Giancarlo Conti. Raccomandazione n9 - Agenzia Regionale Sanitaria
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Centro <strong>Regionale</strong> Gestione Rischio Clinico<br />
CORSO DI FORMAZIONE REGIONALE<br />
“SICUREZZA DEL PAZIENTE E GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO”<br />
– modulo modulo 4 4 –<br />
<strong>Raccomandazione</strong> n.9 n.9<br />
LA SICUREZZA DEI DISPOSITIVI<br />
MEDICI/APPARECCHI ELETTROMEDICALI<br />
26 26 APRILE APRILE 2010, 2010, PALAZZO PALAZZO RAFFAELLO RAFFAELLO –– ANCONA ANCONA<br />
ing.G.<strong>Conti</strong> (ASUR-ZT3, SS-GRTS)<br />
ing.M.Orlandi (ASUR-ZT11)<br />
ing.A.Pianosi (ASUR-DG)<br />
1
Sommario<br />
1. LA CULTURA DEL RISCHIO - NORME E LEGGI<br />
1. Ai tempi del sistema autorizzativo<br />
2. La rivoluzione del nuovo approccio<br />
2. IL RISCHIO E LE ISTITUZIONI SANITARIE<br />
1. L’evoluzione culturale e normativa<br />
2. L’ingegneria clinica<br />
3. LA RACCOMANDAZIONE N.9<br />
4. GLI INCIDENTI (ing.Antonella Pianosi)<br />
1. La cronaca<br />
2. Case study<br />
5. LA VIGILANZA (ing.Marco Orlandi)<br />
6. Q/A - CONCLUSIONI<br />
2<br />
I<br />
II<br />
III<br />
IV<br />
V
Centro <strong>Regionale</strong> Gestione Rischio Clinico<br />
CORSO DI FORMAZIONE REGIONALE<br />
“SICUREZZA DEL PAZIENTE E GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO”<br />
PARTE I<br />
• LA CULTURA DEL RISCHIO - NORME E<br />
LEGGI<br />
• Ai tempi del sistema autorizzativo<br />
• La rivoluzione del nuovo approccio<br />
6
La cultura del rischio: cenni storici<br />
• L.1070 del 23/06/1927<br />
• Registrazione e controllo dell’ “armamentario” del medico<br />
• Testo Unico delle Leggi Sanitarie (1934)<br />
• presidi medico-chirurgici<br />
• 1) pessari;<br />
• 2) irrigatori, docce, siringhe, insufflatori vaginali; cannule vaginali;<br />
• 3) disinfettanti, battericidi, germicidi<br />
• 4) apparecchi di contenzione di ernie intestinali e di organi<br />
addominali.<br />
• elenco sintetico ma integrabile (con decreto)<br />
• Sistema autorizzativo<br />
• Ministero dell’interno, Alto Commissariato per l’igiene e la<br />
sanità pubblica (1945), Ministero della sanità (1958)<br />
• 70 anni di integrazioni, registrazioni, autorizzazioni<br />
7
Sistema Autorizzativo<br />
• Difetti<br />
• Campo di applicazione scarsamente definito ed<br />
eterogeno<br />
• Lentezza nell’adeguamento rispetto alle esigenze del<br />
mercato – non tempestivo (rispetto all’innovazione)<br />
• Obbligo di registrazione e valutazione prima di<br />
commercializzare<br />
• Requisiti minimi di sicurezza scelti e valutati in modo<br />
discrezionale<br />
• Regolamento D.P.R. 13 marzo 1986, n. 128<br />
• Più chiara definizione di ‘presidio medico-chirurgico’<br />
• 3 GRUPPI classi<br />
• presidi chimici, dispositivi medici, diagnostici in vitro<br />
• Riferimento a normativa tecnica e omologazione<br />
8
La normativa tecnica: gli enti di normazione<br />
•AFNOR (Francia)<br />
•DIN (Germania)<br />
•ANSI (USA)<br />
•BSI (UK)<br />
9
La normativa tecnica: CEI CT62<br />
• CT 62: Apparecchiature elettriche per uso medico<br />
• 154 norme specifiche (62.xxx)<br />
• Norme Generali<br />
• 62.5 - Prescrizioni generali relative alla sicurezza fondamentale e<br />
alle prestazioni essenziali<br />
• Norme Collaterali<br />
• 62.51 - Prescrizioni di sicurezza per i sistemi elettromedicali<br />
• Norme Particolari<br />
• 62.13 - Norme particolari per la sicurezza dei defibrillatori cardiaci<br />
• Guide<br />
• 62.46 - Guida all'utilizzo dei defibrillatori cardiaci e defibrillatori<br />
cardiaci con monitor incorporato<br />
• 62.47 - Guida alle prove di accettazione e alle verifiche periodiche<br />
di sicurezza e di prestazione dei defibrillatori cardiaci con e senza 10<br />
monitor incorporato
La normativa tecnica: CEI 62.5 - III edizione<br />
Apparecchio elettromedicale<br />
Apparecchio elettrico, munito di non più di una<br />
connessione a una particolare rete di alimentazione<br />
destinato alla diagnosi, al trattamento o alla<br />
sorveglianza del paziente sotto la supervisione di un<br />
medico, e che entra in contatto fisico o elettrico col<br />
paziente e/o trasferisce energia verso o dal paziente<br />
e/o rivela un determinato trasferimento di energia<br />
verso o dal paziente. L’apparecchio comprende quegli<br />
accessori, definiti dal costruttore, che sono necessari<br />
per permettere l’uso normale dell’’apparecchio.<br />
11
La normativa tecnica: risk analysis<br />
• E’ il risultato di attività di analisi dei rischi<br />
• Identifica le specifiche tecniche di progettazione e<br />
costruzione in riferimento agli aspetti MINIMI di<br />
sicurezza, affidabilità e funzionalità<br />
• concetto tecnico di I e II guasto, il trasf.isolamento, la<br />
connessione di terra nei classe 1, il doppio isolamento<br />
nei classe 2<br />
• Non obbligatorietà (salvi i rari casi in cui la norma<br />
è di riferimento cogente)<br />
NESSUN RIFERIMENTO<br />
ALL’EFFICACIA !!!<br />
12
Il nuovo approccio: armonizzazione<br />
Risoluzione Consiglio CE 7 maggio 1985<br />
• Armonizzazione ai requisiti fondamentali in materia di<br />
sicurezza (le direttive comunitarie di prodotto)<br />
• Armonizzazione normativa (norme armonizzate alle<br />
direttive comunitarie di prodotto)<br />
• Non obbligatorietà della conformità alle norme<br />
• Norme Armonizzate e presunzione di conformità ai<br />
requisiti fondamentali (oppure…)<br />
• Dimostrazione di conformità ai requisiti fondamentali<br />
(efficacia e sicurezza Analisi dei Rischi)<br />
• Organismi notificati (marcatura CE)<br />
• Sistemi di Sorveglianza e Vigilanza<br />
13
Il nuovo approccio: pro & cons<br />
• Vantaggi<br />
• Rapida immissione in commercio dei prodotti<br />
• Libera circolazione in ambito comunitario<br />
• Responsabilizzazione del mercato - direttiva 85/374/CEE<br />
• Responsabilità per danno da prodotti difettosi<br />
• Responsabilità oggettiva del produttore<br />
• Onere della prova del danneggiato<br />
• Requisiti di efficacia – valutazione clinica<br />
• Gestione dei rischi e fascicolo tecnico<br />
• Obbligo di tracciabilità<br />
• Sistema di vigilanza: segnalazione di incidente (o<br />
mancato incidente)<br />
• Svantaggi<br />
• Scarso rigore (ad es. rispetto al mercato dei farmaci)<br />
14
Rispondenza ai requisiti essenziali<br />
16
Le direttive europee del settore<br />
90/385/CEE - Dispositivi medici impiantabili attivi<br />
(D.Lgs. 507/92)<br />
93/42/CEE - Dispositivi medici<br />
(D.Lgs. 46/97)<br />
90/79/CE - Dispositivi medico-diagnostici in vitro<br />
(D.Lgs 332/2000)<br />
17
93/42: Dispositivi medici (rev. 2007/47/CE)<br />
Qualunque strumento, apparecchio, impianto, software,<br />
sostanza o altro prodotto, utilizzato da solo o in combinazione,<br />
compreso il software destinato dal fabbricante ad essere<br />
impiegato specificamente con finalità diagnostiche e/o<br />
terapeutiche e necessario al corretto funzionamento del<br />
dispositivo, destinato dal fabbricante ad essere impiegato<br />
sull’uomo a fini di:<br />
•diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una<br />
malattia;<br />
•diagnosi, controllo, terapia, attenuazione o compensazione di<br />
una ferita o di un handicap;<br />
•studio, sostituzione o modifica dell'anatomia o di un processo<br />
fisiologico;<br />
•intervento sul concepimento,<br />
la cui azione principale voluta nel o sul corpo umano non sia<br />
conseguita con mezzi farmacologici né immunologici né<br />
mediante metabolismo, ma la cui funzione possa essere assistita 18<br />
da questi mezzi;
93/42: Dispositivi medici<br />
Circa 600.000 prodotti (255.000 in BD MinSalute)<br />
• Apparecchiature biomediche: hanno la<br />
caratteristica di essere bene durevoli, di avere<br />
necessità di collaudi, manutenzione, controlli<br />
periodici (TAC, elettrobisturi, laser<br />
chirurgici/terapeutici, …).<br />
• Strumentario: accessori (pinze, manipoli,..).<br />
• Materiale di consumo: pronto all’uso, monouso,<br />
pluriuso (lastre, piastre da elettrobisturi, siringhe,<br />
aghi, cateteri,…)<br />
• Protesi: stent, protesi d’anca, …<br />
• Software: RIS-PACS, LIS, CIS, EPR,…<br />
NEW<br />
19
Dispositivi medici & Apparecchiature EM<br />
Dispositivi medici e<br />
accessori<br />
(93/42)<br />
Medical device<br />
(FDA)<br />
Apparecchiature biomediche<br />
Apparecchiature<br />
elettromedicali<br />
(60601-1)<br />
Dispositivi medici<br />
diagnostici in vitro<br />
(98/79)<br />
20
93/42: Dispositivi medici<br />
• Stratificazione del rischio<br />
• Classi di rischio (I, Is, Im, IIa, IIb, III)<br />
• Differenziazione delle procedure per la certificazione<br />
21
Dispositivi medici: novità 2007/47 (dl 37/10)<br />
• Ergonomia e facilità di utilizzo<br />
• Maggiore valutazione clinica e dimostrazione di<br />
efficacia<br />
• Il software ‘stand-alone’ (tendenzialmene IIa)<br />
• RIS/PACS, LIS, CIS, …<br />
• EPR, cartella clinica (PROBLEMA!!!)<br />
• Attività del fabbricante per l’eliminazione o riduzione<br />
dei rischi (integrando la sicurezza nella<br />
progettazione e nella produzione) e la<br />
minimizzazione dei rischi che non possono essere<br />
eliminati (rischi residui).<br />
• Miglior definizione di ‘monouso’<br />
22
Risk Management: …noi non siamo soli<br />
23
Determinazione del livello di rischio: 14971<br />
R = P x D<br />
Matrice del<br />
Rischio<br />
Definizione<br />
Livelli di Rischio<br />
Rischio<br />
Accettabile<br />
1≤ R≤ 4 :<br />
nessun intervento<br />
Rischio Tollerabile<br />
6≤ R≤ 8 :<br />
interventi migliorativi<br />
a medio-breve<br />
termine<br />
Rischio Non<br />
Tollerabile<br />
9≤ R≤ 16 :<br />
24<br />
interventi migliorativi<br />
immediati
Strategie di riduzione del rischio<br />
25
Esempi di misure di controllo del rischio<br />
26
Centro <strong>Regionale</strong> Gestione Rischio Clinico<br />
CORSO DI FORMAZIONE REGIONALE<br />
“SICUREZZA DEL PAZIENTE E GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO”<br />
PARTE II<br />
• IL RISCHIO E LE ISTITUZIONI SANITARIE<br />
• L’evoluzione culturale e normativa<br />
• L’ingegneria clinica<br />
27
PRODUTTORI & UTILIZZATORI<br />
MANUTENTORE<br />
PRODUTTORE<br />
GESTIONE DEL<br />
RISCHIO<br />
UTILIZZATORE<br />
FORNITORE<br />
28
Le fonti di rischio<br />
elettrica (macroshock, microshock), meccanica<br />
(parti in movimento,…), da radiazioni ionizzanti<br />
(radiologie,…), da radiazioni non ionizzanti<br />
(RMN, laser,…), biologica (infezioni,<br />
contaminazioni,…), chimica (gas anestetici,<br />
tracimazioni,…), cancerogena (citofarmaci),<br />
acustica (litotritore,…), termica (incubatrice<br />
neonatale,…), informatica (virus, malaware,<br />
privacy, …), organizzativa (procedure,<br />
protocolli,…), operativa (utilizzo), ambientale (da<br />
interazioni esterne), …<br />
29
Le fonti di rischio: anche la mancanza!!!<br />
30
Le azioni delle istituzioni sanitarie<br />
• Crescente introduzione di tecnologie biomediche nei<br />
percorsi di prevenzione, diagnosi e cura<br />
• Maggiore consapevolezza dei vantaggi e dei rischi<br />
associati all’uso di tecnologie<br />
• Aumento di incidenti ed infortuni dove la tecnologia<br />
è direttamente od indirettamente coinvolta come<br />
causa principale o fattore coadiuvante<br />
• Responsabilità civile e penale<br />
• Aumenti dei costi relativi a risarcimenti e premi<br />
assicurativi<br />
31
La sicurezza ‘estesa’<br />
• Pazienti<br />
• Danno diretto (morte, peggioramento dello stato di salute)<br />
• Danno indiretto (diagnosi errata, terapia errata/inefficace)<br />
• Operatori<br />
• Infortunio<br />
• Responsabilità civile e penale<br />
• Ambiente<br />
• Inquinamento<br />
• Istituzioni<br />
• Danno erariale, risarcimenti, premi assicurativi<br />
• Perdita di immagine<br />
32
Incidenti e tecnologie: la cronaca<br />
• Non solo in ospedale!!!!<br />
33
Le statistiche di incidenti dati MHRA 2004<br />
2003<br />
2002<br />
2001<br />
34
Gli infortuni dati INAIL 2003<br />
35
I costi della NON sicurezza<br />
36
Le azioni delle istituzioni sanitarie<br />
• Anni ’90: Sistema Assicurazione Qualità – ISO9001<br />
• scelta volontaria<br />
• 626/94: sicurezza negli ambienti di lavoro<br />
• cogente<br />
• 1996 - Commissione di Studio Ministero Sanità:<br />
proposta di linee guida per interventi in ordine alle<br />
attività di ingegneria clinica all’interno delle<br />
strutture ospedaliere e degli Istituti di Ricovero e<br />
Cura a Carattere Scientifico<br />
37
Le azioni delle istituzioni sanitarie<br />
• DPR 14/01/1997<br />
• requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per<br />
l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture<br />
pubbliche e private<br />
• Anni ’00: Leggi Regionali su autorizzazione ed<br />
accreditamento<br />
• L.R. 20/2002 – Regione Marche<br />
• Ministero Salute<br />
• Commissione Tecnica sul Rischio Clinico (DM 5/3/2004)<br />
• Gruppo di Lavoro per il Rischio Clinico (DD 14/5/2005)<br />
• Gruppo di lavoro per la Sicurezza dei Pazienti (DD 20/2/<br />
2006)<br />
38
Le azioni del Ministero Salute<br />
• Malfunzionamento per:<br />
• Problemi tecnici di<br />
fabbricazione<br />
• Errata manutenzione,<br />
utilizzo<br />
• Uso in condizioni non<br />
appropriate<br />
• Istruzioni inadeguate<br />
• Scarsa pulizia<br />
• Utilizzo oltre i limiti di<br />
durata<br />
39
Le azioni del Ministero della Salute<br />
• DdL 1598/2007 - ‘Turco’ - Rischio Clinico<br />
• Le regioni …assicurano, in ogni azienda sanitaria … il<br />
servizio di ingegneria clinica che garantisca l’uso<br />
sicuro, efficiente ed economico dei dispositivi medici<br />
costituiti da apparecchi e impianti, i quali devono essere<br />
sottoposti a procedure di accettazione, ivi compreso il<br />
collaudo, nonché di manutenzione preventiva e<br />
correttiva e a verifiche periodiche di sicurezza,<br />
funzionalità e qualità secondo lo stato dell’arte.<br />
Il servizio di ingegneria clinica contribuisce alla<br />
programmazione delle nuove acquisizioni e alla<br />
formazione del personale sull’uso delle tecnologie.<br />
40
Le azioni del Ministero della Salute<br />
• Intesa Stato-Regioni del 20 marzo 2008<br />
• la gestione del rischio clinico e la sicurezza dei pazienti e<br />
delle cure: SIMES<br />
• DdL 1067/2009 - ‘Gasparri’<br />
• Disposizioni per la tutela del paziente e per la riparazione,<br />
la prevenzione e la riduzione dei danni derivanti da<br />
attività sanitaria<br />
• creazione presso ogni struttura sanitaria di un’Unità<br />
operativa appositamente operante nella gestione<br />
dell’errore medico, nonché di un servizio di ingegneria<br />
clinica volto a garantire l’uso corretto e sicuro delle<br />
apparecchiature.<br />
41
Le azioni delle istituzioni sanitarie<br />
• Settembre 2008 - <strong>Raccomandazione</strong> n.9<br />
• <strong>Raccomandazione</strong> per la prevenzione degli eventi<br />
avversi conseguenti al malfunzionamento dei dispositivi<br />
medici / apparecchi elettrromedicali<br />
• DGR Marche n.1513/09<br />
• Recepimento dell’intesa Stato-Regioni<br />
• Approvazione del programma regionale del rischio clinico<br />
42
Regione Marche e Rischio Clinico<br />
43
L’ingegnere clinico<br />
"...L‘ingegnere clinico è un professionista che<br />
partecipa alla cura della salute garantendo<br />
un uso sicuro, appropriato ed economico<br />
delle tecnologie nei servizi sanitari ..."<br />
44
Ingegneria clinica: governo delle tecnologie<br />
Analisi delle esigenze<br />
Rivalutazione<br />
Dismissione<br />
Manutenzione<br />
Monitoraggio e controllo<br />
Valutazione clinica Valutazione tecnologica<br />
Organizzazione<br />
Applicabilità/contesto<br />
Formazione<br />
Pianificazione<br />
Acquisizione<br />
Installazione<br />
Collaudo<br />
45
Ingegneria clinica: il ciclo sicuro<br />
46
Ingegneria clinica: strategia di gestione<br />
• Piani per la qualità (ISO9001)<br />
• Documenti di analisi dei rischi<br />
• Guida CEI 62-122, Guida INAIL<br />
47
Ingegneria clinica: strategia di gestione<br />
48
es: valutazione acquisizioni<br />
Technology assessment<br />
Analisi delle esigenze, analisi del mercato, studi di fattibilità,<br />
verifica alerts, EBM, contestualizzazione, programmazione, followup.<br />
Definizione dei requisiti<br />
Conformità a norme & leggi, requisiti di sicurezza & funzionalità,<br />
qualità.<br />
Valutazione tecnica delle offerte<br />
Sicurezza per pazienti ed operatori, performance, manualistica,<br />
certificazione di prodotto, certificazione di sistema,…<br />
Aggiudicazione ed acquisto<br />
49
es: collaudo di accettazione<br />
Verifica documentale<br />
Conformità a norme & leggi, destinazione d’uso, manualistica,<br />
documentazione,…<br />
Verifica dell’installazione<br />
Requisiti impiantistici, strutturali, antinfortunistica, interazioni.<br />
Verifiche di sicurezza & funzionalità<br />
Sicurezza elettrica, meccanica, termica, chimica,…<br />
Precisione dei dati, qualità, potenze erogate, biosegnali,…<br />
Formazione all’uso ed alla manutenzione<br />
Predisposizione di corsi per gli utilizzatori ed il personale tecnico<br />
Accettazione e messa in servizio della apparecchiatura<br />
50
es: formazione del personale utilizzatore<br />
Esecuzione di corsi periodici sulla sicurezza<br />
Per il personale medico, infermieristico, tecnico,…<br />
Utilizzo corretto delle principali apparecchiature biomediche<br />
Redazione e diffusione di protocolli di sicurezza<br />
Manutenzione autonoma, istruzioni operative, check lists di controllo,…<br />
Informazioni<br />
Materiale formativo reperibile via intranet aziendale<br />
Pubblicazione delle principali leggi e norme del settore<br />
Pubblicazione di alerts sulle apparecchiature biomediche<br />
Pubblicazione delle denuncie di incidente/mancato incidente al Ministero<br />
della Sanità (Direttiva 93/42)<br />
51
es: analisi dei rischi<br />
Stratificazione del rischio basata su:<br />
Contesto (le aree critiche);<br />
Rischio intrinseco della tecnologia e del<br />
suo utilizzo (classi di rischio alto, medio,<br />
basso)<br />
Rischio di processo (categorie A,B)<br />
Con la stratificazione si attribuiscono i criteri di<br />
monitoraggio/controllo, le priorità degli<br />
interventi, le priorità degli investimenti, etc. 52
es: rischio in relazione al contesto<br />
AREE CRITICHE:<br />
Quelle aree caratterizzate da:<br />
• esecuzione di procedure cliniche invasive e configurazioni di<br />
apparecchiature biomediche a rischio di microshock per<br />
il paziente;<br />
• criticità dello stato di salute del paziente;<br />
• riduzione della sensibilità del paziente agli shock elettrici.<br />
Sono ad esempio aree critiche:<br />
• le sale operatorie & assimilabili (risveglio post-operatorio, day-surgery,<br />
sala emodinamica/angiografica, endoscopia…)<br />
• le sale parto e le nursery<br />
• le unità di terapia intensiva (post-operatoria, cardiologica,...) e subintensiva<br />
• i pronto soccorso e DEA (sale codici rossi/gialli, OBI, ...)<br />
• più genericamente i locali di gruppo 2 (rif.to norma CEI 64-4 sez.710) 53
es: rischio intrinseco<br />
ALTO:<br />
Appartengono a tale classe le apparecchiature biomediche che secondo la<br />
direttiva EEC 93/42 (Medical Device) sono classificabili:<br />
•in classe di rischio III;<br />
•in classe di rischio IIb;<br />
oppure che siano localizzate ed in uso nelle aree critiche.<br />
MEDIO:<br />
Appartengono a tale classe le apparecchiature biomediche che secondo la<br />
direttiva EEC 93/42 sono classificabili:<br />
•in classe di rischio IIa;<br />
(fatte salve quelle già incluse nella classe di rischio alto)<br />
BASSO:<br />
Appartengono a tale classe le apparecchiature biomediche che secondo la<br />
direttiva EEC 93/42 sono classificabili:<br />
•in classe di rischio I;<br />
oppure le apparecchiature definite ‘diagnostici in vitro’ e le altre<br />
(fatte salve quelle già incluse nelle classi di rischio alto e di rischio medio) 54
es: rischio di processo<br />
CATEGORIA A:<br />
Appartengono a tale categoria le apparecchiature biomediche<br />
essenziali alla continuità assistenziale e per le quali un fermo<br />
causa rilevanti danni diretti ed indiretti all’Ente.<br />
Sono da intendersi ad esempio in tale classe le apparecchiature<br />
localizzate ed in uso:<br />
•nelle aree critiche;<br />
•nei servizi di diagnostica per immagini;<br />
•nei locali e centrali di sterilizzazione;<br />
•nei laboratori analisi.<br />
55
es: rischio di processo<br />
CATEGORIA B:<br />
Appartengono a tale categoria le apparecchiature biomediche<br />
non essenziali alla continuità assistenziale (ovvero con funzioni<br />
derogabili e/o vicariabili) e per le quali un fermo non causa<br />
rilevanti danni diretti ed indiretti all’Ente.<br />
Sono da intendersi ad esempio in tale classe le apparecchiature<br />
localizzate ed in uso:<br />
•nelle aree di degenza;<br />
•negli ambulatori specialistici e generici;<br />
(fatte salve le apparecchiature non già incluse nella classe A)<br />
56
Fonti informative<br />
• Istituzioni pubbliche:<br />
• Ministero salute,<br />
AGENAS, ISS,<br />
ISPESL, INAIL,<br />
FDA(CDRH),<br />
MHRA, etc<br />
• Istituzioni private:<br />
• AIIC, ECRI, etc<br />
57
ECRI: Top Ten Technology Hazards<br />
-Cross-contamination from Flexible Endoscopes<br />
-Alarm Hazards<br />
-High Radiation Dose from Computed Tomography<br />
-Retained Devices and Un-retrieved Fragments Left in Patients<br />
-Problems with Computerized Equipment and Systems<br />
58
Centro <strong>Regionale</strong> Gestione Rischio Clinico<br />
CORSO DI FORMAZIONE REGIONALE<br />
“SICUREZZA DEL PAZIENTE E GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO”<br />
PARTE III<br />
• LA RACCOMANDAZIONE N.9<br />
59
Centro <strong>Regionale</strong> Gestione Rischio Clinico<br />
CORSO DI FORMAZIONE REGIONALE<br />
“SICUREZZA DEL PAZIENTE E GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO”<br />
giancarlo.conti@sanita.marche.it<br />
marco.orlandi@sanita.marche.it<br />
antonella.pianosi@sanita.marche.it<br />
60