Anno VII - n.2 maggio-luglio 2011 Trimestrale della Sezione CAI di ...

lì continuò sempre più appassionatamente ed
efficacemente, visti i grandi risultati.
Così è nata nel 1987 la passione alpinistica di
Gastone Rossi e oggi il carnet delle sue scalate
lascia increduli e stupiti se si pensa che tutto
quello che ha realizzato l’ha colto in frammenti
di libertà strappati alla routine di un lavoro che
ben poco concede e praticamente ti impegna
in tutte le stagioni: dalle potature invernali
e primaverili, fino alle vendemmie autunnali,
per continuare con arature e semine fino
all’inverno successivo.
Luglio, agosto…gli amici, sì loro lassù in Dolomiti
o sulle Alpi in genere a godere e a scalare le
grandi classiche, a salire
cime aprendo anche vie
nuove per una passione
forte che vivono dentro
e lui invece sempre lì
tra ciliegie, albicocche,
pesche nettarine o
pesche col pelo o senza
pelo che maturano
prima o maturano dopo,
prugne da raccogliere
e uve da vendemmiare
da scaricare e
ricaricare in selezioni e
travasi continui, in un
incessante saliscendi
tra scale, scalette su un
terreno caratteristico
come quello di collina.
Nonostante tutto ciò
- ecco il mio stupore -
nel suo curriculum ho
contato oltre 150 vie
alpinistiche di grande
considerazione in
cui primeggia quasi
esclusivamente il grado
estremo. E dentro ci
sono molte delle grandi
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classiche che hanno fatto la storia maiuscola
dell’alpinismo. Un curriculum da fare invidia
a qualsiasi appassionato di montagna. Ma c’è
di più. Gastone Rossi non è solo un grande
alpinista ma anche un “poeta” dell’immagine.
Qui senz’altro, il suo vivere costantemente
in mezzo alla natura e il suo evolversi nelle
stagioni, l’ha favorito, affinandogli quella
sensibilità interiore di cui è stato dotato, tanto
da permettergli di cogliere della vera arte con
l’obiettivo di quella macchina fotografica che si
porta sempre dietro e sulla cui pellicola riesce
a fissare il gusto del bello colto anche nelle
cose più semplici che sfuggono ai più. E le sue