Epigrafia fonte della storia - Terra Italia ONLUS
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256<br />
R. SCUDERI<br />
Dalle civiltà orientali al mondo romano, passando per la<br />
Grecia, il messaggio sulla pietra iscritta diviene progressivamente<br />
accessibile a un pubblico sempre più vasto. Iscrizioni di<br />
fondamentale valore storico ci sono pervenute dalla Mesopotamia<br />
e dalla Persia, ma tra i sudditi di quei regni una minima<br />
percentuale poteva leggere tali testi. Il famoso codice di Hammurabi,<br />
inciso sulla grande stele di basalto ora al Museo del<br />
Louvre, non si rivolge alla popolazione, ma ai successori del re,<br />
che appare il rappresentante del dio solare: 15 le norme stabilite<br />
non dovranno essere modificate. Il grandioso monumento epigrafico<br />
di Behistun, 16 scolpito su una montagna sacra lungo la<br />
strada da Susa a Ecbatana, documenta il potere assoluto del sovrano<br />
achemenide con uno spettacolare bassorilievo di Dario I<br />
dominante, fra il dio Ahuramazda e i re sconfitti imprigionati: il<br />
testo cuneiforme è trilingue (elamita, babilonese e antico persiano)<br />
per un significato simbolico piuttosto che per una maggiore<br />
comprensione, che era comunque riservata alla classe dirigente,<br />
colta. 17 Il potere monarchico inglobava la totalità politica<br />
e religiosa, anche ai danni <strong>della</strong> comunicazione pubblica; in<br />
Grecia invece era la collettività che controllava la vita cittadina e<br />
comunicava attraverso decreti ed epigrafi poste nei santuari. 18<br />
ternazionale Ancona 6-9 febbraio 1992, Reggio Emilia, Diabasis, 1998, pp.<br />
169-172.<br />
15 D. Charpin, Hammu-rabi de Babylone, Paris, PUF, 2003, trad. it.<br />
Hammurabi di Babilonia, a cura di G. Spada, Roma, Salerno Ed., 2005, pp.<br />
173-180.<br />
16 P. Lecoq, Les inscriptions de la Perse achéménide, Paris, Gallimard,<br />
1997, pp. 83-96; cfr. P. Briant, Histoire de l’empire perse de Cyrus à<br />
Alexandre, I, in P. Briant et al. (eds.), Achaemenid History, X, Leiden, Nederlands<br />
Instituut voor het nabije Oosten, 1996, pp. 136-139; 142-143.<br />
17 Per giunta non era certo comodo leggere su un’alta parete rocciosa: P.<br />
Veyne, Lisibilité des images, propagande et apparat monarchique dans<br />
l’Empire romain, «Revue historique» 304 (2002), p. 11, confrontando questo<br />
monumento con la Colonna Traiana, constata che l’iscrizione di Behistun<br />
non era destinata a essere letta.<br />
18 A. Bresson, Les cités grecques et leurs inscriptions, in A. Bresson -<br />
A.M. Cocula - Ch. Pébarthe (éds.), L’écriture publique cit., pp. 165-166, nota<br />
le differenze dell’iscrizione di Behistun, illeggibile per i comuni mortali e<br />
incentrata sulla comunicazione del potere da Ahuramazda a Dario, rispetto<br />
alle pietre iscritte nelle città greche, che chiamano gli dei a garantire la le-