vita nostra vita nostra - Parrocchia di Bedizzole

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Vita della Parrocchia 20 vita nostra Cosa vuol dire essere padri oggi? Fino a qualche decennio fa, la figura del padre era culturalmente molto diversa da come viene vissuta oggi. Il padre era una figura poco presente nella vita dei figli, dedita al proprio lavoro e molto autoritario. Questo è l’esempio che la maggior parte dei padri moderni hanno avuto nella loro vita. Oggi però questa figura non esiste quasi più e anzi viene (giustamente) richiesto a noi padri di essere parte attiva nella gestione familiare e soprattutto nella crescita dei nostri figli. Ci viene chiesto di essere educatori attenti e presenti. Per questo, per noi padri apprendisti, è utile un confronto tra noi e anche con persone che fanno della pedagogia e della psicologia la loro professione, per imparare a capire cosa vuol dire essere padre e cosa davvero serve ai nostri figli per diventare grandi, maturi, liberi e forti. Questo è il tema affrontato dal professor Osvaldo Poli all’incontro tenuto presso la scuola elementare “Maddalena di Canossa” all’interno del progetto educativo che ogni anno le madri ci propongono. Educatori attivi ma non solo, capaci di intervenire al momento giusto. Ma qual è il momento giusto? Secondo il professor Poli la figura paterna diventa fondamentale con l’arrivo dell’adolescenza. Fino ad allora il nostro compito è quello di sostenere le “fatiche”delle nostre mogli, che per sensibilità e capacità sono sicuramente più adatte ad accogliere e accompagnare la crescita dei nostri figli nei primi anni di vita. Nell’adolescenza però la fermezza e il potere educativo femminile è come se venisse meno, per far spazio a chi fino ad allora era rimasto in panchina. Come in una partita arriva il secondo tempo ed è allora che noi Papà apprendisti padri siamo chiamati a scendere in campo. Non come amici, ma come educatori capaci di crescere i nostri figli insegnando loro che giustizia e verità sono i valori a cui non si può rinunciare per diventare uomini liberi. Essere maturi non significa essere autonomi ma persone che si assumono le responsabilità delle proprie azioni alla luce della verità, anche quando questo comporta ammettere i propri limiti e sbagli. Educare i nostri figli vuol dire anche insegnare loro che l’impegno, la disciplina, la fatica e il sacrificio sono necessari per riuscire a raggiungere gli obiettivi che ognuno si prefigge; senza sforzo non si ha una vera soddisfazione e non si riesce a dare il giusto valore alle cose. Dobbiamo essere capaci di mettere i nostri ragazzi di fronte alla fatica di dover scegliere chi vogliono essere, come studenti, come figli, come amici, come giocatori della loro partita, senza sostituirci nelle loro scelte, senza tirarli o spingerli ma solo sostenendoli quando anche loro decideranno liberamente di portare le piccole e grandi croci della vita. A volte potrebbe sembrare faticoso ma auguro a tutti gli uomini di diventare padri, per poter assaporare la grande soddisfazione che questo ruolo ci regala. Un padre apprendista
Un girotondo nel tempo Quando gli adulti comprendono l’elevazione spirituale dei bambini, quando come loro vedono il tutto nel niente, sanno costruire grandi cose. Una simile elevazione si respira nella Scuola Primaria “Maddalena di Canossa” di Bedizzole. All’entrata si è come rapiti nell’incanto di una scena: dal soffitto, adagiati alle pareti, si stendono lunghi drappi verticali colorati di verde Serenità e giallo Calore e celeste Cielo e rosso Amore e bianco Luce, che fanno da sfondo ad un grosso cilindro posato sul pavimento rivestito in alto dall’azzurro del Mare e tutto intorno da un blu intenso, quello di certe notti, di notti di tempi lontani, di una notte in particolare quando l’Universo sembrò immobilizzarsi per alcuni fulgidi istanti per poi riprendere un ritmo luminoso nel corso dei secoli. Sulla base azzurra del mare imperano i cinque continenti, ogni continente è colmo di svariate statuine, eccelsi simboli di ogni realtà, ruotanti attorno ad un’ umile capanna in cui albergano due genitori, un padre amorevole e una madre dolcissima, inchinati teneramente verso un bimbo speciale, un Bimbo-Spirito e Padre di quell’Universo che continua a ruotare… E poi un bue, un asinello che raccontano una storia lunga millenni e… una luce che da quella capanna ancora irradia ogni pensiero emanando amore vero, gioia piena su ogni essere umano … umile o superbo! Come la Vita, un infinito ondeggiare: l’Africa dona i suoi colori e i balli dei villaggi; l’America innalza i suoi popoli, i più veri, nella pace della loro Terra; l’Australia presenta i suoi aborigeni tra boomerang e canguri; l’Asia invita alla meditazione invocando l’agognata serenità; l’Europa mostra con orgoglio momenti salienti della sua grande storia. Grandi e piccoli ruotano nei secoli dei secoli attorno ad un solo punto di riferimento; non c’è grandezza e umiltà che conti davanti ad un Dio-Amore. Ognuno vale allo stesso modo: grandi della Terra, che spesso si sentono onnipotenti, e piccoli, che spesso hanno tanta paura ma con la fede rinascono… Davanti ad un Dio-bambino tutti siamo uguali e fondamentali. Su quel girotondo, nella nostra immaginazione, proiettati nel futuro e sempre più cittadini del mondo, volteggiano i nostri bambini che, prima o poi, prenderanno il volo alla ricerca di stimoli nuovi, viaggeranno risucchiati da tante accattivanti esperienze! Mentre i continenti scorrono, pura commozione accarezza il nostro cuore e ci auguriamo che i nostri figli non perdano mai di vista la vera luce di quel bimbo conosciuto quando erano bambini… Proprio così: si respira l’atmosfera Vita della Parrocchia di un viaggio lungo Duemila anni e strettamente vincolato alla tematica didattica del “Giro del mondo in ottanta giorni”, classico della letteratura internazionale scelto per tutti gli alunni della scuola, un viaggio come metafora di una vita spesa bene alla luce della sensibilità e della tolleranza verso il prossimo. Dall’intreccio di piramide didattica e ricerca religiosa è nato una strabiliante impalcatura pedagogica: un meraviglioso viaggio tra i continenti in un girotondo infinito in cui ogni popolo è protagonista insieme agli altri! Indubbiamente la Scuola ha saputo creare una porzioncina di Cielo. Davanti a tanta aridità cui assistiamo quasi inermi ogni giorno in un mondo ingrato, anche una porzioncina solleva anima e cuore. Tutti hanno saputo donare! Pensiamo a Mr. Fogg! Anche lui dona il suo amore dopo un viaggio rocambolesco e sa di aver guadagnato molto di più, non si è mai arreso, ma ha capito l’essenza della Vita: non scoraggiarsi, aiutare chi è nel bisogno, andare alla ricerca del nuovo, non annoiarsi mai! Chi ha lavorato realizzando questo capolavoro sa che l’insegnamento non è una semplice trasmissione di sapere. Insegnare è suscitare curiosità, è creare uno spirito nuovo in chi ascolta, è evitare le vie della noia e della monotonia, è trasmettere luminosità, è rinnovare il sapere con la freschezza gioiosa dei bambini… perché “In eorum novitate innovamur!”. Adulti e bambini hanno costruito insieme un girotondo d’amore intorno al mondo in cui la chiave d’oro per aprire le danze è: “Gesù… salvezza per ogni “uomo”…. Parole di Vita che dominano su tutta la scena, trascritte su un magico striscione con arte quasi celestiale e sospese in alto da due angeli “invisibili”, gli stessi di quella notte di oltre Duemila anni fa… individuati con gli occhi dell’amore e dell’innocenza infantile. E’ stato bellissimo rivederli! Una mamma vita nostra 21
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