Mineralogia dei minerali metalliferi
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Minerali <strong>metalliferi</strong><br />
Pierfranco Lattanzi – Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Cagliari<br />
lattanzp@vaxca1.unica.it<br />
Concetti generali<br />
Il concetto di <strong>minerali</strong> <strong>metalliferi</strong> è, nella sua accezione etimologica più stretta – <strong>minerali</strong> contenenti<br />
metalli, semplice ed immediato. Peraltro, per ormai consolidata consuetudine, adottata in questo<br />
contesto, per <strong>minerali</strong> <strong>metalliferi</strong> devono intendersi “<strong>minerali</strong> dai quali si può ricavare<br />
economicamente un metallo (o più metalli)”. Si tratta pertanto di un concetto in continua<br />
evoluzione, in funzione della tecnologia e della domanda di mercato. La prima immediata<br />
conseguenza è che non tutti i <strong>minerali</strong> che contengono un determinato metallo, anche in<br />
concentrazioni rilevanti, sono necessariamente <strong>minerali</strong> <strong>metalliferi</strong>, in quanto può non essere<br />
conveniente ricavare da essi tale metallo; per contro, diversi metalli geochimicamente scarsi<br />
vengono ricavati in prevalenza da <strong>minerali</strong> in cui sono presenti solo a livello di tracce (
<strong>minerali</strong> <strong>metalliferi</strong> del rame sono i solfuri, soprattutto la calcopirite, che, pur essendo meno<br />
ricca in Cu di altri <strong>minerali</strong>, è di gran lunga il più diffuso.<br />
• La blenda o sfalerite è il principale minerale di zinco, ma anche di metalli rari quali Cd, Ga, In, i<br />
cui <strong>minerali</strong> propri sono piuttosto rari e mai abbondanti<br />
• La separazione dell’oro dai <strong>minerali</strong> di ganga ha quasi sempre comportato processi<br />
potenzialmente assai pericolosi per l’ambiente – amalgamazione con mercurio, che ha prodotto<br />
in molte aree significativi inquinamenti da questo metallo, e recentemente cianurazione. Il<br />
cianuro è ovviamente estremamente tossico, ma fortunatamente alquanto labile nell’ambiente<br />
supergenico, per cui i pur disastrosi episodi di inquinamento sono limitati ad eventi eccezionali,<br />
solitamente risultanti da cattiva progettazione e/o gestione degli impianti.<br />
Nella Tabella 1 sono riportati i principali <strong>minerali</strong> <strong>metalliferi</strong> <strong>dei</strong> metalli di uso industriale più<br />
comune.<br />
Tabella 1. Principali <strong>minerali</strong> <strong>metalliferi</strong><br />
Metallo Minerale Metallo Minerale<br />
Oro Oro nativo Nickel Pentlandite (Fe,Ni)9S8<br />
Tellururi di Au-Ag (sylvanite,<br />
Garnierite<br />
calaverite)<br />
(Mg,Fe,Ni)3Si2O5(OH)4<br />
Platino Platino nativo (quasi sempre in lega Cobalto Cobaltite CoAsS<br />
con altri elementi del gruppo)<br />
Skutterudite (Co,Ni)As3-x<br />
Argento Argentite Ag2S Cromo Cromite FeCr2O4<br />
Argento nativo Manganese Pirolusite MnO2<br />
Tetraedrite argentifera (freibergite –<br />
(Cu,Ag)10(Cu,Fe)2(Sb,As)4S13<br />
Braunite Mn6SiO 12<br />
Proustite-pyrargirite Ag3(As,Sb)S3 Arsenico Arsenopirite FeAsS<br />
Ferro Magnetite Fe3O4 Orpimento As2S3<br />
Ematite Fe2O3 Antimonio Stibina (antimonite) Sb2S3<br />
Limonite (miscela di idrossidi di Fe, Bismuto<br />
principalmente goethite FeOOH)<br />
Bismutinite Bi2S3<br />
Siderite FeCO3 Molibdeno Molibdenite MoS2<br />
Alluminio Bauxite (miscela di idrossidi di Al – Titanio Rutilo TiO 2<br />
es, boehmite AlOOH)<br />
Ilmenite FeTiO 3<br />
Rame Rame nativo Tungsteno Wolframite (Fe,Mn)WO4<br />
Bornite Cu5FeS4 Scheelite CaWO4<br />
Calcopirite CuFeS2 Vanadio Vanadinite Pb5(VO4)3Cl<br />
Calcocite Cu2S Carnotite K2(UO2)2V2O8.1-3H2O<br />
Covellite CuS Magnetite vanadifera<br />
Cuprite Cu2O Uranio Uraninite UO2<br />
Malachite CuCO3 . Cu(OH)2 Coffinite USiO 4<br />
Piombo Galena PbS Carnotite<br />
Zinco Sfalerite (blenda) ZnS<br />
Miche di uranio X(UO2)2(PO4)2.<br />
Smithsonite ZnCO3<br />
n H2O; X=Ca, Cu…<br />
Zincite ZnO<br />
Terre rare- Monazite (La,Ce…)PO4<br />
ittrio Xenotimo (Y, Yb…)PO4<br />
Stagno Cassiterite SnO2<br />
Niobio - Pirocloro-microlite (Na,Ca)2(Nb,<br />
Stannite Cu2FeSnS4<br />
tantalio Ta)2O6(OH,F).nH2O<br />
Columbite-tantalite<br />
Mercurio Cinabro HgS<br />
(Fe,Mn)2(Nb,Ta)2O6
Microscopia in luce riflessa<br />
La maggioranza <strong>dei</strong> <strong>minerali</strong> <strong>metalliferi</strong>, in particolare solfuri e ossidi (oltrechè, ovviamente, i<br />
metalli nativi) presentano un forte carattere metallico del legame. Pertanto, essi hanno molte<br />
proprietà fisiche tipicamente “metalliche”, compresa l’opacità anche in sezione sottile. Di<br />
conseguenza, uno strumento fondamentale per lo studio delle tessiture <strong>dei</strong> <strong>minerali</strong> <strong>metalliferi</strong> è<br />
stato, e per molti versi è tutt’ora, il microscopio in luce riflessa, detto anche microscopio<br />
metallografico. I principi fisici dell’ottica in luce riflessa sono molto più complessi dell’ottica in<br />
luce trasmessa. Inoltre, alcune delle tipiche misure quantitative che è possibile eseguire<br />
(microdurezza e potere riflettente) richiedono strumenti aggiuntivi abbastanza costosi. Pertanto, la<br />
diagnostica in luce riflessa presenta maggiori problemi che in luce trasmessa, ed è per molti versi<br />
più un’arte che una scienza, basandosi in larga misura sull’esperienza dell’osservatore.<br />
La grandezza fondamentale dell’ottica in luce riflessa è il potere riflettente o riflettanza, definito<br />
come<br />
R = I/Io = (n- no) 2 + k 2<br />
(n+no) 2 + k 2<br />
dove I è l’intensità della luce riflessa, Io l’intensità della radiazione incidente, n e k sono,<br />
rispettivamente, l’indice di rifrazione ed il coefficiente di assorbimento del materiale, e no è l’indice<br />
di rifrazione del mezzo interposto tra il materiale e l’obiettivo (generalmente, aria, n÷1). Ne<br />
consegue che i <strong>minerali</strong> trasparenti (basso k) sono in genere poco riflettenti e in luce riflessa<br />
appaiono grigio-scuri, mentre i <strong>minerali</strong> opachi presentano i maggiori valori di R. Peraltro, sia n che<br />
k, e quindi R, dipendono dalla lunghezza d’onda; se la luce incidente è policromatica, le variazioni<br />
di R con la lunghezza d’onda risulteranno in una certa colorazione (in genere, abbastanza tenue) del<br />
materiale. Inoltre, per le sostanze otticamente anisotrope, n e k variano anche secondo<br />
l’orientazione cristallografica; pertanto, queste sostanza mostreranno pleocroismo di riflessione, e/o<br />
biriflettanza (variazione del potere riflettente). A nicol incrociati, le sostanze anisotrope presentano<br />
un fenomeno simile a quello osservato in luce trasmessa – alternanza, al ruotare del piatto, di<br />
posizioni di minima luminosità e massima luminosità, con colori talora vivaci e spesso diagnostici;<br />
inoltre, le sostanze non completamente opache potranno presentare un fenomeno del tutto<br />
particolare, e spesso assai utile ai fini diagnostici, ossia una parziale emissione di luce dall’interno<br />
del campione (riflessi interni). Un’ulteriore proprietà semiquantitativa è rappresentata dalla durezza<br />
di politura, rilevabile con una tecnica simile alla linea di Becke in luce trasmessa, ancorchè basata<br />
su un diverso principio fisico; come accennato, è possibile, mediante un’idonea strumentazione, una<br />
misura quantitativa della durezza.<br />
Bibliografia<br />
Non esiste un testo dedicato specificamente ai <strong>minerali</strong> <strong>metalliferi</strong> nel senso qui adottato. Ogni buon<br />
testo di mineralogia riporta peraltro le principali informazioni su tutti i <strong>minerali</strong> citati. Un’opera<br />
recente ed autorevole è l’ultima versione del Dana’s Mineralogy – Gaines R.V., Skinner H.C.W.,<br />
Foord E.E., Mason B., Rosenzweig A. (1997) - Dana’s new Mineralogy. Wiley & Sons, New York,<br />
1819-xlv pp. Su Internet sono reperibili diversi database, abbastanza attendibili e aggiornati – es.<br />
www.mindat.org, webmineral.com, ecc. Il sito www.uni-wuerzburg.de/mineralogie/links.html è un<br />
po’ complesso, ma contiene molti collegamenti utili, non solo di mineralogia, ma per le scienze<br />
della Terra in generale.<br />
Esistono poi diversi testi di microscopia in luce riflessa, relativi sia ai principi e tecniche, che alle<br />
caratteristiche <strong>dei</strong> vari <strong>minerali</strong>. Un ottimo manuale di base è Craig J.R. & Vaughan D.J. (1994) -<br />
Ore microscopy and ore petrography, 2 nd ed., Wiley, 448 pp. Un recente testo in italiano è<br />
Venerandi I. (2001) - Corso di Minerografia, R. Cortina, 236 pp. Ottimi atlanti, corredati da<br />
abbondante iconografia a colori , sono: Picot P. & Johan Z. (1977) - Atlas des Minéraux<br />
Métalliques, Mémoires du Bureau de Géologiques et Miniéres, Elsevier, 90; Ixer R.A. (1990) -<br />
Atlas of opaque and ore minerals in their associations, J. Wiley & Sons, 208 pp. Un eccellente<br />
atlante virtuale è reperibile al sito Internet www.smenet.org/opaque-ore. Una base dati molto ricca,
ancorchè un po’ datata, delle proprietà ottiche in luce riflessa <strong>dei</strong> <strong>minerali</strong> è Criddle A. J. & Stanley<br />
C. J. Eds. (1986) - The Quantitative Data File for Ore Minerals, London, British Museum (Natural<br />
History). Un agile manualetto di riferimento diagnostico è Spry P.G. (1986) – Tables for the<br />
determination of common opaque minerals (ottenibile tramite Economic Geology Back order<br />
service, PO Box 68651, El Paso, TX, USA).