Tesi di Laurea della Dottoressa Cristina Bombarda - Fondazione ...

eclatanti che si vedono molto non creano la volontà alla donazione,
all’assistenza, alla mutualità e non fanno sorgere associazioni di volontariato,
che possono anche essere piccole, allora non raggiungiamo il nostro scopo. Noi
dobbiamo stimolare la donazione e stimolare il volontariato. Io mi riferisco
soprattutto ai bisogni della persona, alle malattie, perché non è che sia
insensibile all’arte, ma per l’arte si possono trovare più sponsor. Proprio perché
sono molto pubblicizzati si fa il calcolo del ritorno. Questo non vuol sminuire il
dono fatto all’arte, però, dietro, c’è un altro obiettivo.
Noi, invece, vogliamo essere più attenti alle famiglie, spesso mononucleari, la
quarta età che rimane sola, dove non c’è nessuno che l’assista. Ci sono i
problemi dell’handicap, le malattie, la ricerca…...
Noi vogliamo stimolare l’attenzione dei cittadini e la volontà a fare.
Questo è quello in cui credo.
Certamente, se facessimo un bellissimo ricovero per anziani (dico ricovero per
dire una struttura) con scritto sopra in grande Fondazione della Comunità della
Provincia di Mantova, facessimo una inaugurazione, verrebbero personaggi
illustri, politici …..tutti grandi discorsi, ma dopo? Allora, se è vero che la
mutualità deve nascere dal basso, noi, a mio avviso, dobbiamo stimolare questa
nascita di aiuto reciproco: il patto tra le generazioni.
D: Nel suo intervento al Convegno annuale ammetteva che il 2002 non è stato
molto positivo come l’anno precedente aveva dato da sperare, però ci sembra
abbastanza ottimista per ciò che è stato seminato, ce la faremo a raggiungere
l’obiettivo?
R: Debbo dire che il 2002 è stato un anno di grossa semina e sono fiducioso che
raggiungeremo l’obiettivo. Presto ci sarà una donazione da parte della Curia, poi
altre organizzazioni, comuni, ecc. Certamente abbiamo dovuto lavorare, abbiamo
dovuto farci conoscere, abbiamo dovuto vincere questa “anomalia” di non essere
legati a partiti o ad istituzioni pubbliche. In un primo momento, forse, c’è stato un
certo rifiuto da parte di alcune istituzioni che si sono viste, a loro modo di vedere,
tagliate fuori. Noi invece non volevamo tagliare fuori nessuno. Tanto è vero che
siamo andati dai Comuni, in Provincia, alla Camera di Commercio, presso le
associazioni professionali, a chiedere il loro aiuto. Abbiamo voluto
semplicemente dire: questa è una Fondazione dei cittadini.
La Fondazione Cariplo darà oltre 10 milioni di Euro, è una grossa erogazione da
parte di un singolo che, tutto sommato, avrebbe il diritto di vedere il suo nome
comparire più spesso; malgrado questo, da statuto, la Fondazione Cariplo ha
solo un Consigliere da incaricare.
Io penso che sia stata talmente lungimirante l’idea, da parte della Fondazione
Cariplo, che mi sono chiesto più volte come hanno potuto mettere in piedi questa
operazione, ossia se tutti erano consci che, organizzando ciò, qualche dirigente o
funzionario centrale avrebbe perso un po’ di potere. Io credo che sia un evento
raro. Non credo ci siano altre situazioni simili. Questa consapevolezza dovrebbe
farne nascere altre di fondazioni di comunità. E’ questo lo spirito della comunità,
diversamente sono solo parole.
D: Nelle prime pubblicazioni c’era scritto che dopo un primo periodo la sede
operativa si sarebbe spostata, per mostrare la sostanziale neutralità nei confronti di
tutti. Sarà così?
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