot. I also like “Il<br />

postino” as well. I don’t know if people<br />

there like this movie. Do you like it?<br />

For sure, it’s one of the most important<br />

Italian movies.<br />

It’s beautiful! It’s great! And “Life is<br />

beautiful” as well is a wonderful movie .I<br />

love so many fi lms!<br />

What about the music label?<br />

Sedna records?<br />

I have had two record deals and when<br />

I lost my second one I was feeling a bit<br />

disappointed cause it was never giving a<br />

chance to do anything. When I signed my<br />

second deal I was hoping to come out<br />

to Italy, to all of you, doing shows but<br />

before I even got a chance to do any<br />

of that I got fi red. I didn’t want to go<br />

through that process again. I knew that if<br />

I do it myself then I can come and tour<br />

in places where I want to tour, that I can<br />

make my own decisions and I can release<br />

an album when I want it to be released.<br />

It’s hard, cause you haven’t got the big<br />

push behind and you don’t have all the<br />

money that big major label has, so it’s<br />

a lot more of a slow process cause you<br />

have to basically get your band, get on a<br />

bus and go and play wherever you can<br />

«I’ve never got into poets and poems.<br />

I think I’m a poet, so why read<br />

anybody else?»<br />

and try to get people to hear what you<br />

are doing but I am glad I have made the<br />

decision. I have really enjoyed this last<br />

year and a half having my own control<br />

back in way.<br />

Did you record “How the mighty fall” in<br />

the USA, didn’t you?<br />

Yes, in LA, beautiful. Six weeks of lovely<br />

sunshine and a great studio recording,<br />

we recorded in Studio Sunset. Many<br />

great artists like The Doors, Rolling<br />

Stones and Prince on “The Purple Rain”<br />

worked there and I had a great producer<br />

with us, I took my band over. We have<br />

been living in this house on Hollywood<br />

hills. Do you know the actress Rita<br />

Hayworth? Do you know her? It was<br />

where she used to live, it was a lovely<br />

old fashioned house. We basically just<br />

spent the time in studio and it was<br />

good cause we could be really focused<br />

without having any distraction.<br />

How are you feeling today as a solo<br />

artist? Everybody know you have been a<br />

member of Take That and we remember<br />

when we were fourteen watching the<br />

“Live in Berlin” VHS in front of the<br />

TV, crying like mad. (laughing) So it is<br />

almost impossible not to associate you<br />

somehow with your past…<br />

How do I feel? I feel ok about it, I am<br />

proud of the band and what we achieved.<br />

We were so young and stupid, but it was<br />

so exciting travelling the world and<br />

meeting so many beautiful people. I love<br />

writing songs, I love their expressions<br />

and I love being on stage. So to be in a<br />

place where I can still do that is all that<br />

I can ask for, really. I will always write<br />

songs, I hope I can always make albums<br />

and carry on doing music in that way. I<br />

am proud of what I have done since TT<br />

myself, I know it’s not on the big scale<br />

and its not huge, but for me personally<br />

I am really proud that I stuck at it. I had<br />

time as well, I had six years where I<br />

couldn’t get any of my songs listened<br />

to nevermind playing on any radio or<br />

any interview but I kept going and I am<br />

really proud to<br />

be here now. And<br />

its really great to<br />

be performing in<br />

Italy again, cause<br />

It has been nine<br />

years since I was<br />

last touring here.<br />

And I wish I was doing another ten dates<br />

and I personally don’t understand why I<br />

am but I only can do what people ask me<br />

to do, so I wish I was here for ¾ weeks<br />

instead of one week but at least I got<br />

back once and then hopefully they can<br />

open the door for me to come back and<br />

do more next year and the year after.<br />

Do you know Take That are touring<br />

again? Have you heard?<br />

Yes, we have heard. Is this a good thing?<br />

Or would have it been better to leave it<br />

all to the past?<br />

I know, but I think we had a good<br />

response to what was going on in the<br />

UK cause we released the “Greatest<br />

Hits” again and all gone well, and I think<br />

it would be good for the four people<br />

in the band. I wish that Robbie was<br />

doing that, I think it would have been<br />

good because we never did a fi nal tour<br />

and I think that at that age we were all<br />

affected by the band a lot more than we<br />

have ever realized at that time. I am sure<br />

there are still issues within ourselves<br />

that hopefully we can all make peace<br />

with.<br />

People wont ask anymore: “Are Take<br />

That going to get back together, when<br />

are you going to get back together”. This<br />

will be the last ever tour, maybe then we<br />

wont never be asked again. I hope that<br />

everybody get something out of it. Its<br />

going be weird getting back on the stage<br />

singing all the old songs, and I will have<br />

to get a little bit fi tter, so to meditate<br />

more and drink less wine but It is going<br />

to be a challenge and I am looking<br />

forward to the challenge. I don’t know<br />

what the show will be like, we haven’t<br />

talked about it yet but, I am sure it would<br />

be good and we will do our best.<br />

. <strong>ARPA</strong> . 45


Visti per voi.<br />

Come un cammello in una grondaia<br />

L’ A.T.I.R. mette in scena al teatro Franco Parenti il dramma, il dolore, le speranze, la voglia di giustizia e di vita di un gruppo di condannati<br />

a morte - preti, partigiani, uomini e donne contrari alla dispotica imposizione <strong>del</strong>le idee - durante la seconda guerra mondiale.<br />

Coraggioso esperimento di teatro politico ad opera di Serena Sinigaglia, che, con i sei attori in scena, Arianna Scomegna, Stefano<br />

Orlandi, Mattia Fabris, Sandra Zoccolan, Maria Pilar Perez Aspa, Matilde Facheris, afferma l’attualità <strong>del</strong>la storia.<br />

Operazione, forse, riuscita solo a metà e, probabilmente, più nell’intenzione - seppur interessante e nobile - che nell’effettiva realizzazione<br />

concettuale: la complessità di alcuni argomenti di storia, sempre estremamente controversa, soprattutto se così recente e macchiata di<br />

perdite umane, avrebbe richiesto analisi e rifl essioni altrettanto profonde e articolate di un contesto politico, sociale, culturale, decisamente<br />

più ampio. Noi, che dichiariamo la non esistenza di santi ed eroi troppo leggermente riconosciuti, non possiamo poi risolvere in buoni e<br />

cattivi realtà di cui, spesso, non immaginiamo i mille risvolti meno evidenti.<br />

La vena sagacemente ironica con cui, a tratti, viene elaborato il testo, offre un miglior binario discorsivo e un più effi cace invito alla<br />

rifl essione, all’autocoscienza, alla ribellione contro qualsiasi forma di omicidio <strong>del</strong>la libertà.<br />

Meglio comunque discutere, sempre. L’A.T.I.R. lo ha fatto, e questo è davvero un gran merito.<br />

Dal 13 al 21 dicembre 2005<br />

Teatro Franco Parenti - Via Cadolini 19 - Milano<br />

Technè: acusmetria e creatività sinergica<br />

Lo Spazio Oberdan conferma il suo impegno e il suo interesse per la comunicazione e l’innovazione espressiva. I vari ambienti che<br />

ospitano le installazioni di “Technè”, sono un’autentica introspezione <strong>del</strong> potenziale artistico offerto dalla tecnologia, che demolisce,<br />

letteralmente, le barriere <strong>del</strong> pregiudizio in materia di contemporaneità <strong>del</strong>l’arte.<br />

In un percorso sorprendente tra poesia, televisione, pittura e giovane Europa, gli artisti reinventano moduli e forme, pause e ritmi, pura<br />

visione estatica e partecipazione interattiva, restituendoci antiche vie sensoriali <strong>del</strong>la seta per <strong>nuove</strong> destinazioni espressive.<br />

Così la “Antologia di Spoon River” si attualizza in noir, “L’ultima cena” in una sorta di intelligente tributo post-femminista a “Sex<br />

and the city” e tutta la mostra sembra fi nalizzarsi alla psicoanalisi <strong>del</strong>la ricerca, <strong>del</strong>la scoperta, <strong>del</strong>la meraviglia.<br />

L’ arte incontra la tecnologia, quest’ultima diventa complice <strong>del</strong>lo sguardo offrendoci l’opportunità di stabilirne gli stimoli, di<br />

modifi carli nelle fi nalità, di ripensarne ancora. Il suono associato a forme geometriche disegna <strong>nuove</strong> occasioni creative, fa squillare le<br />

sveglie <strong>del</strong>la nostra inventiva e suggerisce decine di nuovi percorsi interpretativi all’interno <strong>del</strong>la mostra.<br />

E di noi stessi.<br />

Spazio Oberdan<br />

Viale Vittorio Veneto 2, Milano<br />

dal 28 ottobre 2005 al 26 febbraio 2006<br />

Orari: Tutti i giorni: 10.00-19.30<br />

Martedì e giovedì fi no alle 22.00<br />

Chiuso il lunedì<br />

Ingresso:<br />

Intero € 6,20<br />

Ridotto € 4,10<br />

Scuole € 2,50<br />

Il primo martedì di ogni mese: ingresso gratuito.<br />

Catalogo edito da Revolver<br />

46 . <strong>ARPA</strong> .<br />

di Franco Scaglione


Avvento a Belluno<br />

Palazzo <strong>del</strong>la Triennale<br />

Il caratteristico Mercatino di Natale allestito<br />

dal Consorzio Belluno Centro Storico nella<br />

centrale Piazza dei Martiri, nel periodo che va<br />

dal 3 al 24 dicembre 2005 è impedibile. Nella<br />

calda e romantica atmosfera dei mercatini<br />

<strong>del</strong> Nord-Europa, è possibile acquistare<br />

articoli regalo, addobbi natalizi, artigianato<br />

internazionale, prodotti artigianali tipici<br />

in legno, in vetro, in rame e in lana, oltre a<br />

tanta golosa pasticceria e squisite specialità<br />

gastronomiche. Previsti, inoltre, spettacoli di<br />

animazione e un’antica giostra a cavalli.<br />

Orario apertura: tutti i giorni 9.30 - 12.30 e<br />

15.00 - 19.00<br />

Per informazioni: Consorzio Belluno<br />

Centro Storico (0437 944755)<br />

bellunocentro@libero.it<br />

©2005 Lucasfi lm Ltd. All Rights Reserved<br />

.<br />

Mercatino di Natale a Merano (TN)<br />

Natale a Vipiteno (TN)<br />

Qui l’appuntamento con la magia <strong>del</strong><br />

Natale è nel centro storico.<br />

La cittadina di Vipiteno può vantare<br />

origini medievali ed una lunga tradizione<br />

di estrazione mineraria (attualmente è in<br />

corso una mostra su questa tematica).Il<br />

presepio composto da statuine realizzate<br />

completamente a mano, presso la Torre<br />

<strong>del</strong>le Dodici, è un’altra attrazione da non<br />

perdersi.<br />

Dove: Piazza Città<br />

Dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00<br />

Sabato, domenica e festivi dalle 9.00 alle<br />

19.00<br />

Il 24 dicembre dalle 9.00 alle 16.00<br />

Chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio.<br />

Per informazioni:Associazione Turistica<br />

Vipiteno<br />

(0472 765325) info@infosterzing.it<br />

I profumi <strong>del</strong> vin brulè e <strong>del</strong>la pasticceria natalizia si mescolano ai suoni <strong>del</strong>la musica ed<br />

alle tradizioni <strong>del</strong>l’Avvento. Il Mercatino di Natale di Merano, con i suoi 70 espositori,<br />

propone tante idee per il Natale, dagli addobbi natalizi, alle pantofole in lana cotta, alle<br />

ceramiche, alle stoffe tradizionali, alle statuine in legno, ai giocattoli ed alla pasticceria<br />

tipica.<br />

Dove: Passeggiata Lungo Passirio<br />

Dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 19.30<br />

Sabato dalle 10.00 alle 19.30<br />

domenica dalle 9.00 alle 19.30<br />

Il 24 dicembre dalle 10.30 alle 15.00<br />

Chiuso il 25 dicembre.Azienda Cura, Soggiorno e Turismo Merano<br />

(0473 272000) info@meraninfo.it<br />

Mercatino di Natale a Graz (Austria)<br />

Mercatino di Natale a Graz (Austria)<br />

A poche ore di viaggio dall’Italia è possibile visitare, a Graz,<br />

il presepe di ghiaccio, ad opera di Gert J. Hödl. La scultura è<br />

realizzato con ben 50 tonnellate di ghiaccio cristallino!<br />

In diversi luoghi <strong>del</strong>la città sono stati organizzati tipici mercatini di Natale che<br />

resteranno aperti fi no al 24 dicembre.<br />

Per informazioni: http://cms.graztourismus.at/cms/ziel/121039/I/#4 (In italiano)<br />

Per segnalare eventi,<br />

scrivere a Eventi@<strong>ARPA</strong>Net.org


Narrativa.<br />

Fendente<br />

Ogni volta che penso a quella stanza ti vedo,<br />

assonnato e spettinato che mi guardi con quell’aria<br />

inebetita...”Ma sei qui?”...<br />

Il letto disfatto, le braccia muscolose esplorano le lenzuola<br />

sotto il cuscino... Stropicci gli occhi, ti arcui un po’<br />

per trovare la posizione ideale, la schiena levigata e tesa<br />

colpisce la mia vista... Tra poco mi chiederai se ho saltato il<br />

lavoro stamattina.<br />

Strofi ni con le dita i capelli. Mi prende un’inconfessabile<br />

malinconia.<br />

Ieri ho fatto bene i conti con il mio tempo. Ci saresti stato<br />

benissimo nella mattinata.<br />

Un piccolo trofeo per scaldarmi le vene. La sensazione<br />

euforizzante di essere amata, in ogni gesto. Valuto la<br />

possibilità di aspettare il tuo risveglio, nelle tempie il<br />

tamburellare incessante <strong>del</strong> desiderio. Abbandonarmi di<br />

nuovo sarebbe una gratifi cazione per il mio corpo ma una<br />

cattiveria per il mio cuore.<br />

Riprendo contatto con la realtà.<br />

Camminare insieme ieri in quel viale mi ha riportato<br />

indietro di tanto tempo. Che strano rumore fanno le foglie<br />

calpestate.<br />

Incontrarti è stato l’apice di un inseguimento durato anni,<br />

una corsa all’ultima parola. Un rapporto virtuale iniziato<br />

per caso, un contatto scherzoso, senza malizia, diventato<br />

necessità. In cui il sospiro più fi evole era captato, ed era<br />

impossibile non accorgersi <strong>del</strong>la malinconia <strong>del</strong>l’altro o dei<br />

propositi che si creavano nella nostra mente.<br />

Non c’è mai stato inganno.<br />

48 . <strong>ARPA</strong> .<br />

«Camminare insieme ieri in<br />

quel viale mi ha riportato indietro<br />

di tanto tempo. Che strano rumore<br />

fanno le foglie calpestate.»<br />

di Rossana Manassero<br />

La verità più dolorosa ha sempre fatto parte dei nostri<br />

discorsi. Nessun interesse particolare a sconvolgere la<br />

nostra vita, il solo e semplice confortarci, amalgamarci,<br />

suddividere i nostri giorni in frammenti e riassemblarci,<br />

nel verso più giusto per ripartire.<br />

Raramente le nostre conversazioni fi nivano con un senso<br />

di pienezza. Non sono mai riuscita a sentirmi appagata<br />

da quello che avevo detto, mancava sempre qualcosa,<br />

quella ridicola virgola che avevo sottratto all’ultima frase...<br />

forse un aggettivo sbagliato... o in realtà la colpa era di<br />

quell’ammasso di turbolente emozioni che devastano il<br />

circuito nervoso che ho sempre provato a tenere a bada...<br />

Quelle, forse, se lasciate libere, avrebbero esaurito la mia<br />

sete di te.<br />

Le confessioni segrete, il raccontarsi i fatti, i pensieri, ogni<br />

piccolo evento veniva esposto e commentato. Entrambi<br />

possessori di una vita privata, riuscivamo ad abbandonarci<br />

alla descrizione di ogni attimo vissuto, senza mai dare<br />

un’etichetta (improponibile tra l’altro) al coinvolgimento<br />

che ci aveva rapito, portandoci a vivere segretamente i<br />

nostri contatti.<br />

“Ieri sera ho fatto l’amore. Ti ho pensata, era con te che lo<br />

facevo.”<br />

La mente rimaneva in bilico un istante, in preda a violente<br />

contrazioni muscolari. Quell’impulso a toccare i tasti non<br />

arrivava. Dovevo spingere nella direzione opposta, ed era<br />

una terribile salita... allora mi lasciavo andare alla discesa,<br />

dolce come l’oblìo, incontrollabile per la velocità.<br />

Abbiamo assecondato i nostri desideri, una febbre che ti<br />

prende mentre scrivi, materializzi le cose che pensi, trascini<br />

i tuoi istinti in questa danza aggraziata, e godi, perchè sa<br />

che sarà apprezzato.<br />

Se rimanevo bloccata da qualcosa e non riuscivo ad<br />

arrivare in tempo per il nostro “appuntamento” virtuale,<br />

rimanevo furiosa tutto il giorno.<br />

In un angolo <strong>del</strong>la mia affollata esistenza c’eri tu ad<br />

aspettarmi.<br />

Ci avvicinavamo per gradi, passavano dei<br />

giorni senza sentirci, il respiro era cortissimo,<br />

l’improvvisa apparizione <strong>del</strong> tuo nome mi<br />

provocava un burrascoso sussulto. Ti riversavi<br />

su di me, ogni giorno lanciavi un amo perfetto,<br />

diabolico e preciso. Era impossibile non<br />

avvicinare la bocca e farsi catturare.


Ti dirò, era un piacere abboccare.<br />

A volte mi sentivo persa senza quel gioco cru<strong>del</strong>e.<br />

Mi hai sempre raccontato di te. Le tue aspirazioni, i<br />

movimenti, le insoddisfazioni. Immaginavo il tuo volto<br />

consumato dalla rabbia per un rifi uto, le guance serrarsi,<br />

gli occhi incupirsi mentre scrivevi. Ascoltavo e consolavo.<br />

E fi nivamo ogni giorno per amarci.<br />

“Dimmi come sei vestita. Voglio averti davanti così come<br />

sei.”<br />

Arrivava la minuziosa descrizione <strong>del</strong>le greche sui miei<br />

calzini, a volte sorridevi, mi pregavi di essere seria, altre<br />

volte ti arrabbiavi, ed era l’inizio di una sfi da. “Tesoro,<br />

ti ricordo che sei in debito con me. Non fare troppo<br />

l’impertinente”, mi dicevi, con quel ghigno intrigante che<br />

immaginavo ogni volta.<br />

In un attimo gli ormoni sfi oravano la<br />

collisione. Ero liquida e rovente.<br />

C’era una sensualità pregiatissima nelle tue<br />

parole, sapevi descrivere ogni movimento<br />

con precisione, senza volgarità, c’era un<br />

abbandono voluto tra le tue lettere, mi<br />

ci coricavo dentro, mi crogiolavo in quel<br />

languore.<br />

Mi pregavi di raccontare, di sviscerare<br />

le nostre anime, di confondere i nostri<br />

desideri. Non mi è mai mancata l’ispirazione, oh no,<br />

quella no. Anni e anni passati a desiderare una cosa, senza<br />

averla mai neppure vista davvero, ma incisa come un<br />

marchio nella mente.<br />

Bastavano pochi minuti. Le mie parole incrociavano<br />

i tuoi occhi, se non ti vedevo presente sapevo che<br />

stavi consumando la tua passione, poi ritornavi e mi<br />

interrogavi, volevi riprendere la descrizione amorosa che<br />

spesso sfociava in sensuale violenza, non sopportavi i miei<br />

tentativi di saluto.<br />

“Come puoi farmi questo? Come puoi?!”<br />

Eri affascinato da quello che potevo dirti, dal mio<br />

intuito. E da un certo punto di vista ti doleva l’anima, mi<br />

imploravi di presentarmi, di non lasciarti solo. Non hai<br />

mai lesinato tenerezza, non sopportavi l’idea di perdermi.<br />

Forse anche per questo non hai mai voluto apparirmi<br />

veramente debole.<br />

«Eri affascinato da quello<br />

che potevo dirti, dal mio intuito.<br />

E da un certo punto di vista ti<br />

doleva l’anima, mi imploravi<br />

di presentarmi, di non lasciarti<br />

solo. Non hai mai lesinato<br />

tenerezza, non sopportavi l’idea di<br />

perdermi.»<br />

Le nostre vite si compensavano talmente bene da essere<br />

in grado, prima di tutti gli altri, di indovinare i reciproci<br />

malesseri, o di sapere con assoluta certezza quello che<br />

l’altro stava facendo in quel momento. Di tanto in tanto<br />

mi pareva di sentire le risate di una ragazza echeggiare<br />

nella mente, di vedere sbiadite immagini di contorsioni<br />

amorose e subito ecco la fi tta al petto arrivare. Spegnevo il<br />

televisore, nervosa, cercando di dare una spiegazione logica<br />

alle mie elucubrazioni. Faticavo a prendere sonno. Cercavo<br />

un appoggio, una solidità che in quel momento mi aveva<br />

abbandonato, una pace per il mio <strong>del</strong>irio.<br />

Una mano familiare arrivava premurosa alle spalle, mi<br />

accarezzava la schiena. “Sei sicura di stare bene, Olivia?”<br />

E il giorno dopo, come una lama che esce lenta da una<br />

ferita, arrivava la confessione di una serata “divertente”.<br />

Avrei potuto descriverla io, era solo una conferma di ciò<br />

che già sapevo.<br />

Alla fi ne non ho mai capito una cosa:<br />

non sono mai stata gelosa di mio<br />

marito; perchè quindi esserlo di te?<br />

E non si può dire che non gli<br />

volessi bene. Quando uscivamo<br />

ero solita appoggiarmi a lui come<br />

una sorta di colonna, e non di<br />

rado la gente invidiava la nostra<br />

piacevole situazione famigliare. Se mi<br />

ripromettevo di raggiungerlo nell’ora<br />

di pranzo, appena lo scorgevo in lontananza mi sentivo<br />

sollevata dalla sua vista.<br />

Era un uomo corteggiato e stimato. Nell’intimità di casa<br />

faceva sentire la sua presenza e mai nella nostra relazione<br />

era calato l’interesse reciproco. Ma la gelosia... quella no...<br />

non mi aveva mai toccata.<br />

Questa situazione emotiva è andata avanti a lungo, senza<br />

volerla veramente cambiare. Forse da parte mia c’era un<br />

pizzico di ipocrisia (sto bene così, mi dicevo) o una vera<br />

forma di paura.<br />

Ma l’insoddisfazione si faceva largo ogni giorno nei miei<br />

polmoni, fi no ad arrivare a non riuscire più a respirare<br />

come sempre.<br />

E così, un pomeriggio, ho inventato la prima bugia <strong>del</strong>la<br />

mia vita coniugale. Sì, perchè sembrerà impossibile, ma<br />

non avevo mai mentito prima. Per mantenere questo<br />

rapporto non avevo mai dovuto ricorrere a stratagemmi o<br />

. <strong>ARPA</strong> . 49


a glissare su certi argomenti. Incredibile come riuscissi a<br />

non sentirmi mai in colpa, una specie di costruzione <strong>del</strong>le<br />

difese mi permetteva di sentirmi quasi in diritto di avere<br />

questa dedizione nei tuoi confronti. Mi dicevo spesso che<br />

non avevo mai fatto mancare nulla a mio marito, che ero<br />

sempre stata prodiga di attenzioni, di affetto. Riuscivo<br />

anche a credere a quello che dicevo....<br />

Alla fi ne non so cosa mi ha dato la forza di prendere quella<br />

decisione, incontrovertibile oramai. Non potevo più<br />

aspettare. Avevo bisogno di vederti.<br />

Mai come in quel giorno ho provato il desiderio di<br />

toccarti.<br />

Mi hai sempre detto “Sai dove trovarmi”.<br />

Senza pensare sono partita, i cartelli quasi li conoscevo<br />

a memoria dopo aver spaziato a lungo con la fantasia.<br />

Nessun pensiero, nessun’agitazione. Solo il desiderio folle<br />

di accarezzare quelle mani che per tanto<br />

tempo mi avevano tenuto compagnia,<br />

di riconoscere nella persona che andavo<br />

cercando il viso che avevo tenuto<br />

segretamente nascosto per anni.<br />

Una sola fotografi a.<br />

Uno sguardo.<br />

Non ho fatto fatica a trovarti, era<br />

proprio come dicevi tu. Il viale alberato che ti porta a<br />

quell’edifi cio sulla sinistra. Mi sono spaventata quando<br />

non ho provato emozione. Ero interdetta di fronte alla mia<br />

freddezza.<br />

Quei momenti frenetici di passione e di inferno, il toccare<br />

con un dito lo schermo <strong>del</strong> computer e sentire un colpo<br />

nel cuore, le corse per un saluto e le conversazioni amorose<br />

di una vita stavano sfociando in questo incontro... ed ero<br />

calmissima.<br />

Sei uscito con un sorriso. Un tuono nella mia mente. Sai<br />

quando pensi “Non può capitare questo a me” e intanto<br />

controlli il cuore che batte così velocemente da non<br />

riuscire a controllarlo e ti sembra di farneticare, e anche i<br />

pensieri sono balbettii...<br />

La prima cosa che ho notato di te sono stati i denti.<br />

Sembrava danzassero mentre parlavi. Mi hai stretto la<br />

mano, come si fa nei fi lm.<br />

Non me l’hai più lasciata.<br />

50 . <strong>ARPA</strong> .<br />

«Prima lo scoprirsi, mostrare<br />

quello che nel cuore erano solo<br />

cicatrici, lasciare spazio alla vista,<br />

emozionarsi. Mi hai toccata<br />

leggermente, accarezzandomi le<br />

spalle, il braccia, il seno.»<br />

Abbiamo passeggiato in quel viale come due bambini<br />

all’uscita da scuola. Per darmi un contegno mi ero portata<br />

la borsa di lavoro che pesava <strong>sulle</strong> spalle, ti sei offerto<br />

di portarmela. Hai cominciato a parlare tu, non mi hai<br />

dato respiro, è così che sei, egocentrico e spiritoso, ho<br />

riso molto. Almeno una decina di panchine, e le abbiamo<br />

snobbate tutte.<br />

Mi hai detto “Ora sai cosa ti tocca, vero?”<br />

Certo che lo sapevo. Camminavi con un modo strano di<br />

allargare un po’ verso l’esterno le gambe, ho esaminato<br />

nel silenzio ogni piccolo particolare. Mi sono acquietata.<br />

Non sono rimasta sorpresa di te. La mia calma era forse<br />

la tacita conseguenza <strong>del</strong> conoscerti fi n troppo bene, di<br />

averti immaginato ogni giorno, di aver fantasticato su<br />

di te, analizzando ogni singola parola, comprendendoti<br />

a fondo, stimando la tua intelligenza, fi nendo con<br />

l’innamorarmene.<br />

Perchè era questo, in fondo.<br />

Trovare una persona molto simile<br />

al mio immaginario, dopo aver<br />

passato una vita a rilevare difetti<br />

nelle conoscenze fatte. Stupirsi<br />

che qualcuno possa comprendere<br />

una mia frase, anche criptata, e<br />

rispondermi senza problemi, in un<br />

linguaggio che pensavo di usare solo<br />

io. Inchinarmi davanti a una rara<br />

forma di intelligenza e di veleno, che mi ha spinto negli<br />

anni a elaborare un antidoto, e allo stesso tempo a sentirmi<br />

attratta dal rischio di intossicazione.<br />

La sera abbiamo cenato in casa tua, raccontandoci le<br />

nostre vite in un soffi o. Bramosi di ascoltare, ogni cosa era<br />

dilatata. Non ho neppure notato l’arredamento, e questo<br />

vuole dire tanto. Io, così osservatrice, così puntigliosa<br />

e interessata alla disposizione dei mobili e degli spazi,<br />

ricordo solo una stanza.<br />

Abbiamo smesso di parlare. Una cosa che ti ha sempre<br />

reso onore è la tua sincerità. Non mi hai mai mentito,<br />

anche se sarebbe stato più semplice. Eri così forte e pieno<br />

di sicurezza, sembravi addirittura più giovane. Non avrei<br />

mai creduto di ammirare così un corpo. La tua pelle<br />

aveva di tanto in tanto alcune lentiggini chiare, seguivo il<br />

loro percorso con un dito come una costellazione. Ti sei<br />

lasciato guardare, senza fretta, senza vergogna. Ho toccato<br />

prima il viso, baciando le palpebre, sfi orando le ciglia,<br />

perdendomi nei lineamenti, ripromettendomi di non


dimenticare... Non dimenticare.<br />

Prima lo scoprirsi, mostrare quello che nel cuore erano<br />

solo cicatrici, lasciare spazio alla vista, emozionarsi. Mi hai<br />

toccata leggermente, accarezzandomi le spalle, il braccia, il<br />

seno.<br />

Ci siamo stretti, mani a esplorare tessuto, dita nervose e<br />

febbrili, pupille dilatate, forza e intensità.<br />

Bocche a sfamare bisogni, un equilibrio che si va lasciando,<br />

la certezza assoluta <strong>del</strong>la passione, la violenza <strong>del</strong>la<br />

sensualità, la morbidezza <strong>del</strong>la pelle si avvicina alla setosità<br />

dei tuoi capelli, ti bacio e ti bacio ancora, la tua bocca è un<br />

richiamo impellente. Mi mordi trattenendo il respiro, entri<br />

nella mia pelle con i denti, leccando i lembi che incastri tra<br />

le labbra. Rovesci il mio corpo abbandonato, ripeti il mio<br />

nome in una cantilena ossessiva, sento le tue dita entrare<br />

compulsivamente, senza freno, senza <strong>del</strong>icatezza... è così<br />

che ti immaginavo.<br />

Laceri ogni mia intenzione, obbligandomi a seguire il fi lo<br />

che hai in mente, frenetico e violento. Sono trasportata<br />

da un piacere illogico, cru<strong>del</strong>issimo e disgregante. Non<br />

ho pensieri, solo istinti, desideri da soddisfare. Riesci<br />

ad arrivare al punto in cui desidero solo la tua presenza<br />

riempitiva, i movimenti calibrati alla perfezione, un<br />

dondolo estatico di proporzioni inimmaginabili.<br />

Nella penombra <strong>del</strong>la notte neppure un pensiero va alla<br />

mia vita quotidiana. Lui dorme. Immortalo con una<br />

fotografi a in bianco e nero il suo viso rilassato, la bocca<br />

socchiusa. Sono stata condotta in un viaggio pieno di<br />

sfaccettature. Delizia e tortura.<br />

Ore senza chiudere gli occhi, mi alzo per dare un’aria<br />

presentabile al mio sguardo, picchietto le guance con<br />

acqua fresca. Ho la sensazione di dover morire da un<br />

momento all’altro.<br />

Devo lasciare questa stanza, i piedi si fanno pesanti,<br />

apri gli occhi confuso, domandi qualcosa, poi riprendi a<br />

dormire. Ricordo con estremo tormento.<br />

In quel momento ho desiderato essere una persona diversa,<br />

abbandonare tutto, dimenticare la strada per tornare a<br />

casa, gettare i miei fogli da una fi nestra, ricominciare ad<br />

amare una persona nuova. Ho sentito il singhiozzo che<br />

arrivava dall’anima penetrarmi la gola, un’ansia soffocante,<br />

il terrifi cante dolore <strong>del</strong>l’abbandono, <strong>del</strong>la vigliaccheria.<br />

Di tutto il tragitto ricordo solo le lacrime.<br />

Non ho avuto il coraggio di cercarti per molto tempo. Ero<br />

sopraffatta da stordimento e malinconia. Ho vagato giorni<br />

e giorni in un ambiente sterile, raccontando a me stessa<br />

che dovevo curare questa mia insanità di mente, che presto<br />

avrei ripreso a guardare il mondo con sguardo quiete. Ma<br />

il dolore, e l’amore, rendono diversi.<br />

Sono diventata bugiarda.<br />

Distratta e vergognosamente noncurante.<br />

Ho addirittura partecipato a una di quelle noiosissime<br />

cene di colleghi di mio marito.<br />

Di fronte allo specchio solo un’immagine sfuocata di me.<br />

Tormentandomi fi no ad accorgermi che per ritornare ad<br />

essere serena, avrei avuto bisogno di tornare da te...<br />

Ho fi nalmente riacceso il computer. Di fronte a me<br />

un’infi nita serie di messaggi portavano un solo nome,<br />

il tuo. Non ho avuto il coraggio di <strong>del</strong>uderti. Sorrido,<br />

perfi dia e ironia.<br />

Non chiedeva altro la mia testa, il mio corpo. Era come<br />

rimettersi a respirare.<br />

Tutto è ripreso con uguale intensità, sapendo che non<br />

era solo immaginazione, non solo fantasia. C’era sempre<br />

musica nella nostra stanza, lo stesso profumo, il desiderio e<br />

la sofferenza.<br />

Un’atrocità e una suprema <strong>del</strong>izia per il cuore, che è durata<br />

una vita intera.<br />

. <strong>ARPA</strong> . 51


AR<br />

PA<br />

6 nr. 9<br />

<strong>ARPA</strong>. <strong>Rivista</strong> <strong>digitale</strong> <strong>sulle</strong> <strong>nuove</strong> <strong>tendenze</strong> <strong>culturali</strong><br />

<strong>del</strong> nostro tempo. Numero 69. Dicembre 2005.<br />

Periodico iscritto all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) al<br />

num. 14878. Pubblicazione registrata al Tribunale di Milano al<br />

num. 454/2002.<br />

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52 . <strong>ARPA</strong> .<br />

dicembre 2005<br />

Direttore responsabile:<br />

PACO SIMONE<br />

Paco.Simone@<strong>ARPA</strong>Net.org<br />

Art director:<br />

FRANCESCA FASOLI<br />

Francesca.Fasoli@<strong>ARPA</strong>Net.org<br />

Caporedattore:<br />

FRANCESCA FASOLI<br />

Francesca.Fasoli@<strong>ARPA</strong>Net.org<br />

Redazione Cinema:<br />

CARLOTTA VISSANI<br />

Carlotta.Vissani@<strong>ARPA</strong>Net.org<br />

Redazione Musica:<br />

DANIELA GIORDANI<br />

Daniela.Giordani@<strong>ARPA</strong>Net.org<br />

Redazione Letteratura:<br />

ANTONIO BATÁ<br />

Antonio.Bata@<strong>ARPA</strong>Net.org<br />

SARAH SIVIERI<br />

Sarah.Sivieri@<strong>ARPA</strong>Net.org<br />

Pubblicità:<br />

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Servizio Arretrati:<br />

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A questo numero hanno collaborato anche:<br />

Matilde Cattaneo, Valentina Fumagalli, Alfonso<br />

In<strong>del</strong>icato, Rossana Manassero, Franco Scaglione,

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