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anna boschi-mail Art 50 2012 - Boek 861

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Ray Johnson: il dio del collage<br />

di Vittore Baroni<br />

Oggi ho tentato un piccolo esperimento, giusto per divertirmi un po’, ovvero ho cercato le prove del fatto che Ray<br />

Johnson è stato uno dei più straordinari artisti del collage di tutti i tempi. Ho prospettato questa considerazione<br />

come un dato di fatto, piuttosto che come un’ipotesi, in ragione della quantità e qualità del lavoro svolto dall’autore<br />

nel campo specifico. Ray è stato un raffinato disegnatore con un grande senso del colore e dello spazio, un eccellente<br />

grafico e un abile calligrafo, ma a partire dai suoi Moticos dei primi anni Sessanta (quelle fragili e minimali figure<br />

sagomate che venivano esposte all’aperto in luoghi pubblici, anticipando forme recenti dell’arte di strada) per<br />

arrivare fino agli straordinari pannelli con elementi a più strati degli ultimi anni, l’artista è stato in primo luogo ed<br />

eminentemente un collagista: di immagini e parole, ma anche di rapporti sociali, di "corrispondenze" nominali e<br />

materiali.<br />

Ciò che ho fatto è stato quindi di radunare sulla mia scrivania i più importanti saggi, antologie e cataloghi dedicati<br />

al mezzo del collage che ho acquisito nel corso degli anni (vedi la bibliografia più sotto). Sono un grande estimatore<br />

dell’arte del taglia-e-incolla, forse perché a differenza di Ray non sono molto abile nel disegno, o perché amo la<br />

eco-compatibilità del collage, la possibilità di riciclare umili frammenti di scarto di questo e quel materiale per<br />

trasformarli in oggetti di meraviglia. Da bambino, andavo in giro con le forbici in mano invece che col pallone da<br />

calcio e arrivavo a ritagliare perfino i miei amati albi a fumetti, solo per il gusto di creare nuove situazioni nelle<br />

avventure di Paperino o di Flash Gordon. Ho iniziato dunque ad ispezionare una per una tutte queste pubblicazioni<br />

sul collage, alla ricerca di opere di Ray Johnson o di riferimenti al suo rilevante contributo all’evoluzione dell'arte<br />

del montaggio. E, come immaginavo e temevo, ho constatato che l’artista americano è stato del tutto ignorato<br />

dalla maggior parte degli "esperti" di collage.<br />

C’è una generale tendenza, da parte di critici e storici, ad incasellare un artista in una sua precisa nicchia. Johnson<br />

è stato identificato per la sua precoce influenza sulla Pop <strong>Art</strong> e anche come la forza propulsiva iniziale dietro il<br />

fenomeno internazionale della Mail <strong>Art</strong>, quindi il fatto che egli abbia dedicato la sua intera vita artistica a forme<br />

eccezionalmente evolute di collage e assemblaggio tende ad essere oscurato da altri crediti giudicati prioritari. Ciò<br />

è accaduto anche ad altri artisti le cui attività “in punta di forbice" sono sempre passate in secondo o terzo piano<br />

rispetto ai dipinti o alle sculture, anche se tali esperienze rivestivano un ruolo centrale nella loro poetica (un buon<br />

esempio è Eduardo Paolozzi, le cui stratificate opere presentano tra l’altro vari punti di contatto col lavoro di<br />

Johnson). Anche il ricco contributo dato al collage nel corso degli anni dalla rete dell’<strong>Art</strong>e Postale è stato costantemente<br />

e ingiustamente trascurato.<br />

Sì, ci sono delle eccezioni, come il manuale The Collage Handbook di John e Joan Digby, un esteso reportage sullo<br />

stato del collage uscito a metà degli anni Ottanta che non solo includeva un piccolo capitolo sui complessi lavori<br />

di Johnson - descritti come "i cimeli di un’epoca ancora in corso, un indice di riferimento delle persone e degli<br />

oggetti con cui possiamo definire questa cultura "- ma offriva spazio anche ad alcuni altri artisti postali (Buster<br />

Cleveland, John Evans, Klaus Groh, Valery Oisteanu, Klaus e Rolf Staeck), accanto ad un virtuoso del graphic design<br />

come Tadanori Yokoo o alla stella della Pop <strong>Art</strong> Robert Rauschenberg. Più di frequente, però, anche le migliori<br />

indagini sull’arte del collage tendono a dimenticare l’opera di Ray, poco importa se il suo lavoro può chiaramente<br />

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