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Cenni di biologia ed ecologia dei tartufi - Regione Veneto

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Il carpoforo presenta una scorza, detta peri<strong>di</strong>o, che<br />

può essere molto <strong>di</strong>versa sia per rugosità che per<br />

colore, <strong>ed</strong> una polpa interna, detta gleba.<br />

All’interno della gleba, si notano striature<br />

caratteristiche delle varie specie che determinano<br />

un’apparenza “ marmorizzata” dovuta ad un’alternanza <strong>di</strong><br />

ife chiare e scure.<br />

Le striature chiare sono costituite da ife sterili (che<br />

quin<strong>di</strong> non daranno luogo a spore), mentre quelle più<br />

scure caratterizzano le ife fertili o imenio.<br />

Nella parte fertile del tartufo sono presenti gli<br />

aschi, minuscole strutture a globo contenenti le spore.<br />

In alcune specie le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> colore sono poco<br />

accennate; in altre il contrasto è evidentissimo, in<br />

particolare nei <strong>tartufi</strong> con il peri<strong>di</strong>o nero.<br />

<strong>Cenni</strong> <strong>di</strong> <strong>ecologia</strong> <strong>dei</strong> <strong>tartufi</strong><br />

Le esigenze ecologiche <strong>di</strong> ogni specie fungina<br />

riguardano una serie <strong>di</strong> fattori più o meno complessi<br />

tra i quali sono senz’altro da ricordare il clima, il<br />

suolo, la presenza <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> piante <strong>ed</strong> animali, la<br />

<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> sostanze nutritive.<br />

In generale, i <strong>tartufi</strong> <strong>di</strong> maggiore pregio sono anche i<br />

più esigenti in fatto <strong>di</strong> temperatura, <strong>di</strong> quantità e<br />

<strong>di</strong>stribuzione delle piogge, <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong> suolo, mentre<br />

quelli <strong>di</strong> minor pregio sono adattabili ad una maggiore<br />

varietà <strong>di</strong> habitat.<br />

Si considerino ad esempio il tartufo più pregiato, il<br />

bianco d’Alba (Tuber magnatum), che ha un’area <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stribuzione naturale estremamente ridotta (solo in<br />

Italia <strong>ed</strong> in Istria; forse anche spora<strong>di</strong>camente in<br />

Francia) e, all’estremo opposto, lo scorzone o nero<br />

d’estate (Tuber aestivum, anche nella varietà<br />

uncinatum), che è probabilmente il tartufo commestibile<br />

più <strong>di</strong>ffuso in Europa essendo presente, oltre che in<br />

Italia, in Spagna, nei paesi baltici, in Russia,<br />

nell’Africa del Nord <strong>ed</strong> anche nella Turchia<br />

meri<strong>di</strong>onale.<br />

Esaminiamo brevemente le esigenze delle specie <strong>di</strong><br />

tartufo principali.

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