Capitolato Speciale d'appalto - IZS della Lombardia e dell'Emilia ...
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<strong>Capitolato</strong> <strong>Speciale</strong> d’Appalto - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
CAPITOLATO SPECIALE<br />
D’APPALTO – Parte Descrittiva<br />
Recupero Edilizio Fabbricato in Comune di Brescia Via Lamarmora<br />
individuato al N.C.T.R. al mappale n. 59 - fg. 173 del Comune censuario di Brescia.<br />
Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong><br />
<strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Gruppo di progettazione: Ufficio Tecnico 2<br />
Responsabile gruppo di progettazione: Arch. Roberto Scarsi - ALER<br />
Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - <strong>IZS</strong>LER
INDICE GENERALE<br />
capitolato edile <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
A- PREMESSA ...............................................................................................................1<br />
B - SOLUZIONE TIPOLOGICA E AVVERTENZE GENERALI ......................................2<br />
C - DESCRIZIONE DELLE OPERE E DEI MATERIALI DA UTILIZZARSI NELLA<br />
REALIZZAZIONE DELL'OPERA OGGETTO DELL'APPALTO ....................................3<br />
C.1 - OPERE DA IMPRESA EDILE ............................................................................3<br />
C.1.1. - DEMOLIZIONI, SCAVI, RIPORTI E OPERE DI IMPERMEABILIZZAZIONE<br />
DELLE FONDAZIONI E DEI MURI CONTROTERRA DEI PIANI INTERRATI E<br />
FORMAZIONE DI VESPAI AREATI...............................................................................3<br />
C.1.2.- STRUTTURA PORTANTE VERTICALE E ORIZZONTALE...............................4<br />
C.1.3. - OPERE MURARIE E AFFINI ...........................................................................11<br />
C.1.4. - PAVIMENTI E RIVESTIMENTI ........................................................................16<br />
C.2. - SERRAMENTI INTERNI ED ESTERNI...............................................................18<br />
C.2.1. - SERRAMENTI INTERNI ..................................................................................18<br />
C.2.2. - SERRAMENTI ESTERNI .................................................................................20<br />
C.3. - OPERE DA FABBRO .........................................................................................26<br />
C.4.- OPERE DA LATTONIERE..................................................................................27<br />
C.5. - COIBENTAZIONE DEL FABBRICATO E ISOLAMENTO ACUSTICO ..............28<br />
C.6. – IMPERMEABILIZZAZIONI E CONTROLLO DEL VAPORE..............................31<br />
C.7. - OPERE DA PITTORE .........................................................................................32<br />
C.8. – IMPIANTO ASCENSORE ..................................................................................34<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.1/23
capitolato edile <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
C.9. - ALLACCIAMENTI...............................................................................................35<br />
C.11. - SISTEMAZIONI ESTERNE...............................................................................36<br />
C.12. - TABELLA DELLE VERIFICHE E DEI PRELIEVI .............................................37<br />
C.13. - CONSEGNA FABBRICATO.............................................................................39<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.2/23
A- PREMESSA<br />
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Salvo esplicita ed espressa disposizione di esclusione si intendono compresi, senza eccezione di<br />
sorta, tutti i lavori, le opere, le prestazioni e le forniture occorrenti per l'esecuzione <strong>della</strong><br />
costruzione oggetto dell'appalto completamente ultimata in ogni sua parte al rustico ed al civile in<br />
condizioni di abitabilità ed uso nel rispetto degli elaborati di progetto e del presente capitolato.<br />
Le descrizioni dei lavori riportate hanno lo scopo di individuare e fissare con sufficiente precisione<br />
gli elementi costitutivi dell'intervento. Tali descrizioni s'intendono pertanto sempre comprensive di<br />
tutto quanto, pur non essendo specificato, risulti necessario a dare le opere e le forniture complete<br />
e finite in ogni loro parte.<br />
Le opere e le forniture s'intendono comprensive di ogni e qualsiasi onere, materiali, manodopera,<br />
mezzi, assistenza, ecc. necessari a dare i fabbricati ultimati a regola d'arte e perfettamente<br />
abitabili, con tutti gli impianti perfettamente funzionanti.<br />
La forma, le dimensioni e le caratteristiche delle opere dell’appalto risultano dai disegni allegati al<br />
contratto, ai quali disegni il presente capitolato speciale fa riferimento.<br />
Nel prezzo forfetario s'intendono comprese tutte le opere in elevazione occorrenti per dare il<br />
fabbricato completamente ultimato, abitabile e pronto all'uso in conformità dei disegni esecutivi e<br />
<strong>della</strong> descrizione particolareggiata di cui al presente capitolato, i lavori entro e fuori terra relativi ad<br />
allacciamenti e scarichi di acqua, energia elettrica, gas, fognature e compresa l'assistenza alle<br />
aziende fornitrici.<br />
Per l'esecuzione <strong>della</strong> costruzione verranno eseguiti i lavori, impiegate le strutture ed adottati gli<br />
impianti di seguito indicati.<br />
Qualora le prescrizioni del presente capitolato dovessero essere in contrasto con quanto stabilito<br />
nelle tavole grafiche, di cui il capitolato costituisce parte integrante, l'esecutore è tenuto ad<br />
evidenziare tale fatto alla D.L. prima dell'esecuzione delle opere, restando inteso che in caso di<br />
discordanza fra gli elaborati spetterà alla D.L. indicare ai fini del rispetto <strong>della</strong> concessione edilizia<br />
e del contesto generale delle opere quale sia la soluzione da adottare .<br />
Nel caso l'impresa esegua le opere previste dal capitolato e queste risultino favorevoli all'Azienda<br />
rispetto a quanto indicato negli elaborati grafici senza porre quesiti alla D.L. si intende recepito<br />
dall'impresa il contenuto del capitolato e nulla può essere richiesto a compenso delle maggiori<br />
opere.<br />
Nel caso in cui le opere eseguite seguendo le prescrizioni del capitolato siano di valore inferiore a<br />
quanto previsto negli elaborati grafici, la D.L. potrà pretendere l'esecuzione delle opere come da<br />
progetto o procedere ad una detrazione dell'importo corrispondente alle mancate o difformi<br />
realizzazioni.<br />
Nel capitolato speciale si fa riferimento alle norme UNI in vigore al momento <strong>della</strong> sua<br />
compilazione. Se nel corso dell'esecuzione dei lavori dovesse verificarsi un aggiornamento <strong>della</strong><br />
norma, l'impresa è tenuta a fare riferimento alla nuova norma.<br />
Il presente <strong>Capitolato</strong> inerente le opere edili è integrato dall’allegato “<strong>Capitolato</strong> degli impianti”.<br />
NB All’interno del capitolato sono inserite note fra parentesi quadra [ xxxxx ] recanti riferimenti a<br />
marchi commerciali. Tale riferimento, inserito solo per prodotti particolari, ha l’unico scopo di<br />
individuare in modo sintetico il livello qualitativo richiesto. L’uso del marchio citato non è in<br />
alcun modo obbligatorio e può essere sostituito con altro prodotto avente uguali<br />
caratteristiche.<br />
<strong>Capitolato</strong> descrittivo recupero ex casa del custode - rev. 20/04/2010 pag. 1 di 39
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
B - SOLUZIONE TIPOLOGICA E AVVERTENZE GENERALI<br />
L'intervento consiste nella ristrutturazione di un fabbricato esistente, organizzato su due piani fuori<br />
terra ed uno interrato, da destinare a uso foresteria, realizzando n. 5 camere dotate di bagno, e<br />
uno spazio soggiorno dotato di angolo cottura comune.<br />
Dovranno essere realizzate le sistemazioni esterne che prevedono la formazione di percorsi<br />
pedonali e parcheggi , oltre alla realizzazione delle recinzioni come da progetto e di aree verdi.<br />
RISPETTO DELL’AMBIENTE<br />
Il progetto, nel suo complesso, è pensato per la realizzazione di un intervento a contenuto impatto<br />
ambientale.<br />
Il livello di isolamento termico è superiore a quanto richiesto dalla norma vigente. L’energia solare<br />
verrà utilizzata l’installazione di un impianto fotovoltaico in grado di produrre almeno 3 kW.<br />
ACCESSIBILITÀ<br />
Nella scelta dei materiali, la direzione lavori, propenderà a prediligere materiali<br />
di origine naturale, privi di additivi chimici nocivi alla salute, con elevato grado<br />
di rinnovabilità e/o riciclabilità.<br />
Le camere, e la zona soggiorno, le parti comuni, i percorsi esterni, devono<br />
risultare completamente accessibili alle persone disabili. Non saranno pertanto<br />
tollerati salti di quota e restringimenti tali da impedire il passaggio <strong>della</strong><br />
carrozzina assumendo in 80 cm la larghezza minima di passaggio ed in 2 cm il<br />
massimo dislivello superabile.<br />
<strong>Capitolato</strong> descrittivo recupero ex casa del custode - rev. 20/04/2010 pag. 2 di 39
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
C - DESCRIZIONE DELLE OPERE E DEI MATERIALI DA UTILIZZARSI NELLA<br />
REALIZZAZIONE DELL'OPERA OGGETTO DELL'APPALTO<br />
C.1 - OPERE DA IMPRESA EDILE<br />
C.1.1. - DEMOLIZIONI, SCAVI, RIPORTI E OPERE DI<br />
IMPERMEABILIZZAZIONE DELLE FONDAZIONI E DEI MURI<br />
CONTROTERRA DEI PIANI INTERRATI E FORMAZIONE DI VESPAI<br />
AREATI<br />
Scavi e riporti<br />
Gli scavi riguarderanno essenzialmente la formazione del vespaio areato al piano interrato e dello<br />
scavo per opere di fondazione nuove e di consolidamento. La terra derivante dallo scavo dovrà<br />
essere conservata e riutilizzata per i riempimenti.<br />
La parte eccedente il fabbisogno di formazione dei piani del terreno nelle sistemazioni esterne<br />
dovrà smaltito in pubbliche discariche nel rispetto delle normative vigenti. Il trasporto del materiale<br />
e l’accesso alle discariche è da ritenersi compreso nel prezzo a forfait globale<br />
Recinzioni temporanee<br />
L’area di cantiere dovrà essere recintata, in modo da impedire l’accesso all’area di cantiere,<br />
prediligendo l’utilizzo di pannellature piene per evitare il diffondersi di polveri al di fuori dell’area di<br />
cantiere. (si veda anche il Piano di Sicurezza).<br />
Sottofondo del piano cantinato<br />
Sotto il pavimento del piano cantinato dovrà essere posato un vespaio aereato del tipo ad “Igloo”<br />
con altezza variabile da realizzarsi secondo le indicazioni <strong>della</strong> D.L.. Per questo motivo è stata<br />
scelta in progetto l’utilizzo d’igloo in plastica con piedini ad altezza variabile.<br />
Movimentazione del terreno<br />
A struttura ultimata il terreno dovrà essere mo<strong>della</strong>to secondo le quote fissate dal progetto per le<br />
sistemazioni esterne.<br />
Il materiale in eccedenza dovrà essere conferito alle discariche autorizzate nel rispetto delle<br />
normative vigenti.<br />
Piano d’imposta delle fondazioni (formazione di magrone)<br />
In caso di nuove fondazioni, ad una quota inferiore di 10 cm rispetto al piano d’imposta delle<br />
fondazioni dovrà essere realizzato un getto (magrone) dello spessore medio di 10 cm al fine di<br />
poter creare le condizioni ottimali per la posa delle fondazioni. (si veda progetto strutturale)<br />
Tale magrone dovrà sbordare di almeno 50 cm rispetto all’ limite esterno delle fondazioni.<br />
<strong>Capitolato</strong> descrittivo recupero ex casa del custode - rev. 20/04/2010 pag. 3 di 39
Solai<br />
intermedi<br />
solaio di<br />
copertura<br />
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
C.1.2.- STRUTTURA PORTANTE VERTICALE E ORIZZONTALE<br />
Per quanto non espressamente richiamato nel presente capitolato si deve far riferimento agli<br />
elaborati del progetto delle strutture.<br />
Nel caso d’incompletezza, nel dettaglio, del progetto strutturale, la DL provvederà a fornire chiare<br />
indicazione in cantiere.<br />
La struttura nel complesso deve risultare antisismica in conformità alla norme tecniche per le<br />
costruzioni DM 14/01/2008 e Circolare 02/02/2009 n.617/C.S.LL.PP. poiché il Comune di Brescia<br />
è collocato in zona sismica 3.<br />
C.1.2.a. – fondazioni e contatto con il terreno<br />
fondazioni<br />
Le fondazioni previste dovranno essere eseguite secondo le indicazioni del progetto strutturale alla<br />
quota desumibile dal progetto esecutivo in base alla quota di riferimento fissata e/o concordata<br />
con la DL.<br />
Contatto con il terreno<br />
Su tutta la superficie coperta del piano terra dovrà essere realizzato un vespaio areato secondo lo<br />
schema fornito dai particolari costruttivi inseriti nel progetto esecutivo.<br />
C.1.2.b. - Orizzontamenti, balconi, rampe e scale.<br />
Il presente progetto di recupero edilizio prevede la completa demolizione di tutti i solai esistenti<br />
poiché non ritenuti staticamente idonei (si veda relazione indagine strutturale). Come deducibile<br />
da tavola delle sovrapposizioni.<br />
Il solaio piano terra come già anticipato, dovrà essere realizzato secondo le indicazioni del<br />
progetto strutturale; ed in sintesi:<br />
- Solaio su vespaio costituito da sottofondo in magrone di cemento, posa degli igloo e<br />
successivo getto di calcestruzzo collaborante, con armature e spessori desumibili dal<br />
progetto strutturale.<br />
I solai intermedi dovranno essere eseguiti secondo le indicazioni del progetto strutturale. In sintesi<br />
sono previsti:<br />
- Solai in latero-cemento fra il piano terra e il primo piano e piano primo e piano secondo<br />
Prima <strong>della</strong> posa dovranno essere consegnati alla Direzione Lavori i progetti dei solai e i certificati<br />
d'origine. (la mancata consegna di detti elaborati costituirà impedimento all’ammissione nella<br />
contabilità di cantiere del solaio eseguito).<br />
Il solaio di copertura<br />
Verrà realizzata una copertura piana in latero cemento, dimensionata secondo il progetto<br />
strutturale.<br />
La scala interna di collegamento dei vari livelli verrà realizzate in C.A. secondo gli elaborati del<br />
progetto strutturale.<br />
C.1.2.c. - Struttura portante verticale.<br />
La struttura portante verticale è costituita da pilastri e setti in CA dello spessore desumibile dal<br />
progetto strutturale; nonché dalla muratura perimetrale esterna, esistente che verrà per lo più<br />
mantenuta eccezion fatta per i tratti indicati nella tavola delle sovrapposizioni dove alla<br />
demolizione farà seguito la ricostruzione mediante l’utilizzo di mattoni poroton con funzione<br />
portante (spessore minimo 300 mm) .<br />
C.1.2.d. - Progetto delle opere in C.A.<br />
<strong>Capitolato</strong> descrittivo recupero ex casa del custode - rev. 20/04/2010 pag. 4 di 39
strutture in c.a<br />
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Nel caso gli elaborati di progetto non risultino completi in alcuni particolari o difformi rispetto al<br />
progetto architettonico la Direzione Lavori provvederà alla loro predisposizione o correzione senza<br />
che ciò costituisca ragione per richiesta di maggiori compensi da parte dell'impresa.<br />
Nel caso l'impresa proponga l'utilizzo di sistemi prefabbricati o semi-prefabbricati, se approvati<br />
dalla D.L., dovrà a proprie spese procedere al deposito presso il Comune del progetto delle<br />
strutture firmato da tecnico (ingegnere) abilitato prima <strong>della</strong> realizzazione delle opere stesse.<br />
modalità d'intervento<br />
Premesso che in nessun caso l'esecutore può, di sua iniziativa, apportare modifiche al progetto<br />
durante la posa <strong>della</strong> carpenteria, occorrerà eseguire ogni volta:<br />
- la verifica di orizzontalità, mediante il controllo di un livellamento tracciato sul cordolo di<br />
imposta;<br />
- la verifica di piombatura, mediante il controllo con filo a piombo o livello <strong>della</strong> perfetta verticalità<br />
delle pareti e dei casseri.<br />
Puntelli, centine, impalcature e casseri dovranno essere concepiti e realizzati per sopportare le<br />
sollecitazioni imposte, lasciando alle opere la libertà di deformazione, rispettando le tolleranze<br />
dimensionali prescritte, senza compromettere il futuro comportamento ed utilizzo dell'opera.<br />
Nel caso vengano riscontrate deformazioni dei manufatti tali da compromettere la stabilità del<br />
fabbricato, l'impresa dovrà provvedere alla demolizioni delle parti contestate ed al loro rifacimento.<br />
Realizzazione di opere in calcestruzzo armato<br />
Prima dell'inizio dei getti la Direzione Lavori verificherà che il dimensionamento dei casseri, la<br />
posizione dei ferri di armatura, la posizione dei giunti ecc. corrispondano alle disposizioni del<br />
progetto.<br />
La Direzione Lavori verificherà la qualità <strong>della</strong> superficie delle casseforme, che devono essere a<br />
perfetto contatto, per evitare la fuoriuscita di boiacca durante la vibrazione del conglomerato.<br />
L'appaltatore deve evitare che il disarmante impiegato disposto regolarmente in strati sia tale da<br />
macchiare o danneggiare le superfici del conglomerato.<br />
Nel caso di getti contro terreni, rocce, ecc., si deve verificare che la pulizia del sottofondo, il<br />
posizionamento di eventuali drenaggi, la stesura di materiale isolante, ecc., siano eseguiti in<br />
conformità alle disposizioni del progetto.<br />
Tutti i getti, una volta disarmati, dovranno risultare privi di cavillature e vespai di aggregazione<br />
degli inerti.<br />
I distanziatori degli elementi verticali dei casseri, sia a perdere che a recupero, non dovranno<br />
recare effetti visibili sulla superficie finita.<br />
Prescrizioni relative all'acciaio per calcestruzzo armato<br />
Le caratteristiche meccaniche e tecnologiche dell'acciaio da utilizzarsi per il calcestruzzo armato<br />
sono quelle definite dalle norme e attestate dai certificati di idoneità tecnica o di conformità; le<br />
norme a cui riferirsi sono:<br />
- UNI ENV 10080:1997<br />
- UNI 10622:1997;<br />
- CNR UNI 10020:1971;<br />
- UNI 8926:1986<br />
- UNI 8927:1986<br />
nonché le indicazioni delle Norme Tecniche del vigente D.M. del 14 gennaio 2008 e circolare<br />
02/02/2009 n.61/C.L.LL.PP<br />
Per le armature di progetto verrà utilizzato unicamente acciaio ad aderenza migliorata B450C (ex<br />
FeB44K) salvo diversa specifica richiesta da parte degli elaborati strutturali..<br />
Per i controlli sia in stabilimento che in cantiere delle forniture di acciaio ci si deve attenere alle<br />
prescrizioni del vigente D.M. 14.01.2008 ed eventuali integrazioni.<br />
<strong>Capitolato</strong> descrittivo recupero ex casa del custode - rev. 20/04/2010 pag. 5 di 39
provini<br />
di calcestruzzo<br />
strutture in c.a<br />
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Controllo sul conglomerato DM 14.01.2008 paragrafo 11.2.4 e 11.2.5:<br />
Si dovrà effettuare un prelievo (composto da 2 provini) per ogni giorno di getto. I provini dovranno<br />
essere immediatamente contraddistinti con codici che determinino in modo univoco l'area di getto<br />
corrispondente; nelle costruzioni con meno di 100 m 3 di getto si può derogare dall'obbligo di<br />
prelievo giornaliero, dovranno comunque essere eseguiti almeno 3 prelievi (6 provini) secondo<br />
disposizioni <strong>della</strong> DL. I provini dovranno essere sottoposti a schiacciamento da parte di un<br />
Laboratorio Ufficiale ed il certificato di prova deve essere consegnato alla DL.<br />
Ricoprimenti<br />
Il minimo ricoprimento dell'acciaio non deve essere inferiore a 0,80 cm per le solette e a 2 cm per<br />
travi e 3,5 cm per le compartimentazioni REI 90, pilastri e muri o alla dimensione dell'inerte più<br />
grosso in ambienti poco aggressivi; lo spazio libero orizzontale e verticale fra barre parallele deve<br />
essere uguale alla barra più grossa e non inferiore a mm. 20.<br />
Ancoraggi<br />
Nelle barre ad aderenza migliorata l'ancoraggio deve essere in ogni caso pari a 20 diametri con un<br />
minimo di cm. 15. Comunque, se presenti, gli uncini dovranno avere diametro interno pari almeno<br />
a 6 diametri e, ai fini dell'aderenza, essi potranno essere computati nella effettiva misura del loro<br />
sviluppo in asse alla barra.<br />
Particolari cautele devono essere adottate ove si possono prevedere fenomeni di fatica e di<br />
sollecitazioni ripetute.<br />
Giunzioni<br />
La trasmissione di una forza da una barra all'altra può essere effettuata con sovrapposizione delle<br />
barre con o senza ganci e gomiti, saldature, dispositivi meccanici, contatto di testa, per barre<br />
soggette in permanenza a compressione, evitando concentrazione di giunzioni nella stessa<br />
sezione. La lunghezza di sovrapposizione delle barre tese e compresse verrà determinata<br />
attenendosi alle indicazioni espresse dal vigente D.M. attuativo <strong>della</strong> L. 1086/71.<br />
Analoghe indicazioni vanno eseguite per ancoraggi e giunzioni di reti saldate.<br />
Cuciture<br />
Superfici di ripresa di getto, piani di giunzione di due parti di uno stesso elemento devono essere<br />
attraversate da armature opportunamente ancorate da un lato e da un altro, per assorbire gli sforzi<br />
tangenziali, previo un ravvivamento <strong>della</strong> superficie del getto, seguita da accurata pulizia e con un<br />
primo strato di getto nuovo più ricco di sabbia e cemento.<br />
Prescrizioni relative al conglomerato cementizio<br />
I conglomerati cementizi utilizzati dovranno essere forniti con resistenza certificata R'ck pari a<br />
quella indicata nel progetto strutturale, nel rispetto delle norme e prescrizioni di cui alla l.1086/71 e<br />
Norme tecniche per le costruzioni D.M. 14.01.2008 e s.m.i..<br />
Accettazione dei materiali<br />
Inerti<br />
Le caratteristiche e la granulometria degli inerti debbono essere opportunamente studiate.<br />
Gli inerti debbono essere privi di sostanze dannose ai fini <strong>della</strong> presa e dell'indurimento, ed essere<br />
conformi alle norme tecniche D.M. 14.01.2008.<br />
Le miscele degli inerti in percentuali corrette, fini e grossi, devono dare luogo ad una composizione<br />
granulo metrica costante, che permetta di ottenere i requisiti richiesti sia nell'impasto fresco<br />
(consistenza, omogeneità, pompabilità, aria inglobata ecc.), che nell'impasto indurito (resistenza,<br />
permeabilità, modulo elastico, ritiro, fluage, ecc.).<br />
Gli inerti debbono essere suddivisi in più classi, di cui la più fine non dovrà contenere più del 5% di<br />
materiale trattenuto al vaglio a maglia quadra da mm. 4,76 di luce.<br />
Le singole classi non dovranno contenere sottoclassi in misura superiore al 15% e sopraclassi in<br />
misura superiore al 10% <strong>della</strong> classe stessa.<br />
La dimensione massima dell'inerte, comunque non superiore a mm. 32 deve essere tale da<br />
permettere al conglomerato di raggiungere ogni parte del manufatto, tenendo conto dell'armatura<br />
metallica e delle caratteristiche geometriche <strong>della</strong> carpenteria.<br />
Leganti<br />
<strong>Capitolato</strong> descrittivo recupero ex casa del custode - rev. 20/04/2010 pag. 6 di 39
strutture in c.a<br />
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Debbono impiegarsi esclusivamente leganti idraulici, definiti come cementi, rispondenti ai requisiti<br />
di accettazione delle disposizioni vigenti di legge in materia (legge 28 maggio 1965 n. 595).<br />
Il dosaggio, la classe ed il tipo di cemento, debbono essere idonei a soddisfare le esigenze<br />
tecniche dell'opera, riportate nei disegni esecutivi, prescrizioni tecniche per la realizzazione del<br />
singolo manufatto.<br />
L'utilizzatore deve verificare che al momento dell'impiego il cemento risponda alle norme da<br />
applicare, marchiando le diverse qualità in modo da non causare miscugli involontari.<br />
La quantità minima di cemento non deve scendere al di sotto di 240 kg/m3 per il calcestruzzo<br />
armato e non deve superare i 500 kg/m3<br />
Additivi<br />
Gli additivi plastificanti, aeranti, ritardanti o acceleranti di presa per migliorare le caratteristiche del<br />
calcestruzzo possono essere impiegati solo secondo precise indicazioni del produttore, senza che<br />
questi alterino in modo sfavorevole le proprietà che si esigono da un calcestruzzo, né<br />
compromettano la protezione dell'armatura dalla corrosione.<br />
Il produttore deve documentare con i risultati di una vasta casistica il tipo e la dose dell'additivo da<br />
utilizzare.<br />
Il produttore di additivo dovrà inoltre esibire certificati di prove di laboratorio ufficiale attestanti la<br />
conformità del prodotto alle disposizioni vigenti, garantendo la qualità e la costanza di<br />
caratteristiche del prodotto stesso.<br />
E' comunque vietato l'uso di additivi contenenti cloruri.<br />
Materiali aggiunti<br />
Possono essere inseriti materiali in particelle fini, quantitativamente limitati, nell'impasto del<br />
calcestruzzo, per influenzare alcune proprietà ed ottenerne di particolari.<br />
Si possono aggiungere ceneri volatili, polveri minerali inerti, resine sintetiche, purché la loro<br />
efficacia e compatibilità sia stata verificato da prove sperimentali.<br />
Acqua<br />
L'acqua d'impasto deve consentire di ottenere la consistenza voluta e la resistenza prescritta per il<br />
conglomerato.<br />
Deve essere esente da sostanze che danneggino la reazione chimica del cemento.<br />
Confezionamento degli impasti<br />
Impianti per la produzione<br />
L'impasto del conglomerato deve avvenire con mezzi meccanici idonei preferendo impianti di<br />
betonaggio con dispositivi di dosaggio e contatori, che assicurino un accurato controllo <strong>della</strong><br />
quantità dei componenti.<br />
Cemento, inerti, acqua ed additivi vanno misurati a peso.<br />
E' ammessa però la misurazione volumetrica dell'acqua e degli additivi.<br />
Gli apparecchi di misura del cemento, dell'acqua e degli additivi devono essere di tipo individuale,<br />
le bilance per la pesatura degli inerti possono essere di tipo cumulativo.<br />
Periodicamente gli apparecchi di misura vanno controllati e debbono essere collaudati.<br />
I silos del cemento debbono impedire il contatto tra il cemento insilato e l'umidità atmosferica.<br />
Gli impasti debbono essere confezionati in betoniere con capacità adeguata agli aggregati <strong>della</strong><br />
pesata senza debordare.<br />
La miscela deve dare un conglomerato omogeneo, rispondente ai requisiti <strong>della</strong> prova di<br />
uniformità.<br />
NBLa ricetta per il confezionamento del calcestruzzo deve essere approvata dalla DL.<br />
Trasporto e consistenza degli impasti prima <strong>della</strong> posa<br />
Il trasporto del conglomerato cementizio dal luogo di produzione a quello di impiego, deve essere<br />
effettuato con mezzi idonei a non alterare le caratteristiche dell'impasto e impedire la segregazione<br />
dei componenti.<br />
Il tempo intercorso tra l'inizio delle operazioni di impasto ed il termine <strong>della</strong> posa in opera non deve<br />
essere tale da causare una diminuzione di consistenza superiore di cm. 5 alla prova del cono.<br />
E' vietato aggiungere acqua agli impasti dopo lo scarico <strong>della</strong> betoniera.<br />
La consistenza dell'impasto verrà controllata prima <strong>della</strong> posa in opera.<br />
Se questa eccederà i limiti indicati (prova del cono), I'impasto sarà scartato (o se possibile<br />
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strutture in c.a<br />
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corretto).<br />
Se il trasporto del conglomerato avviene con autobetoniere, si dovrà, all'atto dello scarico,<br />
controllare l'omogeneità dell'impasto con la prova dell'uniformità.<br />
Se allo scarico dell'autobetoniera si constatasse una consistenza sensibilmente inferiore a quella<br />
richiesta, si potrà aggiungere, solamente con l'assenso <strong>della</strong> Direzione Lavori, la quantità di acqua<br />
necessaria, purché si provveda - a velocità normale - ad un successivo mescolamento con almeno<br />
trenta giri <strong>della</strong> betoniera.<br />
Tale aggiunta non potrà comunque essere fatta se la perdita di consistenza supererà i cm. 5 alla<br />
prova del cono.<br />
Posa in opera del conglomerato<br />
Lo scarico del conglomerato, in benne, sui nastri trasportatori, in tubi deve essere effettuato in<br />
modo tale da evitare la segregazione.<br />
E' quindi importante che il conglomerato cada verticalmente al centro <strong>della</strong> cassaforma, e venga<br />
steso in strati orizzontali di spessore da cm. 20 a cm. 50 a seconda delle dimensioni <strong>della</strong><br />
struttura, prima <strong>della</strong> successiva vibrazione.<br />
La vibrazione deve avvenire immergendo il vibratore verticalmente in punti distanti da 40 a 80 cm,<br />
ritirandolo lentamente a vibrazione ultimata, senza lasciare fori o impronte nel conglomerato.<br />
E' vietato scaricare il conglomerato in un unico cumulo e distenderlo con l'impiego del vibratore .<br />
Il calcestruzzo deve essere compattato il più completamente possibile, in modo da contenere un<br />
minimo di bolle d'aria, con vibratori, aghi, compattatori, colpi sui casseri, ottenendo un rivestimento<br />
denso intorno alle barre di armatura.<br />
Se la vibrazione producesse separazione nel conglomerato, lo slump dello stesso andrà<br />
convenientemente ridotto.<br />
Affinché il getto si possa considerare monolitico il tempo trascorso fra una posa di uno strato<br />
orizzontale ed il ricoprimento con strato successivo non deve superare le tre ore virtuali , a meno<br />
che non sia stato aggiunto all'impasto un idoneo additivo ritardante .<br />
Se l'interruzione supera le tre ore virtuali, e non è stato impiegato un additivo ritardante, si deve<br />
stendere sulla superficie di ripresa uno strato di malta (sabbia e cemento), dello spessore di cm. 1-<br />
2, con un dosaggio di cemento di almeno kg. 6 per mq.<br />
Se l'interruzione supera le otto ore virtuali si deve lavare la superficie di ripresa con acqua e sabbia<br />
in pressione, in modo da metterne a nudo lo scheletro inerte e procedere come al comma<br />
precedente.<br />
I giunti di ripresa devono essere, per quanto possibile, disposti in posizioni corrispondenti a<br />
sollecitazioni poco elevate.<br />
Si intende per 'tempo virtuale", il tempo riferito alla temperatura media ambientale di 20 °C<br />
calcolato con la formula:<br />
tv = te x (30 / (Ta + 10)<br />
ove:<br />
tv = tempo virtuale in ore,<br />
te = tempo effettivo in ore,<br />
Ta = temperatura media ambientale in °C.<br />
Stagionatura del conglomerato cementizio<br />
Prima del disarmo delle casseforme, tutte le superfici non protette del conglomerato debbono<br />
essere mantenute umide con bagnatura o coprendola con fogli di plastica; vanno evitati inoltre il<br />
dilavamento <strong>della</strong> pioggia, il rapido raffreddamento nei primi giorni, vibrazioni o scosse che<br />
potrebbero alterare la tessitura del calcestruzzo e la sua aderenza con le armature.<br />
Il disarmo delle casseforme delle superfici laterali dei getti deve avvenire quando il conglomerato<br />
abbia raggiunto la resistenza caratteristica prevista.<br />
Il disarmo delle strutture di sostegno dei getti potrà avvenire quanto si siano raggiunte le<br />
resistenze previste dal progettista e previo il benestare <strong>della</strong> Direzione Lavori.<br />
In mancanza di controlli opportuni, va ottemperato a quanto stabilito dalle norme tecniche allegate<br />
alla legge n. 1086/1971, ed in particolare secondo i tempi previsti dal vigente D.M. attuativo <strong>della</strong><br />
legge.<br />
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A disarmo avvenuto si dovrà bagnare le superfici per evitare l'evaporazione dell'acqua contenuta<br />
nel conglomerato, fino ad almeno sette giorni dal getto.<br />
La bagnatura delle superfici può essere sostituita dall'impiego di vernici protettive antievaporanti.<br />
Precauzione per l'esecuzione dei getti durante la stagione fredda<br />
Nei periodi freddi si deve evitare che si formino blocchi di materiale agglomerato con ghiaccio negli<br />
inerti, e particolarmente nella sabbia.<br />
Perciò si dovranno utilizzare alcuni accorgimenti tra cui anche il riscaldamento degli inerti .<br />
La temperatura dell'impasto, alla posa in opera, non deve in nessun caso essere inferiore a 13°C,<br />
per il getto di sezioni strutturali di spessore inferiore a cm. 20, e 10°C negli altri casi.<br />
Per ottenere tali temperature, se necessario, si dovranno riscaldare gli inerti e l'acqua di impasto,<br />
evitando il contatto diretto del cemento con acqua a temperatura superiore ai 40°C<br />
Quando la temperatura dell'acqua supera i 40°C si adotterà la precauzione di immettere nella<br />
betoniera dapprima l'acqua con gli inerti, e di aggiungere poi il cemento quando la temperatura<br />
<strong>della</strong> miscela sarà inferiore a 40°C.<br />
Nei periodi freddi è consigliabile l'aggiunta di acceleranti di presa, ed eventualmente di un additivo<br />
aerante, per ottenere un inglobamento di aria del 3-5%.<br />
Durante la stagione fredda il tempo per lo scasseramento delle strutture deve essere protratto fino<br />
al raggiungimento delle resistenze necessarie.<br />
Fino al momento del disarmo si deve controllare, per mezzo di termometri, che la temperatura del<br />
conglomerato non scenda al di sotto dei 5°C.<br />
Precauzioni particolari per l'esecuzione dei getti durante la stagione calda<br />
Durante la stagione calda si dovrà controllare che la temperatura dell'impasto non venga a<br />
superare i 30°C, evitando l'eccessivo riscaldamento degli stessi, con una opportuna protezione e<br />
bagnatura degli inerti, per evitare scarsa lavorabilità, ridotta resistenza finale, ed elevata<br />
fessurazione da ritiro.<br />
Se la temperatura dell'impasto non viene mantenuta al di sotto dei 30°C, i getti devono essere<br />
sospesi, a meno che l'impasto non venga integrato con un valido additivo plastificante - ritardante .<br />
Quando la temperatura ambiente risulterà elevata, si dovrà ridurre il tempo fra la confezione e la<br />
posa in opera dell'impasto.<br />
Se si usano pompe per il trasporto del conglomerato, le relative tubazioni devono essere protette<br />
dal sovra - riscaldamento.<br />
Durante la stagione calda va eseguito un controllo più ricorrente <strong>della</strong> consistenza.<br />
Con temperatura ambiente particolarmente elevata, la Direzione Lavori potrà vietare l'aggiunta<br />
d'acqua.<br />
La stagionatura dei getti deve essere effettuato in ambiente tenuto continuamente umido e protetto<br />
dal sovra - riscaldamento.<br />
Le superfici dei conglomerati possono essere trattate con speciali vernici antievaporanti.<br />
Qualità del conglomerato cementizio fresco<br />
Il conglomerato fresco deve essere frequentemente controllato come consistenza, omogeneità,<br />
resa volumetrica, contenuto d'aria e, quando prescritto, come rapporto acqua/cemento.<br />
La prova di consistenza consisterà normalmente nella misura dell'abbassamento al cono Abrams,<br />
eseguita secondo le norme vigenti; tale prova sarà considerata significativa per abbassamenti<br />
compresi fra i cm. 2 e 18.<br />
Per abbassamenti inferiori ai cm. 2 si dovrà eseguire la prova con la tavola a scosse secondo il<br />
metodo DIN 1048, o con l'apparecchio VEBE.<br />
La prova di omogeneità è prescritta in modo particolare quanto il trasporto avviene con<br />
autobetoniera.<br />
Essa verrà eseguita vagliando due campioni di conglomerato, presi a 1/5, 4/5 dello scarico,<br />
attraverso il vaglio a maglia quadra da mm. 4,76.<br />
La percentuale in peso di materiale grosso nei due campioni, non dovrà differire più del 10%.<br />
Lo slump dei due campioni prima <strong>della</strong> vagliatura non dovrà differire più di cm. 3.<br />
La prova di resa volumetrica dell'impasto, verrà eseguita attraverso la misura del peso di volume<br />
del conglomerato, eseguita con il metodo UNI EN 12350-6:2001, ed il controllo del peso totale<br />
dell'impasto.<br />
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La prova del contenuta d'aria è richiesta ogni qualvolta si impieghi un additivo aerante Essa deve<br />
essere eseguita con il metodo UNI EN 12350-7:2002.<br />
Il rapporto acqua/cemento dovrà essere computato sommando all'acqua aggiunta all'impasto<br />
l'umidità superficiale degli inerti.<br />
Qualità del conglomerato cementizio indurito<br />
La classe di conglomerato viene definita come "resistenza caratteristica ad una stagionatura<br />
specificata. La resistenza caratteristica designa quella dedotta dalle prove a compressione a 28<br />
giorni su cubi preparati e confezionati. conformemente alle disposizioni di cui al D.M. 14.1.2008.<br />
Per il prelevamento dei campioni le dimensioni e la stagionatura del provini e le prove, si debbono<br />
seguire le norme UNI EN 12390-1:2002 e UNI EN 12390-2:2002.<br />
Per il numero di provini da predisporre si rimanda ,a quanto prescritto dall'allegato 2 alle Norme<br />
tecniche di attuazione <strong>della</strong> L. 1086/71.<br />
Per il controllo <strong>della</strong> qualità del conglomerato preconfezionato, il conglomerato deve essere<br />
controllato all'atto dello scarico dalla betoniera.<br />
La qualità del conglomerato potrà essere richiesta, oltre che come resistenza caratteristica, anche<br />
come permeabilità massima, a ritiro massimo, fluage massimo, modulo elastico, resistenza ai cicli<br />
di gelo e di disgelo, resistenza ad agenti aggressivi, in bassi sviluppo di calore, resistenza<br />
all'abrasione, ecc.<br />
La resistenza caratteristica richiesta, non deve essere ottenuta con dosaggi di cemento troppo<br />
elevati, che potrebbero dare luogo a valori di ritiro inaccettabili.<br />
I cementi di maggiore resistenza (tipo 425 e 525), debbono essere impiegati solo quando<br />
particolari esigenze di lavori richiedono la riduzione dei tempi di disarmo.<br />
I cementi di tipo speciale (ad esempio ferrici o ferrici-pozzolanici), debbono essere impiegati solo<br />
quando siano richieste resistenza ad agenti aggressivi oppure valori di ritiro particolarmente bassi.<br />
Non è permesso mescolare fra loro cementi di diversa provenienza; per ciascun elemento<br />
strutturale si deve impiegare un unico tipo di cemento.<br />
Il controllo di qualità del conglomerato indurito potrà essere eseguito anche direttamente sulle<br />
strutture, con lo sclerometro, gli ultrasuoni o il prelievo di carote.<br />
I dati sclerometrici saranno ritenuti sufficienti per stabilire i tempi di scasseratura e di disarmo.<br />
Non vengono date particolari prescrizioni per il controllo dei materiali impiegati nella confezione del<br />
conglomerato.<br />
L'appaltatore deve provvedere a detti controlli nelle forme prescritte dalle vigenti leggi o<br />
regolamenti.<br />
L’impresa potrà proporre soluzioni alternative da sottoporre all’autorizzazione <strong>della</strong><br />
Direzione Lavori.<br />
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C.1.3. - OPERE MURARIE E AFFINI<br />
Per quanto non precisato nel presente paragrafo si deve far riferimento agli elaborati di progetto<br />
architettonici, strutturali ed impiantistici ed al fascicolo contenente i particolari costruttivi.<br />
C.1.3.a. – Tramezze e pareti divisorie<br />
Le tramezze divisorie dovranno essere realizzate in foratoni dello spessore di 10 cm (al netto<br />
dell'intonaco).<br />
Le pareti divisorie fra camere/soggiorno saranno realizzate in diversi modi a seconda <strong>della</strong> loro<br />
posizione e potranno risultare come di seguito :<br />
- Da un lato con una muratura in laterizio (12+10 cm) con interposto isolamento termico<br />
(spessore 4 cm) e isolamento acustico (spessore 1,5 cm) con spessore totale di 31,5<br />
cm al netto dell’intonaco e con λ≤0,25 W/m.K .<br />
- dall’altro con una muratura in laterizio (10 cm) con interposto isolamento termoacustico<br />
(spessore 4 cm) e pannello di cartongesso di spessore pari a 1,5 cm, con spessore<br />
totale di 17,5 cm.<br />
Laddove presenti le pareti divisori tra zone comuni e camere e tra camere e vano scala saranno<br />
realizzate come di seguito descritto a seconda <strong>della</strong> posizione che si prenda in esame:<br />
- o con una muratura in laterizio (10 cm) con interposto isolamento termoacustico<br />
(spessore 4 cm) e pannello di cartongesso di spessore pari a 1,5 cm, con spessore<br />
totale di 17,5 cm<br />
- o accoppiando al setto in C.A. del vano scala con un pannello in cartongesso da 1,5 cm<br />
con interposto strato di isolante termoacustico dello (spessore di 4 cm).<br />
C.1.3.b.- Pareti portanti<br />
Le murature portanti esterne che verranno demolite dovranno essere ricostruite mediante l’utilizzo<br />
di laterizio porizzato con funzione strutturale così come specificato nei particolari costruttivi.<br />
C.1.3.c.- Banchine e controbanchine per finestre e portefinestre<br />
Le banchine e le controbanchine delle finestre e portefinestre dovranno essere realizzate marmo<br />
di botticino semiclassico dello spessore di 3 cm, separate da strato isolante, sagomate in modo da<br />
allontanare l’acqua meteorica dalla parete. Il giunto isolante dovrà essere posizionato in<br />
corrispondenza del serramento in modo da non risultare visibile a lavori ultimati.<br />
Per le portefinestre verso logge e balconi dovrà essere collocata una soglia in marmo di botticino<br />
con quota di 2 cm rispetto al pavimento esterno.<br />
C.1.3.d.- Soglie per portoncini d'ingresso agli alloggi<br />
In marmo di Botticino levigato dello spessore di 3 cm.<br />
C.1.3.e. - Zoccolini battiscopa negli alloggi e nei locali ad uso comune<br />
Lo zoccolino battiscopa dovrà essere in legno naturale di colore chiaro (come le porte interne). Le<br />
dimensioni minime del battiscopa sono 8 x 70 mm.<br />
Nei locali d'uso comune, nei vani scala e sui balconi lo zoccolino battiscopa dovrà essere<br />
realizzato nello stesso materiale <strong>della</strong> pavimentazione, nel caso vi sia disponibilità del pezzo<br />
speciale, oppure in legno verniciato nel colore RAL indicato dalla DL o con altro materiale<br />
autorizzato dalla Direzione Lavori.<br />
C.1.3.f. - Canne per esalazione cucine e dei bagni<br />
Nell’angolo cottura, previsto nella zona soggiorno ed ogni bagno dovranno essere dotati di una<br />
canna per l'esalazione dei vapori.<br />
La canna sarà singola in polipropilene termoresistente ø 100 cm. Per bagni sovrapposti è<br />
consentito l'utilizzo di canne multiple in cls a doppio condotto tipo shunt.<br />
C.1.3.g.- Intonaci<br />
Sulle tutte le pareti interne, perimetrali e divisorie, sui soffitti in latero-cemento, dovrà essere<br />
realizzato un intonaco completo al civile composto da intonaco rustico in malta bastarda di calce<br />
idraulica (250kg/m 3 di sabbia) e cemento(100 kg/m 3 di sabbia) ed arricciatura in stabilitura di calce<br />
idrata o cemento (500 kg/m 3 di sabbia fine).<br />
Sotto l'intonaco, in corrispondenza degli spigoli esposti agli urti, dovranno essere posati dei<br />
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Pezzi speciali<br />
copertura<br />
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profilati in alluminio a tutta altezza.<br />
Nelle zone dove è prevista la posa del rivestimento con piastrelle dovrà essere eseguito il solo<br />
intonaco rustico (bagni e cucine).<br />
C.1.3.h. - Materiali per copertura<br />
Copertura del tipo piano [vedi tavola articolati costruttivi esemplificativi] sarà costituito nell'ordine<br />
dal basso verso l'alto da:<br />
- Intonaco civile<br />
- Solaio in laterocemento (vedi tavole strutturali)<br />
- Cartella collaborante<br />
- Barriera la vapore traspirante [tipo Tyvek <strong>della</strong> Dupont o similari]<br />
- tappetino acustico<br />
- strato in pannelli di EPS pannelli in EPS 300 dello spessore totale di 160 mm dovranno avere<br />
le seguenti caratteristiche:<br />
- Conducibilità termica: 0,036 W/mK ≤λD≤0,040 W/mK secondo EN 12667<br />
- Resistenza al fuoco: Euro Classe E secondo UNI EN 13501-1<br />
- Resistenza a compressione > 300kPa secondo UNI EN 826.<br />
- Resistenza a flessione >450Kpa secondo norma EN 12090<br />
- Resistenza alla diffusione di vapore µ ≥40-100 secondo EN 13163.<br />
- Assorbimento d'acqua per immersione totale WLt < 5 secondo norma EN 12087<br />
- massetto alleggerito armato con rete ø 6 20x20 cm, per formazione pendenza spessore max<br />
cm. 10 [tipo Foam cem o similari]<br />
- strato impermeabile realizzato mediante stesa a spruzzo di poliuree elastometriche su tutta la<br />
superficie del solaio con risvolto su tutti gli elementi verticali di almeno 45 cm.<br />
- Strato di guaina antiradice<br />
- pavimentazione in quadrotti di cemento, posato su supporti in pvc in grado di sopportare i<br />
carichi da neve e da calpestio.<br />
La copertura dovrà essere completa di pezzi speciali e accessori per la formazione embrici,<br />
torrini sfiati, comignoli, canali di gronda, pluviali e quant'altro indicato in progetto e/o<br />
indispensabile al fine di scongiurare infiltrazioni di acqua meteorica ed il suo convogliamento<br />
verso la rete perdente nel terreno. La stessa dovrà essere munita di tutto quanto necessario per<br />
l’ancoraggio strutturale dei pannelli solari.<br />
C.1.3.i. – gronde e pluviali<br />
Le gronde saranno in alluminio con terminale sagomato secondo le indicazioni di progetto, o da<br />
elementi in alluminio come da particolari costruttivi.<br />
In corrispondenza dell’accesso al fabbricato dovrà essere realizzata una tettoia secondo le<br />
indicazioni di progetto.<br />
Dovrà essere realizzata una veletta, come da particolari costruttivi, in lamiera forata in percentuale<br />
di circa il 30%, e di larghezza pari a 1,50 m. La lavorazione <strong>della</strong> lamiera dovrà prevedere la<br />
foratura nella parte centrale del foglio <strong>della</strong> lastra lasciando il perimetro pieno.<br />
I pluviali saranno, di forma quadrata a sviluppo 60 cm, realizzati in alluminio anodizzato, spessore<br />
10/10.<br />
C.1.3.l. - comignoli per l'esalazione dei fumi centrale termica e ventilazione meccanica<br />
Per l'esalazione dei fumi <strong>della</strong> centrale termica sarà realizzata una canna fumaria in acciaio inox a<br />
doppia parete con apposito comignolo in acciaio inox in copertura.<br />
Per l’esalazione delle canne di ventilazione delle cucine e degli scarichi dovranno essere adottati<br />
torrini in lamiera preverniciata idonei all’inserimento nel manto di copertura (il modello deve essere<br />
approvato dalla DL).<br />
Per il funzionamento <strong>della</strong> ventilazione meccanica dovranno essere predisposti torrini di estrazione<br />
e immissione aria come da progetto esecutivo da fornirsi da parte dell’impresa appaltatrice.<br />
C.1.3.m. – nicchia contatori e accesso pedonale<br />
Nelle posizioni di progetto, in corrispondenza dell’accesso carraio, dovranno essere collocate le<br />
nicchie per l'alloggiamento dei contatori dell'energia elettrica, del gas, dell'acqua e del telefono che<br />
dovranno avere dimensioni e sistema di chiusura conformi a quanto indicato dalle aziende. Le<br />
ante di chiusura dovranno essere in lamiera verniciata provvista di chiusura a chiave quadra.<br />
L’anta di chiusura <strong>della</strong> nicchia dei contatori dell’acqua dovrà essere coibentata e quella del gas<br />
forata in alto per permettere l’aerazione come da prescrizioni degli enti erogatori.<br />
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La copertura <strong>della</strong> nicchia da realizzare in CA sarà protetta con una lamiera preverniciata<br />
sagomata in modo da consetire il deflusso dell’acqua.<br />
In prossimità del cancello pedonale dovrà essere collocata una pensilina realizzata secondo le<br />
indicazioni di progetto.<br />
C.1.3.n. – casellario postale<br />
In prossimità dell'ingresso pedonale su Via Lamarmora dovranno essere collocati dei casellari<br />
postali del tipo antivandalo [ tipo: Modula2 <strong>della</strong> Alubox o equivalenti] in ragione di 1 per ogni<br />
stanza pù uno per la zona comune. Il tipo di casellario da adottare dovrà essere approvato dalla<br />
DL.<br />
C.1.3.o. – cavedi per impianti tecnologici<br />
Al fine di consentire il passaggio verticale degli impianti sono previsti cavedi all’interno degli alloggi<br />
e delle parti comuni. Le pareti di chiusura potranno essere in forati intonacati o in pannelli di<br />
fibrocemento con struttura in lamiera zincata.<br />
modalità d'intervento<br />
Nelle costruzioni delle murature in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli, delle<br />
piattabande e verranno lasciati/realizzati tutti i necessari incavi, sfondi, canne e fori per:<br />
- il passaggio delle condutture elettriche, idriche, termiche, di telefoni e di illuminazione;<br />
- gli zoccoli, i dispositivi di arresto di porte e finestre, zanche, soglie, ecc.<br />
La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto<br />
ammorsamento fra le pareti ortogonali.<br />
I mattoni, prima del loro impiego, dovranno essere bagnati fino a saturazione per immersione<br />
prolungata in appositi bagnaroli e mai per aspersione.<br />
Essi dovranno mettersi in opera con i giunti alternati ed in corsi ben regolari e normali alla<br />
superficie esterna; saranno posati sopra un abbondante strato di malta e premuti sopra di esso in<br />
modo che la malta rifluisca all'ingiro e riempia tutte le connessioni.<br />
La larghezza dei giunti non dovrà essere maggiore di 8mm né minore di 5 mm.<br />
I giunti non verranno rabboccati durante la costruzione per dare maggiore presa all'intonaco od<br />
alla stuccatura col ferro.<br />
Le malte da impiegarsi per la esecuzione delle murature dovranno essere passate al setaccio per<br />
evitare che i giunti fra i mattoni riescano superiori al limite di tolleranza fissato.<br />
Sulle aperture di vani e di porte e finestre devono essere collocati degli architravi in cemento<br />
armato delle dimensioni che saranno fissate in relazione alla luce dei vani, allo spessore del muro<br />
ed al sovraccarico.<br />
Malte e conglomerati<br />
La composizione delle malte, I'uso specifico di ognuna di esse nelle varie fasi dei lavori,<br />
I'eventuale integrazione con additivi, resine o con altri prodotti di sintesi chimica ecc.., saranno<br />
specificati dalla Direzione Lavori dietro autorizzazione degli organi preposti alla tutela dell'edificio in<br />
oggetto.<br />
Nella preparazione delle malte si dovranno usare sabbie di granulometria e natura chimica<br />
appropriata. Saranno in ogni caso preferite le sabbie di tipo siliceo o calcareo, mentre andranno<br />
escluse quelle provenienti da rocce friabili o gessose; non dovranno contenere alcuna traccia di<br />
cloruri, solfati, materie argillose, terrose, limacciose e polverose.<br />
L'impasto delle malte, effettuato con appositi mezzi meccanici o, manualmente, dovrà risultare<br />
omogeneo e di tinta uniforme.<br />
I vari componenti, con l’esclusione di quelli forniti in sacchi di peso determinato, dovranno ad ogni<br />
impasto essere misurati preferibilmente sia a peso che a volume.<br />
La calce spenta in pasta dovrà essere accuratamente rimescolata in modo che la sua misurazione,<br />
a mezzo di cassa parallelepipeda, riesca semplice e di sicura esattezza.<br />
Gli impasti dovranno essere preparati nella quantità necessaria per I'impiego immediato e, per<br />
quanto possibile, in prossimità del lavoro. I residui d'impasto che non avessero per qualsiasi<br />
ragione immediato impiego, dovranno essere gettati a rifiuto, ad eccezione di quelli formati con<br />
calce comune che, il giorno stesso <strong>della</strong> loro miscelazione, potranno essere riutilizzati.<br />
La sabbia per la confezione degli impasti dovrà essere priva di sostanze indesiderabili (conforme<br />
alla norma UNI 8520).<br />
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I componenti di tutti i tipi di malte dovranno essere mescolati a secco.<br />
I quantitativi dei diversi materiali da impiegare per la composizione delle malte e dei conglomerati,<br />
secondo le particolari indicazioni che potranno essere imposte dalla Direzione Lavori o stabilite<br />
nell'elenco prezzi, dovranno corrispondere le seguenti proporzioni:<br />
a) Malta comune<br />
Calce spenta in pasta m 3 0,25 - 0,40<br />
Sabbia m 3 0,85 -1,00<br />
b) Malta comune per intonaco rustico (rinzaffo)<br />
Calce spenta in pasta m 3 0,20 - 0,40<br />
Sabbia m 3 0,90 - 1,00<br />
c) Malta comune per intonaco rustico (stabilitura)<br />
Calce spenta in pasta m 3 0,35 - 0,45<br />
Sabbia m 3 0,80<br />
d) Malta idraulica<br />
Calce idraulica kg 100<br />
Sabbia m 3 0,90<br />
e) Malta per stucchi<br />
Calce spenta in pasta m 3 0,45<br />
Polvere di marmo m 3 0,90<br />
f) Calcestruzzo idraulico di pozzolana<br />
Calce comune m 3 0,15<br />
Pozzolana m 3 0,40<br />
Pietrisco o ghiaia m 3 0,80<br />
g) Calcestruzzo, in malta idraulica<br />
Calce idraulica kg 400<br />
Sabbia m 3 0,40<br />
Pietrisco o ghiaia m 3 0,80<br />
h) Malta comune per intonaco civile (finitura)<br />
Calce m 3 0,40<br />
Sabbia m 3 1,00<br />
i) Malta comune per intonaco a base di cemento con additivi antiritiro<br />
Cemento 425 kg 350<br />
Sabbia m 3 0,40<br />
Pietrisco o ghiaia m 3 0,80<br />
N.B.<br />
Le proporzioni sopra ricordate, essendo legate alle prescrizioni del fabbricante così come il<br />
quantitativo minimo per unità di volume di additivo da utilizzarsi, sono da intendersi quale<br />
riferimento di massima comunque soggette a modifiche ed adattamenti in funzione delle<br />
caratteristiche del tipo di additivo prescelto, soggetto ad accettazione da parte <strong>della</strong> Direzione<br />
Lavori.<br />
Murature in blocchi strutturali alleggeriti<br />
I blocchi per il paramento esterno delle murature esterne, in laterizio porizzato dello spessore di 30<br />
cm (e comunque tale da garantire la planarità e la continuita delle facciate esistenti), dovranno<br />
avere:<br />
- un peso specifico di circa a 850 Kg/m 3 ;<br />
- una percentuale di forature minore od uguale al 45% del volume;<br />
- una resistenza caratteristica a compressione del blocco, maggiore o uguale ad 80 Kg/cm2.;<br />
- peso specifico apparente di circa 850 Kg/m 3 ;<br />
il tutto rispondente alle norme di cui al D.M. 24.01.1986.<br />
La malta cementizia da utilizzarsi dovrà essere di classe M1 secondo il D.M. sopra ricordato,<br />
confezionata con le seguenti proporzioni:<br />
- 1 parte di cemento;<br />
- 3 parti di sabbia;<br />
atta a garantire una resistenza media maggiore o uguale a 120 Kg/cm2.<br />
Murature in laterizio forato<br />
Saranno costituite in mattoni forati a doppia fila di fori, conformi alle norme UNI EN 771 e 772, e<br />
malta di cemento con spessore, senza intonaco variabile da 8 cm a 12 cm a seconda delle<br />
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indicazioni di progetto e <strong>della</strong> Direzione Lavori..<br />
Cavedi e vani per canne fumarie<br />
Sarà poi necessario intonacare con le modalità previste per gli intonaci interni, anche la superficie<br />
esterna <strong>della</strong> canna fumaria, predisponendo sugli attacchi tra canna e muratura idonea rete<br />
leggera a trama larga atta ad impedire la formazione di microlesioni.<br />
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Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
C.1.4. - PAVIMENTI E RIVESTIMENTI<br />
Il colore dei pavimenti e dei rivestimenti dovrà essere approvato dalla D.L. .<br />
Di norma, salvo diversa indicazione <strong>della</strong> Direzione Lavori, la posa dovrà essere sempre<br />
considerata in diagonale fugata.<br />
C.1.4.a. - Pavimenti<br />
In tutti i locali, componenti le singole unità e le parti comuni interne al fabbricato, con la sola<br />
esclusione dei bagni, dovrà essere collocata una pavimentazione in piastrelle di ceramica<br />
monocottura di prima scelta o gres porcellanato di prima scelta di dimensioni maggiori o uguali a<br />
30x30 cm e dello spessore di 9÷11 mm con durezza certificata, secondo le norme UNI EN 101,<br />
pari o superiore all'indice 5 <strong>della</strong> scala delle durezze di Mohs e resistenza all’abrasione PEI 5.<br />
Le piastrelle dovranno essere di colori a scelta <strong>della</strong> D.L. tra quelle facilmente reperibili in<br />
commercio.<br />
Nei bagni le piastrelle in ceramica di prima scelta dovranno avere delle dimensioni minime di<br />
30x30 cm con durezza certificata, secondo le norme UNI EN 101, pari o superiore all'indice 5 <strong>della</strong><br />
scala delle durezze di Mohs e resistenza all’abrasione PEI 5.<br />
Le piastrelle dovranno essere di colori a scelta <strong>della</strong> D.L. tra quelle facilmente reperibili in<br />
commercio.<br />
Qualora si utilizzino pavimentazioni diverse per materiale forma, colore o dimensione, ad ogni<br />
cambio di materiale dovrà essere inserita una soglietta in ottone di 3 cm di altezza.<br />
C.1.4.b.- Pavimenti delle parti comuni coperte delle logge e dei balconi ad uso esclusivo<br />
I pavimenti delle parti comuni esterne al fabbricato e dei balconi saranno in piastrelle di klinker<br />
antigelivo con trattamento superficiale antisdrucciolo, posato fugato in diagonale delle dimensioni<br />
minime di 20x20 cm con spessore di 11 mm con durezza certificata, secondo le norme UNI EN<br />
101, pari o superiore all'indice 6 <strong>della</strong> scala delle durezze di Mohs, resistenza all’abrasione PEI 5 e<br />
resistenza allo scivolamento R11 secondo le norme DIN 51130 (in base alla quale non avviene<br />
scivolamento con piede calzato con una pendenza del pavimento asciutto fino a 27°) o superiori<br />
(R12 limite 35° e R13 maggiore di 35°).<br />
La pavimentazione delle scale comuni e dei pianerottoli sarà realizzata con lastre di marmo di<br />
Botticino dello spessore di 20 mm da posare secondo le indicazioni <strong>della</strong> Direzione Lavori (anche<br />
in diagonale).<br />
I gradini delle scale interne dovranno essere realizzati con alzate e pedate in marmo di Botticino<br />
dello spessore di 30 mm.<br />
Le pedate dovranno avere una striscia di larghezza pari a 10 cm martellinata con funzione<br />
antisdrucciolo e di visibilità per persone disabili.<br />
Lungo le scale dovrà essere inoltre collocato uno zoccolino dello stesso materiale del rivestimento<br />
<strong>della</strong> scala, dello spessore di 20 mm, altezza di 16÷18 cm in elementi di lunghezza 48 cm con<br />
intaglio per il bordo del gradino secondo il disegno. Lo zoccolino deve proseguire anche in<br />
corrispondenza dei pianerottoli con altezza 16÷18 cm.<br />
Al piano terra, in corrispondenza dell’accesso al fabbricato dovrà essere collocato uno zerbino<br />
incassato delle dimensioni di cm 80x180 nella posizione indicata dalla D.L..<br />
Nell’insieme la rampa scale deve rispondere ai requisiti di utilizzabilità da parte di persone con<br />
limitata capacità visiva, oltre a tutte le parti comuni coperte e non.<br />
C.1.4.c. - Formazione di soglie<br />
Le soglie delle porte d'accesso alle stanze dovranno essere in marmo di Botticino dello spessore<br />
di 20 mm.<br />
C.1.4.d. - Rivestimenti dei bagni e <strong>della</strong> cucina<br />
Tutti i bagni avranno rivestimento in piastrelle di ceramica delle dimensioni minime di 30x30 cm (e<br />
20x20 cm per gli elementi decorativi) fino all'altezza di 2,2 metri dal pavimento, di tonalità affine<br />
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alle piastrelle del pavimento.<br />
Saranno impiegate piastrelle di due tonalità con disegno che verrà indicato dalla Direzione Lavori<br />
a formazione di greche o zoccolature.<br />
Per la zona cottura dovrà essere posata un fascia di rivestimento in piastrelle di ceramica 15x30 a<br />
partire da una altezza di 0,80 m fino ad un altezza di 1,50 m dal pavimento su tutta la zona<br />
attrezzata indicata in progetto o dalla D.L..<br />
modalità d'intervento<br />
Pavimentazione delle scale in marmo di Botticino<br />
La posa dovrà avvenire su letto di malta dello spessore minimo di 20mm, livellato e lisciato. Gli<br />
interstizi tra le lastre, non superiori a 1mm, andranno opportunamente stuccati.<br />
Pavimenti in piastrelle di ceramica monocottura di I° scelta e o gres porcellanato di I° scelta<br />
Il colore ed il modello delle piastrelle sarà scelto dalla Direzione Lavori fra un campione giudicato<br />
sufficiente dalla DL stessa.<br />
Per la formazione delle fughe dovranno essere utilizzati appositi distanziatori in plastica a<br />
croce.<br />
La posa dovrà avvenire su letto di malta dello spessore minimo di 3 cm.<br />
Pavimenti in piastrelle in klinker antigelivo di I° scelta<br />
Il pavimento costituito da piastrelle in klinker antigelivo dovrà essere posato su letto di malta di<br />
cemento dello spessore minimo di 3 cm e superiore spolvero di cemento.<br />
Laddove in progetto siano previsti formazioni di dislivelli per gradini o ballatoi dovranno essere<br />
inseriti elementi sagomati.<br />
I pavimenti di logge e balconi dovranno avere cadenza verso il punto di smaltimento dell'acqua<br />
(generalmente verso l'esterno). Non dovranno in ogni caso verificarsi ristagni.<br />
Rivestimenti e pavimenti<br />
Una cura particolare deve essere prestata nella corrispondenza delle linee di fuga di rivestimento e<br />
pavimento. Salvo diversa disposizione <strong>della</strong> Direzione Lavori (ad esempio pavimento in diagonale)<br />
vi dovrà essere assoluta coincidenza, su tutti i lati, fra le linee di fuga del pavimento e quelle del<br />
rivestimento.<br />
Pavimenti in cemento con superiore spolvero di quarzo (locali tecnici)<br />
Dove previsto dovrà essere realizzata una caldana di calcestruzzo dello spessore di cm 15 con<br />
interposizione di rete di acciaio elettrosaldata ø 6 mm a maglie 20X20 cm e superiore spolvero di<br />
miscela di cemento e quarzo-corindone.<br />
Il calcestruzzo dovrà avere una resistenza caratteristica di 20 N/mm 2 .<br />
Sono previsti un adeguato numero di giunti di dilatazione in materiale plastico dello spessore di<br />
almeno 5 mm con una frequenza almeno di uno ogni 3 m.<br />
Sogliette d'ottone<br />
Nella realizzazione <strong>della</strong> pavimentazione in piastrelle, ad ogni cambio di materiale, dovrà essere<br />
inserita una soglietta in ottone.<br />
fornitura di materiale di scorta<br />
Nel locale deposito nell’interrato dovrà essere depositata una dotazione di scorta del materiale<br />
impiegato all’interno dell’alloggio corrispondente nelle seguenti quantità:<br />
10 m 2 per il pavimento delle stanze/zona giorno<br />
5 m 2 per il rivestimento dei bagni<br />
5 m 2 per il pavimento dei bagni<br />
2 m 2 per il rivestimento delle cucine<br />
2 m 2 per il pavimento di balconi<br />
2 m 2 del pavimento delle parti comuni.<br />
La fornitura del materiale sopra elencato è da intendersi compresa nel forfait di contratto.<br />
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Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
C.2. - SERRAMENTI INTERNI ED ESTERNI<br />
Le dimensioni e la posizione dei serramenti sono individuate negli elaborati di progetto.<br />
C.2.1. - SERRAMENTI INTERNI<br />
PORTONCINI BLINDATI<br />
I portoncini, di classe antieffrazione ≥ 3, dovranno essere forniti e posati con tutto quanto<br />
necessario per il loro corretto funzionamento<br />
FALSOTELAIO<br />
Falsotelaio in lamiera zincata a caldo profilata. Sezione mm.70 x 38 spessore ≥mm.2. Dotato di<br />
n°4 zanche ottenute per roditura e di n°4. Fori di fissaggio Ø mm.12 per parte.. Dotato di n°3<br />
distanziali(estraibili) fissati a incastro tramite n°6 viti M6 x 70. Nella parte inferiore (lato interno) è<br />
presente una apertura di mm.30 x 30 per consentire il sormonto del dentello soglia. Il livello a<br />
cm.100 dal pavimento finito è contrassegnato da una linea orizzontale con sottostante freccia e il<br />
n° 100.<br />
TELAIO<br />
In lamiera d’acciaio (DX51D - UNI EN 10142) profilata con zincatura schinpassata (spessore<br />
mm.1,9) e plastificata (spessore mm. 0.15 ) di colore nero. Il fissaggio sul falsotelaio dovrà essere<br />
eseguito con n°8 viti a brugola a testa svasata M8 X 25 (chiave mm.5) avvitate in altrettante<br />
piastrine filettate. I fori di alloggiamento delle viti sono svasati. Tali piastrine ad inserimento<br />
frontale, sono alloggiate in una doppia sede ricavata sui montanti del contro telaio, sono libere e<br />
permettono quindi, prima del bloccaggio delle viti, la regolazione del telaio in altezza e in senso<br />
perpendicolare al muro.<br />
Gli angoli del telaio (a 45°) sono fissati tramite squadri in acciaio dello spessore mm. 4 serrate con<br />
n° 2 viti a brugola M6 (chiave mm.5) per parte e da un ponte di collegamento <strong>della</strong> stessa lamiera<br />
del telaio di mm. 8 di larghezza. In corrispondenza del foro di incontro dello scrocco è fissato un<br />
registro in acciaio inox autoregistrante. Le due cerniere (maschio) in acciaio trafilato zincato con<br />
perno estraibile dotato di sfere sono avvitate al telaio con 2 viti a brugola di 6 mm. (chiave mm. 6)<br />
in corrispondenza di due asole orizzontali per la registrazione laterale. Le cerniere sono dotate di<br />
copri cerniere in materiale plastico (ABS).<br />
ANTA APRIBILE<br />
In lamiera elettrozincata spessore mm. 1, costituito da n°5 profili di sez. mm.160 x 39 saldati su di<br />
un foglio di base di mm. 2104 x 924 x 1 tramite impianto di saldatura laser. Su tali profili vengono<br />
preassemblati la serratura, la piastra serratura, i deviatori, i rinforzi dei rostri e i rinforzi delle<br />
cerniere.<br />
Punti di ancoraggio totali ≥ n°12<br />
n° 3 chiavistelli Ø mm.18 con uscita mm.35<br />
n° 1 scrocco per la serratura<br />
n° 1 deviatore superiore<br />
n° 1 deviatore inferiore,<br />
n° 6 rostri fissi<br />
n° 2 cerniere (femmina) in acciaio trafilato zincato avvitate all’anta con viti M8 x 20.<br />
Le cerniere sono dotate nella parte superiore di una vite a brugola (chiave 6) per la registrazione<br />
verticale e sono inoltre dotate di copri cerniere in materiale plastico (ABS).<br />
La carcassa è rivestita con pannelli in truciolare nobilitato/impiallacciato o di m.d.f. laccato<br />
spessore mm. 6. Tra pannello e carcassa è prevista una coibentazione in polistirene di mm.10 di<br />
spessore. In corrispondenza <strong>della</strong> serratura al posto del polistirene è posizionato<br />
un materiale più resistente di supporto alle rosette, placche, maniglia e pomoli. Il profilo perimetrale<br />
dell’anta in lamiera zincata (spess. mm. 0,8) plastificata (spess. mm. 0,15) con giunti superiori a<br />
45° uniti tramite squadri in acciaio dello spessore di mm. 0,9 è fissato alla struttura interna con viti<br />
zincate nere testa cilindrica a croce 2.9 x 13: n°10 nel lato serratura n°5 nel traverso superiore n°4<br />
nel lato cerniera e n°6 nel traverso inferiore.<br />
Guarnizione autoadesiva in battuta anta fornita.<br />
La lama para-aria è fissata al traverso inferiore tramite viti a testa svasata.<br />
Spioncino grandangolo posizionato in larghezza al centro e in altezza a cm. 145 dal lato inferiore<br />
dell’anta.<br />
In corrispondenza <strong>della</strong> serratura o del dispositivo di apertura controllata sono montate delle<br />
sottoplacche in materiale plastico con viti a testa svasata.<br />
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Maniglia a cm. 100 dal lato inferiore dell’anta.<br />
SERRATURA A CILINDRO EUROPEO (con protezione antitrapano) con riduttore di apertura in<br />
acciaio spessore 3 mm + CILINDRO DI SERVIZIO (con protezione antitrapano). N°2 CILINDRI DI<br />
SICUREZZA ACCOPPIATI<br />
Tutto in sacchetti sigillati<br />
CILINDRO DI SICUREZZA CON GAMBO PER POMOLINO INTERNO<br />
CILINDRO DI SERVIZIO CON GAMBO PER POMOLINO INTERNO<br />
La cifratura del cilindro avverrà inserendo una <strong>della</strong> chiavi padronali<br />
contenute nel sacchetto sigillato, azionando le mandate,<br />
ed estraendo la chiave verificando che quella di cantiere non azioni più la serratura.<br />
PORTE INTERNE A BATTENTE<br />
Le porte interne dovranno essere fornite e posate con tutto quanto necessario per il loro corretto<br />
funzionamento<br />
Le porte ad uno o più battenti, da montarsi su apposito controtelaio in legno, dovranno avere<br />
anta/e cieca tamburata con spessore minimo mm 44; essenza e colore a scelta <strong>della</strong> DL tra quelle<br />
disponibili sul mercato;<br />
L'anta dovrà essere corredata di serratura: e cerniere di primaria ditta produttrice.<br />
La serratura sarà da incasso con solo scrocco centrale. La chiave blocca lo scrocco, lasciando<br />
però libera la maniglia, per evitare danni da forzature involontarie. Le posizioni dello scrocco, del<br />
quadro maniglia e <strong>della</strong> chiave, consentiranno il capovolgimento <strong>della</strong> serratura nell’incasso di<br />
predisposizione;<br />
Le cerniere e le serrature saranno in acciaio ottonato.<br />
Le porte saranno fornite e posate complete, e quindi dotate di maniglie e guarnizioni e di cornice<br />
coprifilo. Queste ultime andranno adeguate alla luce di passaggio durante l’installazione mediante<br />
tagli. Ovviamente tutte le porte dovranno essere montate su apposito falso telaio da montare<br />
preventivamente.<br />
PORTE INTERNE SCORREVOLI<br />
Le porte da fornirsi complete di tutto quanto necessario per una posa a regola d'arte dovranno<br />
essere composte da:<br />
• anta tamburata con spessore mm 40;<br />
• essenze e colore a scelta <strong>della</strong> DL tra quelle disponibili sul mercato;<br />
• nta cieca;<br />
• fresata inferiore per nasello guida;<br />
• per anta singola è sempre prevista la fornitura per la maniglia con serratura.<br />
• guarnizioni per tutte le essenze<br />
• gli stipiti dovranno essere adeguati alla dimensione del pannello porta prescelto;<br />
• le porte saranno dotate di cornice coprifilo che andranno adeguate alla luce di passaggio<br />
durante l’installazione mediante tagli.<br />
Tutte le porte saranno dotate di controtelaio composto da un cassonetto metallico che fa<br />
scomparire le porte al suo interno.<br />
I controtelai dovranno essere composti da una lega che garantisca un'ottima resistenza alla<br />
corrosione nel tempo.<br />
I traversi e il montante di battuta dovranno essere in acciaio al fine di rendere autoportante l'intera<br />
struttura; i fianchi di forma grecata, garantiranno la rigidità al controtelaio e dovranno essere dotati<br />
di una rete porta intonaco in acciaio zincato, mentre i fianchi per pareti in cartongesso saranno<br />
dotati di rinforzi orizzontali per agevolare l'installazione e il fissaggio <strong>della</strong> parete stessa.<br />
Il sistema di scorrimento sarà formato da una guida in alluminio anodizzato e da una coppia di<br />
carrelli a 4 ruote su perni a cuscinetti.<br />
Il montante dovrà facilitare l'installazione di qualsiasi tipo di stipite in tutta sicurezza e semplicità.<br />
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C.2.2. - SERRAMENTI<br />
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I serramenti esterni saranno da realizzare secondo le dimensioni di progetto (si richiamano le<br />
tavole delle piante e l’abaco dei serramenti) saranno in alluminio di colore bianco.<br />
Per le portefinestre e le vetrate con presenza di vetro a meno di 1 m dalla quota del pavimento<br />
corrispondente dovranno essere installati vetri di sicurezza di categoria minima P1A secondo la<br />
norma UNI EN 356:2002 sul lato soggetto agli urti. Le vetrocamere saranno dare realizzarsi così<br />
come indicato nella relazione sul contenimento energetico 3+3/16/4 con foglio in PVB e con<br />
camera saturata di gas Xeon.<br />
I serramenti delle parti comuni avranno vetri del tipo antisfondamento con uguali caratteristiche<br />
tecniche di quelli sopra descritti.<br />
La porta d'ingresso al fabbricato sara in alluminio di colore bianco con vetrata, dovrà essere dotata<br />
di apriporta elettrico comandato dall'impianto citofonico e da pulsante collocato nelle vicinanze.<br />
- NBTutti i serramenti devono essere apribili con una pressione inferiore a 10N (classe 4<br />
secondo norme UNI EN 12046-2:2002 e UNI EN 12217:2005<br />
Il livello costruttivo equalitativo minimo risultante da certificato, da consegnare alla DL prima<br />
d'effettuare l'ordine di acquisto alla ditta produttrice, riferito alla norme deve essere pari o superiore<br />
a quello descritto:<br />
Serramenti esterni in alluminio a taglio termico, montati su appositi controteli, con le<br />
seguenti caratteristiche:<br />
• SISTEMA<br />
I profilati saranno in lega di alluminio UNI EN AW 6060 (UNI EN 573-3 e UNI EN 755-2) con stato<br />
fisico di fornitura T5 secondo UNI EN 515, estrusi nel rispetto delle tolleranze secondo UNI EN<br />
12020-2.<br />
Il sistema dovrà prevedere profilati a taglio termico, realizzati con listelli isolanti in poliammide PA<br />
6.6 rinforzati con fibra di vetro al 25%.<br />
L’assemblaggio dei profilati dovrà essere eseguito mediante rullatura meccanica.<br />
Le sedi porta listelli verranno preventivamente zigrinate.<br />
Le caratteristiche di resistenza meccanica del giunto listello — profilati dovranno essere testate e<br />
certificate da un Istituto abilitato ai sensi dei requisiti espressi dalla norma UNI EN 14024.<br />
I profilati a taglio termico saranno assemblati dal fornitore del sistema tramite un processo<br />
industriale controllato e certificato, affinché si possano dichiarare con sicurezza le caratteristiche<br />
meccaniche dei profilati necessarie per le verifiche statiche.<br />
I listelli isolanti dovranno consentire trattamenti di ossidazione e verniciatura a forno con<br />
temperature fino a 180 - 200° per la durata di 15 minuti senza alterazioni nella qualità del<br />
collegamento.<br />
I profilati per Finestre e Portefinestre avranno listelli con una altezza non inferiore a 37mm.<br />
I profilati saranno del tipo a tre camere (profilo interno ed esterno tubolari, collegati tra loro con i<br />
listelli isolanti), tali da consentire l’impiego nelle giunzioni di 2 squadrette o 2 cavallotti (1 nella<br />
tubolarità interna ed 1 in quella esterna).<br />
Finestre e Portefinestre<br />
Il sistema di tenuta delle parti apribili sarà del tipo a “giunto aperto” con guarnizione centrale<br />
montata sul listello isolante, disposta in posizione arretrata rispetto al filo esterno dei profilati, in<br />
modo da realizzare un’ampia camera di equalizzazione delle pressioni (giunto aperto).<br />
Saranno da utilizzare attorno al vetro su tutto il perimetro apposite guarnizioni sottovetro.<br />
Verranno inseriti su tutta la lunghezza dei profilati, nella tubolarità tra i listelli, appositi innesti<br />
isolanti.<br />
Si potranno utilizzare solo innesti isolanti e guarnizioni sottovetro le cui caratteristiche di<br />
trasmittanza termica sono certificate.<br />
I profilati non potranno avere dimensioni inferiori ai valori di seguito indicati:<br />
- Profondità profilati di telaio: 75 mm<br />
- Profondità profilati di anta: 85 mm (sormonto interno da 10mm)<br />
• ACCESSORI<br />
Le giunzioni d’angolo saranno realizzate tramite squadrette in alluminio ricavate da pressofusione,<br />
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da inserire nei tubolari interno ed esterno dei profilati a taglio termico.<br />
Il bloccaggio delle squadrette avverrà tramite spine e/o cianfrinatura.<br />
Le squadrette saranno dotate di apposite scanalature per consentire l’iniezione dell’apposita colla<br />
bicomponente e la sua corretta distribuzione nelle zone di tenuta.<br />
La complanarità e l’allineamento dei profilati nelle giunzioni d’angolo dovrà essere assicurata da<br />
apposite squadrette di allineamento.<br />
Il telaio fisso sarà dotato di una squadretta di allineamento esterna.<br />
Il telaio mobile sarà dotato di una squadretta di allineamento interna ed una esterna.<br />
Le giunzioni a T saranno realizzate con cavallotti in alluminio, da inserire nel tubolare interno ed<br />
esterno dei profilati a taglio termico.<br />
Il bloccaggio dei cavallotti avverrà tramite spine.<br />
I punti di contatto tra i profilati nelle giunzioni dovranno essere opportunamente sigillati e protetti<br />
per evitare possibili infiltrazioni e l’insorgenza di fenomeni di corrosione.<br />
• DRENAGGIO E VENTILAZIONE<br />
Telai fissi e telai mobili dovranno disporre di lavorazioni per l’aerazione perimetrale delle lastre di<br />
vetro e per il drenaggio dell’eventuale acqua di infiltrazione.<br />
I listelli isolanti in poliammide dovranno avere una sagoma tale da evitare eventuale ristagno di<br />
acqua di infiltrazione o condensa ed essere perfettamente complanari con le pareti trasversali dei<br />
profilati in alluminio.<br />
I profilati esterni dei telai fissi e dei telai mobili avranno una scanalatura leggermente ribassata per<br />
permettere la raccolta dell’eventuale acqua di infiltrazione.<br />
Le lavorazioni per il drenaggio e la ventilazione dovranno essere realizzate attraverso le tubolarità<br />
esterne dei profilati e non potranno essere realizzate attraverso i listelli isolanti.<br />
Nei telai fissi le asole di drenaggio saranno protette esternamente con apposite cappette.<br />
In corrispondenza di specchiature fisse tali cappette saranno dotate di membrana interna<br />
antiriflusso.<br />
Alternativa: (Nei telai fissi le asole di drenaggio dovranno essere del tipo a scomparsa senza<br />
cappetta esterna).<br />
• GUARNIZIONI<br />
Tutte le guarnizioni dovranno essere in EPDM.<br />
La guarnizione centrale di tenuta (giunto aperto) sarà tubolare.<br />
La sua continuità perimetrale sarà assicurata mediante l’impiego di angoli vulcanizzati<br />
opportunamente incollati o in alternativa da telai vulcanizzati.<br />
Le guarnizioni cingivetro interne ed esterne saranno del tipo “tournant”.<br />
Tali guarnizioni dovranno garantire la continuità perimetrale senza tagli negli angoli.<br />
Le guarnizioni cingivetro interne dovranno consentire la compensazione di eventuali differenze di<br />
spessore, inevitabili nelle lastre di vetrocamera e/o stratificate, garantendo, contemporaneamente,<br />
una corretta pressione di lavoro perimetrale.<br />
La scelta e l’impiego delle guarnizioni cingivetro “tournant” dovranno avvenire nel rispetto delle<br />
specifiche del produttore.<br />
• TIPOLOGIE DI APERTURA E APPARECCHIATURE<br />
La scelta del profilato di anta più idoneo (anta piccola, media, grande) sarà effettuata in base alle<br />
dimensioni del telaio mobile e nel rispetto delle specifiche tecniche del produttore.<br />
Nel caso di serramenti a due ante, la sezione centrale <strong>della</strong> finestra sarà da realizzare utilizzando<br />
o profilato di riporto (stulp) o la soluzione con profilati ZT (sezione in vista ridotta)<br />
Potranno essere utilizzati solamente sistemi di movimentazione e chiusura “originali del Sistema”.<br />
Gli accessori di chiusura saranno montati a contrasto per consentire rapidamente un’eventuale<br />
regolazione e/o sostituzione anche da personale non specializzato.<br />
Nel caso di finestre apribili ad anta o anta-ribalta posizionate a filo esterno del muro o in luce,<br />
dovrà essere previsto il limitatore di apertura a 90°.<br />
• FINESTRE/PORTEFINESTRE ELENCATE PER TIPOLOGIA DI APERTURA:<br />
n.1 Anta a battente<br />
Il sistema di chiusura dovrà prevedere una martellina con rosetta e meccanismo a scomparsa<br />
Partendo dalla maniglia l’azionamento delle chiusura avverrà tramite astina in alluminio.<br />
Le chiusure saranno realizzate con terminali sopra e sotto.<br />
I terminali dovranno avere una forma a forcella, tale da consentire anche in posizione di chiusura,<br />
un ricambio d’aria.<br />
Il sistema dovrà prevedere, se necessario, chiusure supplementari verticali.<br />
Il numero dei punti di chiusura sarà scelto in base alle dimensioni dell’anta.<br />
n.2 Ante a battente<br />
Il sistema di chiusura dovrà prevedere una martellina con rosetta e meccanismo a scomparsa<br />
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Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Partendo dalla maniglia l’azionamento delle chiusura avverrà tramite astina in alluminio.<br />
Le chiusure saranno realizzate con terminali sopra e sotto.<br />
I terminali dovranno avere una forma a forcella, tale da consentire anche in posizione di chiusura,<br />
un ricambio d’aria.<br />
Il sistema dovrà prevedere, se necessario, chiusure supplementari verticali.<br />
Il numero dei punti di chiusura sarà scelto in base alle dimensioni dell’anta.<br />
La chiusura dell’anta secondaria sarà effettuata con puntali sotto e sopra con azionamento a leva<br />
n.1 Anta a ribalta<br />
Il sistema di chiusura dovrà prevedere una martellina con rosetta e meccanismo a scomparsa<br />
Partendo dalla maniglia l’azionamento delle chiusura avverrà tramite astina in alluminio.<br />
Le chiusure saranno realizzate con un sistema a rullini ed incontri.<br />
Il sistema dovrà prevedere, se necessario, chiusure su tutto il perimetro del serramento.<br />
Il numero dei punti di chiusura sarà scelto in base alle dimensioni dell’anta.<br />
L’apparecchiatura sarà dotata di dispositivo di sicurezza, che evita lo scardinamento dell’anta, a<br />
causa di una errata manovra.<br />
Il dispositivo sarà posizionato in corrispondenza <strong>della</strong> maniglia.<br />
I compassi che limitano l’apertura a ribalta saranno in acciaio inox, con dispositivo di<br />
frizionamento contro le chiusure accidentali dovute a raffiche di vento.<br />
L’apparecchiatura dovrà consentire la regolazione dell’anta nelle tre direzioni.<br />
n.2 Ante a ribalta<br />
Il sistema di chiusura dovrà prevedere una martellina con rosetta e meccanismo a scomparsa<br />
Partendo dalla maniglia l’azionamento delle chiusura avverrà tramite astina in alluminio.<br />
Le chiusure saranno realizzate con un sistema a rullini ed incontri.<br />
Il sistema dovrà prevedere, se necessario, chiusure su tutto il perimetro del serramento.<br />
Il numero dei punti di chiusura sarà scelto in base alle dimensioni dell’anta.<br />
L’apparecchiatura sarà dotata di dispositivo di sicurezza, che evita lo scardinamento dell’anta, a<br />
causa di una errata manovra.<br />
Il dispositivo sarà posizionato in corrispondenza <strong>della</strong> maniglia.<br />
I compassi che limitano l’apertura a ribalta saranno in acciaio inox, con dispositivo di<br />
frizionamento contro le chiusure accidentali dovute a raffiche di vento.<br />
L’apparecchiatura dovrà consentire la regolazione dell’anta nelle tre direzioni.<br />
La chiusura dell’anta secondaria sarà effettuata con puntali sotto e sopra con azionamento a leva.<br />
Finestre a vasistas<br />
Il sistema dovrà prevedere la chiusura tramite scrocchetto /i<br />
Il numero di scrocchetti e cerniere sarà scelto in base alle dimensioni dell’anta.<br />
Le finestre a vasistas dovranno essere provviste di appositi bracci di arresto, sganciabili per la<br />
pulizia.<br />
Finestre/Portefinestre scorrevoli<br />
Il sistema dovrà prevedere l’impiego dell’apparecchiatura con azionamento o Manuale o<br />
Automatico.<br />
L’apparecchiatura automatica dovrà disporre dell’aggancio automatico dell’anta al telaio in fase di<br />
chiusura.<br />
Partendo dalla posizione di ribalta il completamento <strong>della</strong> manovra di chiusura dovrà avvenire<br />
ruotando la maniglia con un movimento servoassistito.<br />
Partendo dalla maniglia l’azionamento delle chiusura avverrà tramite astina in alluminio.<br />
Le chiusure saranno realizzate con un sistema a rullini ed incontri.<br />
Il sistema dovrà prevedere, se necessario, chiusure su tutto il perimetro del serramento.<br />
Il numero dei punti di chiusura sarà scelto in base alle dimensioni dell’anta.<br />
Le guide superiore ed inferiore, applicate frontalmente sul telaio fisso, saranno ricavate da profilati<br />
estrusi in alluminio.<br />
L’apparecchiatura dovrà consentire la regolazione dell’anta in altezza e lateralmente.<br />
I compassi che limitano l’apertura a ribalta saranno dotati di dispositivo di frizionamento contro le<br />
chiusure accidentali dovute a raffiche di vento<br />
Montaggio vetri/pannelli<br />
I profilati fermavetro dovranno essere del tipo con aggancio di sicurezza a “contrasto”<br />
I fermavetri dovranno garantire sotto la spinta del vento, senza cedimenti, una pressione ottimale<br />
sulla lastra di vetro / pannello.<br />
Il fermavetro dovrà compensare tutte le tolleranze dimensionali, causate anche da spessori<br />
aggiunti quali la verniciatura, per garantire un corretto accoppiamento.<br />
L’altezza del fermavetro sarà di 22 mm per garantire un vincolo adeguato del vetro e/o pannello e<br />
per dare un’adeguata copertura dei sigillanti utilizzati per i vetri isolanti, proteggendoli dai raggi<br />
<strong>Capitolato</strong> descrittivo recupero ex casa del custode - rev. 20/04/2010 pag. 22 di 39
equisiti<br />
prestazionali<br />
dei serramenti<br />
esterni U 35 dB determinato<br />
sperimentalmente in laboratorio secondo la UNI EN ISO 140 e valutato in accordo con la norma<br />
UNI EN ISO 717<br />
Raccordi alla muratura<br />
Saranno da utilizzare tutti gli accorgimenti necessari per assolvere ai seguenti aspetti costruttivi:<br />
Fissaggi<br />
Per il fissaggio saranno da utilizzare controtelai in acciaio zincato.<br />
Le distanze e gli interassi tra i fissaggi dovranno essere conformi alle specifiche tecniche del<br />
produttore. I fissaggi dovranno essere correttamente dimensionati sulla base delle condizioni<br />
statiche del progetto.<br />
Dilatazioni<br />
Nel caso di serramenti con dilatazioni di entità non trascurabile, come nel caso di nastri di finestre,<br />
i fissaggi dovranno consentire la compensazione dei movimenti del serramento senza indurre<br />
deformazioni o provocare rumori fastidiosi.<br />
Tenuta all’acqua ed all’aria<br />
La tenuta esterna all’acqua ed all’aria sarà garantita da sigillature e/o da apposite guaine in EPDM<br />
del sistema.<br />
Nel caso di sigillatura si dovranno verificare la compatibilità tra i materiali. Inoltre dovranno essere<br />
rispettate tutte le specifiche tecniche per la corretta esecuzione di una sigillatura.<br />
La tenuta interna (barriera vapore) sarà garantita da apposite guaine e/o sigillature atte a rendere<br />
impermeabile il giunto al passaggio del vapore/umidità.<br />
Isolamento termico ed acustico<br />
I raccordi alla muratura dovranno essere progettati e realizzati evitando ponti termici o ponti<br />
acustici e dovranno garantire quale parte integrante del serramento le caratteristiche prestazionali<br />
riportate nel presente capitolato.<br />
Verifiche statiche<br />
I serramenti dovranno essere verificati e dimensionati staticamente considerando le forze e le<br />
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sistemi<br />
d'oscuro<br />
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sollecitazioni a cui il manufatto sarà sottoposto.<br />
Carichi e sovraccarichi da considerare saranno conformi alle prescrizioni italiane del DM<br />
14/01/2008 “Norme Tecniche per le costruzioni”, e europee secondo quanto prescritto dagli<br />
Eurocodici.<br />
I profilati dovranno essere dimensionati in modo da non subire deformazioni superiori a 1/200<br />
rispetto alla distanza fra i vincoli e comunque non superiore a 15 mm.<br />
La tensione sui profilati indotta dalle sollecitazioni deve essere verificata ed in accordo con le<br />
disposizioni di legge sopra riportate.<br />
In tutti i casi dove saranno previsti vetri isolanti, la freccia massima non dovrà superare il limite<br />
massimo di 1/300 <strong>della</strong> dimensione <strong>della</strong> lastra e dovrà essere comunque inferiore a 8 mm.<br />
Le lastre di vetro dovranno essere dimensionate secondo la normativa UNI 7143.<br />
Controlli<br />
Tutti i serramenti forniti dovranno essere in regime di conformità di prodotto (marchio CE) ai sensi<br />
dei requisiti richiamati dalla Direttiva Europea 89/106/CEE e dalla norma di prodotto EN 14351-1.<br />
Relativamente alla qualità dei materiali forniti, alla protezione superficiale ed alle prestazioni, la<br />
stazione appaltante si riserva la facoltà di controllo e di collaudo secondo le modalità ed i criteri<br />
previsti dalla UNI 3952 alla voce ‘collaudo mediante campionamento’. Le caratteristiche dei<br />
serramenti: prestazioni di tenuta, di isolamento termico, di isolamento acustico dovranno essere<br />
dimostrabili tramite certificati di prova.<br />
Sicurezza contro le effrazioni<br />
Classe di resistenza ≥2 (DIN V ENV 1627)<br />
Persiana con sistema di oscuramento a lamelle orientabili e chiusura a pacchetto<br />
Le persiane dovranno essere realizzati con profilati in lega primaria d’alluminio 6060 secondo le<br />
norme UNI EN 573 allo stato fisico T5 secondo la normativa UNI EN 515.<br />
Il sistema richiesto dovrà essere quello denominato “doppia battuta” o “ battuta a muro “.<br />
Il sistema richiesto consentirà la costruzione di persiane con telaio perimetrale o con i battenti<br />
ancorati direttamente alla muratura. Il sistema utilizzato dovrà essere idoneo alla realizzazione di<br />
aperture ad una - due - tre o quattro ante.<br />
Lo spessore medio dei profili dovrà essere conforme alla normativa UNI EN 755.<br />
I vari componenti dovranno rispondere ai requisiti richiesti dalla normativa UNI 3952.<br />
Il sistema dovrà consentire la realizzazione di persiane scorrevoli a libro a 4, 6, 8 o più ante. Lo<br />
spessore delle ante dovrà essere di circa 40 mm.<br />
Lo scorrimento nella guida superiore sarà assicurato da cerniere in alluminio e acciaio inox. La<br />
parte inferiore dell’anta sarà guidata da un profilo ribassato in alluminio. Il sistema dovrà contenere<br />
lamelle orientabili commerciali.<br />
Accessori<br />
Le caratteristiche di uniformità <strong>della</strong> sezione, la complanarità degli angoli e la resistenza delle<br />
giunzioni di collegamento (a 45° o a 90°) tra profilati orizzontali e verticali, saranno assicurate<br />
dall’impiego, sia nella parte esterna che interna dei profilati, di squadrette di sostegno e<br />
allineamento e/o cavallotti di collegamento, in lega d’alluminio estruso, incollati con colla<br />
bicomponente e bloccati mediante sistema di spinatura e/o cianfrinatura.<br />
In particolare il sistema delle giunzioni dovrà impedire movimenti reciproci fra le parti collegate e<br />
dovrà assicurare l’equa ripartizione su tutta la sezione dei profilati degli sforzi indotti da<br />
sollecitazione a torsione e a flessione derivanti dalla spinta del vento e dagli sforzi dell’utenza.<br />
I punti di contatto tra i profilati dovranno essere opportunamente sigillati e protetti per evitare<br />
possibili infiltrazioni d’aria e d’acqua e l’insorgere di fenomeni di corrosione.<br />
Guarnizioni e sigillanti<br />
La guarnizione di tenuta (doppia battuta) dovrà solamente avere lo scopo di non fare battere i telai<br />
in alluminio tra di loro o sulla muratura.<br />
Le caratteristiche <strong>della</strong> guarnizione dovranno corrispondere alla norma UNI 9122.<br />
Tutte le giunzioni tra i profili saranno incollate e sigillate con colla per metalli a base poliuretanica a<br />
due componenti.<br />
Dispositivi di apertura<br />
I sistemi di movimentazione e chiusura dovranno essere idonei a sopportare il peso delle parti<br />
apribili e a garantire il corretto funzionamento secondo la normativa UNI 7525 .<br />
Gli accessori di chiusura saranno montati a contrasto per consentire rapidamente un’eventuale<br />
regolazione o sostituzione anche da personale non specializzato.<br />
Controlli e qualità<br />
Relativamente alla qualità dei materiali forniti, alla protezione superficiale ed alle prestazioni, la<br />
stazione appaltante si riserva la facoltà di controllo e di collaudo secondo le modalità ed i criteri<br />
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Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
previsti dalla UNI 3952 alla voce ‘collaudo mediante campionamento’.<br />
I controlli delle finiture superficiali potranno essere eseguiti in conformità a quanto previsto dalle<br />
direttive di marchio QUALICOAT e QUALANOD.<br />
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C.3. - OPERE DA FABBRO<br />
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Dovranno essere realizzate secondo i disegni di progetto ed in assenza e/o carenza di questi in<br />
base alle indicazioni <strong>della</strong> D.L. le seguenti opere:<br />
• parapetti e corrimano per le scale realizzati secondo i disegni di progetto e/o indicazioni <strong>della</strong><br />
DL nel rispetto delle norme per l'abbattimento delle barriere architettoniche e per tutti gli<br />
affacci nel vuoto con altra tipologia di parapetto inferiore a 1,1 m di altezza;<br />
• parapetti e inferriate per porte finestre realizzati secondo i disegni di progetto;<br />
• in tutte le posizioni dove sussista un dislivello ≥ 1,00 m dovranno essere collocate delle<br />
ringhiere di protezione secondo indicazione degli elaborati di progetto e <strong>della</strong> D.L.<br />
• il cancello carraio motorizzato a scorrerere, con telecomando<br />
• il cancello pedonale con serratura elettrificata<br />
• la recinzione perimentrale da collocare sopra il muretto il c.a.<br />
• i sostegni gli impianti solari<br />
• le gronde<br />
• la veletta frangisole in copertura<br />
I parapetti nel loro insieme, ivi compreso l'ancoraggio alla struttura, dovranno garantire la<br />
resistenza ad una spinta conforme a quanto prescritto dalle Norme Tecniche per le costruzioni<br />
D.M. 14 Gennaio 2008 e s.m.i. e dovranno impedire il passaggio di una sfera del diametro di 10<br />
cm.<br />
Eventuali disegni inerenti la forma dei parapetti/cancelli ad integrazione potranno essere forniti<br />
dalla Direzione Lavori in corso d'opera ed avranno peso ≤ 20 kg/m 2 .<br />
A chiusura delle nicchie per l'alloggiamento dei contatori di acqua, gas ed energia elettrica<br />
dovranno essere collocati sportelli lamiera verniciata dotati di chiave quadra delle dimensioni e<br />
<strong>della</strong> consistenza indicata dagli enti erogatori.<br />
La verniciatura delle parti in ferro dovrà essere effettuata nei colori RAL indicati dalla D.L. su<br />
sottostante idoneo trattamento antiruggine per le opere interne e zincatura a caldo per le opere<br />
esposte alla pioggia.<br />
Per il cancello carraio motorizzato, del tipo scorrevole su guida, dovrà essere fornito un<br />
telecomado ed una chiave di sblocco per ogni stanza.<br />
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C.4.- OPERE DA LATTONIERE<br />
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Ad integrazione <strong>della</strong> copertura piana dovranno essere realizzati in alluminio da 10/10 di mm dello<br />
stesso colore:<br />
-canali di gronda con sviluppo minimo di 60 cm;<br />
-scossaline con sviluppo minimo di 60 cm sulle testate dei parapetti;<br />
- embrici per camini, esalatori;<br />
- la copertura sottostante il campo fotovoltaico dovrà essere nella lamiera grecata<br />
- Scossaline in alluminio dello spessore di 10/10 mm dovranno inoltre essere collocate in tutte le<br />
posizioni in cui si renda necessaria la protezione dall'acqua meteorica come ad esempio sulla<br />
sommità di muretti in C.A. e in laterizio e delle nicchie per l'alloggiamento dei contatori;<br />
Pluviali<br />
I pluviali dovranno essere in alluminio da 10/10 di mm di dimensioni 15x15 cm nelle posizioni di<br />
progetto e su indicazione <strong>della</strong> D.L., dovranno essere ancorati alla parete con collari collocati ad<br />
interasse di 1,5 m.<br />
Al piede delle colonne dovranno essere collocati terminali in ghisa dell'altezza minima di 1,5 m.<br />
Al piede di ogni pluviale dovrà essere collocato un pozzetto ispezionabile in polipropilene di<br />
raccordo con la rete di smaltimento delle acque meteoriche.<br />
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Cappotto<br />
esterno<br />
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Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
C.5. - COIBENTAZIONE DEL FABBRICATO E ISOLAMENTO ACUSTICO<br />
Si richiama al rispetto dei livelli d'isolamento termico dichiarati nella relazione di cui alla l.10/91,<br />
depositata presso il Comune di Iseo, ed agli spessori indicati nei particolari costruttivi (Tavola n.<br />
19).<br />
Prescrizioni particolari:<br />
a pavimento dei locali riscaldati (piano interrato)<br />
a pavimento dei locali non riscaldati collocati sopra il vespaio areato dovrà essere collocato uno<br />
strato coibente costituito 16 cm di pannelli in fibbre di legno aventi coduttanza λ≤0,04 W/m 2 .K. A<br />
ricoprimento delle tubazioni dovrà essere realizzato un massetto di calcestruzzo cellulare leggero<br />
[tipo Foamcem] con λ≤0,10W/m.K dello spessore di 10 cm, che qualora la D.L. lo ritenesse<br />
necessario andrebbe armato con rete elettrosaldata ø 6 10x10. Fra la lana di legno ed il foamcem<br />
deve essere collocato uno strato di protezione costituito da fogli di PVC.<br />
Nei solai intermedi riscaldati dovrà essere collocato uno strato coibente dello spessore di 5,0 cm di<br />
pannelli in EPS 300 che dovranno avere le seguenti caratteristiche:<br />
- Conducibilità termica: 0,036 W/mK ≤λD≤0,040 W/mK secondo EN 12667<br />
- Resistenza al fuoco: Euro Classe E secondo UNI EN 13501-1<br />
- Resistenza a compressione > 300kPa secondo UNI EN 826.<br />
- Resistenza a flessione >450Kpa secondo norma EN 12090<br />
- Resistenza alla diffusione di vapore µ ≥40-100 secondo EN 13163.<br />
- Assorbimento d'acqua per immersione totale WLt < 5 secondo norma EN 12087<br />
Il massetto impianti dovrà essere realizzato in calcestruzzo cellulare leggero [tipo Foamcem] con<br />
λ≤0,10W/m.K dello spessore di 10 cm. Qualora lo ritenesse necessario la D.L. potrà richiedere la<br />
posa di rete elettrosaldata ø 6 10x10 sopra le tubazioni.<br />
Fra il massetto impianti e gli strati superiori dovrà essere collocato uno strato resiliente in<br />
polietilene reticolato fisicamente, espanso a cellule chiuse, ad elevata densità, goffrato e<br />
alluminato sulla faccia superiore accoppiato inferiormente con speciale fibra agugliata, calibrata<br />
per migliorare la prestazione acustica. Da posizionare con il lato alluminato rivolto verso l’alto. Il<br />
prodotto dovrà essere del tipo battentato. Densità 50 kg/m 3 circa. Spessore 5 mm circa. Rigidità<br />
dinamica 21 MN/m 3 . [ riferimento Isolmant radiante 5mm]. Non saranno ammesse discontinuità<br />
nella posa dello strato fonoisonte. In corrispondenza <strong>della</strong> pareti perimetrali e divisorie si dovrà<br />
avere cura di risvoltare lo strato fino alla quota di posa del pavimento e di utilizzare tutti i prodotti<br />
accessori al fine dell’ottenimenento dei risultati richiesti da normativa.<br />
Cappotto esterno:<br />
Su tutti i muri perimetrali dovrà essere realizzato un isolamento del tipo a cappotto. Qualunque<br />
pacchetto di isolamento a cappotto scelto dall'impresa aggiudicataria dei lavori dovrà essere<br />
certificato dall'EOTA in base a quanto prescritto dall'ETAG 004.<br />
Il pacchetto isolante dovrà essere costituito da:<br />
+ adesivo rasante di tipo cementizio, composto da cemento, inerti, resine e additivi, posato<br />
secondo le indicazioni <strong>della</strong> ditta produttrice.<br />
+ pannelli in EPS (polistirene espanso sinterizzato) con fori conici non passanti, che dovranno<br />
avere le seguenti caratteristiche:<br />
- Classe EPS 100;<br />
- Conformità alla Norma UNI EN 13163 con marchio CE;<br />
- Dimensione di ameno 1000x500 mm;<br />
- Spessore minimo di 100 mm - massimo 120 mm;<br />
- Conduttività termica (λd) = 0,036 W/mK secondo UNI EN 12667;<br />
- Reazione al fuoco = Euroclasse E secondo UNI EN 13501-1;<br />
- Resistenza a compressione > 100 kPa secondo UNI EN 826;<br />
- Resistenza alla diffusione del vapore (µ) = 10 secondo UNI EN 12086;<br />
I pannelli saranno posati accostati tramite un profilo di partenza con funzione di allineamento e<br />
contenimento; dovranno essere posizionati sfalsati di almeno 50 cm. In presenza di giunti<br />
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Tetto<br />
certificazione<br />
energetica<br />
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Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
strutturali si consiglia di inserire listelli in neoprene coperti con profilo a U in PVC.<br />
+ tasselli in materiale sintetico Ø 8 mm, con disco Ø 60 mm e chiodo in acciaio premontato con<br />
perno percussore, omologato ETA. La lunghezza adeguata del tassello deve prevedere una<br />
profondità di ancoraggio di almeno 55 mm nella parete. Il numero di tasselli per m 2 dovrà essere di<br />
6; la testa dei tasselli verrà ovviamente annegata nel rasante.<br />
Tutti i punti sensibili dovranno essere protetti con profili in alluminio alcalino e doppio strato di rete<br />
in fibra di vetro a maglie incrociate.<br />
I pannelli posti a copertura delle architravi di finestre e portefinestre dovranno essere ignifughi. Il<br />
risvolto del cappotto sui serramenti andrà realizzato mediante appositi pezzi speciali.<br />
+ Strato rasante composto da tre livelli:<br />
- Strato interno di collante sul quale posare la rete armata.<br />
- Rete armata in fibra di vetro (massa areica > 160 gr/m², dimensioni maglia 3,5x4,5 mm)<br />
resistente agli alcali, che dovrà essere posata con sovrapposizioni di almeno 10 cm nelle<br />
giunzioni ed in doppio strato a maglie incrociate a 45° in prossimità delle aperture, sulle<br />
spalle di finestre e portefinestre e nelle zone più soggette ad urti.<br />
- Rasante da applicare, in una o più riprese, solo dopo la completa asciugatura dello strato<br />
di collante.<br />
+ Strato di finitura costituito da:<br />
- un sottofondo (primer) che migliora le condizioni di adesione e compatibilità dello strato di<br />
finitura con lo strato rasante<br />
- finitura colorata silossanica in pasta idrorepellente e traspirante in grado di resistere<br />
all’azione di microorganismi e costituita da resine siliconiche ed acriliche, cariche<br />
micronizzate, pigmenti stabili agli U.V. e additivi specifici. Da applicare manualmente, su<br />
superfici preventivamente trattate con primer silossanico<br />
In corrispondenza delle logge, balconi l’isolamento dovrà risultare continuo, non interrotto dal<br />
solaio come da particolari costruttivi.<br />
isolamento del tetto:<br />
L’isolamento termico <strong>della</strong> copertura piana sarà costituito da pannelli in EPS 300 dello spessore<br />
totale di 160 mm dovranno avere le seguenti caratteristiche:<br />
- Conducibilità termica: 0,036 W/mK ≤λD≤0,040 W/mK<br />
secondo EN 12667<br />
- Resistenza al fuoco: Euro Classe E secondo UNI EN 13501-1<br />
- Resistenza a compressione > 300kPa secondo UNI EN 826.<br />
- Resistenza a flessione >450Kpa secondo norma EN 12090<br />
- Resistenza alla diffusione di vapore µ ≥40-100 secondo EN 13163.<br />
- Assorbimento d'acqua per immersione totale WLt < 5 secondo norma EN 12087<br />
I pannelli, qualora non maschiati, saranno posati accostati tramite un profilo di partenza con<br />
funzione di allineamento e contenimento; dovranno essere posizionati sfalsati e legati mediante<br />
apposito nastro adesivo. Le superfici saranno protetti da una guaina impermeabile traspirante [tipo<br />
Tyvek <strong>della</strong> Dupont] contro la ricaduta <strong>della</strong> condensa e da uno foglio di PVC nella parte piana di<br />
protezione dell’isolante nella fase di getto <strong>della</strong> cartella sovrastante.<br />
certificazione energetica dei materiali utilizzati<br />
Prima dell'approvvigionamento e <strong>della</strong> fornitura in cantiere del materiale soggetto ad obbligo di<br />
certificazione delle caratteristiche e delle prestazioni energetiche ai sensi del D.M. 2.4.98,<br />
l'impresa dovrà fornire alla Direzione Lavori copia del certificato.<br />
I materiali per il quale è richiesta certificazione sono quelli contenuti nell'allegato A al D.M. citato e<br />
riassumibili in:<br />
• materiali di coibentazione di qualsiasi natura<br />
• elementi per murature sia in laterizio che a base di cemento e additivi<br />
• serramenti esterni<br />
• generatore di calore (centrale termica)<br />
• corpi scaldanti<br />
• valvole per radiatori. termostatiche, di zona<br />
• componenti degli impianti di illuminazione<br />
modalità di esecuzione dell'isolamento a "cappotto"<br />
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Il sistema dovrà coprire la parte opaca di facciata corrispondente con tutto l’involucro del fabbricato<br />
come deducibile dagli elaborati di progetto.<br />
Dovrà inoltre essere eseguito su tutte quelle parti che risultano necessarie al fine di una perfetta<br />
tenuta termica e secondo prescrizioni <strong>della</strong> Direzione Lavori.<br />
Dovranno essere eseguite le seguenti operazioni:<br />
1. Preparazione del supporto murario che deve risultare asciutto, e con superficie compatta e<br />
complanare; pulizia delle superfici stesse;<br />
2. Nel caso il supporto murario non si presentasse complanare l'impresa dovrà provvedere alla<br />
realizzazione di una prima rasatura di rettifica;<br />
3. Applicazione sul supporto di lastre in EPS dalle caratteristiche sopra descritte,<br />
4. L'incollaggio al supporto sarà effettuato con adesivo rasante idoneo al fissaggio del<br />
polistirene sul supporto murario. Tale idoneità deve essere dimostrata da apposita<br />
certificazione da presentare alla direzione lavori prima dell'inizio <strong>della</strong> posa, così come<br />
dovranno essere dimostrate le modalità d'incollaggio rispetto al supporto esistente. Di<br />
norma il collante dovrà essere steso su tutta la superficie dei pannelli;<br />
5. I pannelli vanno posti in opera curando l’allineamento e l'accostamento delle lastre tra loro e<br />
con i fili fissi <strong>della</strong> muratura. I giunti fra i pannelli dovranno essere opportunamente stuccati<br />
con stucco compatibile all'applicazione su polistirene;<br />
6. L’incollaggio dovrà essere integrato da apposita chiodatura in ragione di 6 tasseli per ogni<br />
pannello con tasselli del tipo sopra descritto;<br />
7. L’intonaco al finito dovrà risultare perfettamente complanare, dalla zoccolatura alla<br />
scossalina di coronamento del fabbricato. Dovranno essere coibentate anche le spallette e<br />
gli architravi delle finestre e delle porte;<br />
8. Dopo la posa dei pannelli si dovrà procedere all’applicazione dello strato di rasante,<br />
composto da tre livelli:<br />
- Strato interno di collante sul quale posare la rete armata.<br />
- Rete armata in fibra di vetro (massa areica > 160 gr/m², dimensioni maglia 3,5x4,5 mm)<br />
resistente agli alcali, che dovrà essere posata con sovrapposizioni di almeno 10 cm nelle<br />
giunzioni ed in doppio strato a maglie incrociate a 45° in prossimità delle aperture, sulle<br />
spalle di finestre e portefinestre e nelle zone più soggette ad urti.<br />
- Rasante da applicare, in una o più riprese, solo dopo la completa asciugatura dello strato<br />
di collante.<br />
9. Strato di finitura costituito da:<br />
- un sottofondo (primer) che migliora le condizioni di adesione e compatibilità dello strato di<br />
finitura con lo strato rasante<br />
- finitura colorata silossanica in pasta idrorepellente e traspirante in grado di resistere<br />
all’azione di microorganismi e costituita da resine siliconiche ed acriliche, cariche<br />
micronizzate, pigmenti stabili agli U.V. e additivi specifici. Da applicare manualmente, su<br />
superfici preventivamente trattate con primer silossanico<br />
10. Nelle zone soggette ad urti (comportamento delle sollecitazioni meccaniche durante l'uso di<br />
facciate particolarmente esposte) per una altezza di 1 m , sulle pareti di logge, balconi,<br />
porticati percorsi pedonali ecc..i pannelli in EPS dovranno essere sostituiti con pannelli in<br />
XPS dello stesso spessore e dalle stesse prestazioni in fatto di resa termica.<br />
11. La colorazione delle pareti e di tutti i manufatti dovrà essere indicata dalla Direzione Lavori;<br />
12. La colorazione finale del fabbricato dovrà risultare omogenea; non dovranno essere presenti<br />
zone con variazione di intensità del colore e sulla superficie non dovrà, in nessun caso<br />
essere individuabile la traccia dei pannelli di polistirene sottostanti. La DL ha la facoltà di<br />
ordinare la tinteggiatura con campiture di colore diverso senza che ciò costituisca ragione<br />
per la richiesta di maggiori oneri da parte dell’impresa.<br />
13. Non saranno tollerati fenomeni di distacco fra lo strato isolante e la muratura e fra intonaco<br />
e lo strato isolante;<br />
14. Non sono ammesse riduzione locali dello spessore dell'isolante che dovrà risvoltare sulle<br />
spalle di porte e finestre, se non dove indicato;<br />
15. Gli spigoli esposti agli urti dovranno essere protetti con paraspigoli in alluminio da annegare<br />
nell'intonaco.<br />
Qualsiasi modifica alle modalità di posa sopra esposta o al sistema di posa certificato dovrà essere<br />
approvata dalla direzione lavori.<br />
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C.6. – IMPERMEABILIZZAZIONI E CONTROLLO DEL VAPORE<br />
Dovrà essere realizzata l'impermeabilizzazione delle seguenti opere:<br />
− tutte le logge ed i balconi con poliuree elastomeriche;<br />
− muri controterra con doppio strato di guiaina armata, protetta mediante pannelli in polietilene<br />
bugnato o altro materiale plastico approvato dalla D.L.;<br />
− nei muri in elevazione al cambio di materiale (da calcestruzzo a muratura portante o di<br />
tamponamento) con poliuree elastomeriche;<br />
− qualsiasi elemento esposto alla pioggia;<br />
− in fase di getto delle fondazioni dovrà essere utilizzato additivo idrorepellente nelle quantità<br />
indicate per una corretta posa.<br />
− Tutti i solai di copertura.<br />
materiali da impiegare<br />
L'impermeabilizzazione delle superfici piane e di tutte le situazioni di superfici verticali in cui non<br />
sia specificato diversamente dovrà essere realizzata mediante stesa a spruzzo di poliuree<br />
elastomeriche su tutta la superficie del solaio di copertura e su tutti i tamponamenti verticali (per<br />
almeno 45 cm di altezza), creando una continuità tra superfici orizzontali e verticali.<br />
Il prodotto dovrà esere del tipo [Polyurea] o similari e dovrà avere le caratteristiche di rapida<br />
reticolazione, senza solventi, che reticola a bassa temperatura, soffice, flessibile e con elevate<br />
caratteristiche.<br />
Il sistema previsto sarà caratterizzato da polioli “polyeter-ammine” o “ammine-composti”. Molto<br />
reattivo e autocatalizzato (non sara necessario un catalizzatore). La reazione sarà del tipo<br />
normalmente veloce (tra 5 e 15 secondi) che reticoli bene anche su superfici fredde. La reazione<br />
dovrà essere veloce al punto che il prodotto risulti normalmente insensibile all’umidità e non<br />
reagisca con umidità ed acqua presenti sulle superfici.<br />
Il sottofondo dovrà essere preventivamente trattato mediante idropulizia e applicazione di primer<br />
specifico (da valutare in base al prodotto scelto).<br />
L'impermeabilizzazione dei muri controterra dovrà essere realizzata con un duplice strato di<br />
guaina bituminosa (uno da 3 kg/m 2 e uno da 4,5 kg/m 2 ) con armatura in poliestere per tutta<br />
l'altezza <strong>della</strong> muratura. L'impermeabilizzazione sulle pareti verticali dovrà essere protetta da<br />
possibili urti da pannelli bugnati in polietilene.<br />
Nel caso in cui la superficie dei muri da impermeabilizzare si presentasse irregolare o inadeguata<br />
a al fissaggio delle guaine, prima <strong>della</strong> posa dell'impermeabilizzazione dovrà essere realizzato un<br />
intonaco rustico complanare.<br />
Controllo del vapore in copertura<br />
Fra il solaio strutturale e l’isolante termico dovrà essere collocato un freno al vapore in polilefina a<br />
due strati avente permeabilità all’acqua di circa 4 g/m 2 per 24 ore [riferimento: Airtex contra sd 10<br />
o equivalente].<br />
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C.7. - OPERE DA PITTORE<br />
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Tutte le pareti ed i soffitti interni intonacati verranno preventivamente trattati con prodotti<br />
traspiranti, primer e successivamente tinteggiati a tempera previa una mano di isolante e due mani<br />
di tinta a finire.<br />
Tutte le pareti dei vani scala ed i locali comuni intonacati verranno tinteggiate con pittura all'acqua<br />
ai silicati di potassio per esterni.<br />
Tutte le opere in ferro anche quelle di natura strutturale dovranno essere verniciate con smalto<br />
sintetico dopo il trattamento antiruggine o zincatura a caldo per le parti esposte alla pioggia.<br />
Nell'operazione di tinteggiatura il pittore dovrà stuccare e correggere eventuali imperfezioni<br />
dell'intonaco. Nel corso dell'operazione dovrà aver cura di non macchiare altri manufatti.<br />
Il colore delle tinteggiature e delle verniciature delle singole opere verrà indicato dalla Direzione<br />
Lavori su mazzette di colori fornite dall'impresa o con l'utilizzo dei colori RAL standardizzati.<br />
La Direzione Lavori, in fase di scelta dei colori potrà ordinare la realizzazione di campiture, fasce<br />
marcapiano o sottogronda, cornici a contorno delle finestre di colore diverso rispetto a quello<br />
utilizzato per la facciata senza che ciò comporti variazione del prezzo di contratto.<br />
L'eventuali richiesta di formazione di greche mediante stampi sarà soggetta a riconoscimento<br />
economico suppletivo.<br />
materiali e modalità d'uso<br />
La Ditta assuntrice dovrà usare esclusivamente materiali di ottima qualità e purezza tutti marchiati<br />
CE e la cui idoneità per i vari utilizzi sia comprovata da certificazioni e schede tecniche da<br />
presentare alla D.L. prima dell’ordine del materiale stesso.<br />
L'impresa aggiudicataria dovrà portare tutti i materiali in cantiere e la Direzione dei lavori avrà il<br />
diritto di effettuare il prelievo dei campioni e di far eseguire, a spese dell'Appaltatore, le analisi dei<br />
prodotti impiegati che riterrà più opportune.<br />
Tutti i recipienti contenenti il materiale dovranno essere sigillati, e portare I'indicazione <strong>della</strong> qualità<br />
e del titolo del prodotto.<br />
L’impresa su richiesta <strong>della</strong> Direzione Lavori, dovrà rifare previa lavatura e raschiatura delle<br />
superfici, tutte le opere da pittore, eseguite con materiale riscontrato sofisticato o comunque non<br />
rispondente alle prescrizioni di cui sopra.<br />
La scelta dei colori di ogni tipo è demandata alla Direzione Lavori.<br />
A richiesta di questa l'impresa dovrà eseguire, senza alcun compenso, tutti i campioni di tinte o<br />
verniciature che verranno prescritti.<br />
Le tinteggiature e le verniciature non potranno essere effettuate per temperature esterne inferiori<br />
ai 5°C.<br />
Le superfici trattate saranno adeguatamente protette dalla pioggia e dall’umidità secondo le norme<br />
applicative del produttore.<br />
Durante l’esecuzione delle opere si avrà cura di proteggere tutte le superfici limitrofe non soggette<br />
all’intervento di applicazione del protettivo.<br />
Con pitture a base di silicati<br />
Date sulle pareti di atrii, vani scala e parti comuni, su fondo di intonaco a base di cemento o di<br />
calce, mediante pittura all'acqua ai silicati di potassio per esterni, contenente non più del 5% di<br />
sostanze organiche, su intonaco asciutto e stagionato per almeno 4-6 settimane, previa stesura di<br />
una prima mano di fondo con pittura consolidante ai silicati reattivi e, dopo 24 ore, di due mani di<br />
pittura data a pennello in due mani incrociate, con diluizione massima del 20% con acqua, per uno<br />
spessore finale di mm. 2,5.<br />
La preparazione degli intonaci esterni per la successiva tinteggiatura con pittura a base di silicati di<br />
potassio (sistemi mono o bicomponenti) dovrà essere eseguita:<br />
- spolverando accuratamente e pulendo in modo perfetto l'intonaco;<br />
- asportando eventuali residui di precedenti tinteggiatura effettuate con prodotti a base<br />
polimerica;<br />
- preparando la tinta (solo per sistemi bicomponenti) mediante una accurata miscelazione del<br />
componente in polvere (pigmento) con quello liquido (legante) osservando l'esatto rapporto<br />
consigliato dal produttore.<br />
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La tinta dovrà essere preparata almeno 12 ore prima dell'applicazione in modo da consentire un<br />
migliore amalgama fra i componenti.<br />
Il rapporto di diluizione varierà in relazione allo stato di conservazione dell'intonaco. Il numero <strong>della</strong><br />
mani, i rapporti di diluizione, il tipo di fissativo e le modalità d'applicazione verranno pattuiti con la<br />
Direzione Lavori.<br />
I colori saranno a scelta <strong>della</strong> Direzione Lavori.<br />
Con idropittura<br />
Date su pareti interne aventi fondo di intonaco a base di calce, mediante idropittura lavabile liscia<br />
a base di copolimeri acrilici in dispersione acquosa, ossidi coloranti ed inerti micronizzati.<br />
Il tutto previa accurata ripulitura con asportazione di polvere, sporcizia e parti non perfettamente<br />
aderenti del fondo.<br />
Successiva stesura di:<br />
- una mano di appretto isolante e consolidante;<br />
- una prima mano a pennello con diluizione del prodotto con il 20% di acqua;<br />
- una seconda mano di prodotto stesa, dopo almeno 3 ore, sempre a pennello e con verso<br />
incrociato, con diluizione del 10% di acqua.<br />
Sui soffitti intonacati verrà utilizzata pittura a tempera, con due o più riprese, previa pulitura del<br />
fondo, eventuali piccole stuccature, imprimitura con inibente isolante, mano di fondo e di finitura<br />
data a pennello o a rullo.<br />
Con vernici coprenti<br />
Date su elementi strutturali e di finitura in metallo, compresi tubi esterni del gas e degli impianti<br />
idrici e di riscaldamento, mediante preventiva preparazione dei supporti con idoneo ciclo di<br />
intervento consistente in:<br />
- leggera carteggiatura ad eliminare le imbrattature superficiali;<br />
- pulitura con impiego di spazzole o raschietti delle parti incoerenti dopo la carteggiatura;<br />
- lavatura sgrassante delle superfici da trattare con impiego di detergenti appropriati o con<br />
solventi;<br />
- applicazione di una prima mano di antiruggine con:<br />
- minio di piombo ed olio di lino cotto per le opere strutturali interne ed esterne;<br />
- zincatura a caldo per i profilati di acciaio da utilizzarsi nei parapetti esterni.<br />
Con vernici a base acrilica e/o siliconica<br />
Sulle opere in pietra naturale lavorate a vista si applicherà, previa pulitura e spolveratura del<br />
supporto, si applicherà un trattamento impermeabilizzante costituito da pitturazione con doppia<br />
mano di vernice incolore, basata su emulsione acrilica e siliconica pura al 100% ad alta resistenza<br />
contro l'inquinamento chimico e contro la diffusione del CO2, nelle quantità determinate<br />
dall’assorbimento <strong>della</strong> superficie.<br />
Ogni strato di prodotto sarà applicato dopo l'essiccazione dello strato precedente e comunque<br />
secondo le esigenze degli specifici prodotti impiegati.<br />
Le applicazioni saranno eseguite su superfici perfettamente asciutte, con temperatura ambiente, e<br />
quella delle superfici, compresa tra i + 5°C e + 25°C.<br />
Lo strato igrometrico non dovrà superare il 60-70% di U.R.<br />
Nessuna applicazione sarà effettuata quando lo strato igrometrico supererà il 75% di U.R., oppure<br />
nel caso di presenza di vento con particelle in sospensione di fumi o vapori inquinanti aggressivi.<br />
I prodotti applicati a fine lavori saranno esenti da imperfezioni o difetti.<br />
Per lo spessore di applicazione, la diluizione e la determinazione del residuo secco in volume <strong>della</strong><br />
resina sul secco totale, seguire le indicazioni del produttore.<br />
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C.8. – IMPIANTO ASCENSORE<br />
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Al servizio del piano terra e primo dovrà essere collocato un impianto di ascensore di tipo<br />
oleodinamico ancorato alla struttura in cemento armato, con comandi e macchinario da collocare<br />
in apposito armadio IP44 nel locale tecnico.<br />
L’ascensore deve essere conforme alle norme UNI EN 81.2 edizione 5/99 ed essere perfettamente<br />
adeguato alle norme per l’abbattimento delle barriere architettoniche.<br />
In modo particolare dovranno essere rispettate le seguenti prescrizioni:<br />
• le dimensioni minime <strong>della</strong> cabina devono essere di 1,37x1,50 cm;<br />
• la porta di accesso deve essere di 90 cm netti;<br />
• la portata minima di 860 kg;<br />
• velocità di 0,6 m/s;<br />
• accessori previsti dalla Legge 9-1-89 n. 13, quali gong di arrivo ai piani, pulsanti con<br />
traduzione in Braille, piastra di piano con traduzioni in Braille, allarmi luminosi ai piani,<br />
ecc.;<br />
• dispositivo di emergenza per la discesa <strong>della</strong> cabina al piano più basso in caso di<br />
mancanza di energia elettrica con relativi accumulatori e carica batteria;<br />
• riapertura automatica delle porte nel caso di discesa in emergenza;<br />
• dispositivo elettronico per limitare lo spunto del motore;<br />
• collegamento telefonico al centro assistenza;<br />
• finitura cabina: pannelli trasparenti;<br />
• porte di cabina: automatiche telescopiche;<br />
• porte di piano: automatiche;<br />
• finiture porte di piano: lamiera plastificata;<br />
• segnalazioni: ai piani "OCCUPATO";<br />
• maniglioni di appoggio lungo il perimetro <strong>della</strong> cabina<br />
Certificazione dell’impianto e gratuita manutenzione<br />
L’impianto deve essere consegnato perfettamente funzionante e collaudato Ente certificatore<br />
autorizzato.<br />
L’installatore deve mettere a disposizione <strong>della</strong> DL il progetto dell’impianto con gli schemi di<br />
funzionamento e il libretto dell’impianto con il manuale d’uso redatto secondo DPR 30 aprile 1999<br />
n. 162 e secondo le norme UNI EN 81-1 e 81-2 del 1999.<br />
L’installatore, che dovrà fornire certificazione di idoneità dell’impianto ai sensi dell’art. 7 D.M.<br />
n.37/2008, è tenuto alla gratuita manutenzione per un anno dall’entrata in esercizio dell’impianto.<br />
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•<br />
C.9. - ALLACCIAMENTI<br />
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Dovrà essere eseguito l'allacciamento delle reti di scarico, dell'acqua potabile, dell'energia<br />
elettrica, del gas e del telefono a partire dai punti di consegna stabiliti dagli Enti erogatori dei<br />
servizi (fino a 20 m di distanza dal lotto di pertinenza del fabbricato).<br />
Per lo smaltimento delle acque meteoriche dovrà essere realizzata una rete di smaltimento<br />
mediante tubazioni in polietilene (forato all’esterno del fabbricato) e pozzi perdenti.<br />
Una volta eseguito l'allacciamento all’esterno del lotto Aler, dovrà essere eseguito il ripristino, <strong>della</strong><br />
finitura di superficie esistente; dovrà essere ripristinata l'asfaltatura delle strade e dei marciapiedi<br />
ed il reinterro nei tratti dove non è prevista alcuna pavimentazione.<br />
L’impresa dovrà farsi carico dell’eventuale cauzione richiesta dal Comune per l’esecuzione di<br />
opere su suolo pubblico.<br />
Si intendono compresi nel forfait <strong>d'appalto</strong> gli allacciamenti eseguiti, nel rispetto delle norme degli<br />
Enti erogatori e degli elaborati di progetto.<br />
E' quindi da ritenersi compreso l'onere per la formazione dei manufatti per l'alloggiamento dei<br />
contatori, delle canalizzazioni e dei pozzetti di ispezione nel numero e nelle dimensioni e nei<br />
materiali richiesti dagli Enti erogatori dei servizi.<br />
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C.11. - SISTEMAZIONI ESTERNE<br />
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Dovrà essere realizzata la completa sistemazione delle aree di pertinenza del fabbricato, secondo le<br />
indicazioni contenute negli elaborati di progetto ed in modo particolare nella tavola “sistemazioni esterne”<br />
e consistenti in sintesi nell’esecuzione delle seguenti opere:<br />
1. sistemazione del terreno alle quote di progetto con fomazione dei muri/ cordoli nelle posizioni<br />
indicate negli elaborati,<br />
2. sistemazione di tutti gli spazi destinati a verde, con spianamento del terreno e livellamento delle<br />
quote, riporti di terra dove necessario, pulizia da erbe e radici infestanti, asportazione di sassi,<br />
concimazione, vangatura, stesura di uno strato di terra vegetale dello spessore di almeno 50 cm e<br />
formazione di manto erboso con semina rullatura e innaffio fino alla crescita dell'erba;<br />
3. realizzazione di impianto di irrigazione per le parti a verde;<br />
4. realizzazione dal parcheggio pertinenziale interno alla recinzione secondo le seguenti modalità<br />
d’intervento: formazione di scavo per formazione di piano di posa stabilizzato, formazione di<br />
massicciata stradale stabilizzata in tout-vénant di cava dello spessore di 40 cm, l'asfaltatura costituita<br />
da binder compresso dello spessore di 5 cm (4,5% di bitume 80/100-180/200) con formazione delle<br />
pendenze per il convogliamento dell'acqua meteorica e finitura superficiale con tappeto d'usura dello<br />
spessore di 30 mm;<br />
5. percorso pedonale in autobloccante in cls, conforme alla normativa per l’abbattimento delle barriere<br />
architettoniche e dotato di segnalazione per non vedenti;<br />
6. posa di cordoli prefabbricati in calcestruzzo a contenimento delle pavimentazioni secondo le<br />
indicazioni di progetto;<br />
7. formazione d’ingresso pedonale e carraio costituito da: cancello pedonale in ferro con serratura a<br />
riscontro elettrico azionata dall’impianto citofonico e da pulsante collocato in prossimità dell’ingresso,<br />
pensilina a protezione dell’ accesso pedonale secondo le indicazioni di progetto e <strong>della</strong> DL, cancello<br />
carraio motorizzato con apertura mediante telecomando e chiave con blocchi di comando da<br />
collocare all’interno e all’esterno ella recinzione, nicchie per la collocazione dei contatori per la<br />
fornitura dell'energia elettrica, dell'acqua, del gas e del casellario postale in corrispondenza<br />
all’ingresso pedonale, nei materiali e nelle dimensioni concordate con gli enti erogatori dei servizi;<br />
8. realizzazione di pensilina sopra l’ingresso pedonale come da indicazioni di progetto o <strong>della</strong> DL;<br />
9. installazione di impianto completo autoalimentato a pannelli solari di rete di illuminazione esterna,<br />
comandato da un crepuscolare e da sensori di presenza, costituito da lampioncini con stelo e<br />
pannelli solari integrato, dell'altezza di 1,50 m, infissi in blocchi di calcestruzzo da cm. 40x40x40, e<br />
da lampade a parete con plafoniera in materiale acrilico resistente agli urti, con lampada a basso<br />
consumo e da lampade<br />
10. installazione di impianto completo di illuminazione esterna collegato alla rete elettrica del fabbricato,<br />
comandato da un crepuscolare e da sensori di presenza e pulsanti, costituito da lampade a parete<br />
con plafoniera in materiale acrilico resistente agli urti, con lampada a basso consumo e da lampade<br />
11. rete di raccolta delle acque meteoriche costituita da pozzetti con griglia carrabile in ghisa, da<br />
tubazioni in polietilene confluenti nei pozzi perdenti.<br />
12. formazione di recinzione sul confine lungo Via Lamarmora costituita da muretto in calcestruzzo, con<br />
sommità inclina verso il prato interno e lisciata, e da inferriata secondo le indicazioni di progetto;<br />
13. formazione di muro di recinzione lungo il confine Ovest in muratura intonacato su entrambi i lati di<br />
dimensioni e altezza uguali a quello da demolire.<br />
14. scavi in sezione obbligata sia per fondazioni che per la formazione di canalizzazioni interrate,<br />
compresa la sistemazione in sito dei materiali di risulta e il trasporto dell'eccedenza alle pubbliche<br />
discariche;<br />
15. reinterro degli scavi per le canalizzazioni con l'utilizzo di ghiaia e sabbia secondo le disposizioni degli<br />
enti erogatori;<br />
16. rete di fognatura delle acque nere (si veda capitolato impianti)<br />
17. rete telefonica pubblica con pozzetti tombinati dotati di chiusini in ghisa carreggiabile secondo le<br />
indicazioni dell' Azienda telefonica e tubi passacavi in polietilene flessibile per il passaggio dei cavi<br />
con predisposizione del filo di traino.<br />
18. Interramento diella rete del gas in media pressione auttualmente presente lungo la muratura<br />
perimetrale secondo le specifiche dell’ente erogatore e lo schema riportato in progetto con la<br />
denolizione <strong>della</strong> cabina attualmente presente lungo la recinzione del fabbricato;<br />
19. messa a dimora, nelle posizioni di progetto, di 9 piante ad alto fusto (betulle) avente diametro di 10<br />
cm ad 1m dalla base, sorretti con 3 pali tutori di adeguate dimensioni;<br />
20. messa a dimora di arbusti (lavanda, rose,ecc) per un totale di 40 piantine<br />
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C.12. - TABELLA DELLE VERIFICHE E DEI PRELIEVI<br />
VERIFICHE ISPETTIVE<br />
Il cantiere in oggetto, come tutti i cantieri ALER, sarà soggetto a verifiche ispettive da parte dell'ente<br />
certificatore TÜV ITALIA ai fini <strong>della</strong> certificazione di qualità ai sensi <strong>della</strong> norma ISO 9001:2000.<br />
Potranno essere pertanto compiuti sopralluoghi di verifica, anche senza preavviso, da personale interno<br />
ALER e da incaricati TÜV ITALIA al fine di riscontrare evidenze oggettive comprovanti la rispondenza<br />
dell'attività svolta rispetto ai requisiti di legge e a quelli imposti dal contratto.<br />
Nel corso del sopralluogo l'impresa dovrà mettere a disposizione dei verificatori tutto il materiale richiesto<br />
e facilitare il sopralluogo del cantiere e l'ispezione procedendo, se necessario, anche a soste<br />
momentanee delle lavorazioni in corso.<br />
TENUTA DELLA DOCUMENTAZIONE E VERIFICA DELLE FORNITURE<br />
Al fine di facilitare l'opera del capo cantiere si riportano di seguito le misure minime da adottare ai fini<br />
<strong>della</strong> qualità.:<br />
documentazione da verificare<br />
a cartello di cantiere secondo modello ALER<br />
b baracca / ufficio (se prevista in PSC)<br />
c copia degli elaborati di contratto (capitolato ed elaborati grafici)<br />
d copia <strong>della</strong> concessione edilizia<br />
e copia notifica ASL inizio lavori<br />
f copia denuncia strutture<br />
g Registro degli infortuni dell'impresa (se con sede fuori Provincia)<br />
libretto di omologazione degli apparecchi di sollevamento di portata superiore a 200<br />
h<br />
kg<br />
i documentazione verifica trimestrale delle funi di sollevamento<br />
l copia conforme dell'autorizzazione all'impiego del ponteggio rilasciata al fabbricatore<br />
m progetto firmato da tecnico abilitato per ponteggi h>20m<br />
n copia del PSC<br />
o POS aggiornato dell'impresa<br />
p POS aggiornato dei subappaltatori<br />
q Giornale dei lavori aggiornato<br />
r Registro delle presenze in cantiere aggiornato<br />
s PIMUS piano di montaggio uso e smontaggio dei ponteggi<br />
1<br />
2<br />
3<br />
elementi da verificare nell'insieme<br />
la recinzione del cantiere è in ordine e tale da impedire l'accesso di estranei<br />
in caso di interferenza con il traffico veicolare su strada pubblica le segnalazioni sono<br />
chiare e ben posizionate<br />
non vi sono pericoli/problemi con i vicini confinanti<br />
4 il ponteggio è nel complesso in ordine<br />
Durante l'esecuzione delle strutture dovranno essere eseguite le seguenti operazioni:<br />
1. controllo sul conglomerato DM 9.1.96 allegato 2: effettuare un prelievo ( composto da 2 provini ) per<br />
ogni giorno di getto. I provini dovranno essere immediatamente contraddistinti con codici che<br />
determinino in modo univoco l'area di getto corrispondente; nelle costruzioni con meno di 100 m 3 di<br />
getto si può derogare dall'obbligo di prelievo giornaliero, dovranno comunque essere eseguiti almeno<br />
3 prelievi (6 provini) secondo disposizioni <strong>della</strong> DL. I provini dovranno essere sottoposti a<br />
schiacciamento da parte di un Laboratorio Ufficiale ed il certificato di prova deve essere consegnato<br />
alla DL;<br />
<strong>Capitolato</strong> descrittivo recupero ex casa del custode - rev. 20/04/2010 pag. 37 di 39
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
2. controllo sulle barre in acciaio DM 9.1.96 art..2.2.8.4: per ogni partita fornita al cantiere dovranno<br />
essere prelevati 9 spezzoni per ogni diametro utilizzato, di questi 3 dovranno essere sottoposti a<br />
prova di trazione presso un Laboratorio Ufficiale e 6 resteranno come riserva in caso di esito<br />
negativo <strong>della</strong> prova sui primi 3;<br />
3. solai prefabbricati: dovrà essere fornito il progetto in duplice copia dei solai prefabbricati o<br />
semiprefabbricati firmato da tecnico abilitato e dovrà essere fornito il Certificato d'origine di ogni<br />
solaio. Per i solai che debbano rispettare determinati livelli di resistenza all'incendio dovrà essere<br />
fornito adeguato certificato;<br />
4. certificazione da mettere a disposizione: dovranno essere messi a disposizione <strong>della</strong> DL i certificati di<br />
prova compiuti dal produttore sull'acciaio fornito e le bolle di consegna del calcestruzzo e la<br />
certificazione energetica per i materiali che ne sotto soggetti ai sensi del DM 2.4.98 (si veda capitolo<br />
C.5.)<br />
5. controllo su profilati in acciaio: ogni fornitura dovrà essere accompagnata da<br />
• certificato di collaudo secondo UNI EN 10204<br />
• dichiarazione che il prodotto è qualificato ai sensi del DM 9.1.96 unendo certificato del<br />
Laboratorio Ufficiale<br />
6. controllo sul legname da costruzione: per ogni fornitura potrà essere ordinata dalla DL una prova di<br />
carico per verificare la rispondenza del legname alle richieste di resistenza prevista dal progetto<br />
strutturale;<br />
Verifica delle forniture:<br />
a. Sostanze pericolose: per tutte le sostanze potenzialmente pericolose alla salute dei lavoratori<br />
(collanti, diluenti, vernici, additivi, ecc.) deve essere tenuto in apposito in cantiere il foglio delle<br />
istruzione sui rischi e sulle modalità d'impiego;<br />
b. Qualità delle forniture: al fine di verificare la rispondenza delle forniture alle richieste del capitolato<br />
dovranno essere fornite alla DL le certificazioni inerenti la qualità, le cartteristiche<br />
tecniche e costruttive e la provenienza del materiale utilizzato in cantiere con relativo<br />
documento di trasporto e la certificazione di ottenimento del marchio CE.<br />
c. Per materiali soggetti ad usura può essere richiesto dalla DL adeguata documentazione <strong>della</strong><br />
presenza di una rete di vendita del prodotto in zona.<br />
Vige il criterio <strong>della</strong> totale rintracciabilità <strong>della</strong> filiera dei fornitori come sistema di garanzia e<br />
responsabilità sui prodotti utilizzati.<br />
<strong>Capitolato</strong> descrittivo recupero ex casa del custode - rev. 20/04/2010 pag. 38 di 39
<strong>Capitolato</strong> edile - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
C.13. - CONSEGNA FABBRICATO<br />
A lavori ultimati l'impresa dovrà inviare alla Direzione Lavori una comunicazione scritta con la quale si<br />
annunci l'ultimazione, ai fini <strong>della</strong> verifica dei tempi agli effetti contrattuali.<br />
La DL compirà congiuntamente con un rappresentante dell'impresa una visita al cantiere per constatarne<br />
l'effettiva ultimazione; nel caso questo corrisponda al vero verrà redatto il verbale di ultimazione dei lavori<br />
con la presa in consegna delle chiavi.<br />
Per ogni alloggio l'impresa dovrà consegnare: le chiavi delle porte delle parti comuni, una copia <strong>della</strong><br />
chiave per l'apertura <strong>della</strong> cassetta postale e degli sportelli degli armadi dei contatori, 3 copie del<br />
portoncino d'ingresso dell'alloggio, e una chiave per ogni porta interna agli alloggi.<br />
In ogni alloggio dovrà essere presente una copia del manuale d'uso del termostato e del timer o del<br />
cronotermostato.<br />
Per ogni alloggio e per le parti comuni dovrà essere consegnata alla Direzione Lavori, in duplice copia, le<br />
certificazioni ai sensi dell’art. 7 <strong>della</strong> l. 37/08 per gli impianti elettrici e idraulici corredata degli allegati<br />
richiesti. Per l’impianto del gas dovrà essere presentato per ogni alloggio il tracciato delle tubazioni dal<br />
contatore all’alloggio così come realizzato (as bulit).<br />
L'impresa edile e le imprese subappaltatrici per le opere specialistiche è tenuta a sottoscrivere le<br />
dichiarazioni necessarie ai fini <strong>della</strong> richiesta dell'agitabilità inerenti il lavoro eseguito.<br />
Ad alloggi consegnati l'impresa dovrà effettuare gli interventi manutentivi che dovessero rendersi<br />
necessari sia di carattere impiantistico che edile per una durata di tre mesi oltre la data di approvazione<br />
del CRE o del Collaudo tecnico amministrativo.<br />
Resta valida la durata dei 10 anni a decorrere dal verbale di ultimazione lavori per la contestazione dei<br />
vizi occulti nei termini fissati dalla legge.<br />
Gli alloggi potranno essere consegnati agli assegnatari anche in modo dilazionato nel tempo senza che<br />
ciò costituisca ragione per non fornire assistenza all'avvio degli impianti dei singoli alloggi.<br />
Al momento <strong>della</strong> messa in funzione degli impianti, se non testati in precedenza, dovrà essere garantita<br />
la presenza dell'idraulico e dell'elettricista.<br />
<strong>Capitolato</strong> descrittivo recupero ex casa del custode - rev. 20/04/2010 pag. 39 di 39
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
b - OPERE DA ELETTRICISTA...............................................................................................................................3<br />
b.1 descrizione generale dell'impianto elettrico ......................................................................................................3<br />
b.1.1- servizi comuni.................................................................................................................................................3<br />
b.1.2- impianto generale di messa a terra...............................................................................................................4<br />
b.1.3 - quadri dei contatori elettrici...........................................................................................................................4<br />
b.1.4 – impianto delle singole unità abitative ..........................................................................................................4<br />
b.2 - riferimenti normativi e prescrizioni di dettaglio ...............................................................................................6<br />
b.2.1 - Riferimenti a norme e leggi...........................................................................................................................6<br />
b.2.2 - Classificazione dell'impianto.........................................................................................................................6<br />
b.2.3 - Scelta dei materiali e degli apparecchi ........................................................................................................7<br />
b.2.4 - Impianti relativi agli alloggi............................................................................................................................9<br />
b.2.5 - Servizi generali di fabbricato ......................................................................................................................10<br />
b.2.6 - Impianto elettrico parti comuni ...................................................................................................................11<br />
b.2.7 - Collaudo e verifiche.....................................................................................................................................12<br />
c - OPERE DA IDRAULICO ...................................................................................................................................14<br />
c.1 - Impianto di riscaldamento ..............................................................................................................................14<br />
c.2 - Impianto idrosanitario .....................................................................................................................................15<br />
c.2.1 - modalità d'esecuzione.................................................................................................................................16<br />
c.3 - Impianto di distribuzione del gas ...................................................................................................................19<br />
c.3.1 - modalità d'esecuzione.................................................................................................................................19<br />
d - OPERE VARIE ..................................................................................................................................................20<br />
d.3- Ventilazione ed espulsione fumi.....................................................................................................................20<br />
d.3.1 - Canne espulsive dei fumi.................................................................Errore. Il segnalibro non è definito.<br />
d.3.2 -Ventilazione bagni........................................................................................................................................20<br />
d.3.3 - Ventilazione meccanizzata con recuperatore di calore............................................................................20<br />
e - IMPIANTO DI SCARICO...................................................................................................................................21<br />
e.1 - descrizione generale dell' impianto di scarico ..............................................................................................21<br />
e.1.1 - modalità d'esecuzione ................................................................................................................................21<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.1/23
a - PREMESSA<br />
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Nel presente allegato è riportata la descrizione delle opere impiantistiche previste nell'intervento.<br />
Gli impianti nel loro complesso devono essere realizzati nel rispetto di quanto contenuto nel presente<br />
capitolato, negli elaborati grafici e nelle disposizioni normative e di legge vigenti al momento<br />
dell'installazione.<br />
Al momento <strong>della</strong> consegna del fabbricato gli impianti dovranno essere perfettamente funzionanti e gli<br />
installatori dovranno provvedere al controllo dell'avvio di tutti gli impianti ed intervenire nel caso si<br />
riscontrassero cattivi o mancati funzionamenti.<br />
Rispetto <strong>della</strong> L. 37/08<br />
L'esecuzione delle opere dovrà essere effettuata da ditta abilitata ai sensi <strong>della</strong> l. 37/08 ed al termine dei<br />
lavori dovrà essere consegnata alla direzione lavori la prevista certificazione di conformità degli impianti alla<br />
regola dell'arte (art.7 l. 37/08)<br />
Certificazione energetica dei materiali impiegati<br />
Per le componenti degli impianti rientranti nell'elencazioni riportata all'allegato A del Decreto 2 aprile '98<br />
dovrà essere consegnata, prima <strong>della</strong> loro installazione, alla Direzione Lavori, la Dichiarazione di<br />
certificazione energetica del prodotto.<br />
I materiali installati in assenza di certificazione non verranno considerati nella stesura dello stato<br />
d’avanzamento dei lavori.<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.2/23
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
b - OPERE DA ELETTRICISTA<br />
b.1 descrizione generale dell'impianto elettrico<br />
L'impianto elettrico al servizio delle singole unità (camere+bagno o zona giorno) e delle parti comuni avrà<br />
origine dai punti di consegna localizzati nelle nicchie contatori indicate in planimetria di progetto in<br />
prossimità degli accessi al lotto.<br />
L'impresa è tenuta alla realizzazione delle canalizzazioni ed alla posa dei cavi fino al detto punto di<br />
consegna.<br />
b.1.1- servizi comuni<br />
Il recupero edilizio, oggetto dell'appalto, comprende 6 unità oltre ai vani scala, al locale tecnico (lato<br />
ascensore(, alla centrale termica e ad un cantinato.<br />
E' prevista la posa di 1 contatore da 30 kWh per l’alimentazione di tutte le utenze del fabbricato. Il contatore<br />
sarà del tipo a “scambio sul posto” al fine di registrare l’energia in ingresso e quella in uscita proveniente<br />
dall’impianto fotovoltaico.<br />
Il quadro generale del fabbricato sarà collocato nel vano tecnico al piano terra.<br />
Il quadro generale dovrà contenere un interruttore generale magnetotermico automatico bipolare ed un<br />
interruttore magnetotermico differenziale da 30mmA per: illuminazione delle parti comuni interne,<br />
l’illuminazione esterna, impianto d'antenna televisiva, impianto ascensore, l’impianto citofonico, la centrale di<br />
produzione dell’acqua calda e la centrale del riscaldamento.<br />
Il quadro generale del fabbricato dovrà essere inserito in apposito armadio elettrico a tenuta IP 44.<br />
Per i servizi comuni è prevista la seguente dotazione:<br />
b.1.1.1 - impianto citofonico<br />
impianto citofonico e di portiere elettrico. Le 2 pulsantiere di chiamata dovranno essere collocate in<br />
prossimità dell’accesso pedonale all’area di pertinenza e dell’accesso al fabbricato. Un pulsante di apertura<br />
sarà collocato in prossimità degli accessi per consentire l'apertura del cancello pedonale e <strong>della</strong> portoncino<br />
di accesso al fabbricato.<br />
b.1.1.2 - impianti TV<br />
dovrà essere realizzato un impianto per la ricezione <strong>della</strong> TV analogica e digitale via terrestre nonché<br />
impianto TV SAT trasportati sul medesimo cavo con centraline, partitori e prese del tipo “MIX-DEMIX” o<br />
similari, tali da garantire entrambi i segnali su tutte le prese TV all’interno delle unità. Si veda schema<br />
concettuale d’impianto allegato al progetto.<br />
b.1.1.3 - canalizzazioni dell'impianto telefonico<br />
dal punto di allaccio TELECOM alle prese previste negli alloggi con predisposizione del filo di traino<br />
rispondente alle norme TELECOM;<br />
b.1.1.4 - impianti di illuminazione delle parti comuni<br />
L’ impianto di illuminazione sarà da realizzarsi come da progetto. Il vano scala, ogni corridoio comune, il<br />
piano interrato avranno una propria linea fino al quadro generale di fabbricato. E' compresa la fornitura e<br />
posa dei corpi illuminanti che nelle posizioni di progetto dovranno essere dotati di luce di emergenza con<br />
riserva di carica di 60 minuti. I corpi illuminati dovranno essere dotati di lampade a risparmio energetico.<br />
L’accensione dell’illuminazione comune avverrà mediante rilevatori di presenza e pulsanti di accensione e<br />
sarà temporizata.<br />
b.1.1.5 - impianto di illuminazione esterna<br />
da collocare nelle posizioni di progetto, compresi i corpi illuminanti dotati di lampade a basso consumo e<br />
tenuta IP44 ( si veda capitolo delle sistemazioni esterne del capitolato delle opere edili);<br />
b.1.1.6 – impianto ascensore<br />
Dovrà esser collocato un ascensore avente le caratteristiche minime riportate nel capitolato speciale. In<br />
derivazione dal quadro generale di fabbricato, l’impianto elettrico di alimentazione dovrà essere progettato e<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.3/23
Impianto<br />
fotovoltaico<br />
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
realizzato nel rispetto delle norme vigenti dall’installatore incaricato. Copia del progetto dovrà essere<br />
consegnata alla direzione lavori.<br />
b.1.1.7 – impianto fotovoltaico<br />
Al servizio delle parti comuni dovrà essere installato sulla copertura, nella posizione di progetto, nelle<br />
posizioni di progetto, un impianto fotovoltaico <strong>della</strong> potenza di picco di almeno 3,00 kWp, completo di<br />
inverter e di connessione alla rete elettrica del gestore di zona. La progettazione dell’impianto è a carico<br />
dell’impresa che dovrà fare effettuare la progettazione e la fornitura in modo tale da realizzare un impianto in<br />
grado d’accedere al riconoscimento delle tariffe incentivanti da parte del GSE (Conto Energia DM 19<br />
febbraio 2007 e successive modifiche ed integrazioni).<br />
E’ da intendersi a carico dell’installatore e quindi dell’impresa l’espletamento completo <strong>della</strong> pratica per la<br />
sottoscrizione <strong>della</strong> Convenzione con il GSE per il riconoscimento delle tariffe incentivanti.<br />
b.1.2- impianto generale di messa a terra<br />
b.1.2.1- collegamenti equipotenziali delle masse metalliche delle parti comuni e delle tubazioni di adduzione<br />
al collettore di terra.<br />
b.1.2.2 - collegamento alla rete di terra del palo di sostegno dell'antenna.<br />
b.1.3 - quadri dei contatori elettrici<br />
I quadri dei contatori saranno collocati in apposita nicchia munita di sportello in corrispondenza con<br />
l’accesso pedonale all’area di pertinenza del fabbricato:<br />
- Interruttore magnetotermico differenziale (2x15A /30mA) di protezione <strong>della</strong> linea montante di ciascuna<br />
unità.<br />
- Interruttore magnetotermico differenziale da 30mA, di tipo idoneo a soddisfare il carico previsto per le parti<br />
comuni del fabbricato, di protezione <strong>della</strong> linea di alimentazione del quadro generale delle parti condominiali.<br />
b.1.4 – impianto delle singole unità<br />
Per le singole unità è prevista la seguente, dotazione:<br />
- centralino con la seguente dotazione:<br />
• interruttore differenziale bipolare ad alta sensibilità (2x15A/30 mA) da collocarsi nel centralino dell’unità;<br />
• interruttore magnetotermico automatico bipolare a protezione del circuito d'illuminazione (2x1 OA).<br />
• interruttore magnetotermico automatico bipolare (2 x 15 A) a protezione del circuito prese da 16A;<br />
• interruttore magnetotermico automatico bipolare (2 x 10 A) a protezione del circuito prese da 10A e<br />
delle segnalazioni acustiche;<br />
• gruppo con trasformatore e suoneria;<br />
per la dotazione dei singoli locali i requisiti minimi richiesti sono i seguenti:<br />
− pulsante di chiamata all'esterno del portoncino d'ingresso all'alloggio;<br />
− soggiorno pranzo: 6 punti luce, 10 prese 10-16 A, 2 presa TV-TV/SAT, 2 prese linea telefonica,<br />
predisposizione base rete wireless, suoneria, ronzatore, 1 termostato ambiente, citofono , quadro elettrico<br />
unità, pulsantiere per gestione luci ed impianto come da progetto;<br />
− angolo cottura: 2 prese 10-16 A sul piano di lavoro, 3 prese da 10-16A con interruttore bipolare (piastre,<br />
forno, lavastoviglie), 1 prese da 16 A (frigorifero), 2 prese per collegamento aspiratore <strong>della</strong> cappa di cucina.<br />
− bagno tipo: 2 punti luce, 2 prese 10-16 A, 1 pulsante a tirante collegato al ronzatore, 1 presa 16 A con<br />
interruttore bipolare per attacco lavatrice, 1 presa comandata per alimentazione dell'aspiratore nei bagni, 1<br />
termostato ambiente, pulsantiere per gestione luci ed impianto come da progetto;<br />
− camera tipo: 1 punto luce, 6 prese 10-16 A, 1 presa TV-TV/SAT, 1 presa 16A con interruttore bipolare<br />
per mini frigorifero da camera, , 1 presa schuko 10-16A con interruttore bipolare per fancoil, termostato<br />
ambiente, suoneria, ronzatore, citofono, quadro elettrico unità, pulsantiere per gestione luci ed impianto<br />
come da progetto;<br />
− atrio camera (dove presente): 1 punto luce, 2 prese 10-16 A, pulsantiere per gestione luci ed impianto<br />
come da progetto;<br />
− vani scala/disimpegni: comuni (quantità complessive): 16 punti luce, 6 punti luce d’emergenza, 6 prese<br />
10-16 A (2 per piano), 4 prese schuko 10-16A (2 per piano) con interruttore bipolare per fancoil, 2 crono-<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.4/23
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
termostati, 2 suonerie, 2 ronzatori, elettroserratura porta di accesso al fabbricato, collegamenti per gestione<br />
elettronica impianto di riscaldamento, pulsantiere per gestione luci ed impianto come da progetto;<br />
− vano tecnico: quadro elettrico generale, delle singole unità, dell’ascensore e delle parti comuni, 1 punto<br />
luce, 1 presa 10-16 A con grado di protezione IP65.<br />
− centrale termica: 6 prese con interrutore magnetotermico bipolare posizionate a 90 cm dalla quota<br />
pavimento, collegamento elettrico per pompa di sollevamento, 2 punti luce con opportuno grado di<br />
protezione, 1 punto luce d’emergenza con carica di almeno 60 min, tutti i collegamenti elettrici necessari per<br />
la gestione ed il funzionamento degli impianti installati;<br />
− cantina: 2 punti luce, 1 punto luce d’emergenza con carica di almeno 60 min, 2 perse 10-16 A<br />
posizionate a 90 cm dalla quota pavimento.<br />
in caso di discordanza fra il precedente elenco e gli elaborati progettuali si deve far riferimento alle previsioni<br />
degli elaborati di progetto.<br />
Prima dell'inizio dei lavori la ditta incaricata dell'esecuzione degli impianti elettrici<br />
dovrà fornire alla direzione lavori gli schemi unifilari dell'impianto elettrico<br />
dimensionati sulla base delle potenze prevedibile per le parti comuni e per le singole<br />
unità abitative.<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.5/23
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
b.2 - riferimenti normativi e prescrizioni di dettaglio<br />
in questo capitolo si approfondiscono con dettagli normativi e prescrittivi le richieste già riportate nel capitolo<br />
precedente<br />
b.2.1 - Riferimenti a norme e leggi<br />
Tutti gli impianti elettrici dovranno essere eseguiti secondo i più recenti criteri <strong>della</strong> tecnica impiantistica e<br />
con la scrupolosa osservanza delle Leggi (anche se non espressamente citate qui di seguito):<br />
- Legge del 22/1/2008 n°37<br />
- Legge sulla prevenzione degli infortuni D.P.R. n. 547 del 27 aprile 1955 (ed aggiornamenti successivi);<br />
- Legge n. 186 del 1° marzo 1968 (materiali, apparecchiature ed installazione degli impianti secondo le<br />
Norme CEI);<br />
- Legge del 28/2/1986 n°41 e D.P.R. del 27/4/1978 n.384; Legge del 9/1/89 n.13 e D.M. 14/6/89 n.236 -<br />
(superamento barriere architettoniche)<br />
- Decreto ministeriale del 8/3/1985 -"Direttive urgenti prevenzione incendi"<br />
- Legge n. 791 del 1977 (attuazione <strong>della</strong> direttiva comunitaria 72-23 C.E.E. del 29/2/1973 riguardante le<br />
garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico utilizzato al di sotto di 1000 V in corrente<br />
alternata);<br />
- Legge n. 833 del 1978 (Riforma Sanitaria: artt. 23 e 24 relativi alla prevenzione ed alla sicurezza nel<br />
lavoro, in particolare nel settore elettrico);<br />
- Norma C.E.I. 64-8/1÷8 fascicoli n.1916÷1922 e varianti -"Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale<br />
non superiore a 1000V in c.a. e 1500V in c.c.;<br />
- Norma C.E.I. per gli impianti elettrici negli edifici prefabbricati e nelle costruzioni modulari (64-3/Fascicolo<br />
316 e varianti);<br />
- Norma C.E.I.64-2 e 64-2/A fascicoli n.1431-1432 e varianti-EC fascicolo 1973V-"Impianti elettrici nei<br />
luoghi con pericolo di esplosione";<br />
- Norma C.E.I. per gli impianti centralizzati di antenne TV (12-15/Fascicolo 4327);<br />
- Norma C.E.I. per la protezione di strutture contro i fulmini (81-1 fascicolo n.1439 e varianti)<br />
- Norma C.E.I. per le protezioni contro le sovracorrenti delle condutture di categoria 0 e 1 (64-6/Fascicolo<br />
463);<br />
- Norma C.E.I. per apparecchi di comando non automatici (23-9 /Fascicolo 823 del 15-6-87);<br />
- Norma C.E.I. 11-8 fascicolo n.1285 -"Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia<br />
elettrica. Impianti di terra"<br />
- Norma C.E.I. 11-17 fascicoli n.558 V1 e n.1190 - "Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di<br />
energia elettrica linee in cavo"<br />
- Norma C.E.I. 64-50 fascicolo n.1282G - "Edilizia residenziale. Guida per l'integrazione nell'edificio degli<br />
impianti elettrici utilizzatori, ausiliari e telefonici.<br />
- Gli apparecchi illuminanti dovranno essere conformi al D.M. 9/10/1980 (G.U. 28/10/1980): "Soppressione<br />
dei radio disturbi";<br />
- Prescrizioni del Comando dei Vigili del Fuoco;<br />
- Prescrizioni dell'ASM;<br />
- Prescrizioni <strong>della</strong> S.I.P.;<br />
ed inoltre l'osservanza:<br />
- delle altre norme, anche se non indicate, sempre pertinenti l'esecuzione degli impianti elettrici;<br />
- dell'entrata in vigore di nuove Leggi e/o Norme e/o varianti in corso d’opera.<br />
La rispondenza degli impianti alle Norme sopra indicata è intesa nel senso più restrittivo e cioè, non solo<br />
l'esecuzione dell'impianto sarà rispondente alle Norme ma, bensì, ogni singolo componente dell'impianto<br />
stesso.<br />
b.2.2 - Classificazione dell'impianto<br />
Essendo l'impianto in oggetto di I categoria (secondo classificazione C.E.I. 64-8 art.2.1.15) senza propria<br />
cabina di trasformazione, in base all'art. 5.4.06 <strong>della</strong> sopraccitata normativa si è attuata la protezione contro i<br />
contatti indiretti prevista per il sistema TT.<br />
E' previsto quindi un conduttore di protezione collegato ad un impianto di terra indipendente. Per la<br />
protezione dai contatti indiretti deve essere verificata la seguente condizione:<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.6/23
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Rt< 50/l, dove:<br />
Rt= Resistenza in ohm dell'impianto di terra nelle condizioni più sfavorevoli<br />
I = valore <strong>della</strong> corrente d'intervento del dispositivo di protezione in 5 s.<br />
Per verificare questa condizione saranno usati interruttori differenziali con Idn = 30 mA con tempi di<br />
intervento rispondenti alla norma CEI 23-18 ossia:<br />
0,5 s per correnti differenziali pari a Idn;<br />
0,2 s per correnti differenziali pari a 2 Idn;<br />
0,04 s per correnti differenziali pari a 5 Idn;<br />
b.2.3 - Scelta dei materiali e degli apparecchi<br />
Tutti i materiali e le apparecchiature da impiegare nella esecuzione degli impianti elettrici dovranno essere<br />
tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all'umidità, alle quali potranno essere<br />
esposti durante l'esercizio. Il grado di protezione dei singoli apparecchi dovrà essere conforme alla<br />
normativa in funzione <strong>della</strong> posizione dell’apparecchiatura e <strong>della</strong> sua funzione.<br />
I materiali e gli apparecchi dovranno, inoltre, essere rispondenti alle relative Norme C.E.I. ed alle Tabelle di<br />
unificazione CEI-UNEL, ove queste esistano.<br />
La rispondenza dei materiali e delle apparecchiature alle prescrizioni di tali Norme e Tabelle deve essere<br />
attestata, per tutti i materiali e gli apparecchi, dalla presenza del contrassegno dell'lstituto Italiano del<br />
Marchio di Qualità (I.M.Q.) e/o dal marchio CE.<br />
In tutti i casi, comunque, i materiali e le apparecchiature dovranno essere scelti fra quanto di meglio il<br />
mercato sia in grado di fornire, tenendo conto dell'importanza <strong>della</strong> continuità del servizio e <strong>della</strong> facilità di<br />
manutenzione.<br />
b.2.3.1 - Tubi protettivi<br />
Per impianti sottotraccia<br />
- I tubi protettivi da disporre sotto pavimento e nei tavolati dovranno essere in polietilene di tipo flessibile<br />
<strong>della</strong> "SERIE PESANTE" ad alta resistenza allo schiacciamento e resistenti alla fiamma, secondo tabella<br />
UNEL 37121- norma C.E.I. 23-14.<br />
- Il diametro dei tubi ed il raggio di curvatura dovranno essere tali da assicurare facilmente lo sfilaggio ed il<br />
reinfilaggio dei conduttori.<br />
In particolare il diametro interno dei tubi dovrà essere calcolato, in ogni caso, almeno 1,3 volte maggiore del<br />
diametro del cerchio circoscritto al guscio dei cavi contenuti.<br />
Comunque, il diametro interno minimo ammesso deve essere almeno di 16 mm.<br />
- I tubi protettivi dovranno essere posati scegliendo tracciati ad andamento rettilineo verticale o orizzontale.<br />
b) Impianti a vista ed interrati<br />
- I tubi protettivi da impiegare per l'esecuzione degli impianti a vista nei cavedi ed interrati, dovranno essere<br />
in P.V.C. di tipo "RIGIDO SERIE PESANTE" ad alta resistenza allo schiacciamento e resistenti alla fiamma;<br />
secondo tabella UNEL 37118 - (C.E.I. 23-14).<br />
b.2.3.2 - Cassette e scatole<br />
a) Le cassette di derivazione (e le scatole contenenti gli apparecchi di comando) dovranno essere del tipo in<br />
resina termoplastica auto estinguente e con buone proprietà meccaniche (resistenza agli urti).<br />
Le dimensioni delle cassette di derivazione saranno da scegliere in relazione al numero ed alla sezione dei<br />
conduttori che ad esse fanno capo, nonché al tipo di morsettiera con la quale si eseguiranno le connessioni.<br />
Le cassette saranno da installare in numero tale da poter consentire il regolare e facile infilaggio dei<br />
conduttori.<br />
I coperchi delle cassette di derivazione (a totale isolamento di colore bianco) dovranno essere fissati in<br />
modo sicuro mediante viti (e quindi, apribili solo con attrezzo).<br />
b) le cassette da disporre per gli impianti a vista dovranno essere:<br />
- a tenuta stagna (gradi di protezione IP44-lP55-lP66 in funzione del posizionamento);<br />
- in materiale isolante termoindurente (resina poliestere rinforzata con fibre di vetro) di colore grigio;<br />
- resistenti alla fiamma (auto estinguenti) ed al calore (120 °C);<br />
- di elevate caratteristiche elettromeccaniche;<br />
- inalterabili all'umidità ed ai vapori corrosivi.<br />
c) quando siano necessarie, per determinate condizioni di posa, cassette in lega leggera; queste dovranno<br />
avere un grado di protezione minimo IP55, viteria in acciaio inox, verniciatura con trattamento contro la<br />
corrosione.<br />
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b.2.3.3 - morsetti e morsettiere<br />
Le connessioni dei conduttori dovranno essere contenute nelle cassette di derivazione ed eseguite<br />
esclusivamente con morsetterie fisse.<br />
Non sono ammessi morsetti volanti anche se muniti di rivestimento isolante.<br />
Sia le morsetterie fisse che i morsetti volanti dovranno avere caratteristiche isolanti adeguate al sistema<br />
elettrico a cui appartengono e dovranno avere le parti in tensione protette contro i contatti accidentali.<br />
Il serraggio dei conduttori dovrà essere sicuro e non soggetto ad allentamento per vibrazioni.<br />
b.2.3.4 - Conduttori e cavi<br />
a) I conduttori da introdurre nei tubi protettivi in P.V.C. posti sottotraccia saranno in rame, unipolari, flessibili<br />
del tipo non propagante la fiamma (H07V-K) nelle unità abitative, nelle colonne montanti e parti comuni . Per<br />
la posa all'esterno degli edifici o interrata, sarà usato il tipo multipolare flessibile con guaina (H07 W-K).<br />
I rivestimenti isolanti dei conduttori unipolari dovranno essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle<br />
Tabelle CEI-UNEL 00722 per consentire la facile individuazione <strong>della</strong> funzione dei conduttori stessi:<br />
- MARRONE/GRIGIO/NERO = PER LE FASI<br />
- BLU CHIARO= PER IL NEUTRO<br />
- GIALLO VERDE= PER LA TERRA<br />
b) Per gli impianti eseguiti con tubi protettivi metallici, canalette, canalizzazioni interrate, i cavi uni-multipolari<br />
da impiegare dovranno essere.<br />
- unipolari isolati con gomma qualità G10 e grado di isolamento 4;<br />
- multipolari flessibili con isolamento in gomma sotto guaina a base di mescola termoplastica qualità M1 o<br />
elastomerica qualità M2 (tipo FG100M1 CEI-UNEL 35369 CEI-UNEL 5370 CEI-UNEL 35371).<br />
Sarà ammessa l'utilizzazione di scatole comuni a circuiti con tensioni diverse, purché i conduttori/cavi siano<br />
isolati per la tensione nominale del sistema a tensione più elevata e le cassette siano internamente munite<br />
di diaframmi, non amovibili se non a mezzo di attrezzo, fra i morsetti destinati a serrare conduttori<br />
appartenenti a sistemi diversi.<br />
I cavi dovranno essere del tipo non propaganti l'incendio a basso sviluppo di fumi gas tossici e corrosivi<br />
come previsto dalle C.E.I. 20-22 e C.E.I. 20-38.<br />
b.2.3.4.1- Sezioni dei conduttori<br />
Le sezioni dei conduttori sono calcolate considerando i carichi che verranno effettivamente posti in opera e<br />
con la piena osservanza delle Norme C.E.I. e delle Tabelle UNEL relative alla materia.<br />
La caduta di tensione non potrà essere superiore, rispetto alla tensione misurata contemporaneamente<br />
all'inizio dell'impianto considerato a:<br />
- 4% per i circuiti forza motrici;<br />
- 3% per i circuiti illuminazione (con inseriti tutti gli apparecchi utilizzatori suscettibili di funzionare<br />
contemporaneamente). Le sezioni previste per i conduttori di ogni derivazione di utilizzo negli alloggi sono:<br />
- 1,5 mmq per ogni singola derivazione di segnale acustico funzionante a bassissima tensione (12 \/);<br />
- 1,5 mmq per ogni singola derivazione di Punto luce;<br />
- 2,5 mmq per ogni singola derivazione di Presa a spina da 10A;<br />
- 2,5 mmq per ogni singola derivazione di Presa a spina da 16 A.<br />
Le sezioni minime ammesse per i conduttori delle linee dorsali all'interno di ogni alloggio sono:<br />
- 2,5 mmq per la dorsale del circuito prese da 10A ed illuminazione;<br />
- 2,5 mmq per la dorsale del circuito presa da 16 A;<br />
- 4 mmq per la linea prese per grossi elettrodomestici (piastre, forno, lavatrice, lavastoviglie e FAN COIL).<br />
- Per la linea montante principale di alimentazione relativa ad ogni singola unità è ammessa una sezione<br />
minima di 6 mmq.<br />
b.2.3.5 - Protezione delle sovracorrenti<br />
Tutti i circuiti degli impianti elettrici relativi alle unità, nonché i circuiti dei servizi generali di illuminazione e di<br />
alimentazione circuiti TV dovranno essere protetti dalle correnti di sovraccarico e di corto circuito con<br />
interruttori automatici magnetotermici correttamente dimensionati secondo le condizioni: If≤1,45I; Ib≤ln≤lz<br />
(If = corrente convenzionale d'intervento)<br />
(Iz = corrente di max portata del conduttore)<br />
(Ib = corrente d'impiego del conduttore)<br />
(In = corrente nominale del dispositivo di protezione)<br />
In particolare, gli interruttori automatici magnetotermici dovranno avere le seguenti caratteristiche;<br />
- modulari componibili;<br />
- potere di interruzione minimo di 4,5 KA per le parti comuni e per le unità;<br />
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- meccanismi d'intervento e di manovra a tempo indipendente sia in chiusura che in apertura;<br />
- soglia d'intervento elettromagnetico 4,8 In;<br />
- intervento automatico segnalato dalla posizione <strong>della</strong> leva di manovra.<br />
b.2.3.6 - Protezione dalle tensioni di contatto<br />
Tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto elettrico e degli utilizzatori (piastre, frigorifero, lavatrice,<br />
cucina elettrica, Iavastoviglie, apparecchi illuminanti, ecc.) normalmente non in tensione ma che per difetto di<br />
isolamento possono accidentalmente trovarsi sotto tensione, dovranno essere protette contro le tensioni di<br />
contatto.<br />
Tale protezioni dovranno essere realizzate mediante la messa a terra delle parti metalliche ed il<br />
coordinamento con i dispositivi di protezione come da norme CEI 64-8.<br />
b.2.3.7 - Apparecchi illuminanti<br />
L'appaltatore dovrà fornire i seguenti apparecchi illuminanti per tutti i punti luce interni ed esterni indicati<br />
nelle tavole di progetto:<br />
- per i punti luce esterni a parete collegati alla rete elettrica del fabbricato, apparecchi a tenuta stagna<br />
IP65 con lampade a basso consumo energetico da 32 W.<br />
- per i punti luce esterni a parete autoalimentati con pannelli fotovoltaici e batteria di autosostentamento,<br />
apparecchi a tenuta stagna IP65 con lampade a led e sensore di presenza;<br />
- per l'illuminazione esterna, lampioni a stelo dell'altezza di 150 cm, con diffusore in policarbonato<br />
trasparente antiurto a tenuta stagna (grado di protezione IP65) con lampade a basso consumo da 32 W<br />
collegati alla rete parti comuni, comandati da sensore crepuscolare.<br />
- per i punti luce interni delle parti comuni, apparecchi in policarbonato IP 65 con lampade a basso<br />
consumo energetico ≤ 32 W<br />
- per i punti luce esterni alle unità, apparecchi in policarbonato IP 65 con lampade a basso consumo<br />
energetico ≤ 32 W<br />
I modelli ed i colori dei corpi illuminanti dovranno esser approvati dalla DL.<br />
b.2.4 - Impianti relativi alle unità<br />
b.2.4.1 montanti di alimentazione e di terra<br />
Dovrà essere realizzata la posa delle tubazioni dal limite di proprietà fino ai contatori secondo le modalità e<br />
l'uso dei materiali prescritti dall'Azienda Erogatrice.<br />
L'impianto interno ha origine dai contatore generale del fabbricato.<br />
Le linee di alimentazione, derivate a valle del contatore, saranno inserite in condutture interrate fino al punto<br />
di risalita in corrispondenza di cavedi impiantistici da collocare nelle parti comuni.<br />
All'interno di questi ultimi correranno in tubazioni di protezione rigide munite di scatole di derivazione per lo<br />
smistamento dette linee di ciascun appartamento di piano; a partire da questo punto saranno inserite in<br />
tubazioni flessibili fino al raggiungimento del quadro unità abitative.<br />
La protezione da corto circuito, da sovraccarico e da contatti indiretti di ciascuna delle colonne montanti (2x6<br />
mmq H07 V-K conduttore di terra 1x6 mmq H07V-K gialloverde), dovrà essere garantita da un interruttore<br />
magnetotermico differenziale da (2x15A/0,03A) posto immediatamente a valle del contatore insieme<br />
all'interruttore di protezione <strong>della</strong> linea a servizio delle parti comuni.<br />
Ogni linea montante non potrà essere interrotta né giuntata, ma dovrà arrivare direttamente al centralino<br />
dell’unità abitativa.<br />
Il contatore sarà posizionato nell’ apposita nicchia munita di sportello sito nella posizione di progetto o in<br />
posizione concordata con l'Azienda Erogatrice.<br />
E' prevista una potenza impegnata di 30 kW per l’intero fabbricato.<br />
Si dovrà anche prevedere un coordinamento degli interruttori di protezione alla base del montante e nel<br />
centralino d'alloggio, in modo che il primo intervenga solo in caso di corto circuito, sovraccarico o<br />
dispersione sul montante stesso.<br />
b.2.4.2 - apparecchi di comando<br />
Gli apparecchi di comando non automatici per i centri luce (interruttori, deviatori, invertitori, ecc.) dovranno<br />
essere di tipo componibile in scatola rettangolare, con supporto/placca a totale isolamento fissati alla scatola<br />
a mezzo di viti, con azionamento a bilanciere e contatti aventi una portata minima di 10 A/250 V, conformi<br />
alla Norma C.E.I. 23-9 e varianti e garantiti dal Marchio Italiano di Qualità.<br />
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<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Le placche dovranno essere in materiale plastico nel colore scelto dalla direzione lavori fra i colori disponibili.<br />
I Frutti saranno di colore grigio antracite salvo altra disposizione <strong>della</strong> D.L. .<br />
b.2.4.3 - prese di corrente<br />
Le prese di corrente bipolari con terra da 10 A e 16 A, ad alveoli protetti di tipo componibile come gli<br />
apparecchi di comando, dovranno essere conformi alle Norme C.E.I. e garantite dal Marchio Italiano di<br />
Qualità.<br />
Dovranno avere un grado minimo di sicurezza IP2.1 e saranno strutturate in modo da evitare il contatto<br />
accidentale con parti in tensione anche durante l'inserzione e la disinserzione delle spine.<br />
Le placche dovranno essere in materiale plastico nel colore scelto dalla direzione lavori fra i colori<br />
disponibili. I frutti saranno di colore grigio antracite salvo altra disposizione <strong>della</strong> D.L.<br />
b.2.4.4 - prese di corrente con interruttore<br />
I circuiti di alimentazione degli elettrodomestici quali lavatrice, cucina, lavastoviglie, piastre ad induzione,<br />
ecc., avranno oltre alla protezione generale da sovracorrente già prevista nel centralino una intercettazione<br />
in zona costituita da un interruttore bipolare.<br />
b.2.4.4 - bagni e docce<br />
Nei locali ove vi sia la presenza di vasche da bagno o docce dovranno essere rispettate, per la posa di prese<br />
ed apparecchiature elettriche, le distanze e le indicazioni contenute nella norma C.E.I. 64-8.<br />
Le masse estranee, nelle zone di pericolo, devono essere collegate al conduttore di protezione.<br />
Sono da considerarsi masse estranee la vasca da bagno e la doccia.<br />
b.2.4.5 - segnalazioni elettriche<br />
La segnalazione d'ingresso ad ogni unità dovrà essere realizzata mediante pulsante da collocare all'esterno<br />
agente con suoneria idonea alimentata mediante il trasformatore inserito nel centralino.<br />
Per le chiamate interne all’unità la suoneria inserita nel centralino dovrà avere un suono diversificato rispetto<br />
a quella prevista per la segnalazione d'ingresso. La suoneria per le chiamate interne alle unità dovrà essere<br />
deviata anche nelle zone giorno e nelle parti comuni.<br />
b.2.4.6 - conduttori equipotenziali (norma C.E I. 64-8)<br />
I conduttori equipotenziali devono avere una sezione non inferiore a metà di quella del conduttore di<br />
protezione principale dell'impianto con un minimo di 6 mmq.<br />
Sono richiesti i collegamenti equipotenziali delle tubazioni di acqua fredda e calda all'ingresso dei bagni,<br />
delle cucine e all'uscita dello scambiatore. I collegamenti equipotenziali dovranno essere, dove possibile<br />
ispezionabili e collocati in una apposita cassetta chiusa con sportello avvitato.<br />
Le connessioni tra il conduttore e le tubazioni dovranno essere realizzate per mezzo di appositi morsetti in<br />
acciaio zincato in modo che sia assicurato un perfetto contatto elettrico e siano evitate possibili corrosioni.<br />
b.2.5 - Servizi generali di fabbricato<br />
b.2.5.1 - impianto citofonico<br />
Sarà costituito da apparecchiature di elevate prestazioni per realizzare un servizio citofonico con le seguenti<br />
caratteristiche:<br />
- posto esterno composto da scatole, telai, placche, pulsanti luminosi ad elementi modulari e componibili;<br />
gruppo fonico monoblocco completo di altoparlante con membrana in nylon e microfono<br />
magnetodinamico amplificato; da posizionare in prossimità dell'ingresso pedonale;<br />
- alimentatore a Marchio Italiano di Qualità con circuiti fonici protetti dalle sovracorrenti e separati dai circuiti<br />
in corrente alternata; stadio di amplificazione con uscita non inferiore a 100 mmW su 20 Ohm regolabili in<br />
continuità, potenziometro per la regolazione del livello sonoro al posto esterno e relè per il telecomando<br />
<strong>della</strong> serratura elettrica;<br />
- gli apparecchi derivati interni saranno in esecuzione da parete con circuito di chiamata a ronzatore,<br />
corredati di un pulsante per comanda serratura elettrica e muniti di cordone estensibile; conversazione<br />
bicanale mediante due distinte capsule magnetodinamiche rispettivamente con funzione di microfono e di<br />
ricevitore;<br />
-il circuito di alimentazione in corrente alternata dovrà essere adeguatamente protetto contro il sovraccarico<br />
ed il corto circuito, nonché dalle tensioni di contatto (protezione magnetotermica e differenziale); dette<br />
protezioni saranno da centralizzare sul Quadro Servizi generali di fabbricato;<br />
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n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.10/23
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
- la linea di alimentazione dell'impianto è derivata dal quadro servizi generali e le condutture con percorsi<br />
sottotraccia raggiungono il vano montanti del corpo scala opportunamente separate da tutti gli altri circuiti<br />
elettrici dello stabile.<br />
b.2.5.2 - Colonna montante telefoni<br />
Per l'allacciamento del fabbricato alla rete telefonica, dovrà essere collocata una tubazione e pozzetti<br />
d'ispezione nelle dimensioni indicate dalla TELECOM fino al limite di proprietà.<br />
E' previsto un terminale di rete (cassetta di derivazione) per fabbricato, ubicato nella posizione che sarà<br />
indicata dalla TELECOM, da cui si sviluppa la colonna montante per il raggiungimento delle singole unità.<br />
All'ingresso di ogni unità è stato previsto un punto telefonico costituito da 3 scatole da incasso unificate<br />
TELECOM collegate fra loro per l'allacciamento alla rete esterna.<br />
Negli altri ambienti sono stati previsti due punti telefonici collegati al precedente schema ad anello.<br />
Tutte le tubazioni, i pozzetti, le scatole etc., occorrenti alla realizzazione dell'impianto, devono essere<br />
destinate ai soli punti telefonici<br />
Dovrà essere eseguita una colonna montante (ad esclusiva disposizione per il servizio telefonico) da<br />
distribuire a tutte le unità.<br />
La tipologia, le dimensione e le modalità di posa dei tubi (in P.V.C. a marchio di qualità), delle cassette e di<br />
altri componenti necessari, dovranno essere conformi alle prescrizioni ed agli accordi preliminari con la<br />
Società installatrice degli apparecchi telefonici (TELECOM).<br />
b.2.6 - Impianto elettrico parti comuni<br />
b.2.6.1- Alimentazione e prelievo energia<br />
L'impianto ha origine dal contatore generale previsto nello stesso vano in cui sono situati i contatori di<br />
appartamento, subito a valle <strong>della</strong> protezione magnetotermica differenziale dei servizi generali suddiviso in<br />
linee distinte, sezionabili, comandate e protette da interruttori magnetotermici adiacenti a quello di protezione<br />
generale sopraindicato.<br />
b.2.6.2 - llluminazione di sicurezza<br />
Sono previsti dei complessi autonomi di illuminazione di sicurezza con batteria tampone garantente una<br />
durata minima di 60 minuti, atti a garantire un'affidabile illuminazione (vani scala, androne fabbricato, portici).<br />
b.2.6.3 - llluminazione interna ed esterna<br />
Per i vani scala ed i percorsi comuni, è stata prevista l'accensione a tempo mediante rilevatori di presenza e<br />
pulsanti manuali luminosi opportunamente dislocati ad integrazione dell'illuminazione notturna permanente<br />
garantita da una parte dei corpi illuminanti.<br />
Il consenso delle accensioni con timer è dato da un interruttore crepuscolare che combinato<br />
circuisticamente con un orologio programmatore, permetterà l'accensione manuale delle luci nelle ore<br />
notturne.<br />
Le luci notturne verranno attivate dall'interruttore crepuscolare.<br />
Negli atri d'ingresso, nei percorsi di accesso pedonali e nelle aree verdi, deve essere prevista l'accensione<br />
automatica delle luci a mezzo interruttore crepuscolare.<br />
Per l'alloggiamento delle linee di alimentazione elettrica nei tratti esterni all'edificio,(strade di accesso, aree<br />
verdi ecc.), devono essere previste, come per la distribuzione principale, tubazioni interrate e adeguati<br />
pozzetti ispezionabili.<br />
Le luci autoalimentate del tipo a led con pannello solare e batteria, saranno comandate da sensore di<br />
presenza.<br />
b.2.6.4 - Impianto generale di messa a terra<br />
Oltre alle masse devono essere messe a terra anche le masse estranee all'impianto elettrico esistenti<br />
nell'area del complesso quali:<br />
le tubazioni dell'acqua, del riscaldamento, del gas, nonché le armature <strong>della</strong> struttura in calcestruzzo armato<br />
e del plinto di quella in acciaio oltre che quest'ultima.<br />
L'impianto di terra sarà costituito dalle seguenti parti:<br />
b.2.6.4.1 - Conduttori equipotenziale<br />
Hanno lo scopo di assicurare l'equipotenzialità fra le masse estranee e il conduttore di protezione o il<br />
collettore (o nodo) principale di terra.<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.11/23
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
b.2.6.4.2 - Conduttore di protezione<br />
E' stato previsto un unico conduttore di protezione comune a tutte le masse come prescritto dalle norme CEI<br />
64-8.<br />
Detto conduttore sarà inserito in tubazioni e cassette di derivazione separate da tutte le altre condutture.<br />
Ai conduttori di protezione saranno collegati i poli di terra di tutte le prese di corrente nonché tutti i centri<br />
luce, i poli di terra di tutti i centralini, l'impianto equipotenziale tra tubazioni nei bagni, l'impianto<br />
equipotenziale tra tubazioni nelle cucine, il sostegno dell'antenna TV, gli apparecchi illuminanti, tutte le parti<br />
metalliche delle apparecchiature elettriche, e quant'altro necessario anche se non descritto per realizzare un<br />
impianto di messa a terra che sia corrispondente alle vigenti prescrizioni normative.<br />
Il rapporto fra conduttore di protezione e conduttore di fase dovrà essere del seguente tipo:<br />
- per conduttori di fase con S
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
La posa dei frutti dovrà rispettare le quote fissate dalla normativa per l'abbattimento delle barriere<br />
architettoniche e riportate nella figura di seguito riprodotta:<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.13/23
certificazione<br />
energetica<br />
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Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
c - OPERE DA IDRAULICO<br />
c.1 - Impianto di riscaldamento e raffrescamento<br />
L’impianto di riscaldamento - raffrescamento dovrà essere realizzato nel rispetto <strong>della</strong> normativa vigente.<br />
I suddetti impianti saranno del tipo centralizzato.<br />
I terminali di erogazione saranno del tipo radiante (termoarredo) nei bagni e fan coil in tutti gli altri locali<br />
dotati di impianto termico, tutti gestiti da appositi termostati.<br />
E’ prevista l’installazione di un doppio scambiatore a piastre in centrale termica, il primo dedicato alla<br />
fornitura di riscaldamento ai piani terra e primo ed il secondo dedicato alla produzione istantanea di acqua<br />
calda sanitaria, nella misura di 25 l/min, oltre che di una pompa di calore Aria/Aria in copertura per il<br />
raffrescamento.<br />
L’impianto di distribuzione del fluido termovettore sarà a 2 tubi (A/R) che grazie ad un commutatore<br />
estate/inverno trasporteranno ai fan coil fluido ad alta temperatura in inverno e fluido refrigerato in estate. Il<br />
funzionamento dei termoarredi nei bagni dovrà essere tale da operare solamente in inverno al fine di evitare<br />
fenomeni di condensa.<br />
Dal locale centrale termica prenderà origine l’impianto di distribuzione principale del fluido vettore per il<br />
riscaldamento/raffrescamento, con tubazioni coibentate (con gli spessori previsti dalla tab. B del D.P.R.<br />
26/08/1993 n. 412) con colonne montanti separate per ogni collettore di piano. Tutto ciò sarà reso possibile<br />
per mezzo di un collettore di distribuzione principale del tipo coibentato con coppelle preformate. Ogni<br />
colonna sarà dotata di apposito gruppo di circolazione.<br />
In corrispondenza di ogni piano, nei disimpegni, verranno collocati in nicchia predisposta, collettori<br />
premortati e coibentati con coppelle, in cassetta in lamiera zincata per la distribuzione del riscaldamento e<br />
del raffrescamento, con rimandi in locale tecnico o in centrale per la telelettura dei consumi.<br />
Nel caso <strong>della</strong> distribuzione dei fan coil dovranno essere utilizzati collettori in acciaio inox coibentati mentre<br />
per quanto riguarda i collettori collegati ai termoarredi saranno ammessi collettori in ottone nichelato.<br />
Qualora venissero utilizzate tubazioni in Multistrato PE-Xb/Al/PE-Xb o in PeX-C non saranno ammesse<br />
giunzioni di alcun genere.<br />
Per ciò che consta il dimensionamento dell’impianto a fan coil viene fornito un progetto di massima sui<br />
diametri da utilizzare poiché le portate in gioco variano notevolmente a seconda delle tipologie e dei marchi<br />
di prodotto prescelti. Sarà onere <strong>della</strong> ditta appaltatrice fornire il progetto esecutivo in funzione dei prodotti<br />
prescelti, che dovrà essere firmato da tecnico abilitato e sottoposto alla Direzione Lavori.<br />
Lʼimpianto dovrà essere corredato di tutti gli elementi e la componentistica necessaria per una realizzazione<br />
a regola dʼarte dellʼimpianto anche se non espressamente indicati nelle tavole di progetto.<br />
certificazione energetica dei materiali utilizzati<br />
Prima dell'approvvigionamento e <strong>della</strong> fornitura in cantiere del materiale soggetto ad obbligo di certificazione<br />
delle caratteristiche e delle prestazioni energetiche ai sensi del D.M. 2.4.98, l'impresa dovrà fornire alla<br />
Direzione Lavori copia del certificato.<br />
I materiali per il quale è richiesta certificazione sono quelli contenuti nell'allegato A al D.M. citato e<br />
riassumibili in:<br />
- generatori di calore<br />
- collettori<br />
- kit di miscelazione (se presenti)<br />
- testine termostatiche<br />
- pompe e circolatori<br />
- tubazioni<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.14/23
c.2 - Impianto idrosanitario<br />
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Approvvigionamento dell’acqua fredda<br />
L'impianto idrico avrà origine dal punto di consegna dell'Ente erogatore al limite di proprietà .<br />
Il contatore generale dell’acqua verrà collocato nella nicchia contatori posizionata come su indicazioni<br />
dell’Ente Erogatore.<br />
Il contatore dovrà essere intercettabile con una copia di valvole a sfera. Nel caso sia richiesto dall’Ente<br />
Erogatore dovrà essere collocato un disconnettore a valle del contatore e dun riduttore di pressione nel caso<br />
in cui la pressione riscontrata sia superiroe alle 5 atm.<br />
Dal contatore prende origine la rete interna che dovrà servire il fabbricato, e più specificatamente: il sistema<br />
di produzione dell’acqua calda mediante scambiatore a piastre dedicato dimensionato per la produzione di<br />
almeno 25 litri al minuto che verrà poi distribuito ai piani come da tavole di progetto.<br />
Nel locale Centrale termica, a monte di tutti gli impianti si dovrà prevedere un sistema di trattamento<br />
dell'acqua funzionante sul principi del passaggio del fluido attraverso un campo magnetico permanente e la<br />
formazione di deposito di aragonite non incrostante [ riferimento modello New ARA <strong>della</strong> Vosges oppure<br />
Gamma Euro 2000-Top Chem equivalenti ].<br />
Il sistema adottato dovrà essere certificato da Istituto di verifica specializzato.<br />
L’acqua fredda e calda verranno distribuite mediante sistema a colonne montanti ai piani e collettori che<br />
dovranno essere intercettabili ai piani mediante valvole a sfera.<br />
Le tubazioni di collegamento, fra il punto di consegna dell’Ente Erogatore ed il contatore e da questo al<br />
fabbricato saranno in polietilene atossico PN 16 ad alta densità. Le parti in corrispondenza del contatore<br />
generale saranno in acciaio zincato coibentate con coppelle isolanti anticondensa. All’interno del fabbricato<br />
la distribuzione avverrà mediante tubazioni in multistrato PeXb/Al/PeXb conformi all’utilizzo per uso potabile<br />
(da dimostrarsi con apposito certificato del produttore da presentare alla DL prima dell’approvvigionamento<br />
del materiale stesso). Il tubo non potrà in alcun caso essere giuntato.<br />
La distribuzione dell’acqua agli stacchi puntuali delle unità dovrà avvenire per mezzo di collettori per uso<br />
idro-sanitario. Si precisa che anche gli stacchi riguardanti lavatrici e lavastoviglie, che dovranno essere<br />
dotati di portagomma, dovranno prevedere sia l’acqua calda che l’acqua fredda.<br />
Al piano terra dovrà essere predisposto pozzetto con derivazione dell’acqua fredda e sistema di irrigazione<br />
automatico comandato da centralina.<br />
Produzione e distribuzione dell’acqua calda sanitaria (acs)<br />
L'acqua calda verrà prodotta mediante l’utilizzo di uno scambiatore a piastre collegato alla rete cittadina del<br />
teleriscaldamento dedicato, dimensionato in maniera tale da garantire una portata di almeno 25 l/min di<br />
a.c.s. alla temperatura di 45°. Si veda schema concettuale centrale termica.<br />
Sulla base <strong>della</strong> scelta dei materiali da utilizzare, prima <strong>della</strong> posa, l’impresa dovrà sottoporre alla DL per<br />
approvazione il progetto esecutivo dell’impianto.<br />
Le tubazioni dell'acqua fredda e calda all'interno delle unità saranno in multistrato PeXb/Al/PeXb conformi<br />
all’utilizzo per uso potabile (da dimostrarsi con apposito certificato del produttore da presentare alla DL prima<br />
dell’approvvigionamento del materiale stesso). Il tubo non potrà in alcun caso essere giuntato.<br />
Le tubazioni dell'acqua calda dovranno essere coibentate con gli spessori previsti dalla tab. B del D.P.R.<br />
26/08/1993 n. 412.<br />
Dal bollitore di produzione dell’acqua calda sanitaria prenderà avvio la rete di distribuzione alle unità che<br />
sarà realizzata in multistrato PeXb/Al/PeXb conformi all’utilizzo per uso potabile (da dimostrarsi con apposito<br />
certificato del produttore da presentare alla DL prima dell’approvvigionamento del materiale stesso). Il tubo<br />
non potrà in alcun caso essere giuntato.<br />
Come già sottolineato il distributivo dovrà essere gestito con collettori primari ai piani e collettori secondari<br />
per le singole unità, con pompe di rilancio ove necessario.<br />
L’impianto di distribuzione dell’acs sarà dottato di tubazione e pompa di ricircolo.<br />
La pompa di ricircolo sarà comandata da apposito timer che consentirà lo spegnimento notturno.<br />
La dotazione standard dei bagni è la seguente:<br />
- bagno:<br />
1 piatto doccia conforme alle normative sull’abbattimento delle barriere architettoniche (scalino di massimo 2<br />
cm col pavimento) – con attacco per acqua calda e fredda<br />
1 bidet del tipo sospeso – con attacco per acqua calda e fredda<br />
1 vaso del tipo sospeso – con attacco per acqua fredda<br />
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n. repertorio ALER 104/2010
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
1 lavabo del tipo sospeso – con attacco per acqua calda e fredda<br />
1 attacco lavatrice con portagomma sia per acqua fredda che per acqua calda.<br />
I sanitari dovranno avere dimensioni, altezza e distanze dalle pareti e fra di loro, tali da garantire il<br />
movimento <strong>della</strong> carrozzina e l’uso da parte di disabili.<br />
Il vaso dovrà sporgere di 75÷80 cm dal filo <strong>della</strong> parete ed il sedile deve essere collocato a 45÷55 cm dal<br />
pavimento.<br />
Il comando dello sciacquone dovrà essere di tipo pneumatico e collocato di lato ed in posizione anteriore<br />
rispettoal vaso.<br />
Nella stanza predisposta per persone diversamente abili a fianco del vaso dovrà essere colocato un<br />
maniglione orizzontale d’appoggio ad una quota di 75÷80 cm dal pavimento.<br />
In prossimità del vaso dovrà esser collocata una doccetta provvista di miscelatore da utilizzare come bidet.<br />
Nelle cucine dovrà essere predisposto un attacco per l'acqua fredda e calda per il lavello e un attacco<br />
l'acqua fredda e calda per la lavastoviglie.<br />
Nel caso la lavatrice non possa essere collocata nel bagno dovrà essere predisposto un attacco con<br />
portagomma nell’angolo cottura con relativo attacco di scarico.<br />
Per le parti comuni:<br />
Nelle posizioni di progetto devono essere collocati i pozzetti con il rubinetto con portagomma per l’innaffio<br />
del verde comune.<br />
c.2.1 - modalità d'esecuzione<br />
c.2.1.1 - Elaborati e documentazione da consegnare<br />
La Ditta appaltatrice dovrà consegnare per approvazione alla Direzione lavori, prima dell’installazione degli<br />
impianti, la documentazione di seguito specificata:<br />
- i certificati di omologazione, depliants, cataloghi e tutto quanto altro può servire a garantire la<br />
conformità delle apparecchiature e dei materiali, da mettersi in opera, alle richieste di legge, alle specifiche<br />
del presente capitolato e del progetto esecutivo.<br />
La mancataconsegna <strong>della</strong> documentazione bloccherrà l’ammissione delle opererelativa alla contabilità<br />
d’avanzamento.<br />
c.2.1.2 - Messa in opera<br />
La messa in opera dei materiali e <strong>della</strong> apparecchiature dell'impianto dovrà essere realizzata a regola d'arte<br />
e nel rigoroso rispetto delle indicazioni degli elaborati <strong>d'appalto</strong> e delle prescrizioni di legge.<br />
Le tubazioni, prima <strong>della</strong> posa in opera, dovranno essere accuratamente pulite; dopo la posa dovranno<br />
essere protette, da possibili offese di cantiere, con una copertura di malta cementizia.<br />
L'isolamento delle tubazioni dovrà essere continuo; non sono ammesse interruzioni in corrispondenza di<br />
curve, giunzioni e altri pezzi speciali.<br />
La prova di tenuta idraulica delle tubazioni sarà effettuata cosi come specificato all'articolo corrispondente<br />
dell'impianto di riscaldamento. L'unica variante riguarderà la pressione di prova che sarà portata da 6 bar (6<br />
kg/cm 2 ) a 10 bar (10 kg/cm 2 ).<br />
c.2.1.3 - Messa in servizio dell'impianto<br />
In occasione dell'ingresso degli assegnatari la Ditta esecutrice dei lavori dovrà provvedere alla messa in<br />
servizio dell'impianto; in particolare dovrà effettuare le seguenti operazioni e verifiche:<br />
- controllo di buon funzionamento delle apparecchiature dell'impianto (gruppo di sicurezza);<br />
- verifica di regolare erogazione dell'acqua ai punti previsti<br />
- controllo <strong>della</strong> durezza dell'acqua trattata.<br />
c.2.1.4 - Prescrizioni generali per i materiali<br />
Tutti i materiali e le apparecchiature dovranno avere caratteristiche fisiche in grado di resistere, con i dovuti<br />
margini di sicurezza, alle sollecitazioni termomeccaniche previste dalla progettazione.<br />
Dovranno inoltre essere conformi alle prescrizioni <strong>della</strong> legislazione vigente e soddisfare i requisiti tecnicoprestazionali<br />
definiti dal presente capitolato. I componenti non metallici dell'impianto, in materia plastica o in<br />
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n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.16/23
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
gomma, saranno tali da rispettare le richieste <strong>della</strong> circolare del Ministero <strong>della</strong> Sanità n.102-3990 del<br />
21/12/1978:<br />
- "disciplina igienica concernente le materie plastiche e gomme per tubazioni e accessori destinati a venire<br />
in contatto con acqua potabile o da potabilizzarsi".<br />
Gli apparecchi sanitari in ceramica saranno costruiti con materiali conformi alle prescrizioni <strong>della</strong> norma:<br />
- UNI 4542 - apparecchi sanitari di materiali ceramici. Classificazione e definizione dei materiali".<br />
Le superfici di tali apparecchi saranno lisce, prive di fenomeni di cavillatura e di qualsiasi altra imperfezione<br />
d'aspetto.<br />
Per la loro accettazione sarà valido quanto stabilito dalla norma:<br />
- UNI 4543 - "Apparecchi sanitari di materiali ceramici. Collaudo ed accettazione".<br />
Le apparecchiature sanitarie in acciaio dovranno essere protette con smalto di porcellana; non dovranno<br />
presentare superfici con avvallamento, bolle, crateri o punte di spillo.<br />
Lo smalto dovrà essere resistente agli acidi, secondo le indicazioni <strong>della</strong> norma:<br />
- UNI 5717 - "Rivestimenti protettivi applicati a caldo. Determinazione <strong>della</strong> resistenza degli acidi a freddo<br />
degli smalti porcellanati e relativa classificazione. Attacco con acido citrico".<br />
La rubinetteria dovrà essere in ottone avente caratteristiche fisico-meccaniche equivalenti o superiori a<br />
quelle corrispondenti alle seguenti composizioni:<br />
- UNI 5035 - OT S 60 Pb 2<br />
-UNI 4891 - OT 60.<br />
La cromatura dovrà essere preceduta da nichelatura e dovrà superare, senza distacco pellicolare, la prova<br />
individuata dalla norma:<br />
-UNI 4530-73 - "Corrosione di materiali metallici".<br />
c.2.1.5 - Descrizione dei materiali<br />
Gruppo contatore costituito da:<br />
• contatore volumetrico conforme alle richieste dell'Ente fornitore dell'acqua potabile;<br />
• disconnettore;<br />
- 2 valvole a sfera a passaggio totale;<br />
• rubinetto di scarico;<br />
sotto i contatori dell'acqua dovrà essere realizzato un catino per la raccolta dell'acqua in uscita dai<br />
disconnettori con tubo di scarico con funzione di "troppo pieno";<br />
Gruppo trattamento acque da collocarsi a monte degli impianti in centrale termica, costituito da acceleratore<br />
ionico (tipo: Gamma Euro 2000-Top Chem o similari).<br />
Gruppi vaso di scarico composto da:<br />
- vaso a sedile in vitreous-china del tipo a cacciata (h=380 mm, l=360 mm, p=490 mm) con tasselli, rosette e<br />
viti di fissaggio;<br />
- cassetta esterna bassa da 10 It in materiale plastico a doppio pulsante, di colore bianco, isolata contro la<br />
trasudazione, con coperchio resistente al fuoco e rubinetto di arresto interno od esterno alla cassetta stessa;<br />
- sedile in materiale plastico con anello a sezione piena.<br />
Gruppi bidet composti da:<br />
- bidet con foro centrale in vitreous-china (h=380 mm, l=360 mm, p=~50 mm) con tasselli, rosette e viti di<br />
fissaggio;<br />
- sifone ad S da 1 114" regolabile a cannocchiale;<br />
- piletta di scarico con foro di troppo pieno e croce interna;<br />
- miscelatore monocomando, bocchello rompigetto, prese a squadra in ottone e comando di scarico "a<br />
saltarello".<br />
Gruppi lavabo composti da:<br />
- lavabo a foro centrale in vitreous-china (I=640 mm, p=480 mm) con mensole o tasselli di fissaggio a<br />
parete;<br />
- miscelatore monocomando, bocchello rompigetto, prese a squadra in ottone e comando di scarico "a<br />
saltarello";<br />
- sifone a bottiglia da 1 1/4" regolabile a cannocchiale.<br />
Gruppi doccia composti da:<br />
- piatto doccia in vitreous-china (I=800mm, p=800 mm)<br />
-miscelatore semplice ad incasso con braccio di erogazione a soffione orientabile e dispositivo anticalcare a<br />
molla di richiamo;<br />
- piletta sifoide con piastra a griglia forata avente diametro minimo 70 mm.<br />
Gruppi lavello composto da:<br />
- Lavello a due vaschette in acciaio (non da fornire da parte <strong>della</strong> ditta appaltatrice) (I=900 mm, p=450 mm)<br />
con mensoloni di fissaggio a parete;<br />
- blocco esterno di erogazione con coppia rubinetti, bocca di miscelazione a snodo e bocchello rompigetto;<br />
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n. repertorio ALER 104/2010
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Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
- sifone a bicchiere da 1 1/4" a doppia combinazione, regolabile a cannocchiale.<br />
- Sifoni per lavatrice e lavastoviglie ad incasso con placca di copertura in acciaio inossidabile.<br />
- Tubi in polietilene nero (classe minima di pressione PN 10) conformi alle caratteristiche <strong>della</strong> norma:<br />
UNI 7611/76 -'tubi in polietilene ad alta densità per condotte di fluidi in pressione. Tipi, dimensioni e requisiti<br />
con raccorderia e pezzi speciali di giunzione".<br />
- Tubi in acciaio zincato conformi alle caratteristiche delle già citate norme UNI 7287/74 e UNI 7288/74, con<br />
supporti e quanto altro necessario per la realizzazione completa delle reti previste (pezzi speciali in ghisa<br />
zincata, materiali di tenuta atossici, ecc.). La zincatura <strong>della</strong> tubazioni dovrà essere del tipo individuato dalla<br />
norma:<br />
UNI 5745/75 "Zincatura a caldo dei tubi in acciaio".<br />
- Materiale isolante in guaine di polietilene a cellule chiuse.<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
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U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.18/23
c.3 – Interramento rete gas<br />
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Si dovrà provvedere allo spostamento <strong>della</strong> linea del gas in media pressione, attualmente addossata al muro<br />
di confine da demolire, al servizio dell’<strong>IZS</strong>LER.<br />
L’operazione prevederà l’interramento <strong>della</strong> suddetta tubazione in scavo da eseguirsi secondo le prescrizioni<br />
dell’ente erogatore, la sostituzione <strong>della</strong> tubazione con tubazione in acciaio conforme alle normative vigenti,<br />
la demolizione <strong>della</strong> cabina attualmente posta al confine <strong>della</strong> proprietà con realizzazione di pozzetto al di<br />
fuori del muretto di recinzione su Via Lamarmora. Si veda tavola di progetto. Tutte le indicazioni non previste<br />
nel presente capitolato o nella tavola di progetto verranno fornite dalla direzione lavori e dal responsabile<br />
dell’ente erogatore.<br />
c.3.1 - modalità d'esecuzione<br />
L'impianto dovrà essere realizzato rispettando le prescrizioni del presente capitolato e quanto altro stabilito<br />
dalle Autorità che, per legge, hanno competenza in merito.<br />
In particolare si richiama all'osservanza <strong>della</strong> legge:<br />
- n. 1083 6/12/1971 e del relativo D.M. 21/04/93: "Approvazione e pubblicazione di tabelle UNI-ClG di cui<br />
alla legge 6 dicembre 1971 n 1083, recante norme per la sicurezza dell'impiego del gas combustibile".<br />
- DM 24/11/84 “Norme di sicurezza antincendio per il trasporto, la distribuzione, l’accumolo<br />
e l’utilizzazione del gas naturale con densità non superiore a 0,8”;<br />
- UNI-CIG 9167/98 “Impianti di ricezione e prima riduzione del gas naturale. Progettazione, costruzione e<br />
collaudo”;<br />
- UNI-CIG 9571/90 “Impianti di ricezione e prima riduzione del gas naturale. Conduzione e manutenzione”;<br />
- CNR-UNI 10023/79 “Misure di portata di correnti fluide a mezzo diaframmi, boccagli o venturimetrici inseriti<br />
su condotte in pressione a sezione circolare”;<br />
- C.M. n. 3 del 09/01/1997 “Verificazione Convertitori di Volume”;<br />
- UNI-CIG 9463-1,2,3/98 “impianti di odorizzazione e depositi di odorizzante, progettazione, costruzione ed<br />
esercizio. Modalità di fornitura degli odorizzanti”;<br />
- UNI 7132/95 “Odorizzazione del gas per uso domestico e usi similari. Termini e definizioni”;<br />
- UNI 7133/06 “Odorizzazione del gas per uso domestico e usi similari. Procedure, costruzione e prove;<br />
- Delibera AEEG 168/04 e linee guida di applicazione <strong>della</strong> medesima delibera.<br />
Ad impianto eseguito dovrà essere consegnata alla D.L. una dichiarazione dell'idraulico conforme a quanto<br />
prescritto dalla vigente normativa, redatta su modello conforme alle disposizioni di legge.<br />
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n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.19/23
d - OPERE VARIE<br />
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
d.3- Ventilazione ed espulsione fumi<br />
d.3.1 - Aperture di ventilazione ai sensi delle norme UNI-CIG e condotte di esalazione dei vapori delle<br />
cucine<br />
In corrispondenza <strong>della</strong> posizione prevista per la cappa aspirante delle cucine dovrà essere collocata una<br />
canna per l'esalazione dei vapori <strong>della</strong> cucina in polipropilene serie pesante del diametro minimo di 110 mm.<br />
La condotta dovrà terminare:<br />
• in parete con una curva ed un raccordo a filo intonaco idoneo per l'innesto <strong>della</strong> canna di esalazione<br />
proveniente dalla cappa <strong>della</strong> cucina<br />
• in copertura con un torrino di esalazione di forma da concordarsi con la DL<br />
d.3.2 - Ventilazione bagni<br />
In tutti i bagni ciechi dovrà essere realizzato un impianto autonomo di espulsione dell'aria.<br />
L'impianto comprenderà l'aspiratore dotato di timer ed in grado di assicurare una portata di 12 volumi/ora.<br />
L'accensione del ventilatore sarà comandata da apposito interruttore da collocare nel bagno.<br />
- La canna verticale di esalazione che potrà essere realizzata con una tubazione in polipropilene o in<br />
polietilene corrugato del diametro minimo di 100 mm che terminerà in un torrino da collocarsi sul<br />
tetto.<br />
- Il posizionamento dell'apparecchio di espulsione dell'aria dovrà essere effettuato nel rispetto delle<br />
Norme CEI 64-8 capitolo Xl.<br />
d.3.3 - Ventilazione meccanizzata<br />
E’ previsto un sistema di ventilazione meccanizzata con recuperatore di calore statico da realizzarsi come<br />
da indicazioni di progetto e sommariamente descritto di seguito:<br />
- macchina per lo scambio posta in copertura tale da garantire un volume ora di scambio.<br />
- Torrino di espulsione<br />
- Tubazioni separate per ogni unità realizzate con condotti flessibili con isolamento in fibra di vetro<br />
biosolubile sp.25mmc di densità 18/kg/m^3 e finitura esterna tipo [vaporbarrierer] in PVC. Pmax<br />
3000 Pa. Vmax 25 mt/sec. Classe 1. Impiego –20°/+80°.<br />
- Controsoffittature in cartongesso a copertura dei tratti di tubazioni poste a soffitto.<br />
- Bocchette di immissione ed aspirazione.<br />
Percorsi desumibili da tavola di progetto. Si veda schema concettuale allegato al progetto.<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.20/23
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
e - IMPIANTO DI SCARICO<br />
e.1 - descrizione generale dell' impianto di scarico<br />
Dovranno essere realizzate due reti di raccolta e smaltimento delle acque usate:<br />
− la prima rete verrà utilizzata per le acque di risulta interne al fabbricato (da bagni e cucine);<br />
− la seconda rete provvederà alla raccolta delle acque meteoriche dei tetti e dei parcheggi e dei percorsi<br />
carrai e pedonali.<br />
Le nuove reti fognarie dovranno confluire nelle rispettive fognatura comunali nei punti indicati dall'ente<br />
gestore <strong>della</strong> fognatura e provvisoriamente riportati in progetto salvo modifica in sede esecutiva.<br />
Per ogni innesto alla fognatura comunale, prima dell'uscita dall'area di proprietà, dovrà essere collocato un<br />
sifone ispezionabile tipo "Firenze".<br />
Il tratto compreso sulla pubblica via dovrà essere realizzato dall'impresa su indicazioni dell'ente gestore <strong>della</strong><br />
fognatura comunale<br />
L'impianto di scarico delle acque usate (bagni e cucine) sarà di tipo misto a ventilazione primaria e<br />
comprenderà:<br />
- I'allacciamento degli apparecchi sanitari delle singole unità;<br />
- la realizzazione dei collegamenti orizzontali alle colonne;<br />
- la realizzazione delle colonne di scarico dall'esalatore (da posizionare sul tetto) al collettore orizzontale (da<br />
collocare al piano terra);<br />
- al piede di ogni colonna dovrà essere realizzata un'ispezione a tappo, ispezioni dovranno essere realizzate<br />
inoltre ad ogni uscita del fabbricato e sul collettore principale a distanza massima di 20 m l'una dall'altra.<br />
La rete di scarico dovrà essere completamente realizzata in PEAD o in polipropilene a raccordi provvisti di<br />
o-ring. Non sarà ammesso l'uso di PVC.<br />
La parte esterna al fabbricato dovrà essere in polietilene corrugato [tipo Ecopal o similari].<br />
La rete delle acque meteoriche avrà origine dai pozzetti d'ispezione ai piedi dei pluviali e dai pozzetti grigliati<br />
perdenti di raccolta delle acque meteoriche collocati nei passaggi carrai e pedonali.<br />
La rete di scarico dovrà essere completamente realizzata in PEAD o in polipropilene a raccordi provvisti di<br />
o-ring. Non sarà ammesso l'uso di PVC.<br />
Dovranno essere installate delle ispezioni a tappo da collocare in appositi pozzetti a distanze non superiori<br />
ai 20 m.<br />
La parte esterna al fabbricato dovrà essere in polietilene corrugato [tipo Ecopal o similari].<br />
Le acque meteoriche dovranno confluire in pozzi perdenti individuati nelle tavole di progetto. Nnell’interrato<br />
dovrà essere previsto sistema di pompaggio che dovrà essere alimentato da un quadro elettrico collocato<br />
nell’interrato, in armadio IP44, e provvisto di interruttori differenziale e magnetotermico idonei.<br />
e.1.1 - modalità d'esecuzione<br />
L'impianto di scarico delle acque reflue sarà a ventilazione primaria e sarà realizzato come da elaborati di<br />
progetto e secondo le disposizioni del presente capitolato.<br />
L'impianto dovrà essere realizzato completamente in PEAD stabilizzato, classe di pressione PN4.<br />
Su richiesta dell'impresa e a parità di costo potrà essere autorizzato l'utilizzo di tubazioni in polipropilene<br />
(PP CO) realizzate secondo norme DIN 4102 - B1 e 4102 - B2 con giunzioni dotate di O-RING.<br />
e.1.1.1 - Esecuzione dell'impianto<br />
La Ditta appaltatrice dovrà garantire una realizzazione a regola d'arte <strong>della</strong> rete di scarico previste dal<br />
progetto <strong>d'appalto</strong>. In particolare, per quanto concerne i problemi di dilatazione, dovranno essere<br />
opportunamente posizionati punti di ancoraggio, bracciali di fissaggio, manicotti di scorrimento e giunzioni di<br />
dilatazione.<br />
Tutte le colonne verticali dovranno proseguire, senza variazione di diametro, oltre il tetto; il loro innesto ai<br />
collettori orizzontali sarà realizzato con doppie curve a 45°.<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.21/23
<strong>Capitolato</strong> impianti - intervento di recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia<br />
Committente: Istituto zooprofilattico Sperimentale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong> ed Emilia Romagna<br />
Il collegamento fra le tubazioni a percorso orizzontale sarà realizzato con braghe a 45°; braghe a 88°30'<br />
saranno invece usate per il collegamento delle reti di piano alle colonne verticali.<br />
Ispezioni a tappo saranno posizionate all'uscita delle tubazioni dal fabbricato, alle confluenze nel collettore<br />
principale ed in corrispondenza di tratti rettilinei di tubazioni superiori a 10 mt.<br />
Le ispezioni saranno a vista per percorsi liberi; saranno invece contenute in appositi pozzetti di ispezione<br />
per percorsi interrati.<br />
La pendenza dei collettori all'esterno del fabbricato dovrà avere pendenza maggiore o uguale dell'1,5%.<br />
I pozzetti di ispezione, per tubazioni aventi profondità minore di 80 cm avranno dimensioni 50x50 cm<br />
(chiusino 50x50 cm); per profondità superiori agli 80 cm i pozzetti avranno dimensioni 100x100 cm con<br />
torrino di manutenzione a scaletta di 50x70 cm (chiusino 50x70 cm)<br />
e.1.1.2 - Documentazione da consegnare<br />
La Ditta Appaltatrice dovrà consegnare all'Ufficio progetti dell'Azienda, prima dell'inizio dei lavori, comunque<br />
non oltre 60 giorni, a decorrere dalla data di aggiudicazione dell'appalto depliants, cataloghi, certificati di<br />
laboratorio per legge riconosciuti e tutto quanto può servire a garantire la conformità delle apparecchiature e<br />
dei materiali, da mettersi in opera, alle richieste di legge ed alle specifiche del presente capitolato.<br />
e.1.1.1 - Materiali<br />
Tubi di scarico in polietilene nero ad alta densità - PEAD stabilizzato, classe di pressione PN 4, conformi alle<br />
caratteristiche definite dalla norma:<br />
- UNI 761-76 "Tubi in polietilene ad alta densità per condotte di scarico interrate. Tipi, dimensione e requisiti<br />
con supporti di sostegno e pezzi speciali"<br />
o in alternativa:<br />
tubazioni in polipropilene (PP CO) realizzate secondo Norme DIN 4102-B1 e 4102-B2 con giunzioni<br />
dotate di 0-RING.<br />
capitolato impianti <strong>IZS</strong>LER – Via Lamarmora 211<br />
n. repertorio ALER 104/2010<br />
U.T.2 - compilazione Aprile 2010 pag.22/23