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PDF Cacciare sicuri - Benelli

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<strong>Cacciare</strong> Sicuri<br />

Regole di comportamento nell’uso delle armi<br />

per la caccia al cinghiale e per ridurre i rischi in<br />

tutte le attività venatorie<br />

Argomenti:<br />

Regole generali di sicurezza<br />

Nozioni sulle armi da caccia lisce e rigate<br />

Tipi di munizioni<br />

Balistica, portata utile, gittata, traiettorie, rimbalzi<br />

Manutenzione dell’arma<br />

I caricamenti non tossici<br />

L’adrenalina a caccia<br />

La sicurezza dipende anche dall’arma, ma prima di tutto dal<br />

comportamento di chi la impiega e dall’abilità nel suo uso.<br />

E perché ciascuno di noi possa stabilire quale è il<br />

comportamento da tenere basta poco: conoscere gli “strumenti”<br />

che impieghiamo, saperli utilizzare e lasciarci guidare dal buon<br />

senso. Sono infatti sufficienti poche regole, dettate prima di<br />

tutto proprio dal buon senso, per evitare di porre noi e gli altri in<br />

condizioni di pericolo.<br />

LA SICUREZZA, IL COMPORTAMENTO, L’ETICA


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

In ambito venatorio la parola sicurezza può avere molteplici significati, ma per quello<br />

che ci riguarda in questa sede essa significa sostanzialmente eliminare qualsiasi<br />

rischio connesso con l’arma utilizzata e il suo impiego. Da questa considerazione<br />

discende il fatto che la “sicurezza” è un trinomio costituito da: arma utilizzata,<br />

conoscenza della stessa e del suo impiego, comportamento del cacciatore.<br />

Vedremo tra breve l’importanza dell’arma, delle munizioni e soprattutto della<br />

conoscenza del loro uso, che non significa solo sapere sparare bene, ma anche<br />

altro, in primis cura e manutenzione dell’arma. Prima di procedere oltre è però<br />

opportuno soffermarsi sul fatto che quando parliamo di comportamento non<br />

dobbiamo intendere solo regole spicce come il non utilizzare una certa combinazione<br />

arma/munizione, non sparare in determinate situazioni, tenere la sicura inserita ed<br />

altro.<br />

Per il bene del singolo, quello della collettività e perfino quello della specie, l’essere<br />

umano dovrebbe sempre improntare all’etica pensiero ed azioni e se l’etica è un<br />

concetto di ordine generale sappiamo tutti che quei “criteri per la gestione della<br />

libertà” devono essere adattati e sviluppati a seconda delle esigenze e delle attività.<br />

E se questa attività è la caccia, ecco che accanto all’etica in senso stretto abbiamo<br />

anche l’etica venatoria che, per quanto riguarda l’uso delle armi, può essere<br />

riassunta in poche brevissime regolette.<br />

sparare solo a colpo sicuro,<br />

avere certezza della natura del bersaglio,<br />

non rischiare di infliggere all’animale inutili ferite,<br />

recupero dell’animale ferito,<br />

consapevolezza della situazione,<br />

ricordarsi sempre di avere in mano un’arma.<br />

Queste regolette verranno esplicitate nel prosieguo del discorso, per ora<br />

soffermiamoci un attimo sull’ultima. Essa vale non solo per i rischi “oggettivi”(ad<br />

esempio ferire involontariamente qualcuno), ma anche per quelli potenziali e di<br />

immagine. Quando si ha in mano un’arma qualsiasi tipo di disputa deve essere<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

evitato nel modo più assoluto, che si tratti della “lite” con un altro cacciatore per i<br />

motivi più svariati o che ci troviamo di fronte a “terzi” che non condividono la<br />

passione della caccia oppure che la contestano.<br />

La natura umana è tale che anche l’uomo più mite può “perdere la testa” e anche se<br />

l’arma che si porta resta appesa alla spalla c’è chi può considerare come una<br />

minaccia anche la semplice presenza del fucile. Magari non arriveremo ad un<br />

“mezzogiorno di fuoco”, ma pure se dovessero volare dei ceffoni o anche solo<br />

parolacce e insulti è fortemente presente il rischio di azioni penali o quanto meno di<br />

sanzioni amministrative quali il ritiro della licenza di caccia. Inutile poi soffermarsi sui<br />

danni di immagine, soprattutto se a contestare ci sono attivisti di vario tipo che<br />

sperano di far degenerare la situazione in modo da dimostrare quanto i cacciatori<br />

siano cattivi e passare per vittime, ovviamente con clamore sui media e denunce<br />

all’opinione pubblica e all’autorità giudiziaria.<br />

LA CACCIA AL CINGHIALE<br />

La caccia al cinghiale raramente richiede tiri lunghi e sono invece prevalenti le<br />

occasioni nelle quali si devono impegnare bersagli a distanze brevi ed anche<br />

brevissime, spesso con selvatici in rapido movimento che appaiono e scompaiono<br />

molto velocemente. Le più probabili distanze di ingaggio coprono un intervallo<br />

compreso fra pochi metri e qualche decina di metri.<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

I cinghiali di grossa taglia (diciamo fino a 140-150 chilogrammi) in Italia non sono più<br />

rarissimi come un tempo ma la maggioranza degli esemplari abbattuti si colloca in un<br />

intorno dei 50-70 chilogrammi e non sono rari i cinghialotti di peso assai inferiore.<br />

Animale di robusta complessione fisica e resistente al piombo, il sus scrofa richiede<br />

munizioni assai più autorevoli di quanto si potrebbe supporre facendo riferimento<br />

solo alla taglia.<br />

Per questioni di etica venatoria e di sicurezza, il selvatico, e il cinghiale in particolare,<br />

dovrebbe essere abbattuto sul colpo evitando di sparare a più non posso e<br />

“spedendo” nell’aria pericolosissimi proiettili dei quali non conosciamo la traiettoria.<br />

Considerandone un peso massimo di 150 chili (che in Italia è quasi un record) e una<br />

distanza massima di tiro di regola non superiore ai 50 metri, l’energia cinetica minima<br />

richiesta viene stimata in 2.000 Joule (204 Kgm), la quale viene raggiunta da una<br />

buona palla slug del 12 o anche del 20 o da un proiettile di carabina a canna rigata di<br />

almeno 6,5-7 mm.<br />

Si deve comunque osservare da subito che la palla slug del 20, con i suoi 25 grammi<br />

di peso e velocità alla bocca intorno a 430 metri al secondo, raggiunge i valori<br />

energetici considerati come minimi solo su brevi distanze: il calibro 20 è quindi da<br />

considerarsi adeguato ma solo in particolari condizioni, mentre in termini di potere<br />

invalidante sarà sempre meglio preferire il 20 magnum o il 12, con i caricamenti<br />

magnum del calibro maggiore da impiegare solo se si è esperti e si assorbe bene il<br />

rinculo.<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Per quanto riguarda le munizioni da carabina si deve sottolineare che proiettili di<br />

piccolo calibro (al di sotto dei 6,5-7 millimetri) sarebbero da evitare (esistono alcune<br />

eccezioni) perché di regola sono strutturalmente troppo fragili per garantire<br />

penetrazione adeguata. Lo stesso vale per l’ uso di munizioni per arma corta<br />

impiegate in carabine: con energia fra i 1.000-1.500 Joule sono munizioni in<br />

maggioranza del tutto inadeguate (fa parziale accezione solo la 44 Magnum), a<br />

meno di usare cariche esasperate ben poco giustificabili.<br />

Non a caso le munizioni più utilizzate sono cartucce del 12 con palla slug caricate in<br />

bossoli standard e più raramente in bossoli magnum, e cartucce per armi lunghe<br />

rigate con prestazioni paragonabili a quelle della 30/06, che da sola copre circa il<br />

70% del munizionamento utilizzato nelle carabine semiautomatiche vendute in Italia.<br />

Che si usi il fucile a canna liscia o la carabina è bene fare affidamento su calibri che<br />

siano adeguati in termini di potere invalidante ma allo stesso tempo non risultino<br />

inutilmente esuberanti. Un caricamento troppo potente e magari destinato a<br />

selvaggina di taglia e complessione più robuste di quelle del cinghiale può dare<br />

risultati ben inferiori a quelli che ci potremmo attendere (si pensi solo ai proiettili che<br />

non espandono perché “mirati” per selvatici più coriacei) ma il vero problema è<br />

quello della controllabilità, soprattutto quando tiriamo più colpi in rapida<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

successione. Per questioni di sicurezza è nostro dovere ridurre al minimo il<br />

numero dei colpi “vaganti” e questo si ottiene sia sparando solo quando ciò è<br />

veramente “utile” (ad esempio, di regola è inutile sparare più di due-tre colpi contro<br />

un selvatico in movimento) sia utilizzando una combinazione arma/munizione che<br />

risulti ben dominabile, soprattutto per quello che riguarda l’impennamento. Ai fini del<br />

carniere e dell’etica venatoria è ovvio come un ben piazzato colpo adeguatamente<br />

potente sia da “preferire” rispetto a una rumorosa padella; lo stesso vale per la<br />

sicurezza, con l’aggiunta delle “responsabilità” che sempre abbiamo quando<br />

premiamo il grilletto e “spediamo” un proiettile verso l’ignoto.<br />

In condizioni ideali un proiettile da carabina (come quelli sopra a sinistra) può avere<br />

una gittata massima superiore ai 4.000 metri mentre un proiettile slug (come sopra a<br />

destra), sempre in condizioni ideali, arriva nel massimo intorno ai 1.500 metri. Sul<br />

campo è difficile che si raggiunga la gittata massima teorica perché non spariamo<br />

con l’arma opportunamente inclinata, anzi a volte tiriamo in depressione, e perché ci<br />

sono spesso degli ostacoli naturali. Non possiamo però fare affidamento sui se e sui<br />

ma e dobbiamo invece considerare zone di sgombero che siano adeguate per le<br />

armi che impieghiamo. Dobbiamo inoltre ricordarci che a seconda degli ostacoli<br />

incontrati i proiettili, in particolare quelli del fucile a canna liscia, possono rimbalzare,<br />

e possono farlo anche più volte<br />

IL FUCILE A CANNA LISCIA E LA SUA MUNIZIONE<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Il cinghiale può essere cacciato sia con fucili a canna liscia che con armi a canna<br />

rigata. In molti utilizzano il sovrapposto, la doppietta o il semiautomatico<br />

normalmente impiegati per le cacce a piuma; questa scelta può non essere<br />

penalizzante quando si tira prevalentemente di stoccata ma ha comunque dei limiti<br />

sia in termini di sicurezza che di praticità.<br />

Un fucile nato per il tiro a pallini ha molto raramente canne più corte di 65 centimetri<br />

e non sono pochi i cacciatori che per il cinghiale impiegano armi che hanno canne da<br />

cm 71. Un fucile slug specifico per la caccia al cinghiale monta canne che vanno da<br />

50 a 61 centimetri, con queste ultime, un tempo ritenute ottimali, sempre meno<br />

utilizzate a vantaggio di quelle più corte. In effetti, con il munizionamento odierno,<br />

una canna da cm 55 brucia quasi completamente il propellente e spinge la palla a<br />

velocità uguali o talvolta persino superiori a quelle delle canne da 61. Anche le<br />

canne più corte disponibili sul mercato (48-50 centimetri) bruciano nella quasi<br />

totalità il propellente ma se utilizzate con munizioni caricate con propellenti più<br />

lenti e progressivi non consentono di erogare le prestazioni raggiungibili con<br />

canne da 55-61 e talvolta possono originare una turbolenza in volata in grado<br />

di turbare la regolare traiettoria del proiettile. Difficilmente ciò si traduce in<br />

aumenti importanti dei diametri delle rosate, si possono però verificare casi, in verità<br />

non molto frequenti, di significativo aumento del diametro di rosata e dell’irregolarità<br />

della stessa. Per rosata si intende qui, ovviamente, il risultato sul bersaglio dello<br />

sparo di più colpi a palla (in genere 3, più raramente 5) e l’irregolarità della rosata<br />

unita ad una sua eccessiva ampiezza denuncia una irregolarità di traiettoria con<br />

conseguente riduzione della precisione del tiro.<br />

Rispetto ad una canna da cm 55, una di 65-71 centimetri porta, a parità di tutte le<br />

altre condizioni, ad uno spostamento in avanti del centro di gravità dell’arma e ad un<br />

aumento del peso della stessa; ciò può essere utile per ridurre l’impennamento al<br />

tiro, facilitando lo sparo di più colpi restando in mira, ma avrà influssi negativi sul<br />

brandeggio dell’arma e sulla rapidità di salita alla spalla: impiegheremo quindi più<br />

tempo per impegnare il bersaglio, saremo più lenti e faremo più fatica nel seguirlo,<br />

avremo una inerzia maggiore che ci farà più facilmente sbandierare.<br />

Un fucile nato per la caccia da piuma avrà per forza di cose strozzature fisse o<br />

strozzatori mobili. Contrariamente a quanto molti credono, si può benissimo sparare<br />

una cartuccia a palla in una canna strozzata: non è però il caso di farlo con<br />

strozzature a * o ** (per i valori di strozzatura si veda la tabella a fine paragrafo).<br />

Inoltre, con le canne strozzate non è possibile sparare qualsiasi tipo di proiettle slug<br />

(assai rischiose al riguardo le palle monolitiche nate per l’uso nelle canne rigate del<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

12 e tutte le sottocalibrate) e anche quando si utilizza una palla che può passare<br />

attraverso una strozzatura senza danneggiare l’arma non è opportuno superere le<br />

***. Impiegando strozzature * o **, in particolare su canne vecchie o in cattivo stato di<br />

conservazione, si possono correre rischi di collasso strutturale in caso di fuochi<br />

lunghi o di presenza di ostruzioni anche minime (basta una piccola foglia) nella<br />

canna. Dal punto di vista pratico è poi da sottolineare che l’eccessiva deformazione<br />

del proiettile slug porta a una diminuzione della precisione del tiro. Per contro, una<br />

strozzatura fino a tre stelle di regola non peggiora più di tanto la precisione del tiro e<br />

in particolari situazioni può addirittura migliorarla.<br />

Tutte le palle in piombo a pieno diametro del commercio (Brenneke, Gualandi,<br />

Foster) sono state studiate per essere sparate anche da canne strozzate e quindi,<br />

salvo diversa indicazione che il produttore è tenuto ad indicare sulla confezione<br />

quale che sia il tipo di proiettile, a parte le avvertenze indicate sopra non vi sono<br />

motivi per non usarle. Indubbiamente occorre però non esagerare perché le cartucce<br />

slug provocano sollecitazioni anormali alla canne per il fatto che il punto di massima<br />

pressione nella canna si sposta di una decina di centimetri in avanti, ove nei fucili<br />

normali la parete della canna già si assottiglia, e per il fatto che la palla viene forzata<br />

nella strozzatura. Bisogna quindi evitare di sparare queste munizioni in vecchi<br />

fucili della cui resistenza non si sia ben <strong>sicuri</strong>. Nell’uso delle palle asciutte<br />

occorre poi ricordare che esse vengono facilmente destabilizzate e deviate da<br />

piccoli ramoscelli e che rimbalzano facilmente sul terreno od alberi, rimanendo<br />

pericolose fin quasi ad un chilometro di distanza. Esistono in commercio una<br />

miriade di caricamenti con palle slug della più varia fattura, in maggioranza<br />

riconducibili ai grandi archetipi quali le Foster e le Brenneke, ma anche con forme<br />

“originali” a clessidra o a rocchetto, pieno come su alcune Remington o cavo come<br />

sulle vecchie Stendebach, oggi cadute in disuso per più motivi, non ultima la scarsa<br />

precisione.<br />

Alcuni dei tipi di proiettile oggi disponibili; da sinistra: Brenneke RubinSabot -<br />

Brenneke SuperSabot - Brenneke KO - Cooppal Stream - Diana Akah - Federal<br />

Premium Sabot Slug - Federal Classic Slug - Geco Competition Slug con palla<br />

Brenneke KO.<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Quella della foto è solo una piccola selezione e serve esclusivamente per dare una<br />

vaga idea di quanto si può trovare sul mercato, dove non sono mancate e non<br />

mancano pure proposte particolari come le Sauvestre francesi (raffigurate sotto) o<br />

altre sotto calibrate, tutte da impiegare in fucili con canne slug e da non sparare<br />

nelle canne strozzate.<br />

Esempi particolari di proiettili sottocalibrati (con diametro inferiore a quello dell’anima<br />

e quindi inseriti entro un contenitore polimerico) sono quelli specifici per il tiro in<br />

canne rigate come la Remington Copper Solid o la Super Sabot qui sotto raffigurate<br />

con la Remington sulla destra.<br />

Ripetiamo ancora una volta che proiettili come questi non devono essere<br />

sparati in canne strozzate (come pure non si devono sparare nelle canne<br />

strozzate tutti i proiettili sottocalibrati) e in ogni caso, non essendo<br />

naturalmente stabilizzati per avanzamento del centro di forma rispetto al centro<br />

di massa (o con alette come le Sauvestre), nelle canne lisce hanno precisione<br />

pessima e spesso arrivano sul bersaglio di traverso.<br />

Non è qui possibile soffermarsi più di tanto sui vari tipi di munizionamento a palla per<br />

fucili a canna liscia, si può però affermare che considerando le possibili situazioni di<br />

caccia, con tiri prevedibilmente a distanze medie e brevi, i fucili del 12 a canna rigata<br />

sono, nella realtà italiana, sostanzialmente inutili in quanto se garantiscono un certo<br />

incremento della portata utile, lo fanno pagare con pesi e distribuzione delle masse<br />

poco adatti alla caccia in battuta. Queste armi nascono per altre esigenze (surrogare<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

le carabine dove sono vietate, aumentando nel contempo la portata utile rispetto a<br />

una tradizionale combinazione canna liscia/slug del 12) e l’aumento della portata<br />

utile di circa 50-80 metri rispetto alla media delle slug in canne lisce (portata utile<br />

effettiva con canna slug liscia intorno ai 75 metri, anche se particolari combinazioni<br />

possono fare di meglio) non vale, nella caccia al cinghiale, la perdita di<br />

maneggevolezza e di versatilità rispetto a un “normale” fucile del 12.<br />

La cartuccia slug del 12 ha quali limiti una portata effettiva non elevata (in questo<br />

caso abbastanza poco influente) e una relativamente contenuta capacità di<br />

penetrazione nei selvatici di maggior taglia. Poiché la penetrazione è legata alla<br />

densità sezionale e questa a sua volta al peso a parità di calibro, è consigliabile<br />

scegliere la propria munizione privilegiando, a parità di velocità, le Brenneke o<br />

derivate e in subordine di scegliere le Foster fra<br />

quelle più veloci. Una palla tipo Brenneke (qui a lato<br />

la Brenneke tradizionale) infatti ha di regola un peso<br />

intorno a 32 grammi, mentre una “a campana” come<br />

la Foster si attesta di regola intorno a 28 grammi.<br />

Più velocità e più peso sono una ricetta che funziona<br />

ma attenti a non strafare, esistono caricamenti 12<br />

magnum che spingono palle da 28, 32 e anche 40<br />

grammi a velocità di 30-40 metri al secondo<br />

superiore a quelli omologhi del 12 standard, che<br />

peraltro non dovrebbe essere caricato con palle da<br />

40 grammi. Per il principio di conservazione della<br />

quantità di moto, il rinculo di un fucile è, a parità delle altre condizioni, direttamente<br />

proporzionale alla massa e alla velocità del proiettile. Già una cartuccia slug del 12<br />

standard fa in modo che rinculo (e di conseguenza rilevamento) siano sostanziali;<br />

aumentando significativamente velocità e massa del proiettile, il rinculo ed il<br />

rilevamento aumenteranno in proporzione e sarà più difficile sparare più colpi in<br />

rapida successione restando in mira.<br />

I caricamenti del 12 sono disponibili con proiettili di peso tra 24 e 40 grammi e<br />

velocità iniziali di 450-580 metri al secondo, nella grande maggioranza, provati con<br />

appoggio e cannocchiale, forniscono rispettabilissime rosate inferiori ai 5 cm di<br />

diametro a 50 metri di distanza, rosate che possono allargarsi un po’ a seconda<br />

dell’abbinamento arma cartuccia perché così come accade con le armi rigate, anche<br />

nelle slug ci possono essere cartucce che rendono di più o di meno con una data<br />

canna. Queste sono le prestazioni che si possono ottenere utilizzando canne e mire<br />

“specifiche”, sparando invece con fucili nati per la caccia da piuma i risultati sono<br />

sicuramente inferiori.<br />

Premesso che è sempre necessario verificare al poligono (o comunque tirando al<br />

bersaglio) le prestazioni del binomio arma/cartuccia prima di impiegarlo a caccia,<br />

esistono in effetti dei motivi per i quali alcuni fucili, quasi sempre quelli nati per la<br />

caccia da piuma, non danno sul campo grandi soddisfazioni.<br />

Cominciamo col dire che le doppiette non sono adatte per questo tipo di palle. Le<br />

armi destinate a sparare a pallini sono azzerate per un tiro a 35 metri e le due canne<br />

sono accoppiate in modo che le rispettive rosate si sovrappongano a tale distanza; le<br />

canne sono, per così dire, strabiche, e convergono su un punto ideale posto a 35<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

metri. Sparando a 50 metri di distanza accade che la palla sparata con la canna di<br />

destra, colpisca parecchi centimetri a sinistra del punto mirato e quella di sinistra<br />

parecchi centimetri verso destra, con una differenza totale che fa apparire la rosata<br />

come disastrosa. Quindi il problema non stà nel fatto che la palla non sia precisa, ma<br />

nel fatto che il fucile non spara nel punto mirato. Ovviamente se il bersaglio è a<br />

distanza maggiore, il difetto si aggrava proporzionalmente.<br />

Questo difetto non si verifica per sovrapposti e per fucili ad una sola canna, ma quasi<br />

sempre subentra il secondo difetto, quello dell’azzeramento, che fa sparare molto più<br />

in alto (fino a 35 metri) o più in basso (oltre i 40 metri) del punto mirato. I fucili a<br />

canna liscia sono azzerati per la distanza di 35 metri in modo che il centro della<br />

rosata sia 10-15 cm al di sopra del punto mirato, misura non adeguata per una palla<br />

che a quella distanza cade di soli 5 cm circa. Per avere una traiettoria che non si<br />

discosti dalla linea di mira più di 4 cm (sopra o sotto), l’arma dovrebbe essere<br />

azzerata, usando palle Brenneke o Gualandi, alla distanza di 70 metri e, usando<br />

palle sottocalibrate intorno ai 100 metri.<br />

Per sfruttare al meglio le prestazioni dei proiettili, i fucili slug sono dotati di organi di<br />

mira regolabili e spesso possono essere corredati di ottiche o collimatori a punto<br />

rosso. Questi ultimi ben si sposano con le caratteristiche dinamiche, che<br />

rappresentano la vera carta vincente del fucile slug. In commercio sono disponibili<br />

fucili slug con diverse lunghezze di canna, che consentono di ottimizzare il rapporto<br />

tra prestazioni e maneggevolezza secondo le esigenze del cacciatore.<br />

Da sinistra verso destra: Palla Remington Copper Solid (da usare solo in canna<br />

rigata del 12), palla Brenneke e palla Foster (utilizzabili anche nelle canne strozzate,<br />

palla sottocalibrata per canna liscia (da non impiegare nelle canne strozzate)<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Valori di strozzatura nel calibro 12<br />

- Full-choke (strozzatura piena, *) con un restringimento da 0,75 ad un massimo di<br />

1,0 mm. (in genere 0,875 mm);<br />

- Tre quarti-choke (improved modified choke, **) con un restringimento da 0,55 ad un<br />

massimo di 0,875 mm (di solito 0,76 mm);<br />

- Mezzo-choke (half-choke o modified choke, ***) con un restringimento da 0,38 ad<br />

un massimo di 0,5 mm (di solito 0,45 mm);<br />

- Un quarto-choke (quarter-choke o skeet nr. 2, ****) con un restringimento, di solito,<br />

di 0,25 mm;<br />

- Cilindrica modificata (improved-cylinder, *****) con un restringimento compreso tra<br />

01 e 0,2 mm.<br />

ARMI RIGATE E RELATIVE MUNIZIONI<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Diversi sono i tipi di armi rigate oggi disponibili sul mercato: basculanti sovrapposti e<br />

giustapposti (express), slide action (a pompa, praticamente inesistenti in Italia), lever<br />

action (a leva), bolt action (otturatore girevole scorrevole), carabine<br />

semiautomatiche.<br />

Le bolt action sono assai diffuse ma non adatte per la caccia al cinghiale. Se ne<br />

trovano tipi da battuta e hanno il grande vantaggio della leggerezza e della<br />

semplicità, però richiedono un grandissimo allenamento e la ripetizione rapida del<br />

colpo resta assai poco… rapida.<br />

I basculanti a canna rigata camerati per munizioni come la 7x65R, la 30/06, la<br />

8x57JRS o anche cartucce quali 444 Marlin e 45/70 potrebbero essere utilizzati con<br />

profitto nella caccia al cinghiale, contro queste armi militano però costi elevati e pesi<br />

spesso piuttosto sostenuti.<br />

Semplici, relativamente leggeri, affidabili, non costosi, poco ingombranti,<br />

maneggevoli, assai più veloci nello sparo di più colpi in successione rispetto ai bolt<br />

action, i modelli a leva potrebbero avere discrete carte da giocare nella caccia al<br />

cinghiale, tanto più che risultano camerati per munizioni che ben si prestano per<br />

insidiare questo selvatico. Contro i lever action militano due fattori: uno “culturale”<br />

(sono estranei alla tradizione venatoria nazionale), l’altro operativo, in quanto per<br />

essere proficuamente utilizzati richiedono molto allenamento e comunque la velocità<br />

di ripetizione resta ampiamente al di sotto di quella di una carabina semiauto.<br />

E veniamo alla carabina semiautomatica, senza dubbio l’arma più idonea (e non a<br />

caso più utilizzata) per la caccia al cinghiale. Rapida nella ripetizione dei colpi, con<br />

minor rinculo e rilevamento a parità di cartuccia, di peso e bilanciamento adeguato<br />

nei modelli attuali, ha costi competitivi, nei modelli più recenti vanta una precisione<br />

del tiro decisamente elevata (il che, dove consentito, ne permette anche l’uso nella<br />

caccia di selezione) e, per chi viene dal semiautomatico a pallini, almeno su alcuni<br />

modelli come la <strong>Benelli</strong> Argo, conserva distribuzione dei pesi e maneggevolezza<br />

simili a quelle del fido fucile a canna liscia.<br />

Come abbiamo visto all’inizio, circa il 70% del mercato per quanto riguarda le<br />

carabine semiautomatiche da cinghiale è coperto dalla 30/06, munizione dai molti<br />

vantaggi: ottimale sul piano balistico pur con un po’ di riserva di potenza, ottimale per<br />

l’affidabilità delle armi che la camerino, disponibile facilmente ed a prezzi competitivi<br />

in una varietà di caricamenti che è semplicemente unica. Attenzione però, nella<br />

caccia al cinghiale si può sbagliare anche col calibro 30/06. In primo luogo<br />

sono da evitare tutti i caricamenti con proiettile interamente camiciato,<br />

penetrano a fondo ma creano traumatismi poco invalidanti (a meno di non<br />

attingere organi vitali) ed hanno un’alta attitudine al rimbalzo e all’eccesso di<br />

penetrazione.<br />

Altra cosa da evitare sono i proiettili troppo pesanti o troppo leggeri in relazione al<br />

calibro; la 30/06 viene caricata con proiettili del peso minino di 130 grani (esistono<br />

pure le Accelerator Remington con proiettile da 55 grani calibro .22 inserito in un<br />

sabot ma questo caricamento, non più in produzione ma ancora talvolta disponibile,<br />

non ha senso per gli ungulati) e massimo di 220 grani. Col 30/06, il peso ottimale<br />

per il cinghiale è intorno ai 180 grani: proiettili più pesanti difettano in espansione,<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

proiettili più leggeri creano traumatismi superficiali o, quanto meno, traumatismi che<br />

pur raggiungendo organi vitali sciupano troppa carne del selvatico. Un esempio di<br />

questo stato di cose sono gli Winchester Silvertip da 150 grani: uccidono l’animale<br />

quasi come gli omologhi caricamenti Silvertip da 180 grani ma la lesione che<br />

provocano a volte difetta in profondità di penetrazione mentre è devastante in<br />

superficie. Lo stesso vale per altri caricamenti con proiettili da 150 e 180 grani, è<br />

stata citata la Silvertip solo perché per la stessa era disponibile, da parte di chi<br />

scrive, una casistica piuttosto ricca.<br />

Anche la cartuccia più efficace deve andare a bersaglio con una certa<br />

precisione e nelle armi a palla (siano esse slug o rigate con bossolo metallico)<br />

è sempre “opportuno”, per non dire indispensabile, provare al poligono la<br />

combinazione arma cartuccia scelta prima di utilizzarla sul terreno di caccia. La<br />

caccia al cinghiale non richiede una precisione chirurgica e qualsiasi combinazione<br />

che a 100 metri metta 3 colpi entro un cerchio di 6-7 centimetri è più che adeguata.<br />

Ma una precisione superiore aumenta comunque la possibilità di raggiungere organi<br />

vitali in quanto non si deve sommare al possibile errore di mira quello intrinseco nella<br />

dispersione della cartuccia; inoltre, è bene ricordare che parecchie armi gradiscono<br />

particolarmente determinate munizioni mentre possono dare risultati sconcertanti con<br />

altre, con rosate imprecise e colpi che addirittura arrivano di traverso, mandando a<br />

pallino la precisione del tiro e impedendo al proiettile di esplicare gli effetti terminali<br />

per i quali è stato progettato. Quanto enunciato è valido per armi di differente<br />

produzione ma anche armi dello stesso tipo e produttore possono, più raramente,<br />

dare rosate differenti con la stessa cartuccia.<br />

Il cinghiale è un animale robusto ma non si deve pensare che per abbatterlo sia<br />

necessario utilizzare munizioni nate per il big game o anche per le più grosse prede<br />

a pelle tenera. In questi casi avremo un eccesso di penetrazione e una ridotta, in<br />

certi casi quasi nulla, espansione. Ecco perché nel 30/06 sarebbe meglio evitare i<br />

proiettili di peso superiore a<br />

quello di 180-190 grani, in<br />

particolare se di costruzione<br />

troppo massiccia in quanto<br />

destinati a grossa selvaggina<br />

del peso di centinaia di chili.<br />

Con 30/06 e 308 Winchester,<br />

con mire azzerate a 100<br />

metri la traiettoria è<br />

praticamente coincidente con<br />

la linea di mira sui 50 metri;<br />

su distanze inferiori (a partire<br />

dalla volata) la traiettoria sarà<br />

un poco più in alto della linea<br />

di mira per circa 3-5<br />

centimetri; dipende dal tipo di<br />

proiettile e dalla velocità ma<br />

si tratta comunque di valori<br />

che hanno poca rilevanza ai<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

fini pratici; comunque, se le mire sono regolabili (il che ovviamente vale sempre per<br />

quelle ottiche), un azzeramento delle stesse su distanze (dipendenti dalle situazioni<br />

di caccia) inferiori toglierà anche il minimo margine di indeterminazione sia per i tiri a<br />

bruciapelo che per quelli più meditati su portate maggiori.<br />

Da sinistra verso destra:<br />

308 Winchester, 300 WSM, 300 Winchester Magnum, 30/06<br />

Mai impiegare cartucce troppo potenti o troppo poco potenti. Da “sconsigliare”,<br />

munizioni tipo la 7,62x39 e le magnum da arma corta (anche se la 7,62x39 e la 44<br />

Magnum hanno i loro “ammiratori”, almeno per le distanze più ridotte), quelle<br />

concepite con proiettili di piccolo calibro ad alta velocità, quelle nate per il big game.<br />

Come calibri, i 7 millimetri dovrebbero essere considerati quale livello minimo ma<br />

comunque più che soddisfacente se si tratta di cartucce come 7x64, 7x65R, 280<br />

Remington. Le cartucce ottimali sono quelle di calibro intorno al .30” (7,62) e all’8<br />

millimetri; esempi particolarmente validi sono 308 Winchester, 30/06, 8x57. Cartucce<br />

come le vecchie 30/30 tipiche dei fucili a leva sono state utilizzate per un secolo in<br />

questa caccia ma sono da considerarsi al limite inferiore dell’efficacia, soprattutto con<br />

animali più prestanti. La 300 Winchester Magnum è una delle “calibro .30” più potenti<br />

in assoluto e le sue prestazioni balistiche non soffrono particolarmente nelle canne,<br />

relativamente corte delle carabine semiautomatiche e di tutti gli altri tipi di armi usati<br />

in battuta. Usata con palle intorno ai 180-200 grani è più che autorevole anche sui<br />

verri di maggior taglia ma rinculo e rilevamento sono sostenuti e ci si deve chiedere<br />

se il gioco valga la candela. Il gioco varrà sicuramente la candela se con la stessa<br />

arma si pensa di insidiare pure selvaggina di maggiore mole, ad esempio i<br />

cinghialoni da 250-300 chili che si trovano nell’Europa dell’Est; nel caso si cacci solo<br />

cinghiale in Italia, la 300 Winchester Magnum sarà esuberante ma non troppo<br />

eccessiva: stà al cacciatore giudicare se la riserva di potenza in più vale l’aumento<br />

del tempo necessario per sparare più colpi in rapida successione. Stesso discorso<br />

ma con la potenza e il rinculo ancora più elevati, tanto da renderli eccessivi, vale per<br />

la 338 Winchester Magnum, cartuccia calibro 8 derivata dalla 300 Winchester<br />

Magnum e concepita per grossa selvaggina a pelle tenera come ad esempio orsi,<br />

cervi ed alci.<br />

Per la caccia al cinghiale sono utilizzate<br />

pure armi camerate in 444 Marlin, 45/70<br />

e 450 Marlin. Si tratta per lo più di armi a<br />

leva, anche se si trova pure qualche<br />

express a due canne in 444 Marlin ed in<br />

45/70. La 45/70 avrebbe un grande<br />

potenziale che però non viene sfruttato<br />

nelle munizioni commerciali, la 444<br />

Marlin (nella foto qui a lato insieme a<br />

30/30 e 44 magnum) e la 450 Marlin<br />

sono cartucce potenti (la seconda ancor<br />

più della prima) e dal forte rinculo che<br />

risultano più che adeguate, quando<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

addirittura non eccessiva, per il cinghiale.<br />

Alcuni utenti di express utilizzano la 9,3x74R, nata per la caccia a grossa selvaggina<br />

e che sul cinghiale è meglio utilizzare con i caricamenti che montano i proiettili più<br />

leggeri, riducendo così rinculo e rilevamento che restano comunque sostenuti.<br />

Ancora più potente della 9,3x74R, la 9,3x62 viene impiegata su alcune carabine<br />

semiautomatiche da cinghiale e grazie alla riduzione della sensazione di rinculo<br />

intrinseca nelle armi semiauto, queste, pure se la cartuccia raggiunge in canna da<br />

cm. 60 E0 comprese tra 4.500 e oltre 5.000 Joules, risultano meglio gestibili rispetto<br />

agli express. E qui ci piace segnalare che la calciatura Comfortech delle <strong>Benelli</strong> Argo<br />

garantisce una marcata riduzione di rinculo e rilevamento, tanto che munizioni come<br />

la 9,3x62 acquistano in quest’arma una nuova dimensione quanto a controllabilità e<br />

sensazione allo sparo sulla spalla del cacciatore. Oltre che in 9,3x62 la <strong>Benelli</strong><br />

Argo,con calciatura ComforTech è disponibile pure nei calibri 30/06 Springfield, 7x64<br />

Brenneke, 308 Winchester e 300 Winchester Magnum e per tutti questi calibri<br />

garantiscono rinculo e rilevamento marcatamente più ridotti, consentendo così di<br />

sparare più rapidamente e con meno fatica più colpi in rapida successione restando<br />

sul bersaglio.<br />

Argo E ComforTech<br />

È bene ricordare che un colpo di carabina, se sparato con canna rivolta verso l’alto<br />

con inclinazione di circa 40°, può percorrere, a seconda del calibro, da un minimo di<br />

2.500 a un massimo di 4.000 e più metri prima che il proiettile impatti col suolo.<br />

Paragonandolo con i circa 1.500 metri di gittata massima della palla del 12, il<br />

proiettile da carabina sembra essere più pericoloso; in realtà le cose stanno in modo<br />

diverso perché se è vero che l’area di sgombero per l’arma rigata è più o meno tre<br />

volte quella dell’arma liscia a palla, è altrettanto vero che la palla slug risulta molto<br />

più pericolosa per quanto riguarda le possibilità di rimbalzo. Un proiettile da carabina<br />

che colpisce un tronco d’albero tende a piantarsi nello stesso e rimbalzerà solo se<br />

urta la periferia del tronco con un angolo di incidenza molto ridotto; in effetti più che<br />

di un vero e proprio rimbalzo si tratta di una deviazione di traiettoria. Sempre il<br />

proiettile da carabina, se urta contro una superficie dura come la roccia tende ad<br />

affungare schiacciandosi contro l’ostacolo ed ha quindi una modesta attitudine al<br />

rimbalzo a meno che l’angolo di incidenza non sia decisamente contenuto. Una palla<br />

slug, con la sua bassa velocità, rimbalza quasi sempre, anche con angoli di<br />

incidenza accentuati, se colpisce legno o corpo duro (pietra) e se trova un ulteriore<br />

ostacolo può di nuovo rimbalzare, al punto che in situazioni particolari può continuare<br />

a rimbalzare come una pallina da ping-pong impazzita.<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Un caso particolare di rimbalzo è quello<br />

sull’acqua; chiunque abbia fatto<br />

rimbalzare dei sassi “piatti” sull’acqua<br />

può visualizzare l’effetto di un proiettile<br />

che colpisca una superficie liquida con<br />

basso angolo di incidenza: il proiettile<br />

può avere un solo rimbalzo o addirittura<br />

compierne più di uno e rimane letale fino a quando non termina la sua traiettoria.<br />

È regola generale che il proiettile che rimbalza lo faccia con angolo di incidenza del<br />

tratto di traiettoria in allontanamento (rispetto al punto in cui rimbalza) di valore più o<br />

meno identico a quello dell’angolo di incidenza del tratto in avvicinamento. Questo<br />

principio vale per tutte le superfici e diventa sempre più “vero” al crescere della<br />

durezza delle stesse; con angoli di incidenza ridotti si applica anche all’acqua.<br />

Nell’assegnare i posti ai componenti della squadra, si dovrà tenere conto oltre che<br />

del campo di tiro e delle distanze di sgombero anche della possibilità che un proiettile<br />

rimbalzi colpendo pietre, rocce, vegetazione, acqua.<br />

In condizioni di visibilità come quelle della foto non è impossibile prendere lucciole<br />

per lanterne; inoltre, le possibilità di rimbalzo sono concrete, e non solo perché ci<br />

sono molti sassi sul viottolo<br />

ARMI & COMPORTAMENTO<br />

La sicurezza non dipende solo dalla portata e dalla tipologia della munizione<br />

impiegata ma dallo stato dell’arma, dal numero di colpi sparati e dalla “certezza” di<br />

colpire il bersaglio. Per questo motivo, per non ferire inutilmente una preda e per<br />

“fare carniere”, è opportuno che tutte le armi dei cacciatori siano sempre<br />

attentamente controllate e provate al poligono prima della stagione di caccia. Il primo<br />

colpo sparato con una canna lubrificata può originare traiettorie diverse da quelle<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

normalmente realizzate da un certo binomio arma cartuccia, una mira metallica<br />

regolabile o un’ottica di mira possono essere “starate” come conseguenza di un urto,<br />

per allentamento delle viti (conseguente a molti spari o a un montaggio non corretto)<br />

oppure semplicemente perché qualcuno ha “giocato” con le regolazioni della mira o<br />

le torrette dell’ottica.<br />

Una canna parzialmente ostruita può provocare danni al tiratore e agli astanti,<br />

un percussore col canale di passaggio sporco può impedire la partenza del<br />

colpo o per converso può originare lo sparo prematuro, un gruppo presa gas<br />

non pulito può provocare il cattivo funzionamento o addirittura il non<br />

funzionamento dell’arma. Per tutti questi motivi e per molti altri, non si<br />

raccomanderà mai a sufficienza di controllare sempre lo stato dell’arma, di acquisire<br />

con la stessa una certa confidenza e di provarla regolarmente al poligono.<br />

Di seguito viene riportata una tabella riassuntiva con le principali cause di<br />

“insuccesso” del tiro, intendendo con insuccesso sia il non colpire nel punto mirato<br />

sia la mancata partenza del colpo.<br />

Arrivo del colpo troppo basso a causa di:<br />

luce abbagliante<br />

vento forte contrario (vale per tiri lunghi)<br />

aria fredda e umida<br />

tiro troppo lungo rispetto alla taratura delle mire<br />

mirando troppo basso<br />

arma non perpendicolare<br />

mirino basso nella tacca di mira<br />

ombra nella parte superiore del cannocchiale<br />

Arrivo del colpo troppo alto a causa di:<br />

Nebbia o scarsa luce<br />

mirando troppo alto<br />

mirino alto nella tacca di mira<br />

tiro verso il basso o verso l`alto<br />

ombra nella parte inferiore del cannocchiale<br />

Arrivo del colpo laterale a causa di:<br />

vento forte da sinistra o da destra (vale per tiri lunghi)<br />

ombra destra o sinistra del cannocchiale<br />

arma non perpendicolare<br />

tacca di mira spostata<br />

mirino spostato<br />

Mancata partenza del colpo:<br />

cartuccia vecchia o comunque mal funzionante<br />

percussore o cane rotto<br />

percussore corto o con canale di passaggio sporco<br />

molla di percussione rotta o fiacca<br />

cane non armato<br />

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sicura mal funzionante<br />

eccesso di head-space (ad es. per camera di cartuccia troppo profonda)<br />

otturatore non ben chiuso<br />

<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Attenzione: se il colpo non parte, aspettate qualche secondo prima di<br />

abbandonare la mira e manovrare l’otturatore; le accensioni ritardate sono rare<br />

e quasi inesistenti con cartucce di fabbrica nuove e ben conservate; possono<br />

invece verificarsi con munizioni vecchie, mal caricate o mal conservate<br />

Cura dell’arma<br />

- Il buon funzionamento di un arma è strettamente legato alla sua corretta<br />

manutenzione<br />

- prima dell`uso il fucile deve essere ripulito di tutte le tracce di lubrificante in<br />

eccesso, in particolare dall’anima per evitare alterazioni delle traiettorie<br />

- anima e camera di cartuccia devono sempre essere pulite accuratamente e trattate<br />

con un velo di lubrificante<br />

- l’arma deve sempre essere pulito subito al rientro dalla caccia<br />

- in caso di pioggia al rientro da una battuta deve essere immediatamente smontato<br />

e asciugato in ogni sua parte<br />

- il gruppo presa gas deve essere regolarmente pulito<br />

- l`arma va lubrificata specialmente quando non viene usata a breve scadenza<br />

- anche le parti in legno devono<br />

essere trattate in modo da evitare che<br />

l`umidità possa modificarne la<br />

struttura<br />

- le armi devono essere sistemate in<br />

luogo asciutto e a temperatura<br />

costante, possibilmente con le molle<br />

di scatto non in tensione.<br />

Sulla destra, componenti principali<br />

della carabina semiautomatica Argo<br />

SICURA E SICUREZZA<br />

Tutti devono sparare solo in direzioni “sicure” e tutti devono considerare<br />

sempre cariche le armi, anche quando le abbiamo appena rimontate dopo la<br />

pulizia. Gli incidenti provocati dalle armi “scariche” sono purtroppo una realtà<br />

e per evitare che questo accada dovremo tenere sempre ben separate armi e<br />

munizioni e caricare solo quando saremo sul terreno di caccia e il capocaccia<br />

avrà dato il segnale d’inizio. Ma non basta, dovremo farci come abito mentale<br />

quello di muovere l’arma facendo sempre in modo che la volata della canna<br />

non sia mai indirizzata verso persone o animali e dovremo inoltre abituarci a<br />

non tenere il dito sul grilletto fino a quando non siamo pronti a sparare. Queste<br />

sono regole generali di comportamento da osservare sempre… ma c’è<br />

dell’altro.<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

1. Un’arma col colpo in canna, se cade o viene scossa violentemente, può<br />

sparare anche se ha la sicura inserita. Ciò vale soprattutto per le armi di<br />

vecchia concezione (che talvolta hanno la sicura che blocca solo il<br />

grilletto e non la catena di scatto) ma può accadere pure con un fucile<br />

nuovo, soprattutto se ci sono difettosità nel gruppo di<br />

scatto/percussione, difettosità che possono essere indotte da un uso<br />

improprio e/o da carenza di manutenzione.<br />

2. Anche con un’arma ben tenuta e sicura contro spari accidentali è assai<br />

pericoloso tenerla col colpo in canna e senza sicura; troppe possono<br />

essere le cause che portano allo sparo accidentale: da un qualche cosa<br />

che “contrasta” col grilletto a una caduta da forte altezza, da un urto<br />

violento a un corpo estraneo finito nel gruppo di scatto. È quindi<br />

assolutamente da evitare la pratica di tenere l’arma carica e senza sicura<br />

mentre attendiamo l’arrivo della preda.<br />

Le sicure sono fatte per essere disinserite velocemente, basta abituarsi a farlo<br />

e un po’ di esercizio con l’arma non guasta mai, anzi è indispensabile e<br />

riguarda oltre alle sicure anche le procedure di caricamento e scaricamento.<br />

Nella concitazione della caccia il sistema nervoso simpatico rilascia adrenalina<br />

e altri ormoni dello stress, cosa che porta al manifestarsi in vario grado di<br />

diversi fenomeni quali “visione a tunnel” focalizzata sulla preda con esclusione<br />

di tutto l’ambiente circostante, esclusione auditiva, aumento della forza<br />

abbinato a perdita della destrezza. È quindi di tutte evidenza come la completa<br />

conoscenza dell’arma e l’allenamento costante (anche per quello che riguarda<br />

modalità di caricamento/scaricamento e inserimento/disinserimento della<br />

sicura) siano assolutamente indispensabili per ridurre i rischi connessi con<br />

l’attività venatoria. È altresì di tutta evidenza la necessità assoluta di essere<br />

sempre vigili e coscienti dello stato dei luoghi e delle posizioni delle persone,<br />

nonché di evitare qualsiasi “fenomeno” che possa essere di disturbo o<br />

comporti riduzione della “vigilanza”.<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

In definitiva, le regole da seguire sono poche: quando il fucile è carico inserite<br />

sempre la sicura; la volata non deve mai essere rivolta verso zone dove vi<br />

siano persone; l’arma si carica solo quando inizia la battuta; fate pratica col<br />

maneggio dell’arma, soprattutto con le procedure per caricarla e scaricarla:<br />

non sono uguali per tutte; esercitate sempre la massima vigilanza sul vostro<br />

stato, sui luoghi, sulle persone… che possono essere dove non dovrebbero.<br />

Le armi si caricano solo dopo il segnale di inizio battuta<br />

Un ultimo avvertimento.<br />

Un corpo estraneo nella canna (in certi casi può essere sufficiente dell’acqua)<br />

o la scelta della cartuccia di calibro “sbagliato”, possono portare a indesiderati<br />

fenomeni pirotecnici e quindi prima di sparare controllate sempre che l’anima<br />

sia libera (vale a maggior ragione se l’arma è caduta a terra), state inoltre ben<br />

attenti a non “mescolare”le cartucce perché non sono rari i casi di cartucce del<br />

20 bloccate in canne del 12 (con collasso strutturale del tubo non appena viene<br />

sparato un colpo) né gli spari di cartucce magnum in camere standard (se<br />

accade una volta può non succedere nulla… come può invece verificarsi<br />

almeno un bel rigonfiamento della canna, se non il collasso della stessa); è<br />

infine da prestare la massima attenzione a non utilizzare calibri non<br />

corrispondenti a quelli del fucile, come può verificarsi, ad esempio, inserendo<br />

una 308 Winchester nella camera di una 270 Winchester.<br />

RISCHI DERIVANTI DA DEVIAZIONI DI TRAIETTORIA NELL’USO VENATORIO<br />

DELLE ARMI<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Parlare di sicurezza significa sempre parlare prima di tutto di comportamento e delle<br />

semplici regole che se seguite eviterebbero gli incidenti connessi con l'uso venatorio<br />

delle armi da fuoco. Ciò premesso, si deve però dire che la causa più frequente di<br />

lesioni non autoinflitte è la deviazione di traiettoria di proiettili conseguente ad urto<br />

contro ostacoli di vario tipo: in buona sostanza quello che comunemente viene<br />

definito rimbalzo.<br />

Ripetiamo ancora che sotto il parametro pericolosità connessa con i rimbalzi il<br />

proiettile slug (quello sparato dai fucili 12-20) è molto più pericoloso di quello sparato<br />

nelle carabine. Quest'ultimo è infatti dotato di velocità molto superiore, ha massa<br />

inferiore ed ha una struttura di regola studiata per favorire l'espansione. Rispetto a<br />

quello da fucile a canna liscia, il proiettile da carabina ha una maggiore attitudine a<br />

penetrare, una inferiore attitudine al rimbalzo e, contrariamente a quanto molti<br />

credono, risente meno delle deviazioni conseguenti ad urti.<br />

Uno slug, con la sua relativamente bassa velocità associata a una massa cospicua e<br />

ad una ridotta attitudine a deformarsi ribalza con maggiore facilità e può facilmente<br />

dare origine a rimbalzi multipli in condizioni nelle quali il proiettile da carabina si<br />

conficca o al massimo rimbalza una sola volta.<br />

La gittata massima teorica di un proiettile da carabina può essere compresa tra<br />

tre e quattro chilometri a seconda del calibro e dell’angolo di proiezione, nelle<br />

stesse condizioni un proiettile slug può percorrere 1-1,5 chilometri. In realtà<br />

nella maggioranza dei casi le gittate risultano inferiori perché visto il calo di<br />

traiettoria e la presenza di ostacoli i proiettili impattano al suolo prima di aver<br />

raggiunto la gittata massima; ciò non toglie che nel valutare le aree di<br />

sgombero si debba tenere conto della portata massima teorica e della presenza<br />

o meno di “parapalle” naturali, di superfici capaci di dare origini a rimbalzi e<br />

degli eventuali angoli di incidenza di proiettili con queste superfici.<br />

Infatti, il ridotto angolo di incidenza facilita il rimbalzo al punto che si può arrivare ad<br />

averlo anche sull’acqua o sulla sabbia. Ciò detto è però bene sottolineare ancora una<br />

volta che la pericolosità di un’arma dipende in primo luogo da come la si usa. Le armi<br />

da fuoco sono sempre potenzialmente pericolose se non ci si comporta secondo le<br />

semplici regole del buon senso e basta veramente poco per ridurre drasticamente i<br />

rischi connessi con il loro utilizzo.<br />

Abbiamo accennato più volte al rimbalzo dei proiettili. Ma cosa è il rimbalzo?<br />

Semplificando al massimo si può dire che il rimbalzo è un urto parzialmente elastico<br />

mentre quando l’urto risulta anelastico (deformazione e schiacciamento del proiettile<br />

tali da fargli spendere tutta la sua energia) non si ha rimbalzo. Ovviamente non si ha<br />

rimbalzo anche quando il proiettile penetra l’ostacolo e si conficca al suo interno.<br />

Il proiettile che rimbalza urta una superficie con un certo angolo di incidenza e con<br />

una velocità che si scompone in due componenti, la prima perpendicolare alla<br />

superficie e la seconda (tangenziale) parallela alla superficie<br />

Solo la componente verticale agisce sulla superficie e, correlativamente, sul<br />

proiettile; perciò più l'angolo di incidenza è piccolo, minori sono questi effetti su<br />

superficie e proiettile. Dopo l'urto la componente tangenziale della velocità rimane<br />

inalterata (salvo modesta perdita per attrito sulla superficie) mentre la componente<br />

verticale si riduce a seconda della elasticità dell'urto. Se l’elasticità dell’urto è nulla si<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

ha un urto plastico (o anelastico) con completa dispersione nell'energia all'impatto,<br />

senza rimbalzo alcuno. Se l’urto è elastico o elasto-plastico si avrà un rimbalzo con<br />

velocità del proiettile dopo l’urto che sarà tanto minore quanto più plastico sarà stato<br />

l’urto. L’urto plastico significa infatti deformazione del proiettile e, a volte e in misura<br />

variabile, anche della superficie urtata. Nella deformazione si “spende” energia e<br />

quindi velocità e il proiettile avrà quindi una velocità inferiore quanto maggiori<br />

saranno state le deformazioni.<br />

In caso di urto molto elastico il proiettile prosegue in una nuova direzione con una<br />

velocità prossima a quella di impatto ma se per effetto dell'urto esso potrà essere<br />

destabilizzato avrà una velocità residua inferiore a quella antecedente all’urto.<br />

Con l'aumento dell'angolo di incidenza aumenta la componente della velocità<br />

d'impatto e la relativa energia con maggior deformazione del proiettile. Per ogni<br />

combinazione di proiettile superficie vi è un angolo di incidenza in corrispondenza del<br />

quale il proiettile o penetra oppure si frammenta (in questo caso a rimbalzare sono i<br />

frammenti).<br />

Poiché il rimbalzo è funzione anche della durezza della superficie, i vari materiali<br />

hanno comportamenti difformi rispetto al rimbalzo: contro materiali anche<br />

relativamente soffici (legno, terra, acqua) il proiettile non rimbalza come su di una<br />

superficie dura, ma penetra parzialmente provocando una scanalatura e viene<br />

deviato verso l'alto.<br />

Un proiettile rimbalza quando l’angolo tra la sua traiettoria e la superficie del corpo<br />

contro il quale urta (angolo di incidenza) è uguale o inferiore al cosiddetto “angolo<br />

critico”, che dipende da differenti fattori quali conformazione, costituzione, morfologia<br />

e velocità del proiettile ma anche durezza, consistenza e morfologia della superficie<br />

contro la quale urta. L'angolo critico è quindi variabile a seconda della tipologia dei<br />

proiettili e del mezzo di contrasto; per fare qualche esempio all’ingrosso, nel legno di<br />

abete, si attesta più o meno intorno ai 10° per i proiettili da pistola calibro 9x19,<br />

mentre passa a circa 15° per quelli calibro 22 e 7,65; un proiettile da arma lunga,<br />

sempre più veloce di quello da pistola (molto più veloce se si tratta di arma lunga<br />

rigata), ha nel legno di abete un angolo critico di circa 5° ma per quelli del 12 o del<br />

20, che hanno velocità talvolta non troppo dissimili quelle dei proiettili da pistola,<br />

l’angolo critico dovrebbe essere più o meno compreso tra 5° e 15° in dipendenza<br />

della morfologia e, appunto, della velocità. I proiettili rimbalzano anche sulla sabbia<br />

con un angolo critico di circa 10°, che scende a 7° per la terra soffice; sull'acqua<br />

l'angolo critico è di circa 5-7°. Difficili da prevedere e da calcolare sono i rimbalzi e le<br />

deviazioni contro superfici curve (ad esempio sassi, tronchi o rami).<br />

I valori per gli angoli critici devono essere presi come indicativi e in letteratura si<br />

trovano anche dati discordanti, quello di 7° per la terra soffice non si discosta però<br />

significativamente da valori comparabili ed è confermato in letteratura da varie fonti.<br />

Non dimentichiamo che quando diciamo che un certo angolo d’incidenza<br />

critico (ovvero quello al di sopra del quale si ha la penetrazione) è pari a tot<br />

gradi, in realtà la deviazione di traiettoria risulta pari al doppio del valore<br />

dell’angolo critico; ad esempio, esso è di circa 7° per la terra soffice, il che<br />

significa in sostanza una deviazione di traiettoria di 14°, che può arrivare anche<br />

fino a oltre 20° a seconda delle condizioni del terreno: intendendo per tali oltre<br />

alla tipologia anche il fatto che sia presente o meno erba o che il suolo sia più<br />

23


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

o meno bagnato. Un suolo molto bagnato facilita la penetrazione riducendo<br />

l’angolo critico, un suolo asciutto, compatto e duro facilita il rimbalzo e porta al<br />

massimo i valori dell’angolo critico.<br />

E quando si parla di deviazioni di traiettoria non ci dimentichiamo che noi viviamo in<br />

un mondo a tre dimensioni e le eventuali deviazioni di traiettoria possono portare a<br />

variazioni della stessa sia sul piano orizzontale che su quello verticale.<br />

Diversi sono i casi nei quali vi sono state vittime da colpi di rimbalzo, ma la causa<br />

delle morti non è da imputare al rimbalzo (che è comunque un evento da mettere in<br />

conto) bensì al mancato rispetto delle regole del buon senso. C’è stato chi ha<br />

sparato verso una strada poderale “forte” del fatto che la legge sulla caccia (157/92)<br />

nei divieti previsti dall’art. 21 lettera F non prevede le strade poderali ma solo quelle<br />

comunali: ma il buon senso dice che comunque non si devono porre in essere<br />

comportamenti dai quali possa derivare danno grave alle persone e una strada<br />

poderale sarà meno frequentata di altre ma non per questo si ha garanzia assoluta<br />

che sia sempre sgombra. E che dire di chi, preso dalla foga, al termine della battuta,<br />

ha sparato nella direzione dove erano parcheggiate le auto: il proiettile ha rimbalzato<br />

ed ha ucciso un compagno di battuta.<br />

La regola elementare del buon senso dice che non si deve mai sparare nella<br />

direzione di un luogo dove possono trovarsi delle persone e questo vale<br />

sempre, anche quando le persone si trovano più in alto di un eventuale punto<br />

di rimbalzo. Se si spara dal basso verso l’alto, rimbalzi o meno, visto che le persone<br />

camminano in posizione eretta e non strisciano al suolo, ci sarà sempre la possibilità<br />

di attingere individui o cose. Ed è qui che sta il nocciolo della questione.<br />

Il rimbalzo di un proiettile è evento sempre possibile nell’attività venatoria e che non<br />

è certo sconosciuto ai cacciatori. Non per nulla le regole di comportamento delle<br />

aziende faunistico venatorie impongono di evitare sempre di sparare in linea tra una<br />

posta e l’altra (tirando sempre di fronte e dietro la propria postazione) e impongono<br />

altresì di stabilire con i vicini i limiti di tiro tra una postazione e l’altra.<br />

Chiunque abbia a che fare con l’attività venatoria deve sapere che esistono rischi<br />

connessi con i fenomeni di rimbalzo dei proiettili, così come rischi certi possono<br />

derivare da colpi a segno con ferite transfosse, ovvero con penetrazione passante di<br />

una parte del corpo dell’animale. Fenomeni di questo tipo si verificano con una certa<br />

frequenza, per fortuna anche senza conseguenze drammatiche, e tutti ne hanno<br />

almeno sentito parlare, prova ne sia che sono discussi e affrontati su riviste che si<br />

occupano di caccia e/o di armi e sono altresì compresi nella gamma delle nozioni<br />

inerenti alla sicurezza che fanno parte dei corsi che a vario titolo sono seguiti da una<br />

parte dei cacciatori.<br />

Vi sono eventi con caratteristiche di assoluta eccezionalità a sono pochi, il più delle<br />

volte niente sarebbe accaduto se non si fosse sparato in una direzione vietata dal<br />

semplice senso comune.<br />

24


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Il proiettile RNSP (primo da sinistra, in sezione ed<br />

espanso) e quello Sierra Matchking (all’estrema<br />

destra, in sezione ed espanso) sono due dei vari tipi<br />

di proiettili espansivi utilizzati a caccia. Rispetto al<br />

proiettile FMJ (al centro, in sezione e integro) hanno<br />

camiciatura in genere meno spessa e nucleo<br />

parzialmente scoperto o comunque predisposto per<br />

l’espansione. Il proiettile FMJ non deve essere<br />

usato a caccia sia perché poco efficace sia perché<br />

tende eccessivamente a rimbalzare.<br />

Nella foto sotto vediamo due proiettili tipo Foster;<br />

all’estrema destra un proiettile integro, all’estrema sinistra un proiettile che ha<br />

impattato con angolo di incidenza piuttosto ampio, si è affungato e dopo l’urto ha<br />

rimbalzato solo una volta. Il proiettile al centro ha subito un primo urto con ridotto<br />

angolo di incidenza cui hanno fatto seguito altri due rimbalzi<br />

25


Il rimbalzo è<br />

un evento<br />

prevedibile e<br />

per evitare<br />

spiacevoli<br />

conseguenze<br />

nel caso ci<br />

siano<br />

deviazioni di<br />

traiettoria<br />

bisogna fare<br />

in modo che<br />

l’asse della<br />

canna non<br />

formi mai un<br />

angolo<br />

inferiore a 45°<br />

con la linea<br />

immaginaria<br />

congiungente<br />

la nostra<br />

postazione<br />

con quella di<br />

chi ci è a<br />

fianco.<br />

In questo<br />

modo sono<br />

praticamente<br />

annullati i<br />

rischi<br />

connessi con<br />

i rimbalzi<br />

“normali”, e<br />

sono ridotti<br />

quelli<br />

derivanti da<br />

rimbalzi<br />

“bislacchi”<br />

e/o “multipli”<br />

ALCUNE<br />

<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

26


REGOLE DA NON DIMENTICARE MAI<br />

<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

MANEGGIATE SEMPRE UN'ARMA COME SE FOSSE CARICA.<br />

Non presumete mai che un'arma sia scarica. L'unico modo per assicurarsi che in<br />

un'arma non vi siano delle cartucce è quello di esaminare visivamente e al tatto<br />

l'interno della camera di cartuccia per vedere che non sia presente un colpo. L'aver<br />

estratto o l’aver svuotato il caricatore non è sufficiente a garantire che l'arma è<br />

scarica o che non può sparare. Fucili e carabine possono essere controllati<br />

effettuando cicli di funzionamento o rimuovendo tutti i colpi e poi aprendo ed<br />

ispezionando visivamente la camera di cartuccia per verificare l'eventuale presenza<br />

di colpi rimanenti.<br />

NON PUNTATE MAI UN'ARMA, ANCHE SE SCARICA, CONTRO<br />

PERSONE, ANIMALI E COMUNQUE DIREZIONI NELLE QUALI SAREBBE<br />

PERICOLOSO SPARARE.<br />

Non puntate mai un'arma contro qualsiasi parte del vostro corpo o contro un'altra<br />

persona. Ciò è particolarmente importante quando si carica o si scarica l'arma.<br />

Quando si spara contro un bersaglio occorre accertarsi cosa vi sta dietro. Alcuni<br />

proiettili da carabina, se sparati con la canna inclinata verso l’alto, possono arrivare<br />

fino a 4 e più chilometri di distanza; nelle stesse condizioni una slug del 12 può<br />

percorrere anche più di 1.500 metri. Nel caso in cui il bersaglio venga mancato o<br />

trapassato, è vostra responsabilità accertarvi che il proiettile non possa causare<br />

lesioni o danni involontari a persone o cose.<br />

ARMI DA FUOCO E MUNIZIONI DEVONO ESSERE CUSTODITE SEMPRE<br />

SEPARATE, CHIUSE A CHIAVE E AL DI FUORI DELLA PORTATA DEI<br />

BAMBINI.<br />

È responsabilità del proprietario dell'arma fare in modo che bambini e giovani al di<br />

sotto dei 18 anni di età, od altre persone non autorizzate, non abbiano accesso ad<br />

essa. Per ridurre il rischio di incidenti che possano coinvolgere bambini, scaricate<br />

l'arma, mettetela sotto chiave e riponete le munizioni in un luogo separato, chiuso<br />

anch'esso a chiave. Occorre tener presente che i sistemi impiegati per prevenire gli<br />

incidenti quali ad esempio i lucchetti, i tappi per la camera di cartuccia, ecc, possono<br />

non impedire l'uso o l'abuso dell'arma da parte di una persona determinata a farlo.<br />

Armadi blindati d'acciaio sono più indicati per ridurre la possibilità di abuso<br />

intenzionale dell'arma da parte di bambini o di persone non autorizzate.<br />

NON SPARATE MAI CONTRO SUPERFICI DURE O SPECCHI D'ACQUA.<br />

27


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Sparare contro uno specchio d'acqua o contro una roccia o altra superficie dura<br />

aumenta la possibilità di rimbalzi o frammentazione del proiettile con possibilità di<br />

attingere un bersaglio non intenzionale o periferico.<br />

SIATE CERTI DI CONOSCERE I DISPOSITIVI DI SICUREZZA DELL'ARMA<br />

CHE STATE USANDO MA RICORDATE CHE TALI DISPOSITIVI NON<br />

SOSTITUISCONO LE NORME DI SICUREZZA E DI CORRETTO<br />

MANEGGIO.<br />

Per prevenire gli incidenti non fate mai affidamento solo sui dispositivi di sicurezza. È<br />

indispensabile conoscere ed utilizzare i dispositivi di sicurezza specifici dell'arma che<br />

state maneggiando, ma gli incidenti possono essere prevenuti nel modo migliore<br />

seguendo le procedure di maneggio in sicurezza. La prima regola da ricordare è<br />

quella di tenere il dito sempre fuori dalla guardia del grilletto fino a quando non siete<br />

pronti a sparare.<br />

Molte sicure bloccano soltanto il grilletto e se il fucile con cartuccia in camera e cane<br />

armato cade o subisce un forte urto può sparare accidentalmente anche a sicura<br />

inserita. Ciò è più improbabile con le armi moderne mentre armi vecchie o usurate<br />

sono più soggette al rischio di spari accidentali. Questi, per urto o caduta, possono<br />

verificarsi ancora più facilmente se la sicura non è inserita. Dovendo compiere una<br />

qualche attività fisica (ad esempio saltare un fosso, attraversare una recinzione…) è<br />

buona norma scaricare il fucile. Alle poste si vedono talvolta cacciatori con fucile<br />

carico, cane armato e sicura non inserita: è una pratica potenzialmente pericolosa. Si<br />

vedono anche cacciatori in movimento con fucile pronto allo sparo: questa pratica è<br />

ancora più pericolosa, si dovrebbe sempre inserire la sicura e tenere sempre il dito<br />

fuori dalla guardia. Prima di mettere il fucile a spalla, questo deve sempre essere<br />

scaricato, la sola sicura non basta a porre al riparo da spari accidentali, non fosse<br />

altro perché può essere accidentalmente disinserita.<br />

EFFETTUATE UN’ APPROPRIATA E PERIODICA MANUTENZIONE<br />

DELL'ARMA.<br />

Custodite e trasportate l'arma in modo tale che lo sporco o la polvere non si<br />

accumulino nei meccanismi di funzionamento. Pulite ed oliate l'arma, seguendo le<br />

indicazioni fornite sul manuale, dopo ogni utilizzo, e comunque secondo gli intervalli<br />

indicati, per prevenire la corrosione, danni alle canne o accumulo di sporco che<br />

potrebbero impedire l'utilizzo dell'arma in caso di emergenza. Controllate sempre la<br />

canna e la camera di cartuccia prima di caricare l'arma per accertarvi che sia pulita e<br />

libera da eventuali ostruzioni. Sparare con un'ostruzione nella canna o nella camera<br />

può determinarne la rottura e causare lesioni a voi stessi ed alle persone vicine.<br />

Qualora lo sparo produca un rumore anomalo, interrompete immediatamente il tiro,<br />

mettete l’arma in sicurezza e scaricatela. Verificate quindi che la camera e la canna<br />

siano libere da ostruzioni o da eventuali proiettili rimasti bloccati all’interno della<br />

canna stessa a causa di munizioni difettose od anomale.<br />

28


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

UTILIZZATE SEMPRE MUNIZIONI APPROPRIATE.<br />

Usate solo munizioni nuove di fabbrica, costruite secondo le specifiche CIP (Europa)<br />

e SAAMI® (U.S.A.). Assicuratevi che ogni cartuccia utilizzata sia del tipo e del calibro<br />

corretto per l'arma che state usando. Il calibro dell'arma è chiaramente impresso<br />

sulle canne dei fucili. L'uso di munizioni ricaricate può determinare facilmente<br />

eccessive pressioni e causare rottura del fondello della cartuccia o altri difetti nelle<br />

munizioni stesse che potrebbero danneggiare l'arma e causare lesioni a voi stessi ed<br />

alle persone vicine.<br />

DURANTE IL TIRO È CONSIGLIABILE INDOSSARE SEMPRE OCCHIALI<br />

PROTETTIVI E PROTEZIONI ACUSTICHE.<br />

L'eventualità che gas, residui di polvere da sparo o frammenti di metallo colpiscano il<br />

tiratore provocandogli dei danni è remota, ma le lesioni che questo evento potrebbe<br />

provocare sono gravi, inclusa la possibile perdita della vista. Quando spara con<br />

un'arma, il tiratore dovrebbe sempre indossare occhiali protettivi dotati di adeguata<br />

resistenza. I tappi o le cuffie antirumore riducono la possibilità di danni all'udito<br />

causati da una prolungata attività di tiro. È chiaro che non si caccia con tappi o cuffie<br />

ma un buon paio di occhiali protettivi potrebbe essere sempre indossato, tanto più<br />

che se ne trovano di adatti alle più varie condizioni di luce.<br />

NON CARICATE MAI L’ARMA FINO A CHE NON SARETE GIUNTI IN UN<br />

LUOGO IN CUI SI POSSA SPARARE. NON EFFETTUATE MOVIMENTI<br />

BRUSCHI E PERICOLOSI CON UN'ARMA CARICA.<br />

Aprite e vuotate sempre la camera di cartuccia dell'arma ed inserite la sicura prima di<br />

arrampicarvi sugli alberi o scendere da essi, prima di scavalcare una siepe o saltare<br />

un fosso o qualsiasi altro ostacolo. Non tirate né spingete mai un'arma carica verso<br />

voi stessi od un'altra persona. Prima di consegnare un’arma ad un’altra persona,<br />

scaricatela, ispezionate visivamente e al tatto che il caricatore, il tubo serbatoio e la<br />

camera di cartuccia siano vuoti e che l’arma sia aperta. Non prendete in consegna<br />

mai un’arma da un’altra persona se prima la stessa non è stata scaricata e<br />

controllata visivamente e al tatto per assicurarvi che sia scarica. Fatevi consegnare<br />

l’arma aperta. Non mettete mai il dito sul grilletto fino a quando non siete pronti a<br />

sparare.<br />

PRIMA E DURANTE L’UTILIZZO DELL’ARMA NON FATE USO DI<br />

BEVANDE ALCOLICHE O MEDICINALI CHE POSSANO RIDURRE O<br />

ALTERARE LA CAPACITÀ DI GIUDIZIO ED I RIFLESSI. ESERCITATE<br />

SEMPRE LA MASSIMA VIGILANZA.<br />

Evitate di bere alcolici prima di sparare. Se assumete medicinali che possono<br />

determinare una riduzione della capacità motoria o di giudizio, non maneggiate<br />

l'arma mentre siete sotto l'effetto di tali sostanze. A caccia spengete il cellulare e non<br />

fumate quando avete il fucile in mano. È assolutamente indispensabile essere<br />

29


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

pienamente coscienti dello stato dei luoghi, della presenza o meno di persone e della<br />

loro collocazione, del pari è irrinunciabile l’essere sempre ben presenti a sé stessi e<br />

vigili.<br />

NON TRASPORTATE MAI UN'ARMA CARICA.<br />

Scaricate sempre l'arma prima di caricarla a bordo di un veicolo (camera di cartuccia<br />

vuota, caricatore/serbatoio vuoto). I cacciatori devono caricare l'arma solo quando il<br />

capocaccia dà il segnale di inizio battuta..<br />

E PER FINIRE<br />

Prima di premere il grilletto assicuratevi della natura del bersaglio, nella concitazione<br />

del momento, soprattutto nel folto, non è impossibile scambiare un cane o un uomo<br />

per un cinghiale… il bosco può creare miraggi e illusioni.<br />

Siate sempre assolutamente certi delle posizioni di tutti i partecipanti alla battuta, non<br />

vi spostate mai dalle posizioni assegnate e pretendete che tutti gli altri lo facciano…<br />

ma non vi fidate mai e non date nulla per scontato. Succede spesso che il cacciatore,<br />

dopo aver colpito la preda si sposti e/o scenda dall’altana per andare a vedere<br />

l’animale colpito. Questa cosa non si deve mai fare, si deve attendere il segnale di<br />

fine battuta.<br />

Indossate indumenti ad alta visibilità, il cinghiale non li vede ma nella vegetazione<br />

spiccano e rendono chi li porta ben visibile all’occhio umano.<br />

A CACCIA COL MONOLITICO<br />

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha<br />

raccomandato alle Regioni l’uso di “munizioni atossiche” per la caccia agli ungulati. A<br />

oggi le munizioni atossiche sono quasi esclusivamente quelle con proiettile<br />

monolitico e ove la raccomandazione ISPRA fosse recepita e fatta propria nei<br />

calendari venatori, ciò significherebbe obbligare il cacciatore all’utilizzo di quel tipo di<br />

proiettile<br />

Testo della raccomandazione ISPRA<br />

30


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Utilizzo di munizioni atossiche per la caccia agli Ungulati<br />

Recenti studi sugli effetti delle munizioni contenenti piombo utilizzate per la caccia<br />

agli ungulati in armi a canna sia liscia che rigata hanno evidenziato seri effetti<br />

negativi sulla conservazione delle popolazioni di rapaci necrofagi che ingeriscono le<br />

carni degli animali feriti e non recuperati o le interiora abbandonate sul luogo<br />

dell'abbattimento. Tale ingestione, anche in quantità assai limitate, determina una<br />

forma di intossicazione che può accrescere in maniera significativa il tasso di<br />

mortalità nelle popolazioni locali delle specie più sensibili. Inoltre è stata riscontrata<br />

una potenziale pericolosità anche per la salute umana a causa della frammentazione<br />

dei proiettili. Infatti, l'assunzione da parte dell'uomo avviene perché i frammenti che si<br />

trovano nel tessuto muscolare sono di dimensioni estremamente ridotte o addirittura<br />

polverizzati e dunque non vengono rimossi durante la macellazione e il successivo<br />

confezionamento delle carni. Pertanto, si suggerisce a codesta Amministrazione di<br />

valutare l'opportunità di prevedere l'utilizzo di munizioni alternative per la caccia agli<br />

ungulati, oggi facilmente reperibili sul mercato e caratterizzate da prestazioni<br />

balistiche e costi simili a quelle tradizionali. Un'auspicabile totale sostituzione delle<br />

munizioni contenenti piombo nella caccia agli ungulati dovrebbe prevedere l'uso<br />

esclusivo di armi a canna rigata, anche per la caccia al cinghiale, poiché allo stato<br />

non sono disponibili munizioni atossiche a palla singola utilizzabili nei fucili a canna<br />

liscia. D'altra parte questa soluzione comporterebbe vantaggi anche in termini di<br />

sicurezza durante l'esercizio venatorio, in quanto i proiettili sparati da anni a canna<br />

rigata mostrano una assai minore tendenza a frammentarsi e rimbalzare rispetto alle<br />

palle in piombo.<br />

Leggendo il testo della raccomandazione la prima osservazione che viene spontanea<br />

riguarda “le carni degli animali feriti e non recuperati”. Anche senza scomodare l’etica<br />

della caccia, che comunque esiste, l’indisponibilità del cacciatore a “perdere” prede<br />

ferite è semplicemente un dato di fatto: di conseguenza il fenomeno degli ungulati<br />

non recuperati non può che avere portata praticamente insignificante.<br />

Il testo dell’ISPRA cita rischi di avvelenamento da piombo per i rapaci necrofagi e<br />

per gli esseri umani che mangiano le carni degli animali abbattuti. Questi ultimi<br />

ingerirebbero il piombo frantumato non rimosso durante la macellazione, ma tale<br />

possibilità cozza contro il fatto che la “carne” intorno al canale di ferita viene<br />

sistematicamente scartata.<br />

Per la verità, il parere dell’ISPRA è in disaccordo con l’European Chemicals Agency<br />

(ECHA) che ha di fatto certificato come il piombo possa continuare ad essere usato<br />

nelle<br />

munizioni senza alcun tipo di limitazione e senza alcuna necessità di particolari<br />

autorizzazioni. Inoltre sono giunti a conclusioni contrastanti con quelle dell’ISPRA<br />

degli studi condotti dall’Ufficio Federale Svizzero di Salute Pubblica, e dalla<br />

European Food Safety Authority (ESFA).<br />

Sulla materia non mancano altri studi scientifici, e uno di essi è stato recentemente<br />

commissionato a due professori svedesi dalla Associazione Europea dei Produttori di<br />

Munizioni Sportive (AFEMS) in condivisione con il World Forum on the Future of<br />

Sport Shooting Activities. Tale studio riguarda specificatamente la dispersione dei<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

frammenti di piombo da proiettili nelle carcasse di selvaggina e la conseguente<br />

valutazione dei rischi per la salute umana derivanti dal consumo di cacciagione.<br />

Per chi voglia approfondire l’argomento suggeriamo la “Campagna informativa<br />

sull’utilizzo di munizioni alternative per la caccia agli ungulati” presente sul portale<br />

della Regione Emilia Romagna. Il percorso da seguire è: Home<br />

(http://www.ermesagricoltura.it ›› Box Informazioni ›› Politiche Faunistiche e<br />

Venatorie ›› Attività Faunistico-Venatoria ›› Calendario Venatorio ›› Campagna<br />

informativa sull’utilizzo di munizioni alternative per la caccia agli Ungulati.<br />

La raccomandazione dell’ISPRA non può non suscitare delle perplessità per quanto<br />

riguarda l’allarme che viene lanciato e che è appunto alla base della<br />

raccomandazione, ma lasciamo gli aspetti “biologici” a chi è più preparato sulla<br />

materia e vediamo un attimo quelli pratici e balistici.<br />

Allo stato delle cose, il proiettile atossico è essenzialmente quello monolitico in rame<br />

o sue leghe perché solo recentemente hanno iniziato ad essere commercializzati<br />

anche proiettili atossici che sono strutturati quasi come proiettili convenzionali, solo<br />

che sostituiscono il piombo con lo stagno. Si tratta di una evoluzione di proiettili leadfree<br />

già messi a punto per le armi corte (e che non brillano per la precisione) e un<br />

possibile giudizio dovrà essere rimandato a quando saranno disponibili dati<br />

sufficienti.<br />

Il rame e le sue leghe (tombacco, ottone) hanno una densità inferiore a quella del<br />

piombo, di conseguenza i proiettili monolitici devono essere più lunghi di quelli<br />

“convenzionali” perché solo in questo modo è possibile raggiungere pesi adeguati.<br />

Il proiettile monolitico resta di regola più leggero di quello convenzionale e questo<br />

significa che deve essere più lungo della norma e significa anche la possibilità, ma<br />

pure la necessità, di spedirlo a velocità più elevate. Grazie alla maggiore lunghezza<br />

potrà raggiungere buoni coefficienti balistici e subirà quindi meno la ritardazione<br />

dell’aria rispetto a quanto ci si potrebbe attendere vista la sua minore densità<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

sezionale rispetto a un proiettile convenzionale di pari calibro e morfologia,<br />

comunque alle maggiori distanze sarà più ritardato rispetto a un analogo proiettile<br />

con nucleo in piombo. E il calo di velocità renderà ancora più probabile il rimbalzo di<br />

un proiettile che, essendo “duro” e possiede già per sua natura un’attitudine al<br />

rimbalzo maggiore di quella dei proiettili con nucleo in piombo.<br />

Il proiettile monolitico è più “duro” di quello convenzionale ed essendo anche dotato<br />

di un buon Cx nonché animato da forte velocità iniziale tende a penetrare di più nel<br />

bersaglio biologico. Questo vale per i proiettili monolitici “solidi” e anche, sia pure in<br />

misura minore, per i proiettili monolitici espansivi, che comunque espandono meno di<br />

quelli con nucleo in piombo ed hanno una maggiore tendenza a non perdere massa<br />

durante la penetrazione negli animali.<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Non potendo contare sull’espansione o comunque potendoci contare in maniera<br />

limitata e con minore rapidità di espansione rispetto ai proiettili con nucleo in piombo,<br />

il monolitico ha più “bisogno” di alta velocità nella creazione della cavità pulsante (*).<br />

Ma l’alta velocità, la morfologia, la ritenzione della massa (un monolitico espansivo<br />

quasi non perde materiale durante la creazione del canale di ferita) e il materiale<br />

“duro” contribuiscono a rendere molto più probabile la creazione di ferite transfosse,<br />

col conseguente “lancio” di proiettili vaganti ancora animanti da energia sufficiente<br />

per creare traumatismi importanti, anche mortali.<br />

(*) Quando un proiettile attraversa un bersaglio biologico genera una cavità<br />

permanente (il tessuto distrutto dal proiettile durante l’avanzamento) e una cavità<br />

pulsante o temporanea che lede i tessuti intorno al canale di ferita. La cavità pulsante<br />

è funzione della forma del proiettile, dell’espansione dello stesso (che deve essere<br />

rapida) e della velocità. La velocità è fondamentale anche per la creazione dello<br />

shock idrodinamico, per la cui formazione è necessaria una velocità residua non<br />

inferiore a 400 metri al secondo. Lo shock idrodinamico è come la cavità pulsante<br />

funzione diretta della velocità del proiettile: a parità di tutti gli altri fattori, maggiore la<br />

velocità maggiori saranno cavità temporanea e shock idrodinamico.<br />

Chi si occupa di accertamenti tecnici in campo forense sa bene che più un proiettile è<br />

“duro”, maggiore è la sua attitudine al rimbalzo: il proiettile monolitico rimbalza più<br />

facilmente di uno con nucleo in piombo e aumenta questa sua attitudine al rimbalzo<br />

perdendo velocità.<br />

Il tradizionale proiettile da arma lunga rigata camerata per munizioni ad alta intensità<br />

è senza dubbio quello meno pericoloso poiché ha una minore attitudine al rimbalzo<br />

e/o ad originare deviazioni di traiettoria in seguito ad urto o ad attraversamento del<br />

bersaglio biologico e questo perché il proiettile semi-camiciato con nucleo in piombo<br />

è deformabile, frangibile e frammentabile.<br />

Nell’impatto contro pietre, rocce, terreno gelato o tronchi di albero, i proiettili semicamiciati,<br />

quando non “riescono a penetrare” si frammentano e disperdono in pochi<br />

metri dal punto colpito tutta l’energia residua.<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

I lunghi proiettili monolitici, avendo un peso specifico inferiore a quello del piombo<br />

(circa il 20%) e una durezza che è multipla (le leghe di rame possono avere una<br />

durezza che arriva ad essere tripla rispetto a quella del piombo), risultando quasi<br />

sempre infrangibili e meno deformabili con ritenzioni di massa prossime al 100%<br />

anche dopo l’impatto. Con angoli di incidenza inferiori ai 20°-25° il rischio di<br />

“rimbalzo” è marcatamente superiore e quello dei proiettili semi-camiciati e<br />

probabilmente anche rispetto ai proiettili in piombo di tipo Foster e Brenneke.<br />

Quanto visto fino ad ora è parziale, ma basta per esprimere una grande perplessità<br />

riguardo al passo della raccomandazione ISPRA che “parla” di vantaggi anche in<br />

termini di sicurezza durante l'esercizio venatorio. Casomai è vero il contrario e<br />

questo soprattutto nelle cacce collettive al cinghiale.<br />

Chi scrive non concorda con l’ISPRA sulla maggiore sicurezza dei monolitici e non<br />

concorda neppure sul fatti che i caricamenti con proiettile monolitico avrebbero<br />

prestazioni balistiche e costi simili a quelle tradizionali. Il monolitico non è<br />

inutilizzabile, anzi in certi casi può essere una buona scelta, ma “agisce” in modo<br />

diverso rispetto al proiettile tradizionale e ha un costo che è forse comparabile o un<br />

po’ superiore rispetto a quelli dei più sofisticati caricamenti “convenzionali”. Da<br />

ricordare poi che per sua natura il monolitico non si presta per i piccoli calibri e<br />

neppure per quelli a bassa velocità, inoltre curve pressorie e traiettorie sono differenti<br />

da quelle dei caricamenti tradizionali, cosa che se può essere ininfluente per una<br />

carabina (basta regolare le mire) può invece dare più di qualche mal di testa a chi<br />

usa un express senza ottica. Si tratta forse di un problema “relativo” perché è<br />

piuttosto difficile “trovare” caricamenti atossici con proiettili di calibro diverso da: .243,<br />

.270, 7mm e .30”, e questo vuol dire che per chi caccia il cinghiale meglio orientarsi<br />

solo su calibri come 308 Winchester, 30/06 e 300 Winchester Magnum.<br />

L’unica cosa sulla quale chi scrive si sente di concordare con la raccomandazione<br />

ISPRA è l’indisponibilità di munizioni atossiche a palla singola utilizzabili nei fucili a<br />

canna liscia. Ci sono delle munizioni atossiche specifiche per le canne rigate del 12,<br />

ma si tratta di cartucce con proiettile sotto calibrato stabilizzabile solo per effetto<br />

giroscopico e non naturalmente stabilizzato per avanzamento del centro di massa<br />

rispetto al centro di forma come accade nei proiettili per fucili slug a canna liscia.<br />

Sparare un sottocalibrato atossico in una canna slug liscia è possibile, ma la<br />

precisione risulta nella migliore delle ipotesi scadente, nella peggiore è di fatto<br />

assente e comunque i proiettili si destabilizzano in traiettoria, arrivando “di traverso”<br />

sul bersaglio ed avendo una ancora maggiore attitudine al rimbalzo e alle deviazioni<br />

stocastiche di traiettoria.<br />

Quanto alla possibilità di impiegare i sottocalibrati (tutti, non solo gli atossici) nelle<br />

canne strozzate, la risposta è una sola: non lo di deve assolutamente fare, pena<br />

indesiderati effetti… pirotecnici.<br />

35


STEEL SHOT<br />

<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Ormai da qualche anno,<br />

anche in Italia vi sono zone nelle quali per la caccia agli acquatici è<br />

obbligatorio l’utilizzo dei caricamenti “non tossici”, ovvero con pallini realizzati<br />

in materiali differenti dal piombo quali ferro, acciaio, leghe acciaio-tungsteno e<br />

ferro-tungsteno, bismuto, matrici polimeriche che inglobano tungsteno in<br />

polvere, leghe “esotiche” nelle quali il tungsteno è legato con altri metalli.<br />

Quale è la normativa che regola i caricamenti non tossici e i fucili destinati ad<br />

impiegarli?<br />

Il piombo è un materiale ideale per i pallini e “sostituirlo” non è facile, anche perché in<br />

natura ci sono solo pochi materiali assimilabili al piombo come caratteristiche e costi.<br />

La soluzione inizialmente più promettente nonché quella ad oggi più diffusa consiste<br />

nel realizzare i pallini in ferro o in acciaio decarburato. Le munizioni così caricate,<br />

che vanno sotto il nome di steel shot hanno avuto un discreto successo ed hanno<br />

anche portato alla necessità di rivedere tutti i caricamenti, la componentistica e le<br />

armi. Giunte da tempo ad un certa maturità, sono diffuse in tutto il mondo ma non<br />

sono le sole a far uso di succedanei del piombo, ed oggi esistono differenti tipologie<br />

di pallini, alcune delle quali prestazionalmente perfino più interessanti del piombo.<br />

Tutte però, quale più, quale meno, risentono di costi non contenuti e in certi casi<br />

decisamente elevati, che sotto il parametro “prezzo” rendono il pallino di ferro<br />

imbattibile. I pallini alternativi a quelli di piombo, come pure le armi e le cartucce,<br />

sono regolati da una apposita normativa tecnica che distingue i pallini secondo la<br />

durezza: quelli con durezza al cuore inferiore a 40HV sono assimilati ai pallini di<br />

piombo, quelli con durezza al cuore compresa tra 40HV e 100 HV fanno parte del<br />

gruppo che viene identificato come steel shot ma che oltre ai semplici pallini di ferro<br />

36


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

o in acciaio (i primi ad essere utilizzati su larga scala) vede la presenza di pallini<br />

realizzati con leghe metalliche di vario tipo nelle quali figura anche il tungsteno.<br />

Vedremo insieme la normativa, ma perché essa sia meglio comprensibile e<br />

applicabile è opportuno un pur rapido inquadramento tecnico della questione.<br />

Uno dei parametri fondamentali per ciò che concerne i pallini è la densità del<br />

materiale col quale essi sono realizzati: più alta è la densità minore sarà la<br />

ritardazione dell’aria sul pallino mentre sarà maggiore la capacità di penetrazione e,<br />

a parità di numerazione, al crescere della densità del materiale avremo un maggior<br />

peso della carica. Inoltre, per compensare la riduzione di velocità imposta dalla<br />

maggiore ritardazione al passaggio attraverso l’aria, pallini realizzati con materiali di<br />

minore densità devono avere un diametro maggiore di quelli prodotti con materiali più<br />

densi.<br />

Se l’aria “frena” troppo il pallino (di minore densità), questo perderà più rapidamente<br />

velocità: per ovviare a questo inconveniente si può aumentare la velocità alla bocca<br />

(pur se con dei limiti) ma il pallino meno denso perderà velocità più rapidamente<br />

dell’altro e quindi per compensare la perdita di velocità ed avere una sufficiente<br />

energia cinetica sul bersaglio non resta che aumentare la massa del pallino. Ciò<br />

porta ad una ulteriore conseguenza: per i pallini di minor densità (e quindi di maggior<br />

diametro a parità di peso) avremo nella cartuccia un numero minore di pallini a parità<br />

di volume disponibile.<br />

I pallini cosiddetti “non tossici” sono realizzati in bismuto, ferro (o in acciaio<br />

decarburato), in leghe ferro/tungsteno, acciaio/tungsteno o in leghe speciali di vario<br />

tipo che contengono vari leganti ma che hanno come costituenti principali<br />

tungsteno/nickel/acciaio e tungsteno/bronzo/acciaio. Queste leghe, che qui<br />

definiremo per comodità “esotiche” garantiscono una elevata densità, anche<br />

superiore a quella del piombo, devono le loro caratteristiche in primo luogo al<br />

tungsteno, che peraltro è utilizzato anche per realizzare un’altra tipologia di pallini. Si<br />

tratta di pallini che non sono costituiti da leghe metalliche bensì da matrici<br />

polimeriche che inglobano tungsteno (o sue leghe) micronizzato e che vanno a<br />

costituire quei pallini che la CIP definisce come “eterogenei” in quanto realizzati con<br />

materiali di natura diversa.<br />

Giusto per dare un’idea al lettore di cosa stiamo parlando, elenchiamo di seguito le<br />

densità del piombo e dei vari succedanei espresse in grammi su centimetri cubici. I<br />

valori di densità riportati sono indicativi perché dipendenti da fattori che i diversi<br />

produttori possono mutare quali la composizione della lega o dell’agglomerato<br />

polimero polvere metallica.<br />

Piombo legato col 3% di antimonio 11<br />

Ferro 7,85<br />

Bismuto legato col 3% di stagno 9,8<br />

Ferro-tungsteno 10,3<br />

Acciaio-tungesteno 9,4<br />

Pallini “eterogenei” 10,8-11,2<br />

Leghe “esotiche” con tungsteno 12-13<br />

37


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

I pallini con durezza al cuore uguale o inferiore a 40HV sono assimilati, quanto a<br />

normativa tecnica, ai pallini di piombo, tutti gli altri pallini hanno durezza al cuore<br />

superiore a 40HV e sono considerati steel shot.<br />

Il gruppo dei pallini “teneri” comprende quelli in lega bismuto/stagno e quelli costituiti<br />

da matrici polimeriche con polveri metalliche. Per stabilire se questi pallini sono<br />

“morbidi” o “duri” si utilizza un metodo differente che consiste nella valutazione dello<br />

schiacciamento in seguito all’urto di un peso fatto cadere da una data altezza (peso e<br />

altezza sono ovviamente normati): se la deformazione è superiore al 45% il pallino<br />

viene considerato “morbido” come quelli di piombo, se la deformazione è inferiore al<br />

45% il pallino viene considerati “duro” e rientra tra gli steel shot.<br />

Negli stati che, come l’Italia, aderiscono alla Convenzione Internazionale di Bruxelles<br />

del 1º luglio 1969 (quella istitutiva della Commissione Internazionale Permanente),<br />

tutte le cartucce del commercio devono essere conformi alle normative CIP e per<br />

essere poste in vendita devono prima di tutto essere omologate da un Banco di<br />

Prova aderente alla CIP. Ciò vale quale che sia il tipo di munizioni o di caricamento e<br />

quindi anche le cartucce con pallini non tossici devono essere omologate e portare<br />

sulla confezione il simbolo CIP o del Banco di Prova che le ha omologate, senza<br />

l’omologazione CIP le munizioni non possono essere vendute<br />

La normativa tecnica per le steel shot entrata in vigore il 22 settembre 2007 pone<br />

(contrariamente a quanto previsto dal SAAMI, le cartucce statunitensi non omologate<br />

CIP non possono quindi essere vendute in Italia) limiti di velocità, quantità di moto e<br />

di durezza del pallino. Tale durezza, misurata al cuore, deve essere uguale o<br />

inferiore a 100HV, valore al di sotto del quale si mantengono sicuramente tutti i<br />

prodotti con pallini in ferro o in acciaio decarburato. Non ci sono previsioni nella<br />

normativa tecnica steel shot per le durezze superiori a 100HV ma nonostante questo<br />

si trovano in commercio prodotti omologati che potrebbero avere una durezza del<br />

pallini superiore ai 100HV. L’omologazione da parte di un Banco ci dice che<br />

possiamo utilizzare quelle munizioni senza rischi ma canne e strozzatori, questi ultimi<br />

in particolare, possono esserne maggiormente sollecitati, con usura più accentuata e<br />

superiori possibilità di deformazione degli strozzatori nel tempo.<br />

La minor densità del ferro rispetto al piombo è un fattore limitante e comporta anche<br />

la necessità di usare con le steel shot pallini che hanno una numerazione di due<br />

unità “sotto” a quella del pallino in piombo impiegato per quella data preda in una<br />

certa situazione di caccia. Per esempio, prendendo come riferimento la scala<br />

italiana: dove avremmo sparato del piombo 6 con lo steel shot dobbiamo utilizzare il<br />

n. 4.<br />

Usare pallini di ferro più grossi di quelli in piombo “aiuta”, ma porta come<br />

conseguenza ad avere, a parità di volume disponibile, una minore quantità di pallini.<br />

Per non avere rosate poco guarnite, fin dai primi tempi delle cartucce caricate col<br />

ferro si capì che era necessario lavorare sul borraggio in modo da aumentarne il<br />

volume interno. E lavorare sulle borre era indispensabile anche per evitare eccessive<br />

sollecitazioni a carico delle anime e delle strozzature, fossero esse fisse o con<br />

strozzatore intercambiabile.<br />

38


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Ai primordi del munizionamento steel shot si sono avuti anche indesiderati “effetti<br />

pirotecnici” che hanno coinvolto le canne dei fucili; con l’evoluzione del<br />

munizionamento e quella delle canne, le prestazioni sono migliorate sensibilmente<br />

ed è scomparsa la possibilità di provocare danni al fucile. Sono altresì nate cartucce<br />

“di ferro” impiegabili anche sulle armi più datate, sia pure a prezzo di un degrado<br />

delle prestazioni.<br />

Il primo fattore su cui sono intervenuti i produttori di munizioni è stato appunto il<br />

borraggio, in primis aumentando il volume interno del contenitore e utilizzando<br />

polimeri più adatti alle maggiori sollecitazioni nelle più varie ed estreme condizioni<br />

climatiche. Nelle cartucce steel shot il borraggio deve garantire la totale protezione<br />

della canna con temperature ambientali comprese tra -20°C e +50°C e deve inoltre<br />

essere sempre preintagliato.<br />

Il pallino di acciaio è più leggero di quello in piombo ma è anche molto più duro e<br />

quindi assai meno deformabile. Questo significa che nei vari passaggi dalla camera<br />

di cartuccia alla volata il pallino di acciaio non viene deformato, cosa che invece<br />

accade, in varia misura, col piombo. Per converso, il pallino di acciaio solleciterà la<br />

canna e gli strozzatori più di quanto non faccia il pallino di piombo.<br />

Uscendo dalla volata praticamente indeformato il pallino di acciaio non subirà le<br />

variazioni di traiettoria che invece subisce quello di piombo a seconda della<br />

deformazione che porta: gli sciami saranno quindi più densi, corti e stretti rispetto a<br />

quelli in piombo. Ne risulteranno rosate più omogenee e soprattutto più concentrate<br />

oltre che con minor diametro complessivo. Ed essendo gli sciami un buon 50% più<br />

corti ed un 60% più “stretti” dovremo mirare più accuratamente e ricordarci che nei tiri<br />

angolati avremo meno possibilità di colpire il bersaglio.<br />

Il fatto che il piombo sia relativamente soffice implica la necessità di non superare un<br />

tetto di velocità iniziale che si può collocare intorno ai 410 metri al secondo, mentre il<br />

limite inferiore delle cartucce da caccia si colloca nell’intorno dei 350 metri al<br />

secondo. L’acciaio, più leggero e praticamente non deformabile, viene spinto a<br />

velocità iniziali più elevate (anche per compensare la maggiore facilità con la quale<br />

perde velocità nell’aria) e il tetto dei caricamenti USA si colloca intorno ai 460-470<br />

metri al secondo, mentre il limite inferiore è a cavallo dei 385 metri al secondo. Per<br />

quanto riguarda i caricamenti a norma CIP, il tetto velocitario per l’acciaio è fissato a<br />

425 m/sec per i caricamenti ordinari e 430 m/sec per quelli ad alte prestazioni (i<br />

caricamenti steel shot si dividono infatti in due categorie differenti per prestazioni e<br />

pressioni). Si tratta però di limiti che con le cariche più pesanti non sono raggiungibili<br />

in quanto la stessa normativa CIP pone un tetto anche alla Quantità di moto (Massa<br />

x Velocità) raggiungibile. Quantità di moto che per i caricamenti ordinari del 12 deve<br />

essere inferiore o uguale a 12 Newton/secondo, mentre per le cartucce ad alte<br />

prestazioni abbiamo un tetto di 13,5 N/sec per bossoli fino a mm 70, di 15 N/sec per i<br />

caricamenti magnum (bossoli 12/76) e di 19 N/sec per i caricamenti super magnum<br />

(bossoli 12/89).<br />

Le rosate dell’acciaio sono più concentrate di quelle del piombo e ciò implica la<br />

necessità di una mira più accurata ma, se andiamo a bersaglio, porta ad avere più<br />

pallini a segno rispetto al piombo. Ed avere più pallini sulla preda è positivo anche<br />

perché essendo, a parità di diametro, più leggero di quello in piombo, il pallino di<br />

acciaio avrà una minore densità sezionale e quindi una minore penetrazione a parità<br />

39


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

di velocità. Ma l’acciaio perde velocità più rapidamente del piombo e se la cosa è in<br />

parte compensata dalla maggiore velocità iniziale e dalla migliore aerodinamica del<br />

pallino non deformato, resta il fatto che di regola l’acciaio arriva sul bersaglio a<br />

velocità inferiori a quelle del piombo.<br />

Si è constatato che usando caricamenti ad alte prestazioni con pallini in acciaio/ferro<br />

e seguendo la regola del loro maggior diametro rispetto a quelli in piombo non ci<br />

sono sostanziali differenze nell’Energia Cinetica dei pallini fino a 50–55 metri. Questo<br />

dato dipende dalla velocità iniziale delle cariche e ci da comunque una misura della<br />

compatibilità piombo acciaio in termini di portata utile del tiro, portata per la cui<br />

determinazione effettiva dobbiamo anche mettere in conto la minore densità di alcuni<br />

pallini “duri”, il minor numero di pallini nella cartuccia steel shot e la necessità di una<br />

mira più accurata. Mette conto di sottolineare come queste considerazioni sulla<br />

portata utile siano riferite a caricamenti steel shot ad alte prestazioni, in quanto per<br />

quelli ordinari la velocità iniziale effettiva risente molto non tanto del tetto velocitario<br />

(fissato come abbiamo visto a 425 m/sec) quanto del limite superiore di quantità di<br />

moto. In effetti la reale portata utile viene ad essere drasticamente ridotta e per i<br />

selvatici più robusti la possibilità di abbattere pulitamente la preda dovrebbe<br />

collocarsi in un intorno dei 20 metri. Con i caricamenti ad alte prestazioni il braccio<br />

effettivo si allunga e, con 32-36 grammi di steel shot, l’abbattimento pulito è garantito<br />

fino a circa 30-35 metri.<br />

Sappiamo che a parità degli altri fattori la rosata dell’acciaio è più stretta e<br />

concentrata di quella del piombo. Sappiamo anche che per l’acciaio dobbiamo<br />

utilizzare pallini più grossi. La logica conseguenza è che con l’acciaio possiamo e<br />

dobbiamo utilizzare strozzature più larghe, così da aumentare l’ampiezza di rosata e<br />

sollecitare meno la canna del fucile.<br />

Gli statunitensi, che con l’acciaio hanno ormai un’esperienza sul campo vecchia di<br />

decine di anni, ritengono che si abbia una distribuzione ottimale della rosata con 32<br />

grammi di pallini steel shot di numerazione uguale o inferiore alla BB (equivale a mm<br />

4,57, che nella scala italiana si colloca tra 3/0 e 4/0) spinti a velocità intorno a 410-<br />

415 m/sec. utilizzando una strozzatura improved cylinder (o se preferite ****). Questo<br />

dato fra l’altro è in accordo con la normativa tecnica CIP che per pallini di diametro<br />

superiore a mm 4 impone strozzature inferiori a mm 0,5.<br />

Quello che abbiamo visto per lo steel shot “normale” vale per tutti i pallini “non<br />

tossici” con durezza superiore a 40HV ma si deve notare come la densità delle leghe<br />

cresca al crescere del contenuto di tungsteno e quando la densità inizia a superare i<br />

10 g/cc possiamo evitare la regola dei due numeri “sotto” e utilizzare pallini di<br />

numerazione identica a quelli di piombo che avremmo altrimenti usato. Da ricordare<br />

infine che nel caso di densità molto elevate, che possono essere anche superiori a<br />

quelle del piombo, oltre a poter utilizzare pallini della stessa numerazione di quelli in<br />

piombo avremo una portata utile che sarà superiore a quella dei caricamenti col<br />

piombo.<br />

Le munizioni con pallini “morbidi” (durezza al cuore inferiore a 40HV o<br />

schiacciamento superiore al 45%) possono essere sparate in tutti i fucili, a patto<br />

ovviamente che gli stessi siano compatibili con le pressioni erogate dalle cartucce.<br />

Per quanto riguarda le munizioni con pallini “duri”, esse, come già anticipato, sono<br />

prodotte in due tipologie: ordinarie e ad alte prestazioni. Le prime possono essere<br />

40


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

utilizzate in tutti i fucili, le seconde solo in quelli che hanno superato la prova per<br />

munizioni steel shot e che portano il relativo punzone di prova costituito da un giglio.<br />

Per quei cacciatori che possiedono fucili già sottoposti alla prova superiore sarà<br />

possibile inviare gli stessi al Banco Nazionale di Prova per essere sottoposti a test e<br />

alla relativa punzonatura.<br />

Per i fucili più vecchi, che non erano stati sottoposti a prova superiore è<br />

sconsigliabile, anche se teoricamente possibile, inviarli al BNP per la prova steel<br />

shot: non è detto che passino il test e anche se ciò accadesse non è comunque<br />

opportuno sparare con quei fucili molte cartucce con pallini “duri” ad alte prestazioni.<br />

Tali munizioni sollecitano canne e strozzature in modo marcatamente superiore a<br />

quanto accade con i pallini di piombo e nulla garantisce che l’uso prolungato di<br />

caricamenti ad alte prestazioni non possa arrecare danni a carico delle canne. Una<br />

considerazione analoga può essere fatta anche per i più datati tra i fucili che hanno<br />

già subito la prova superiore: dovrebbero passare la prova del Banco ma non è detto<br />

che durino nel tempo.<br />

Chi spara cartucce steel shot a norma CIP in un fucile abilitato deve “aggiustare” le<br />

sue abitudini venatorie alla nuova munizione. Per il fucile sarà lo stesso che sparare<br />

cartucce con pallini di piombo, unica cosa da tenere un po’ più in vista: lo<br />

strozzatore. La normativa tecnica impone di non usare strozzatori con grado di<br />

costrizione superiore a 0,5 sparando pallini di diametro superiore ai 4 millimetri (a 3,5<br />

millimetri con armi calibro 20). A questo si deve aggiungere che la norma CIP vieta di<br />

superare 1° nell’inclinazione del raccordo sugli strozzatori abilitati per lo steel shot,<br />

cosa che, a parte pochi fucili con strozzatori molto lunghi, limita l’uso dei pallini di<br />

acciaio a strozzatori uguali o inferiori a tre stelle: la compatibilità dello strozzatore con<br />

i pallini di acciaio è comunque indicata su tutti gli strozzatori di recente produzione. È<br />

peraltro doveroso ricordare che “chiudere” troppo la strozzatura non è produttivo con<br />

i pallini di acciaio perché con tali pallini sciame e rosata sono già più stretti di quelli<br />

che si ottengono, a parità di tutte le altre condizioni, con i pallini di piombo. Inoltre,<br />

non è affatto detto che stringendo troppo la strozzatura non si abbia una peggiore<br />

regolarità della rosata, mentre è certo che le sollecitazioni radiali a carico dello<br />

strozzatore diventano eccessive e col tempo possono portare alla deformazione dello<br />

strozzatore nella parte più sottile. Con i pallini “duri” è quindi opportuno utilizzare<br />

strozzatori “larghi” e, se si spara molto, ispezionarli con una certa frequenza,<br />

cogliendo l’occasione per pulire e lubrificare la filettatura nella canna e sul corpo<br />

dello strozzatore; eviteremo così che lo strozzatore si “sposi” alla canna e sia<br />

necessario l’intervento di un armaiolo o del produttore per rimettere le cose a posto.<br />

Questo consiglio vale comunque anche per chi spara solo “piombo” e vale più che<br />

mai se si spara molto, ma pulizia e lubrificazione della sede nella canna dovrebbero<br />

sempre far parte delle periodiche operazioni di manutenzione alle quali ciascun<br />

cacciatore è tenuto se vuol mantenere in buono stato il suo fucile.<br />

Sulle confezioni di tutte le cartucce steel shot è obbligatoria la scritta “attenzione ai<br />

rimbalzi, evitare di sparare su superfici rigide e dure”. Ciò perché con pallini “duri” (e<br />

talvolta anche relativamente leggeri) come gli steel shot la possibilità di rimbalzi è<br />

molto più accentuata che non con i pallini di piombo. Il rischio di rimbalzi esiste per<br />

superfici dure con qualsiasi angolo di incidenza, vale per la vegetazione e, al ridursi<br />

dell’angolo di incidenza vale anche per terra soffice ed acqua. Nello sparare dovremo<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

tenerlo ben presente e attenerci a “zone di sgombero” molto più ampie di quanto non<br />

facciamo col piombo.<br />

Sulle confezioni delle steel shot ad alte prestazioni devono essere presenti anche<br />

scritte che avvertono di utilizzare quelle cartucce solo nelle armi progettate ad hoc e<br />

portanti il relativo punzone di prova (giglio). Se nelle cartucce ad alte prestazioni del<br />

calibro 12 sono presenti pallini di diametro superiore a mm 4 devono essere presenti<br />

le scritte che ricordano il divieto di utilizzare pallini di diametro superire a mm 4 con<br />

strozzature inferiori a mm 0,5. Il divieto all’uso di strozzatori inferiori a mm 0,5 (con le<br />

relative scritte che devono essere presenti sulle confezioni) esiste anche per le<br />

cartucce del 20 ma in questo caso il diametro massimo del pallino deve essere<br />

inferiore a mm 3,5. Tutte le scritte sono nella lingua del paese che produce le<br />

munizioni e in francese o in inglese.<br />

Sempre per i pallini “duri” sono infine obbligatorie anche scritte sui bossoli “STEEL<br />

SHOT” per tutte le cartucce e “MAX 1050 BAR” per le cartucce ad alte prestazioni.<br />

Infatti, la pressione massima ammessa per le cartucce ad alte prestazioni è appunto<br />

di 1.050 Bar (la prova per le armi punzonate col giglio è di 1.320 Bar) mentre per le<br />

munizioni a prestazioni ordinarie la P. Max ammessa è 740 Bar per il 12/70, 780 Bar<br />

per il 16/70 e 830 Bar per il 20/70.<br />

Diametri dei pallini di ferro/acciaio secondo la scala USA<br />

T .200” (mm 5,08) , BBB .190" (4,83mm), BB .180" (4,57mm), 1 .160" (4,06mm), 2<br />

.150" (3,81mm), 3 .140" (3,56mm), 4 .130" (3,30mm), 5 .120" (3,05mm), 6 .110"<br />

(2,79mm), 7 1/2 .100" (2,41mm), 8 .090" (2,29mm), 8 1/2 .085" (2,16mm), 9 .080"<br />

(2,03mm).<br />

Numerazione italiana del piombo e corrispondenza con i pallini di ferro<br />

Diametro<br />

Numero più<br />

vicino della<br />

Numerazione Pallino Pb Corrispondente pallini di ferro numerazione<br />

italiana Millimetri Diametro in millimetri Italiana<br />

14 1,1 1,24 13<br />

13 1,3 1,46 12<br />

12 1,5 1,69 11<br />

42


11 1,7 1,91 10<br />

10 1,9 2,14 9<br />

9,5 2 2,25 8 – 8,5<br />

9 2,1 2,36 7,5<br />

8,5 2,2 2,48 7<br />

8 2,3 2,59 7<br />

7,5 2,4 2,7 6<br />

7 2,5 2,81 5<br />

6 2,7 3,04 4<br />

5 2,9 3,26 3<br />

4 3,1 3,49 2<br />

3 3,3 3,71 1<br />

2 3,5 3,94 0<br />

1 3,7 4,16 2/0<br />

0 3,9 4,38 3/0<br />

2/0 4,1 4,61 4/0<br />

3/0 4,3 4,85 5/0<br />

4/0 4,5 5,06 5/0<br />

5/0 5 5,61 6/0<br />

6/0 5,6 6,3 7/0<br />

7/0 6,2 6,96 8/0<br />

8/0 6,8 7,7 9/0-10/0<br />

9/0 7,4 8,42 11/0<br />

10/0 8 8,9 11/0<br />

11/0 8,6 9,7 -<br />

<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

43


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Il punzone col giglio di Francia contraddistingue i fucili che hanno superato la prova con<br />

pallini di acciaio a 1.320 bar. Solo questi fucili possono essere caricati con munizioni steel<br />

shot ad alte prestazioni. I fucili senza “giglio”, anche quelli che hanno superato la prova<br />

superiore 1.370 bar col piombo, possono utilizzare solo cartucce steel shot con caricamento<br />

ordinario e cartucce caricate con pallini al bismuto o con pallini eterogenei<br />

44


<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

45


Riassumendo<br />

<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Usare lo steel shot ad alte prestazioni solo nei fucili “col giglio”<br />

Pallini in ferro di due numeri più piccoli (maggior diametro) degli<br />

equivalenti in piombo<br />

Impiegare solo strozzatori steel rated e non sparare mai pallini di diametro<br />

superiore a mm 4 con strozzatura uguale o superiore a mm 0,5 nel calibro<br />

12; per il calibro 20 con strozzatura uguale o superiore a mm 0,5 il<br />

diametro pallino scende a mm 3,5<br />

Rosate più strette e più regolari<br />

Portata effettiva per l’abbattimento pulito della preda: intorno ai 20 metri<br />

con caricamenti a prestazioni standard (utilizzabili in tutti i fucili); con i<br />

caricamenti ad alte prestazioni il braccio effettivo si allunga e, con 32-36<br />

grammi di steel shot, l’abbattimento pulito è garantito fino a circa 30-35 metri<br />

Non sparare mai contro superfici rigide e dure, il pallino steel shot è più<br />

soggetto ai rimbalzi di quello in piombo<br />

ADRENALINA A CACCIA<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

È da tutti risaputo che quando si caccia la sensazione di rinculo diventa spesso<br />

minima quando non addirittura praticamente inesistente, poi però può capitare che il<br />

giorno dopo la spalla duole e sulla nostra pelle ci sono ematomi da concussione, e<br />

magari, se abbiamo sparato molto o usato grossi calibri, abbiamo anche le orecchie<br />

che fischiano… mentre al momento sembrava che gli spari fossero quasi come<br />

ovattati.<br />

Può anche capitare che nella concitazione della caccia, i colpi partano quasi<br />

inavvertitamente, oppure che la nostra vista sia concentrata sulla preda senza altro<br />

notare, o che non sentiamo quello che il vicino ci stà dicendo.<br />

Perché tutto questo può succedere?<br />

La risposta la troviamo nel fatto che l’eccitazione, quando non la foga, della caccia<br />

origina un fattore emozionale che incide sul nostro sistema nervoso più o meno<br />

come accade con lo stress in presenza di eventi “traumatici”.<br />

Da tempo si è presa cognizione del fatto che lo stress è responsabile del<br />

deterioramento delle prestazioni cognitive e fisiche, con conseguenti fenomeni (ben<br />

documentati nella letteratura scientifica) quali visone a tunnel, esclusione uditiva,<br />

distorsione temporale, perdita del coordinamento motorio fine e di quello complesso,<br />

spari accidentali apparentemente inesplicabili, comportamenti “bizzarri”.<br />

Le cause di tali fenomeni sono state a lungo indagate e oggi sappiamo che le<br />

prestazioni di un individuo sotto stress (vale anche per il cacciatore, sia pure con<br />

l’ovvia notazione del fatto che il livello di stress è ovviamente inferiore) sono<br />

collegate al sistema nervoso autonomo vegetativo. Questo controlla tutte le funzioni<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

volontarie ed involontarie del corpo ed è diviso nei sistemi parasimpatico (PNS) e<br />

simpatico (SNS) o ortosimpatico.<br />

Il sistema nervoso parasimpatico (PNS) insieme al sistema ortosimpatico, regola le<br />

funzioni dei singoli organi e l’omeostasi dell’intero organismo (L'omeostasi è la<br />

condizione di stabilità interna degli organismi che deve mantenersi anche al variare<br />

delle condizioni esterne attraverso meccanismi autoregolanti).<br />

Il sistema parasimpatico ha i propri centri nervosi nell’encefalo (mesencefalo e<br />

rombencefalo) e nel tratto sacrale del midollo spinale, per cui è anche chiamato<br />

sistema autonomo cranio sacrale; tale sistema riduce la frequenza respiratoria,<br />

aumenta la secrezione acida gastrica,<br />

Il PNS è dominante nei momenti in cui l’individuo non è sottoposto a stress ed ha<br />

percezione di tranquillità e sicurezza. Il PNS controlla un certo numero di funzioni<br />

critiche di sopravvivenza, quali l'acutezza visiva, i processi cognitivi e l'esecuzione di<br />

“manovre” che richiedono coordinamento motorio fine o complesso. Tuttavia, quando<br />

ci troviamo di fronte a una minaccia oppure a un fenomeno che crea una forte e<br />

subitanea eccitazione, il sistema nervoso simpatico (SNS) viene attivato<br />

involontariamente, con conseguente rilascio immediato di ormoni dello stress.<br />

Il SNS costituisce la sezione del sistema nervoso autonomo costituita da centri situati<br />

nel tratto toraco-lombare del midollo spinale, con il sistema parasimpatico concorre a<br />

regolare le funzioni degli organi della vita vegetativa (circolazione, respirazione,<br />

digestione). Ha connessioni con la midollare del surrene ed è essenziale per il<br />

mantenimento dell’omeostasi dell’organismo di fronte agli stimoli ambientali<br />

sfavorevoli.<br />

In condizioni di stress, dovuto sia a fattori fisici sia emozionali, gli impulsi del sistema<br />

simpatico aumentano di molto. In virtù di questo i bronchioli si dilatano per facilitare<br />

gli scambi gassosi; le contrazioni cardiache sono più forti e più frequenti; le arterie<br />

cardiache e dei muscoli volontari si dilatano portando una maggiore quantità di<br />

sangue a questi organi; i vasi sanguigni periferici si contraggono, rendendo la cute<br />

fredda, ma fornendo sangue agli organi essenziali; le pupille si dilatano; il fegato<br />

rilascia glucosio per poter disporre di energia in maniera più veloce; la peristalsi<br />

rallenta; i capelli si drizzano e la traspirazione aumenta.<br />

(Nota: Per Peristalsi si intende la contrazione ordinata e coordinata della muscolatura liscia presente in organi tubulari capace di<br />

determinare un movimento ondoso che consente alle sostanze contenute in questi organi di procedere in un determinato senso.<br />

L'attività peristaltica è caratteristica del canale digerente e oltre che nell'intestino e negli altri segmenti dell'apparato digerente è<br />

presente anche in altri organi tubulari quali l'uretere o le tube uterine.)<br />

Il trasmettitore del sistema simpatico è la noradrenalina e il suo aumento dovuto<br />

appunto alla attività del simpatico è lo stesso che il corpo riceverebbe da un'iniezione<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

di adrenalina, ecco perché il termine adrenergico è usato per riferirsi al sistema<br />

nervoso simpatico.<br />

Gli effetti del rilascio di adrenalina sono: aumento del consumo di ossigeno,<br />

diminuzione della fatica nelle parti periferiche del corpo, aumento del rendimento<br />

metabolico, aumento del consumo di sostanze nutritive, dilatazione delle pupille,<br />

aumento della frequenza cardiaca, vasocostrizione a livello cutaneo, aumento della<br />

pressione arteriosa. È importante notare che sotto l’effetto dell’adrenalina i muscoli<br />

delle mani e delle braccia divengono più forti, a volte l’aumento della forza è<br />

incredibile, e nello stesso tempo vengono ad essere degradate le capacità di<br />

coordinamento motorio fine e complesso.<br />

La stimolazione del sistema nervoso simpatico causa il rilascio degli ormoni dello<br />

stress. Il flusso di questi, adrenalina in primis, provoca incremento della pressione<br />

arteriosa e maggiore irrorazione alle masse muscolari più grandi (con conseguente<br />

aumento delle capacità di coordinamento motorio grossolano e della forza<br />

muscolare), vasocostrizione dei vasi sanguigni secondari alle estremità, mutamenti<br />

della fisiologia dell’occhio, blocco del processo digestivo. La combinazione di questi<br />

cambiamenti fisiologici aiutava l'uomo primitivo ad evitare di trasformarsi in un pasto<br />

per un altro predatore, ma crea un handicap per quelle “abilità fondamentali” basate<br />

sulla coordinazione mano/occhio, su alti livelli di acutezza visiva e di esattezza dei<br />

movimenti e su un più elevato livello di elaborazione cognitiva. Perché queste “abilità<br />

fondamentali” lavorino al meglio è necessario che ad essere dominante sia il sistema<br />

nervoso parasimpatico (PNS). Purtroppo, l'attivazione dello SNS è automatica ed<br />

inibisce in modo incontrollabile il PNS.<br />

La dominanza dello SNS ha implicazioni catastrofiche sulla visione, sull’elaborazione<br />

conoscitiva, come pure sulle prestazioni connesse col coordinamento motorio fine e<br />

complesso. A titolo di esempio, l'attivazione del sistema nervoso simpatico causerà<br />

la perdita della vista vicina, interromperà la percezione tridimensionale e ridurrà<br />

l’ampiezza del campo visivo. Si consideri che la vista è la madre di tutti i sensi ed è la<br />

fonte sensoriale primaria su cui il cervello fa affidamento nelle situazioni di “tensione<br />

emotiva”. E se la vista trasmette al cervello informazioni alterate, il riconoscimento<br />

della situazione e l’abilità nell’elaborazione dei “dati” saranno difettosi.<br />

L’attivazione del SNS è ancor più devastante sull'elaborazione conoscitiva, che è<br />

operazione estremamente efficiente e veloce come un lampo in assenza di stress,<br />

nella quali è il PNS ad essere dominante. Si tratta di un processo che è normalmente<br />

controllato dalla corteccia cerebrale e dalle funzioni più elevate del cervello. Ma<br />

l'attivazione del SNS inibisce proprio le funzioni più elevate del cervello concentrate<br />

nella corteccia cerebrale, con conseguente deterioramento della capacità di<br />

riconoscimento dei fatti, della selezione della risposta e della capacità a comunicare<br />

pensieri complessi. Il risultato è un aumento drammatico del tempo di reazione.<br />

Il tiro, anche quello di caccia, richiede abilità motorie e, come noto, il coordinamento<br />

motorio si divide in tre categorie: grossolano, fine e complesso. Oltre un secolo di<br />

ricerche ha dimostrato che quando il sistema nervoso simpatico è attivato diventa<br />

possibile effettuare con facilità solo le operazioni connesse col coordinamento<br />

motorio grossolano. Sono invece fortemente degradate attività che richiedono<br />

coordinamento motorio fine e coordinamento motorio complesso.<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

Lo studio degli effetti indesiderati connessi con l’attivazione del sistema nervoso<br />

simpatico in condizioni di stress ha permesso di identificare e comprendere<br />

fenomeni che hanno grande rilevanza sia nello svolgimento dei fatti, sia nelle indagini<br />

successive. Visione a tunnel, perdita della profondità di campo e della percezione<br />

tridimensionale, errata identificazione del livello di pericolo e/o della sua provenienza,<br />

alterazione delle capacità di coordinamento motorio, disturbi del processo cognitivo,<br />

ricordi alterati ed amnesie. Sono questi solo alcuni dei fenomeni che si verificano<br />

sotto stress per l’influsso del SNS, nel caso del cacciatore riveste particolare<br />

importanza l’alterazione delle capacità di coordinamento motorio.<br />

Già verso la fine del XIX secolo i ricercatori osservarono come al crescere dello<br />

stress si assisteva al progressivo degrado della capacità di eseguire operazioni che<br />

richiedono accuratezza e precisione, nonché di quelle che comportano manovre<br />

manuali complesse. Gli scienziati hanno ormai realizzato che lo stress fisico e quello<br />

mentale agiscono diversamente sui differenti tipi di abilità motorie e da tempo (fine<br />

anni ’70) si è preso a classificare le abilità motorie (capacità di coordinamento<br />

motorio) lungo una scala progressiva e continua che va dal coordinamento fine a<br />

quello grossolano, a seconda delle dimensioni della muscolatura, della complessità<br />

dell’azione da svolgere, della fatica che quell’operazione comporta. Ulteriori ricerche<br />

hanno poi dimostrato che l’attivazione del sistema nervoso simpatico provoca il<br />

deterioramento delle capacità di coordinamento motorio fine e complesso.<br />

Le capacità di coordinamento motorio sono oggi divise in tre categorie di base che<br />

vengono di seguito elencate e definite.<br />

Coordinamento motorio grossolano: azioni che coinvolgono i muscoli e i gruppi<br />

muscolari di maggiori dimensioni. Generalmente parlando si tratta di eventi<br />

riconducibili a semplici azioni di forza o ad azioni che richiedono movimenti semplici<br />

e simmetrici.<br />

Coordinamento motorio fine: azioni che richiedono il coordinamento mano/occhio<br />

ed abilità manuale. Esempio tipico è il tiro di precisione con un’arma da fuoco, ma<br />

possono essere definiti come appartenenti a quel dominio anche azioni quali inserire<br />

un caricatore o azionare una sicura.<br />

Coordinamento motorio complesso: azioni che coinvolgono una serie di gruppi<br />

muscolari in movimenti che richiedono coordinazione mano/occhio, precisione e<br />

sincronizzazione del movimento, buona definizione della collocazione spaziale. In<br />

questo caso i movimenti sono articolati, se non complessi, e fanno lavorare i gruppi<br />

muscolari in modi differenti ed asimmetrici. In relazione alle armi da fuoco esempi di<br />

coordinamento motorio complesso sono lo smontaggio di un’arma o posizioni di tiro<br />

efficaci ma non istintive che per essere utilizzate correttamente sotto stress<br />

richiedono un allenamento continuo e metodico.<br />

Utilizzando l’incremento della frequenza cardiaca come un mezzo per monitorare le<br />

performance, gli scienziati hanno dimostrato come livelli elevati o anche moderati di<br />

stress interferiscono sia con il processo cognitivo e decisionale, sia col<br />

coordinamento motorio fine e complesso. Per converso, non sono alterate da alti<br />

livelli di stress quelle abilità motorie dominate da grandi gruppi muscolari, che<br />

richiedono solo un minimo di coordinamento motorio fine e non hanno a che fare che<br />

in misura minima con processi cognitivi e decisionali di una qualche complessità. Gli<br />

studi hanno dimostrato che il coordinamento motorio fine degrada quando la<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

frequenza del battito cardiaco raggiunge le 115 pulsazioni al minuto, mentre il<br />

coordinamento motorio complesso deteriora con un ritmo cardiaco uguale o<br />

superiore a 145 pulsazioni al minuto. Per contro il coordinamento motorio grossolano<br />

non risente dei maggiori livelli di stress.<br />

Verifiche delle pulsazioni cardiache sono state eseguite su tiratori IPSC e su<br />

operatori impegnati in simulazioni operative. Pulsazioni da 140 a 160 battiti non<br />

erano rare e qualcuno è arrivato perfino a 200 battiti al minuto. Per un cacciatore che<br />

vede “materializzarsi” la preda importante e ambita i ritmi cardiaci dovrebbero essere<br />

inferiori, ma sarebbe qualche test al riguardo sarebbe sicuramente interessante.<br />

Gli studi cui viene qui fatto riferimento mettono l’accento sul deteriorare delle<br />

capacità al crescere dei livelli di stress. A bassi livelli di attivazione del sistema<br />

nervoso simpatico subiscono un principio di degrado sia le attività che richiedono<br />

coordinamento motorio fine, sia quelle che si basano sul coordinamento motorio<br />

complesso. Vengono in effetti ad essere degradate tutte le attività che richiedono<br />

destrezza (ad esempio la gestione dello scatto di un’arma) e il fatto è in perfetto<br />

accordo con i fenomeni di vasocostrizione che lo SNS induce sui vasi sanguigni delle<br />

mani e delle dita.<br />

Ad alti livelli di attivazione dello SNS ci si può attendere un deterioramento completo<br />

del coordinamento motorio fine e di quello complesso, con degrado elevato di tutte le<br />

azioni che li richiedono ed esecuzione solo di quelle azioni e quelle tecniche che<br />

coinvolgono prevalentemente o esclusivamente il coordinamento motorio grossolano.<br />

Un aspetto particolarmente importante dei disturbi motori è la risposta neurologica<br />

chiamata “Interlimb Interaction” che si può tradurre con interazione fra gli arti e che<br />

spiega come la necessità di movimenti simultanei originati da più cause possano<br />

portare ad interazioni neurali e biomeccaniche fra gli arti e all’interno degli stessi.<br />

L’interazione fra gli arti viene definita come “qualsiasi azione di un arto, reale o<br />

immaginata, che ha un effetto similare ma di minore entità su un altro arto”.<br />

L’interazione fra gli arti è comunemente associata con spari accidentali in presenza<br />

di situazioni stressanti. Di regola, uno o più spari accidentali originati da interazione<br />

fra gli arti appartengono a una delle tre seguenti categorie: overflow activity (overflow<br />

significa eccesso, inondazione, profusione, superamento della capacità, ad esempio<br />

di memoria di un computer), perdita di equilibrio, startle response (reazione di<br />

sorpresa).<br />

Si ha “overflow activity” quando una forte sollecitazione a carico di un muscolo o un<br />

gruppo di muscoli origina un impulso neurologico che sovraccarica il sistema nervoso<br />

e attiva involontariamente un muscolo o un gruppo muscolare opposto.<br />

La “perdita di equilibrio” è il caso di “interlimb interaction” nel quale l’azione del corpo<br />

che tenta di riguadagnare l’equilibrio che ha perso (o sta perdendo, o che sembra<br />

stia perdendo) porta invariabilmente ad allungare un braccio ed a cercare di afferrarsi<br />

ad un oggetto: questa azione porta ad una azione involontaria che crea una<br />

contrazione nell’arto superiore opposto a quello impegnato; il cacciatore potrebbe<br />

quindi lasciar andare l’asta del fucile per “aggrapparsi” a qualche cosa che magari<br />

neppure esiste.<br />

Quella che viene definita come “startle response” inizia con un sobbalzo, uno<br />

spavento, un sussulto mentre l’interessato si trova già in uno stato di stress nervoso<br />

o fisico. E in presenza della causa scatenante si verificano, nell’arco di circa 150<br />

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<strong>Benelli</strong> Armi<br />

<strong>Cacciare</strong> <strong>sicuri</strong><br />

millisecondi, quattro eventi separati qui elencati in sequenza: battito di palpebre, la<br />

testa e la parte superiore del tronco si spingono in avanti, le braccia si piegano al<br />

gomito, le mani si serrano a pugno. Una persona sotto stress, con l’adrenalina già in<br />

circolo, serra le mani esercitando una forza pari a 25 libbre (kg 11,35): quanti<br />

“grammi” servono per far scattare un grilletto? Ecco uno dei motivi per i quali non si<br />

deve mai tenere il dito sul grilletto se non siamo pronti a sparare.<br />

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