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la, e fu tenuta sotto la loro dipendenza fino all'epoca della<br />
soppressione nel 1866. Il guardiano del convento eleggeva il<br />
beneficiale, e perciò ancora il cappellano di S. Francesco<br />
governa e amministra la detta chiesa.<br />
Esisteva un beneficio di onze 14 e tari 22, fondato da<br />
Nicolo La Priola con atto del 29 ottobre VII ind. 1503 presso<br />
notaro Antonino Bonafede, e ap<strong>parte</strong>nente de iure patronatus<br />
al convento di S. Francesco, come erede universale del detto<br />
La Priola.<br />
Anticamente nel corso dell'anno vi si celebravano alcune<br />
messe, che nel 1821 furono soppresse, e la loro elemosina,<br />
insieme coi frutti del beneficio, fu impiegata alla ricostruzione<br />
della chiesa, ch'era in <strong>parte</strong> diroccata.<br />
Ogni anno l'8 settembre vi si celebra la festa per la natività<br />
della Madonna, e vi accorre molto popolo.<br />
7. Nell'anno 1740 il barone D. Alonso Spatafora fabbricò<br />
nel feudo Feularaso una chiesa dedicata alla SS. Trinità e a<br />
Maria SS. Addolorata, obbligandosi per sé e suoi successori<br />
di farvi celebrare la festa nella prima domenica dopo la<br />
Pentecoste, e di mantenerla, ripararla e provvederla di quanto<br />
potesse bisognare. Essa fu benedetta il 6 marzo nel detto<br />
anno 1740 dal vicario foraneo di questa Terra D.r D.<br />
Vincenzo Pettineo, delegato dalla G. C. Are. di Palermo con<br />
lettere del primo giorno di detto mese.<br />
Perciò la di lui moglie ed erede universale D. Antonina<br />
<strong>Ciminna</strong>, con atto del 12 ottobre Vili ind. 1759 presso notar<br />
Biagio Canzoneri, le assegnò onze quattro di rendita annuale,<br />
che ora sono perdute.<br />
In una lapide, che un tempo esisteva nel prospetto, vi era<br />
la seguente iscrizione: « O vos omnes qui transitis per viam,<br />
attendile et videte si est dolor sicut dolor meus ».<br />
Non vi si celebra più la festa.<br />
8. Passando da questa a miglior vita un barone chiamato<br />
della Petra, lasciò per testamento a questa Università onze 40<br />
colla condizione di spenderle in opere pie.<br />
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I giurati di quel tempo notar Filippo Randazzo e notar<br />
Bartolomeo Monasterio pensarono di fabbricare una chiesa<br />
nel piano dell'Apurchiarola. Perciò ne scrissero al barone di<br />
questa Terra, il quale diede il suo permesso, purché si fosse<br />
inteso prima il parere del popolo. Avendo questo approvato<br />
ad unanimità, con deliberazione del 9 luglio I ind. 1618, 4 si<br />
diede subito principio alla fabbrica della nuova chiesa sotto il<br />
titolo di S. Maria della grazia, ora detta comune-men<br />
Nostradonna.<br />
Vi si celebra ancora la festa nel martedì dopo la Pentecoste.<br />
9. L'origine della chiesa di S. Rosalia si rileva dalla<br />
seguente iscrizione esistente nella facciata sopra la porta:<br />
«D. O. M.<br />
Art. M. D. Lucas Monasterius, saluti sedulus consurgere<br />
corporum, ut, et saluti consulat animarum, hic providus exhibet,<br />
omnium beneficio, caelicum fructum, empyreum odorem<br />
eremitica melia, virgineas rosas, omnia immortalitatis<br />
pharmaca eia mortales ad vitam<br />
1652 ».<br />
Nella detta chiesa esisteva un beneficio di mensa arcivescovile,<br />
e l'eletto aveva il titolo di beneficiale. Fino a poco<br />
tempo addietro vi si celebrava la festa il 4 settembre.<br />
10. La chiesa del Cimitero fu costruita nel 1883 a spese<br />
dei confrati del SS. Sagramento e contiene le sepulture di<br />
questi e delle loro famiglie, dei preti e delle monache dell'exmonastero<br />
S. Benedetto e del collegio.<br />
11. Le altre chiese fuori l'abitato sono quelle di S. Maria<br />
della Consolazione, volgarmente detta degli Occhi grandi,<br />
4. Vedi in appendice documento n. VI.<br />
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