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Pubblicazione libro II Rassegna Regionale di ... - Quintocircolocl.It

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5° Circolo<br />

Direzione Didattica Statale<br />

“MARTIN LUTHER KING”<br />

Caltanissetta<br />

<strong>II</strong> <strong>Rassegna</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>di</strong> poesia e narrativa<br />

Premio<br />

FILIPPO ALESSANDRO MARIA<br />

COLLERONE<br />

promosso da<br />

Marianna e Giuseppe Collerone<br />

in collaborazione<br />

Ufficio Scolastico Territoriale<br />

della Provincia <strong>di</strong> Caltanissetta<br />

con il patrocinio <strong>di</strong><br />

Comitato Provinciale Unicef<br />

<strong>di</strong> Caltanissetta<br />

Comune <strong>di</strong> Caltanissetta<br />

Società Dante Alighieri<br />

presso Liceo Ginnasio Statale<br />

“Ruggero Settimo” Caltanissetta<br />

1


Si ringraziano<br />

Dott. Antonio Gruttadauria<br />

Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale della Provincia <strong>di</strong> Caltanissetta<br />

Prof. Salvatore Pirrello<br />

Presidente del Comitato Provinciale Unicef <strong>di</strong> Caltanissetta<br />

Dott. Michele Campisi<br />

Sindaco <strong>di</strong> Caltanissetta<br />

Dott.ssa<br />

Assessore alla Scuola e alla Cultura del Comune <strong>di</strong> Caltanissetta<br />

Prof.ssa Maria Luisa Se<strong>di</strong>ta<br />

Presidente della Società Dante Alighieri <strong>di</strong> Caltanissetta<br />

Giuseppe e Marianna Collerone<br />

Finanziatori della <strong>Rassegna</strong><br />

Ins. Salvatore Siina<br />

Referente del progetto<br />

2


FILIPPO COLLERONE<br />

BREVE BIOGRAFIA<br />

Filippo Alessandro Maria Collerone nasce a Brescia, il 21.04.1971, da Giuseppe Collerone,<br />

Avvocato, e Marianna Collotta, Insegnante.<br />

E’ il quartogenito, l’ultimo nato nella famiglia, preceduto da tre sorelle: Lucia, Irene e Floriana.<br />

I genitori, entrambi <strong>di</strong> origine siciliana, si trasferiscono al Nord in cerca <strong>di</strong> un futuro migliore per i<br />

loro figli, intorno agli anni ’70.<br />

Nella loro città <strong>di</strong> adozione, nasce Filippo e vi permane, insieme alla famiglia per 10 anni, fino al<br />

1980, frequentando i primi anni della scuola primaria.<br />

In seguito, i genitori, spinti dal desiderio <strong>di</strong> ritrovare gli affetti, il calore e il sapore della loro terra,<br />

ritornano a vivere in Sicilia, nella città <strong>di</strong> Caltanissetta.<br />

Qui Filippo frequenta gli ultimi anni della scuola primaria, la scuola secondaria <strong>di</strong> I grado e <strong>II</strong><br />

grado, dove conseguirà il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> ragioniere, perito informatico.<br />

Nel corso degli stu<strong>di</strong> secondari, mostra una spiccata vocazione europeista. Partecipa con interesse e<br />

viva curiosità intellettuale a tutte le iniziative <strong>di</strong> formazione in materia <strong>di</strong> integrazione europea; con<br />

la sua scuola partecipa e risulta vincitore <strong>di</strong> un concorso, ban<strong>di</strong>to dall’Unione Europea, con in palio<br />

un viaggio a Bruxelles, nella sede dell’Unione.<br />

L’esperienza presso la sede dell’Unione lo entusiasma e lo arricchisce dal punto <strong>di</strong> vista umano e<br />

culturale.<br />

Quale “figlio d’arte” /il padre è uno stimato avvocato civilista), si appassiona agli stu<strong>di</strong> giuri<strong>di</strong>ci,<br />

iniziando con successo gli stu<strong>di</strong> universitari in Giurisprudenza, presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Palermo.<br />

E’ un giovane solare e pieno <strong>di</strong>9 slanci affettivi e per tale ragione si circonda <strong>di</strong> molti amici e<br />

moltiplica le sue conoscenze.<br />

Sostiene numerosi esami universitari e, contemporaneamente, vive l’esperienza <strong>di</strong> viaggiare in altri<br />

paesi Europei (Spagna, Olanda, Francia…), spinto dalla voglia <strong>di</strong> conoscere mon<strong>di</strong> e culture <strong>di</strong>versi.<br />

Durante uno <strong>di</strong> questi viaggi, in Belgio, un acca<strong>di</strong>mento tragico ed imprevisto, interrompe<br />

repentinamente il suo viaggio nella vita.<br />

All’età <strong>di</strong> 24 anni muore a Leuven, a causa <strong>di</strong> una trombosi cerebrale, presso una clinica locale,<br />

dove era stato ricvoverato per un improvviso malore.<br />

Il dolore insostenibile per la sua per<strong>di</strong>ta, ha spinto i genitori a promuovere progetti, iniziative<br />

culturali, come il presente premio <strong>di</strong> poesia e narrativa, che potessero tener vivo il ricordo <strong>di</strong> lui,<br />

tanto amato.<br />

3


PREFAZIONE<br />

La seconda e<strong>di</strong>zione del premio <strong>di</strong> poesia e narrativa conferma una scelta con<strong>di</strong>visa da tutti gli<br />

“attori” coinvolti nell’iniziativa culturale e <strong>di</strong>dattica promossa dalla scuola sostenuta dall’Ufficio<br />

Scolastico Territoriale, dal Comitato provinciale dell’UNICEF, dal Sindaco <strong>di</strong> Caltanissetta,<br />

dall’Assessorato alla scuola e dalla Società Dante Alighieri.<br />

La scuola con i suoi docenti, in particolare l’Ins. Salvatore Siina, responsabile del progetto, le<br />

famiglie, ma soprattutto gli alunni hanno accresciuto la loro partecipazione e, a giu<strong>di</strong>zio della colta<br />

e saggia commissione <strong>di</strong> valutazione degli elaborati, hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> possedere notevoli<br />

competenze linguistico-espressive. Ritengo che esse siano il frutto <strong>di</strong> una strategia complessiva<br />

della scuola, che, negli anni, ha puntato sull’elevazione delle competenze e sull’innovazione anche<br />

dei processi <strong>di</strong> insegnamento-appren<strong>di</strong>mento con azioni mirate <strong>di</strong> formazione del personale e <strong>di</strong><br />

potenziamento delle attività dei laboratori scolastici.<br />

Questa iniziativa culturale, ha coinvolto per il secondo anno molte più scolaresche del territorio <strong>di</strong><br />

tutta la nostra bella Isola, con la partecipazione, <strong>di</strong> tantissimi ragazzi e ragazze delle scuole primarie<br />

e secondarie <strong>di</strong> I grado, che hanno superato <strong>di</strong> oltre il 10% la partecipazione rispetto allo scorso<br />

anno.<br />

Lo scorso anno, intervenendo nella manifestazione finale della Premiazione, l’Avv. Giusaeppe<br />

Collerone, insieme alla propria moglie, sig.ra Ins. Marianna Collotta, hanno voluto ricordare il loro<br />

Figlio Filippo Alessandro Maria e augurare a tutti i ragazzi Siciliani buona fortuna letteraria, al pari<br />

<strong>di</strong> tanti poeti e scrittori Siciliani che hanno conseguito chiara fama, non solo a livello locale, ma<br />

anche nazionale ed internazionale. Auspicavano che la piccola impresa <strong>di</strong> oggi potesse <strong>di</strong>ventare<br />

un’impresa <strong>di</strong> GRANDE CULTURA. L’augurio si rinnova.<br />

Il 5° Circolo sente <strong>di</strong> ringraziare Istituti e Scuole partecipanti per la loro qualificata partecipazione<br />

e auspica che si possa fare ancor meglio raggiungendo ulteriori traguar<strong>di</strong>.<br />

Il fine del Premio Letterario Filippo Alessandro Maria Collerone resta quello <strong>di</strong> vedere poeti e<br />

scrittori in erba partecipare con entusiasmo ad una sana competizione tra tanti ragazzi e ragazze e<br />

cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> aver ottenuto questo risultato positivo.<br />

La Commissione è rimasta meravigliata dai contenuti, ricchi e profon<strong>di</strong>, delle opere dei partecipanti,<br />

anche se, purtroppo non tutti vincitori, ma ritenuti tutti ugualmente vere eccellenze che, se coltivate,<br />

potranno avere altissime aspirazioni e guardare sempre più in alto.<br />

Alla Commissione che ha lavorato con gratuità e grande competenza va il nostro sincero<br />

ringraziamento.<br />

5<br />

Dirigente scolastico<br />

Irene Cinzia Maria Collerone


PRESENTAZIONE<br />

7<br />

“I poeti sono come i bambini:<br />

quando siedono a una scrivania,<br />

non toccano terra coi pie<strong>di</strong>”<br />

Lec<br />

“Per tutti i ragazzi e le ragazze<br />

che <strong>di</strong>fendono un <strong>libro</strong>, un <strong>libro</strong> vero,<br />

così belli a gridare nelle piazze<br />

perché stanno uccidendoci il pensiero”<br />

Roberto Vecchioni<br />

La bellezza del linguaggio poetico e del racconto sta nelle emozioni e sensazioni che essi<br />

trasmettono. Ci sono giorni in cui il livello emotivo tende al minimo, si vive <strong>di</strong> automatismi rivestiti<br />

<strong>di</strong> gesti, ruoli, compiti che ci vengono richiesti. Poi ci sono giorni <strong>di</strong> poesia o <strong>di</strong> voglia <strong>di</strong> esprimersi<br />

in prosa, quando l’autore si materializza tra le nuvole del pensiero, quando il cielo si scoperchia e si<br />

viene travolti dall’immensità <strong>di</strong> luci e ombre. E allora che il poeta/scrittore sente l’impulso<br />

esclusivo <strong>di</strong> esprimersi, <strong>di</strong> dare senso a ciò che prova, <strong>di</strong> percepire il mondo circostante con<br />

freschezza e intensità e scrivere versi e parole che si affollano per dare un nome e un significato<br />

alle sensazioni. La scrittura è sensazione piena <strong>di</strong> stare al mondo, <strong>di</strong> farne parte nel bene o nel male.<br />

Questa raccolta <strong>di</strong> poesie e racconti contiene i sogni, le speranze, i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vivere e raccontare <strong>di</strong><br />

autori <strong>di</strong> scuola primaria e secondaria <strong>di</strong> I grado della Sicilia. E’ un insieme <strong>di</strong> esperienze molteplici<br />

e, nello stesso tempo, uniche. In ogni opera si denota una peculiarità, emerge l’animo <strong>di</strong> chi la<br />

scrive. Diverse sono le tematiche scelte da bambini e ragazzi: i più piccoli sono in<strong>di</strong>rizzati su<br />

argomenti quali la <strong>di</strong>versità, la solidarietà, la pace, la famiglia, le storie fantastiche con uno sguardo<br />

anche alla realtà che li circonda, i più gran<strong>di</strong> tendono verso argomenti quali l’amicizia, i sentimenti,<br />

il senso <strong>di</strong> appartenenza alla terra in cui si vive.<br />

Il volume è una piacevole sorpresa: si legge in maniera scorrevole e appassiona per la sua<br />

eterogeneità <strong>di</strong> proposte.<br />

La finalità del nostro concorso è quella <strong>di</strong> portare gli alunni a scrivere poesie e racconti utilizzando<br />

tecniche tipiche dei due tipi <strong>di</strong> linguaggio, in modo da far render loro conto del mondo che li<br />

circonda e farne cogliere i molteplici aspetti. Aver fatto scoprire a ognuno l’amore per la scrittura<br />

significa averli avviati al senso più alto <strong>di</strong> ciò che si intende per cultura.<br />

E’ doveroso ringraziare i miei compagni <strong>di</strong> viaggio della giuria, con i quali ho <strong>di</strong>scusso, mi sono<br />

confrontato e arricchito.<br />

Buona lettura a tutti!<br />

L’insegnante referente<br />

Salvatore Siina


LA COMMISSIONE<br />

Presidente della Commissione<br />

Irene Cinzia Maria Collerone<br />

Dirigente Scolastico<br />

Membri<br />

Dirigente Scolastico Rosa Maria Gambuzza<br />

Per l’UST <strong>di</strong> Caltanissetta<br />

Prof.ssa Domenica Calà<br />

Per il Comitato Provinciale Unicef <strong>di</strong> Caltanissetta<br />

Prof.ssa Marina Falzone<br />

Per l’Assessorato Scuola e Cultura<br />

Comune <strong>di</strong> Caltanissetta<br />

Prof.ssa Matilde Perriera<br />

Per la §Società Dante Alighieri<br />

Presso Liceo Ginnasio Ruggero Settimo<br />

Caltanissetta<br />

Avv. Giuseppe Collerone<br />

Ins. Salvatore Siina<br />

Referente del progetto<br />

9


SEZIONE A – POESIE<br />

Scuole primarie regione Sicilia<br />

1. IL GIROTONDO<br />

<strong>di</strong> Elena Cristina Alberti<br />

V B XIV Ist. Comprensivo Stat. Karol Wojtyla<br />

Siracusa<br />

2. SOLIDARIETA’ IN FAMIGLIA<br />

<strong>di</strong> Alessio Alfano<br />

<strong>II</strong> B Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (Ag)<br />

3. LA MIA NATURA<br />

<strong>di</strong> Riccardo Virga<br />

<strong>II</strong> B Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (Ag)<br />

Ai primi classificati è stato attribuito un premio in denaro.<br />

11


IL GIROTONDO<br />

Sogno <strong>di</strong> fare un girotondo<br />

con tutti i bambini del mondo.<br />

Sogno un soffice prato verde<br />

dove correre e saltare insieme<br />

senza i dolori del mondo.<br />

Sogno dei gran<strong>di</strong> sorrisi<br />

nei volti dei gran<strong>di</strong> e dei piccini.<br />

Sogno <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re un giorno<br />

che la pace regna ovunque nek mondo.<br />

Sogno un grande arcobaleno nel cielo<br />

con tutti i colori del mondo.<br />

Vedo l’azzurro dei mari<br />

e degli oceani immensi<br />

come un abbraccio materno.<br />

Vedo il rosso dei focolari<br />

e dei cuori puri che uniscono<br />

e ci fanno amare.<br />

Vedo ikl verde della speranza<br />

<strong>di</strong> un futuro migliore<br />

per tutti i bambini del mondo.<br />

Elena Cristina Alberti<br />

V B XIV Ist. Comprensivo Stat. Karol Wojtyla<br />

Siracusa<br />

13


SOLIDARIETA’ IN FAMIGLIA<br />

In famiglia si sta bene<br />

è l’amor che ci sostiene.<br />

C’è il papà che lavora<br />

e i suoi figli adora.<br />

C’è la mamma che pulisce<br />

e tutti riunisce.<br />

C’è anche la mia cara sorellina,<br />

tanto ancora piccolina.<br />

L’un con l’altra ci aiutiamo<br />

e spesso ci abbracciamo.<br />

In famiglia mi sento coccolato<br />

e anche tanto amato.<br />

Alessio Alfano<br />

<strong>II</strong> B Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (Ag)<br />

LA MIA NATURA<br />

Nella veranda mi piace stare<br />

la natura ad ascoltare:<br />

ecco una cicala che frinisce<br />

mentre la formica il suo lavoro finisce.<br />

Mentre guardo una rossa rosa<br />

un passerotto davanti a me si posa.<br />

Le api instancabili vanno ronzando<br />

ed il miele profumato preparando;<br />

una libellula libera nell’aria vola<br />

mentre il sole viene aperto da una nuvola.<br />

Più la natura osserverai più l’amerai<br />

e mai male le farai<br />

se vivere in armonia vorrai.<br />

Riccardo Virga<br />

<strong>II</strong> B Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (Ag)<br />

14


LA PACE NEL MONDO<br />

Facciamo un bel girotondo<br />

per far tornare la pace nel mondo,<br />

per far ridere tutti i bambini<br />

dai più gran<strong>di</strong> ai più piccini.<br />

Con un sorriso e un aiutino<br />

potrai far sorridere<br />

ogni bambino.<br />

E se tutto il mondo vuoi aiutare<br />

la pace devi far regnare.<br />

Marco Iannello<br />

<strong>II</strong> B Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

CALOGERO IL MONELLO<br />

Calogero il monello<br />

non ha voglia <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are,<br />

passa ilo giorno a giocare<br />

sempre a ridere e a <strong>di</strong>sturbare.<br />

Mentre corre per la strada<br />

grida forte a squarciagola.<br />

La maestra poverina<br />

grida come una bambina,<br />

stanca afflitta e sconsolata,<br />

torna a casa <strong>di</strong>sperata.<br />

Interviene una fatina<br />

dolce, piccola, carina,<br />

sulla punta del nasino<br />

gli dà proprio un bel bacino.<br />

E’ felice la maestra<br />

perché Calogero il monello<br />

stu<strong>di</strong>a, gioca e non fa il porcello.<br />

Evelyn Carlisi<br />

<strong>II</strong> A Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

15


IL GIROTONDO INTORNO AL MONDO<br />

Diamoci tutti la mano<br />

a chi è vicino e chi è lontano.<br />

Facciamo un girotondo,<br />

un grande girotondo intorno al mondo.<br />

Un girotondo pieno <strong>di</strong> allegria<br />

e stare tutti in compagnia.<br />

Un girotondo per essere felici<br />

e avere dappertutto amici.<br />

Un girotondo <strong>di</strong> colori<br />

dove nessuno ne resta fuori,<br />

un girotondo che gira in capo al mondo<br />

per portare gioia, pace e amore<br />

alla gente <strong>di</strong> ogni colore.<br />

Gira, gira il girotondo<br />

per tutti gli uomini del mondo;<br />

che se fuori sembriamo <strong>di</strong>versi<br />

dentro siamo tutti uguali<br />

con gli stessi pensieri e gli stessi ideali.<br />

Francesco Agnello<br />

IV A Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

ALLA MAMMA<br />

Oh mammina<br />

tu sei la stella del mio cammino<br />

senza <strong>di</strong> te mi sento piccino.<br />

Sei bella e carina<br />

quando giochi come una bambina.<br />

Se mi stringi sul tuo cuoricino<br />

mi sento come un micino.<br />

Quando mi tieni per mano<br />

sento <strong>di</strong> poter andare lontano.<br />

Quando la sera si avvicina<br />

in te trovo rifugio, cara mammina.<br />

E se <strong>di</strong>fficoltà incontrerò<br />

a te, sempre, mi rivolgerò.<br />

E quando un giorno crescerò<br />

sempre nel cuore ti porterò.<br />

Gianni Morreale<br />

<strong>II</strong>I a Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

16


LA PACE TI RENDE RICCO<br />

Puoi avere tutto in questo mondo,<br />

puoi essere alto e biondo,<br />

puoi avere i vestiti più belli,<br />

puoi avere tanti gioielli<br />

ma se sei non in pace con tuo fratello<br />

tutto ciò che hai non è bello.<br />

Pace è amore,<br />

l’amore ti rende migliore.<br />

La pace è importante<br />

vale più <strong>di</strong> un <strong>di</strong>amante.<br />

Quando regna la pace<br />

la violenza e il male tace,<br />

non perché è un vigliacco<br />

ma perché ama la pace un sacco.<br />

Amore e pace<br />

è questo ciò che mi piace.<br />

Vanessa Lazzaro<br />

<strong>II</strong>I B Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

ARCOBALENO<br />

L’arcobaleno è come un ponte<br />

nel cielo, nelle facce dei bambini e degli anziani,<br />

fa venire tanta felicità…!<br />

Ed è come una strada <strong>di</strong> tanti colori che fa raggiungere l’umanità…<br />

Dopo la pioggia lui spunta, riflette nei cuori della gente.<br />

L’arcobaleno riflette nei prati ver<strong>di</strong> e con i suoi magnifici colori<br />

fa nascere tanti fiori…<br />

Nelle case tristi lui penetra…e in un batter d’occhio<br />

le riempie <strong>di</strong> gioia e felicità.<br />

Roberta Catanese<br />

IV C Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

17


I NONNI<br />

I nonni sono i miei angeli custo<strong>di</strong><br />

sono come i miei genitori<br />

che han sempre voglia <strong>di</strong> parlare<br />

ridere e scherzare.<br />

I nonni sono gran<strong>di</strong><br />

ma sembran tornare bambini<br />

quando giocano con i nipotini.<br />

Questo ancora non lo so,<br />

ma so solo che dal loro<br />

tanto amore e tanta pazienza<br />

ne possiamo avere solo riverenza.<br />

Ai loro no io sempre ubbi<strong>di</strong>rò<br />

e se un sol<strong>di</strong>no avrò<br />

un bel <strong>libro</strong> comprerò<br />

e insieme a loro lo leggerò.<br />

Antonella Ciccotto<br />

<strong>II</strong> B Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

IL POVERELLO<br />

Tu povero vecchietto<br />

che non ti guar<strong>di</strong> più allo specchio<br />

non hai un letto<br />

né un tetto.<br />

Non hai compagnia<br />

la tua casa è la tua via.<br />

Ti guardano tutti in faccia<br />

ma nessuno ti dà un po’ <strong>di</strong> focaccia.<br />

E rivolgendo<br />

lo sguardo nel cielo blu<br />

<strong>di</strong>ci soltanto<br />

oh Dio aiutami tu.<br />

Clarissa Maria Iannello<br />

IV A Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

18


LA SOLIDARIETA’<br />

Tanti bambini non sanno giocare<br />

devono lavorare.<br />

A scuola non possono andare,<br />

niente storie da imparare.<br />

E’ <strong>di</strong>fficile per loro mangiare,<br />

il cibo non si può trovare.<br />

Con la nostra solidarietà<br />

vogliamo una <strong>di</strong>versa realtà,<br />

li possiamo insieme aiutare,<br />

potranno imparare a giocare.<br />

Una vita migliore si darà<br />

un sogno si realizzerà.<br />

Francesco Valenza<br />

<strong>II</strong>I A Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

L’AMICIZIA<br />

L’amicizia è come un fiore<br />

che sboccia nel cuore.<br />

L’amicizia è come l’arcobaleno<br />

porta sempre il sereno.<br />

L’amicizia è come un tesoro<br />

preziosa come l’oro.<br />

Silvia Costanza<br />

IV B Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

19


L’AMICIZIA<br />

L’amicizia è un bene prezioso<br />

è qualcosa <strong>di</strong> grande e meraviglioso.<br />

Un’amicizia nasce dal profondo del cuore<br />

e i suoi gesti sono atti d’amore.<br />

L’amicizia è una buona cura<br />

per la malinconia e la paura.<br />

Ma anche per la solitu<strong>di</strong>ne e la tristezza<br />

basta un suo sorriso<br />

per far ritornare la contentezza.<br />

Con un amico giochi, scherzi e ri<strong>di</strong><br />

e dei suoi consigli sempre ti fi<strong>di</strong>.<br />

L’amico è sempre pronto a darti una mano,<br />

ascolta in silenzio senza chiedere spiegazioni<br />

mentre4 tu gli confi<strong>di</strong> tutte le emozioni.<br />

Un vero amico ti aiuta senza in cambio chiedere niente,<br />

un semplice grazie per lui è sufficiente.<br />

Certo può capitare <strong>di</strong> litigare<br />

ma servono pochi secon<strong>di</strong> per riappacificare.<br />

Senza un buon amico come si fa?<br />

La giornata noiosa passerà!<br />

L’amicizia dona sempre un sorriso<br />

così da sentirsi in para<strong>di</strong>so.<br />

Io l’amico sincero me lo tengo ben stretto<br />

e ogni occasione è buona per abbracciarlo con affetto.<br />

Alisea Infantino<br />

IV D Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

20


LA PACE<br />

La pace è sinonimo d’amore tra i popoli<br />

e se tu pre<strong>di</strong>car vorrai<br />

certo ci riuscirai.<br />

E’ una parola astratta<br />

<strong>di</strong> cui la gente ne va matta.<br />

Da quando il mondo è stato creato<br />

l’uomo ha sempre cercato<br />

<strong>di</strong> essere il più forte<br />

andando incontro alla morte.<br />

Dio ci <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> non ammazzare<br />

ma gli uomini non vogliono ascoltare,<br />

ogni giorno muoiono tanti soldati<br />

che per pochi giorni vengono ricordati.<br />

Noi bambini, invece, quando alla guerra giochiamo<br />

ci fingiamo morti e a terra ci buttiamo,<br />

ma dopo un po’ ci rialziamo<br />

e i nostri amici abbracciamo.<br />

Persone potenti, non fate la guerra<br />

ma permettete che sulla terra<br />

regni la pace e l’amore<br />

e che ci sia gioia in ogni cuore.<br />

Infine ricordo a qualche rissoso<br />

che la pace è un bene prezioso.<br />

Karen Ingrao<br />

IV A Ist. Comprensivo Roncalli<br />

Grotte (AG)<br />

21


SEZIONE A – BREVI RACCONTI<br />

Scuole primarie regione Sicilia<br />

1. UNA FATA DISPETTOSA<br />

<strong>di</strong> Marta Panzica<br />

<strong>II</strong> A Scuola primaria “Marianopoli”<br />

Marianopoli (CL)<br />

Al primo classificato è stato attribuito un premio in denaro<br />

23


UNA FATA DISPETTOSA<br />

C’era una volta una vecchia fata che abitava da sola nel bosco. La vecchina non era abituata a<br />

parlare con nessuno, perché raramente vedeva delle persone.<br />

Se qualche volta passava dal bosco un cacciatore e le chiedeva qualcosa o da mangiare, lei<br />

rispondeva <strong>di</strong> no sgarbatamente. Aveva <strong>di</strong>menticato cosa significasse fare le magie e la solitu<strong>di</strong>ne<br />

l’aveva fatta <strong>di</strong>ventare <strong>di</strong>spettosa e invi<strong>di</strong>osa.<br />

Un giorno, mentre accu<strong>di</strong>va le sue galline, si avvicinò un vecchietto che aveva perso il suo cane e le<br />

chiese se lei lo avesse visto; lei come al solito rispose <strong>di</strong> no.<br />

Dopo alcuni minuti, ripensò a quello che aveva fatto e, pentita, si offrì <strong>di</strong> aiutare il vecchietto a<br />

cercare il suo cane.<br />

Dopo lunghe ricerche, finalmente trovarono il cane.<br />

Il vecchietto ringraziò la signora e le <strong>di</strong>sse che aveva pensato che fosse una strega, ma adesso aveva<br />

capito che era solo una vecchia fatina abbandonata da tutti.<br />

Da quel giorno la vecchina ritornò ad essere una fata buona.<br />

Marta Panzica<br />

<strong>II</strong> A Scuola primaria “Marianopoli”<br />

Marianopoli (CL)<br />

24


UNA FATINA PICCOLA PICCOLA<br />

Come ogni sera prima <strong>di</strong> andare a letto, guardo dalla finestra le stelle.<br />

La notte <strong>di</strong> Natale vi<strong>di</strong> una lucina avvicinarsi piano piano e non riuscivo a capire cosa fosse.<br />

La piccola lucina si fermò si fermò sul davanzale della mia finestra: mi sembrava una stella, invece<br />

era una fatina piccola piccola che quella notte voleva <strong>di</strong>vertirsi a svegliare i bambini.<br />

Era veramente <strong>di</strong>spettosa e voleva entrare nella mia cameretta a tutti i costi.<br />

Così mi convinsi a farla entrare: Lei era felice e cominciò a spargere sui miei giocattoli una polvere<br />

magica.<br />

Dopo qualche minuto i miei pupazzi e le mie macchine cominciarono a muoversi e io non riuscivo a<br />

credere ai miei occhi.<br />

La fatina si è proprio <strong>di</strong>vertita quella notte a mettere in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne la mia cameretta e a lasciare la<br />

polvere magica ovunque.<br />

Dopo aver sistemato, ero stanco, ma felice <strong>di</strong> aver conosciuto la fatina piccola piccola.<br />

Emanuel Panepinto<br />

<strong>II</strong> A Scuola primaria “Marianopoli”<br />

Marianopoli (CL)<br />

25


SEZIONE B – POESIE<br />

Scuole secondarie <strong>di</strong> I grado regione Sicilia<br />

1. Premio revocato<br />

2. OH ITALIA!<br />

<strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>ana Milardo<br />

I A Ist. Comprensivo G. M. Columba<br />

Sortino (SR)<br />

3. ALLA MIA TERRA<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Di Stefano<br />

<strong>II</strong> A Ist. Comprensivo G. M. Columba<br />

Sortino (SR)<br />

Ai primi classificati è stato attribuito un premio in denaro<br />

27


STRINGIMI LA MANO E SAREMO AMICI (Revocato perché opera già e<strong>di</strong>ta)<br />

Se potessi fermare il tempo<br />

lo farei per te amica mia<br />

perché i tuoi momenti più belli<br />

regalassero ai tuoi giorni<br />

una gioia sempre viva.<br />

Se potessi prendere un arcobaleno<br />

lo fare proprio per te.<br />

E con<strong>di</strong>viderei per te la sua bellezza,<br />

nei giorni in cui tu fossi malinconica.<br />

Se potessi costruire una montagna,<br />

potresti considerarla<br />

<strong>di</strong> tua piena proprietà;<br />

un posto dove trovare serenità,<br />

un posto dove stare da soli<br />

e con<strong>di</strong>videre i sorrisi<br />

e le lacrime della vita.<br />

Se potessi prendere i tuoi problemi,<br />

li lancerei nel mare<br />

e farei in modo che si sciogliessero<br />

come il sale.<br />

Ma sto trovando che tutte queste cose<br />

sono impossibili per me.<br />

Non posso fermare il tempo,<br />

costruire una montagna,<br />

o prendere un arcobaleno luminoso.<br />

Ma lasciami essere ciò che so essere <strong>di</strong> più<br />

semplicemente un amico.<br />

28


OH ITALIA!<br />

Oh <strong>It</strong>alia, <strong>It</strong>alia mia!<br />

Anche se impera la democrazia<br />

qui la crisi non va via.<br />

Le persone non trovano lavoro<br />

e gli studenti protestano tutti in coro.<br />

Aumenta il numero <strong>di</strong> vecchietti<br />

ma nascono sempre meno bimbetti.<br />

Non si può più comprare niente,<br />

quando c’era la lira era tutto conveniente.<br />

Oh <strong>It</strong>alia, <strong>It</strong>alia mia!<br />

Sei piena <strong>di</strong> storia e antichità,<br />

<strong>di</strong> monumenti e <strong>di</strong> bontà.<br />

Tutto il mondo invi<strong>di</strong>a la tua cucina,<br />

vorrebbe imitarla anche la Cina.<br />

Oh <strong>It</strong>alia, <strong>It</strong>alia mia!<br />

E’ ora <strong>di</strong> cambiare,<br />

altrimenti, anch’io da grande, dovrò emigrare!<br />

Ver<strong>di</strong>ana Milardo<br />

I A Ist. Comprensivo G. M. Columba<br />

Sortino (SR)<br />

29


ALLA MIA TERRA<br />

Ti amo mia Trinacria,<br />

tu sei la patri mia;<br />

sei terra anche <strong>di</strong> mafia,<br />

dolore e nostalgia.<br />

Da quando sono nato<br />

la sento nominare<br />

a scuola, a casa, in chiesa,<br />

il tema è sempre malaffare.<br />

Ad essere sincero<br />

io faccio gran fatica<br />

a pensare che ci sia<br />

ancora aperta la partita.<br />

Cambia sempre squadra<br />

si adatta facilmente,<br />

sfrutta ogni occasione<br />

per far male alla gente.<br />

Cosa possiamo fare?<br />

Potremo mai fermarla?<br />

Qual è la mossa giusta<br />

per farle <strong>di</strong>re basta?<br />

Ma se ci penso bene<br />

ecco la soluzione!<br />

Le tolgo il nutrimento<br />

della sua organizzazione.<br />

Sarò un uomo libero<br />

e a cominciar da me,<br />

il senso <strong>di</strong> giustizia<br />

contagerà anche te!<br />

Giuseppe Di Stefano<br />

<strong>II</strong> A Ist. Comprensivo G. M. Columba<br />

Sortino (SR)<br />

30


VORREI…<br />

Vorrei un mondo senza terrore,<br />

dove regnasse solo l’amore.<br />

Vorrei un mondo <strong>di</strong> mille colori,<br />

dove ci fossero rose e fiori.<br />

Vorrei un mondo senza gelosia,<br />

dove vivere in armonia.<br />

Questo è il mondo che vorrei<br />

e ai bambini <strong>di</strong> tutto il mondo lo donerei.<br />

Salvatore Lanza<br />

I A Sc. Me<strong>di</strong>a “Verga-Don Milani”<br />

Barrafranca (EN)<br />

UN MONDO DI PACE<br />

La guerra è come un fuoco<br />

ovunque passa <strong>di</strong>strugge.<br />

La guerra inizia con il suono delle sirene<br />

e finisce con i pianti della gente.<br />

La guerra porta alla morte<br />

fisica e del cuore.<br />

La pace è libertà,<br />

la pace è amore,<br />

la pace è speranza,<br />

la pace è fedeltà,<br />

la pace è felicità,<br />

la pace è rispetto.<br />

Lottiamo per costruire un mondo <strong>di</strong> pace.<br />

Chiara Ciulla<br />

I E Sc. Me<strong>di</strong>a “Verga-Don Milani”<br />

Barrafranca (EN)<br />

31


LE FERITE<br />

Esistono molti tipi <strong>di</strong> ferite:<br />

da taglio,<br />

da arma da fuoco,<br />

innocue e mortali.<br />

Ma alcune ferite sono inguaribili,<br />

è una ferita fatta dagli amici:<br />

non con le armi ma con le parole<br />

perché il cuore non si può ingessare.<br />

Questa ferita non smetterà mai<br />

<strong>di</strong> sanguinare e <strong>di</strong> far male.<br />

Adriana Savaia<br />

I E Sc. Me<strong>di</strong>a “Verga-Don Milani”<br />

Barrafranca (EN<br />

IL TEMPO<br />

Il tempo è spettacolare,<br />

nessuno lo può mai cambiare,<br />

il tempo può bruciare ogni cosa<br />

come un fuoco con la fiamma rosa.<br />

Stupirsi non serve.<br />

Pensa al tempo nella tua mente<br />

e annota:<br />

passato, presente, futuro<br />

e poi con il tempo <strong>di</strong>venti maturo.<br />

Alessio Lombardo<br />

Ist. Comprensivo Pietro Leone<br />

Caltanissetta<br />

32


IL VENTO<br />

Cosa meravigliosa è il vento!<br />

Dolce e delicato sfiora il viso, e<br />

ascolta la voce <strong>di</strong> ogni persona<br />

<strong>di</strong>sposta a confidargli i suoi pensieri.<br />

Troppo preso dal mondo ero,<br />

ma poi ho u<strong>di</strong>to la sua voce<br />

che, gentile e accogliente,<br />

mi spiegava ogni cosa.<br />

Ora so quanto stupido è l’uomo<br />

che non ascolta la saggia voce<br />

<strong>di</strong> questo inarrestabile messaggero<br />

che in sé ha racchiusa la realtà.<br />

Cosa meravigliosa è il vento!<br />

Nulla può fermare il suo soffio,<br />

soave ma così potente.<br />

Nulla può fermare la voce<br />

che ha il suono <strong>di</strong> tutte le voci<br />

che in lui hanno trovato la via<br />

per rendere immortali i loro ricor<strong>di</strong>.<br />

Costanza Lomaglio<br />

<strong>II</strong> D Istituto Comprensivo Pietro Leone<br />

Caltanissetta<br />

LA NEBBIA<br />

Un manto dal nulla,<br />

che ruba i colori,<br />

tutto <strong>di</strong>venta ostile e sinistro,<br />

il silenzio fa da padrone.<br />

Ad un tratto si ferma,<br />

pensa, sospira,<br />

libera i colori e,<br />

pentita, va via.<br />

Annalisa Sequenzia<br />

I A Ist. Comprensivo G. M. Columba<br />

Sortino (SR)<br />

33


LA POVERTA’ DEI BIMBI<br />

Povertà,<br />

bimbi senza cibo,<br />

bimbi senza madri,<br />

bimbi senza tetto!<br />

Povertà,<br />

bimbi che lavorano,<br />

bimbi che lottano,<br />

bimbi che piangono.<br />

Povertà,<br />

pensiero funesto,<br />

va allontanato,<br />

va rimpiazzato<br />

con pensieri <strong>di</strong> gioia!<br />

Noemi Rio<br />

I A Ist. Comprensivo G. M. Columba<br />

Sortino (SR)<br />

DEDICA AL MIO PAESE<br />

Su una piccola collina,<br />

tra il verde dei campi e l’azzurro del cielo,<br />

ti sdrai, tu, Sortino.<br />

Paese baciato dal vento e dal sole,<br />

arroccato, sicuro, superbo,<br />

ti affacci su Pantalica e sulla valle dell’Anapo.<br />

Geloso delle tue infinite bellezze,<br />

per i turisti vere ricchezze.<br />

Infinite arti ci hai lasciato,<br />

opera dei Pupi, miele e barocco.<br />

Splen<strong>di</strong> ancora oggi,<br />

e, pur nascondendoti, ti mostri.<br />

Gloria Rafalà<br />

I B Ist. Comprensivo G. M. Columba<br />

Sortino (SR)<br />

34


IL SOGNO<br />

Mi trovai a sognare tra le pagine <strong>di</strong> un <strong>libro</strong><br />

il quale rubandomi il cuore<br />

mi portò a sognare tra i più lontani pensieri.<br />

Federica Amato<br />

I N Sc. Sec. <strong>di</strong> I grado Cosmo Guastella plesso Don Lauri<br />

Misilmeri (PA)<br />

PRIMAVERA<br />

Ed ora ormai un fiore è sbocciato,<br />

è arrivato quel giorno tanto amato.<br />

Canto d’uccelli io fuori ho sentito<br />

o era un fiore ormai fiorito.<br />

Un raggio <strong>di</strong> sole mi ha illuminato,<br />

uno <strong>di</strong> luna mi ha cullato.<br />

Farfalle io ho visto <strong>di</strong> notte e <strong>di</strong> giorno<br />

sempre volare, mi giravano attorno.<br />

Rugiada al mattino appena svegliato<br />

e tanto colore in un grande prato.<br />

Un buon profumo un’ape ha sentito,<br />

si ferma sul fiore e torna al suo nido.<br />

Si sente un rumore, il fruscio <strong>di</strong> un ruscello<br />

e dentro un pesciolino lucido e bello.<br />

Esso è felice, non sa dove andare,<br />

ma come me vorrebbe uscire fuori a giocare.<br />

Antonino Milazzo<br />

I N Sc. Sec. <strong>di</strong> I grado Cosmo Guastella plesso Don Lauri<br />

Misilmeri (PA)<br />

35


A SICILIA<br />

Sicilia mia bedda,<br />

<strong>di</strong> chiù populi<br />

duminata si stata, e<br />

raramente cu tanta equità.<br />

Sicani, Siculi, Elimi,<br />

Fenici, Greci, Rumani e<br />

tant’avutru passarunu <strong>di</strong> cà.<br />

L’Arabi t’hannu datu<br />

lustru e sazietà,<br />

t’hannu insignatu a cucinà<br />

cassati e turruna, panielli e cazzilli<br />

<strong>di</strong> tastari supra u ciumi Oretu, pulitu<br />

e splinnenti ca sutta u suli,<br />

e n’tò mari <strong>di</strong> Sant’Erasmu s’innivà.<br />

Elio Marchese<br />

<strong>II</strong> A Sc. Me<strong>di</strong>a Carducci<br />

Palermo<br />

NON SI PUO’ DIMENTICARE<br />

Non si possono <strong>di</strong>menticare le sofferenze,<br />

e neanche la violenza.<br />

Non si può giocare<br />

pensando alla fame.<br />

Non si possono <strong>di</strong>menticare i prigionieri<br />

con quei vestiti bianchi e neri.<br />

Ma si può ricordare<br />

per non <strong>di</strong>menticare.<br />

Andrea Valenza<br />

I D Sc. Sec. <strong>di</strong> I grado G. Verga<br />

Caltanissetta<br />

36


L’AMICIZIA<br />

L’amicizia ha tanti colori:<br />

come i quadri de pittori.<br />

Rossa come l’amore<br />

perché quando c’è batte forte il cuore.<br />

Gialla come il sole<br />

perché aiuta e niente vuole.<br />

Azzurra come il mare<br />

perché l’amicizia fa sognare.<br />

Verde come il prato<br />

quando un amico ti ha abbracciato.<br />

L’amico è un arcobaleno sul viso<br />

quando piangi ti fa tornare il sorriso.<br />

E’ come un forte vento<br />

e quando la trovi ti cancella ogni tormento.<br />

E’ a forma <strong>di</strong> cuore<br />

perché con la sua gioia emana tanto calore.<br />

E’ come un fiore<br />

che se non si cura dopo muore.<br />

Ed allora io <strong>di</strong>co<br />

non si abbandona mai un vero amico.<br />

Marco Lamendola<br />

I D Sc. Sec. <strong>di</strong> I grado G. Verga Caltanissetta<br />

LA NATURA<br />

Seguo la rana laggiù nel ruscello<br />

salto le pietre, sembro un fuscello.<br />

Faccio collane con le margherite,<br />

le foglie sui rami non sono più appassite.<br />

Sento l’odore del glicine in fiore<br />

vorrei poterlo annusare per ore.<br />

Il sole mi bacia fino a tarda sera,<br />

quanto amo la primavera!<br />

Una brezza leggera e cala la sera.<br />

Un albero fiorito e l’inverno è finito.<br />

La cicala ora canta,<br />

una rosa è sbocciata,<br />

la primavera è tornata.<br />

Laura Gruttadauria<br />

<strong>II</strong> C Sc. Sec. <strong>di</strong> I grado G. Verga Caltanissetta<br />

37


IL LAGO<br />

Immagina <strong>di</strong> stare<br />

in riva a un lago:<br />

il cielo, il sole,<br />

tutto è segnato!<br />

Immagina <strong>di</strong> stare<br />

avvolto nel silenzio,<br />

ricorderai ciò che è stato!<br />

La conoscenza è parte<br />

<strong>di</strong> noi, non puoi<br />

<strong>di</strong>menticare.<br />

La vita è bella<br />

e va vissuta,<br />

non puoi isolarti<br />

e parcheggiarla.<br />

Tutto è come deve essere<br />

e io mi arrendo!!!<br />

G. Porrovecchio<br />

I C Sc. Sec. <strong>di</strong> I grado G. Verga<br />

Caltanissetta<br />

DOVE FINISCE IL MONDO?<br />

Cielo pieno <strong>di</strong> stelle<br />

il bimbo lo guardò,<br />

cercando intorno,<br />

sottovoce sospirò:<br />

dove finisce il mondo?<br />

Dove c’è sofferenza?<br />

Dove si muore <strong>di</strong> fame?<br />

Il bimbo guardò il cielo e <strong>di</strong>sse:<br />

spero che finisca dove c’è la pace<br />

dove nessuno muore <strong>di</strong> fame.<br />

Abir Aley<br />

I D Sc. Sec. <strong>di</strong> I grado G. Verga<br />

Caltanissetta<br />

38


LA FAMIGLIA<br />

Non tutti hanno qualcuno che li ama;<br />

non tutti hanno un orologio che segna le ore,<br />

le ore della propria vita:<br />

quelle ore che, attimo dopo attimo,<br />

definiscono il trascorrere del tempo;<br />

un tempo che passa e mai più ritorna…<br />

Non tutti possono accarezzare, gustare:<br />

il calore, la dolcezza, la generosità,<br />

l’amore <strong>di</strong> un gran tesoro: la famiglia.<br />

La famiglia è il nostro angelo custode;<br />

l’angelo che ci guida nella retta via<br />

e che, nel caso in cui ci perdessimo,<br />

ci farebbe ritrovare comunque la strada;<br />

l’angelo che pur <strong>di</strong> <strong>di</strong>fenderci darebbe la propria vita,<br />

una vita che non ha prezzo,<br />

ma che conserva <strong>di</strong> fronte a tutto<br />

il suo inestimabile valore….<br />

La famiglia è come un fiore;<br />

un fiore che sboccia quando ride<br />

e appassisce, a volte fino a morire,<br />

quando sta male…<br />

La famiglia è un tesoro,<br />

un tesoro da cercare<br />

e colui che lo trova <strong>di</strong>venta molto ricco,<br />

non economicamente, ma ricco d’amore,<br />

perché l’amore vero e autentico <strong>di</strong> mamma e papà<br />

è <strong>di</strong>verso da quello <strong>di</strong> tutta l’umanità…<br />

39


La famiglia è come il para<strong>di</strong>so,<br />

ma non è un posto da cercare altrove,<br />

perché non necessariamente ha una <strong>di</strong>mora:<br />

quel posto lo troviamo dentro <strong>di</strong> noi,<br />

quando sentiamo nella nostra vita<br />

<strong>di</strong> far parte <strong>di</strong> qualcosa, <strong>di</strong> appartenere a qualcuno…<br />

E, allora se lo si trova,<br />

anche per un solo istante,<br />

sapremo che quel momento<br />

è destinato a durare per sempre…<br />

Perché prezioso come l’amore<br />

che una famiglia è capace <strong>di</strong> donare,<br />

al mondo non esiste nient’altro;<br />

e, come tale, sarà impossibile da imitare.<br />

Marco Cafisi<br />

<strong>II</strong> A Sc. Sec. <strong>di</strong> I grado G. Verga<br />

Caltanissetta<br />

40


SEZIONE B – BREVI RACCONTI<br />

Scuole secondarie <strong>di</strong> I grado regione Sicilia<br />

1. UN GIORNO SPECIALE<br />

<strong>di</strong> Eliana Amara<strong>di</strong>o<br />

<strong>II</strong> B Scuola secondaria <strong>di</strong> I grado Carducci<br />

Palermo<br />

Al primo classificato è stato attribuito un premio in denaro<br />

41


UN GIORNO SPECIALE<br />

Un giorno <strong>di</strong> primavera, mentre ero <strong>di</strong>stesa sul prato del giar<strong>di</strong>no a guardare il cielo, notai una<br />

stupenda farfalla volare verso <strong>di</strong> me e, eseguendo un’artistica piroetta, posarsi sul mio naso. Era <strong>di</strong><br />

un lilla intenso e con macchioline argentate poste qua e là.<br />

Era bella ma allo stesso tempo strana, sembrava quasi umana. I suoi occhi erano buoni e mi<br />

fissarono per un breve periodo <strong>di</strong> tempo, prima <strong>di</strong> spostarsi sul mio anello. Era un anellino, con una<br />

piccola pietra al centro, proprio del colore della farfalla.<br />

All’improvviso sentii una voce dolce che arrivava apparentemente dal nulla. Non avrei mai pensato<br />

che quell’esserino, che adesso si era trasferito dal mio naso alla mia pancia avesse il “ Dono della<br />

parola ”. Mi raccontò che un potente stregone l’aveva trasformata in una farfalla quando era ancora<br />

una fanciulla dell’età <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci anni, che da allora era in viaggio in cerca dell’oggetto che<br />

contenesse la sua vita da umana e che, finalmente, l’aveva trovato. Era il mio anello.Mi <strong>di</strong>sse,<br />

inoltre, che solo l’umana che l’aveva portato addosso avrebbe potuto liberarla dalla male<strong>di</strong>zione,<br />

facendo aprire l’anello con la forza della purezza d’animo.<br />

Se solo la persona che ci avesse provato, avesse peccato <strong>di</strong> malizia anche una sola volta durante la<br />

sua esistenza, la vita della farfalla si sarebbe spezzata per sempre.<br />

Provai una fitta allo stomaco. Volevo davvero aiutare Karin, il suo nome da umana, e non volevo<br />

assolutamente che per colpa mia morisse.<br />

Feci un profondo respiro, presi l’anello e …una luce bianca fuoriuscì da esso.Era così potente che<br />

quasi mi accecò ma, quando scomparve, al posto della bellissima farfalla c’era una stupenda<br />

ragazza: Karin.<br />

Era alta, snella e i suoi capelli color cioccolato le incorniciavano il volto da cerbiatta. I suoi occhi,<br />

ver<strong>di</strong> oliva, erano buoni come quelli della farfalla, il suo sorriso la rendeva ancora più bella.<br />

Indossava un vestito lilla lungo appena sopra il ginocchio, che era impreziosito da strass argentati.<br />

Ero felice <strong>di</strong> averla salvata e lo fui ancora <strong>di</strong> più quando ottenni da lei una ricompensa, mi <strong>di</strong>ede la<br />

cosa più preziosa che una persona potrebbe ricevere in dono, la vera amicizia, che ancora oggi dura<br />

ed è più forte che mai.<br />

Eliana Amara<strong>di</strong>o<br />

<strong>II</strong> B Scuola secondaria <strong>di</strong> I grado Carducci<br />

Palermo<br />

43


AMORE<br />

C’era una volta un piccolo cagnolino <strong>di</strong> nome A. Nel paese dove abitava c’era la guerra, così decise<br />

<strong>di</strong> andare in cerca dell’amore. Scalava monti e valli, valli e monti…mentre camminava incontrò un<br />

piccolo colibrì che si chiamava M.<br />

Insieme decisero <strong>di</strong> andare a cercare l’amore. Arrivarono in un deserto dove c’era un piccolo<br />

cammello <strong>di</strong> nome Ockey, che chiese loro dove andassero ed essi risposero che non ne potevano più<br />

<strong>di</strong> quelle guerre e che andavano alla ricerca dell’amore, così il piccolo cammello decise <strong>di</strong> unirsi a<br />

loro.<br />

Tutti e tre si avviarono insieme e giunsero in un paese vicino ad un grande prato dove si<br />

accamparono per la notte.<br />

A, M e O avevano molte cose in comune, perché tutti e tre avevano perso i genitori e i loro amici<br />

più cari e per questo erano fuggiti per cercare l’amore.<br />

Continuarono a camminare e giunsero in un bosco. Lì si che dovevano stare molto attenti a dove<br />

posavano le zampe, perché c’erano bombe sparse ovunque pronte ad esplodere. Per fortuna, in u8n<br />

piccolo fosso scavato a terra, c’era un povero coniglietto <strong>di</strong> nome R che aveva visto dove i soldati<br />

avevano nascosto le bombe, così li aiutò ad attraversare quel campo tanto pericoloso; gli chiesero se<br />

voleva unirsi a loro. Il coniglietto accettò e insieme si avviarono.<br />

Dovettero camminare a lungo e resistere a tante prove e dopo due settimane arrivarono in una<br />

campagna vicino a un campo <strong>di</strong> sterminio dove incontrarono una piccola formichina <strong>di</strong> nome E, che<br />

voleva fuggire, loro l’aiutarono e la fecero unire al gruppo. A, M, O, R ed E stavano bene insieme<br />

non litigavano, si comprendevano e in qualsiasi posto portavano gioia, serenità e fratellanza.<br />

Camminando arrivarono a Roma dove ha sede il Papa. Decisero <strong>di</strong> entrare e, appena entrati, il loro<br />

cuore si riempì <strong>di</strong> gioia e si resero conto che loro stessi, uniti, formavano la parola AMORE e che la<br />

bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Dio era scesa su <strong>di</strong> loro.<br />

Da quel momento non ci fu più guerra. E, infatti, da allora l’amore regna sopra ogni cosa.<br />

Salvatore Lanza<br />

I A Scuola Secondaria <strong>di</strong> I grado Verga-Don Milani<br />

Barrafranca (EN)<br />

44


21: IL NUMERO DELL’ORCHIDEA<br />

Ricordo bene quel giorno : 8 luglio 2009, quando io, Alessandra Andersen e la mia amica Federica<br />

Priender c’incamminammo verso una casa abbandonata. Entrammo e mi accorsi che in un angolino<br />

era nascosto un biglietto, lo aprii e capii che si trattava <strong>di</strong> una mappa. Incrociai lo sguardo <strong>di</strong><br />

Federica e vedemmo cosa in<strong>di</strong>cava la mappa: la foresta Nera, quella sarebbe stata la prima tappa<br />

della nostra avventura. Mettemmo qualche panino nello zaino e partimmo. Arrivate lì, vi<strong>di</strong> un<br />

albero che emanava un grande bagliore. Giunta accanto all’albero, vi<strong>di</strong> un fiore d’oro; Federica lo<br />

prese e qualcosa nel vento sussurrò: “Siete quasi arrivate all’orchidea, pronunciate il numero 21”.<br />

Chiudemmo gli occhi e pronunciammo il co<strong>di</strong>ce.<br />

Fu come volare, ma finito il viaggio, ci ritrovammo in uno strano bosco, stava piovendo e, a<br />

giu<strong>di</strong>care dal terreno, anche da un paio <strong>di</strong> giorni. Allora ci rifugiammo in una grotta, era ricoperta <strong>di</strong><br />

muschio, stranamente luccicante e color oro, ne presi un po’ ma, appena in mano, si trasformò nel<br />

2o fiore e dopo, un altro soffio sussurrò <strong>di</strong> nuovo quel numero. Allora lo prendemmo in mano e lo<br />

pronunciammo. Arrivate nella terza foresta, eravamo entusiaste, sapevamo che ci mancava solo<br />

l’ultimo fiore. Diversamente dalle altre foreste, questa era luminosa e umida: si trattava della foresta<br />

amazzonica. Stanche, ci sedemmo e dopo un po’ vedemmo passare una volpe, la inseguimmo e<br />

appena la toccai si smaterializzò e si materializzò nuovamente nel 3o fiore: era rosso come un<br />

rubino. Riunimmo i tre fiori e, come per magia, si unirono a formare un’orchidea e, pronunciato il<br />

21, iniziammo a volare verso una nuvola. Lì ci aspettava un principe, <strong>di</strong> nome Kay, che ci chiese se<br />

volevamo andare con lui a Babulonia; rispondemmo <strong>di</strong> no, ma ci regalò lo stesso 2 corone e lasciò<br />

la parola al suo scu<strong>di</strong>ero, che <strong>di</strong>sse: “Voi siete state scelte per questa missione che avete portato a<br />

termine, ora ritornate a casa, ma sappiate che non ricorderete nulla <strong>di</strong> tutto ciò”. Allora<br />

pronunciammo per l’ultima volta il 21 e ci ritrovammo sul prato davanti a casa mia: avevamo 2<br />

corone in mano con sopra un’incisione: “ Due principesse unite da un’orchidea ”.<br />

Eravamo un po’ stor<strong>di</strong>te, non ricordavamo nulla, sapevamo soltanto che era stata l’estate più bella<br />

della nostra vita!<br />

Alessandra Bono<br />

I N Sc. Secondaria <strong>di</strong> I grado Cosmo Guastella plesso Don Lauri<br />

Misilmeri (PA)<br />

45


L’OMBRA MALEFICA<br />

Ero uscita dalla palestra…era tutto buio.Non mi spaventavo perché facevo quella strada tutti i<br />

giorni, ma quella sera <strong>di</strong>verso…infatti mi sentivo starna come se qualcuno mi seguisse…credevo<br />

che fosse un cane finché non vi<strong>di</strong> un’ombra.<br />

Era quella <strong>di</strong> un uomo. In quel momento mi preoccupai ma vi<strong>di</strong>, girandomi, che l’ombra girò<br />

l’angolo della strada. Appena girai la testa vi<strong>di</strong> l’ombra davanti a me, sentii il suo respiro pesante <strong>di</strong><br />

sopra, ero pronta a scappare ma…ero ferma…, la paura mi aveva paralizzato!<br />

L’ombra si mise a farfugliare parole senza senso, approfittai <strong>di</strong> questo momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>strazione per<br />

scappare. Corsi più forte che potevo ma lei mi stava per raggiungere, finché mi ricordai <strong>di</strong> avere una<br />

torcia nello zaino (per situazioni come questa). Puntai la torcia verso l’ombra e con un sorriso<br />

malinconico e un urlo rientrò sottoterra come se qualcuno la tirasse.<br />

Io felice corsi a casa perché riuscii a sconfiggere la mia più grande paura cioè il buio e capii che<br />

quella era la mia ombra…<br />

Stava piovendo e un lampo accecò la casa e vi<strong>di</strong> l’ombra fuori dalla finestra, in quel momento<br />

sobbalzai dalla paura e corsi in camera mia…….<br />

Melissa Raia<br />

<strong>II</strong> B Scuola Secondaria <strong>di</strong> I grado Carducci<br />

Palermo<br />

46


L’ISOLA DI GLEMIK<br />

Nel V secolo d. C . ai confini del Mar delle Sirene, si trovava l’isola <strong>di</strong> Glemik. Quel territorio era<br />

un polmone verde e tutti si volevano bene, l’isola era famosa per il vulcano che eruttava<br />

meravigliose pietre laviche color tramonto, un miscuglio <strong>di</strong> rosa, azzurro e giallo. All’interno <strong>di</strong> un<br />

villaggio vi era una casa molto carina, anch’essa costruita con pietra lavica dove abitava un piccolo<br />

folletto <strong>di</strong> nome Artur, che aveva un sogno: prendere il posto <strong>di</strong> suo padre e <strong>di</strong>ventare un<br />

esploratore. Su quell’isola abitava anche un drago sputafuoco, Marcus, che viveva sempre da solo e<br />

voleva <strong>di</strong>ventare amico <strong>di</strong> Artur. Il folletto aveva paura <strong>di</strong> essere aggre<strong>di</strong>to, ma pensava che poteva<br />

trarre beneficio da questa amicizia, infatti salì sul monte su cui abitava il drago e lo convinse ad<br />

aiutare gli abitanti dell’isola che erano in <strong>di</strong>fficoltà perché l’isola era molto fredda e non c’era legna<br />

sufficiente a riscaldare tutte le case. Il drago fu contento <strong>di</strong> aver trovato un amico folletto con cui<br />

giocare ed in cambio, con le fiamme che uscivano dalla sua bocca, avrebbe riscaldato tutte le casette<br />

dell’isola, ciò gli permise <strong>di</strong> trovare tanti altri amici. Artur e Marcus da quel giorno <strong>di</strong>vennero<br />

amici inseparabili.<br />

Aurora Romano<br />

I N Sc. Secondaria <strong>di</strong> I grado Cosmo Guastella plesso Don Lauri<br />

Misilmeri (PA)<br />

47


L’ORSO E LA RAGAZZA<br />

Un orso se ne stava tranquillo sopra i monti ad aspettare che la ragazzina con i jeans rossi passasse<br />

per quelle vie, con il marsupio pieno <strong>di</strong> CD da portare alla nonna.<br />

Quando in lontananza la vide, le si avvicinò e domandò dove andava e cosa portava nel marsupio.<br />

La ragazza rispose che andava dalla nonna.<br />

L’orso furbo scoprì dove abitava la nonna e così si travestì al meglio per sostituirsi alla nonna.<br />

La ragazza più furba <strong>di</strong> lui, capì subito che non si trattava affatto <strong>di</strong> sua nonna, quell’essere tutto<br />

imbacuccato assomigliava piuttosto a una befana!<br />

La ragazza in fretta aprì il rubinetto che c’era vicino a lei e, con un getto <strong>di</strong> acqua gelida a<br />

pressione, fece scappare l’orso che cominciò a correre spaventato incurante delle pietre e delle<br />

spine, proprio…con la coda tra le gambe.<br />

La morale?<br />

Certo che ce ne vuole per prendere in giro una ragazza d’oggi!<br />

Arabella Faraci<br />

Scuola Secondaria <strong>di</strong> I grado Verga-Don Milani<br />

Barrafranca (EN)<br />

48


LE DUE RAGAZZE EROINE<br />

C'erano una volta due bambine, una <strong>di</strong> nome Serena e l'altra <strong>di</strong> nome Sarah. Le bambine erano<br />

molto amiche: quando c'era bisogno si aiutavano a vicenda, non litigavano mai...<br />

Un giorno, dopo mangiato, Serena chiamo Sarah, per <strong>di</strong>rle se voleva andare a giocare fuori e Sarah<br />

rispose :- Certo, arrivo subito!- Le due bambine giocarono tutto il giorno e quando arrivò l'ora <strong>di</strong><br />

andare, Sarah, si mise in cammino verso casa. Arrivata là non vide nessuno in casa e ritornò da<br />

Serena. Cercarono <strong>di</strong> notte e <strong>di</strong> giorno ma non riuscirono a trovare i genitori della ragazza, però<br />

trovarono un pezzo <strong>di</strong> stoffa, appartenente alla maglietta della mamma <strong>di</strong> Sarah, davanti al lago che<br />

conduceva alla palude. Le ragazze, allora decisero <strong>di</strong> partire. Arrivati davanti al lago videro una<br />

barchetta, vi salirono sopra, e passarono dall'altra parte. Dopo aver camminato un pò arrivarono alla<br />

palude e non sapendo come fare per superarla si misero ad aspettare. Dopo un'oretta arrivò un<br />

vecchietto che <strong>di</strong>sse alle bambine :-<br />

"Se la palude volete superare,<br />

la parola d'or<strong>di</strong>ne mi dovete dare! "<br />

La domanda era : "Chi è l'animale più pericoloso delle acque della palude? ". Le ragazze,dopo una<br />

lunga riflessione risposero :-Il coccodrillo-. La risposta era esatta e comparve davanti a loro un<br />

arcobaleno magico, vi salirono sopra e l'arcobaleno le portò dall'altro lato della palude,dove c'era la<br />

giungla. Arrivati là videro un leone che <strong>di</strong>sse :-<br />

"Se la giungla volete superare<br />

una prova <strong>di</strong> esser coraggiose<br />

mi dovete dare "<br />

Le ragazze la superarono e il leone <strong>di</strong>ede a ciascuna delle bambine un bastone. Dopo averlo<br />

sbattuto,il bastone le portò dov'erano rinchiusi i genitori <strong>di</strong> Sarah. La torre era sorvegliata da un<br />

drago,che nascondeva la chiave della stanza sotto la zampona. Le ragazze,dopo che s'inventarono<br />

un modo per prendere la chiave, dormirono un pò. L'indomani, presero un'arpa,Serena la suonò e il<br />

drago si addormentò. Sarah sollevò la zampa e prese la chiave,salvò i genitori e dopo con i bastoni<br />

magici tornarono a casa, per fortuna sani e salvi.<br />

Le bambine da quel mese in poi, furono più amiche che mai.<br />

Martina Tambè<br />

I E Scuola Sec. <strong>di</strong> I grado Verga-Don Milani<br />

Barrafranca (EN)<br />

49


IL MONDO DI LALLA E FEFE’<br />

C’era una volta un Re il quale aveva <strong>di</strong>etro il palazzo un magnifico giar<strong>di</strong>no coltivato con cura da un<br />

conta<strong>di</strong>no, servitore del re. In quel giar<strong>di</strong>no crescevano gli alberi da frutto e i fiori più belli e più rari. Un<br />

giorno il conta<strong>di</strong>no, mentre cercava <strong>di</strong> piantare un albero, fu incantato dal bel canto <strong>di</strong> un cardellino, ma il<br />

suo armonioso cinguettio fu interrotto da un rumore assordante, proveniente dal cielo. Il conta<strong>di</strong>no si accorse<br />

che, tra i cespugli d’erba, era atterrata una piccola mongolfiera. Subito incuriosito accorse per vedere cosa<br />

c’era dentro, ma non vide nulla d’importante. Ad un tratto sentì delle vocine che bisbigliavano: - Aiuto!<br />

Aiuto!<br />

Il conta<strong>di</strong>no cercò <strong>di</strong> capire la situazione, alzò gli occhi al cielo e vide, tra i rami <strong>di</strong> un albero, due folletti che<br />

cercavano <strong>di</strong> scendere; con molta delicatezza, prese tra le sue mani i due piccoli esserini e domandò loro: -<br />

Chi siete? -Siamo due folletti <strong>di</strong> nome Lalla e Fefè – risposero tra i singhiozzi – e siamo in cerca <strong>di</strong> qualcuno<br />

che possa salvare il nostro mondo pieno <strong>di</strong> folletti, perché tra pochi giorni tutti deve essere <strong>di</strong>strutto, per<br />

costruire un grosso centro commerciale. Il conta<strong>di</strong>no si preoccupò per la triste storia e decise <strong>di</strong> aiutarli.<br />

Lasciò perdere tutto il suo raccolto, avvisò il re della sua partenza e con una mongolfiera più grande, dove<br />

anche lui poteva salire, partirono per la nuova avventura.<br />

Dopo un viaggio faticoso <strong>di</strong> alcuni giorni, arrivarono nel mondo dei “folletti”, lì tutti quanti erano tristi per<br />

quello che stava succedendo al loro mondo, essi volevano salvarlo con tutte le loro forze, ma non c’er niente<br />

da fare.<br />

Mentre stavano <strong>di</strong>scutendo, si udì un grido che avvisava <strong>di</strong> scappare, perché il signore che voleva <strong>di</strong>struggere<br />

il loro mondo stava arrivando con mezzi abbastanza gran<strong>di</strong> e tanti operai.<br />

La <strong>di</strong>struzione fu interrotta dal conta<strong>di</strong>no e quel posto meraviglioso pieno <strong>di</strong> alberi, piante e fiori rimase<br />

intatto. I folletti, contenti per aver salvato il loro mondo, vollero acclamare il conta<strong>di</strong>no, perché era riuscito a<br />

salvarli e gli regalarono dei semini da poter piantare nel giar<strong>di</strong>no del re, che avrebbero fatto crescere dei<br />

frutti d’oro. Il conta<strong>di</strong>no, sod<strong>di</strong>sfatto della sua avventura, tornò a casa e vissero tutti felici e contenti!<br />

Maristella Saitta<br />

I A Scuola Sec. <strong>di</strong> I grado Verga-Don Milani<br />

Barrafranca (EN)<br />

50


LE ROSE E IL RANUNCOLO<br />

Il villaggio dei fiori <strong>di</strong>morava nel bosco smeraldo alla prima radura a sinistra del grande masso<br />

malva. Nel villaggio dei fiori vivevano Blu e Magenta le rose più belle <strong>di</strong> tutto il bosco ed erano<br />

amiche per le “foglie”. Ma Viola un ranuncolo che era invi<strong>di</strong>oso della loro bellezza cominciò a<br />

mettere zizzania tra loro. Un giorno andò da Magenta e le <strong>di</strong>sse che Blu aveva detto a Daisy che il<br />

suo colore era più sbia<strong>di</strong>to <strong>di</strong> un petalo appassito e Magenta si arrabbiò tanto che corse subito da<br />

Blu a chiedere spiegazioni; la stessa cosa successe quando lo <strong>di</strong>sse a Blu. Si incontrarono al vecchio<br />

pozzo e <strong>di</strong>cendosi parole dure si separarono. Due ore dopo corsero l’una dall’altra chiedendosi<br />

scusa a vicenda e raccontandosi cosa aveva detto loro Viola. Quando Magenta e Blu sentirono le<br />

risate <strong>di</strong> Viola e <strong>di</strong> Biancospino, a cui lui aveva raccontato tutto, si avvicinarono quatte quatte e le<br />

esclamarono alle spalle che il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi o in latino: “Risus abbundat in<br />

ore stultorum”.<br />

Adriana Savaia<br />

I E Scuola Sec. <strong>di</strong> I grado Verga-Don Milani<br />

Barrafranca (EN)<br />

51


UNA CROCIERA…AVVENTUROSA<br />

Non qui e non altrove vivevano un principe <strong>di</strong> nome Ade e una principessa <strong>di</strong> nome Persefone. La madre del<br />

principe, in occasione del matrimonio, organizzò una grande festa, dove c’erano principi e principesse,<br />

carrozze d’oro <strong>di</strong> dentro e <strong>di</strong> fuori. Ade e Persefone si prepararono per la festa con vestiti lussuosi e gioielli<br />

molto appariscenti. Il dono più bello fu quello <strong>di</strong> Demetra, la madre <strong>di</strong> persefone, che regalò un pacco<br />

gigantesco in cui c’erano due biglietti per una crociera alle Haway. Finalmente arrivò il grande giorno e i due<br />

sposini erano entusiasti <strong>di</strong> partire. In limousine raggiunsero il porto e si imbarcarono sulla nave dei loro<br />

sogni. Da lì cominciarono le sorprese più belle della loro vita: li fecero accomodare in poltrone <strong>di</strong> camoscio<br />

e, mentre sorseggiavano del vino bianco, ad un tratto si spensero le luci e cominciò a suonare la< banda<br />

musicale, quando si riaccesero le luci, spuntarono tutti i loro amici: I tre porcellini, Cenerentola, Biancaneve,<br />

Hansel e Gretel, Cappuccetto e la Nonna… I tre porcellini giocavano a carte con Ade, Biancaneve faceva<br />

assaggiare una mela saporita a Persefone, Cenerentola le fece provare la scarpetta <strong>di</strong> cristallo, Hansel e<br />

Gretel portarono loro una torta <strong>di</strong> marzapane e la Nonna e Cappuccetto portarono una teglia ben coperta dalla<br />

stagnola. Ade e Persefone chiesero: - Cosa portate in quella teglia? Che profumiiino! – Lo volete proprio<br />

sapere? In questa teglia c’è il lupo fatto a forno!<br />

Finita la festa tutti andarono a dormire. Nel cuore della notte le alghe si intrecciarono nella ventola, fermando<br />

così la nave. Tutto l’equipaggio scese in mare con le scialuppe. Remando arrivarono in un’isola sperduta.<br />

Scesero cercando riparo per la notte. L’indomani girovagando trovarono un passaggio segreto dove c’era un<br />

drago che vi abitava. Loro curiosi entrarono, ma finirono in una trappola tutti insieme. Dopo tanta fatica e<br />

sofferenza sconfissero il drago e continuarono felici la crociera con i loro amici d’infanzia.<br />

Morale: Da questa favola possiamo capire che unendoci possiamo affrontare tutte le <strong>di</strong>fficoltà della nostra<br />

vita, quin<strong>di</strong> l’unione fa la forza!<br />

Fabiola Marchì, Maristella Saitta, Salvatore Lanza e Michele Piazza<br />

Sc. Secondaria <strong>di</strong> I grado Verga-Don Dilani<br />

Barrafranca (EN)<br />

52


SEZIONE C – POESIE<br />

V Circolo Didattico Statale “M. L. King” Caltanissetta<br />

1. TUTTI DIVERSI MA UGUALI<br />

<strong>di</strong> Laura Maria Bello<br />

<strong>II</strong>I C Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

Caltanissetta<br />

2. PICCOLO ANGELO LASSU’<br />

<strong>di</strong> Mario Porrovecchio<br />

<strong>II</strong>I Scuola primaria statale “Santa Flavia”<br />

Caltanissetta<br />

3. MANI SUGLI OCCHI<br />

<strong>di</strong> Li<strong>di</strong>a Vitrano<br />

IV A Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

Caltanissetta<br />

PREMIO SPECIALE DELLA FAMIGLIA COLLERONE<br />

1. A FILIPPO: UNA VITA INTERROTTA<br />

<strong>di</strong> Christian Pernaci<br />

V B Scuola primaria statale “Santa Flavia”<br />

Caltanissetta<br />

Ai primi classificati è stato attribuito un premio in denaro<br />

53


TUTTI DIVERSI MA UGUALI<br />

In questa classe<br />

nessuno mi assomiglia.<br />

Tutti <strong>di</strong>versi, tutti in guerra?<br />

Ma da chi imparo?<br />

Con chi mi confronto?<br />

Lucas è <strong>di</strong> un’altra religione,<br />

Sakineh ha la pelle marrone,<br />

Sandro ha gli occhi a mandorla,<br />

Tai è vegetariana,<br />

Jane ha un’altro accento.<br />

Mi guardo allo specchio,<br />

mi vedo <strong>di</strong>verso quasi vecchio.<br />

Tanti uguali a me, a cosa servono?<br />

Tutti <strong>di</strong>versi, tutti in guerra?<br />

No. W il sentimento,<br />

ognuno <strong>di</strong> noi è completamento!<br />

Tanti uguali a me,<br />

a cosa servono?<br />

Ognuno <strong>di</strong> noi è <strong>di</strong>verso,<br />

ognuno <strong>di</strong> noi è l’eccezione!<br />

Laura Maria Bello<br />

<strong>II</strong>I C Scuola primaria statale “M. Abbate”<br />

55


PICCOLO ANGELO LASSU’<br />

10 settembre<br />

Ecco un violento temporale…<br />

Improvvisamente il silenzio ci assale<br />

correvi felice in quella valle<br />

e nulla faceva pensare<br />

che da lì a poco<br />

un fulmine infuriato<br />

ti avrebbe strappato<br />

all’amore dei tuoi genitori,<br />

alle risa e alla gioia<br />

degli amici.<br />

In un attimo<br />

sei volato via<br />

a noi manca<br />

il tuo sorriso<br />

e la dolcezza del tuo viso.<br />

Lo sguardo dei tuoi occhi brillanti<br />

adesso ravviva il cielo<br />

e tra le stelle ce n’è una<br />

che brilla <strong>di</strong> più:<br />

quella stella sei proprio tu<br />

che ci guar<strong>di</strong> da lassù.<br />

A scuola sei ancora presente,<br />

soprattutto nella tua aula<br />

dove gioia e malumori<br />

hai con<strong>di</strong>viso<br />

prima del tuo volo in para<strong>di</strong>so.<br />

Ciao, Giuseppe che ci guar<strong>di</strong> da lassù<br />

mentre preghi per noi Gesù.<br />

Mario Porrovecchio<br />

<strong>II</strong>I Scuola primaria statale “Santa Flavia”<br />

56


MANI SUGLI OCCHI<br />

Mani sugli occhi<br />

per non vedere<br />

la trage<strong>di</strong>a della guerra<br />

Mani sugli occhi<br />

per i bambini<br />

terrorizzati da abusi.<br />

Mani sugli occhi<br />

per non scrutare<br />

ogni genere <strong>di</strong> violenza.<br />

Mani sugli occhi<br />

per non osservare<br />

la paura <strong>di</strong> donne in<strong>di</strong>fese.<br />

Apro le mani<br />

per abbracciare un mondo<br />

pieno <strong>di</strong> pace e amore.<br />

Li<strong>di</strong>a Vitrano<br />

IV A Scuola primaria statale “M. Abbate”<br />

57


A FILIPPO: UNA VITA INTERROTTA<br />

Semplice, giovane e intelligente<br />

amava stare a contatto con la gente;<br />

chissà perché tragicamente<br />

il suo viaggio fu interrotto improvvisamente!<br />

A volte si pensa che la vita sia infinita<br />

ma ciò non è vero;<br />

è una bugia mai smentita.<br />

Camminare per un lungo sentiero,<br />

con i sogni e progetti da realizzare<br />

il destino a un tratto può fare sfumare.<br />

Ringraziando il Signore, tutto non finisce…<br />

L’amore per un caro resta sempre in fondo al cuore.<br />

Una foto, un ricordo o un semplice gesto<br />

aiutano ad affrontare<br />

tutto il resto.<br />

Christian Pernaci<br />

V B Scuola primaria statale “Santa Flavia”<br />

58


SE L’AMORE<br />

Se l’amore si potesse toccare<br />

lo prenderei con le mie mani.<br />

E come per magia farei quello che non fa:<br />

darei più amore ai bambini meno amati.<br />

Darei più amore agli anziani abbandonati.<br />

L’amore non si prende<br />

l’amore non si tocca<br />

ti attraversa il cuore e la mente<br />

ed è il dono più bello da regalare<br />

alla gente.<br />

Roberto Ciulla<br />

IV B Scuola primaria statale “Santa Flavia”<br />

59


IO VORREI…<br />

Io vorrei si fosse tutti amici<br />

e non ci fossero nemici.<br />

Vorrei essere amico<br />

<strong>di</strong> ogni persona <strong>di</strong> razza e colore,<br />

perché in fondo al mio cuore<br />

l’unico colore è quello dell’amore.<br />

Io vorrei la pace infinita<br />

per essere felici tutta la vita.<br />

Vorrei consolare<br />

chi è afflitto da un dolore<br />

regalandogli il mio calore.<br />

Ogni lacrima vorrei asciugare<br />

e un sorriso regalare.<br />

La speranza <strong>di</strong> continuare<br />

ecco questa io vorrei dare.<br />

Vorrei essere un arcobaleno <strong>di</strong> tanti colori<br />

per portare in tutti i cuori<br />

gioia, pace e allegria<br />

e così stare meglio in compagnia.<br />

Gabriele Antonio Spanò<br />

V A Scuola primaria statale “Santa Flavia<br />

60


SI PUO’ SORRIDERE<br />

Quel dì<br />

mi mancavano le forze.<br />

Ho visto<br />

le nuvole cadere.<br />

Poi ho pensato<br />

ed ho lottato.<br />

Ho ammirato<br />

la vita.<br />

Ho cercato<br />

la gioia.<br />

Ero debole,<br />

era la mia prova.<br />

Poi un sorriso,<br />

ha cambiato tutto.<br />

Ho accettato<br />

la sfida.<br />

Ho lottato e<br />

ho vinto.<br />

Non ho mai<br />

chiuso gli occhi.<br />

Dalle finestre<br />

del mio ospedale<br />

ho visto<br />

una nuova luce!<br />

Roberto Bruno<br />

classe <strong>II</strong>I C Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

61


A YARA<br />

Sai, a volte i miei occhi<br />

sono luci<strong>di</strong>, sembrano <strong>di</strong> vetro<br />

e da essi scendono lacrime<br />

che sembrano gran<strong>di</strong>ne.<br />

Lacrime <strong>di</strong> dolore,<br />

lacrime <strong>di</strong> rabbia,<br />

angoscia per ilo mio domani.<br />

Chissà che cosa ne sarà?<br />

Oggi, per te, tanta gente piange<br />

prega perché tu possa ritornare<br />

non è possibile finire nel nulla<br />

una bambina come te, come me.<br />

Io guardo gli occhi tristi<br />

e malinconici <strong>di</strong> mia madre,<br />

che mi fissano con tenerezza<br />

e forse pensa come me.<br />

Corro, e con il sorriso<br />

sulle labbra<br />

le tendo le mani<br />

e tra le braccia<br />

finisce l’angoscia, la paura<br />

e penso che il futuro è<br />

già domani.<br />

Torna, la tua mamma ti attende<br />

per ritrovare l’emozione<br />

che le farà battere<br />

ancora una volta il cuore.<br />

scordandosi il suo dolore.<br />

Daniela Candura<br />

<strong>II</strong>I Scuola primaria statale “Santa Flavia”<br />

62


LA PAURA E IL CORAGGIO<br />

Paura<br />

per il mondo inquinato.<br />

Coraggio<br />

per chi lo ha ripulito.<br />

Paura<br />

Per la gente violenta.<br />

Coraggio<br />

per chi la denuncia.<br />

Paura<br />

per chi vuol fermare la vita.<br />

Coraggio<br />

per chi la vuol fare ripartire.<br />

Paura<br />

per chi sfrutta il prossimo,<br />

Coraggio<br />

per chi sfugge dagli sfruttamenti.<br />

Paura<br />

per chi non sa del futuro.<br />

Coraggio<br />

per chi crede nelle sue idee.<br />

Mattia Curione<br />

IV B Scuola primaria statale “M. Abbate”<br />

ASCOLTA LA VITA<br />

Ascolta i suoni della vita, cogli ogni singola nota.<br />

Ascolta e non <strong>di</strong>menticare<br />

arriverà il tempo che non potrai più ascoltare.<br />

Ascolta la vita a poco a poco.<br />

Ascolta il suono dolce della natura,<br />

ascolta ogni parola,<br />

ascolta ogni consiglio,<br />

ascolta la tua vita come musica.<br />

Sara Maria Vancheri<br />

<strong>II</strong>I A Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

63


La SHOAH<br />

Non morirono,<br />

vennero uccisi.<br />

Nelle notti fredde<br />

Tra recinti infiniti.<br />

Erano ebrei,<br />

erano morti in tanti.<br />

Erano spettri,<br />

erano delle anime vaganti.<br />

Erano donne,<br />

erano anche madri.<br />

Erano bimbi,<br />

ma <strong>di</strong>ventarono inermi.<br />

Non morirono,<br />

vennero uccisi.<br />

Le loro anime,<br />

cadendo su tutta la terra<br />

testimoniano l’orrore<br />

e la stupi<strong>di</strong>tà della guerra.<br />

Giulia Crapanzano<br />

V A Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

64


LA MAGIA DELLA POESIA<br />

All’improvviso sulla mia mano<br />

si è posata una poesia.<br />

L’ho presa con la matita<br />

Per non lasciarla andar via.<br />

ho scritto canzoni sui gatti<br />

tanto meravigliose.<br />

Una nuvola è passeggera come<br />

una piuma leggera.<br />

Una foglia in volo è per un passerotto.<br />

un messaggio d’amore.<br />

Un clacson si è trasformato.<br />

in musica soave.<br />

All’improvviso sulla mia mano<br />

si è posata una poesia,<br />

l’ho chiusa nel mio cuore<br />

è <strong>di</strong>ventata una magia.<br />

Karla Bufalino<br />

<strong>II</strong>I B Scuola primaria “M. Abbate”<br />

L’ALBERO ABBATTUTO<br />

Se una foglia all’albero strappiamo<br />

un dolore gli procuriamo.<br />

Se all’uomo un capello si strappa<br />

certamente egli scappa.<br />

L’albero tutto ascolta e sente,<br />

ma non può <strong>di</strong>re niente<br />

a chi lo rende una sterpaglia<br />

chi lo brucia e chi lo taglia<br />

e non ci ren<strong>di</strong>amo conto<br />

che ogni albero che abbattiamo<br />

è una vita che strappiamo.<br />

Francesca Bocchino<br />

<strong>II</strong>I Scuola primaria statale “Santa Flavia”<br />

65


L’ACQUA: BENE PREZIOSO PER L’UMANITA’<br />

Tic, tic, tic è la voce delle gocce<br />

che cade sulle robuste rocce.<br />

L’acqua, bene prezioso per l’umanità.<br />

E’ l’oro blu.<br />

Acqua limpida,<br />

scorri tra mari, fiumi e laghi.<br />

Sei vapore nel cielo blu,<br />

sei ghiaccio freddo o<br />

sei semplicemente tu!<br />

Senza <strong>di</strong> te, il mondo<br />

non sarebbe il mondo e noi esseri viventi<br />

non avremmo vita.<br />

Sei ovunque.<br />

Sei assolutamente in<strong>di</strong>spensabile;<br />

io non so come alcuni esseri umani<br />

possono inquinarti o sprecarti senza pensare…<br />

pensare alle conseguenze!<br />

Tu sei l’idrografia della terra!<br />

Puoi essere calma o arrabbiata,<br />

ma quando ti arrabi sono guai!<br />

Spazzi via ogni cosa che trovi,<br />

ma penso che se noi ti veniamo incontro,<br />

forse tu farai lo stesso con noi!<br />

Tu sei l’acqua, limpida scorri nei ruscelli,<br />

sei nei ghiacciai, sei nei cieli blu!<br />

Acqua che scorri limpida e libera dove vuoi tu!<br />

Simona Sardo<br />

V A Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

66


RITRATTO<br />

I tuoi occhi splendenti<br />

come un sole d’estate<br />

e ver<strong>di</strong> come il prato,<br />

la tua bocca sorridente<br />

e gioiosa come le stelle.<br />

I tuoi capelli nero corvino<br />

le tue guance alte e rosee.<br />

Così ti vedo nel ritratto<br />

della tomba al cimitero<br />

mia dolce nonnina.<br />

Io non ti ho mai conosciuta,<br />

per me sarebbe stata una grande<br />

felicità averti con me,<br />

e nel mio cuoricino avrei<br />

voluto tanto abbracciarti.<br />

Allora io abbraccio la mia mamma<br />

ed è come se abbracciassi te.<br />

I tuoi bei ritratti e la mamma<br />

mi parlano <strong>di</strong> te.<br />

Simone Spanò<br />

<strong>II</strong>I Scuola primaria statale “Santa Flavia”<br />

67


SANTO NATALE<br />

Benvenuto Natale, festa dell’amore.<br />

Benvenuto nelle povere e nelle ricche case.<br />

Benvenuto da chi ha un lavoro<br />

e chi lo vorrebbe avere.<br />

Cre<strong>di</strong>amo in te Bambinello<br />

sperando in un domani ancora più bello.<br />

Nascesti nudo e donasti a noi amore,<br />

nulla hai chiesto in cambio o mio Signore.<br />

Eppure sei il padrone <strong>di</strong> tutto il creato.<br />

Benvenuto a Te che sei nato.<br />

Dona qualcosa a chi sogna le stelle<br />

per avere in futuro cose belle.<br />

Nei nostri occhi c’è scritto un nome<br />

“Benvenuto Natale”<br />

festa <strong>di</strong> pace e amore.<br />

Alessio Re<br />

<strong>II</strong>I Scuola primaria statale “Santa Flavia”<br />

68


SEZIONE C – BREVI RACCONTI<br />

V Circolo Didattico Statale “M. L. King” Caltanissetta<br />

1. DIVERSITA’ E’ COMPLETAMENTO<br />

<strong>di</strong> Roberto Bruno<br />

<strong>II</strong>I C Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

Caltanissetta<br />

Al primo classificato è stato attribuito un premio in denaro<br />

69


DIVERSITA’ E’ COMPLETAMENTO<br />

Un giorno in classe <strong>di</strong> Roberto arriva Paolo, un bambino affetto dalla sindrome <strong>di</strong> Down. Paolo è<br />

<strong>di</strong>verso e i suoi compagni non lo accettano: lo vedono malato, se la prendono sempre con lui e lo<br />

incolpano ingiustamente. Roberto è quello che più degli altri lo ignora, come se Paolo non esistesse!<br />

Ma, un giorno, Roberto viene cambiato <strong>di</strong> posto, e viene messo nel banco con Paolo.<br />

Roberto cerca in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> evitarlo ma, un giorno, il maestro <strong>di</strong>stribuisce un compito in cui<br />

debbono descrivere il compagno <strong>di</strong> banco. Roberto descrive Paolo e, Paolo Roberto.<br />

Arrivati al momento della correzione, il maestro legge ad alta voce il compito <strong>di</strong> Paolo e Roberto<br />

capisce che, nonostante il suo comportamento, Paolo gli vuole bene. Com'è possibile ciò? si chiede<br />

Roberto e riflettendo giunge alla conclusione che Paolo, non si è fermato alle apparenze, ma è<br />

andato oltre! Questa riflessione, porta Roberto a guardare Paolo con occhi <strong>di</strong>versi: del resto,<br />

pensandoci bene, cosa ha Paolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso dagli altri, a parte quegli occhi a mandorla, tipici dei<br />

bimbi Down? Nulla, è un bambino come tutti gli altri, con i suoi <strong>di</strong>fetti e i suoi lati buoni, i suoi<br />

sogni e le sue paure.<br />

I compagni <strong>di</strong> scuola, notano il cambiamento <strong>di</strong> Roberto e, cominciano a prendere in giro anche lui,<br />

ma Roberto non si arrende, vuole entrare nel mondo <strong>di</strong> Paolo, riuscire a vedere il meglio delle<br />

persone, come Paolo ha fatto con lui.<br />

Un giorno, Paolo, lo invita a casa sua. Arrivato, trova la casa piena <strong>di</strong> amici <strong>di</strong> Paolo; passano un<br />

bellissimo pomeriggio a giocare, a ballare e a cantare. Paolo e quello che anima la festa: racconta<br />

barzellette, non sta fermo un attimo e tutti si lasciano travolgere da questo fiume in piena.<br />

Roberto nota che Paolo sorride sempre, e che riesce a strappare un sorriso a chiunque, anche a lui<br />

che è sempre troppo serio!<br />

Paolo, ha tanti interessi: ama l'astronomia (conosce tutte le costellazioni ed i nomi delle stelle), la<br />

musica e leggere. Entrando nella sua stanza, Roberto, nota una chitarra e chiede a Paolo se sa<br />

suonarla, ma lui gli risponde <strong>di</strong> no.<br />

Alla fine della serata, Roberto fatica ad andare via; c'è aria <strong>di</strong> gioia in quel posto e lui si sente bene,<br />

tanto bene e, in quel momento, si rende conto <strong>di</strong> quanto sia cambiato da quando Paolo è entrato<br />

nella sua vita. Gli ha dato tanto, senza chiedere nulla in cambio.<br />

Appena rientrato a casa, Roberto, va in camera sua e, presa la sua amata chitarra (era un regalo del<br />

suo caro nonno), comincia a suonare. All'improvviso, prende il telefono e chiama Paolo e gli <strong>di</strong>ce: "<br />

Ho una<br />

chitarra come la tua,se ti va, qualche volta, la porto da te e ti insegno qualche accordo. Non sono<br />

bravissimo, ma se uniamo le forze, sicuramente, ne verrà fuori qualcosa <strong>di</strong> buono!"<br />

Da quel giorno, Paolo e Roberto, <strong>di</strong>ventarono ottimi amici. Il loro rapporto è un dare e un ricevere,<br />

ma senza pretese. La gioia <strong>di</strong> vivere <strong>di</strong> Paolo scuote la serietà <strong>di</strong> Roberto e la tranquillità <strong>di</strong> Roberto<br />

calma<br />

l'irruenza <strong>di</strong> Paolo.<br />

Paolo è un bambino Down, Roberto un bambino "normale", ma ciò che conta davvero è che sono<br />

due bambini, ognuno dei quali dà il meglio <strong>di</strong> se per arricchire l'altro, in quanto la ricchezza sta nel<br />

completarsi con gli altri.<br />

Roberto Bruno<br />

<strong>II</strong>I C Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

70


UN’AGENZIA PER LA VITA<br />

Mattia è un ragazzino molto vivace che non ha cura delle sue cose, soprattutto dei suoi giocattoli.<br />

Il ragazzino chiedeva sempre in regalo ai suoi genitori nuovi giochi e, come risposta, si sentiva <strong>di</strong>re:<br />

-No, ne hai già tanti!<br />

Ma lui insisteva rispondendo: -Ma non è vero, mi sembra <strong>di</strong> averne così pochi!<br />

I genitori finivano per accontentarlo sempre ma il bambino li <strong>di</strong>struggeva in breve tempo.<br />

Una sera i giocattoli si animarono e <strong>di</strong>scussero a lungo; alla fine decisero <strong>di</strong> andarsene,<br />

ma…avevano qualche “problemino” : all’orsetto <strong>di</strong> peluche si era scucito un orecchio e sentiva<br />

veramente male, alla macchinina mancavano le ruote e l’aereo aveva un’ala rotta.<br />

Per lasciare la casa <strong>di</strong> Mattia i giocattoli furono trascinati dal povero orsetto che aveva ancora le<br />

zampe.<br />

Percorsero, per la Grande Città, più <strong>di</strong> ottanta chilometri e lungo il viaggio furono costretti a fare<br />

molte soste per lasciar riposare l’orsetto che si lamentava: -Aiuto! Sono molto stanco! Qualcuno<br />

può darmi una zampa?<br />

Finalmente videro le vetrine luccicanti del “Grande Magazzino” ed entrarono.<br />

Chiesero al proprietario se potevano restare lì ed egli accettò <strong>di</strong> ospitarli.<br />

L’indomani mattina il negozio aprì puntuale e il primo cliente si presentò: -Sono il Signor Unicef.<br />

Dove si trovano i vaccini e le vitamine che ha prenotato la mia agenzia?<br />

Il commesso gli rispose: -In fondo, a destra.<br />

Mentre camminava il Signor Unicef vide dei giocattoli un po’ rovinati, chiese il prezzo e li comprò.<br />

In quel momento arrivò Mattia e, vedendo i suoi giocattoli, <strong>di</strong>sse al signore: -Grazie!! Ha trovato i<br />

miei giocattoli! Li ho cercati tanto!<br />

Ma il signore replicò: -Ma no, sciocchino! Questi giocattoli andranno ai bambini dei paesi<br />

sottosviluppati; li ho appena comprati per loro.<br />

Mattia non capiva e chiese: -Chi sono i bambini dei paesi sottosviluppati?<br />

Il Signor Unicef rispose: -Sono i bambini meno fortunati <strong>di</strong> te! Tu hai due genitori, loro spesso li<br />

hanno persi o sono troppo poveri; non hanno una casa, non hanno <strong>di</strong>ritto all’istruzione e non<br />

ricevono cure per le malattie.<br />

Adesso Mattia cominciava a capire.<br />

Quel signore così gentile propose: -Vuoi <strong>di</strong>ventare un volontario dell’Unicef per sostenere i<br />

bambini poveri?<br />

Mattia chiese il permesso ai suoi genitori ed accettò.<br />

L’indomani il ragazzino comunicò ai suoi amici e compagni <strong>di</strong> tutte le classi la magnifica notizia.<br />

Nel pomeriggio incontrò <strong>di</strong> nuovo il Signor Unicef: -Ciao Mattia, ti vorrei fare un’ultima proposta!<br />

Mattia ascoltava un po’ emozionato.<br />

- Di’ ai tuoi insegnanti che alla tua scuola è stata assegnata la nomina <strong>di</strong> “Ambasciatrice <strong>di</strong> Buona<br />

Volontà Unicef”.<br />

Mattia chiese spiegazioni e il Signor Unicef continuò: -Significa che siete <strong>di</strong>ventati portatori <strong>di</strong> pace<br />

e solidarietà!<br />

Da quel momento Mattia imparò ad apprezzare le sue cose ma soprattutto ad aiutare il prossimo,<br />

specialmente i più deboli e bisognosi <strong>di</strong> cure.<br />

Giulia Pagano<br />

IV B Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

71


Il giar<strong>di</strong>no dei miei sogni.<br />

Il giar<strong>di</strong>no dei miei sogni è il giar<strong>di</strong>no dell’amore e della felicità.<br />

In questo giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> fantasia c’è a sinistra un cespuglio con la pasta, il latte e il pane.<br />

Dietro il cespuglio c’è un albero con il tronco fatto <strong>di</strong> vestiti e i rami ricoperti <strong>di</strong> caramelle,<br />

zucchero filato, bastoncini <strong>di</strong> zucchero e tante altre leccornie.<br />

A destra del giar<strong>di</strong>no c’è un altro cespuglio con tanti giocattoli.<br />

Nel cielo volano palloncini e farfalle.<br />

Ma la cosa più importante <strong>di</strong> questo giar<strong>di</strong>no si trova al centro dove c’è la mia famiglia.<br />

Questo è il giar<strong>di</strong>no dei miei sogni, perché il mio sogno è che tutti i bambini del mondo possano<br />

avere tutto quello che fortunatamente io ho.<br />

Alessandra Spataro <strong>II</strong> B Scuola primaria statale “Michele Abbate<br />

MARINA E IL REGALO PIU’ BELLO<br />

Marina Amore era una bimba esile dai capelli bion<strong>di</strong> come il sole, dagli occhi verde azzurro,<br />

limpi<strong>di</strong> come l’acqua marina. Apparteneva ad una famiglia benestante: la mamma maestra e il papà<br />

impiegato <strong>di</strong> banca. I genitori la colmavano <strong>di</strong> attenzione e <strong>di</strong> affetto, essendo la loro unica figlia.<br />

Ma le avevano anche insegnato ad avere rispetto per gli altri. La mamma spesso le <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> non<br />

<strong>di</strong>sprezzare chi è <strong>di</strong>verso da noi, chi ha meno <strong>di</strong> noi e chi non è perfetto come noi. Così era cresciuta<br />

giu<strong>di</strong>ziosa, sensibile ed educata. Sembrava proprio che il cognome che il destino le aveva assegnato<br />

rispecchiasse il suo animo. Un giorno la mamma decise <strong>di</strong> far vedere alla bimba quant’era fortunata<br />

e la portò in un orfanotrofio. La mamma quanto arrivo <strong>di</strong>stribuì a tutti i bimbi un regalo e un<br />

dolcetto fatti da lei. La bimba notò che tutti i bambini si <strong>di</strong>vertivano tranne uno, che poi seppe che si<br />

chiamava Alessandro. Alessandro era un bimbo esile, con tanti riccioli bion<strong>di</strong> e con due occhioni<br />

neri e tristi. Marina si avvicinò a lui spinta dal desiderio <strong>di</strong> cancellare da quel bel visino<br />

quell’espressione che nessun bambino dovrebbe mai avere.<br />

A Natale le visite erano sempre più frequenti. La bimba piano piano riuscì a cancellare dal viso <strong>di</strong><br />

Alessandro, quella brutta espressione. Un giorno la mamma decise <strong>di</strong> chiedere alla figlia che regalo<br />

volesse e la bimba rispose che non voleva nessun regalo materiale, ma sarebbe stata felice se solo<br />

avesse potuto avere un fratellino o una sorellina.<br />

I genitori prima la guardarono stupiti, e poi, la mamma con dolcezza spiegò con a Marina che non<br />

poteva avere più nessun bambino e le propose allora <strong>di</strong> adottare Alessandro. A Natale andarono a<br />

prendere il bambino e <strong>di</strong>ssero a Marina che presto sarebbe <strong>di</strong>ventato suo fratello a tutti gli effetti.<br />

Quello per lei fu il giorno più bello della sua vita!!<br />

Stefania Ferro<br />

V B Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

72


LA VIGILIA DI NATALE<br />

Era la vigilia <strong>di</strong> Natale, la mezzanotte si avvicinava e tutti erano in grande attesa. Il paese era<br />

illuminato da luci, gli alberi <strong>di</strong> abeti addobbati con nastri, palline e decorazioni <strong>di</strong> ogni tipo,<br />

insomma per le strade si sentiva e si toccava con le mani l’aria <strong>di</strong> festa. Dalle case arrivava il suono<br />

dei canti natalizi e tutti erano contenti. Era Natale. Intanto non molto lontano da queste paillettes e<br />

decori si trovava una vecchia, buia e triste casetta, nella quale viveva una famiglia povera, ma<br />

serena formata da una madre e due figli. Famiglia benestante caduta in rovina perché il padre si era<br />

giocato tutto alle slot machine e per la vergogna pensò bene <strong>di</strong> fuggire chissà dove. La mamma,<br />

rimasta sola, si rimboccò le maniche e cominciò a cercare lavoro, ma tutte le porte si chiudevano in<br />

faccia. Era <strong>di</strong>sperata e pensava che non avrebbe passato un bel Natale. I due bambini guardavano<br />

<strong>di</strong>etro i vetri della finestra il via vai della gente carica <strong>di</strong> pacchi regalo, avvolta in pellicce e cappotti<br />

eleganti, mentre loro non avevano un albero né una stufa per scaldarsi. I bambini piangevano e<br />

morivano dalla voglia <strong>di</strong> avere un piccolo regalo. La mamma li abbracciò e promise loro che ne<br />

avrebbero avuto uno. Uscì <strong>di</strong> casa, andò a bussare alla porta della vicina chiedendole dei vecchio<br />

giocattoli per rendere felici i suoi figli, ma la signora la cacciò in modo sgarbato anzi offendendola<br />

con brutte parole. Paola cominciò a piangere come una <strong>di</strong>sperata perché non poteva realizzare il<br />

sogno dei suoi bambini. Pensò <strong>di</strong> tornare a casa, ma lungo la strada scorse un bambino tutto solo,<br />

infreddolito e intirizzito dal gelo, che sembrava un ghiacciolo seduto all’angolo della strada. Tanta<br />

gente frettolosa passava davanti a quel piccolo tesserino, ma nessuno si fermava, anzi veniva<br />

guardato con <strong>di</strong>sprezzo.<br />

Paola si avvicinò e gli chiese cosa facesse lì e perché non era casa con i suoi genitori, proprio in<br />

quel giorno. Il bimbo con serenità e tranquillità le <strong>di</strong>sse che non aveva una casa né una famiglia e<br />

che era solo al mondo. La mamma ebbe pietà e lo portò a casa sua, pur sapendo <strong>di</strong> non potergli dare<br />

molto, solo un piatto <strong>di</strong> zuppa e il suo calore umano. Appena arrivato a casa, i figli vedendo quel<br />

piccolo cominciarono a saltare dalla felicità e dalla gioia: erano i bambini più felici del mondo. In<br />

quel momento non desideravano altro. Ridevano e ridevano, da tempo mamma non li vedeva così<br />

felici.<br />

73


A mezzanotte si udì il suono della campana che annunciava la nascita <strong>di</strong> Gesù e Paola chiamò i<br />

bimbi per mettersi a tavola a mangiare quel poco che aveva racimolato con fatica. Finita la cena,<br />

qualcuno bussò alla porta, Paola corse ad aprire, ma non trovò nessuno, solo quattro pacchi ben<br />

confezionati con i loro nomi. Paola rientrò con gli occhi luci<strong>di</strong>, ma tanto felice, finalmente poteva<br />

dare qualcosa ai suoi figli, ma quando si girò rimase sbalor<strong>di</strong>ta e sorpresa <strong>di</strong> trovare vuota la se<strong>di</strong>a,<br />

occupata dal piccolo ospite e al suo posto c’era un biglietto su cui c’era scritto: “Buon Natale da un<br />

vostro piccolo amico”. Paola capì che il miracolo si era avverato e ritrovò in se stessa la forza e la<br />

fiducia <strong>di</strong> andare avanti. Natale è anche questo: solidarietà, amore, gioia e serenità.<br />

Caterina Schembri, Filippo Lombardo e Esmeralda Amico<br />

<strong>II</strong>I Scuola primaria statale “Santa Flavia”<br />

DIRITTI E DOVERI<br />

Anche quel giorno a scuola Raffaele trattò male i suoi compagni, rifiutò <strong>di</strong> prestare la matita a<br />

Giovanni, il suo compagno <strong>di</strong> banco, prese in giro Carlotta la sua compagna cicciotella, rise perfino<br />

in faccia alla maestra che lo rimproverò <strong>di</strong>cendogli che avrebbe dovuto essere più educato. A<br />

Raffaele però non importava niente dell’educazione: era un bambino capriccioso e viziato,abituato<br />

ad ottenere sempre tutto ciò che chiedeva e convinto che poteva fare sempre tutto quello che voleva<br />

senza mai pagarne le conseguenze. Ovunque si trovasse Raffaele ignorava sempre le regole da<br />

rispettare, non ubbi<strong>di</strong>va mai ai suoi genitori e maltrattava perfino la sua sorellina più piccola. Ma<br />

nella vita, si sa, ci sono sempre dei doveri e delle regole da rispettare e anche per Raffaele arrivò iol<br />

momento <strong>di</strong> capirlo e <strong>di</strong> imparare la lezione. Una mattina, infatti, Raffaele uscì <strong>di</strong> casa per andare a<br />

scuola e si accorse con grande stupore che la strada, le case, gli alberi e tutto ciò che lo circondava<br />

era ricoperto <strong>di</strong> tantissima neve. Che meraviglia! Che gioia! Si precipitò a scuola dove trovò i suoi<br />

compagni che giocavano nel cortile, lanciavano palle <strong>di</strong> neve, rotolavano sul quel manto soffice e<br />

bianco, costruivano dei buffi pupazzi.<br />

- Ehi ragazzi – <strong>di</strong>sse Raffaele – posso giocare con voi?-<br />

I suoi compagni non lo consideravano minimamente e continuarono a giocare tra <strong>di</strong> loro,<br />

ignorandolo. Raffaele ci rimase molto male e se ne andò con le spalle curve.<br />

All’uscita dalla scuola corse a casa dalla sua sorellina per chiederle se almeno lei volesse uscire per<br />

giocare sulla neve, ma anche lei rifiutò <strong>di</strong>cendogli che preferiva rimanere a casa e giocare con le<br />

bambole.<br />

74


A quel punto Raffaele si accorse <strong>di</strong> non aver nessuno con cui giocare, scoppiò a piangere e andò a<br />

chiudersi nella sua stanza.<br />

La sua mamma lo sentì dalla cucina e andò a chiedergli quale fosse il problema.<br />

- Perché piangi, piccolo mio? – chiese la mamma.<br />

- Piango perché sono solo e senza amici, nessuno vuole giocare con me, perfino la<br />

mia sorellina preferisce giocare da sola piuttosto che stare con me e questo non è giusto, sono tutti<br />

cattivi.-<br />

- No, tesoro, le cose non stanno così- <strong>di</strong>sse allora la mamma – se gli altri non vogliono stare<br />

con te, probabilmente è perché tu ti sei comportato male con loro! Prova ad essere un<br />

bambino buono e gentile e vedrai che tutti saranno felici <strong>di</strong> giocare con te.<br />

Sentendo quelle parole Raffaele ripensò a tutte le volte che si era comportato male con i suoi amici<br />

e familiari, si accorse <strong>di</strong> quanta sofferenza avesse causato agli altri e promise che da quel giorno<br />

avrebbe sempre rispettato le regole e si sarebbe comportato bene con tutti.<br />

La sua promessa fu mantenuta e in pooco tempo Raffaele si fece un sacco <strong>di</strong> amici e fu voluto bene<br />

da tutti, compresi i suoi familiari e la sua sorellina.<br />

Michele Russo<br />

<strong>II</strong>I C Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

75


PUZZLE DI IDEE<br />

A Caltanissetta, nella zona più alta della città vecchia chiamata Sant’Anna vive un ragazzo <strong>di</strong> nome<br />

Sabele. Sabele è un bimbo curioso, felice, coraggioso e simpatico e ama la scuola, la sua città e i<br />

suoi amici.<br />

Il pomeriggio a casa Sabele stu<strong>di</strong>a, gioca con le sue sorelle e il suo papà e poi guarda con lui il<br />

computer. Egli è ormai un bambino giu<strong>di</strong>zioso e conosce tutti i problemi del mondo. In televisione<br />

ha visto la guerra, tanti bambini <strong>di</strong>ventare soldato, ha visto i bambini morire <strong>di</strong> fame, la povertà <strong>di</strong><br />

certi quartieri, l’inquinamento della terra, la sete in Africa.<br />

Con il suo papà parla <strong>di</strong> queste cose, poi chiede il perché c’è tanta sofferenza nel mondo e perché<br />

gli uomini non hanno voglia <strong>di</strong> aiutarsi tra loro.<br />

Un giorno con il camper Sabele va in gita a Erice, un paese ventoso e molto alto.<br />

Mentre è lì il papà lo porta in un bel castello dove tanti scienziati stanno insieme per quasi tutto<br />

l’anno per <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> tutti i problemi del mondo. La maggior parte <strong>di</strong> loro sono vecchietti e gli altri<br />

giovani ma molto intelligenti ma tutti pacifici, tranquilli, cortesi e pensierosi. Sabele curioso si<br />

mette in mezzo a loro e cerca <strong>di</strong> ascoltarli. Poi, confuso, chiede allo scienziato più vecchio con i<br />

capelli bianchi: “Ma cosa ci fate qui? Di che parlate?” Il vecchio saggio risponde “Qui tutti insieme<br />

parliamo tante lingue ma tutti amiamo lo stesso mondo. Tutte le nostre menti le mettiamo al<br />

servizio <strong>di</strong> tutti gli uomini.”<br />

E poi sorridendo <strong>di</strong>ce a Sabele: “Sei pronto ad aiutare il mondo? Se vuoi aiutare questo mondo<br />

impara a stu<strong>di</strong>are in compagnia. Uniti si trovano le soluzioni”.<br />

La sera nel suo letto Sabele promette a se stesso che ascolterà sempre i vecchi saggi e stu<strong>di</strong>erà per<br />

<strong>di</strong>ventare come loro un amico del mondo.<br />

Sabele Longo<br />

<strong>II</strong>I C Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

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OLTRE IL MURO DEL SILENZIO<br />

Carlo è un bambino che vive a Milano e frequenta la quarta elementare, lui non riesce a parlare<br />

perché è sordomuto, infatti comunica con i gesti. A scuola i suoi compagni non lo capiscono e<br />

invece <strong>di</strong> aiutarlo lo prendono in giro. Ogni volta che Carlo fa dei gesti per farsi capire i suoi<br />

compagni gli ridono in faccia e così ogni suo gesto produce riscontri negativi. Allora Carlo, stanco<br />

<strong>di</strong> essere preso in giro, cerca <strong>di</strong> comunicare questo suo <strong>di</strong>sagio ai suoi genitori, ma loro, per<br />

questioni <strong>di</strong> lavoro non sono mai in casa, così Carlo, non potendo sfogarsi con qualcuno, decide <strong>di</strong><br />

non comunicare con nessuno, chiudendosi in se stesso e mettendosi in <strong>di</strong>sparte da tutti. Un giorno<br />

nella classe <strong>di</strong> Carlo arrivò un nuovo bambino <strong>di</strong> nome Raif che veniva dall’Africa, tutti i bambini<br />

della classe lo guardarono con curiosità e desiderosi <strong>di</strong> conoscerlo. Dato che Raif non parlava la<br />

lingua italiana, cercava <strong>di</strong> comunicare con gli altri con i gesti. Tutta la classe apprezzò il suo modo<br />

<strong>di</strong> comunicare e ognuno <strong>di</strong> loro lo accolse con gioia. Ma Raif che era un bambino sveglio, vide che<br />

in un angolo c’era Carlo, così gli si avvicinò e lo salutò con un gesto, allora Carlo lo guardò stranito<br />

e poi gli rispose anche lui con un saluto. Raif, nonostante non parlasse la lingua italiana, capì che<br />

Carlo era solo e senza amici, allora decise <strong>di</strong> sedersi nel banco con lui per aiutarlo, perché anche lui<br />

in passato aveva avuto gli stessi problemi. Carlo fu felice che Raif scelse lui come compagno <strong>di</strong><br />

banco e da quel giorno riprese a comunicare. Gli altri compagni vedendo che Raif si trovava bene<br />

con Carlo non lo presero più in giro, ma apprezzarono un nuovo modo <strong>di</strong> comunicare, cioè quello<br />

dei gesti. Infine Carlo e Raif <strong>di</strong>ventarono due amici inseparabili, perché tra i due c’era un’intesa<br />

perfetta. Concludendo possiamo <strong>di</strong>re che bisogna avere la capacità <strong>di</strong> immedesimarsi nei problemi<br />

degli altri e aiutarli a risolverli.<br />

Matteo Sciascia Cannizzaro<br />

<strong>II</strong>I C Scuola primaria statale “Michele Abbate”<br />

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INDICE<br />

Biografia “Filippo A. M: Collerone” Pag. 3<br />

Prefazione Pag. 5<br />

Presentazione Pag. 7<br />

La commissione Pag. 9<br />

Sezione A – Poesie Pag. 11<br />

Sezione A – Brevi racconti Pag. 23<br />

Sezione B – Poesie Pag. 27<br />

Sezione B – Brevi racconti Pag. 41<br />

Sezione C – Poesie Pag. 53<br />

Sezione C – Brevi racconti Pag. 69<br />

79


Finito <strong>di</strong> stampare<br />

nel mese <strong>di</strong> Aprile 2011<br />

Tipografia:<br />

…………………………………….<br />

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