ARPA - Rivista digitale sulle nuove tendenze culturali del ... - ARPANet
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In parte sì ma, vista l’ottima risposta<br />
che abbiamo ottenuto dal pubblico<br />
con l’uscita in Inghilterra <strong>del</strong> “Greatest<br />
Hits”, credo che questa possa essere una<br />
grande opportunità per tutti e quattro i<br />
membri <strong>del</strong>la band. Avrei avuto piacere<br />
se anche Robbie avesse partecipato; non<br />
abbiamo mai avuto un tour d’addio,<br />
anche perché, in quel momento, non<br />
ci rendevamo conto di quanto fossimo<br />
realmente condizionati dalla band.<br />
Questa può essere l’occasione per non<br />
sentirci più chiedere quando e se i TT<br />
torneranno insieme.<br />
Sarà stranissimo essere di nuovo sul<br />
palco e cantare le vecchie canzoni, dovrò<br />
presentarmi un po’ più in forma, dovrò<br />
meditare di più e bere meno vino (ride,<br />
nda).<br />
Sarà una sfi da e io la attendo. Non ho<br />
idea di come sia organizzato lo show, non<br />
ne abbiamo ancora parlato, ma posso<br />
dire che faremo <strong>del</strong> nostro meglio.<br />
I minuti volano e ci sarebbero<br />
ancora una infi nità di cose da<br />
chiedere e su cui discorrere,<br />
come con un vecchio amico.<br />
È strano incontrarlo avendo<br />
nella mente il suo passato<br />
insieme ai Take That ed è<br />
piacevole notare quanto sia<br />
cambiato e come si dimostri<br />
in pace con sé stesso e<br />
disponibile a rispondere alle<br />
nostre curiosità, con una<br />
calma e una serenità interiore<br />
ed esteriore che resterà<br />
impressa nei nostri ricordi<br />
più cari.<br />
Strette di mano, sorrisi e<br />
immagini che affollano<br />
rapidamente la nostra mente<br />
di ex-adolescenti.<br />
Sono passati quindici anni dal suo debutto insieme ai<br />
ragazzi di Manchester e nove da quando ha deciso di<br />
scrivere musica per sé stesso e per gli altri.<br />
Si cresce, si muta, ci si evolve. Mark dà prova di grande<br />
maturità e profondità, si defi nisce un poeta, poeta<br />
dei sentimenti. E noi abbiamo accolto con un sorriso<br />
ammirato le sue parole.<br />
All’indomani <strong>del</strong>la diaspora dei Fab4 (così ribattezzati<br />
dopo l’abbandono di Robbie) i fan (dopo aver pianto<br />
tutte le loro lacrime) scommettevano su chi avrebbe avuto<br />
la carriera migliore come solista.<br />
Razionalmente, Gary Barlow era il favorito: componeva<br />
da solo testi e musiche (a parte qualche sporadico apporto<br />
<strong>del</strong>la band). Il secondo favorito era Robbie Williams, che<br />
stava, proprio in quei mesi, gettando le basi <strong>del</strong>la sua<br />
carriera solista. Nessuno si aspettava che Mark Owen, il<br />
più timido e, a detta di tutti, il più carino dei Take That,<br />
si mettesse in gioco e tentasse di costruire qualche cosa<br />
di suo. E invece Mark, silenziosamente e con impegno<br />
tenace, ha liberato il proprio lato artistico.<br />
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