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ARPA - Rivista digitale sulle nuove tendenze culturali del ... - ARPANet

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Letters to Elise.<br />

8 . <strong>ARPA</strong> .<br />

Milano,1 luglio 2005<br />

Cara Elise,<br />

ho riaperto la busta e sto scrivendo ora questa seconda lettera.<br />

Sono appena arrivata da Torino, sono stanca, ma so già che non riuscirò a<br />

dormire. Come si fa, dopo aver passato una serata come la mia, a dormire?<br />

Lo so che sei curiosa, e lo sarei pure io.<br />

Non è facile riversare su questo foglio bianco tutto quello che sto provando<br />

adesso, ci posso provare, ma il risultato non sarà dei migliori.<br />

Una cosa è certa: ho fatto bene ad andare a Torino per i Bright Eyes, ho fatto<br />

davvero bene.<br />

Eccoti un breve riassunto <strong>del</strong>la serata.<br />

Arriviamo a Faint iniziati, dopo aver vagato per una Torino spettrale e<br />

spietatamente inospitale, come solo quella città sa essere.<br />

Io ho pregato che quel minaccioso cielo nero sopra di noi non riversasse tutta<br />

la sua rabbia sui nostri vestiti stilosi, ma leggeri quanto l’estate richiede.<br />

Non fa nemmeno così caldo. Appena arriviamo, Andre trova subito qualcuno con cui<br />

parlare, mentre io cerco, praticamente sull’orlo <strong>del</strong>lo svenimento, di mangiare<br />

qualcosa.<br />

Hai presente quei momenti in cui potrei uccidere per un gelato? :) Ecco, è<br />

proprio uno di quelli.<br />

Siamo partiti tardi e non c’è stato tempo di fermarci in Autogrill. Mentre<br />

l’autostrada scorreva veloce nello specchietto abbiamo ascoltato due volte tutto<br />

“Digital Ash in a Digital Urn”.<br />

Ovviamente in un remoto angolo <strong>del</strong> mio cervello c’è anche il desiderio di parlare<br />

con Conor Oberst, ma i Faint hanno già iniziato a suonare (Ti odio, ti odio,<br />

Andre) e la cosa è praticamente irrealizzabile.<br />

E poi ho fame, cavolo, ed ho già visto a Milano quanto l’interazione possa essere<br />

diffi cile con questo personaggio quindi non provo nemmeno a capire dove questa<br />

persona ipoteticamente possa essere.<br />

Sono quasi al bar, quando con la coda <strong>del</strong>l’occhio vedo Gretta Cohn, la<br />

violoncellista dei Cursive, che è in tour con i Bright Eyes. È forse il motivo<br />

per cui sono qui: sul palco ci sarà un violoncello e un violino, oltre alle<br />

innumerevoli chitarre (elettriche), tre tra tastiere e synth e due batterie<br />

(con tanto di squisito batterista jolly per tutte le band <strong>del</strong>la Saddle Creek).<br />

Vedo Gretta, con un bellissimo vestito, seduta da sola al merchandising, e<br />

sto meditando se andare verso di lei o verso il cibo quando... sento dei passi<br />

avvicinarsi a me. D’istinto mi giro pensando che sia Andre che mi raggiunge, e<br />

invece no! Non è Andre: è Conor, Conor Oberst dei Bright Eyes, proprio lui.<br />

Pagherei per vedere l’espressione che mi si è dipinta sul volto quando l’ho<br />

riconosciuto: doveva essere divertente, perché mi ha sorriso timidamente e<br />

ha esordito con un amichevole “Hi!!” e si è fermato lì. Con me, in mezzo al<br />

niente. Impreparata e incredula ho detto le quattro cose più banali che mi sono<br />

venute in mente, già consapevole che me ne sarei pentita, e lui ha risposto con<br />

gentilezza alle mie domande e con un simpatico “grazi” ai complimenti (no, Elise,<br />

non ho avuto cuore di dirgli che si dice “grazie”, non ce l’ho fatta ad essere<br />

MissSoTutto io anche con lui). Era sobrio. Ed era splendido. Una persona diversa<br />

rispetto al fragile ragazzo che avevo visto a Milano. È pure ingrassato un po’ :)<br />

. Ero imbarazzatissima, davvero!<br />

Gli ho detto che stavo cercando un mio amico e me ne sono andata, per quanto mi<br />

riguarda ho avuto anche più di quello che mi aspettavo. Sono tornata da Andre e<br />

l’ho fatto morire d’invidia!<br />

Ovviamente mi sono dimenticata di mangiare (per tutta la serata), ma dopo<br />

l’incontro fatale l’unica cosa che riuscivo a sentire era il mio emo-cuoricino<br />

che batteva.<br />

Ci siamo sistemati sotto il palco, perché la gente non era molta, purtroppo. I

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