L'amore è più potente dell'odio - Cosmoartistica.org
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L’amore e’ <strong>più</strong> <strong>potente</strong> dell’odio<br />
”L’amore <strong>è</strong> <strong>più</strong> forte dell’odio. Solo l’amore per noi stessi può farci accettare il<br />
nostro odio, assumerlo agirlo e poi perdonarlo”.<br />
L’Amore per se stessi <strong>è</strong> un’arte che si apprende giorno dopo giorno con<br />
costanza ed allenamento imparando a dialogare con il nostro Sé, la nostra<br />
saggezza interiore, che ci aiuta ad accettare e superare i vissuti traumatici del<br />
nostro passato.<br />
Per amare se stessi ci vuole coraggio e decisione perché per amarsi si deve<br />
uscire dal bisogno di possesso, dall’ assoluto, dall’egoismo, dal bisogno di<br />
conferme e dalla pretesa che l’altro sia come noi vorremmo che fosse.<br />
L’amore non <strong>è</strong> un sentimento ma <strong>è</strong> una decisione che va ripresa ogni giorno, <strong>è</strong><br />
un’arte che si costruisce nel tempo parallelamente alla libertà di se stessi e<br />
dell’altro.<br />
Principalmente l’amore <strong>è</strong> un dono verso se stessi: <strong>è</strong> la libertà di essere, la<br />
libertà di donarsi e la libertà di riprendersi.<br />
“Solo colui che si appartiene può donarsi e riprendersi”.<br />
Antonio Mercurio ci insegna che l’amore <strong>è</strong> disinteressato quando nasce dalla<br />
libertà e rispetta la libertà dell’altro.<br />
Amarsi non ha nulla a che fare con il narcisismo, con la vanità o con l’egoismo,<br />
significa prendersi cura di sé, del proprio corpo, della propria salute fisica e<br />
mentale, della propria casa e, circondarsi di bellezza; amarsi significa<br />
realizzare le proprie potenzialità ed i propri sogni; amarsi significa vivere in<br />
armonia con se stessi e con gli altri.<br />
Il cambiamento fa paura così come le resistenze a lasciar morire i vecchi<br />
schemi di pensiero.<br />
Per uscire dai vecchi schemi mentali <strong>è</strong> necessario sentirsi come una persona<br />
capace di realizzare i propri sogni, i propri desideri ed i propri progetti: dalle<br />
relazioni, al lavoro, all’abbondanza materiale e spirituale.<br />
“L’amore <strong>è</strong> una decisione di amare che non si ferma di fronte a nessun<br />
ostacolo.<br />
L’amore sta nei fatti <strong>più</strong> che nelle parole.”
Imparare ad amarci <strong>è</strong> il modo migliore per ringraziare per il dono meraviglioso<br />
che ci <strong>è</strong> stato fatto: il dono della vita.<br />
“L’amore per se stessi e per gli altri, ha ben poco valore, se non <strong>è</strong> in grado di<br />
confrontarsi con l’odio inconscio che l’uomo porta dentro di se e se non <strong>è</strong> in<br />
grado di conoscerlo e di sconfiggerlo tappa per tappa.”<br />
Se siamo nati <strong>è</strong> perché ci siamo amati. C’<strong>è</strong> sempre un atto di amore all’origine<br />
di ogni vita.<br />
“Un uomo o una donna che non hanno avuto l’amore e l’approvazione di cui<br />
avevano bisogno da bambini non potranno <strong>più</strong> riaverlo. Nessun’altra cosa può<br />
essere il loro surrogato. Attendere e sperare che gli altri riempiano questo<br />
buco, costituisce la base del sentimento profondo dell’odio.”<br />
L’odio rimosso <strong>è</strong> un sentimento che appartiene ad ogni essere umano fin dalla<br />
vita intrauterina.<br />
Questo sentimento così <strong>potente</strong> si origina dai traumi della vita prenatale<br />
causati dagli input che il feto percepisce fin dal momento del concepimento.<br />
Queste ferite alimentano dolore, rabbia e poi odio.<br />
Per poter nascere completo il feto ha un’unica possibilità: rimuovere e<br />
reprimere la rabbia e l’odio. Se non mette in atto questa modalità, che altro<br />
non <strong>è</strong> che un meccanismo di difesa,si abortisce.<br />
“Rimuovere significa dimenticare il bisogno di odiare; reprimere significa<br />
chiudere dentro una gabbia la tigre inferocita che <strong>è</strong> diventata il nostro bisogno<br />
di odiare”.<br />
La rimozione <strong>è</strong> un meccanismo inconscio ed automatico attraverso il quale<br />
avviene la formazione del sintomo.<br />
Il sintomo della rimozione si può paragonare ad una diga: fino a quando essa<br />
contiene l’acqua tutto va bene e non c’<strong>è</strong> nessun sintomo. Nel momento in cui la<br />
diga inizia a perdere acqua <strong>è</strong> la fine.<br />
La rimozione <strong>è</strong> un meccanismo di difesa attraverso il quale l’impulso diventa<br />
inaccettabile: le emozioni ed i pensieri ad esso collegati vengono esclusi dalla<br />
consapevolezza.<br />
Se la rimozione ha successo l’impulso viene completamente eliminato dalla<br />
coscienza. Tenere in essere la rimozione comporta un dispendio di energia<br />
psicologica, che non potrà essere utilizzata in altri campi della vita; di<br />
conseguenza gli interessi ed i comportamenti saranno limitati.
I sintomi clinici della rimozione sono: amnesia, dimenticanza psicologica,<br />
lapsus, attacchi d’ansia ecc.<br />
I sintomi compaiono solo quando la rimozione inizia a cedere, a quel punto si<br />
avrà la formazione del sintomo, cio<strong>è</strong> il compromesso tra la pulsione o impulso<br />
interno e la difesa in atto.<br />
Il sintomo da una parte aiuta a mantenere la difesa contro la consapevolezza.<br />
L’odio rimosso diventa <strong>più</strong> <strong>potente</strong> di generazione in generazione e<br />
attualmente sta diventando un onere inaccettabile per le nostre vite.<br />
Secondo Antonio Mercurio “E’ necessario trovare una soluzione per fare uscire<br />
l’odio dalla rimozione e dalla repressione, e così assumerlo per poterlo<br />
risolvere, se non vogliamo correre il rischio di distruggerci tutti per distruggere<br />
il peso intollerabile di quest’odio”.<br />
Se noi agiamo l’odio parallelamente sviluppiamo di <strong>più</strong> la nostra capacità di<br />
amare. La vita richiede ad ogni persona molte volte di trascendere, questa <strong>è</strong><br />
una scelta ed una decisione continua tra amore e odio.<br />
L’essere umano non <strong>è</strong> consapevole dell’odio che prova e spesso lo agisce senza<br />
rendersene conto.<br />
La difficoltà maggiore <strong>è</strong> quella di prendere coscienza della rimozione cio<strong>è</strong><br />
rendersi consapevoli dell’odio che viene agito in modo da riconoscerlo e<br />
decidere di trasformarlo.<br />
“Non basta imparare a riconoscere la propria distruttività perché il bisogno di<br />
agirla e ripeterla <strong>è</strong> enorme. Ma l’espressione di questo odio che procura il<br />
piacere salato e acido della vendetta, procura anche solitudine e disperazione.<br />
Sta nel proprio Sé , nel contatto col dolore della perdita, la forza per smetterla<br />
e imparare a staccarsi dal piacere della distruzione e avere il coraggio di vivere<br />
e amare”<br />
Non <strong>è</strong> facile prendere coscienza di quanto sia forte l’odio per questo per<br />
riconoscerlo e assumerlo <strong>è</strong> necessario chiedere aiuto.<br />
Il primo passaggio <strong>è</strong> decidere, <strong>è</strong> la decisione di farsi aiutare, scegliere una<br />
guida, il primo passaggio <strong>è</strong> la decisione di imparare ad essere umili.<br />
Per fare ciò <strong>è</strong> necessario uscire dall’<strong>org</strong>oglio, perché chi odia generalmente<br />
pensa di non aver bisogno di nessuno.
Bisogna essere consapevoli dell’odio che ci portiamo dentro, bisogna accettare<br />
il dolore e la paura perché entrare in contatto con l’odio distruttivo porta a<br />
situazioni di isolamento, di angoscia e di abbandono.<br />
Spesso si <strong>è</strong> portati a rinunciare perché il dolore diventa troppo forte e troppo<br />
grande da sopportare.<br />
Bisogna agire a piccoli passi ed avere tanta fiducia nelle proprie capacità<br />
Il perdono <strong>è</strong> il passaggio <strong>più</strong> importante.<br />
Antonio Mercurio scrive:<br />
“Usare l’odio per ottenere l’amore;<br />
Usare l’odio per estrarre la verità dalla menzogna <strong>è</strong> un arte molto difficile, ma<br />
chi ha sete di giustizia non può esimersi dall’apprenderla.<br />
Bisogna essere astuti, coraggiosi e forti per lottare contri i nemici interni prima<br />
che contro quelli esterni.<br />
E la forza va unita con l’arte e con la saggezza, non con il destino tragico né<br />
con il vittimismo.”<br />
La Sophia Analisi di gruppo, una delle metodologie proposte da Antonio<br />
Mercurio, <strong>è</strong> atta ad aiutare coloro che vogliono uscire dall’odio.<br />
Il gruppo di Sophia Analisi si svolge all’interno di un luogo protetto dove uno o<br />
<strong>più</strong> sophianalisti si rendono disponibili ad aiutare la persona ad imparare a fare<br />
uscire il proprio odio rimosso avendolo fatto a loro volta.<br />
La persona inizia a conoscersi un po’ alla volta e a prendere coscienza e fiducia<br />
della propria identità e si allena a coltivare l’amore per se stesso e l’amore per<br />
l’altro. La persona inizia anche a sviluppare il proprio senso di libertà.<br />
La capacità di amarsi porta la persona ad accettare il proprio odio rimosso<br />
senza doversi sentire in colpa.<br />
Prendere coscienza del proprio odio rimosso <strong>è</strong> un’azione difficile e dolorosa che<br />
può scoraggiare, perché porta la persona negli abissi dell’inferno.<br />
La relazione basata sull’amore autentico, fondata sui fatti <strong>più</strong> che sulle parole,<br />
che si crea tra i sophianalisti ed i membri del gruppo, aiuta la persona a fare<br />
uscire il proprio odio rimosso perché si sente protetto.<br />
Questa modalità <strong>è</strong> graduale e porta l’individuo in contatto con il proprio odio e<br />
l’odio degli altri per poterlo attraversare e liberarsene.
Il sophianalista si espone facendosi carico dell’aggressività e dell’odio di tutti i<br />
componenti del gruppo.<br />
L’odio e la rabbia, ci fa vedere Antonio Mercurio, sono simili ad una bomba a<br />
mano che se cade esplode e distrugge la nostra vita ma noi possiamo anche<br />
decidere di tenerla con cura e non farla cadere. Questo <strong>è</strong> un gesto difficilissimo<br />
perché ci immobilizza e ci paralizza.<br />
Siccome la vita <strong>è</strong> e diviene ad un certo punto noi potremmo perdere la voglia<br />
di vivere così paralizzati e questo porterebbe alla nostra fine.<br />
Se invece decidiamo di rimuovere e reprimere la rabbia e l’odio che ci portiamo<br />
dietro dalla vita intrauterina, così come ci insegna Antonio Mercurio, salviamo<br />
la nostra vita biologica che ci <strong>è</strong> stata donata ma comunque questo non ci esime<br />
dall’appartenere alla schiera dei “non nati”.<br />
Questo però <strong>è</strong> solo la prima parte del viaggio che dobbiamo intraprendere per<br />
elaborare il nostro odio rimosso perché “…. l’odio rimosso agisce sempre e<br />
deforma tutto quello che tocca …. Anche se adesso la realtà <strong>è</strong> benigna con noi<br />
ed <strong>è</strong> disposta ad offrirci un utero del tutto migliore di quello di prima”.<br />
Come abbiamo già accennato il percorso del gruppo sophianalitico <strong>è</strong> lento e<br />
graduale per cui lo spazio protetto diviene un utero che a fasi alterne può<br />
essere buono o cattivo.<br />
Le parti cattive sono quelle che noi teniamo ben nascoste dentro di noi e che<br />
abbiamo incarnato fin dalla vita prenatale e che proiettiamo e ricreiamo<br />
all’interno del gruppo.<br />
Buono perché si concentra sull’amore, sulla libertà, sul Sé personale, Corale e<br />
Cosmico.<br />
Buono perché ci offre la possibilità di prenderci cura di noi stessi e delle nostre<br />
parti <strong>più</strong> buie dandoci la possibilità di elaborarle e uscire dalla modalità della<br />
coazione a ripetere.<br />
Buono perché ci offre la possibilità di uscire dall’Ideale di Perfezione assoluta<br />
per entrare in un ideale di armonizzazione tra le nostre parti luminose e quelle<br />
buie, un’armonizzazione positiva.
Buono perché ci offre la possibilità di abbandonare la persecuzione di un amore<br />
ideale e perfetto per incontrare un oggetto d’amore reale. Per incontrare la<br />
madre, il padre, noi stessi e gli altri nella realtà “ … e non come noi li abbiamo<br />
deformati spinti dal nostro progetto vendicativo, con i quali stabilire un dialogo<br />
fruttuoso che ci conduca dall’irrealtà alla realtà, dalla menzogna proiettiva alla<br />
verità, dalla disperazione alla gioia”.<br />
Alla fine di questo percorso la persona può uscire dal gruppo, ovvero dall’utero,<br />
e andare verso una nuova vita forte di aver imparato a seguire le leggi della<br />
vita, rispettarle e armonizzarsi e farsi condurre dal proprio sé.<br />
”L’amore <strong>è</strong> <strong>più</strong> forte dell’odio. Solo l’amore per noi stessi può farci accettare il<br />
nostro odio, assumerlo agirlo e poi perdonarlo”.<br />
Il vero artista non si pente mai di aver amato e di aver creato. Chi si<br />
dona autenticamente <strong>è</strong> certo che riceverà amore da s<strong>è</strong>, dalla vita e<br />
dagli altri.