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Untitled - Arcidiocesi di Lucca

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APPENDICE 1<br />

SCHEDE PER LA COMPRENSIONE DEL MESSAGIO<br />

DELLE LETTURE DOMENICALI E PER I GRUPPI DI ASCOLTO<br />

Prima Domenica: nel deserto quaresimale<br />

Ascoltiamo la Parola<br />

La quaresima è il periodo <strong>di</strong> quaranta giorni che ogni anno la Chiesa vive prima della<br />

Pasqua. Anticamente era il periodo in cui coloro che chiedevano <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare cristiani<br />

vivevano nella penitenza e nella prova per ricevere il battesimo nella notte <strong>di</strong> Pasqua.<br />

Per noi oggi è l’occasione annuale che la Chiesa ci offre per rinnovare la nostra<br />

conversione, cioè il nostro cambiamento <strong>di</strong> mentalità e <strong>di</strong> vita secondo il Vangelo (cf.<br />

Mc 1,15), e per ravvivare l’unione con Cristo Gesù avvenuta nel nostro battesimo, che<br />

rivivremo nella Veglia <strong>di</strong> Pasqua.<br />

Questo tempo richiama alla mente i quaranta anni passati dal popolo ebraico nel<br />

deserto dopo la liberazione dalla schiavitù, e l’esperienza dei profeti (cf. 1 Re 19,8). Il<br />

deserto è il luogo “grande e spaventoso” della tentazione e della prova nelle quali Dio<br />

conduce l’uomo “per sapere quello che ha nel cuore” (Dt 8,2-4.12-16); ma è anche il<br />

luogo in cui Dio si intrattiene con lui e “parla al suo cuore” (Os 2,16).<br />

Così è stato anche per Gesù che, all’inizio della Sua pre<strong>di</strong>cazione, “fu condotto dallo<br />

Spirito nel deserto per essere tentato” (Mt 4,1). Come noi e come ogni uomo, anche<br />

Lui ha sperimentato l’attrattiva dell’orgoglio, dell’egoismo e del potere, ma la Sua<br />

scelta è per l’amore del Padre, unica realtà che dà senso alla Sua e alla nostra vita.<br />

k Vangelo: Matteo 4,1-11.<br />

Anche la nostra vita spesso è un deserto, in quanto è piena <strong>di</strong> problemi, ansie,<br />

praoccupazioni ed anche sofferenze che provocano in noi la tentazione <strong>di</strong> non credere<br />

che il Padre ci ama davvero.<br />

Altre volte abbiamo bisogno <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> deserto, cioè <strong>di</strong> silenzio e <strong>di</strong> prova, per<br />

mettere in <strong>di</strong>scussione la nostra vita ed aprirci ad una autentica conversione. La quaresima<br />

è il momento più importante che la Chiesa ci offre per vivere questo atteggiamento<br />

<strong>di</strong> conversione a cui la Parola <strong>di</strong> Dio in continuazione ci chiama.<br />

- 3 -


Il Vangelo del mercoledì delle ceneri ci <strong>di</strong>ce concretamente come dobbiamo viverlo:<br />

nella carità, che è autentica de<strong>di</strong>zione ai fratelli (senza secon<strong>di</strong> fini), sapendo<br />

<strong>di</strong> servire in essi il Cristo; nella preghiera, che è il <strong>di</strong>alogo fiducioso col Padre; nel<br />

<strong>di</strong>giuno, che è un segno <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità e solidarietà, <strong>di</strong> rinuncia e <strong>di</strong>stacco dai nostri<br />

beni per una libertà più grande.<br />

Vivere questo, oggi, senza ipocrisia e senza attese <strong>di</strong> ricompensa, significa per noi<br />

liberarci dalle tentazioni <strong>di</strong> cercare sempre e soltanto noi stessi ed aprirci all’amore infinito<br />

del Padre.<br />

Per la lectio personale vedere più avanti<br />

Per lo scambio fraterno<br />

v con<strong>di</strong>videre il frutto della lectio personale (sentimenti, evocazioni, illuminazioni)<br />

v all’inizio del cammino quaresimale ognuno può con<strong>di</strong>videre con gli altri gli<br />

impegni personali e quelli che si vogliono prendere come comunità, in particolare<br />

i punti della propria esistenza personale e comunitaria sui quali si<br />

vuole lasciarsi trasformare dalla grazia battesimale.<br />

Per la vita<br />

All’origine <strong>di</strong> ogni tentazione c’è sempre la pretesa <strong>di</strong> “<strong>di</strong> ventare come Dio” (1° lettura),<br />

o <strong>di</strong> strumentalizzarlo ai propri fini (vangelo). Alla situazione <strong>di</strong> degrado morale<br />

delle istituzioni e della vita civile, come in tutte le situazioni <strong>di</strong> male endemico,<br />

spesso si risponde con atteggiamenti <strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza e <strong>di</strong> rassegnazione, <strong>di</strong> rifugio nel<br />

privato, <strong>di</strong> non trasparenza e <strong>di</strong> copertura, <strong>di</strong> tra sformismo opportunista. L’incapacità<br />

<strong>di</strong> vedere e mettere insieme le molte o poche risorse <strong>di</strong>sponibili crea animosità e conflitti.<br />

“I loro occhi erano appesantiti” - commenta la Scrittura (cfr. Mc 14,40; Es 2,14;<br />

Lc 24,16). Oppure si danno giu<strong>di</strong>zi e condanne af frettati.<br />

Queste soluzioni tra<strong>di</strong>scono la ricerca della salvezza in un orizzonte puramente<br />

umano, in una giustizia che spesso è solo vendetta, in un <strong>di</strong>ritto che è fare a gomitate<br />

per imporsi sull’altro. È la tentazione anche del cristiano e della comunità credente<br />

quando, come il popolo d’Israele in cammino nel deserto, non si fida più <strong>di</strong> Colui<br />

che lo conduce, della prospettiva che ha davanti (il Regno da accogliere e costruire),<br />

della Parola-pane che la nutre.<br />

- 4 -


Una domanda per la riflessione e lo scambio. Dopo aver letto insieme le pagine introduttive<br />

che de scrivono la realtà che ci circonda, chiedersi: quali “tentazioni” o atteggiamenti<br />

concreti e quoti<strong>di</strong>ani impe<strong>di</strong>scono a me ed alla mia comunità <strong>di</strong> essere<br />

protagonista nel cammino <strong>di</strong> rinnovamento?<br />

Seconda domenica: Videro la sua gloria<br />

Ascoltiamo la Parola<br />

L’evento della trasfigurazione è in stretto legame <strong>di</strong> continuità con gli episo<strong>di</strong> precedenti<br />

(Mt 16 e Mc 8). Scorrerli brevemente sul Vangelo.<br />

È un momento particolarmente <strong>di</strong>fficile per i <strong>di</strong>scepoli e per la vita <strong>di</strong> Gesù. L’opposizione<br />

contro <strong>di</strong> Lui cresce ogni giorno. La stessa folla che all’inizio l’aveva seguito<br />

con entusiasmo, mostra <strong>di</strong> non comprendere le sue opere. Gli apostoli sono smarriti,<br />

costernati, quando in questa situazione si sentono <strong>di</strong>re da Gesù stesso che deve<br />

andare a Gerusalemme, soffrire molto ed essere ucciso.<br />

Per rinfrancare la loro fede e la loro speranza, Gesù, ai tre <strong>di</strong>scepoli che ritroveremo<br />

nel momento dell’agonia, sul monte degli Ulivi (cf. Mt 26,37), fa vedere, sul Tabor,<br />

la Sua gloria, la presenza <strong>di</strong> Dio nella Sua e nella loro vita, che si compirà pienamente<br />

nella Sua Pasqua <strong>di</strong> morte e resurrezione, “l’esodo che avrebbe portato a compimento<br />

a Gerusalemme” (Lc 9,31).<br />

k Vangelo: Matteo 17,1-9<br />

Per la lectio personale vedere più avanti<br />

Per lo scambio fraterno<br />

v con<strong>di</strong>videre il frutto della lectio personale (sentimenti, evocazioni, illuminazioni)<br />

v per facilitare la con<strong>di</strong>visione:<br />

“Questi è il mio Figlio pre<strong>di</strong>letto. Ascoltatelo.” In questo tempo <strong>di</strong> Quaresima<br />

come possiamo porci in un ascolto più assiduo della Parola <strong>di</strong> Dio? Abbiamo<br />

compreso che un cammino <strong>di</strong> conversione implica entrare progressivamente<br />

- 5 -


nella “gloria” del Padre? Come viviamo ciò nel sacramento della Penitenza?<br />

“È bello per noi stare qui: facciamo tre tende.” La luce <strong>di</strong> Dio è per il cammino<br />

e non una semplice conoscenza che non intacca la nostra storia. Dalla fede<br />

che professiamo ne deriva un impegno per far germogliare un mondo nuovo?<br />

Per la vita<br />

Come per il popolo d’Israele nel deserto, il cammino del “riscatto” è lungo e <strong>di</strong>fficile.<br />

Lo testimoniano un numero sempre crescente <strong>di</strong> uomini e <strong>di</strong> donne che nella loro<br />

scelte quoti<strong>di</strong>ane, nel volontariato, nell’impegno educativo e <strong>di</strong> cambio socio-politico,<br />

ci stanno provando. Esso passa attraverso la conversio ne personale e comunitaria,<br />

che vuol <strong>di</strong>re prima <strong>di</strong> tutto non per dere <strong>di</strong> vista la meta che è la trasformazione<br />

della nostra vita in “pienezza <strong>di</strong> vita”, in umanità “trasfigurata” e trasfigurante il Volto<br />

glorioso <strong>di</strong> Dio (vangelo). “La gloria <strong>di</strong> Dio è l’uomo che vive.” (S.Ireneo)<br />

Senza questo “guardare lontano” i nostri progetti rischiano <strong>di</strong> essere corti e miopi,<br />

adatti più al quieto vivere, al sentirsi sicuri e garantiti, che alla costruzione paziente e<br />

quoti<strong>di</strong>ana del Regno <strong>di</strong> Dio che “patisce violenza”.<br />

Spesso i nostri progetti sono piccoli e meschini. Gesù fà sognare in grande, anche<br />

se invita ad un agire locale e quoti <strong>di</strong>ano. Quali sono le speranze, le attese, i segnali timi<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> no vità che sostengono il mio impegno quoti<strong>di</strong>ano e quello della no stra comunità,<br />

segnati spesso dal fallimento e dalla delusione, dal constatare che la nostra<br />

esistenza è ben poca cosa nella mischia delle sopraffa zioni, degli intrighi, degli sfruttamenti<br />

e delle violenze? Ti capita mai <strong>di</strong> chiederti: ma chi me lo fa fare? Come vi rispon<strong>di</strong>?<br />

Terza domenica: abitati dallo Spirito<br />

Ascoltiamo la Parola<br />

Gesù incontra una donna <strong>di</strong> Samaria e, attraverso la relazione con lei e le parole<br />

che le rivolge, rivela se stesso ed il senso della sua missione, perchè gli uomini possano<br />

“conoscere il dono <strong>di</strong> Dio” e venire ad attingere alla fonte della vita.<br />

Il simbolismo dell’acqua è usato già nell’Antico Testamento per in<strong>di</strong>care la vita che<br />

Dio promette e darà al suo popolo. Nel Nuovo Testamento l’acqua è segno visibile del-<br />

- 6 -


lo Spirito, della sua azione purificatrice e rigeneratrice: nel sacramento del battesimo,<br />

il “dono <strong>di</strong> Dio”, l’acqua viva dello Spirito ci immerge nella vita <strong>di</strong> Cristo, genera in<br />

noi la vita piena e viene ad appagare la profonda sete dell’uomo.<br />

Dice Gesù: “Chi beve <strong>di</strong> quest’acqua non avrà più sete”. Il battesimo, come un sigillo<br />

d’amore, ci comunica un dono che appaga completamente; non dovremo più<br />

cercare altrove per trovare il senso della nostra vita, la salvezza, la gioia. Vivere la grazia<br />

battesimale è riscoprire ogni giorno questa nostra consacrazione, coltivare questo<br />

germe <strong>di</strong> vita nuova che si sviluppa ed esplode in pienezza già in questa nostra esistenza,<br />

nel Regno che viene qui e al termine della nostra storia.<br />

k Vangelo: Giovanni 4,5-42<br />

Per la lectio personale vedere più avanti<br />

Per lo scambio fraterno<br />

v con<strong>di</strong>videre il frutto della lectio personale (sentimenti, evocazioni, illuminazioni,<br />

ma anche desideri, bisogni profon<strong>di</strong>, fin dove ognuno decide <strong>di</strong> comunicare)<br />

v per faciliare la con<strong>di</strong>visione:<br />

Sappiamo riscoprire in noi la sete dell’uomo che cerca Dio, oppure siamo già<br />

sazi e appagati dai nostri beni, anche spirituali?<br />

Tutti abbiamo ricevuto il battesimo. Lasciamo che sia la forza <strong>di</strong> questa sorgente<br />

viva ad orientare la nostra vita? Come cerchiamo <strong>di</strong> riscoprire e coltivare<br />

in noi la grazia che ci è stata comunicata?<br />

Come comunità <strong>di</strong> battezzati, in che modo ren<strong>di</strong>amo presente nel nostro ambiente<br />

questa “sorgente d’acqua zampillante”, che può <strong>di</strong>ssetare ogni uomo?<br />

Per la vita<br />

Il “deserto” non è cosa da niente. Chi frequenta i luoghi della sofferenza, della povertà<br />

e della marginalità sa bene che vi è una sete ben più profonda <strong>di</strong> quella fisica:<br />

quella della non-speranza, della non-prospettiva, del non-futuro. È anche ari<strong>di</strong>tà; fa <strong>di</strong>ventare<br />

cattivi con se stessi, con la vita, con gli altri, con Dio (1° lettura).<br />

Chi si mette sulla strada del rinnovamento personale, eccle siale, sociale, prima o<br />

- 7 -


poi incontra la necessità <strong>di</strong> andare al fondo dei problemi, <strong>di</strong> prendere contatto con la<br />

propria realtà spesso <strong>di</strong> insod<strong>di</strong>sfazione, <strong>di</strong> farla <strong>di</strong>ventare “grido”, invocazio ne. “Adoratori<br />

in spirito e verità” (vangelo) lo si <strong>di</strong>venta in questo modo, nel tempio della propria<br />

coscienza. Lì la sete viene colmata, la speranza e la prospettiva ritrovati. Lì e solo<br />

lì in contri Colui che si è paragonato all’ “acqua che zampilla per la vita eterna”.<br />

Se hai il coraggio <strong>di</strong> buttar giù la maschera che impe<strong>di</strong>sce questa “<strong>di</strong>scesa”, allora<br />

cominci a vedere “i campi che già bion deggiano per la mietitura”.<br />

Esistono in noi ed intorno a noi situazioni in cui la privazione, qualsiasi privazione<br />

(dall’affetto al lavoro), porta a forme più o meno esplicite <strong>di</strong> ribellione. Puoi parlarne<br />

se vuoi.<br />

Nella società in cui viviamo <strong>di</strong> cosa si è “assetati”? E noi per sonalmente e come comunità<br />

che cosa an<strong>di</strong>amo cercando; quale acqua per la nostra sete? (per facilitare, si<br />

può rispondere anche con una metafora).<br />

Quarta domenica: chiamati alla luce<br />

Ascoltiamo la Parola<br />

È questo il secondo dei tre momenti de<strong>di</strong>cati alla lettura del vangelo <strong>di</strong> Giovanni,<br />

nel quale Gesù rivela se stesso attraverso dei segni. La guarigione del cieco nato è la<br />

manifestazione del passaggio dalle tenebre dell’errore, dell’inautenticità, della paura<br />

per i propri sentimenti, alla luce della consapevolezza, della vita riappropriata <strong>di</strong><br />

quanti accolgono nella fede Cristo Gesù. Al miracolo segue un acceso <strong>di</strong>battito, eco<br />

della polemica giudaica anti-cristiana della fine del I sec. d.C..<br />

“Il <strong>di</strong>battito porta su un particolare del segno compiuto da Gesù: egli ha guarito in<br />

giorno <strong>di</strong> sabato, vale a <strong>di</strong>re che non ha rispettato un comandamento importante della<br />

legge <strong>di</strong> Mosè. La domanda quin<strong>di</strong> è <strong>di</strong> sapere che cosa sia più importante per definire<br />

un vero israelita, un uomo pio ben accetto a Dio (cfr. 9,31): è qualcuno che osserva<br />

scrupolosamente la legge <strong>di</strong> Mosè o qualcuno capace <strong>di</strong> compiere opere poco<br />

comuni come guarire un cieco nato?<br />

I giudei rimangono fedeli a Mosè e alla sua legge mentre il cieco nato ragiona a<br />

partire dalla sua esperienza. In altre parole, i giudei scelgono Mosè ed escludono Gesù,<br />

scelgono la loro tra<strong>di</strong>zione e rifiutano <strong>di</strong> ammettere l’evidenza dell’esperienza. I<br />

due mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> argomentare sono inconciliabili.” (J.L.Ska)<br />

- 8 -


Il battesimo ci ha strappati alla tenebre e ci trasferisce nel Regno del Padre. È una<br />

realtà ma anche un cammino progressivo, che esige <strong>di</strong> aprirci ad un modo nuovo <strong>di</strong> vedere<br />

le cose in genere e la nostra salvezza in particolare, anche al <strong>di</strong> là delle istituzioni<br />

religiose, come allora era il sabato (e oggi?). Uno “sguardo <strong>di</strong> fede” che ci permetta <strong>di</strong><br />

guardare alla storia e ai nostri atteggiamenti quoti<strong>di</strong>ani per renderci consapevoli <strong>di</strong> come<br />

a volte la grazia battesimale rimane, personalmente e comunitariamente, schiava<br />

della paura che non ci conduce a relazioni nuove con se stessi e con gli altri.<br />

k Vangelo: Giovanni 9,1-41<br />

Per la lectio personale vedere più avanti<br />

Per lo scambio fraterno<br />

v con<strong>di</strong>videre il frutto della lectio personale (sentimenti, evocazioni, illuminazioni)<br />

v per facilitare la con<strong>di</strong>visione:<br />

Come ci lasciamo illuminare dalla luce <strong>di</strong> Cristo che, mentre svela il mistero<br />

dell’uomo, ci fa conoscere il Padre? Ci affi<strong>di</strong>amo, mente e cuore, a colui che<br />

è la nostra forza, a Cristo Risorto che abita in noi?<br />

Mentre trattiamo le cose del mondo, sentiamo vivo il desiderio e l’impegno<br />

<strong>di</strong> far brillare in esse la luce <strong>di</strong> Cristo?<br />

Per la vita<br />

Quante volte ci siamo ritrovati a sfogliare il giornale e a <strong>di</strong>rci che le cose belle non<br />

fanno notizia. Ma per procedere sulla via del rinnovamento bisogna cominciare ad in<strong>di</strong>viduare,<br />

ricono scere e comunicare un’infinità <strong>di</strong> piccoli gesti quoti<strong>di</strong>ani che parlano<br />

<strong>di</strong> novità, che vanno oltre l’apparenza. “Io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo<br />

guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore.”(1° lettura)<br />

Per questo ci vogliono gli “occhi illuminati della fede” (2°lettura e vangelo). La capacità<br />

cioè <strong>di</strong> andare oltre la con vinzione dei farisei <strong>di</strong> tutti i tempi che <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> vedere,<br />

<strong>di</strong> aver tutto chiaro, <strong>di</strong> avere in tasca la soluzione, salvo poi, con abile mossa trasformista,<br />

rifilare le cose <strong>di</strong> sempre. Bisogna guardare in profon<strong>di</strong>tà per non essere sopraffatti<br />

dalla complessità delle situazioni e dalla consapevole inadeguatezza delle nostre<br />

umane risorse.<br />

- 9 -


Le piccole, non appariscenti luci della storia e della quoti<strong>di</strong>a nità parlano, testimoniano<br />

<strong>di</strong> quella “luce del mondo” seguendo la quale non si cammina nelle tenebre<br />

(cfr. Gv 8,12). Di essa sono raggi. La luce <strong>di</strong> cui parla il Vangelo è vedere sul proprio<br />

cammino dei segnali che in<strong>di</strong>cano la <strong>di</strong>rezione e danno la percezione della salvezza<br />

possibile e vicina.<br />

Quali luci ed ombre sono presenti nella mia vita, nella vita del la mia comunità e<br />

nella società <strong>di</strong> oggi? In che senso Cristo è luce del mondo? Di fatto i problemi rimangono<br />

anche per chi l’ha incontrato. Anzi. E allora?<br />

Quinta domenica: restituiti alla vita<br />

Ascoltiamo la Parola<br />

Prima <strong>di</strong> penetrare nel mistero liturgico della Pasqua, la Chiesa vuole farcene considerare<br />

il senso profondo con la pagina della resurrezione <strong>di</strong> Lazzaro. Quello che avviene<br />

a lui, il suo passaggio dalla morte alla vita, Cristo lo compie nella Sua Pasqua per<br />

tutta l’umanità e ci immette in essa nell’immersione battesimale. La sua morte vince<br />

la morte dell’uomo, la sua resurrezione ci fa rinascere a vita nuova.<br />

Lazzaro morto è il simbolo <strong>di</strong> tutta l’umanità morta per il peccato, per le ingiustizie,<br />

per il non senso <strong>di</strong> una vita senza prospettiva. Cristo è davanti al sepolcro dell’amico<br />

per amore e per “com-passione”, come oggi è davanti a noi ogni volta che con il<br />

suo amore ci risolleva dal peccato e da una vita senza <strong>di</strong>gnità.<br />

k Vangelo: Giovanni 11,1-45<br />

Per la lectio personale vedere più avanti<br />

Per lo scambio fraterno<br />

v con<strong>di</strong>videre il frutto della lectio personale (sentimenti, evocazioni, illumunazioni)<br />

v per facilitare la con<strong>di</strong>visione:<br />

La morte non è voluta da Dio; all’inizio non fu così...<br />

Cosa rappresenta la morte nella mia vita ?<br />

- 10 -


La vita dell’uomo, anche se redenta dal Signore Risorto, sperimenta ancora<br />

in tanti mo<strong>di</strong> l’esperienza del peccato e della morte.<br />

In cosa Cristo oggi, nella mia vita concreta e per la fede in lui, mi può far passare<br />

dalla morte alla vita? Per quale sentimento, fatto, incontro posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />

essere “risorto”? E in cosa mi sento ancora schiavo <strong>di</strong> una vita che mi opprime,<br />

<strong>di</strong> una angoscia che mi uccide dentro?<br />

Attraverso i sacramenti Cristo ci comunica la vita nuova, soprattutto nel Battesimo,<br />

nella Penitenza e nell’Eucarestia. Ripensiamo a come viviamo questi<br />

sacramenti.<br />

Sono un incontro vivo con Gesù Cristo? Ciò che realizzano in noi trova<br />

espressione nella nostra vita personale e comunitaria?<br />

Per la vita<br />

Chi lotta quoti<strong>di</strong>anamente per il rinnovamento delle nostre istituzioni, della nostra<br />

vita civile, delle nostre comunità e della propria vita, ha imparato a convivere con il<br />

conflitto e a tollerare l’ambiguità. Chi è dentro la mischia e rifiuta <strong>di</strong> par lare della vita<br />

standosene comodamente al <strong>di</strong> fuori, in ambienti sicuri ed asettici, prima o poi incontra<br />

la morte nel volto sfi gurato del fratello o nel fallimento della causa per cui sta<br />

lot tando. Tutto sembra irrime<strong>di</strong>abilmente compromesso. Eppure “se il chicco <strong>di</strong> grano<br />

caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto”.<br />

(Gv 12,24)<br />

La forza del rinnovamento passa sempre attraverso una “rige nerazione”, una nuova<br />

nascita, una nuova creazione (1° lettura) che va ben oltre una riverniciatura <strong>di</strong> convenienza.<br />

Il Signore Gesù si “commuove pro fondamente” (vangelo) <strong>di</strong> fronte alla morte<br />

dell’amico e <strong>di</strong> fronte ad ogni situazione e gesto <strong>di</strong> morte in cui l’uomo è offeso, cal -<br />

pestato ed umiliato. Il suo intervento è ra<strong>di</strong>cale e totale, non consolatorio, come sono<br />

sempre i gesti <strong>di</strong> coloro che amano e non vogliono lasciare l’ultima parola alla morte.<br />

Solo che in Lui quell’evento ha voluto <strong>di</strong>re l’irruzione nel mondo <strong>di</strong> quel dono, lo Spirito,<br />

che fonda la nostra responsabilità. È già l’annuncio straor<strong>di</strong>nario della Pasqua.<br />

Uno sguardo su come nel proprio ambiente viene tutelata la vita, <strong>di</strong>fesa la <strong>di</strong>gnità<br />

dell’uomo, custo<strong>di</strong>ta la sua integrità.<br />

Come <strong>di</strong>re oggi “salvezza” all’uomo contemporaneo attraverso gesti che promuovano<br />

vita, realizzando nel piccolo ciò che annunciano?<br />

Di quale “salvezza” si è fatto portatore Gesù <strong>di</strong> Nazaret?<br />

- 11 -


Cosa è e come si fa la Lectio Divina<br />

(cfr. anche Verbum Domini, 86-87)<br />

1. Descrizione della Lectio<br />

“La Lectio Divina è l’esercizio or<strong>di</strong>nato dell’ascolto personale della Parola <strong>di</strong><br />

Dio”. (C.M.Martini)<br />

v Esercizio. La Lectio è un esercizio attivo in cui io decido <strong>di</strong> pormi. Non è una<br />

azione passiva o condotta da altri.<br />

v Or<strong>di</strong>nato. È un esercizio che ha una sua <strong>di</strong>namica che va accolta. Altrimenti<br />

possiamo trovare la Scrittura arica e concludere che essa non serve a pregare.<br />

v Dell’ascolto. La Lectio è prima <strong>di</strong> tutto un ascolto; un ricevere la Parola come<br />

dono. Un ascolto obbe<strong>di</strong>ente e adorante, come quello <strong>di</strong> Maria: “Si compia<br />

in me secondo la tua parola”. È un ascolto che ci apre ad un <strong>di</strong>alogo <strong>di</strong><br />

amore tra il nostro cuore e il libro vivente: Gesù il Signore.<br />

v Personale. La Lectio non è l’ascolto <strong>di</strong> una pre<strong>di</strong>ca, <strong>di</strong> un’omelia, <strong>di</strong> una lezione.<br />

È innanzitutto il momento personale dell’ascolto della Parola che fa<br />

da corrispondente necessario al momento comunitario.<br />

v Della Parola. “È Dio che parla, Cristo che parla, lo Spirito che parla. Mi parla<br />

la Parola che mi ha creato, che ha il segreto della mia vita, la chiave delle<br />

mie situazioni presenti, che ha il segreto del cammino della Chiesa, la chiave<br />

delle situazioni storiche…. È sempre ascolto della Parola con la maiuscola”.<br />

(C. M. Martini)<br />

2. Momenti della Lectio personale della Parola<br />

2.1. La LETTURA. La fase della formica.<br />

I PASSO. Mi <strong>di</strong>spongo nel silenzio all’ascolto della Parola vivente.<br />

II PASSO. Prima <strong>di</strong> iniziare la lettura del testo scelto, mi rivolgo allo Spirito che<br />

anima il testo e il mio cuore. Esempi: “Vieni, Spirito Santo, riempi il<br />

mio cuore del tuo calore e della tua luminosità”. “Vieni, Spirito San-<br />

- 12 -


to creatore, rinnova la terra del mio cuore”. “Fammi conoscere, Signore,<br />

le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”. Oppure altro.<br />

III PASSO. Lettura attenta, ripetuta, evidenziata del testo. “È importante che si<br />

legga con la penna e non soltanto con gli occhi. Si sottolineano i verbi,<br />

si inquadra il soggetto principale. Con una crocetta o un piccolo<br />

cerchio si richiama l’attenzione sulle altre parole che mi colpiscono.<br />

Là dove non mi è chiaro il senso, segno a margine un punto interrogativo”.<br />

(C. M. Martini)<br />

IV PASSO. In<strong>di</strong>viduare e descrivere l’attore o gli attori del brano. “Occorre che risaltino<br />

bene le azioni che vengono descritte, l’ambiente in cui avviene<br />

il fatto, il soggetto che agisce e chi riceve l’azione”. (C.M.Martini).<br />

Mi posso chiedere: chi è l’attore? quali azioni compie? quali sentimenti<br />

prova? in quale ambiente opera? …..<br />

V PASSO. Cogliere qualche simbolo presente nel brano.<br />

2.2 La MEDITAZIONE. La fase dell’ape.<br />

La me<strong>di</strong>tazione è una specie <strong>di</strong> riflessione saporosa della Parola letta. Una sorta<br />

<strong>di</strong> pellegrinaggio, in compagnia della Parola ascoltata, dalla “mente” verso la “terra<br />

del cuore”, il luogo dell’incontro con il Verbo vivente.<br />

I PASSO. Concentro la mia attenzione: sulla frase che mi è apparsa centrale<br />

nel testo letto; su un’azione o un atteggiamento del personaggio che<br />

ha catturato la mia attenzione; su una parola o un gesto simbolico<br />

che mi ha destato stupore e meraviglia.<br />

II PASSO. Tento <strong>di</strong> “ruminare” quella parola o quel versetto. Provo cioè a “ripeterlo”<br />

piano piano, perché la Parola mi coinvolga nel cuore.<br />

III PASSO. Tento un confronto tra la parola, il personaggio, l’atteggiamento o il<br />

sentimento che mi ha segnato e la mia esperienza quoti<strong>di</strong>ana. Come<br />

ci insegna S.Gregorio Magno: “Dobbiamo comprendere e riferire a<br />

noi stessi ciò che leggiamo nella Scrittura, perché tutta la Scrittura è<br />

scritta per noi”.<br />

- 13 -


2.3. La PREGHIERA. La fase dell’orante.<br />

“È il momento in cui il testo viene gustato, capito come assimilazione ormai non<br />

più intellettuale e neppure riflessiva, ma per connaturalità. Allora <strong>di</strong>venta saporoso;<br />

la Parola <strong>di</strong> Dio ci nutre… Nutre quando è sminuzzata così da essere <strong>di</strong>geribile<br />

dallo spirito ed allora <strong>di</strong>venta fonte <strong>di</strong> contemplazione, <strong>di</strong> sguardo ammirato<br />

del mistero <strong>di</strong> Cristo, delle profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> Dio che nelle parole del testo<br />

mi si manifestano”. (C.M.Martini)<br />

2.4. Lectio e vita quoti<strong>di</strong>ana. Portare un segreto.<br />

Termino la Lectio con un breve e sentito grazie al Padre per l’incontro e l’amicizia<br />

vissuta con la Parola vivente, ad opera dello Spirito.<br />

Quin<strong>di</strong> fisso nella memoria una parola o una frase del testo letto che durante la<br />

giornata posso, in un brevissimo momento, ripetere silenziosamente.<br />

In questo modo posso mantenere il <strong>di</strong>alogo con Cristo-Parola, avviato nel momento<br />

della Lectio.<br />

DA RICORDARE<br />

“Quando mi esercito nella Lectio, quando sono <strong>di</strong> fronte alla Parola, io non produco<br />

niente, ma ricevo un dono che mi caratterizza come persona umana. Sono<br />

una persona umana in quanto ricevo Dio che mi si dona nel suo Figlio e nella<br />

sua Parola, per lo Spirito <strong>di</strong> fuoco”. (C.M.Martini).<br />

- 14 -


In<strong>di</strong>cazioni metodologiche per gli animatori dei gruppi <strong>di</strong> ascolto<br />

L’animatore non è un esperto (biblista, teologo, ecc.), ma una persona che nel<br />

gruppo svolge il servizio del facilitatore; cioè facilita la comunicazione e lo scambio<br />

tenendo presente l’obiettivo del gruppo e richiamandolo se necessario.<br />

Nel nostro caso, in certe occasioni ed in determinati momenti, svolge anche il<br />

ruolo dell’evangelizzatore e del catechista, cioè accompagnatore delle persone nel<br />

loro cammino <strong>di</strong> fede.<br />

Introduce l’incontro con la conoscenza delle persone nuove, propone un canto per<br />

favorire il clima e rivolge un’esortazione che serve anche da presentazione brevissima<br />

e sintetica del brano biblico che ascolteremo e sul quale ci scambieremo il<br />

frutto della nostra lectio personale.<br />

Richiama, se è il caso, brevemente lo scopo dell’incontrarsi, in<strong>di</strong>cando il tempo e il<br />

motivo e l’or<strong>di</strong>ne dell’incontro.<br />

Anima e coor<strong>di</strong>na i vari interventi, facendo in modo che non si scada in <strong>di</strong>battiti, ed<br />

eventualmente sintetizza brevemente alla fine valorizzando i contributi <strong>di</strong> tutti.<br />

Considera il silenzio come forma <strong>di</strong> comunicazione e ricchezza, soprattutto se riempito<br />

<strong>di</strong> ascolto, preghiera e contemplazione.<br />

Introduce, dopo la preghiera e il canto finale, un breve confronto sulle necessità relative<br />

alla testimonianza e alla con<strong>di</strong>visione, o ad altre necessità della vita della comunità<br />

parrocchiale, ed eventualmente una breve forma <strong>di</strong> catechesi.<br />

Alcune in<strong>di</strong>cazioni particolari<br />

v Fare in modo che parlino tutti, senza togliersi la parola, ma anche senza spaventarsi<br />

dei silenzi (occorre imparare ad abitare un certo iniziale <strong>di</strong>sagio).<br />

Può servire il conosciuto del “giro” e in certi casi, soprattutto nell’evangelizzazione<br />

e nella catechesi, il lavoro a gruppetti <strong>di</strong> due o tre.<br />

v Dare dei tempi ben precisi, evitando che qualcuno monopolizzi il gruppo<br />

con interventi “fiume”.<br />

v L’animatore eviti <strong>di</strong> intervenire per confermare o <strong>di</strong>sconfermare, per fare<br />

sfoggio <strong>di</strong> capacità e <strong>di</strong> cultura; sia molto breve (che non vuol <strong>di</strong>re <strong>di</strong>rettivo),<br />

e <strong>di</strong>a il suo contributo personale come tutti.<br />

- 15 -


APPENDICE 2<br />

IL REPERTORIO DEI CANTI IN QUARESIMA<br />

Il Repertorio Nazionale (rn)<br />

Ci sono canti che possono essere mantenuto per tutta la quaresima a canti che si<br />

adattano allo spirito <strong>di</strong> ogni domenica (antifone, salmo, canto al vangelo). Il RN offre<br />

una serie <strong>di</strong> canti dal 77 al 101.<br />

Analizziamo alcuni <strong>di</strong> questi canti in relazione ai criteri esposti sopra:<br />

v Canto <strong>di</strong> Ingresso (antifone per le domeniche) RN 77<br />

v Atto penitenziale RN 82<br />

v Canto <strong>di</strong> comunione RN 97<br />

CANTO DI INGRESSO - ANTIFONE ANNO A (RN 77)<br />

analisi del testo letterario<br />

Contenuto della fede espressa Varie, a seconda del tema della domenica<br />

Dignità letteraria e tipo <strong>di</strong> linguaggio Lingua corrente, testi dal più o meno marcato<br />

tono poetico<br />

Ispirazione del testo Solido nucleo concettuale derivato dalla Liturgia<br />

delle varie domeniche, che a sua volta fa derivare<br />

le antifone dai testi del Vangelo, a volte con<br />

abili interpolazioni con estratti dai Salmi<br />

Possibili destinatari Assemblea me<strong>di</strong>a: imme<strong>di</strong>ata comprensione,<br />

con possibilità <strong>di</strong> scoprire nel corso della celebrazione<br />

i riman<strong>di</strong> scritturali sui cui sono costruite<br />

le antifone<br />

Provenienza del testo Messale Romano<br />

Forma del testo Versi <strong>di</strong> lunghezza variabile<br />

- 16 -


analisi del testo musicale<br />

Estensione della melo<strong>di</strong>a Estensione: variabile, ma mai oltrepassante<br />

e sua effettiva cantabilità l’ottava re-re1<br />

Componente ritmica Ritmo abbastanza libero, plasmato sulla parola,<br />

ma sobrio e scorrevole<br />

Componente armonica Armonia tonale, classica; semplice ma raffinata<br />

Tipo <strong>di</strong> linguaggio musicale e autore D. Machetta, Elle<strong>di</strong>Ci.<br />

Carattere generale del brano: sobrio, si adatta<br />

alle varie antifone con duttilità, sottolineando<br />

attraverso l’enfasi melo<strong>di</strong>ca e armonica le parole<br />

principali dell’antifona e il carattere generale<br />

del tema.<br />

analisi del rapporto testo-musica<br />

La forma musicale è al servizio La musica è costruita a partire dal testo<br />

<strong>di</strong> quella testuale e vi si adatta perfettamente,<br />

coerenza fra testo e musica Ottimo equilibrio fra testo e musica.<br />

ALTRE OSSERVAZIONI Forse <strong>di</strong> non facilissima realizzazione in tutte le<br />

parrocchie: <strong>di</strong>pende dalle forze a <strong>di</strong>sposizione e<br />

dall’abitu<strong>di</strong>ne al canto.<br />

Suggerimenti:<br />

prima della celebrazione fare una piccola prova<br />

con l’assemblea che si sta radunando, proponendo<br />

la melo<strong>di</strong>a tramite un solista e invitando<br />

a ripeterla in canto. Può essere molto utile fornire<br />

un foglio con testo e musica.<br />

All’inizio della celebrazione, il solista o la schola<br />

intonano l’antifona dopo che questa è stata<br />

fatta sentire dall’organo (melo<strong>di</strong>a). Il Salmo viene<br />

affidato a un solista, poi l’Assembla ripete<br />

l’antifona.<br />

- 17 -


ATTO PENITENZIALE - DONO DI GRAZIA (RN 82)<br />

analisi del testo letterario<br />

Contenuto della fede espressa Invocazione <strong>di</strong> pietà rivolta a Cristo<br />

Dignità letteraria e tipo <strong>di</strong> linguaggio Lingua corrente, tono poetico <strong>di</strong> facile comprensione<br />

Ispirazione del testo Solido nucleo derivato dalla Scrittura (allusioni a<br />

Salmi) e dalle parole della Liturgia.<br />

Possibili destinatari Assemble me<strong>di</strong>a, non vi sono immagini <strong>di</strong>fficili<br />

o allusioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile decifrazione<br />

Provenienza del testo S. Albisetti, testo pubblicato e concepito per il<br />

canto (Ed. Carrara)<br />

Forma del testo Forma strofica regolare, non rimata (una strofa<br />

è composta da tre endecasillabi più un quinario<br />

finale) , senza ritornello, ma con Epistrofe finale<br />

(Kyrie/Christe eleison, …)<br />

analisi del testo musicale<br />

Estensione della melo<strong>di</strong>a Estensione: do-reb1, contorno melo<strong>di</strong>co semplie<br />

sua effettiva cantabilità ce, parabola melo<strong>di</strong>ca organica, con piccola<br />

vetta e <strong>di</strong>scesa per la invocazione finale<br />

Componente ritmica Ritmo abbastanza uniforme, (Parallelismo ritmico<br />

tra primo e terzo verso) ma non monotono,<br />

perché varietà <strong>di</strong> cellule ritmiche con ottavi in<br />

punti <strong>di</strong>versi del verso<br />

Componente armonica Armonia tonale, classica; sobria ma raffinata<br />

Tipo <strong>di</strong> linguaggio musicale e autore Melo<strong>di</strong>a del XVII secolo, <strong>di</strong> M. Crüger, armonizzazione<br />

sul modello barocco.<br />

Linguaggio antico, ma capace <strong>di</strong> essere duttilmente<br />

reinterpretato, all’occorrenza, da armonizzazioni<br />

più contemporanee; possibilità <strong>di</strong> essere<br />

eseguito a cappella, con organo, oppure<br />

con arrangiamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi strumenti.<br />

Carattere generale del brano: sobrio, con una<br />

- 18 -


analisi del rapporto testo-musica<br />

enfatizzazione dei toni più me<strong>di</strong>tativi e penitenziali<br />

(tonalità minore, cromatismo al basso in<br />

corrispondenza dell’invocazione finale).<br />

La forma musicale è al servizio Il testo è plasmato sulla struttura musicale<br />

<strong>di</strong> quella testuale preesistente e vi si adatta senza problemi; qualche<br />

sineresi si rende necessaria, ma si tratta <strong>di</strong><br />

aggiustamenti <strong>di</strong> nessuna <strong>di</strong>fficoltà.<br />

coerenza fra testo e musica Ottimo equilibrio fra testo e musica.<br />

ALTRE OSSERVAZIONI Ottimo come canto <strong>di</strong> ingresso, la tematica penitenziale<br />

si adatta senza problemi a tutti i 3 cicli<br />

A, B e C; si presta molto bene anche come<br />

atto penitenziale, in cui il ritornello Kyrie eleison<br />

può essere cantato dall’assemblea intera, mentre<br />

i tre versi precedenti possono essere cantati<br />

da un solista o da una schola.<br />

CANTO DI COMUNIONE - SIGNORE, NON SON DEGNO (RN 97)<br />

analisi del testo letterario<br />

Contenuto della fede espressa Invocazione a Cristo, Parola e Pane <strong>di</strong> salvezza<br />

Dignità letteraria e tipo <strong>di</strong> linguaggio Lingua corrente, tono poetico <strong>di</strong> facile comprensione<br />

Ispirazione del testo Solido nucleo concettuale derivato dai Vangeli<br />

delle 5 domeniche del ciclo A: vi si ritrovano<br />

molte allusioni e parafrasi dei passi scritturali in<br />

questione, rielaborate in ciave <strong>di</strong> invocazione a<br />

Cristo<br />

- 19 -


Possibili destinatari Assemblea me<strong>di</strong>a: forse le allusioni letterarie, rimando<br />

al Vangelo della domenica e ‘ruminazione’<br />

della Parola saranno comprese nella loro pienezza<br />

solo dagli adulti, mentre per bambini e giovani<br />

rimarrà in ogni caso la possibilità <strong>di</strong> comprendere<br />

il livello imme<strong>di</strong>ato dei significati del testo.<br />

Provenienza del testo Felice Rainol<strong>di</strong>, testo pubblicato, e concepito<br />

per il canto nelle domeniche del ciclo A <strong>di</strong> quaresima<br />

(Ed. Carrara)<br />

Forma del testo Forma strofica regolare, non rimata (una strofa è<br />

composta da otto versi <strong>di</strong> settenari più un novenario<br />

finale) , senza ritornello, ma con Epistrofe<br />

finale (Sei tu, Signore, …) sul modello dei Salmi<br />

analisi del testo musicale<br />

Estensione della melo<strong>di</strong>a Estensione: do-re1, contorno melo<strong>di</strong>co semplice,<br />

e sua effettiva cantabilità note più alte con maggiore frequenza alla fine<br />

del brano<br />

Componente ritmica Ritmo abbastanza uniforme, ma non monotono,<br />

perché varietà <strong>di</strong> cellule ritmiche con ottavi in<br />

punti <strong>di</strong>versi del verso.<br />

Componente armonica Armonia tonale, classica; sobria ma raffinata<br />

Tipo <strong>di</strong> linguaggio musicale e autore Melo<strong>di</strong>a del 1541, <strong>di</strong> Nicolaus Decius, armonizzazione<br />

moderna sul modello barocco.<br />

Linguaggio antico, ma capace <strong>di</strong> essere duttilmente<br />

reinterpretato, all’occorrenza, da armonizzazioni<br />

più contemporanee; possibilità <strong>di</strong> essere<br />

eseguito a cappella, con organo, oppure<br />

con arrangiamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi strumenti.<br />

Carattere generale del brano: sobrio, evita gli<br />

estremi dell’esuberanza e della tristezza, per<br />

mantenersi in un tono semplice, capace <strong>di</strong> adattarsi<br />

all’atmosfera testuale <strong>di</strong> ogni strofa (tramite<br />

ad esempio alcune armonizzazioni <strong>di</strong>fferenti,<br />

che enfatizzino alcuni aspetti rispetto ad altri).<br />

- 20 -


analisi del rapporto testo-musica<br />

La forma musicale è al servizio Il testo è plasmato sulla struttura musicale<br />

<strong>di</strong> quella testuale preesistente e vi si adatta senza problemi; qualche<br />

sineresi si rende necessaria, ma si tratta <strong>di</strong><br />

aggiustamenti <strong>di</strong> nessuna <strong>di</strong>fficoltà.<br />

coerenza fra testo e musica<br />

Ottimo equilibrio fra testo e musica.<br />

ALTRE OSSERVAZIONI Grande varietà <strong>di</strong> strofe, per permettere l’adattarsi<br />

alle varie domeniche <strong>di</strong> Quaresima. Utilissimo<br />

e ottimo per inserirsi in maniera semplice<br />

ma efficace nel tema <strong>di</strong> ogni domenica <strong>di</strong> questo<br />

tempo liturgico.<br />

Altri canti eventualmente da suggerire:<br />

RN 79 Chi mi seguirà. Strofe e ritornello. Ingresso.<br />

T A. M. Galliano; M A. Parisi. «Domeniche <strong>di</strong> Quaresima» (A) (Paoline), p. 5.<br />

RN 81 Donaci Signore, un cuore nuovo. Antifona e versetti. Ingresso.<br />

T da Ez 36, 24-27; M L. Deiss. CdP 505.<br />

RN 86 Il Signore ci ha salvati. Canzone. Finale.<br />

T A. Roncari; M L. Capello. CdP 494.<br />

RN 92 Purificami O Signore. Antifona e salmo, responsoriale comune per la Quaresima.<br />

T Sal 50; M A. Martorell, J. Gelineau. CdP 107.<br />

RN 108 Dio mio – Salmo Venerdì Santo<br />

T. Sal 21, M: D. Stefani Elle<strong>di</strong>ci<br />

- 21 -


APPENDICE 3<br />

ACCOGLIENZA DEGLI OLI SANTI<br />

ALLA MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE<br />

Durante la processione iniziale il presbitero o i ministri portano le ampolle degli oli benedetti.<br />

Giunti al l’altare le depongono sulla mensa e vengono incensate insieme all’altare. Terminato<br />

il canto <strong>di</strong> ingresso e il saluto iniziale della Messa, il sacerdote si porta vicino all’altare<br />

e prima <strong>di</strong> introdurre la liturgia del giorno, <strong>di</strong>ce alcune brevi parole sull’avvenuta<br />

bene<strong>di</strong>zione degli oli e sul suo significato. Lo può fare usando queste parole:<br />

Ieri il Vescovo, padre e pastore della nostra chiesa <strong>di</strong>ocesana, in cattedrale,<br />

ha bene detto gli oli santi e li ha consegnati ai presbiteri perché possano<br />

utilizzarli nell’ammi nistrare i sacramenti in ciascuna parrocchia. Anche<br />

la nostra comunità li accoglie come un dono che esprime la comunione<br />

nell’unica fede e nell’unico spirito.<br />

Quin<strong>di</strong> il sacerdote prende l’ampolla del sacro crisma e la presenta all’assemblea <strong>di</strong>cendo:<br />

Ecco l’ampolla del sacro crisma con qual e vengono unti i nuovi battezzati,<br />

i cresimati (i nuovi presbiteri e vescovi, le chiese e gli altari per la loro<br />

de<strong>di</strong>cazione) per in<strong>di</strong> care l’appartenenza a Cristo.<br />

Poi il celebrante porge l’ampolla a un ministro che si sarà avvicinato. Il ministro, dopo aver<br />

preso l’am polla dalle mani del celebrante si scosterà al lato dell’altare.<br />

Quin<strong>di</strong> il celebrante prende l’ampolla con l’olio degli infermi e la presenta all’assemblea <strong>di</strong>cendo:<br />

Ecco l’ampolla con l’olio degli infermi con il quale vengono unti gli ammalati,<br />

per in <strong>di</strong>care il sostegno che Cristo dona loro nell’infermità.<br />

- 22 -


Poi il celebrante porge l’ampolla ad un ministro che si sarà avvicinato al celebrante stesso.<br />

Il ministro dopo aver preso l’ampolla dalla mani del celebrante si scosterà al lato dell’altare.<br />

Quin<strong>di</strong> il celebrante prende l’ampolla con l’olio dei catecumeni e la presenta all’assemblea<br />

<strong>di</strong>cendo:<br />

Ecco l’ampolla con l’olio dei catecumeni con il quale vengono unti coloro<br />

che si prepa rano a ricevere il Battesimo, per in<strong>di</strong>care la forza <strong>di</strong>vina che<br />

viene loro comunicata.<br />

Poi il celebrante porge l’ampolla ad un ministro, il quale si scosterà al lato dell’altare e insieme<br />

agli altri due che già avevano ricevuto le ampolle si porta verso il luogo dove normalmente<br />

vengono conservati gli oli benedetti e lì depongono le ampolle.<br />

Mentre i ministri incaricati vanno a deporre gli oli, il celebrante si porta alla sede e introduce<br />

la liturgia del giorno.<br />

- 23 -


APPENDICE 4<br />

PRESENTAZIONE DEI BIMBI DELLA PRIMA COMUNIONE<br />

Dal momento che la partecipazione all’Eucaristia è il culmine dell’iniziazione cristiana, si riprende<br />

lo schema del battesimo. Il gesto <strong>di</strong> presentazione e accoglienza può esser fatto dopo l’omelia.<br />

Cat. Sono qui presenti alcuni genitori con i loro bambini.<br />

C. Cari genitori, cosa chiedete per questi vostri bambini che accompagnate oggi?<br />

G. Chie<strong>di</strong>amo che possano partecipare alla Messa in modo pieno ricevendo anche la<br />

Comunione.<br />

C. Cari genitori, chiedendo la Comunione per i vostri figli voi chiedete che essi siano<br />

pienamente partecipi della pasqua del Signore e si uniscano sempre più al suo corpo<br />

che è la chiesa per vivere nell’unità che nasce dalla fede. Siete consapevoli <strong>di</strong> introdurli<br />

in questo grande mistero <strong>di</strong> amore?<br />

G. Si lo siamo.<br />

C. Con la vostra richiesta voi continuate a svolgere il compito <strong>di</strong> accompagnatori nella<br />

crescita <strong>di</strong> fede dei vostri figli. È l’impegno che vi assumeste davanti alla comunità<br />

il giorno del loro battesimo. Sappiate che essi hanno ancora bisogno <strong>di</strong> voi perché<br />

sono nell’età che la fede si impara vivendola insieme alle persone più vicine.<br />

Siete <strong>di</strong>sposti a continuare il loro accompagnamento e a sostenerli in questo cammino<br />

che non si esaurisce con la Prima Comunione, ma che <strong>di</strong>venta sempre più vivo<br />

in seguito?<br />

G. Si, siamo <strong>di</strong>sposti.<br />

C. Accolgo la vostra richiesta con gioia e mentre annuncio alla comunità che i vostri figli<br />

riceveranno per la prima volta la comunione il…….. in questa chiesa, invito ciascuno<br />

a sentirsi responsabile verso questi piccoli. Essi hanno bisogno <strong>di</strong> vedere in<br />

noi dei testimoni dell’amore del Cristo; hanno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> sperimentare l’affetto <strong>di</strong><br />

una comunità nella quale sono stati inseriti con il battesimo.<br />

Il Signore porti a compimento quest’opera sua nella quale ci chiama ad essere collaboratori.<br />

G. Amen.<br />

- 24 -


APPENDICE 5<br />

Quaresima <strong>di</strong> Fraternità 2011 - I Progetti<br />

Anche per questo anno 2011 Missio Diocesi <strong>Lucca</strong> si propone <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare<br />

i propri sforzi, oltre al Sostentamento dei Missionari Lucchesi Fidei Donum, a sostegno<br />

<strong>di</strong> quattro progetti scelti fra quelli che interessano le nostre missioni nel<br />

Sud del Mondo.<br />

1. SOSTENTAMENTO AI MISSIONARI LUCCHESI<br />

La prima finalità riguarda il sostentamento dei missionari lucchesi impegnati in<br />

Brasile, Burkina Faso, Rwanda, Perù e Messico. La sostenibilità nel tempo degli interventi<br />

così come il cammino pastorale e umano intrapreso con la comunità civile<br />

e le forme <strong>di</strong> collaborazione avviate con le istituzioni locali sono, infatti, il frutto<br />

del lavoro nascosto che ogni giorno i missionari svolgono nelle <strong>di</strong>verse realtà del<br />

Sud del mondo. La loro presenza è garanzia <strong>di</strong> attualizzazione <strong>di</strong> progetti finanziati<br />

dalla nostra <strong>di</strong>ocesi,dalle <strong>di</strong>ocesi locali e dagli organi ministeriali e associazioni<br />

presenti negli stati in cui operano.<br />

Spesa complessiva per il sostentamento dei missionari <strong>di</strong>ocesani: € 49.476<br />

Al sostentamento vanno aggiunte le spese per:<br />

• Contributo per la realizzazione delle opere dei missionari <strong>di</strong> origine lucchese<br />

appartenenti ad <strong>di</strong> altri or<strong>di</strong>ni, congregazioni e istituti religiosi<br />

• Biglietti aerei per i missionari<br />

• Formazione e aggiornamenti dei missionari.<br />

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2. PROGETTI DI SOLIDARIETÀ<br />

PROPOSTI DALLA DIOCESI<br />

Spesa complessiva per il contributo ai progetti € 40.000<br />

Continente Africano<br />

RWANDA: Progetto “I FIGLI DEL VILLAGGIO”<br />

Casa <strong>di</strong> accoglienza per minori orfani <strong>di</strong> Aids e/o sieropositivi - Rwanda<br />

Mantenimento <strong>di</strong> una casa <strong>di</strong> accoglienza e cura nella parrocchia <strong>di</strong> Nyarurema per<br />

bambini affetti da HIV rimasti orfani o nell’impossibilità <strong>di</strong> essere seguiti dalla famiglia.<br />

La struttura non ricalca lo stereotipo dell’“orfanotrofio” bensì offre a coloro che non<br />

possono usufruire <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> “famiglia allargata” a causa dei decessi <strong>di</strong>ffusi da Aids,<br />

o che versano in con<strong>di</strong>zioni sanitarie tali da non poter essere seguiti domiciliarmente,<br />

una risposta concreta ai propri bisogni, un luogo nel quale poter ricevere assistenza da<br />

un punto <strong>di</strong> vista sanitario, educativo e <strong>di</strong> sostegno psicologico.<br />

Il progetto agisce nella lotta all’Hiv/Aids e alla malnutrizione infantile secondo<br />

due linee <strong>di</strong> intervento:<br />

1) Accoglienza e presa in carico <strong>di</strong> minori orfani e/o malati presso la casa famiglia<br />

<strong>di</strong> Nyarurema, assicurando assistenza me<strong>di</strong>co sanitaria, sostegno psicologico<br />

e assistenza sociale. Le azioni specifiche sono volte a:<br />

a) garantire il mantenimento della struttura<br />

b) assicurare una corretta <strong>di</strong>eta alimentare ai minori;<br />

c) garantire l’inserimento scolastico;<br />

d) accompagnare i minori in percorsi <strong>di</strong> riabilitazione psico-fisica con figure<br />

professionali adeguatamente formate;<br />

2) Promozione <strong>di</strong> una campagna <strong>di</strong> sensibilizzazione, informazione e prevenzione<br />

sulle coline e in aree rurali prevedendo:<br />

a) L’informazione delle popolazioni dei villaggi;<br />

b) La sensibilizzazione dei giovani che frequentano circuiti scolastici;<br />

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c) L’in<strong>di</strong>viduazione e la formazione <strong>di</strong> famiglie affidatarie per il reinserimento<br />

sociale degli orfani nella comunità <strong>di</strong> appartenenza.<br />

Attualmente la casa ospita 18 persone <strong>di</strong> cui 10 bambini in un età compresa tra i<br />

5 e i 17 anni e 8 adulti (che accompagnano i bambini più piccoli) a cui si aggiunge<br />

il sostegno a domicilio a circa 200 adolescenti che hanno ancora un tessuto familiare<br />

e una comunità che li sostiene.<br />

Contributo mantenimento della Casa € 15.000<br />

In Rwanda operano due missionari laici: (Costo € 6.000)<br />

Carla Fre<strong>di</strong>ani - Laica Fidei Donum da oltre 25 anni opera nel quadro del Centro<br />

Nutrizionale nel campo dell’assistenza ai bambini malnutriti e ai bisogni della gente<br />

nella parrocchia <strong>di</strong> Nyarurema<br />

Paroisse de Nyarurema B.P 1439 Kigali - Rwanda - (Africa Centrale)<br />

Federico Teani - È partito a Settembre per lavorare nei prossimi tre anni, come<br />

missionario laico Fidei Donum, ai progetti che la Diocesi porta avanti in Rwanda<br />

Paroisse de Nyarurema E-mail: federico.teani@gmail.com<br />

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BURKINA FASO: Progetto “YALGO”<br />

Realizzazione dei locali parrocchiali annessi alla Chiesa del villaggio <strong>di</strong> Yalgo<br />

L’intervento nasce a seguito della visita pastorale in Burkina Faso del nostro Arcivescovo.<br />

La parrocchia copre una grande estensione e consta <strong>di</strong> 75.000 abitanti <strong>di</strong> cui<br />

solo 3000 <strong>di</strong> fede cattolica. Il resto è <strong>di</strong> religione islamica. Insieme ad altre parrocchie<br />

rappresenta un punto car<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> cerniera tra il mondo tra<strong>di</strong>zionale e cristiano e il<br />

mondo islamico. E’ importante sia per il sostegno ai cristiani che per l’evangelizzazione<br />

<strong>di</strong> queste terre.<br />

Dal 2004, ossia dalla nascita della missione nel villaggio <strong>di</strong> Tougourì, abbiamo un vincolo<br />

particolare e consolidato con la Diocesi <strong>di</strong> Kaya che assicura un sostegno prezioso<br />

al lavoro dei nostri missionari laici in Burkina Faso. Da questo legame nasce l’esigenza<br />

<strong>di</strong> sostenere la nostra Chiesa sorella nel <strong>di</strong>fficile compito <strong>di</strong> promuovere il proprio<br />

percorso pastorale attraverso la realizzazione dei locali Parrocchiali del villaggio <strong>di</strong><br />

Yalgo che garantiscano la vicinanza alla popolazione e l’espletamento delle proprie funzioni<br />

liturgiche e sociali a vantaggio <strong>di</strong> tutta la collettività. L’attività pastorale nella nuova<br />

parrocchia sarà supportata da tre suore (francese canadese e burkinabè) che hanno<br />

dato la loro <strong>di</strong>sponibilità.<br />

Contributo progetto: € 15.000<br />

Attualmente in Burkina Faso non abbiamo Missionari Fidei Donum.<br />

Con la fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 2010 sono definitivamente rientrati Gia e Miguel che avevano<br />

proficuamente lavorato ai numerosi progetti che ci vedono partner apprezzati<br />

nella missione <strong>di</strong> Tougourì. Nell’anno e mezzo trascorso in Burkina erano riusciti<br />

a instaurare ottimi rapporti con i nostri amici burkinabè. Purtroppo, causa grave<br />

malattia, sono stati costretti a rientrare prima della fine dei tre anni previsti. Attualmente<br />

i progetti sono seguiti dai nostri partners locali e monitorati costantemente<br />

da una equipe tecnica <strong>di</strong> volontari che perio<strong>di</strong>camente organizza brevi permanenze<br />

all’interno della nostra missione per garantire continuità e sostenibilità ai<br />

progetti in corso.<br />

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America Latina<br />

BRASILE: Progetto “LATTE PER LA VITA”<br />

Progetto agro-pastorale nello stato dell’Acre in Brasile<br />

Il progetto mira alla realizzazione <strong>di</strong> un allevamento <strong>di</strong> mucche per la produzione<br />

<strong>di</strong> latte finalizzato al sostegno delle opere sociali della Diocesi <strong>di</strong> Rio Branco, intervenendo<br />

a favore dei malati <strong>di</strong> lebbra della Casa Souza Araujo; dei bambini orfani<br />

<strong>di</strong> strada delle escohlinas e delle Comunità Arco Iris e Estrela da Mañana per<br />

il recupero <strong>di</strong> persone con <strong>di</strong>pendenze da droga o alcool. Il progetto garantirà: Il<br />

reinserimento occupazionale/sociale <strong>di</strong> persone svantaggiate; l’auto-sostentamento<br />

delle strutture sociali; la lotta alla malnutrizione infantile; la creazione, nel<br />

tempo, <strong>di</strong> un’attività red<strong>di</strong>tizia <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> latte a basso costo attraverso l’allevamento<br />

sostenibile <strong>di</strong> mucche. La sostenibilità dell’intervento è assicurato dalla<br />

esistenza <strong>di</strong> 2 soli piccoli caseifici per il trattamento del latte che hanno bisogno<br />

<strong>di</strong> produttori locali in grado <strong>di</strong> garantire la materia prima.<br />

All’interno <strong>di</strong> questo progetto è previsto l’acquisto <strong>di</strong> 10 vacche da latte.<br />

Contributo progetto € 5.000<br />

In Brasile operano due missionari laici: (Costo € 12.000)<br />

Bianucci Luca - Laico Fidei Donum. Ha operato come laico a Sao Luis (Maranhao)<br />

dove si è occupato <strong>di</strong> una scuola per bambini e adolescenti <strong>di</strong> strada per il recupero<br />

degli stessi dando loro un’istruzione e nel contempo un avviamento al lavoro. A<br />

gennaio 2006 si è trasferirito in Acre, per entrare nello staff che opera a Rio Branco.<br />

Ha lavorato e dato vita al progetto “Creando nuova vita” per lo sviluppo <strong>di</strong> attività<br />

con bambini, adolescenti e giovani nelle comunità rurali e periferiche della città <strong>di</strong><br />

Rio Branco. È altresì impegnato con il progetto “per continuare a sognare un futuro<br />

nuovo” relativo alla casa <strong>di</strong> accoglienza per hanseniani Souza Araujo della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

Rio Branco <strong>di</strong> cui è responsabile. Dom Joaquin Pertinez Fernandez, Vescovo della<br />

<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Rio Branco, lo ha chiamato a svolgere il servizio <strong>di</strong> Economo Diocesano.<br />

Paroquia Divino Espirito Santo - Diocesi <strong>di</strong> Rio Branco Rua Valdomiro Lopes 1112<br />

- Bairro Conquista 69914-460 - Rio Branco - Acre - Brasile.<br />

E-mail: bianucci@contilnet.com.br - Tel. 0055 68 32264204. Cell. 0055 68 92011133<br />

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Ciaramaglia Mauro - Laico Fidei Donum. È partito nel 2005 per aiutare Luca Bianucci<br />

con il progetto “Per continuare a sognare un futuro nuovo” relativo alla casa<br />

<strong>di</strong> accoglienza per hanseniani Souza Araujo della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Rio Branco.<br />

Casa de Achoida Souza Araujo Km. 10 BR 364 zona Rural CAP 324 Cep: 69908-970<br />

- Rio Branco Acre – Brasile. Tel. 0055 68 32486025 Cel.0055 68 92016557<br />

E-mail mauro@ciaramaglia.com. br<br />

Lombar<strong>di</strong> Don Massimo - Diocesano Fidei Donum. Da oltre30 anni svolge il suo ministero<br />

nella Diocesi <strong>di</strong> Rio Branco (Acre). Segue un centro parrocchiale con annesse<br />

varie strutture pastorali e educative: catechesi, scuole materne, scuola <strong>di</strong> cucito<br />

centro <strong>di</strong> controllo dell’alimentazione per bambini.<br />

Parroquia Cristo Libertador Bairro da Pista - Rio Branco C.P. 25 69908/970 Rio Branco<br />

- Acre – Brasile. Tel. 005568 32282380. Cell. 0055 68 32283666. Cell 005568<br />

99723985 - E-mail: p.massimo@contilnet.com.br<br />

Pieretti Don Luigi - Diocesano Fidei Donum. Da oltre 25 anni lavora nella Diocesi <strong>di</strong><br />

Rio Branco (Acre) . Svolge un servizio nelle comunità delle zone rurali della Diocesi<br />

facendo un lavoro itinerante in 4 aree molto vaste alla periferia della città.<br />

Paroquia Divino Espirito Santo - Diocesi <strong>di</strong> Rio Branco. Rua Valdomiro Lopez,1112<br />

Bair Conquista 69914-460 Rio Branco - Acre – Brasile Tel. 0055-68 32288989.<br />

Cell. 0055 6899761086 - E.mail: luigi@contilnet.com.br<br />

L’impegno per il loro sostentamento è <strong>di</strong> € 20.976 cui vanno aggiunti i costi del<br />

biglietto aereo.<br />

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PERÙ: Centro <strong>di</strong> salute “SANTA GEMMA GALGANI”<br />

Progetto <strong>di</strong> prevenzione e assistenza sanitaria verso la popolazione locale con avviamento<br />

e potenziamento <strong>di</strong> un reparto <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atria e <strong>di</strong> cura materno infantile.<br />

L’intervento si realizza nel <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Livitaca, provincia <strong>di</strong> Chumbivilcas, Regione<br />

<strong>di</strong> Cuzco.<br />

Obiettivo primario è quello <strong>di</strong> ridurre l’alta percentuale <strong>di</strong> denutrizione nelle comunità<br />

a maggior rischio insistendo sia sui programmi <strong>di</strong> igiene e salute alimentare<br />

che sulla creazione <strong>di</strong> ambienti adeguati e ben equipaggiati a <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> bimbo.<br />

Solo una strategia integrale che include salute, nutrizione e stimolazione precoce<br />

nella tenera età (meno <strong>di</strong> 5 anni), insieme alla stimolazione prenatale può garantire<br />

uno sviluppo sod<strong>di</strong>sfacente dei bambini e così superare la povertà e la denutrizione<br />

cronica. Questa attenzione garantisce, peraltro, un migliore sviluppo<br />

verbale, motorio e intellettuale con la prospettiva <strong>di</strong> poter nascere, sopravvivere e<br />

crescere sviluppando tutte le <strong>di</strong>verse potenzialità, allo stesso modo, permette alle<br />

gestanti una presa <strong>di</strong> coscienza su quelle che sono le responsabilità <strong>di</strong> donna e <strong>di</strong><br />

madre in un contesto rurale e <strong>di</strong> estrema povertà.<br />

Beneficiari <strong>di</strong>retti: Bambini in una fascia <strong>di</strong> età che va dagli 0 ai 15 anni che godranno<br />

del potenziamento delle strutture sanitarie e educative sul territorio; Donne<br />

beneficiarie dei programmi <strong>di</strong> formazione/educazione sotto l’aspetto sanitario,<br />

nutrizionale, alimentare; Donne beneficiarie dei programmi <strong>di</strong> prevenzione della<br />

trasmissione verticale del virus HIV; Donne beneficiarie delle strutture per la degenza,<br />

l’assistenza, la cura e l’educazione sanitaria; Madri gestanti le quali beneficeranno<br />

dei programmi <strong>di</strong> stimolazione prenatale e stimolazione precoce; Personale<br />

me<strong>di</strong>co ed infermieristico che potrà godere <strong>di</strong> formazione professionale; Operatori<br />

sociali a cui saranno rivolti corsi <strong>di</strong> aggiornamento e <strong>di</strong> formazione professionale;<br />

Popolazione beneficiaria della campagna <strong>di</strong> sensibilizzazione e prevenzione;<br />

Giovani adolescenti a cui saranno in<strong>di</strong>rizzati programmi <strong>di</strong> istruzione e formazione.<br />

Beneficiari in<strong>di</strong>retti: Le comunità rurali <strong>di</strong>stanti dagli aggregati urbani che saranno<br />

toccati dalla campagna <strong>di</strong> sensibilizzazione e prevenzione; le famiglie dei quartieri<br />

citta<strong>di</strong>ni più poveri che potranno contare sulla presenza <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> assistenza e<br />

educazione rivolti ai propri figli; le associazioni <strong>di</strong> volontariato coinvolte.<br />

Contributo progetto € 5.000<br />

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In Perù operano tre missionari laici:<br />

Caneva Maurizio - Laico Fidei Donum. È in Perù dal 1993 e lavora a favore delle<br />

popolazioni più povere della regione Inka. Con il suo intervento nasce un piccolo<br />

<strong>di</strong>spensario al Cuzco. Poi apre varie mense per bambini poveri e un <strong>di</strong>spensario.<br />

Nel ‘99 fa parte della commissione popolare per seguire l’indagine su una mensa<br />

<strong>di</strong> Hyancarani dove morirono 40 bambini. Nel 2008 si sposta a Puno dove insieme<br />

alla popolazione avvia un progetto <strong>di</strong> sviluppo agricolo chiamato: Solidaridad<br />

An<strong>di</strong>na. Attualmente opera anche nella regione <strong>di</strong> Puno e si è attivato per iniziare<br />

un nuovo progetto “Centro <strong>di</strong> salute Livitaca” per ovviare ai bisogni della popolazione<br />

in campo me<strong>di</strong>co.<br />

Urb Tawantinsuyo - Cahuide con Pumacahua - Cuzco – Perù - Tel 0051 84253618<br />

So<strong>di</strong>ni Clau<strong>di</strong>a - Laica Fidei Donum.<br />

Prolungacion Lucrepata 480/B Cuzco, Perù. Tel. 005184240361.<br />

E-mail so<strong>di</strong>cla@gmail.com<br />

Caneva Francesco - Laico Fidei Donum.<br />

L’impegno per il loro sostentamento è <strong>di</strong> € 18.000 cui vanno aggiunti i costi del<br />

biglietto aereo.<br />

MESSICO<br />

Celli don Carlo - Diocesano Fidei Donum. È parroco nella parrocchia <strong>di</strong> Teopisca<br />

in Chapas.<br />

Casa Paroquial 29410 Teopisca - Chiapas - Mexico - Tel. 0052 967 600 30<br />

E-mail ceca@laneta.apc.org<br />

L’impegno per il suo sostentamento è <strong>di</strong> € 4.488 cui vanno aggiunti i costi del<br />

biglietto aereo.<br />

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