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Reality Show? This is<br />
not reality<br />
Libere riflessioni sul pattume televisivo di un giovane contrario alla<br />
manipolazione mentale<br />
Ci risiamo. Puntuale come ogni anno ecco ricominciare<br />
il reality show più amato dagli Italiani, nonché<br />
monumento al pattume televisivo ed emblema<br />
della stupidità umana: torna sugli schermi di milioni (!)<br />
di spettatori il Grande Fratello. Ancora una volta, sordo<br />
alle critiche dei troppo pochi recriminatori, il programma<br />
del lunedì è già pronto a mettere in mostra<br />
il meglio del peggio degli abitanti della penisola italica<br />
e a fare incetta di ascolti tra pre-adolescenti emancipati<br />
e casalinghe che vi trovano un momento di pace<br />
da trascorrere davanti al televisore. Trascorreremo la<br />
bellezza di sei mesi a sentire odiosi giovani baldanzosi<br />
uccidere la lingua italiana, tra funambolici congiuntivi<br />
e improbabili citazioni, e far scena di loro in maniera<br />
tale da suscitare l’invidia dei più celebri primati del circo<br />
di Moira Orfei (per le scimmie al contrario provo<br />
grande simpatia, sia chiaro! ndr). L’incredibile successo<br />
della trasmissione sta senz’altro dietro al fasullo messaggio<br />
che essa lancia, ennesima motivazione del mio<br />
immenso odio verso di essa: il successo facile. Quale<br />
dodicenne infervorato, ammirando le abili gesta del<br />
concorrente medio del Grande Fratello, non dirà a se<br />
stesso “Se ce l’ha fatta lui ad andare in televisione e<br />
fare una montagna di soldi, posso farcela anch’io!” ? A<br />
dire il vero, anch’io mi riempio la testa di domande del<br />
tipo “Ma chi ce la manda certa gente in prima serata?<br />
Perché dei giovani dediti all’ozio più estremo diventano<br />
delle stelle della televisione e di Paolo Simi, che si<br />
spacca la schiena sui libri non sentiremo mai parlare?”<br />
La risposta è quanto di<br />
più triste ci possa essere: in<br />
Italia la quotidianità non<br />
paga, lo sanno bene milioni<br />
di operai che tornano ogni<br />
sera a casa stravolti per un<br />
salario ridicolo, consapevoli<br />
del fatto che alla Mediaset<br />
non salterà mai in testa di<br />
girare un reality show sul<br />
lavoro in fabbrica. Al pubblico<br />
la realtà non interessa.<br />
Ma il Grande Fratello è<br />
soltanto la punta di diamante<br />
di un sistema televisivo<br />
volto al più spregiudicato<br />
lavaggio del cervello.<br />
Vogliamo parlare di MTV<br />
l’atipico - 28<br />
Paolo Simi<br />
e compagnia bella? Canali dedicati alla musica che si<br />
occupano della messa in onda di brani di (molto ndr)<br />
dubbia qualità, accompagnata da videoclip in cui i protagonisti,<br />
dall’immancabile fondoschiena scolpito e ben<br />
in mostra, sono costantemente impegnati a fare festa,<br />
ridere, ballare e far vedere al nostro ragazzino dodicenne<br />
(sempre quello di prima, esatto) quanto la vita sia<br />
un gioco facile e divertente. Un vero peccato che non<br />
sia esattamente così, ma dato che nessun programma<br />
parlerà mai della vita reale (come detto prima, non farebbe<br />
audience!), il ragazzino sarà comunque in grado<br />
di reggere il colpo? L’abuso di alcol e droghe presso i<br />
giovani sembrerebbe suggerire una risposta negativa.<br />
Ma ciò che è peggio è che ai giorni nostri l’ostinata<br />
ricerca di ascoltatori nel mondo di quella montagna<br />
di spazzatura che ci ostiniamo a definire come uno<br />
strumento di propagazione di informazioni ed idee,<br />
rischia di superare d’importanza addirittura il tatto<br />
che il buonsenso comune dovrebbe suggerire nei confronti<br />
di una certa categoria di notizie. Purtroppo, addirittura<br />
tragedie, come gli omicidi, oscillano ormai<br />
tra la cronaca nera e la cronaca rosa, rischiando di<br />
abbattere anche uno dei più fondamentali pilastri della<br />
morale umana: il rispetto per la morte. E tragedie,<br />
come quella della giovane Sarah Scazzi, che assumono<br />
i contorni della soap opera, con servizi su servizi ad<br />
ogni ora del giorno, mi danno da pensare molto su<br />
dove la spregiudicatezza umana arriverà un giorno.<br />
Riflettete cari lettori, riflettete!