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Un amore innocente - Mario Biondi

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palmo della mano destra, impigliatasi per un attimo in qualcosa di resistente<br />

che pendeva davanti al corpo e poi piombata al suolo senza difese.<br />

Era rimasta per qualche istante con gli occhi chiusi, cercando di ricomporsi<br />

mentalmente, mentre tutto attorno calava il silenzio più profondo, rotto solamente<br />

dal lieve sciaguattare delle acque grigie del Bosforo e dalle strida rauche<br />

dei gabbiani. Poi li aveva riaperti, faticosamente: il colpo era stato molto<br />

forte. A poco a poco li aveva messi a fuoco su due paia di brutte scarpe maschili,<br />

quelle dei cugini, immobili. E poi su un oggetto luccicante, distrattamente<br />

ammucchiato sopra le traversine della passerella.<br />

Aveva represso a stento un grido! La collana! A pezzi! Il suo pensiero era<br />

immediatamente corso ai genitori. uante volte le avevano raccomandato di<br />

non indossarla fuori di casa? Proibito! Con quante raccomandazioni le avevano<br />

consentito di portarla in viaggio fino a Costantinopoli? Ne era certa: se suo<br />

padre non avesse voluto mostrarla al signor Lago, mai e poi mai gliel’avrebbero<br />

lasciata portare fin lì.<br />

Perciò l’aveva tenuta rigorosamente nascosta sotto la camicetta per tutto il<br />

viaggio sull’Eaux Douces. Ma poi, una volta visti i genitori perduti nelle danze<br />

e nei ricordi di gioventù, le era venuta la malaugurata idea di tirarla fuori, di<br />

esibirla.<br />

Voleva impressionare Alexis, fargli vedere quali meravigliosi regali fosse<br />

abituata a ricevere. Altro che rose!<br />

E adesso eccola lì a pezzi, la meravigliosa collana, su quelle sciagurate traversine<br />

che le avevano fatto sbucciare mani, gomiti e ginocchia.<br />

uattro braccia l’avevano aiutata a rimettersi in piedi, ma non prima che<br />

con la destra avesse raccolto I miseri resti.<br />

Non si era così accorta né dell’aspetto costernato del povero Biko né di<br />

quello terrorizzato dello stupido Alexis. I suoi occhi, pieni di lacrime disperate,<br />

erano soltanto per la collana strappata, per la maglia mancante, per il rubino<br />

scomparso.<br />

Cerca, cerca e cerca, tutti e tre, non c’era stato niente da fare.<br />

Giornata terribile, nefasto combinarsi di rubino e fuoco!<br />

Da quel momento era cominciato il terrore di dovere, prima o poi, rivelare<br />

la terribile colpa, l’orrenda perdita subìta. <strong>Un</strong> terrore durato sette mesi, fino a<br />

quel giorno, a poche ore prima.<br />

— 29 —

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