Lupo_maggio 2005 - Il Nuovo Lupo

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PIRUEA - CONTINUA LA TELENOVELA Ricorso al TAR per la Saifecs L’avv. Ruffo, per conto del Comitato, ha individuato 14 punti di illegittimità. Dalla monetizzazione degli oneri alla valutazione di impatto ambientale. Tempi lunghi per la discussione. Come preannunciato nell’assemblea pubblica, svoltasi il mese scorso presso il Centro culturale, il Comitato per la riqualificazione dell’area ex Saifecs e Legambiente hanno inoltrato ricorso al TAR contro la Regione Veneto ed il Comune di San Giovanni Lupatoto chiedendo l’annullamento della delibera relativa al Piano Integrato di Riqualificazione Urbanistica Edilizia e Ambientale( PIRUEA) per l’ex Saifecs. Ben 14 sono i motivi contenti nel ricorso predisposto dall’avv. Riccardo Ruffo, il primo dei quali riguarda proprio l’applicabilità della normativa sui Piruea all’area in oggetto. “ Sì, in effetti- ci spiega lo stesso avv. Ruffo- non pare proprio che l’area possa configurarsi come dimessa, degradata e inutilizzata, tant’è che esiste una convenzione tra la proprietà ed il Comune circa l’utilizzo di questa area, mentre va ricordato che era già stata rilasciata una concessione edilizia per l’edificazione di un capannone. Quindi , a nostro avviso, la legge non è applicabile”. - Altri aspetti salienti del ricorso ? “ Uno degli aspetti più interessanti è che la Giunta Regionale si sarebbe sostituita al Consiglio comunale di San Giovanni Lupatoto, la cui volontà era quella sì di approvare il Piruea, ma di rimandare ad una successiva delibera consiliare la dislocazione planivolumetrica dei vari edifici. Invece la Regione Veneto ha approvato il piano presentato dalla ditta proprietaria, piano che il consiglio comunale non ha invece mai approvato”. - Dal punto di vista ambientale ? “ L’inserimento di un intervento di oltre 140.000 mc di volume residenziale, con il conseguente insediamento di quasi mille persone, non può non imporre una verifica della sostenibilità della variante urbanistica da un punto di vista demografico. Viene, quindi, del tutto ignorata ogni esigenza di tutela del territorio. La valutazione dell’impatto ambientale non è stata effettuata, mentre era necessaria in quanto viene superato il limite di 10.000 mq. Oltretutto l’importo delle opere pubbliche supera i 6 milioni e 300.000 euro, per cui la legge impone l’obbligo di effettuare appalti pubblici che invece non sono previsti in nessun atto. Questa è una procedura che garantisce l’esattezza delle somme che vengono spese, nel senso che c’è un bando d’asta con la possibilità di ribassare. Diversamente, quando il privato realizza un’opera, non c’è alcun controllo oggettivo su quelli che sono gli importi che vengono spesi” - Per quanto riguarda le opere di urbanizzazione ? “ I ricorrenti lamentano in modo particolare il fatto che il Piruea approvato preveda la monetizzazione integrale delle opere di urbanizzazione secondaria. La scelta appare alquanto deleteria in quanto viene a gravare sulla zona un <strong>maggio</strong>r carico urbanistico senza alcuna compensazione in natura. Da notare che la Ditta ha presentato il Piano intergrato anche su aree comunali che non ci risulta essere disponibili. Occorreva quindi un accordo che formalizzasse la cessione di queste aree, per cui viene meno uno dei presupposti per la presentazione del Piruea. Da ultimo abbiamo segnalato che nell’apposita Commissione Edilizia era assente un membro, Fabrizio Zerman, in quanto non invitato”. A ttualità - Lei non ha chiesto la sospensiva, perché? “ Non abbiamo chiesto la sospensiva per due motivi. Innanzitutto perché i lavori sono ben lontani dall’iniziare, anche perché prima è necessaria la bonifica dell’area, in secondo luogo perché soltanto con un giudizio di merito è possibile ottenere un esame, da parte del Giudice Amministrativo, dettagliato e approfondito su tutti i singoli aspetti. Con la sospensiva, in genere, la decisione viene data su una parvenza di bontà del ricorso o meno. Quindi su ognuno dei 14 motivi del ricorso il Giudice dovrà dare una risposta precisa” - Se viene accolto anche uno solo di questi 14 punti ? “Anche in caso di accoglimento di uno solo dei 14 punti viene meno la delibera regionale che ha approvato il Piruea, con l’obbligo quindi ripetere dall’inizio l’intero procedimento. I terreni tornerebbero quindi ad avere la destinazione che prevede in quel momento il Piano Regolatore”. <strong>Il</strong> parere Un ricorso imperniato su vizi di illegittimità Ho letto il ricorso al Tar predisposto dall’avv. Riccardo Ruffo per conto del Comitato di riqualificazione ex Saifecs, a prima vista imperniato su vizi di illegittimità degli atti che hanno portato all’adozione del Piruea sotto il profilo dell’eccesso di potere per il travisamento dei fatti, per la violazione di legge in senso stretto e l’incompetenza relativa. Devo riconoscere che l’avv. Ruffo ha steso un ricorso ricco di dottrina e di rigorosa logicità giuridica. So bene che il giudizio sulla fondatezza del ricorso compete esclusivamente al TAR, ma il ricorso riveste anche una valenza politico-amministrativa: esso infatti dimostra che molti cittadini sono contrari ad una politica urbanistica incentrata sui piani integrati dato il loro carattere di eccezionalità, e quindi spesse volte in contrasto col principio delle perequazione urbanistica e del principio della parità di trattamento. Ricordo che la Variante n. 29 era stata revocata perché non aveva i requisiti della generalità. Ora mi chiedo: ce l’hanno questi Piani integrati ? Se quando ero sindaco avessi ricevuto un simile ricorso, così contestativi della politica urbanistica, mi sarei dimesso il giorno dopo. Al mio successore, Remo Taioli, mi permetto quindi, per quello che può valere il mio parere, di suggerire estrema prudenza e di attendere in ogni caso la decisione del Tar: se questa sarà di rigetto, nessun problema, ma se sarà di accoglimento gli effetti potrebbero essere devastanti. Avv. Severino Betti Già Sindaco di S. Giov. Lupatoto
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