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8 >FABRIANO< L'Azione 25 FEBBRAIO 2012 Wellness di prestigio Cinque speciali cuochi gourmet al Marchese del Grillo Diplomi al Morea Proprio a Fabriano, uno dei paesi più colpiti dall’emergenza neve, si incontreranno 5 cuochi gourmet dei prestigiosi ristoranti Marchese del Grillo di Fabriano e Grand Hotel Et de Milan di Milano no al 24 febbraio, per fondere la propria ricerca dell’esaltazione del gusto con la scienza della nutrizione e compiere il miracolo “Cucina Wellness”. Sotto la guida dell’ideatrice della nuova cultura alimentare Made in Italy, Chiara Manzi, e del suo staff specializzato, diventeranno Cuochi Wellness, i cuochi del futuro perchè la cucina del futuro non è solo buona: fa anche bene! Forse entreranno in cucina passando dalla nestra, perchè la porta è sepolta sotto la neve, ma la loro passione per salute e gusto non li ferma. Una vera e propria innovazione del benessere a tavola, che dopo la loso a dello Slow, propone ed esalta l’idea del salutare e anti-aging che va ben oltre il vegetariano, il light, il “naturale” perchè sposa l’alta cucina tradizionale e regionale Made in Italy. E così il Marchese del Grillo di Fabriano diventa il nuovo presidio regionale della Cucina Wellness nelle Marche. Enogastronomia e scienza della nutrizione per la prima volta a braccetto, in una serie di pietanze che non sono solo buone , ma che fanno anche bene. La famiglia D’Alesio presenta l’ultima novità in materia di ristorazione e, per prima nelle Marche, aderisce al circuito nazionale di “Cucina Wellness”. La rete di ristoranti funziona così: si uniscono insieme le conoscenze e le competenze di scienziati, nutrizionisti e cuochi, le strutture ricettive preparano le loro pietanze secondo quanto consigliato dal team di esperti, ovviamente aggiungendo quel tocco di originalità che ogni chef porta con sé, e sul piatto del cliente arrivano deliziose pietanze che non solo sono Il Cavaliere dell’informazione Quando si possiede una dote, una passione, un interesse in cui crediamo si cerca, in ogni modo, di realizzarla perché siamo convinti che è la strada giusta da seguire. E’ una bella favola la vita professionale di Daniele Gattucci (nella foto), nato a Fabriano nel 1956, che nel prossimo anno festeggia i venticinque anni di attività nel mondo della comuni- cazione. Dopo il diploma di perito cartaio conseguito presso l’Istituto Tecnico Industriale “A. Merloni” di Fabriano, si iscrive all’Università di Camerino, facoltà Scienze Politiche. Il caso ha voluto che partecipasse al primo corso di giornalismo, diretto da un ex direttore del Tg2 Gino Pallotta e da qui nasce e si concretizza Gattucci, giornalismo nel sangue il suo interesse per il giornalismo. Per Daniele l’informazione è stile di vita, un servizio di utilità, un punto d’incontro e di apertura con la sua gente, una voce che vuole raccontare ciò che accade nel suo territorio con obiettività e trasparenza. Negli anni ‘70 fonda, con altri amici, la prima radio libera dell’entroterra montano “Radio Free”, con sede nella frazione di Collamato. A Fabriano da vita alla prima emittente della città “Radio Uno Effe”, un trampolino di lancio dove nascono in seguito Radio Blu e Radio Stereo Marche, dove Gattucci porta la sua capacità ed esperienza. Nel 1981 inizia a scrivere sul quindicinale “Il Progresso” guidato all’epoca da Aurelio Zenobi. Poi collabora con il quotidiano “Corriere Adriatico” per un breve periodo. Nel 1984 è chiamato dal direttore de L’Azione Don Pietro Ragni, una collaborazione attiva mai in- buonissime, ma fanno anche bene. Il circuito è già attivo in molte zone d’Italia e Luca Montersino e Massimo Bottura, il miglior Chef del Mondo 2011, ne sono i più alti esponenti. Il primo in quanto creatore del Cornetto Wellness e il secondo in quanto presidente del comitato dei maestri di cucina di Assic, Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina. Ogni struttura che fa parte del circuito ha una certi cazione per cui il Ristorante Cucina Wellness è il luogo dove il gusto incontra il benessere. Attraverso un sistema di formazione e certi cazione di cuochi e ristoranti, il Ristorante Cucina Wellness garantisce ai propri clienti: sicurezza nutrizionale, per cui tutte le materie prime sono sottoposte ad accurati controlli di qualità nutrizionale. Ogni ricetta di Cucina Wellness è il risultato del lavoro congiunto di Chef e Nutrizionisti formati secondo le linee guida di Cucina Wellness e con il supporto scienti co dell’Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina. E l’altra garanzia è quella di incontrare una produzione gastronomica di qualità. Gli chef imparano ad interpretare i sapori della tradizione mediterranea in chiave wellness secondo la loso a del “vietato vietare”: tutti gli ingredienti, lavorati secondo le linee guida per una corretta alimentazione, contribuiscono al nostro benessere. E il Marchese del Grillo di Rocchetta di Fabriano sarà l’avamposto di questa rete che nelle Marche ad oggi conta una unica struttura certi cata, proprio quella fabrianese. Un vero vanto, orgoglio e riconoscimento per la famiglia D’Alesio in cui le due donne, Emanuela Della Mora e la glia Serena, si occupano della cucina. “Siamo molto orgogliosi di essere il punto di partenza per le Marche per la loso a buono, bello e sano" - spiegano i D'Alesio. terrotta che continua ancora oggi con brillanti risultati. Una grande s da impegna Daniele, dal ’86 al ’92 nella conduzione della pagina di Fabriano sul quotidiano della “Gazzetta di Ancona”, che purtroppo chiude i battenti. Dalla vicina Umbria si aprono le porte per una feconda esperienza in televisione, da Rete Sette a Gualdo Tv 23, poi nelle Marche con Tvrs. E’ sempre intensa l’attività sulla carta stampata come: direttore del periodico “Genga 2000”, collaboratore del quotidiano Centro Marche. Nel ’98 è addetto stampa della Comunità Montana dell’Esino – Frasassi, carica che ricopre attualmente. Nel 2007 crea a Fabriano la prima televisione, via web ed è subito un successo con migliaia di contatti giornalieri. Nel 2011 ritorna alla carta stampata con la “Valle del Giano”, creato da Benedetto Margaritini scomparso nel 2010, riportando in edicola e nelle case lo storico bimestrale che era presente da quarant’anni in città. Per il suo notevole contributo all’informazione, ha ricevuto l’onori cenza di Cavaliere, da parte del Presidente della Repubblica Italiana. Sandro Tiberi BREVI DA FABRIANO Cosa c’è “oltre il diploma”? In che modo lo studio e l’impegno possono essere degli antidoti contro la crisi? E’ stato questo il lo rosso che ha guidato le giornate di consegna dei diplomi degli alunni dell’Istituto di istruzione superiore “Morea – Vivarelli” di Fabriano. Un interrogativo attuale e “drammatico” presentato dal d irigente scolastico Oliviero Strona (nella foto), che è stato affrontato insieme ai giovani imprenditori locali che nonostante la dif coltà riescono ad impegnarsi sul territorio (ed oltre) con successo. Due giornate intense, che hanno permesso agli studenti di ri ettere e comprendere la necessità e importanza di un’istruzione adeguata, perché tutte quelle conoscenze acquisite in cinque anni saranno fondamentali per la loro futura crescita personale e professionale. Oltre a quella dei diplomi (consegnati dagli ospiti presenti) e delle borse di studio per gli studenti meritevoli, c’è stata anche la consegna degli attestati del Fai da parte della professoressa Rossella Quagliarini e dei diplomi di merito dell’Avis, consegnati dal dottor Sebastiano Paglialunga. Saverio Spadavecchia Bar, ancora un furto Terzo tentativo di furto nel giro di due mesi, al Bar Centrale. E il 13 febbraio il colpo è andato a segno. I gestori del bar inizialmente pensavano che i ladri fossero passati ancora una volta dalla canna fumaria, come era successo nei precedenti blitz. Invece hanno segato una sbarra del cancello d’entrata e forzando la porta sono entrati facendosi largo nel cuore della notte. Incappucciati (come testimoniano le telecamere di un esercizio pubblico dall’altro lato della strada) ma irriconoscibili, a quanto pare. I ladri hanno rubato due computer e quanto, in contanti, era contenuto nella cassa. Certo è che in pieno centro storico la criminalità da un po’ di tempo a questa parte si è elevata, e il gesto che ha visto penalizzato il Bar Centrale non è da considerare un episodio estemporaneo. Le indagini delle forze dell’ordine sono partite La grata che è stata tagliata dai ladri immediatamente e ci si augura che i responsabili del furto vengono scoperti. ~ GAS FUORIUSCIVA E RUMOREGGIAVA Albacina, 14 febbraio ore 8.10. Una ruspa impegnata a scansare la tanta neve rompe inavvertitamente il tubo del gas che quindi fuoriesce e fa un gran rumore. I Carabinieri impediscono alle persone di avvicinarsi e raccomandano loro di rimanere a casa, chiudendo porte e fi nestre e spegnendo i telefonini. Quindi i VdF riparano il guasto e mettono in sicurezza la zona; poi i tecnici dell’Italgas sostituiscono il tubo. Alle 11 termina l’allarme, il gas riprende a fl uire nei tubi e la gente torna a camminare per le strade. 08 fabriano.indd 2 22/02/12 11.30
L'Azione 25 FEBBRAIO 2012 >FABRIANO< 9 Premio nazionale alla musica Attestati a Banda e corali di SAVERIO SPADAVECCHIA Domenica 19 febbraio presso il R idotto del Teatro Gentile sono stati consegnati alle corali Santa Cecilia, Vox Nova, Giovani Fabrianesi ed alla Banda cittadina gli attestati di interesse nazionale (non prima di un precedente riconoscimento a livello comunale conferito circa un anno fa) assegnati dal Ministero per i beni e le attività culturali in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia. Un percorso partito nel marzo 2010 con l’istituzione del “Tavolo Nazionale Musica Popolare Amatoriale”, e che ha attraversato generazioni diverse ed appassionate, avvicinano un ampio pubblico alla fruizione della musica colta e valorizzano la ricca tradizione locale che ha permesso alle quattro realtà cittadine di ottenere questo importante riconoscimento nazionale. Un percorso che ha “esaminato” 5.500 bande musicali, 9.700 cori e 850 gruppi folkloristici, gruppi che sono da un lato espressione culturale tipica dei nostri territori, e dall’altro bacini di aggregazione sociale e culturale A MODO MIO a cura di Luciano Gambucci che favoriscono relazioni tra diverse generazioni. Fabriano è una città dove la cultura musicale è sempre stata in prima linea con impegno e dedizione, dove il singolo non ha mai avuto il sopravvento sull’unità del gruppo (come ha sottolineato il sindaco Roberto Sorci, sottolineando l’importanza della cultura musicale come meccanismo di crescita cittadino e personale), dove l’“io” lascia spazio al “noi” crescendo anche nelle dif coltà che sembrano insormontabili. Una vocazione che regala emozioni e che si è dimostrata fondamentale per la crescita di generazioni di musicisti e uomini, dove sacri cio e dedizione non sono secondi al talento ma ingranaggi fondamentali per farlo grande nella sua semplicità. I presidenti ed i direttori sono stati premiati dal sindaco e dall’assessore alla Cultura Sonia Ruggeri, i quali hanno sottolineato che tali riconoscimenti sono estremamente importanti perché anche a livello nazionale ribadiscono la centralità dell’espressione culturale tipica del nostro territorio. Un riconoscimento che sarà senz’altro di stimolo, e che vedrà i premiati impegnarsi ancora di più nell’opera di divulgazione dell’arte, del canto e della musica. Il pomeriggio musicale è stato caratterizzato anche dell’esibizione dei quattro gruppi premiati (con due brani a testa), che forti delle loro esperienze hanno dato prova delle loro abilità effettuando un viaggio nella musica, abbracciando epoche, compositori ed artisti diversi. Il pomeriggio è stato chiuso dall’inno d’Italia, suonato dalla Banda e cantato dalle corali e dal pubblico presente al ridotto del teatro. Un momento emozionate che ha ribadito ulteriormente l’importanza di queste quattro realtà musicali cittadine, unite dalla passione e dal talento. Mamma mia, quanta neve! Ho sempre avuto un rapporto con ittuale con la neve. Non mi è mai piaciuta. Di più: se c’è qualcosa che odio – un sentimento che mi è estraneo per cultura e formazione – è proprio… la neve! Da sempre, n da piccolo, mentre gli altri si divertivano un mondo a sguazzarci dentro, a fare palle e tirarsele, io mi irrigidivo, mi incupivo, aspettavo che i giorni passassero veloci in attesa della ne della perturbazione. Pazientavo ed aspettavo il ritorno del tempo buono. Addirittura, racconta mia madre che da piccolissimo, quando mi faceva vedere la neve che cadeva e che tutti giudicano uno spettacolo da non perdere, io stringevo le piccole mani a pugno e le battevo sul vetro della nestra. Non per la naturale contentezza che in genere hanno i bambini nei confronti dello spettacolo che fa la neve che cade, ma per l’esatto contrario. Anche oggi è così anche se, visto il passare degli anni, riesco meglio a controllare le emozioni negative e mi af do alle previsioni sperando di leggere tra le righe che la perturbazione di turno porterà magari un po’ di neve ma che, poi, il più presto possibile, se ne andrà. La nevicata di questo febbraio 2012, pur nelle sue dimensioni, non mi ha annichilito. Mi ha creato i soliti problemi ma non mi ha accato. I soliti problemi, per me, sono innanzi tutto il freddo che ho sempre mal sopportato. Forse perché sono nato a metà luglio e, sempre mia madre, racconta che in quel periodo il termometro segnava una quarantina di gradi e la sera, lei, con mio padre, in attesa dei giorni del parto passeggiava no a dopo mezzanotte in attesa che arrivasse un po’ di brezza notturna. Scherzando, ma non troppo, dico spesso che io comincio a star bene sopra i venticinque gradi, ma sto ancor meglio sopra i trenta abbondanti. Quando il sole picchia inesorabile mentre i più si rintanano in casa, accendono i condizionatori, io respiro a pieni polmoni ed assaporo il piacere del vento caldo che ti sale dalla terra. Se sto al mare non mi butto in acqua, come fanno in tanti, ma leggo con piacere libri o giornali mentre la sabbia si infuoca no ad ustionarti i piedi. Quando ero giovanotto uscivo di casa, sempre in estate, nel pomeriggio, molto presto e non raramente per arrivare all’allora famoso “bar della nave” di Porta Pisana, punto di incontro con i coetanei, dovevo saltare, a volte, da un punto all’altro della strada per non sporcami con l’asfalto che si scioglieva. Ma era quello il momento più bello della giornata! Insomma, si è capito, io con la neve non vado proprio d’accordo. A casa mia tutti amano i occhi che scendono, i gli vanno a sciare, mia moglie ha tentato tante volte di portarmi ad una settimana bianca. Ma io resisto. La montagna per me è splendida, ma d’estate. Conosco, statisticamente, i periodi peggiori dell’anno e quando si avvicina la metà di gennaio comincio ad essere irrequieto. Da un lato perché il periodo di freddo precedente mi ha già stancato, poi perché temo che possa arrivare quello che quest’anno è arrivato. I miei conoscono questa mia debolezza, un pò la utilizzano per prendermi in giro, un pò la temono perché sanno che nonostante i tentativi di scherzarci sopra, in realtà, dopo qualche giorno, comincio a manifestare insofferenza. Forse mi si attenuano ancor più i freni inibitori della pazienza e quindi reagisco ancor peggio alle contrarietà. Ma tant’è. Non ci posso fare niente. Quest’anno, lo ammetto, ho sperato che le previsioni pessime che alcun siti davano già da qualche tempo, fossero completamente sbagliate anche se so bene che con tutti i satelliti meteo che ci girano sopra la testa diventa sempre più probabile azzeccare le previsioni anche a medio termine e di conseguenza si riduce il tasso di errore. Le previsioni non hanno sbagliato, la neve, è stata tanta, il ghiaccio ancor di più. Il saggio Gennaro Jovine, personaggio centrale della commedia di Eduardo De Filippo “Napoli milionaria” pronuncia una frase diventata poi storica, emblema di una certa mentalità napoletana un po’ remissiva ma verissima nella sostanza. “Ha da passà ‘a nuttata” gli fa dire il grande Eduardo: non si riferiva certo ai tanti problemi provocati da una pur fortissima nevicata ma alle immani disgrazie portate dalla seconda guerra mondiale. La commedia infatti andò in scena appena nita la guerra. Era tutta un’altra storia! Medaglie di memoria Il 27 gennaio scorso, in occasione della Giornata della Memoria”, sono state consegnate dal Prefetto di Ancona Paolo Orrei, undici medaglie d’onore ai soldati della nostra zona, deportati nei lager nazisti nell’ultimo con itto: Giulio Brocchini, Armando Cimarra, Ivo Cingolani, Assuero Grillini, Nazzareno Mancinelli, Duilio Mearelli, Quinto Mingarelli, Quinto Romagnoli, Elvio Serbassi di Fabriano; Eugenio Caldarigi di Sassoferrato e Giuseppe Dominici di Genga. I familiari, accompagnati da Bice Bartoccetti, presidente della sezione di Fabriano dell’Anfcdg, che aveva provveduto alla relativa richiesta alla presidenza del consiglio dei ministri, hanno vissuto i momenti di intensa emozione quando è stata loro consegnata l’onori cenza. Ci piace qui riportare le parole più signi cative pronunciate dal Prefetto nella cerimonia della consegna: “Indugiare sulla descrizione di quei tragici avvenimenti, potrebbe risultare per no irriverente verso il dolore autentico, le lacrime autentiche, i lutti autentici”. “Quale, quindi, il senso profondo del nostro odierno ritrovarci? La mera commemorazione di un errore da esorcizzare, monito per il futuro di un qualcosa da non dimenticare perché non abbia a ripetersi”. “Medaglie che oggi vengono consegnate costituiscono il tributo ideale di una intera comunità nazionale ad un enorme ed incolmabile debito di solidarietà, vicinanza, gratitudine e riconoscenza”. 09 fabriano.indd 2 22/02/12 11.31
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