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ARPA - Rivista digitale sulle nuove tendenze culturali del ... - ARPANet

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pellicola, le luci e l’intreccio!<br />

Un fi lm valido, denso di signifi cati profondi, mi ha fatto<br />

rifl ettere sulla vita.<br />

Amo il cinema ma sono stato troppo impegnato<br />

ultimamente per andarci spesso.<br />

Ho anche visto “La mia vita a quattro zampe”, fi lm svedese<br />

di Lasse Hallström, è un po’ vecchio ma è particolare.<br />

Tuttavia il mio fi lm preferito di tutti i tempi è, come dico<br />

sempre, “Cinema Paradiso”: mi piace la musica, la storia!<br />

Mi piace allo stesso modo “Il postino”, non so se qui (in<br />

Italia) lo apprezziate.<br />

Tu che cosa ne pensi?<br />

Certo, è uno dei fi lm italiani più importanti!<br />

È bellissimo! E anche “La vita è bella” è meraviglioso. Mi<br />

piacciono forse troppi fi lm!<br />

Che cosa ci dici a proposito <strong>del</strong>la tua etichetta?<br />

Sedna Records?<br />

Ho fi rmato due accordi discografi ci e quando ho perso il<br />

secondo ci sono rimasto molto male, perché sembrava che<br />

nessuno volesse concedermi una possibilità. Speravo di<br />

tornare in Italia e di potermi dedicare al live ma, addirittura<br />

prima di poter formulare qualsiasi piano, mi hanno detto<br />

che non avevano intenzione di produrmi.<br />

Non volevo che questo si ripetesse e sapevo che, se avessi<br />

fatto le cose per conto mio, avrei potuto decidere da solo;<br />

avrei potuto far uscire un disco quando lo decidevo io e<br />

andare in tour quando lo ritenevo opportuno. È dura,<br />

© <strong>ARPA</strong>Net 2005<br />

perché comunque ti manca una spinta forte e non hai tutti<br />

i soldi che possiedono le grandi etichette. In pratica, devi<br />

raccogliere la tua band, saltare su un pullman e andare a<br />

suonare in qualsiasi posto in cui abbiano voglia di sentire<br />

quello che fai. Si tratta di un processo molto più lento, ma<br />

sono contento di aver imboccato questa strada. Mi sono<br />

davvero divertito in questo ultimo anno e mezzo e sono<br />

riuscito ad assumere nuovamente il controllo su me stesso e<br />

sulla mia attività.<br />

Hai registrato negli USA, vero?<br />

Sì, a Los Angeles. Incredibile, sei settimane di sole e intense<br />

registrazioni presso i mitici “Sunset Sound Studio”. Molte<br />

tra le più grandi band hanno registrato i loro dischi qui,<br />

come i The Doors, Rolling Stones e Prince su “The Purple<br />

Rain”. Il mio produttore è stato grande. Ho vissuto insieme<br />

alla mia band in una meravigliosa villa in stile antico, <strong>sulle</strong><br />

colline di Hollywood. Era la casa in cui ha vissuto anche Rita<br />

Hayworth. Abbiamo comunque passato la maggior parte<br />

<strong>del</strong> nostro tempo in studio proprio per tenerci lontani da<br />

qualsiasi tipo di distrazione.<br />

Come ti senti oggi che sei un artista solista? Sei stato<br />

un membro dei Take That e ci ricordiamo i nostri 14<br />

anni e le immagini <strong>del</strong> “Live in Berlin” che scorrono<br />

sullo schermo <strong>del</strong>la tv. È praticamente impossibile non<br />

associarti, di istinto, ai ragazzi di Manchester…<br />

Come mi sento? Mi sento bene, sono orgoglioso <strong>del</strong>la band<br />

e di quello che abbiamo ottenuto. Eravamo così giovani, a<br />

tratti infantili, ed è stato eccitante viaggiare per il mondo<br />

conoscendo moltissime persone.<br />

Amo scrivere canzoni, amo esprimermi in musica e mi piace<br />

stare sul palco. Quindi il fatto di poter ancora suonare è<br />

tutto quello che posso chiedere. Vorrei poter comporre<br />

musica sempre e comunque: spero di poter produrre altri<br />

album e di andare avanti scrivendo musica così come faccio<br />

oggi. Sono soddisfatto di quello che ho realizzato dai TT in<br />

poi. So che non si tratta di una diffusione su larga scala e che<br />

non è un progetto enorme, ma sono orgoglioso di me stesso<br />

poiché, anche se sono passati sei anni senza che una mia<br />

canzone passasse alla radio e senza che io avessi signifi cativi<br />

contatti con il pubblico e con i media, non mi sono arreso<br />

e sono andato avanti. Suonare in Italia signifi ca molto per<br />

me, erano nove anni che non salivo su un palco italiano. Mi<br />

sarebbe piaciuto fare almeno dieci date in più, stare qui tre o<br />

quattro settimane piuttosto che una sola. Mi sto onestamente<br />

chiedendo perché non sia andata così. Ma posso solo fare<br />

quello che la gente mi chiede di fare. Quantomeno, sono<br />

tornato in Italia e spero che l’anno prossimo, o quello dopo<br />

ancora, si aprano porte più grandi per me.<br />

Avete sentito che i Take That faranno un tour insieme?<br />

Sì, abbiamo sentito. Pensi che sia una cosa positiva? Non<br />

sarebbe stato meglio lasciare tutto al passato?

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