i venice - fabrica

Peter sits on a table in his kitchen, he slowly drinks from
a glass of milk. He has one last gulp and puts it down. The
air is fresh from the rain last night, and Peter takes a deep
breath and smiles, a milk-moustache still on his lips. He
gets up from the table and walks over to the sink where he
washes his glass, dries his hands and heads to the living
room. The house is tidy and silent. A small suburban house
in Ohio. The shelves are lined with children’s stories, and
above the television hangs a huge oil painting of Neverland.
Peter always wishes he could jump through the paining and
enter Neverland. He runs up and jumps, ballerina style onto
the sofa. His foot hits the remote control and Peter lets out
a small yelp. He bends down and rubs his toe.
The stairs creak as he goes up towards his room. A room
which is painted green, and where everything relates to the
story of Peter Pan, from his bedsheets to his Tinkerbell lamp
shade. He opens his cupboard and picks one of the brightly
colored outfi ts. There’s blues, greens, reds and pinks, but
mostly there’s greens. Peter sits on the bed as he takes the
bright stockings and rolls them over his legs. The shirt,
made by himself, hangs down to his thighs, where small
frilly bits hang loosley. A large black belt with a golden buckle
is strapped around his waist, and a pair of green Converse
fi nish the job. Peter looks at himself in the mirror, with his
hands on his waist and his legs spread apart. “Ha!” he yells,
and walks down to the living room.
He sits down and turns his laptop on. The screen comes
to life and a fl ying Pan beams at him from the desktop. Peter
begins his daily work. He works as a freelancer, which is good
as he can choose the hours that he wants, and he avoids
mockery from work collegues. His last experience was not
good. Now he has less money, but he’s happier, and after all
who needs lots of money when you have a happy soul?
His current project is a website for a Pharmaceutical fi rm.
Peter works for a couple of hours, he stops writing code for
a second and rubs his forehead. He has a mild headache,
so he gets off his chair and walks to the bathroom. The
bathroom is small, with an absurdly large bath in a corner.
Peter had this specifi cally built. He loves taking long baths
and playing with the bubbles. He opens the cabinet above
the sink and looks inside. The cabinet s full of things;
toothbrush, cup, toothpaste, moisturizer, shaving foam,
aftershave, Winnie the Pooh cough syrup, sleeping pills,
band aids, Ex-lax, vitamin C... As he takes them down, one by
one, looking for the painkillers, his refl ection becomes visible,
item by item, on the mirrored back of the cabinet. Suddenly,
he remembers he ran out of painkillers a couple of weeks
ago. He sighs and goes back into the living room. Before
turning the computer off, he saves his work, and names it
‘File of Lost Children’. Peter likes putting a bit of his world
into all his work.
He locks his door and walks over to the garage, where he
takes his bike, a green mountain bike with a small Tinkerbell
fl ag protruding from the handle bar. He hops on and rides
down the street. Around the corner a bunch of kids are
skating. As Peter approaches, one of them sees him and taps
his friend on the shoulder.
“Yo! You got 2 grams of Fairy Dust?” the green haired boy
shouts. Peter looks the other way and clenches his fi st.
He arrives at the Pharmacy and locks his bike. He walks
inside and meets a mother and small child. The child points
at him and smiles.
“Look momma!” Peter smiles back and continues walking.
He wanders around the aisles looking for the painkillers.
After a while he spots them and browses the offer with
his eyes. He decides on some children’s chewable tablets,
strawberry fl avored, and walks to the till.
The girl at the till is in her mid twenties, blonde hair, pale
skin, large eyes, fl at chest. She scans customer’s products with
a bored look. Beep, beep, beep. She scans Peter’s painkillers
and looks up.
“$12,90” she says, then stops and stares.
Peter hands her a twenty dollar note and smiles. She looks
at him for a moment, confused, then relaxes and smiles,
takes the note from his hand, gives him the change and says
“Have a good day Pan!”
Peter walks over to his bike and unlocks it. He thinks
about the girl of the cash register. He wishes she could be his
Tinkerbell, and they could live in the forests of Neverland.
He rides his bike back and he wishes, and dreams, and smiles
and dreams... *
Peter è seduto sul tavolo in cucina e sta lentamente
sorseggiando un bicchiere di latte. Alla fi ne se lo scola tutto
d’un fi ato e lo posa. L’aria è fresca dopo la pioggia della notte
precedente. Peter fa un respiro profondo e sorride, con un bel
paio di baffi di latte stampati sulle labbra. Si alza dal tavolo
e va verso il lavandino dove sciacqua il bicchiere, poi si
asciuga le mani e si dirige in salotto. La casa è ordinata e
silenziosa. Una casetta in un quartiere residenziale nell’Ohio.
Gli scaffali sono pieni di racconti per bambini e sopra alla
televisione c’è un’enorme pittura ad olio dell’Isola che
non c’è. Peter ha sempre sognato di poter saltare dentro
al quadro ed entrare nell’Isola che non c’è. Corre e si butta
sul sofà, leggero come una ballerina. Il piede va a colpire
il telecomando e Peter caccia un gridolino. Si china per
massaggiarsi il ditone.
Le scale scricchiolano mentre sale verso la sua camera.
Una camera dipinta di verde, in cui tutto è in tema
con la storia di Peter Pan, dalle lenzuola al paralume
di Campanellino. Apre l’armadio e pesca uno dei suoi
coloratissimi costumi. Ne ha di blu, di rossi e di rosa, ma la
maggior parte è verde. Seduto sul letto Peter prende in mano
le calzamaglie brillanti e se le infi la, srotolandole su per le
gambe. La camicia che si è confezionato da solo gli scende
sulle cosce, con dei fru-fru penzolanti. Ha un cinturone nero
con la fi bbia dorata ben stretto in vita e un paio di Converse
verdi per coronare il tutto. Peter si guarda allo specchio a
gambe larghe e con le mani in vita. Esclama “Ah!” con un
gridolino e s’incammina verso il salotto.
Si siede e accende il computer portatile. Lo schermo
prende vita mentre un Peter Pan volante gli sorride dal
desktop. Peter comincia il tran-tran quotidiano. Lavora come
freelance e questo è buono perché gli permette di scegliere
i suoi orari e di sottrarsi allo sfottio dei colleghi. Non ha un
bel ricordo della sua ultima esperienza. Ora ha meno soldi,
ma è più felice e, dopo tutto, a cosa serve un mucchio di
soldi quando sei già una persona felice?
Attualmente sta lavorando al progetto di un sito web per
una casa farmaceutica. Peter lavora un paio d’ore, poi smette
per un secondo di compilare codici e si sfrega la fronte. Ha un
lieve mal di testa, così si alza dalla sedia per andare in bagno.
Il bagno è piccolo, con una vasca assurdamente grande in un
angolo. È Peter ad averla fatta costruire apposta. Adora fare
dei lunghi bagni e giocare con la schiuma. Apre l’armadietto
sopra il lavandino e guarda dentro. L’armadietto è stracolmo:
spazzolino da denti, bicchiere, dentifricio, crema idratante,
schiuma da barba, dopobarba, sciroppo per la tosse di Winnie
the Pooh, sonniferi, cerotti, Guttalax, vitamina C... Li tira fuori
uno ad uno alla ricerca degli antidolorifi ci, mentre il rifl esso
della sua immagine diventa poco a poco visibile, oggetto
dopo oggetto, sulla parete a specchio dell’armadietto.
Improvvisamente si ricorda di aver fi nito gli antidolorifi ci
qualche settimana prima. Sospirando, torna in salotto. Ma
prima di spegnere il computer salva il lavoro, chiamandolo
“File dei bambini sperduti”. A Peter piace mettere un po’ del
suo mondo in tutti i suoi lavori.
Chiude a chiave la porta e va in garage, dove prende
la bici, una mountain bike verde con una bandierina di
Campanellino che svetta dal manubrio. Salta in sella e pedala
giù per la strada. Dietro l’angolo c’è un gruppetto
di ragazzini che fa skateboard. Mentre si avvicina, uno
di loro, avvistandolo, dà una pacca sulla spalla all’amico.
“Yuhuh! Non hai mica due grammi di polvere magica?”,
urla il ragazzetto con i capelli verdi.
Peter gira lo sguardo serrando i pugni.
Arriva alla farmacia e chiude la bici con il lucchetto.
Entrando, incrocia una madre e un bambino piccolo.
Il bimbo si mette a indicarlo e sorride.
“Guarda mamma!”. Peter lo ricambia con un sorriso
e continua a camminare. Gira intorno agli scaffali alla
ricerca degli antidolorifi ci. Dopo averli adocchiati, passa
rapidamente in rassegna l’offerta con lo sguardo. La scelta
cade su delle compresse masticabili per bambini al gusto
di fragola e si dirige verso la cassa.
La ragazza alla cassa ha una ventina d’anni, capelli
biondi, carnagione slavata, occhi grandi, seno piatto. Fa
scorrere rapidamente i prodotti sul lettore ottico con un’aria
annoiata. Bip, bip, bip. Fa scorrere gli antidolorifi ci di Peter
sul lettore e alza lo sguardo.
“12 e 90” dice, ma poi si ferma a fi ssarlo.
Peter le allunga un biglietto da venti e sorride. Lei lo
guarda per un momento, interdetta, poi si rilassa e sorride,
prende la banconota dalle sue mani, gli dà il resto e dice
“Buona giornata Pan!”.
Peter raggiunge la sua bici e apre il lucchetto. Pensa alla
ragazza della cassa. Quanto vorrebbe che diventasse la sua
Campanellino, potrebbero vivere nelle foreste dell’Isola che
non c’è. Inforca la bici, riparte e si mette a fantasticare e
a sognare e a sorridere e a sognare... *
06/07