Vicari: Mafia e plebe - I Siciliani giovani
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funzioni pratiche importanti […]. Tuttavia, il desiderio frustrato<br />
si ripresenta e mette in atto delle fantasie e infine quegli<br />
atti impulsivi che sono inefficaci dal punto di vista pratico; e<br />
così l’individuo in questione fallisce di nuovo, rimane ferito<br />
ed è soggetto alla paura cronica. D’altra parte, un uomo che è<br />
cronicamente pauroso si controlla e si frustra direttamente […].<br />
La frustrazione, l’impulsività, la paura e l’autocontrollo si aggravano<br />
tutti reciprocamente” 28 .<br />
Da qui sorgono le forme di familismo sociopsicopatologico:<br />
personalità deboli o rigide, infantili e fragili, provocatorie o indifese<br />
– comunque posticce – che, in ogni caso, costituiscono<br />
un ostacolo, alle volte insormontabile, nell’intento di contattare<br />
l’ambiente extrafamiliare, vissuto come pericoloso per…<br />
ed estraneo a… le proprie abitudini: una continua minaccia di<br />
sfaldamento.<br />
“La conseguenza del contatto sociale creativo è la formazione<br />
della personalità: le identificazioni di gruppo e gli atteggiamenti<br />
vitali retorici e morali. Il sé sembra diventare parte del Tu nel<br />
quale è cresciuto. Quando la creatività è stata interrotta e la forza<br />
inibitoria è stata introiettata, la personalità sembra scimmiottare<br />
i suoi compagni, imitare un modo di parlare e un comportamento<br />
in realtà alieni e inadatti ad essa […]. L’angoscia viene<br />
provocata quando la voce che si sente non è, in ultima analisi, la<br />
propria voce, ma piuttosto quella degli altri individui che sono<br />
stati introiettati […]. Anche questa, come nel caso della lealtà<br />
falsa o della moralità piena di risentimento, è la situazione in<br />
cui il sé ha trionfato su se stesso; e si sente l’angoscia perché<br />
nuovamente si soffocano, nel momento presente, la propria vera<br />
identità, il proprio appetito e la propria voce” 29 .<br />
Quello che avviene nell’incontro del singolo con l’ambiente<br />
– familiare, abituale – è, in realtà, una mancanza di contatto;<br />
28 Ibidem, p. 265.<br />
29 Ibidem, pp. 229 e 232-233.<br />
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