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TOMBEAU DI CORRADO GOVONI

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15x21_Casbah 6-12-2011 10:43 Pagina 265<br />

Tombeau di Corrado Govoni 265<br />

ritorna a galla il polipo del lume”. Persino nella sua peggiore<br />

raccolta poetica, Gli aborti del 1907, si riconoscono alcune innovazioni.<br />

Il gusto dell’elencazione bizzarra, inaugurato nei Fuochi,<br />

evoca quella“enumerazione caotica”che il critico Leo Spitzer riconobbe<br />

come carattere permanente della poesia contemporanea<br />

e che in Govoni – al contrario di un Lautreamont – sembra<br />

un gioco un po’ facile, nato come necessità di definire il proprio<br />

repertorio. La stessa foga enumerativa si ritroverà nelle spavalde<br />

Poesie elettriche (oltre che nelle Rarefazioni del ’15) di cui la raccolta<br />

del 1907 anticipa alcune movenze moderniste, come nella<br />

chiusa delle Città di provincia:“E solo per rompere / tutte queste<br />

monotonie, / nelle oscure officine / rombano saettando barbagli<br />

/ l’incudini incandescenti / sotto il pugno dei magli.”Nessuno in<br />

Italia aveva ancora cantato in versi, con voce sicura, gli stridori<br />

della macchina moderna, se non forse il Carducci barbaro dell’ode<br />

Alla stazione in un mattino d’inverno:“Già il mostro, conscio<br />

di sua metallica / anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei / occhi<br />

sbarra; immane pe‘l buio / gitta il fischio che sfida lo spazio”.<br />

Appare perciò scontato che questo autore si sia trovato a un<br />

certo punto nei pressi del movimento futurista, che però saprà<br />

esprimersi solo nelle arti visive, oltre che in brevi prose letterarie<br />

o teppistiche. E se nelle Rarefazioni del ’15 darà un esempio di<br />

poesia visiva in senso proprio – con parole e frasi accompagnate<br />

da disegni infantili – già nelle Poesie elettriche del 1911 poteva<br />

essere mostrato come il miglior poeta del futurismo, insieme al<br />

capriccioso Palazzeschi dell’Incendiario. Di fatto negli anni dell’anteguerra<br />

Govoni va considerato come uno dei maggiori<br />

poeti europei; più vicino ai grandi anarchici e funamboli (l’Apollinaire<br />

alcolico e il Jarry patafisico) che ai petits maitres simbolisti,<br />

da cui tanto aveva imparato. E se i surrealisti l’avessero letto,<br />

l’avrebbero riconosciuto come un precursore, al pari di un Saint-<br />

Pol-Roux.<br />

Tutta la società di quel tempo sembra ritrovarsi nelle sue<br />

poesie, i toni crepuscolari, le avanguardie pittoriche, i rumori futuristi,<br />

la nascita del cinema, l’affermazione incipiente dell’indu-

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