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Protagonista è Alì, un ragazzino arabo che
intraprende un viaggio che lo conduce dal
deserto di casa sua, deserto vero, fatto di
sabbia e niente, al deserto della prateria
americana, dove lavora come addetto
ad un distributore di benzina. Dalla
tappa conclusiva delle sue peregrinazioni
lentamente si dipana il racconto del
passato: l’abbandono del villaggio natio,
motivato dal sogno di diventare un grande
calciatore, la temporanea compagnia di
un concittadino tramutatosi in kamikaze,
il lavoro di pizzaiolo in una città ricca di
torri e grattacieli, il fi nale impiego al circo,
che lo sdogana negli Stati Uniti. Qui,
per qualche tempo, la sua vita trascorre
identica fi nché non vi irrompe, notturna
e misteriosa apparizione, Emily, fi glia di
Jack, proprietario del distributore, con la
quale si sposerà diventando a tutti gli effetti
cittadino americano.
Nel legame tra i due ragazzi, descritto
con notevole delicatezza e capacità
penetrazione psicologica dei meccanismi
dell’innamoramento, si colgono gli echi del
mito greco, proposto con ruoli invertiti:
è Emily ad imporre ad Alì il divieto di
vederla, preoccupata per la macchia che
crede deturpi il suo aspetto. La vicenda di
Amore e Psiche non è però l’unico elemento
del testo a subire stravolgimenti: l’intero
romanzo costituisce uno scacco ai luoghi
comuni, partendo dalla delineazione del
protagonista. Alì è un arabo d’origine,
ma un arabo completamente sui generis,
come lasciano intendere i versi di Wislawa
Szymborska premessi all’inizio della
vicenda. Non c’è traccia in lui di alcuna
appartenenza culturale o religiosa: si sente,
nel senso più pregnante del termine, un
nomade, un individuo che non può legarsi
a nessun paese pur solcandoli tutti, allo
stesso modo in cui, durante la notte, dal
profi lo del mappamondo-lampada, sul
suo volto si rifl ettono indifferentemente i
nomi di tutti i continenti. Il rifi uto, anzi,
di assumere un’identità precisa si fa chiaro
di fronte all’incombere della guerra che Alì,
benché preoccupato per la famiglia lontana,
affronta come una sorta di gioco delle parti,
immaginandosi ora soldato americano
ora arabo (forse iraniano?) e fi nendo per
perdersi in un colorato groviglio di fantasie.
Anche le fi gure di Emily e Jack sono
strutturate in modo simile. Emily, ragazza
americana apparentemente emancipata e
padrona di se stessa, scopre la libertà solo
quando si converte all’Islam e comincia
a portare il burqa; mentre suo padre,
nonostante i modi da padrone schiavista,
rivela notevole sensibilità nell’accogliere
Alì in famiglia, arrivando a sacrifi carsi per
salvare il futuro genero da un episodio di
razzismo.
Mariotti confeziona un libro agile
ed intelligente, scritto con uno
stile personalissimo, accattivante e
rivoluzionario, in grado di mostrare ai
lettori quanto rimane celato dietro le
apparenze, mettendo in luce con ironia
leggera le paure, in certi casi infondate,
dell’Occidente verso l’Islam.
Giovanni Mariotti
Originario di Lucca ma da molti anni residente a Milano, Giovanni Mariotti ha lavorato a lungo nel settore dell’editoria e del giornalismo.
Attualmente collabora alle pagine culturali del Corriere della sera. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Butroto (Feltrinelli, 1984); Matilde
(Anabasi, 1993); Lazzaro o le tribolazioni di un risorto (Mondadori, 1997); Musica nella casa accanto (Mondadori, 1999); Creso (Feltrinelli,
2001); Le rovine di Segrate (Le Vespe, 2002); Storia di Matilde (Adelphi, 2003), edizione ampliata del precedente Matilde.
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