Dadaab, Kenya by AVSI Staff campagna tende 2011-2012 PROGETTO TENDE - KENYA Anche nella carestia del Corno d’Africa l’emergenza è l’educazione Il AVSI Con i suoi partner AVSI lavora nel campo profughi di Dadaab, in Kenya, affi nchè le persone possano ricominciare una vita degna. Per alimentare la speranza, <strong>il</strong> punto essenziale è una presenza centrata sulla persona e non sui “rifugiati”. Un metodo particolare, che riconosce <strong>il</strong> valore di ogni essere <strong>umano</strong> e che fa scuola agli insegnanti ed è apprezzato anche da UNICEF In Africa Orientale 11 m<strong>il</strong>ioni di persone stanno soffrendo la più grave carestia degli ultimi 20 anni. Il Papa all’Angelus di domenica 17 luglio: «Con profonda preoccupazione seguo le notizie provenienti d<strong>alla</strong> regione del Corno d’Africa e in particolare d<strong>alla</strong> Somalia, colpita da una gravissima siccità e in seguito, in alcune zone, anche da forti piogge, che stanno causando una catastrofe umanitaria». Sollecitati dal Santo Padre a prendere posizione sull’emergenza carestia, AVSI è in prima linea accanto <strong>alla</strong> popolazione nei campi profughi di Dadaab, in Kenya, l’agglomerato più grande del mondo. La logica dell’intervento di AVSI a Dadaab è quella di rispondere all’emergenza educativa attraverso <strong>il</strong> miglioramento della qualità e accesso all’educazione, riqualifi cando gli inse- gnanti e costruendo spazi sicuri dove bambini e adolescenti possano imparare a leggere e a scrivere, oltre che ricevere sostegno psicosociale. Così come agevolare la frequenza scolastica delle bambine e fornire testi scolastici, banchi e tutto l’arredamento necessario. Secondo le statistiche di UNHCR le persone presenti a Dadaab fi no a gennaio 2011 erano 310.942; di cui 168.857 bambini e ragazzi dai 5 ai 17 anni (88.060 maschi e 80.797 femmine): <strong>il</strong> 54% circa della popolazione. In agosto la popolazione ha superato le 400.000 persone. “Ogni giorno arrivano più di m<strong>il</strong>le persone. La maggior parte di loro fugge d<strong>alla</strong> Somalia. Hanno camminato per giorni e giorni prima di arrivare qui. Le loro storie sono molto tristi. Madri che hanno visto i loro fi gli sbranati dalle bestie feroci; famiglie obbligate ad abbandonare tut- to e in cerca di una speranza.” spiega Leo Capobianco, rappresentate di AVSI in Kenya. AVSI è a Dadaab dal 2009 e lavora perché le persone che arrivano possano ricominciare una vita degna. “In particolare, AVSI si occupa di educazione su richiesta dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), della Cooperazione Italiana per lo Sv<strong>il</strong>uppo del Ministero degli Affari Esteri, con la Mount Kenya University, UNICEF e <strong>il</strong> PCE, <strong>il</strong> Centro Permanente per l’Educazione dell’Uganda, partner per la formazione in Africa. – Spiega Libero Buzzi, desk area di AVSI – In pratica AVSI costruisce e mette a posto scuole e centri educativi semi permanenti e organizza la formazione ai maestri che insegnano ai bambini. Leo Capobianco <strong>alla</strong> <strong>radice</strong> <strong>dello</strong> <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong>: <strong>il</strong> <strong>fattore</strong> <strong>umano</strong> Cosa permette <strong>il</strong> cambiamento della persona a qualsiasi latitudine e in qualsiasi condizione si trovi? Questa rifl essione, decisiva per ogni intervento di AVSI nel mondo, lancia la campagna delle Tende, proponendo quattro progetti da sostenere che si prefi ggono di raccontare l’innescarsi <strong>dello</strong> <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong>. Tutti gli anni, in prossimità del Natale, AVSI promuove la “Campagna Tende”, per raccogliere fondi, sensib<strong>il</strong>izzare e sostenere alcuni progetti esemplifi cativi, grazie al coinvolgimento di circa 300 gruppi di sostegno, un vero e proprio popolo. Lo scorso anno si sono svolti più di 700 eventi, tra grandi spettacoli, cene di gala, partite di calcetto e piccole merende. Sezione dedicata su www.avsi.org con tutto <strong>il</strong> materiale da leggere e scaricare. punto essenziale è una presenza centrata sulla persona, e non sui rifugiati o profughi, che riparta d<strong>alla</strong> sua dignità e alimenti la speranza. Per AVSI l’educazione non è solo apprendimento nozionistico, ma strumento per ogni individuo di crescere e scoprire <strong>il</strong> proprio valore”. In collaborazione con <strong>il</strong> Centro Permanente per l’Educazione dell’Uganda, AVSI ha così avviato dei seminari educativi tra gli insegnanti sul valore della persona e sull’essere educatori. “Un modus operandi particolare che la stessa UNICEF ha riconosciuto come innovativo e per <strong>il</strong> quale ha chiesto ad AVSI la collaborazione, per gettare le basi per un nuovo metodo”. Il Centro educativo (PCE) è una piattaforma nata per rispondere all’emergenza educativa in Africa organizzando formazione agli insegnanti, seminari e incontri. Una realtà che ha già formato più di 14.000 persone tra cui professori universitari, insegnanti, dirigenti scolastici, genitori, guardie carcerarie, assistenti sociali, medici, infermieri. Intitolato a don Luigi Giussani la sua nuova e bella sede è stata inaugurata nel gennaio 2009 grazie ad una precedente Campagna Tende e a un fi nanziamento del Ministero degli Affari Esteri Italiano e di Cesal, ONG spagnola partner di AVSI. Abiba è una bambina madre di due fi - gli, di cui <strong>il</strong> secondo nato nel campo a Dadaab. Ha lasciato la Somalia senza dire nulla al marito, un nomade impossib<strong>il</strong>e da rin- Abiba tracciare. È partita con la mamma, la fi glia di sette anni e uno nel pancione. Era organizzata, aveva una macchina e dei viveri, ma è stata assalita dai banditi prima ancora di arrivare al confi ne che le hanno portato via tutto. Ha camminato due giorni prima di trovare un’altra macchina che l’accompagnasse <strong>alla</strong> frontiera. Da qui ha proseguito a piedi, ha impiegato altri due giorni per arrivare al campo di Dadaab. Ora vive con la mamma e i fi gli. Ancora non ha no- no- Momina tizie del marito. Momina è una bellissima donna che ha lasciato la Somalia causa la guerra e la siccità. Durante <strong>il</strong> viaggio con i suoi otto fi gli ha patito la fame e la stanchezza. Una not- te, mentre dormiva sotto un albero, un facocero ha attaccato la sua famiglia, portando via <strong>il</strong> fi glio di 7 mesi. Rimessasi in cammino è stata attaccata dai banditi, che le hanno portato via tutto. Ora a Dadaab vuole solo che i suoi bambini vadano a scuola. “Chi raggiunge <strong>il</strong> campo a Dadaab ha bisogno di tutto: vestiti, pane e acqua. - Racconta sul Sussidiario Maria Li Gobbi, cooperante AVSI in Kenya. - Ma da subito domanda un luogo sicuro e scuole per i propri fi gli, per dare una svolta <strong>alla</strong> loro vita. Segno della ricerca di una vita semplice e normale”. Maria Li Gobbi Deogracious Adrawa Droma è un educatore ugandese del PCE chiamato a Dadaab per la formare gli in- KENYA, Anche nella carestia del Corno Corno d’Africa d’Africa l’emergenza l’emergenza è è l’educazione. l’educazione. HAITI HAITI, Ricostruire l’<strong>umano</strong>: un un centro centro educativo educativo per per ragazzi ragazzi R. D. CONGO CONGO, Tutti a scuola con con <strong>il</strong> <strong>il</strong> Sostegno Sostegno a a distanza distanza EGITTO EGITTO, Sostegno alle scuole del Patriarcato Latino Latino e e formazione formazione agli agli insegnanti insegnanti segnanti: “All’inizio ero molto preoccupato. Mi rendevo conto che mi sarei trovato davanti a persone che avevano un bisogno più profondo di quello che avrei potuto offrire loro. Ora, ripensando all’esperienza, mi sento gratifi cato per la possib<strong>il</strong>ità offertami. Un giorno un insegnante mi ha detto che solo dopo la formazione ha capito <strong>il</strong> valore del suo lavoro nei confronti dei bambini che sono <strong>il</strong> solo e vero futuro”. L’educazione in campo di emergenza assicura e sostiene la vita. Offrendo spazi sicuri i bambini e i giovani imparano e diventano grandi. Le scuole, anche nell’emergenza, sono <strong>il</strong> cuore della comunità e rappresentano l’opportunità per le future generazioni. L’impegno di AVSI a Dadaab con i suoi partner vuole essere la risposta concreta all’emergenza educativa in corso. “A un certo punto una donna chiama le altre, ridono. Mi dicono di raccogliermi i capelli perché non si vede <strong>il</strong> viso. Ma non ho un elastico e così faccio fare ad una di loro, che mi fa una treccia - Scrive Victoria Martinengo, cooperante AVSI in Kenya, sul Sussidiario - Alla fi ne erano tutte contente e ridevanosoddisfatte. Ripensando a questo piccolo gesto, sempre di più capisco che, è vero qui c’è fame, sete, terro- Victoria Martinengo re negli occhi dei bambini, ma la vita non si ferma, la gente ride, come per far capire a noi, che spesso pensiamo di avere la risposta a tutto, che c’è altro, che la vita non fi nisce lì. Nonostante la disperazione, l’insicurezza, la violenza e la crisi umanitaria, e l’impotenza che abbiamo di fronte a tutto, ammetto che lo sguardo di quella donna e <strong>il</strong> suo gesto mi danno la forza per andare avanti.” LA DIMENSIONE UMANA di Luigi Campiglio, Ordinario di Politica Economica, Università Cattolica del Sacro Cuore di M<strong>il</strong>ano. Roosvelt, in un famoso discorso del 1932, teorizzò <strong>il</strong> suo pragmatismo affermando che “<strong>il</strong> paese ha bisogno e domanda una sperimentazione audace e persistente. È di buon senso adottare un metodo e sperimentarlo: se non funziona riconoscerlo con franchezza e provarne un altro. Ma soprattutto, tentare qualcosa”. Le esperienze (di AVSI) si collocano nel solco di un umanesimo pragmatico che presenta aspetti cruciali, in particolare l’ampiezza e la profondità degli obiettivi perseguiti, che pur ruotando intorno a un nodo centrale, come l’abitazione o l’istruzione, hanno coinvolto tutte le dimensioni sociali che a esso sono collegate, <strong>il</strong> che è potuto avvenire grazie <strong>alla</strong> qualità umana, oltre che professionale, di coloro che hanno realizzato i progetti. La ricerca delle radici <strong>dello</strong> <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> nella dimensione umana appare, in quest’ottica, una prospettiva di lavoro. (*D<strong>alla</strong> presentazione di “Alla <strong>radice</strong> <strong>dello</strong> <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong>: l’importanza del <strong>fattore</strong> <strong>umano</strong>.” Vedi editoriale) KENYA: IL MAESTRO RICCARDO MUTI E IL RAVENNA FESTIVAL CON I BAMBINI DEL- LA SCUOLA “LITTLE PRINCE. Sabato 9 luglio <strong>il</strong> maestro Riccardo Muti ha diretto <strong>il</strong> coro della Scuola Little Prince che a Nairobi, nello slum di Kibera, anche grazie al sostegno a distanza, offre educazione di qualità a 350 bambini. Hanno cantato “Va Pensiero” davanti al vice presidente della Repubblica, al Nunzio Apostolico, all’Ambasciatore d’Italia e a tantissimi amici e personalità. Una giornata bellissima e veramente commovente: la musica classica non è parte della tradizione africana, ma la potenza della melodia e l’armonia degli strumenti sono state per tutti qualcosa di straordinario, e i bimbi delle baraccopoli, venuti al concerto, sono restati per due ore estasiati in s<strong>il</strong>enzio! I genitori dei bambini hanno chiesto di invitare Riccardo Muti a tornare di nuovo: magari!? Iscriviti <strong>alla</strong> nostra newsletter: www.avsi.org BUONENOTIZIE 2 DICEMBRE2011 SI RINGRAZIA Seguici su Facebook BUONENOTIZIE 3 DICEMBRE2011 Iscriviti <strong>alla</strong> nostra newsletter