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Sua maestà lo “sciacchetrà”

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<strong>Sua</strong> <strong>maestà</strong> <strong>lo</strong> <strong>“sciacchetrà”</strong><br />

Eno<strong>lo</strong>gia<br />

di Giovanna Benetti


Uno strano personaggio si aggira,<br />

curioso ed instancabile, tra le vigne<br />

fatate delle 5 Terre.<br />

È Walter De Battè, il re, il fi<strong>lo</strong>sofo,<br />

il ricercatore, <strong>lo</strong> sperimentatore infaticabile<br />

dell’uva e del vino nelle impervie<br />

fasce di Riomaggiore e delle<br />

zone limitrofe.<br />

Walter da anni sta dando l’anima per<br />

creare dei vini sempre più eccezionali<br />

per i profumi, i sapori, la spiccata<br />

personalità, l’unicità realizzata<br />

da una terra speciale, da vitigni speciali<br />

e dalle speciali qualità di un mago<br />

alchimista della vigna e della cantina.<br />

Gli ingredienti essenziali per<br />

creare un vino ‘super’ li evidenzia De<br />

Battè stesso con una originale ed efficace<br />

similitudine: “c’è un triango<strong>lo</strong><br />

virtuoso i cui lati sono costituiti<br />

dal vitigno, dal territorio e dal viticoltore.<br />

Nella fusione armonica dei<br />

tre si realizza l’equilibrio perfetto.”<br />

L’armonia tenacemente conquistata,<br />

per merito di Walter si diffonde in<br />

questo territorio unico.<br />

Studioso colto ed eclettico rappresenta<br />

il prototipo di quei vignaioli<br />

che, dopo aver acquisito una solida<br />

preparazione culturale, spesso universitaria,<br />

hanno sentito il richiamo<br />

irresistibile della terra. Hanno abbandonato<br />

tutto (agi, comodità,<br />

tranquillità economica) per stare lì,<br />

nella <strong>lo</strong>ro vigna, nella <strong>lo</strong>ro cantina,<br />

ad accudire la <strong>lo</strong>ro creatura, il <strong>lo</strong>ro<br />

vino, come fa un padre affettuoso<br />

con il suo figlio prediletto.<br />

Così è diventato il re del noto passito<br />

<strong>lo</strong>cale <strong>“sciacchetrà”</strong> e l’artefice<br />

indiscusso della rinascita di questo<br />

bianco.<br />

Per realizzar<strong>lo</strong> incide il vitigno, anzitutto.<br />

Per esempio, il “bosco”che<br />

Eno<strong>lo</strong>gia<br />

è un componente del<strong>lo</strong> <strong>“sciacchetrà”</strong>,<br />

è un bianco “dall’anima rossa”, nel<br />

senso che dal punto di vista dei tannini<br />

si comporta come i rossi.<br />

Influisce chiaramente anche il terri-<br />

Walter De Battè.<br />

A fronte<br />

Le tipiche fasce da secoli coltivate<br />

a vite.<br />

53


torio che “parla attraverso il vino”.<br />

E la fermentazione sulle bucce a<br />

freddo (in modo da poter controllare<br />

la vena ossidativa) permette di creare<br />

un legame maggiore col territorio.<br />

Un tipo di terreno piuttosto che un<br />

altro, la sua posizione, l’orientamento<br />

al sole, ai venti, il clima.<br />

Tipico paesaggio dei vigneti<br />

delle Cinque Terre.<br />

E ultimo, ma non meno importante,<br />

il vigneron.<br />

“Il vino deve rappresentare chi <strong>lo</strong> fa,<br />

la sua personalità. Per me la viticoltura<br />

è un percorso fisico e mentale.<br />

Infatti dagli inizi degli anni ’90<br />

con il mio amico Giorgio Bacigalupi<br />

abbiamo cominciato a studiare il<br />

vitigno “bosco”. Siamo partiti,<br />

quindi, dalla zona delle 5 Terre e dai<br />

suoi vitigni. Poi mi sono spostato<br />

negli anni sia fisicamente che men-<br />

talmente al recupero di quelli della<br />

Val di Vara e della Val di Magra. Ora<br />

sto ritornando alle 5 Terre che<br />

quindi sono un punto di partenza e<br />

di arrivo per poi ripartire. Infatti sto<br />

pensando alla regione di Montpellier,<br />

terra natale dei mei avi. Le ‘famose’<br />

radici”.<br />

Walter sta studiando attualmente una<br />

via dei vitigni che colleghi la Liguria<br />

alla zona del Rodano, a Montpellier,<br />

appunto. Secondo lui il vino,<br />

54 Eno<strong>lo</strong>gia


nato probabilmente in Armenia, ha<br />

viaggiato nel Mediterraneo. La lettura<br />

del libro di Predrag Matvejevic<br />

“Breviario mediterraneo”, che narra<br />

anche la storia della vite nel “mare<br />

nostrum”, l’ha segnato.<br />

“Faccio parte da 4-5 anni di un<br />

gruppo costituito da vignaioli italiani<br />

e francesi ‘Vins des vignerons’<br />

che si incontrano per confrontarsi<br />

sui vini e le <strong>lo</strong>ro problematiche. Lo<br />

<strong>“sciacchetrà”</strong> è un passito antico che<br />

ricorda altri in giro nella Francia del<br />

sud, in Corsica, in Cata<strong>lo</strong>gna, oppure<br />

in Occitania o nel sud del Piemonte”.<br />

E i legami sono molto stretti.<br />

“Una delle cose che mi affascinano<br />

di più del<strong>lo</strong> <strong>“sciacchetrà”</strong>- continua<br />

Walter- è proprio il suo essere un vino<br />

antico, dolce e mediterraneo; la<br />

sua dimensione arcaica, ancestrale,<br />

come quel<strong>lo</strong> armeno”.<br />

Eno<strong>lo</strong>gia<br />

Lo <strong>“sciacchetrà”</strong> dunque, per lui, assume<br />

un pregnante va<strong>lo</strong>re simbolico:<br />

è il nuovo nettare degli dei, la bevanda<br />

magica della convivialità, della<br />

comunicazione, del mito.<br />

Emerge qui tutta la dimensione di<br />

Walter fi<strong>lo</strong>sofo: capace di leggere nel<br />

vino non so<strong>lo</strong> tutto <strong>lo</strong> spessore della<br />

sua storia, ma anche i suoi più profondi<br />

e magici significati. Ritorna così,<br />

con un vino tipicamente medi-<br />

terraneo, ad affermarsi l’aspetto dionisiaco<br />

di questa bevanda, per secoli<br />

messo in ombra da raffinatissime<br />

tradizioni di vinificatori e sommeliers<br />

ligi al dettato illuministico e ancor<br />

prima religioso. Di religione ci parla<br />

anche Dioniso, ma in forme più<br />

profonde e istintuali legate indissolubilmente<br />

alla natura, ai suoi<br />

eterni cicli e alla sua forza vitale.<br />

Non a caso infatti il nostro grande<br />

vignaio<strong>lo</strong> ammette di subire il fasci-<br />

no di altre manifestazioni naturali<br />

che si verificano con l’essiccazione<br />

delle uve.<br />

“Un’altra cosa che mi colpisce è il fenomeno<br />

dell’appassimento, dell’uva<br />

attaccata dai batteri, delle muffe, la<br />

putrefazione, la trasformazione di un<br />

prodotto naturale. E l’appassimento<br />

è decomposizione.”<br />

Non si può negare che questi elementi<br />

di trasformazione siano in<br />

stretta relazione coi processi di fermentazione<br />

del mosto e che ne rappresentino<br />

quasi l’evoluzione ultima.<br />

“E pensare-confida ancora De Batté-<br />

che per un bel po’ di tempo non<br />

ho amato <strong>lo</strong> <strong>“sciacchetrà”</strong>. Lo reputavo<br />

il vino della festa, delle cerimonie,<br />

della retorica. Poi i due<br />

aspetti di cui ho parlato mi hanno<br />

I grappoli appesi ad appassire.<br />

55


fatto cambiare idea. E ora se la situazione<br />

per noi vignaioli delle 5<br />

Terre non migliorerà sarò costretto<br />

a vinificare altrove.”<br />

“Perché, che cosa sta succedendo?”<br />

“La presenza ingombrante dei cinghiali<br />

che mi hanno distrutto tutto<br />

e il costo dell’uso dei trenini, mille<br />

euro, come caparra, per l’uso di un<br />

so<strong>lo</strong> trenino (e io ne debbo usare 7)<br />

mi costringeranno ad andarmene.”<br />

Il re del<strong>lo</strong> <strong>“sciacchetrà”</strong> sarà dunque<br />

costretto ad emigrare?<br />

È dal 1991 che fa <strong>lo</strong> <strong>“sciacchetrà”</strong>(85%<br />

“bosco” e il resto “albarola”)<br />

che rispecchia molto bene le<br />

peculiarità della zona. I suoi profumi<br />

sono, infatti, marini e della macchia<br />

mediterranea: mirto, rosmarino<br />

e basilico. E ha il co<strong>lo</strong>re dell’ambra.<br />

Il suo <strong>“sciacchetrà”</strong> è mitico e <strong>lo</strong> fa<br />

quando l’annata è stata veramente<br />

eccezionale, altrimenti “lascia per-<br />

dere”. È un vino molto sobrio, per<br />

niente stucchevole, un trionfo, al naso,<br />

di profumi intensi e molto sapido<br />

e ha una grande sensazione di pulizia<br />

(molto acido, ritorna in bocca<br />

in freschezza). Ha 13,5°. È un vino<br />

che ha elevata capacità di evoluzione<br />

nel tempo, può anche avere un cic<strong>lo</strong><br />

di vita di decenni e può capitare<br />

di avere una bottiglia di 50 anni<br />

e di trovarla ancora eccezionale.<br />

Walter raccoglie l’uva una settimana<br />

prima del momento di perfetta<br />

maturazione e lascia appassire i<br />

grappoli per due mesi sui graticci, all’aperto,<br />

ma all’ombra.<br />

Da qualche anno a Serricò, a 500 metri<br />

sopra Riomaggiore, su un terreno<br />

scistoso (con pietruzze) e sabbioso<br />

ha piantato il “granaccia”<br />

(definito il “pinot del mare” per la<br />

sua grande eleganza) con maturazione<br />

spinta e vendemmia il 10 ot-<br />

tobre. Ha 13,5°, sapori avvolgenti e<br />

sottili di frutti di bosco rossi e neri<br />

di mirto. È stato da lui definito “una<br />

notte di estate in Liguria”.<br />

I suoi terreni, meno di un ettaro in<br />

tutto, sono parcellizzati e toccano diverse<br />

incantevoli aree del borgo di<br />

Riomaggiore e del suo immediato<br />

entroterra. Costituiscono punti di<br />

osservazione differenti del mare e<br />

delle mitiche terrazze degradanti su<br />

di esso. Dalla natura apparentemente<br />

più selvaggia del bosco alla architettura<br />

naturalistica dei muretti a<br />

secco, i vigneti di De Battè ci consentono<br />

di apprezzare pregevolissimi<br />

aspetti del paesaggio del suo paese,<br />

tanto simili a come li ritrasse Telemaco<br />

Signorini, altro innamorato<br />

di questo borgo.<br />

Anticamente le 5 Terre, dalla magnifica<br />

costa aspra e montuosa che<br />

scende a picco sul mare, erano tutte<br />

ricoperte di boschi che, grazie al<br />

sudore e alla passione dei contadini,<br />

nel tempo si sono trasformati in terrazzi<br />

(i famosi ‘cian’) di orti, oliveti<br />

e vigneti. Questi ultimi producono<br />

vini sorprendenti per caratteristiche<br />

organolettiche dovute al microclima<br />

(mare, roccia, venti, sole).<br />

Ancora non si sono scoperte le <strong>lo</strong>ro<br />

origini. Lo studioso Salvatore<br />

Marchese sostiene che forse sono<br />

stati esuli greci a Riomaggiore<br />

nell’8° seco<strong>lo</strong> a.C. ad avere introdotto<br />

la tecnica dell’appassimento<br />

per <strong>lo</strong> <strong>“sciacchetrà”</strong>.<br />

Plinio il giovane (60-100 d.C.) parla<br />

de “l’agro lunense” nella “historia<br />

naturalis”, ma non si sa se si riferisce<br />

anche alle 5 Terre.<br />

Petrarca nel 1200 è più preciso e parla<br />

della zona di Monterosso e Corniglia<br />

e “dei <strong>lo</strong>ro vini celebri per la<br />

dolcezza”. Il mistero tuttavia prosegue.<br />

Molte terre, purtroppo, sono incolte,<br />

ma pian piano ci sono sempre più<br />

giovani che, ereditati piccoli appezzamenti,<br />

riprendono a coltivarli.<br />

L’Ente Parco Nazionale delle 5<br />

Terre e i viticoltori indipendenti fanno<br />

di tutto per ricuperare le zone ab-<br />

56 Eno<strong>lo</strong>gia


andonate, alcune raggiungibili so<strong>lo</strong><br />

con il trenino a cremagliera che<br />

porta in quota i vignaioli e i <strong>lo</strong>ro attrezzi<br />

da lavoro. Molte vigne sono<br />

coltivate “alla greca”, basse, come un<br />

tempo in tutte le zone battute dai<br />

venti, perciò la raccolta dei grappoli<br />

è ancor più faticosa, bisogna, infatti,<br />

entrare in ginocchio sotto le<br />

pergole facendo anche attenzione a<br />

dove si mettono i piedi dato che tutto<br />

è molto ripido e si scivola facilmente.<br />

La fatica è veramente improba, si ricavano,<br />

tra l’altro, poco più di 25 litri<br />

da un quintale di uva.<br />

Oltre al recupero e alla salvaguardia<br />

dei vitigni tradizionali l’opera meritoria<br />

degli “angeli matti”, come li definiva<br />

Veronelli, cioè di De Batté e<br />

di tutti gli altri vignerons delle 5 Terre<br />

è quella di salvaguardare il territorio.<br />

Se il terreno non è coltivato,<br />

Eno<strong>lo</strong>gia<br />

infatti, frana con il rischio di travolgere<br />

i villaggi che si affacciano sul<br />

mare. Perciò i contadini che tengono<br />

pulito il terreno e mantengono i<br />

muretti a secco fanno un lavoro indispensabile.<br />

Essi non so<strong>lo</strong> preservano<br />

il territorio, ma trasmettono<br />

quel sapere fatto di esperienze e conoscenze<br />

pratiche che altrimenti<br />

andrebbe perduto. Proprio ora, in<br />

epoca di g<strong>lo</strong>balizzazione, il recupero<br />

e la salvaguardia di ciò che è autoctono<br />

è fondamentale.<br />

Nonostante le difficoltà, Walter è determinato<br />

a proseguire nel suo lavoro,<br />

nella sua ‘missione’.<br />

“Se mi impediranno di fare <strong>lo</strong> ‘sciacchetrà’<br />

continuerò a lavorare con i<br />

miei soci di ‘Prima Terra’, società nata<br />

con l’intento del recupero delle radici<br />

viticole della zona delle 5 Terre,<br />

della Val di Magra e della Val di<br />

Vara. Poi farò sperimentazione: filari<br />

di vigneti con potature ad alberel<strong>lo</strong><br />

di 1 metro e mezzo”.<br />

Il ‘re’ ha sempre una soluzione di riserva<br />

e di fronte alle difficoltà crea<br />

nuovi progetti per il futuro. Dall’incontro<br />

diretto con il protagonista scaturisce<br />

la poliedricità del personaggio:<br />

un vignaio<strong>lo</strong> per scelta, per vocazione,<br />

capace di convogliare verso la sua<br />

attuale attività il frutto di tutte le<br />

esperienze precedenti, unito al desiderio<br />

di ricerca e di sperimentazione<br />

e alla curiosità di approfondire il senso<br />

del suo operare. La sua presenza<br />

alle 5 Terre è sicuramente un va<strong>lo</strong>re<br />

aggiunto, la dimostrazione che un territorio<br />

di pregio, se va<strong>lo</strong>rizzato nei<br />

suoi tesori, può attirare esperienze di<br />

eccellenza con produzioni di altissimo<br />

livel<strong>lo</strong>.<br />

Vini prodotti dalla Cantina Sociale.<br />

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