ARPA - Rivista digitale sulle nuove tendenze culturali del ... - ARPANet
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Narrativa.<br />
Fendente<br />
Ogni volta che penso a quella stanza ti vedo,<br />
assonnato e spettinato che mi guardi con quell’aria<br />
inebetita...”Ma sei qui?”...<br />
Il letto disfatto, le braccia muscolose esplorano le lenzuola<br />
sotto il cuscino... Stropicci gli occhi, ti arcui un po’<br />
per trovare la posizione ideale, la schiena levigata e tesa<br />
colpisce la mia vista... Tra poco mi chiederai se ho saltato il<br />
lavoro stamattina.<br />
Strofi ni con le dita i capelli. Mi prende un’inconfessabile<br />
malinconia.<br />
Ieri ho fatto bene i conti con il mio tempo. Ci saresti stato<br />
benissimo nella mattinata.<br />
Un piccolo trofeo per scaldarmi le vene. La sensazione<br />
euforizzante di essere amata, in ogni gesto. Valuto la<br />
possibilità di aspettare il tuo risveglio, nelle tempie il<br />
tamburellare incessante <strong>del</strong> desiderio. Abbandonarmi di<br />
nuovo sarebbe una gratifi cazione per il mio corpo ma una<br />
cattiveria per il mio cuore.<br />
Riprendo contatto con la realtà.<br />
Camminare insieme ieri in quel viale mi ha riportato<br />
indietro di tanto tempo. Che strano rumore fanno le foglie<br />
calpestate.<br />
Incontrarti è stato l’apice di un inseguimento durato anni,<br />
una corsa all’ultima parola. Un rapporto virtuale iniziato<br />
per caso, un contatto scherzoso, senza malizia, diventato<br />
necessità. In cui il sospiro più fi evole era captato, ed era<br />
impossibile non accorgersi <strong>del</strong>la malinconia <strong>del</strong>l’altro o dei<br />
propositi che si creavano nella nostra mente.<br />
Non c’è mai stato inganno.<br />
48 . <strong>ARPA</strong> .<br />
«Camminare insieme ieri in<br />
quel viale mi ha riportato indietro<br />
di tanto tempo. Che strano rumore<br />
fanno le foglie calpestate.»<br />
di Rossana Manassero<br />
La verità più dolorosa ha sempre fatto parte dei nostri<br />
discorsi. Nessun interesse particolare a sconvolgere la<br />
nostra vita, il solo e semplice confortarci, amalgamarci,<br />
suddividere i nostri giorni in frammenti e riassemblarci,<br />
nel verso più giusto per ripartire.<br />
Raramente le nostre conversazioni fi nivano con un senso<br />
di pienezza. Non sono mai riuscita a sentirmi appagata<br />
da quello che avevo detto, mancava sempre qualcosa,<br />
quella ridicola virgola che avevo sottratto all’ultima frase...<br />
forse un aggettivo sbagliato... o in realtà la colpa era di<br />
quell’ammasso di turbolente emozioni che devastano il<br />
circuito nervoso che ho sempre provato a tenere a bada...<br />
Quelle, forse, se lasciate libere, avrebbero esaurito la mia<br />
sete di te.<br />
Le confessioni segrete, il raccontarsi i fatti, i pensieri, ogni<br />
piccolo evento veniva esposto e commentato. Entrambi<br />
possessori di una vita privata, riuscivamo ad abbandonarci<br />
alla descrizione di ogni attimo vissuto, senza mai dare<br />
un’etichetta (improponibile tra l’altro) al coinvolgimento<br />
che ci aveva rapito, portandoci a vivere segretamente i<br />
nostri contatti.<br />
“Ieri sera ho fatto l’amore. Ti ho pensata, era con te che lo<br />
facevo.”<br />
La mente rimaneva in bilico un istante, in preda a violente<br />
contrazioni muscolari. Quell’impulso a toccare i tasti non<br />
arrivava. Dovevo spingere nella direzione opposta, ed era<br />
una terribile salita... allora mi lasciavo andare alla discesa,<br />
dolce come l’oblìo, incontrollabile per la velocità.<br />
Abbiamo assecondato i nostri desideri, una febbre che ti<br />
prende mentre scrivi, materializzi le cose che pensi, trascini<br />
i tuoi istinti in questa danza aggraziata, e godi, perchè sa<br />
che sarà apprezzato.<br />
Se rimanevo bloccata da qualcosa e non riuscivo ad<br />
arrivare in tempo per il nostro “appuntamento” virtuale,<br />
rimanevo furiosa tutto il giorno.<br />
In un angolo <strong>del</strong>la mia affollata esistenza c’eri tu ad<br />
aspettarmi.<br />
Ci avvicinavamo per gradi, passavano dei<br />
giorni senza sentirci, il respiro era cortissimo,<br />
l’improvvisa apparizione <strong>del</strong> tuo nome mi<br />
provocava un burrascoso sussulto. Ti riversavi<br />
su di me, ogni giorno lanciavi un amo perfetto,<br />
diabolico e preciso. Era impossibile non<br />
avvicinare la bocca e farsi catturare.