Scarica la rivista - FMA Figlie di Maria Ausiliatrice
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primopiano filo <strong>di</strong> arianna<br />
20<br />
dma damihianimas<br />
RIVISTA DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE<br />
Pazienza e audacia<br />
Giuseppina Teruggi<br />
«Bisogna avere il coraggio e <strong>la</strong> pazienza <strong>di</strong><br />
ricominciare sempre <strong>di</strong> nuovo», ha detto<br />
ai giornalisti Benedetto XVI durante il volo<br />
aereo verso Cipro nel 2010.<br />
Che ci sia una connessione tra pazienza, coraggio,<br />
audacia, lo <strong>di</strong>ce l’esperienza più <strong>di</strong><br />
quanto lo possano le parole.<br />
A <strong>di</strong>mostrarlo sono le testimonianze <strong>di</strong><br />
tante donne e uomini <strong>di</strong> tutte le età, <strong>di</strong> ogni<br />
tempo. Sono essi a in<strong>di</strong>carcene i percorsi.<br />
Il mio nome è pazienza<br />
«C’è chi <strong>di</strong>ce che in para<strong>di</strong>so Dio chiami ciascuno<br />
col nome <strong>di</strong> una virtù», scriveva <strong>la</strong> poetessa<br />
francese Marie Noël (1883-1967) nel suo<br />
Diario segreto. «Non potrà chiamarmi Speranza:<br />
non ho atteso nessuna gioia sul<strong>la</strong> terra<br />
né in cielo. Né Fede: non sono stata certa.<br />
Né Carità: ho amato Dio e il prossimo con<br />
parsimonia. Né Generosità: ho contato, pesato,<br />
misurato tutto. Né Zelo: non ho cercato<br />
<strong>di</strong> conquistare. Né Povertà: mi compiaccio<br />
del mio benessere. Né Umiltà: mi compiaccio<br />
dei miei pensieri. Né Sincerità: non<br />
sono vera. Né Scienza: non ho memoria. Né<br />
Pietà: non ho ardore. Il nome sarà quello dell’asino:<br />
Dio mi chiamerà Pazienza».<br />
Oggi <strong>la</strong> pazienza, ma anche <strong>la</strong> saggezza, <strong>la</strong><br />
costanza, non vanno <strong>di</strong> moda. In realtà,<br />
sono caratteristiche <strong>di</strong> persone gran<strong>di</strong> e<br />
umili, <strong>di</strong> quelle che <strong>la</strong>sciano una traccia nel<strong>la</strong><br />
storia. Sono doti per niente ‘popo<strong>la</strong>ri’, non<br />
appartengono a tutti. Ciascuno però è in<br />
grado <strong>di</strong> formarsi, <strong>di</strong> proporsi dei cammini<br />
per renderle stili <strong>di</strong> vita. Se ci si crede.<br />
La nostra società propone modelli <strong>di</strong> vita<br />
frenetici: in genere, <strong>la</strong> gente non sa attendere,<br />
vuole tutto ‘in tempo reale’, inveisce<br />
se è in fi<strong>la</strong> e l’altro non si sbriga, si <strong>la</strong>menta<br />
<strong>di</strong> ‘non avere tempo’. Riflettere e soprattutto<br />
darsi uno stile <strong>di</strong> pazienza può sembrare<br />
una stravaganza fuori dal<strong>la</strong> storia, tipica<br />
<strong>di</strong> chi non ha molto da fare. Eppure uno<br />
scrittore celebre, Honoré de Balzac, in<br />
uno dei tre racconti delle Illusioni perdute<br />
(1837-43) afferma: «La pazienza è ciò che<br />
nell’uomo più somiglia al proce<strong>di</strong>mento<br />
che <strong>la</strong> natura usa nelle sue creazioni». Per<br />
una gestazione <strong>la</strong> madre attende nove<br />
mesi. Per scrivere un capo<strong>la</strong>voro ci vogliono<br />
anni. Per costruire una cattedrale sono<br />
necessari decenni. Per p<strong>la</strong>smare una personalità<br />
riuscita ci vuole un’intera esistenza.<br />
Il saggio conosce i ritmi e i tempi del<strong>la</strong><br />
vita, e questo genera serenità e fiducia.<br />
Le ra<strong>di</strong>ci dell’audacia<br />
Enzo Bianchi definisce <strong>la</strong> pazienza «attenzione<br />
al tempo dell’altro, nel<strong>la</strong> piena coscienza<br />
che il tempo lo si vive al plurale, con<br />
gli altri, facendone un evento <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zione,<br />
<strong>di</strong> incontro, <strong>di</strong> amore. Per questo forse oggi,<br />
nell’epoca stregata dal fascino del ‘tempo<br />
senza vincoli’ può apparire così fuori luogo,<br />
e al tempo stesso così urgente e necessario,<br />
il <strong>di</strong>scorso sul<strong>la</strong> pazienza».<br />
Siamo convinte che essere pazienti non significa<br />
essere deboli, ma avere scoperto una