ARPA - Rivista digitale sulle nuove tendenze culturali del ... - ARPANet
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Visti per voi.<br />
Come un cammello in una grondaia<br />
L’ A.T.I.R. mette in scena al teatro Franco Parenti il dramma, il dolore, le speranze, la voglia di giustizia e di vita di un gruppo di condannati<br />
a morte - preti, partigiani, uomini e donne contrari alla dispotica imposizione <strong>del</strong>le idee - durante la seconda guerra mondiale.<br />
Coraggioso esperimento di teatro politico ad opera di Serena Sinigaglia, che, con i sei attori in scena, Arianna Scomegna, Stefano<br />
Orlandi, Mattia Fabris, Sandra Zoccolan, Maria Pilar Perez Aspa, Matilde Facheris, afferma l’attualità <strong>del</strong>la storia.<br />
Operazione, forse, riuscita solo a metà e, probabilmente, più nell’intenzione - seppur interessante e nobile - che nell’effettiva realizzazione<br />
concettuale: la complessità di alcuni argomenti di storia, sempre estremamente controversa, soprattutto se così recente e macchiata di<br />
perdite umane, avrebbe richiesto analisi e rifl essioni altrettanto profonde e articolate di un contesto politico, sociale, culturale, decisamente<br />
più ampio. Noi, che dichiariamo la non esistenza di santi ed eroi troppo leggermente riconosciuti, non possiamo poi risolvere in buoni e<br />
cattivi realtà di cui, spesso, non immaginiamo i mille risvolti meno evidenti.<br />
La vena sagacemente ironica con cui, a tratti, viene elaborato il testo, offre un miglior binario discorsivo e un più effi cace invito alla<br />
rifl essione, all’autocoscienza, alla ribellione contro qualsiasi forma di omicidio <strong>del</strong>la libertà.<br />
Meglio comunque discutere, sempre. L’A.T.I.R. lo ha fatto, e questo è davvero un gran merito.<br />
Dal 13 al 21 dicembre 2005<br />
Teatro Franco Parenti - Via Cadolini 19 - Milano<br />
Technè: acusmetria e creatività sinergica<br />
Lo Spazio Oberdan conferma il suo impegno e il suo interesse per la comunicazione e l’innovazione espressiva. I vari ambienti che<br />
ospitano le installazioni di “Technè”, sono un’autentica introspezione <strong>del</strong> potenziale artistico offerto dalla tecnologia, che demolisce,<br />
letteralmente, le barriere <strong>del</strong> pregiudizio in materia di contemporaneità <strong>del</strong>l’arte.<br />
In un percorso sorprendente tra poesia, televisione, pittura e giovane Europa, gli artisti reinventano moduli e forme, pause e ritmi, pura<br />
visione estatica e partecipazione interattiva, restituendoci antiche vie sensoriali <strong>del</strong>la seta per <strong>nuove</strong> destinazioni espressive.<br />
Così la “Antologia di Spoon River” si attualizza in noir, “L’ultima cena” in una sorta di intelligente tributo post-femminista a “Sex<br />
and the city” e tutta la mostra sembra fi nalizzarsi alla psicoanalisi <strong>del</strong>la ricerca, <strong>del</strong>la scoperta, <strong>del</strong>la meraviglia.<br />
L’ arte incontra la tecnologia, quest’ultima diventa complice <strong>del</strong>lo sguardo offrendoci l’opportunità di stabilirne gli stimoli, di<br />
modifi carli nelle fi nalità, di ripensarne ancora. Il suono associato a forme geometriche disegna <strong>nuove</strong> occasioni creative, fa squillare le<br />
sveglie <strong>del</strong>la nostra inventiva e suggerisce decine di nuovi percorsi interpretativi all’interno <strong>del</strong>la mostra.<br />
E di noi stessi.<br />
Spazio Oberdan<br />
Viale Vittorio Veneto 2, Milano<br />
dal 28 ottobre 2005 al 26 febbraio 2006<br />
Orari: Tutti i giorni: 10.00-19.30<br />
Martedì e giovedì fi no alle 22.00<br />
Chiuso il lunedì<br />
Ingresso:<br />
Intero € 6,20<br />
Ridotto € 4,10<br />
Scuole € 2,50<br />
Il primo martedì di ogni mese: ingresso gratuito.<br />
Catalogo edito da Revolver<br />
46 . <strong>ARPA</strong> .<br />
di Franco Scaglione