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diario s. gemma galgani.pdf - Parrocchia San Michele Arcangelo ...

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quegli istanti! Lo spieghi chi può. Mi parve, dopo qualche momento di<br />

commozione, che mi prendesse in grembo e mi facesse posare il capo sulla sua<br />

spalla, che mi fece tenere per un po' di tempo. Il mio cuore in quel momento era<br />

appieno felice e contento: altro [non] aveva da desiderare.<br />

«Non ami che me?», mi dimandava di quando in quando. «O no! », gli<br />

rispondevo. «Prima di te amo un'altra persona ». « E chi è? », fingendo di non<br />

saperlo mi dimandava. È una persona a me tanto cara, più di ogni altra cosa; l'amo<br />

tanto, che darei la vita anche in quest'istante; per lui non curo più neppure il corpo<br />

». « Ma dimmi chi è », impaziente mi dimandava. «Se tu fossi venuta ieri l'altro<br />

sera, l'avresti veduto starsene con me. Vedi, però lui viene così di rado da me, io<br />

invece da lui vado ogni giorno, e più volte ancora andrei, se potessi. Ma sai,<br />

Mamma mia», ripigliavo, «perché fa così? Perché vuole stare a vedere se così<br />

lontano io fossi capace di non amarlo più; ma invece quanto più è lontano, tanto<br />

più mi sento trasporto maggiore con lui ». Mi ripeteva: « Dimmi chi è ». « No,<br />

non te lo dico », soggiungevo. « Tu vedessi, Mamma mia: ti somiglia te per<br />

bellezza, i tuoi capelli hanno il colore dei suoi». E la Mamma mia mi pareva che<br />

accarezzandomi mi dicesse: «Ma, figlia mia, di chi intendi parlare?». Esclamai<br />

forte: «Non mi capisci? Intendo parlare di Gesù. Di Gesù», ripetei ancora più<br />

forte. Mi guardò sorridendo e mi strinse fortemente a sé: «Amalo pure, amalo<br />

tanto, ma ama lui solo ». « Non temere », gli dissi, « nessuno al mondo potrà<br />

gustare gli affetti miei, solo Gesù».<br />

Di nuovo mi strinse a sé, mi sembrò che mi baciasse nella fronte, e mi svegliai<br />

e mi trovai stesa per terra, col crocifisso vicino.<br />

Chi legge, di nuovo lo ripeto, non creda a queste cose, perché tutta mia fantasia;<br />

mi sottometto non di meno a descrivere ogni cosa, perché legata dall'obbedienza,<br />

altrimenti vorrei fare altro. Credo che di giorno in giorno la ripugnanza che provo<br />

nello scrivere certe cose infine cessi, ma si fa sempre maggiore: è una pena tale da<br />

non poter resistere, e quasi da morirne.<br />

Domenica, 2 settembre<br />

Tenerezza, severità e rimproveri dell'angelo custode.<br />

Stanotte ho dormito, col mio angelo custode accanto; nello svegliarmi l'ho<br />

veduto vicino a me; mi ha dimandato dove andassi. « Da Gesù », ho risposto.<br />

Tutto il resto del giorno è corso benissimo. Dio mio, ma verso sera che è mai<br />

avvenuto! L'angelo custode si è fatto serio e severo; io non sapevo indovinarne la<br />

cagione, ma lui, ché nulla posso celargli, in tuono severo (nel momento che mi ero<br />

messa a recitare le solite preghiere) mi ha demandato che facessi. «Prego». «Chi<br />

aspetti?» (facendosi sempre più serio). lo non pensavo a nulla. «Confratel

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