Lucidi lezioni 19 - Dipartimento di Economia Politica
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Il Big Push<br />
Lezione <strong>19</strong><br />
29 aprile 2013<br />
1
Perché il modello standard<br />
non funziona più?<br />
Con i settori e le tecnologie della seconda<br />
rivoluzione industriale si presentano due nuovi<br />
vincoli:<br />
• la <strong>di</strong>mensione minima efficiente<br />
• la <strong>di</strong>mensione dei mercati (quanto è grande la<br />
domanda interna?)<br />
Ciò spiega perché nei paesi a industrializzazione tar<strong>di</strong>va<br />
il modello import substitution non funzioni come in<br />
passato<br />
• L’America Latina (p.es. Argentina e Brasile)<br />
2
L’America Latina<br />
Il caso esemplifica i limiti del modello standard durante<br />
il Novecento<br />
La “teoria della <strong>di</strong>pendenza” [Prebish, <strong>19</strong>50] indusse<br />
ad adottare il modello <strong>di</strong> industrializzazione importsubstitution<br />
(tariffe, investimenti esteri, banche per<br />
lo sviluppo, trasferimenti <strong>di</strong> tecnologia, istruzione)<br />
ma con effetti opposti alle attese, per effetto della<br />
ridotta <strong>di</strong>mensione dei mercati interni e per mancato<br />
conseguimento delle economie <strong>di</strong> scala<br />
3<br />
• impianti inefficienti > minor produttività > minor<br />
red<strong>di</strong>to
L’industria dell’auto in<br />
America Latina<br />
L’industria dell’auto in Argentina (o anche in<br />
Brasile) negli anni <strong>19</strong>50s-<strong>19</strong>70s è un buon<br />
esempio <strong>di</strong> quanto incidesse l’evoluzione<br />
della tecnologia:<br />
4<br />
• <strong>19</strong>60s: impianti MES (minimum efficient<br />
size) per produrre auto imponevano circa<br />
200000 vetture/anno<br />
• la legislazione (<strong>19</strong>59) restringe l’import, ma<br />
le ca <strong>19</strong>5000 vetture prodotte (<strong>19</strong>65) sono<br />
<strong>di</strong>vise tra 13 imprese (max 57000)
Un gap crescente<br />
L’inefficienza della produzione <strong>di</strong> auto (ma<br />
anche <strong>di</strong> acciaio e prodotti petrolchimici) che<br />
pesa per il 10% del PIL trascina verso il<br />
basso la produttività me<strong>di</strong>a<br />
e, con essa, i red<strong>di</strong>ti reali contribuendo a ridurre<br />
ulteriormente la <strong>di</strong>mensione del mercato<br />
interno<br />
5<br />
• nel <strong>19</strong>50 il gap tra paesi ricchi e paesi poveri è<br />
aumentato<br />
• non solo un problema <strong>di</strong> K/N ma anche <strong>di</strong><br />
MES
Le economie <strong>di</strong> scala<br />
e il Big Push<br />
Le economie <strong>di</strong> scala <strong>di</strong>ventano un vincolo<br />
cogente per le economie emergenti:<br />
• la bassa crescita delle economie latinoamericane<br />
precede la crisi finanziaria dei<br />
primi <strong>19</strong>80s<br />
La scala minima efficiente con<strong>di</strong>ziona le<br />
strategie <strong>di</strong> industrializzazione e crescita<br />
dopo il <strong>19</strong>10<br />
6<br />
• The Westerners aumentano quin<strong>di</strong> le <strong>di</strong>stanze,<br />
ma alcuni riescono a ridurle (J, Sud Korea,<br />
Taiwan, USSR
Che cos’è il Big Push?<br />
Il Big Push è una strategia alternativa al modello<br />
import-substitution<br />
Il maggior <strong>di</strong>vario <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to/produttività iniziale<br />
deve essere compensato da più alti tassi <strong>di</strong><br />
crescita del pil pro capite (ca 6%) per ottenere<br />
catch up<br />
Il Big Push prevede l’anticipazione degli<br />
investimenti me<strong>di</strong>ante forme <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />
e/o pianificazione<br />
• anche prima che la filiera tecnologica sia completa<br />
7
L’Unione Sovietica<br />
Un caso <strong>di</strong> successo parziale (pre <strong>19</strong>80)<br />
Il Big Push (sovietico) è conseguito me<strong>di</strong>ante<br />
pianificazione accentrata (Stato) degli<br />
investimenti in settori:<br />
• ad alta intensità <strong>di</strong> capitale, trasferendo<br />
tecnologia, senza vincoli finanziari<br />
La NEP (Stalin, <strong>19</strong>28) implica<br />
industrializzazione a <strong>di</strong>scapito dei consumi<br />
privati<br />
8
Soviet + elettrificazione<br />
L’economia <strong>di</strong> piano sovietica concentra gli<br />
investimenti nei settori pesanti (dal 9%/PIL<br />
nel <strong>19</strong>28 al <strong>19</strong>% nel <strong>19</strong>38)<br />
La creazione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> impianti (siderurgia +<br />
elettricità) efficienti alza la produttività e il<br />
living standard (ca 20%)<br />
9<br />
<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> istruzione e sanità (capitale<br />
umano)<br />
nonostante l’alta mortalità<br />
(collettivizzazione + IIWW)
Un modello “rigido”<br />
Le politiche <strong>di</strong> crescita producono risultati<br />
positivi nei settori pesanti, ad alta intensità <strong>di</strong><br />
capitale e tecnologia<br />
• anche per mancanza <strong>di</strong> vincoli nell’offerta <strong>di</strong><br />
capitale e lavoro (surplus labour economy)<br />
La crescita del red<strong>di</strong>to pro capite si spiega<br />
però anche con la riduzione del tasso <strong>di</strong><br />
natalità (effetto dell’istruzione femminile)<br />
Il fallimento attribuito a una pluralità <strong>di</strong> fattori:<br />
10<br />
• rigi<strong>di</strong>tà della pianificazione, fine della SLE…
Il Giappone “rich country”<br />
Dopo la IIWW il Giappone rinuncia a dotarsi <strong>di</strong><br />
“strong army” e si concentra sugli obiettivi<br />
economici<br />
La strategia è incentrata sul coor<strong>di</strong>namento<br />
degli investimenti (MITI) e sulla sostituzione<br />
delle tecnologie obsolete con tecnologie<br />
avanzate e impianti <strong>di</strong> scala efficiente<br />
• alti tassi <strong>di</strong> investimento (ca 30%/PIL in <strong>19</strong>70s)<br />
• alti tassi <strong>di</strong> crescita 5,9%/anno <strong>19</strong>50-<strong>19</strong>90<br />
11
L’industrializzazione giapponese<br />
La strategie giapponese consiste nell’adattare<br />
i propri fattori alle tecnologie più avanzate<br />
• vs adattare la tecnologie ai propri fattori<br />
La politica <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> scala<br />
efficiente si basa sul principio green field<br />
12<br />
• aumenta l’efficienza della produzione (+ just<br />
in time) nei settori della seconda riv. ind.<br />
(auto, acciaio, cantieristica)<br />
• il Giappone supera gli impianti USA in <strong>19</strong>70s
Il Big Push in Giappone: come?<br />
Il Big Push richiede il superamento <strong>di</strong><br />
alcuni vincoli:<br />
13<br />
• come conseguire la scala efficiente? La<br />
strategia green field sites (capital<br />
intensive + high tech)<br />
• chi consuma l’acciaio? un’industria<br />
automobilistica efficiente in scala (Honda,<br />
Toyota)<br />
• chi consuma auto? un sistema <strong>di</strong> relazioni<br />
industriali peculiare aumenta i red<strong>di</strong>ti +<br />
export (auto, acciaio, navi, high tech)
A lost decade?<br />
L’alta crescita del Giappone si esaurisce<br />
con la bolla speculativa del <strong>19</strong>91<br />
Ma il Giappone avrebbe potuto crescere<br />
ancora a tassi superiori?<br />
Difficile, improbabile, forse no<br />
14<br />
• il catching up è il frutto <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong><br />
investimento e trasferimento tecnologico<br />
• una volta raggiunto il paese leader la<br />
crescita <strong>di</strong>pende dalla variazione della<br />
frontiera tecnologica, più lenta per<br />
definizione
La Cina<br />
La Corea del Sud e Taiwan seguono il<br />
modello giapponese <strong>di</strong> Big Push<br />
• con uno o due decenni <strong>di</strong> ritar<strong>di</strong> la Corea<br />
del Sud sostituisce il Giappone in molti<br />
settori<br />
I casi <strong>di</strong> successo delle Tigri asiatiche sono<br />
oscurati dall’alta crescita dell’economia<br />
cinese post <strong>19</strong>78<br />
Hanno contato solo le riforme economiche?<br />
15
Un approccio “gradualista”<br />
La pianificazione “maoista” (<strong>19</strong>49-<strong>19</strong>78)<br />
• la crescita del pil pro capite non consente il<br />
catch up (2,4% in me<strong>di</strong>a)<br />
• si basa su una politica <strong>di</strong> pianificazione degli<br />
investimenti simile a quella sovietica<br />
Le riforme <strong>di</strong> mercato (<strong>19</strong>78), non una<br />
“shock therapy”<br />
16<br />
• si stimola la produzione eccedente gli obiettivi<br />
• si crea un sistema alternativo alla<br />
collettivizzazione
L’economia “socialista <strong>di</strong><br />
mercato”<br />
Le riforme economiche (<strong>19</strong>92) hanno<br />
promosso<br />
17<br />
• l’iniziativa privata (animal spirits)<br />
• riorganizzato le imprese pubbliche (con<br />
riduzione degli occupati per ottenere<br />
maggiore produttività)<br />
• zone economiche speciali (fascia<br />
meri<strong>di</strong>onale)<br />
• ma anche: politiche <strong>di</strong> cambio e jointventures<br />
cum FDIs
Un’economia <strong>di</strong> mercato?<br />
Il successo dell’economia cinese <strong>di</strong>pende<br />
però anche da precedenti politiche<br />
18<br />
• la crescita della produzione in agricoltura<br />
<strong>di</strong>pese anche dalle tecnologie introdotte in<br />
precedenza (acqua, fertilizzanti, varietà <strong>di</strong> riso<br />
IR-8)<br />
• un adattamento della tecnologia ai fattori<br />
specifici dell’economia cinese (vs In<strong>di</strong>a)<br />
• gran<strong>di</strong> impianti nei settori capital intensive<br />
• istruzione e investimenti in R&D<br />
• ridotto tasso <strong>di</strong> natalità e bassa mortalità
<strong>19</strong><br />
La formazione dell’Europa:<br />
continuità, declino e ripresa<br />
Lezione 20<br />
30 aprile 2013
La continuità dell’Europa<br />
Come si spiega la continuità geo-economica<br />
dell’Europa, nonostante l’alta conflittualità<br />
politica e militare interna?<br />
Dopo la caduta dell’Impero Romano entra in una<br />
lunga fase <strong>di</strong> segmentazione politica e<br />
conflittualità endemica, ma mantiene il<br />
carattere <strong>di</strong> regione <strong>di</strong>stinta per cultura e<br />
istituzioni:<br />
• Impero Romano tende a coincidere con l’EU<br />
• Impero Carolingio con il nucleo del MEC/EU<br />
20
L’Europa commercia, dunque<br />
esiste!<br />
Una spiegazione: il commercio come forza<br />
coesiva della continuità europea<br />
L’intensità degli scambi commerciali <strong>di</strong>pende<br />
da: i) prossimità e ii) similarità<br />
Un’economia maggiore esercita una “forza<br />
gravitazionale” [Tinbergen, <strong>19</strong>62] sui flussi <strong>di</strong><br />
scambio (i)<br />
Lo scambio <strong>di</strong> beni porta con sé scambio <strong>di</strong> lingua,<br />
cultura, <strong>di</strong>ritto, preferenze, tecnologia (ii)<br />
21<br />
• con effetti si con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> tecnologia e livelli <strong>di</strong><br />
red<strong>di</strong>to
L’effetto <strong>di</strong>stanza (confine)<br />
La <strong>di</strong>stanza dall’economia che genera i flussi<br />
determina i limiti dell’area regionale,<br />
contiene la similarità culturale/istituzionale<br />
La forza <strong>di</strong> gravitazione dell’economia core sui<br />
margini si attenua, non genera commercio<br />
22<br />
• <strong>di</strong>muisce anche la forza del fattore similarità<br />
• le <strong>di</strong>fferenze nei livelli <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to, tecnologia,<br />
assetti istituzionali, moneta, lingua e cultura<br />
costituiscono barriere agli scambi<br />
• un’economia periferica tende a rimanere povera,<br />
esclusa da sapere e istituzioni delle aree ricche
Le barriere e i confini<br />
I costi <strong>di</strong> transazione aumentano in<br />
assenza <strong>di</strong> similarità <strong>di</strong> sistemi legali e<br />
monetari<br />
23<br />
• si creano confini che sono altrettante<br />
barriere agli scambi<br />
• il commercio tende a <strong>di</strong>minuire al<br />
crescere delle <strong>di</strong>stanze dall’economia<br />
Core (C)<br />
• > la curva dei costi <strong>di</strong> scambio comporta una<br />
<strong>di</strong>minuzione dei volumi scambiati
Carlo Magno e Maometto<br />
L’occupazione musulmana della penisola<br />
iberica (VIII-XI sec.) avrebbe creato una<br />
<strong>di</strong>visione culturale e religiosa [Pirenne, <strong>19</strong>37]<br />
• i flussi commerciali si sarebbero spostati<br />
verso Nord, con un declino nel Me<strong>di</strong>terraneo<br />
• per effetto della <strong>di</strong>fferenza nei gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> fiducia<br />
e nei sistemi <strong>di</strong> enforcement dei contratti<br />
• (probabilmente, in realtà, l’Europa era poco<br />
interessante per il ricco Nord Africa arabo per<br />
attivare flussi commerciali consistenti)<br />
24
Importing<br />
Country<br />
Exporting<br />
country<br />
Un pattern <strong>di</strong> lungo periodo:<br />
Intra – European trade and trade with ROW (Rest of the<br />
World), in year 2005. Percent of total trade<br />
Un effetto <strong>di</strong> self-reinforcing mechanisms<br />
EU25<br />
Norway<br />
Switzerland<br />
25<br />
Denmark France Germany Italy Netherlands Spain Sweden<br />
United<br />
Kingdom<br />
Denmark 76% 5% 18% 3% 5% 3% 13% 9% 24%<br />
France 67% 1% 15% 9% 4% 10% 1% 8% 33%<br />
Germany 72% 2% 11% 7% 4% 5% 2% 8% 28%<br />
Italy 65% 1% 13% 14% 2% 8% 1% 7% 35%<br />
Netherlands 82% 2% 9% 25% 6% 4% 2% 9% 18%<br />
Spain 76% 1% 20% 12% 9% 3% 1% 9% 24%<br />
Sweden 72% 7% 5% 11% 4% 5% 3% 8% 28%<br />
United<br />
Kingdom<br />
67% 1% 10% 12% 5% 7% 6% 2% 33%<br />
ROW
Dopo il declino dell’Europa<br />
Con la caduta dell’Impero Romano l’economia<br />
europea perde infrastrutture, città, red<strong>di</strong>to e<br />
intensità nei commerci (vs Me<strong>di</strong>terraneo)<br />
• il core dell’economia europea tende a<br />
spostarsi verso le aree nord-occidentali<br />
La ripresa dell’economia europea si avverte<br />
dopo l’XI sec.<br />
26<br />
• crescita demografica, minore insicurezza, reti<br />
<strong>di</strong> trasporto, moneta e mercati
Da dove arriva la crescita<br />
dell’Europa pre-industriale?<br />
Le economie preindustriali <strong>di</strong>pendono da<br />
scarsa conoscenza (“trial and error”) e da<br />
poco capitale fisico (e capitale umano)<br />
L’aumento del red<strong>di</strong>to pro capite può quin<strong>di</strong><br />
derivare dalla specializzazione del lavoro,<br />
dal “learning by doing”, dagli scambi tra aree<br />
con <strong>di</strong>fferente dotazione <strong>di</strong> risorse e clima<br />
27<br />
• La <strong>di</strong>visione del lavoro produce maggiore<br />
efficienza me<strong>di</strong>ante specializzazione e<br />
learning by doing [Smith, 1776]
Che cosa produce la <strong>di</strong>visione<br />
del lavoro?<br />
La <strong>di</strong>visione del lavoro <strong>di</strong>pende dal costo<br />
opportunità (decrescente) sostenuto dal<br />
rinunciare al bene in cui ci si specializza<br />
La <strong>di</strong>visione del lavoro stimola forme <strong>di</strong><br />
learning by doing che rappresentano una<br />
forma endogena <strong>di</strong> progresso tecnico<br />
La specializzazione (vs autarchia)<br />
consente <strong>di</strong> avere più quantità dei beni<br />
scambiati per tutti, mutuo vantaggio<br />
• Weaver Family & Farmer Family<br />
28
Decreasing opportunity costs (solid black line)<br />
versus increasing<br />
Cloth<br />
There are two ways to go<br />
from autarky along the solid<br />
curve: you either specialize in<br />
food or in cloth-production.<br />
Food
Consumption possibilities increase with<br />
specialization
La specializzazione del lavoro<br />
e la <strong>di</strong>mensione della domanda<br />
La specializzazione del lavoro tende<br />
storicamente ad aumentare, ma è<br />
soggetta a fluttuazioni connesse alla<br />
<strong>di</strong>mensione del mercato [Smith, 1776]<br />
tende quin<strong>di</strong> a essere funzione della<br />
<strong>di</strong>namica demografica (domanda<br />
aggregata), ossia <strong>di</strong><br />
• or<strong>di</strong>ne politico e sociale, fiducia<br />
• efficienza dei sistemi <strong>di</strong> trasporto<br />
• esistenza <strong>di</strong> mercati e sistemi <strong>di</strong><br />
pagamento<br />
31
DofL e progresso tecnico<br />
32<br />
Le economies of repetition and practice<br />
aumentano il prodotto per unità <strong>di</strong> lavoro<br />
• ma non possono essere trasferite da una<br />
generazione all’altra<br />
DofL stimola learning by doing knowledge<br />
• una forma endogena <strong>di</strong> progresso tecnico<br />
trasferibile<br />
> La specializzazione del lavoro e le istituzioni<br />
favorevoli producono perciò innovazione<br />
tecnologica endogena
La regressione tecnologica è però<br />
possibile<br />
Output per Worker<br />
y C<br />
y D<br />
y B<br />
y A<br />
dl<br />
D<br />
A, D<br />
A<br />
dl<br />
B<br />
B, C<br />
K’<br />
K<br />
Division of Labour
La ripresa economica<br />
europea<br />
Dal XI sec. l’economia europea torna a<br />
crescere in un contesto favorevole<br />
alla ripresa degli scambi <strong>di</strong> mercato<br />
34<br />
• popolazione<br />
• sistema monetario<br />
• trasporti<br />
• urbanizzazione<br />
• tecnologia
La popolazione europea nel lungo periodo<br />
35
Il red<strong>di</strong>to pro capite (<strong>19</strong>90 GK $)<br />
(Centr<br />
e-<br />
North Holland/<br />
Engla 12 W.<br />
Aust Belgi Denm Finla Franc Germ ) Netherla Norw Swe Switzer nd/G Europ Irela Gree Portu Spai<br />
ria um ark nd e any Italy nds ay den land B/UK e nd ce gal n<br />
1<br />
730<br />
600 600 800 600 600 800 600 600<br />
1000<br />
1150<br />
757<br />
1280 677<br />
1300 1.620 742 864<br />
1348 1.515 876 786 907<br />
1400 1.751 1.<strong>19</strong>5 1.099 8<strong>19</strong><br />
1450 1.373 1.076<br />
1500 1.467 1.146 1.533 1.454 1.086 846<br />
1550 1.512 1.798 995 1.058 1.142<br />
1570 1.459 1.432 1.032 1.111 910<br />
1600 1.589 807 1.363 2.662 761 1.082 1.164 892<br />
1650 1.445 948 1.398 2.691 966 925 687<br />
1700 1.375 939 1.476 2.105 1.340 1.513 975 814<br />
1720 1.281 1.703<br />
1750 1.361 1.050 1.533 2.355 973 1.695 1.248 783<br />
1775 970 1.816<br />
1800 986 1.363 2.609 857 2.097 1.024 916<br />
36
Urbanization ratios increase