Netsuke - n. 19 - Giugno 2011 - La Galliavola - Arte Orientale
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Figura 7<br />
Soggetto molto comune<br />
sono anche le occupazioni<br />
che possono offrire<br />
un potenziale spunto<br />
comico o grottesco.<br />
I ciechi costituivano una<br />
grossa fonte d’ispirazione<br />
per le elucubrazioni<br />
mentali dei carvers del<br />
1800. Sono usualmente<br />
rappresentati con un<br />
occhio gonfio, uno chiuso<br />
e un bernoccolo, che<br />
la tradizione giapponese<br />
voleva come segni di<br />
un primo stadio della<br />
Figura 7a<br />
cecità, quando la congiuntiva dell’occhio malato inizia a diventare infiammata e<br />
un grumo fuoriesce dal lato opposto della testa.<br />
Alle figure 7 e 7a, un netsuke in avorio ben patinato, dell’inizio del 1800, illustra la<br />
disavventura capitata ad un usuraio cieco che, volendo scacciare con il suo bastone<br />
una farfalla che gli si era posata sulla testa, naturalmente la manca e si provoca<br />
un bel bozzo. Il netsuke riprende il tradizionale accanimento ironico che i carvers<br />
giapponesi erano soliti dimostrare nei confronti dei ciechi e, in questo caso, anche<br />
degli usurai, mai particolarmente amati.<br />
Inoltre, grazie alla loro estrema sensibilità tattile, i ciechi spesso lavoravano come<br />
massaggiatori, come il soggetto rappresentato nel piccolo okimono in avorio, della<br />
metà dell’800, alla figura 8, dove il cieco, con molta abilità, sta massaggiando le<br />
mani di un cliente, intento alla lettura.<br />
Figura 8<br />
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