Lo stocco pontificio - Circolo Culturale Armigeri del Piave
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varie differenze, giacché quella più antica “traduce”, peraltro solo in un caso,<br />
in numeri arabi la data incisa in numeri romani e, in genere, modifica un po’ le<br />
cose (tertio invece di III, Anno Pontificatus invece di An. Pont., Pontif. invece<br />
di Pontificatus), pur senza alterare minimamente i dati concreti.<br />
Quindi, i due stocchi hanno la lama datata 1450 e 1463: questo crea un<br />
piccolo problema. Il Boccia nella sua esaustiva scheda <strong>del</strong>lo <strong>stocco</strong> <strong>pontificio</strong><br />
di Bologna (op. cit.) parla <strong>del</strong> fatto, sopra riportato, <strong>del</strong> contrasto fra la data<br />
incisa sull’arma e quella <strong>del</strong>la consegna <strong>del</strong>la stessa, spiegandone le ragioni.<br />
Nell’elencare gli stocchi conservati nei vari musei di tutto il mondo, espressamente<br />
indica due date, quella <strong>del</strong>la benedizione <strong>del</strong>l’arma e quella <strong>del</strong>la consegna.<br />
Orbene, per i due stocchi di Venezia, indica le date 1449 (1450) e 1462<br />
(1463). A prima vista, si ricava l’errata impressione che la data iniziale, 1449<br />
e 1462, debba essere quella riportata sull’arma, regalata/consegnata l’anno<br />
successivo (1450 e 1463). Invece, essendo incise sulla lama le date 1450 e 14-<br />
63, corrispondenti all’anno di effettiva consegna, dobbiamo considerare le date<br />
precedenti semplicemente come quelle relative all’anno di benedizione: segno<br />
che, almeno per tali casi, gli stocchi erano stati benedetti “in bianco” e<br />
solo successivamente completati con le iscrizioni. (5)<br />
Torniamo al quadro con il papa e il doge. Nell’Historia Veneta di Paolo<br />
Morosini <strong>del</strong> 1637, si afferma: “Ai 24 febraro fu dal Sommo Pontefice Nicolò<br />
V con honore solito a farsi a gran Re, mandato a Nicolò Canale, Ambasciatore<br />
appresso di lui la spada e l’elmo perché nel ritorno alla patria al Doge li<br />
presentasse”. Quindi, lo <strong>stocco</strong> di Niccolò V sembra non sia stato consegnato<br />
di persona dal Papa, bensì inviato al doge per il tramite di un ambasciatore.<br />
Per il regalo di Pio II, le cose sono più complicate. Tale pontefice era fissato<br />
con la lotta contro i Turchi e aveva fatto di tutto per promuovere una crociata<br />
in tal senso, senza trovare grande entusiasmo da parte degli altri potentati<br />
<strong>del</strong>l’epoca. La stessa Venezia, per via dei commerci lucrosi con i Turchi, che<br />
quel periodo di pace consentiva, aveva posto condizioni esorbitanti ed inaccettabili<br />
per partecipare alla lotta voluta dal papa. Quando morì il doge Malipiero,<br />
il Papa, nel 1462, inviò al nuova doge Cristoforo Moro un nunzio con un<br />
breve per congratularsi <strong>del</strong>la sua elezione e cercare di indurlo alla lotta. Inoltre,<br />
nel 1463, gli avrebbe inviato anche uno <strong>stocco</strong> benedetto. Questo, secondo<br />
la Storia dei Papi <strong>del</strong> Pastor. Il Cicogna solleva dubbi sul fatto <strong>del</strong>lo <strong>stocco</strong>,<br />
perché di esso non si fa cenno sul breve; cosa esatta (il testo integrale <strong>del</strong> breve<br />
è riportato su Storia <strong>del</strong>la Repubblica di Venezia, di P. Daru, 1837, pgg.<br />
330-333), ma lo <strong>stocco</strong> ben potrebbe essere stato regalato in un secondo tempo.<br />
Tale ipotesi potrebbe essere avvalorata dal fatto che nel 1463 il Papa inviò<br />
a Venezia il cardinale Bessarione, che fu ricevuto con grandissimi onori. E<br />
proprio tale prestigioso inviato avrebbe potuto recare in dono il famoso <strong>stocco</strong>.<br />
(6)<br />
Ma se così fosse, anche stavolta il Papa non si sarebbe scomodato per andare<br />
a Venezia di persona. E allora, chi è quel personaggio in vesti papali che<br />
consegna lo <strong>stocco</strong> al doge nel quadro <strong>del</strong> Bassano? O un impostore, magari il<br />
cardinale Bessarione travestito da papa, o il vero Papa, andato a Venezia in<br />
incognito, così che il viaggio non fu registrato nelle cronache locali? Ipotesi<br />
abbastanza bizzarre, visto che il fatto è rappresentato come evento di prima<br />
grandezza, in mezzo ad una folla strabocchevole (a proposito, si noti il gustoso<br />
particolare in primo piano di un uomo e <strong>del</strong> cane, caduti in acqua, che vengono<br />
aiutati a risalire in barca) e tale da dover essere immortalato in una tela nella<br />
sala <strong>del</strong> Maggior Consiglio.