La Gazzetta Scolastica n. 4 - 2012 - istituto comprensivo arzachena 1
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attualità commemorazione dei defunti<br />
Ricordiamoci di loro<br />
di Matilde Invento<br />
<strong>La</strong> commemorazione dei defunti ha origini<br />
molto antiche. Già i romani facevano<br />
festeggiamenti il primo di novembre in<br />
onore di Pomona la dea dei frutti, durante<br />
i quali venivano fatte offerte di mele, la<br />
frutta di quel periodo, per propiziarsi<br />
la fertilità. <strong>La</strong> chiesa cattolica romana<br />
cercò di imporsi annullando le tradizioni<br />
popolari e nell’anno 835 d.C. decretò il<br />
primo novembre festa di tutti i santi. Fu<br />
immediatamente demonizzato e messo<br />
sotto una luce sinistra tutto ciò che apparteneva<br />
ai riti popolari: fi gure di fate<br />
e spiriti rappresentanti il mondo della<br />
reincarnazione divennero esseri da temere<br />
che tornano dalle tenebre per infastidire i<br />
vivi. Le donne, da sempre simbolo di fertilità,<br />
furono fatte apparire come streghe<br />
cattive, il fuoco fu caratterizzato in chiave<br />
negativa come modalità per scacciare il<br />
male invece di rappresentare la luce che<br />
guidava i defunti per tornare a casa. In<br />
seguito si volle consacrare il 2 novembre<br />
come giorno dei morti, celebrato con<br />
processioni di gente mascherata da angeli,<br />
santi e diavoli. In varie parti d’Italia vengono<br />
anche preparati dolci caratteristici<br />
di quel periodo: il pan dei morti nella<br />
cucina lombarda, la colva pugliese, i pupi<br />
di zucchero siciliani, le ossa dei morti, gli<br />
stinchetti dei morti che pare risalgono al<br />
periodo etrusco, le fave dei morti ossia<br />
dolcetti di origine antichissima, visto<br />
che ai tempi dei romani le fave erano<br />
Riscopriamo<br />
insieme le tradizioni della<br />
commemorazione dei defunti<br />
nei secoli passati, fi no<br />
a quella dei nostri giorni.<br />
Ci accorgeremo che le<br />
vecchia cultura in uso tra i<br />
nostri genitori sta lasciando<br />
il posto a quella più moderna,<br />
dove Halloween trova<br />
sempre più consensi tra le<br />
nuove generazioni.<br />
considerate il cibo dei morti. Intorno a<br />
questa giornata girano diverse leggende<br />
come quella che narra che durante le ore<br />
notturne i morti si radunano in chiesa per<br />
sentire la loro messa, la così detta messa<br />
dei morti e se qualcuno entra in chiesa<br />
mentre si celebra questa funzione corre<br />
il rischio del contagio di morte. Per spiegare<br />
questa leggenda gira un racconto che<br />
dice che una mattina una fornaia alzatasi<br />
di buon’ora per andare ad accendere il<br />
forno, vide una chiesa illuminata e piena<br />
di gente e così pensò che stessero facendo<br />
una messa. Inginocchiatasi una sua<br />
comare già morta le si avvicinò dicendo<br />
“comare qui non stai bene, và via. Siamo<br />
tutti morti e questa è la messa che si dice<br />
per noi, spenti i lumi moriresti di paura<br />
nel trovarti in mezzo a tanti morti.” <strong>La</strong><br />
comare ringraziò e andò via subito ma per<br />
lo spavento perse la voce. Un’altra leggenda<br />
molto dettagliata vuole che fra l’1<br />
e il 2 di novembre i morti tornino in vita<br />
per visitare i loro cari e che siano, per una<br />
notte soltanto, ancora vivi. <strong>La</strong> leggenda ci<br />
dice che le anime camminino per le strade<br />
in un ordine ben preciso: avanti i morti<br />
in modo naturale, quindi quelli morti per<br />
disgrazia e subito dopo quelli morti in<br />
modo fulmineo senza neppure accorgersene.<br />
Al giorno d’oggi, la commemorazione<br />
dei defunti non è più sentita come allora<br />
e, soprattutto, sta venendo a mancare il<br />
trasferimento ai giovani di questa cultura.<br />
Soltanto le famiglie tradizionaliste e<br />
attaccate al passato riescono ancora a a<br />
mantenere intatta quest’usanza. Fra i più<br />
giovani, invece, si sta dando sempre più<br />
credito alle abitudini anglosassoni che<br />
festeggiano la giornata dei morti con le<br />
zucche. È questa la “nottata di Halloween”<br />
, dove i ragazzi si mascherano in ogni<br />
modo andando in giro per strade e locali<br />
notturni. L’uso della zucca sembra ormai<br />
avere solide tradizioni anche nel nostro<br />
Paese, dove viene intagliata a forma di<br />
volto più o meno terrifi cante e al suo interno<br />
si inserisce una candela, ponendola poi<br />
all’esterno come segno di protezione. Tra<br />
l’altro la zucca, simbolo di fertilità, era già<br />
utilizzata dai <strong>La</strong>tini ma anche i Celti che<br />
adoperavano lanterne ricavate dalle rape<br />
per tenere lontani gli spiriti.<br />
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