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anna boschi-mail Art 50 2012 - Boek 861

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La sua produzione predilesse sempre la poetica del frammento; il piccolo formato e la sua originalità nel concepire<br />

la comunicazione lo allontanarono evidentemente dal mercato e dall'establishment artistico. Si avvide tuttavia del<br />

valore innovativo e decisivo dell'entremetteur, del catalizzatore, del networker, dell'animatore culturale che costruisce<br />

la piattaforma comunicativa necessaria all'espressione collettiva.<br />

Nel suo caso, beninteso, non si trattò mai della pretesa programmatica di una rivoluzione militante e consapevole,<br />

ma piuttosto di un'esigenza di emancipazione dal controllo della critica e del circuito commerciale per favorire un<br />

proficuo ed attivo work in progress inteso come scambio libero tra soggetti operanti lontani tra loro e dalle logiche<br />

commerciali.<br />

In Johnson la funzione emotiva si dissolveva in quella poetica, quella metalinguistica preludeva e non seguiva<br />

quella fàtica, quella conativa trovava compimento solo con l'assoluta padronanza di quella referenziale. Ogni medium<br />

era lecito: la posta, il telefono e qualsiasi altro connettivo fosse concepibile.<br />

Agli inizi degli anni Sessanta, il suo network di corrispondenti venne definito, non senza un pizzico di ironia, “New<br />

York Correspondence School”: un po' accademia, un po' “Scuola Radio Elettra”. Il network assunse nel tempo diverse<br />

denominazioni e si intersecò con i fans club da lui inventati per coinvolgere le celebrities del tempo nelle sue<br />

fantasiose correlazioni.<br />

Il senso centrale del suo messaggio risiede in un principio semplice quanto geniale, mutuato dagli studi di linguistica<br />

e di comunicazione più avanzati: la chiave di tutto risiede nella corrispondenza (casuale, criptica e simbolica) tra<br />

due elementi tra loro del tutto estranei - idee, concetti, realtà e funzioni - il tutto grazie al ricorso ad un complicato<br />

insieme di riferimenti, immagini, giochi di parole. Emittente e ricevente sono elementi dell'atto comunicativo e<br />

destini del confronto.<br />

La lezione dell'arte tra le due guerre e principalmente del Dadaismo è del tutto tangibile. La pletora dei complessi<br />

universi semantici generati dal genio di Johnson è testimoniato da preziosi inventari di corrispondenze, cataloghi<br />

di mostre e saggi critici, che hanno la funzione di documentare l'eccezionalità della sua produzione artistica,<br />

contrapposta alla natura effimera dei supporti che faceva circolare per posta.<br />

In mezzo secolo di attività Ray Johnson presentò i suoi lavori in circa venti solo exhibitions e, nonostante la conclamata<br />

importanza, gli furono tributate in vita solo un paio di retrospettive.<br />

L'atto finale della sua vita, riassume in sè come per Carlo Michelstaedter, il valore trascendentale e simbolico di<br />

un'esistenza: il 13 gennaio del 1995, vestito come nelle migliori occasioni, Ray Johnson si gettò da un ponte di Sag<br />

Harbor a Long Island nello stato di New York, affogando in acque freddissime dopo alcune bracciate sul dorso.<br />

Parma, dopo settimane di cieca primavera del <strong>2012</strong><br />

18<br />

Mauro Carrera

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