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[<strong>LIBRa</strong> <strong>PRIMO</strong>]<br />

THEORICA MUSICE . I. I. 1-6<br />

CAPITOLa I<br />

I musici; effetti ed elogio dell'arte della musica<br />

I Dalla lettura e dallo studio quotidiano ho appreso che l' arte della musica<br />

nei tempi antichi, a quanta ci riferiscono i poeti, era tenuta in grandissimo onore<br />

da parte dei dotti; ad esempio, [Flavio] Giuseppe(7) e Ie Sacre Scritture(8) tramandano<br />

che lubal della tribli di Caino per primo produsse una musica raffinata<br />

con la cetra e con l' organo, deducendola dal calcolo del suono dei martelli.<br />

2 Alcuni storici ritengono che in anti co anche altri si siano distinti nelle<br />

composizioni musicali e nell'uso di strumenti. Eraclide Pontico(9), che Platone<br />

partendo per la Sicilia pose a capo dell'Accademia, riferisce che Amfione,<br />

figlio di Giove e Antiope, fu il primo inventore della cetra e dell'arte di suonada,<br />

e che fu istruito in questa dallo stesso Giove suo padre. 3 Altri(IO) ritengono<br />

che 1'illustre Lino, nato a Calcide d'Eubea, figlio di Apollo e Tersicoresecondo<br />

un'altra tradizione, nato da Amfimaro 0 Mercurio e da Urania - sia<br />

stato il primo a costruire la lira e a scrivere lamentazioni di genere lirico, mentre<br />

Anthes di Ansedonia compose inni. 4 Si tramanda che nella stessa epoca<br />

vissero molti altri musici, ad esempio Pierio del monte Pierio in Macedonia,<br />

che compose poemi sulle Muse, e Filammone di Delfi, che narro in musica la<br />

nascita di Latona, Diana e Apollo: quel Filammone che per primo stabill la<br />

datazione del famoso tempio che si trovava a Delfi. 5 Tamiri, figlio di Filammone,<br />

sembra che cantasse in maniera pili armoniosa e melodiosa di tutti<br />

coloro che vissero in quel tempo. 6 Demodoco di Corcira, musico non privo di


THEORICA MUSICE . 1.1.6-12 15<br />

fama presso gli antichi, come dice 10 stesso Eraclide Ponti co, compose carmi<br />

sulla distruzione di Troia e sugli amori di Venere e Marte. Femio di Itaca<br />

canto in versi il ritorno degli eroi che ripartirono da Troia con Agamennone.<br />

7 Per la verita, tutti costoro composero in versi, ai quali poi aggiunsero<br />

melodie, come erano soliti fare anche Terpsicoro e gli altri antichi poeti lirici<br />

ed epici. Terpandro per primo compose nomoi e rinnovo la lira costruendo l'eptacordo(II}:<br />

tuttavia alcuni attribuiscono a Filammone 1'avere aggiunto singo­<br />

Ie melodie a ciascuno dei suoi nomoi citaredici ed anche ai versi di Omero.<br />

Parimenti Clonas, poeta elegiaco ed epico, fu il primo a costituire i nomoi aulodici<br />

e Ie armonie: dopo di lui Polimnesto di Colofone seguito a comporre<br />

carmi della stesso genere.<br />

8 D'altra parte due nomoi citaredici furono scoperti e costituiti ai tempi di<br />

Terpandro, mol to prima dei nomoi aulodici. Infatti proprio Terpandro per<br />

primo chiamo i nomoi e Ie melodie della cetra con i nomi ora di beotiCO(I2} e<br />

di eolico, ora di trocheo e di acuto, ora di cepionico e di terpandreo. Terpandro<br />

scrisse anche proemi citaredici; e Alessandro [Poliistore] nella Racco/ta di<br />

notizie sulla Frigia(I3} narra che prima il frigio Olimpo e poi i Dattili Idei(I4}<br />

portarono in Grecia l' arte di suonare l' aulos, e cio ai tempi di quel Mida re di<br />

Frigia che e considerato 1'inventore dell'aulos obliquo.<br />

9 Ma il primo ad usare 1'aulos fu Iagnide e poi suo figlio Marsia che, a tal<br />

punto insuperbito, si vantava di essere 1'inventore dell'arte di suonare 1'aulos,<br />

COSl da sfidare Apollo ad una gara di musica: Apuleio(I5} e Diodoro [Siculo](I6}<br />

riferiscono che, vinto da Apollo, fu da lui scorticato vivo. Costoro dicono<br />

anche che discepolo di questo Marsia fu Olimpo che, nato prima della guerra<br />

di Troia, fu pili anziano di quell'Olimpo frigio di cui abbiamo parlato. Affermana<br />

inoltre che Terpandro imito i versi di Omero e Ie melodie di Orfeo .<br />

. Orfeo non imito nessuno, poiche non c'era ancora nessuno [che coltivasse la<br />

musical tranne i poeti aulodici; rna i canti di Orfeo non hanno nessuna somiglianza<br />

con questi ultimi. 10 E nota anche Clonas, poeta di nomoi aulodici non<br />

di molto posteriore a Terpandro: secondo gli Arcadi fu di Tegea, secondo i<br />

Beoti tebano. Dopo Terpandro e Clonas si colloca Archiloco. Alcuni storici<br />

tramandano che, prima di Clonas, fu un certo Ardalo di Trezene a strutturare<br />

la musica aulodica. Altri invece dicono che fu Polimnesto.<br />

I I La musica citaredica di Terpandro e stata conservata interamente in<br />

forma semplice fino ai tempi di Frinide di Mitilene. Successivamente 10 stesso<br />

Frinide divenne espertissimo in questo genere, sot to 1a guida del citaredo<br />

Aristoclide che 10 aveva appreso da Terpandro: Frinide per primo comincio a<br />

modificare quella antica e semp1ice musica e a trasformarla con nuove armonie<br />

e ritmi. 12 E i1 frigio Olimpo, che abbiamo menzionato poco fa, compose<br />

un nomos au1odico in onore di Apollo. Costui fu tra quelli che seguirono quel


THEORICA MUSICE . 1.1.12-18<br />

primo Olimpo di Misia, discepolo di Marsia, da cui furono istituiti nomoi e<br />

melodie in onore degli dei, da lui poi trasferiti in Grecia. 13 Secondo una<br />

diversa tradizione il nomos policefalo non fu opera di Olimpo frigio bensl di<br />

Cratete suo discepolo. Ma 1'italico Glauco [di Reggio] nelle Cronache degli<br />

antichi poeti asserisce che il nomos guerresco(I7) fu opera di Olimpo, come si puo<br />

dedurre anche dall'imeneo di Terpsicoro, che non imito ne Orfeo ne Terpandro<br />

ne Archiloco ne Talete bensl Olimpo. Alcuni invece sostengono che questo<br />

nomos fu scoperto dai Misii, che secondo gli antichi furono auleti: essi cantavano<br />

infatti elegie accompagnate da melodie. E stato tramandato anche il<br />

nome di Sacada, poeta argivo, che fu un valente compositore di questo genere<br />

di melodie e che fu per tre volte vinci tore dei giochi pitici.<br />

14 Certuni ritengono che questa invenzione sia pili antica, e affermano che<br />

Apollo invento non solo la cetra rna anche 1'aulos, molto prima di Marsia 0 di<br />

Olimpo 0 di Iagnide. Cio sarebbe dimostrato da quei cori e danze che, come<br />

Alceo scrive in un inno(18), gli antichi offrivano in sacrificio al dio Apollo<br />

accompagnandosi con gli auloi. Inoltre, la statua di Apollo a Delo teneva nella<br />

mana destra un arco e a sinistra aveva Ie Grazie(19), Ie quali reggevano ciascuna<br />

uno strurnento musicale: una aveva in mana la lira, l' altra il doppio aulos,<br />

mentre quella al centro aveva in bocca la siringa.<br />

15 Gli Egizi tramandano che Mercurio fu il primo ad osservare il corso<br />

degli astri e a dedurre Ie armonie dei loro suoni; egli costrul anche la lira a tre<br />

corde a guisa delle tre stagioni dell'anno, e stabill tre voci, acuta, grave,<br />

media, deducendo quella acuta dall'estate, quella grave dall'inverno, quella<br />

media dalla primavera. Gli Egizi narrano anche che Osiride era soli to dilettarsi<br />

con musiche e danze; 10 seguivano una moltitudine di musici e nove giovinette<br />

vergini, educate a cantare 0 dotte in altre arti: in seguito i Greci Ie<br />

chiamarono Muse(20). Si racconta che Ie abbia istruite Apollo, che per questo<br />

fu detto musico. 16 Quanto agii strumenti musicali chiamati lira, trigono e<br />

lidio(20A), furono gli Arcadi i primi a introdurli in Italia: costoro un tempo<br />

non usavano nessun altro strumento se non Ie siringhe pastorali. Cionas e considerato<br />

l'inventore del nomos tripartito secondo il modo dorico, frigio e lidio.<br />

17 Nella stessa epoca infine fiorirono Taleta, Xenodamo, Senocrito, PoIimnesto,<br />

Zeto, Arione, Timoteo(21), Antigene, Polisseno e molti altri, che quanto<br />

pili si differenziano tra Ioro tanto pili testimoniano Ia vetusta e Ia dignita<br />

della musica. Infatti a causa della sua grande antichita e inevitabile che sia<br />

incerto 1'autore di questa invenzione umana; d'altra parte la dignita della cosa<br />

inventata induce cosl tanti ad amarla che ognuno, se possibile, vuole dirsene<br />

autore, cosa che accade non solo nella musica rna anche nella filosofia e nelle<br />

altre discipline pili ragguardevoli.<br />

18 Ora sembra opportuno trattare brevemente di quanta grandi siano la


THEORICA MUSICE . I. I. I 8-2 3 19<br />

forza e la potenza del sistema armonico che, come dice Plinio nell'ultimo capitolo<br />

del secondo libro [della Storia naturale](22), induce la natura ad essere in<br />

armonia con se stessa. Ad esempio, si e immaginato che Orfeo e Amfione trascinassero<br />

con il canto gli animali privi di ragione, Ie pietre e gli alberi. 19 E<br />

si racconta che, una volta che il canto delle Muse fu conosciuto, alcuni uomini<br />

furono a tal punto sedotti dal suo fascino che quando si dedicavano ad esso<br />

dimenticavano di mangiare e bere e senza rendersene conto morivano: da essi<br />

nacque poi la stirpe delle cicale, che ottennero dalle Muse il dono di non aver<br />

bisogno di alimenti e di poter cantare per tutta la vita senza assumere cibi e<br />

bevande. 20 Del resto, non abbiamo mai avuto notizia di nessun animo COS!<br />

duro e rozzo da non essere mosso dall'attrazione per un simile piacere. E Forse<br />

proprio i musici per primi con il canto avvicinarono al sentimento del diletto<br />

Ie genti barbare, prive di cultura razionale e insensibili come pietre. Lo testimonia<br />

Quintiliano nel suo elogio della musica(23) e 10 espone Orazio nell'Arte<br />

poetica con questi versi:<br />

Interprete e ministro degii dei, Orfeo distoise gli uomini selvaggi dalla violenza<br />

e dalle abitudini ferine, e per questo si disse che ammansiva Ie tigri e i Ieoni veloci.<br />

Anche Amfione, fondatore di Tebe, muoveva Ie pietre ovunque voiesse con il suono<br />

della cetra e con il suo dolce eloquio(24).<br />

21 Anche un delfino, persuaso dell'amicizia deltuomo per lui grazie al<br />

suono della cetra, porto in salvo sulla costa il citaredo Arione che era stato gettato<br />

in mare: COS! raccontano Erodoto nel primo hbro delle Storie(25) e Plinio<br />

nel nona libro della Storia naturale(26). Essi narrano inoltre che in Lidia ci sono<br />

Ie isole delle ninfe, che anche Varrone(27) testimonia di avere visto: esse prima<br />

avanzano dalla riva in mezzo allago al suono dell' aulos muovendosi in cerchio,<br />

poi ritornano da qui alla riva. 22 Si dice che i serpenti, attratti dal canto, restano<br />

uccisi, gli elefanti indiani si fermano, blanditi dal suono degli strumenti,<br />

e i cervi sono catturati dalla musica della siringa. Marziano Capella(28) scrive<br />

che i cigni sono attirati dal suono della cetra. Anche alcuni uccelli come cardellini,<br />

usignoli e altri praticano il canto con una certa qual disciplina artistica;<br />

e quasi tutti gli animali di terra e di acqua corrono spontaneamente nelle<br />

reti se invitati dal canto, come spiega l'autorita di un uomo accorto con questo<br />

verso: «La siringa suona dolcemente mentre l'uccellatore prende in trappola<br />

l'uccello»(29). 23 La grande poesia di [Virgilio] Marone celebra il famosissimo<br />

Museo, figlio di Orfeo e di Natura, dicendo che fu posto negli Inferi(30)<br />

e qui reso felice perche ristorava Ie anime dei beati nei campi Elisi toccando<br />

Ie sette corde della cetra: in questa modo Virgilio dimostra che gode di<br />

un immenso premio chi ha il privilegio di banchettare con la dolcezza di<br />

un'arte COS! insigne.


THEORICA MUSICE . 1.1.30-35 23<br />

curare e conservare la voce; inoltre chiamo a se il citaredo Terpno, il pill famoso<br />

di tutti in quel tempo, onorandolo con grandi doni (35).<br />

3 1 Ma non cerchiamo esempi troppo remoti. Sappiamo che i principi e i condottieri<br />

della nostra epoca superano quelli antichi, essendo ancor di pill affascinati<br />

dalla dolcezza della musica: infatti, grazie all' esperienza che hanno di quest'arte,<br />

per alleviare gli affanni desiderano che i musici siano presenti nei conviti<br />

e nelle altre occasioni di svago, e che Ii seguano in quasi tutte Ie loro attivita.<br />

32 E ancora: l'esercito dei Lacedemoni fu infiammato dal suono degli auloi<br />

e dai modi musicali. I Cretesi combattevano al suono della cetra. Le Amazzoni<br />

praticavano Ie armi al suono della siringa. Una di esse ando incontro ad<br />

Alessandro, spinta dal desiderio di vederlo: quando 10 saluto, costui Ie fece<br />

dono di un auleta; ella allora ripard ringraziandolo come se avesse ricevuto un<br />

grande regalo. I Lacedemoni in Grecia e i Sibariti in halia mandavano avanti<br />

in battaglia gli auleti. 33 Che cos'altro fanno i timpani e Ie trombe nei nostri<br />

eserciti e nei nostri accampamenti? Quanto pill sono veementi i suoni concordi<br />

di questi strumenti, tanto pill forti e coraggiosi sono i guerrieri in battaglia<br />

(36). Per questo ritengo che la gloria di Roma fu superiore a quella di<br />

tutti gli altri in guerra: ne c'e da meravigliarsi, dato che anche per gli anima­<br />

Ii pill piccoli gli incitamenti alIa vittoria sono in forma musicale, come dimostra<br />

Virgilio nelle Georgiche con questi versi sulle api:<br />

Se invece escono a battaglia - infatti spesso tra due re nasce discordia con grande<br />

tumulto - subito i sentimenti della massa e gli animi anelanti alIa guerra 10 prevedono<br />

per tempo: e il ben nota marziale suono del rauco bronzo incita gli incerti, e si<br />

ode una voce che imita i suoni spezzati delle trombe; allora frementi si raccolgono<br />

insieme con un balen'io di ali vibranti, affilano Ie punte ai rostri e preparano Ie forze,<br />

e attorno al re e proprio accanto al pretorio si accalcano fitte, provocando il nemico<br />

con grandi c1amori(37).<br />

34 L'arte della musica era inserita con grandissima devozione in tutte Ie celebrazioni<br />

sacre tendenti a placare glidei. Ad esempio, i Marmedini e gli Aoni<br />

suonavano la siringa durante Ie lodi degli dei celesti. Gli Egizi offrivano la pandura<br />

agli dei insieme con Ie siringhe pastorali. I Cretesi e i Lacedemoni si presentavano<br />

supplici alle Muse con la cetra e con gli auloi prima di intraprendere<br />

Ie sorti della guerra. Ii re Nabucodonosor volle che fossero raffigurati tutti i<br />

tipi di musici nel monumento che fece erigere. 35 Come si legge nel decimo<br />

libro di Strabone(38), Platone nel settimo libro delle Leggi ha tramandato che si<br />

cantavano inni e lodi degli dei unitamente alle preghiere, che agli dei si dedicavano<br />

danze e vari tipi di canti, e che ogni genere di musica era ritenuta opera<br />

degli dei(39). Era anche costume che i riti sacri che un tempo venivano inviati<br />

dagli lperborei a Delo fossero eseguiti con auioi, siringhe e cetre.


THEORICA MUS ICE • 1.1.36-39 25<br />

36 Quando presso i Romani gli auleti, che fin dai tempi antichi erano a<br />

disposizione nel tempio di Giove, furono interdetti dai censori, essi, mal sopportando<br />

cia, se ne andarono tutti insieme a Tivoli, COS! che a Roma non ci fu<br />

pili nessuno che potesse suonare durante i sacrifici; allora il timore religioso si<br />

impadron! dei senatori, che mandarono ambasciatori a Tivoli perche gli auleti<br />

tornassero a Roma, come riferisce [Tito] Livio; poiche essi rifiutarono e i Tiburtini<br />

non riuscirono a costringerli, Ii invitarono in un giorno stabilito a solennizzare<br />

un banchetto con la musica, e Ii fecero addormentare riempiendoli di<br />

vino di cui questa categoria e avida; coSl Ii legarono, Ii misero sui carri e Ii<br />

riportarono aRoma. Essi non si accorsero di nulla finche, lasciati i carri nel<br />

Foro, la luce li sorprese ubriachi; allora ad essi, purche restassero ligi al loro<br />

dovere - che era, secondo la convinzione del popolo, quello di abbellire i sacrifici<br />

con il canto - fu dato il permesso solenne di aggirarsi per la citta; inoltre<br />

fu restituito il diritto di nutrirsi nel tempio [a spese pubbliche] a coloro che<br />

cantavano nei sacrifici. Queste cose espone Ovidio nei Fasti con questi versi:<br />

Aggiungi che si ordino che fossero solo dieci gli artisti che seguivano il corteo<br />

degli edili in occasione dei funerali: essi allora, in esilio, cambiano citta e si ritirano<br />

a Tivoli, e per un certo tempo e Tivoli illoro esilio; e manca la cava tibia sulle scene,<br />

manca sugli altari, nessun canto guida gli ultimi cod4 0 ) .<br />

37 Questa arte era adatta aHo stesso modo sia ai riti sacri nei templi e aHe<br />

altre solennita sia a tutte Ie occasioni liete 0 tristi. Come infatti nelle cerimonie<br />

religiose si cantavano gli inni e nei matrimoni gli imenei, cosl anche nei<br />

conviti si portava Ia lira 0 la cetra, e a ciascuno dei convitati si chiedeva di eseguire<br />

un tipo di canto conviviale. 38 Presso i Romani fu in uso nei conviti celebrare<br />

al suono della tibia Ie opere ecceHenti degli antichi narrate in musica(4 I ),<br />

per rendere pili viva la capacita dei giovani di imitarle; cosl canta la musa di<br />

[Virgilio] Marone nell'episodio del banchetto di Didone:<br />

Poi gli altri pili eminenti; e il chiomato Iopas suona l'aurea cetra di cui gli fu maestro<br />

il grande Adante: egii canta Ie fasi della luna e Ie rivoluzioni del sole(4 2 ) .<br />

39 Sappiamo che questa usanza e stata praticata fino ai nostri tempi. AHo<br />

stesso modo, nelle cerimonie funebri i threnoi esprimevano i lamenti con la<br />

tibia, come tramanda il poema Fasti di [Ovidio] Nasone:<br />

Ai tempi degli antichi avi fu considerevole l'impiego degli auleti e fu sempre<br />

tenuto in grande onore: la tibia risuonava nei tempIi, risuonava nei giochi, risuonava<br />

nelle tristi cerimonie funebd43).<br />

Aristosseno nel primo libro della sua opera La musica(44) riferisce che Olimpo<br />

alle esequie di Pitone suonava l'aulas secondo il modo lidio.


THEORICA MUSICE . I. 1.40-45<br />

4 0 II canto esorta i rematori a sopportare qualunque fatica, diletta ed incita<br />

gli uomini, muove gli affetti, placa l'ira, rende mansueti gli animali selvaggi;<br />

fa SI che coloro che sono spossati da un lavoro faticoso 10 sopportino pill<br />

facilmente. La melodia della voce allevia anche la stanchezza che si prova in<br />

ogni occupazione; addolcisce l'animo dei bambini, dei giovani, dei vecchi; con<br />

una certa modulazione - se posso usare questo termine - dell' eloquio e della<br />

voce suscitiamo la commozione dei giudici, con un'altra chiediamo la misericordia<br />

dei principi. Similmente, come abbiamo gia detto, la musica persuade<br />

Ie belve, i serpenti, gli uccelli, i delfini ad ascoltare dolci melodie.<br />

41 Quanta dignita possieda per sua natura l'arte della musica 10 dimostra a<br />

sufficienza la credenza che ne siano inventori gli dei. Parlo, per la verira, della<br />

antica musica-> vigorosa, piena di decoro e degna di ammirazione: infatti quella<br />

che fu introdotta in seguito era delicata e senza energia, e quanta sia da condannare<br />

e come non si debba affatto eseguire 10 spiega Platone nel terzo libro<br />

della Repubblica(45).<br />

42 La nostra religione non cessa di cercare la benevolenza di Dio uno e trino<br />

nelle chiese con inni, salmi, antifone, cantici e strumenti musicaii, e pregando<br />

assiduamente con ogni altro genere di cantl dl lode per incitare l'animo<br />

degli ascoltatori e degli astanti alIa devozione secondo Ie disposizioni dei<br />

padri. 43 Naturalmente nei riti religiosi Ie musiche e i canti lascivi sono vietati,<br />

perche invitano il popolo alIa Iibidine e allontanano la mente dalla contemplazione<br />

del divino, soprattutto se gli ascoItatori vengono sedotti dal piacere.<br />

Percio giustamente Salomone, dopo aver costtuito e dedicato il tempio,<br />

prego che chiunque entrasse implorando Dio per i propri peccati 0 per Ie proprie<br />

sofferenze fosse esaudito nelle grazie che chiedeva con spirito di giustizia.<br />

44 David cantava Ie lodi di Dio nella casa del Signore con la cetra e con altri<br />

sttumenti musicali insieme con i cantori; e fu allora scritto questo salmo divenuto<br />

famoso:<br />

Lodate Dio con il suono della tromba, con il salterio e la cetra, con gli strumenti<br />

a corde e con l'organo, e con i cimbali esultand46) ..<br />

Una legge sacra stabill che i cantori intonassero i canti del rito davanti<br />

all'altare, in modo da disporre tutti gli animi aIle lodi divine.<br />

45 Quella degli spiriti celesti, che Socrate nella Repubblica di Platone chiarna<br />

«sirene>/47), non e sempre la stessa melodia che, come si dice, cantano<br />

anche i beati e tutti i cieli nei quali essi risiedono; rna a seconda della loro<br />

diversita il suono e variato e in tal modo produce consonanza. Infatti quanto<br />

pill sono diversi i concenti tanto maggiormente e pill dolcemente risuonano.<br />

Questi spiriti hanno la lorosede secondo i loro ordini e secondo l'accordo con<br />

Ie sf ere, cOSI che puo effondersi la forza di ciascuna armonia, come asserisce


THEORICA MUSICE • 1.1-45-50<br />

Giorgio Anselmi nel primo libro della sua opera La musica(48). Egli interpreta<br />

la sirena come una divinita che canta, e in particolare vuole dire che gli spiriti<br />

non cessano mai di cantare cosl come Ie sfere non cessano mai di muoversi.<br />

46 Invece i nostri teologi questi spiriti Ii chiamano Angeli e Ii dividono in<br />

nove ordini, assegnando a ciascuno di essi un proprio compito e una propria<br />

gerarchia(49). Quelli che vengono chiamati semplicemente Angeli sono i messaggeri<br />

della volonta divina sulla terra: essi abitano 1'orbita degli elementi<br />

primi a protezione degli uomini e sono testimoni di tutto cio che diciamo e<br />

facciamo. 11 secondo ordine e quello degli Arcangeli, che presiedono alla sfera<br />

della luna: il loro compito e di essere speciali messaggeri quando la volonta<br />

divina concepisce qualcosa al di fuori del normale corso della natura. 47 11 terzo<br />

ordine e quello delle Virtu: per mezzo loro Dio mostra al mondo miracoli e<br />

portenti che sono segnali di mali futuri; ed ahitano la sfera di Mercurio. 11<br />

quarto ordine e quello delle Potesta, che risiedono nel cielo di Venere: essi tengono<br />

a freno gli spiriti immondi e maligni, in modo che non possano nuocere<br />

quanta vorrebbero al mondo e alla natura umana che sempre insidiano. 11 quinto<br />

ordine e quello dei Principati, la cui sede e la sfera del sole: essi guidano Ie<br />

schiere degli angeli, e illoro compito e di assistere Dio onnipotente e i principi<br />

della terra in modo che possano provvedere al retto governo del regno. 48 11<br />

sesto ordine e quello delle Dominazioni, che abitano la sf era di Marte: sono<br />

infatti i condottieri delle schiere degli angeli armati, ai quali Ie schiere stesse<br />

obbediscono come i soldati ai comandanti; inoltre frenano coloro che sulla terra<br />

combattono contro giustizia, e sono di aiuto agli uomini giusti. 11 settimo<br />

ordine e quello dei Troni: abitano la sfera di Giove e annunciano i decreti, Ie<br />

leggi e i giudizi divini. L'ottavo ordine e quello dei Cherubini, con il cui nome<br />

si spiega la molteplicita della scienza: occupano la sfera di Saturno, e Ie loro<br />

schiere, vicine alla somma sapienza, conferiscono agli uomini ogni sapienza<br />

comprensibile. 49 11 nono ordine e quello dei Serafini, nome che significa «gli<br />

ardenti»: essi superano Ie altre gerarchie angeliche in sapienza, potesta, beatitudine<br />

e letizia; la loro sede e l' ottava sf era, e a loro, che sono maggiormente<br />

partecipi della luce divina, e stata concessa una piu intensa fiamma di amore,<br />

letizia e perfezione. Si dice che velano Ie divine fattezze, perche gli spiriti e Ie<br />

anime che si trovano in mezzo a loro non possono sostenere se non per poco l' aspetto<br />

divino, quasi fosse vietato: infatti «angelo» e il nome della loro funzione,<br />

non della loro natura. Essi sono veloci e assolutamente instancabili, volando<br />

a seconda delle necessita in uno spazio di tempo impercettibile, e per questo<br />

i pittori liberamente Ii rappresentano alati. 50 Si dice anche che nessuno<br />

spirito risieda in questa sfera che e la sede dell'eterno Dio e alla quale nessuna<br />

creatura al di sotto di lui puo accedere. La melodia di tutte Ie sf ere sottostanti<br />

e contenuta in questa, che supera di gran lunga ogni altra armonia. Per tale


THEORICA MUSICE . 1.1.50-55<br />

ragione alcuni poeti han no collocato qui Urania, una della nove Muse immaginate<br />

figlie di Giove e di Mnemosine, perche comprende in se e sopravanza<br />

ogni dolcezza di linguaggio. 5 I I teologi asseriscono dunque che il decimo cielo<br />

appartiene a Dio altissimo e che la nona(50) sf era non e abitata da nessuno, come<br />

dice ancora Giorgio Anselmi(5 I ). Infatti nessuna cosa al disotto dell'Altissimo<br />

e degna della sua ineffabile maesdl. 0 puo esserle superiore, ne puo assolutamente<br />

sostenere una energia COS! grande e cosl straordinaria 0 concepirla con la<br />

mente. Tutte Ie cose so no davvero, di fronte a quella maesta, come gli occhi di<br />

un uccello notturno abbagliato dalla luce.<br />

52 Sono profondamente convinto che nulla si debba considerare pili grande,<br />

0 pili degno dell'intelletto, di questa releste, angelica e quasi divina armonia<br />

i cui suoni Ie orecchie umane non riescono ad udire: nondimeno, incessantemente<br />

gli spiriti innalzano voci di giubilo all' Altissimo cantando Sanctus<br />

sanctus sanctus dominus Deus sabaoth(5 2 ), canto che sant'Ambrogio e il santissimo<br />

papa Gregorio e la santa madre chiesa non cessano di ripetere e divulgare.<br />

Pertanto la nostra mente non puo desiderare davvero nulla di pili dolce del<br />

ritorno nei cieli, nulla di pili gradito che essere liberati dalla prigione del<br />

corpo ed essere ricongiunti a quei santissimi spiriti


THEORICA MUSICE .1.1.56-61 33<br />

56 Anche il ritmo ci e stato donato per moderare opportunamente ogni attitudine<br />

sfrenata e priva di misura. Ad esempio, se i fanciulli hanno un carattere<br />

irrequieto e so no desiderosi di divertimenti in ogni attivita, e per questa non<br />

tollerano una disciplina severa, Platone(57) giustamente consiglia di educarli<br />

con il decoroso piacere di quella ben nota musica che indica il sentiero della<br />

virtu. 57 Anche agli anziani si devono offrire talvolta piaceri decorosi come sollievo<br />

per una vita faticosa: fin dalla giovinezza bisogna quindi prepararsi a procurare<br />

quei diletti che possano recare conforto ad una dignitosa vecchiaia. Per<br />

questo motivo Platone(58) invita a contenere con il triplice freno del timore,<br />

della legge e della vera ragione gli impulsi dei giovinetti, come il cibo, il bere<br />

e il sesso, affinche non vadano alIa rovina: cosl,con un moderato uso di svaghi<br />

onesti fin dalla fanciullezza, ristorati da onesti piaceri, essi saranno tenuti lontani<br />

da azioni turpi e saranno incitati a poco a poco a studi serio<br />

58 Platone(59) prescrisse anche che i giovinetti si dedicassero all'esercizio<br />

del corpo, ad esempio ai ludi ginnici, alIa danza e alla lotta. Ora, un genere di<br />

danza imita Ie parole della Musa e ne conserva la nobilra e la liberra; un altro<br />

genere con la sua grazia flette e distende opportunamente Ie singole membra<br />

che determinano il corretto portamento, la leggerezza e la bella forma dell'intero<br />

corpo e delle sue parti, in modo che il movimento armonioso sia diffuso<br />

in maniera proporzionata seguendo interamente Ie regole della danza(60).<br />

59 Cosl scrive Dionigi di Alicarnasso net secondo libro sui sacerdoti Salii:<br />

Al suono dell'aulos si muovono con ritmi enoplii atti alle armi, talora tutti ass ieme,<br />

talora uno dopo l'altro, cantando i carmi patrii con danze solenni in tre tempi e<br />

con danze corali(61).<br />

60 Se e lecito fare congetture basandosi sulle parole degli antichi, furono i<br />

Cureti i primi ad istituire la danza corale, il movimento degli armigeri e il<br />

fragore prodotto dalle spade sugli scudi. Nella corretta pratica della lotta queste<br />

cose vengono impiegate dal collo, dalle mani e dal movimento dei fianchi,<br />

con attitudine piena di decoro anche nell'ansia della vittoria, e recano salute e<br />

forza, cosicche si giudico che fossero cose utili in ogni circostanza e pertanto<br />

da non trascurare. Anche Marco Tullio [Cicerone] nell' opera Le leggi riferisce<br />

l' opinione dello stesso Platone con queste parole:<br />

I ludi pubblici sono divisi tra teatro e circo: Ie gare atletiche - corsa, pugilato,<br />

lotta, corsa dei cavalli - sono praticate ne! circo per conseguire una vittoria sicura,<br />

mentre ne! teatro si eseguono canti con voci, cetre e auloi, canti che secondo la legge<br />

devono essere moderati(62).<br />

61 Concordo con 1'asserzione di Platone che nulla influisce cosl facilmente<br />

sugli animi delicati e sensibili quanto i diversi caratteri della musica, di cui


THEORICA MUSICE . I. I .64-70 37<br />

la concordia, la migliore e pili salda garanzia della salvezza dei cittadini, che<br />

in nessun modo puo esistere senza la giustizia.<br />

65 I poeti pili saggi riconoscevano che la musica e arnica delle arti liberali e<br />

che necessariamente con esse si accorda. Archita e Aristosseno sostenevano che<br />

la grammatica e subordinata alla musica. Eupoli insegnava la musica e la letteratura;<br />

e Marica, cioe lperbolo(68), ammise di avere appreso la letteratura dai<br />

musici. Aristofane in pili di un'opera spiega che anticamente i fanciulli venivano<br />

istruiti nello stesso modo. Parimenti i logici veneravano la musica e pretendevano<br />

che la voce Fosse ad essa sottoposta. Marco Tullio [Cicerone] non trascuro<br />

la musica, poiche nulla giova agli oratori pili della cura della voce, e questa<br />

e dote peculiare della musica. 66 Quando Caio Gracco, durante il suo tribunato,<br />

pronunciava un' orazione davanti al popolo romano, teneva dietro di se<br />

uno schiavo esperto di arte musicale che con una siringa di avorio regolava di<br />

nascosto Ie modulazioni del discorso, 0 per incitare gli ascoitatori troppo indolenti<br />

0 per richiamare quelli veementi pili del giusto, poiche la foga e il trasporto<br />

della declamazione non gli permettevano di valutarne attentamente la<br />

giusta misura(69). Ii maestro del ginnasio rimprovero Carneade di Cirene che<br />

leggeva nei Iudi pubblici con voce eccessivamente sonora senza imporle una<br />

misura. 67 I matematici Teofrasto di Creta e Nicomaco si occuparono di musica.<br />

Anche i maestri di geometria Teodoro di Cirene e Archita praticarono la<br />

musica. Gli astronomi Pitagora e Tolomeo scoprirono Ie consonanze musicali<br />

dai numeri sonori. Ii teologo Platone calcolo la dolcissima armonia del mondo<br />

sulla base dell'udito e della ragione. Infine, tutti in Grecia imparavano a praticare<br />

la musica, e chi non la conosceva era giudicato incolto. Infatti si tramanda<br />

che Temistocle Fosse alquanto ignorante perche quando, durante un<br />

banchetto, gli fu offerta una lira, se ne dichiaro inesperto(7 0 ). 68 Isidoro nelle<br />

Etimologie(7 I ) sostiene che nessuna disciplina puo essere appresa dall'imitazione<br />

e dagli esempi proposti senza la musica, e che nulla senza questa puo essere<br />

prodotto 0 aver luogo; e Rabano [Mauro] nel trattato dedicato a questa disciplina<br />

afferma la medesima cosa. 69 Ci piace anche ricordare brevemente a<br />

memoria gli autori d'ingegno pili acuto che lasciarono ai posteri documenti<br />

musicali. Ad esempio Pitagora di Sarno, che per primo si attribul il titolo di<br />

filosofo, oltre che alla matematica si dedi co moltissimo alla musica e alla geometria,<br />

e scopd la regola basata su una corda(7 2 ). Socrate imparo a suonare la<br />

cetra in eta avanzata(73), ritenendo di non doversi per nulla vergognare di<br />

imparare cio che non conosceva, e trasmise precetti di musica per istruire i giovani.<br />

7 0 Bione, come informa Eratostene, fu il primo che, rendendo piacevole<br />

la filosofia con vari abbellimenti del discorso, considero un divertimento la<br />

musica e la geometria. Teodoro di Cirene, di cui fu discepolo Platone, compilo<br />

un libello sulla geometria e la musica. Un altro Teodoro, musico, scrisse un


THEORICA MUSICE .1.1.70-76 39<br />

libretto sull'esercizio della voce. Ii musko ateniese Xanto descrisse Ie regole dell'armonia.<br />

1'auleta Dionisodoro trasmise Ie regole per suonare l'aulos. Ii pitagorico<br />

Filolao, dopo avere indagato accuratamente gli elementi della musica, cioe<br />

il tono e i semitoni, suppose che ogni cosa fosse necessariamente prodotta dall'armonia.<br />

71 Democrito di Mileto, che scrisse su quasi tutte Ie materie e discipline,<br />

compose anche numerosi volumi sulla musica. Ii pitagorico Archita di<br />

Taranto per primo misuro il mota musicale con una rappresentazione geometrica.<br />

l' ateniese Simone scrisse un ponderoso dialogo sulla musica. Simmia di<br />

Tebe, secondo la testimonianza di [Diogene] Laerzio(74), lascio ai posteri un raffinato<br />

dialogo sulla muska. Eraclide Pontico scrisse due libri sulla muska. 72 Ii<br />

divino Platone nel Timeo e nelle Leggi(75) tratto di tutte quelle cose che nei corpi<br />

celesti e negli elementi della natura umana si compongono e si accordano grazie<br />

all'armonia. Ii cretese Teofrasto scrisse tre libri sulla musica ed uno sui musici.<br />

Ii platonico Senocrate di Calcedone spiego che la matematica e soprattutto<br />

la muska giovano non poco alIa filosofia. Anche Archelao, maestro di Socrate,<br />

e l'ateniese Senofonte, che era chiamato "musa attica" per la dolcezza e la straordinaria<br />

facilita dell'eloquio, e poi Demostene, Anassagora, Damone e Porfirio<br />

trattarono nei loro scritti dell'eccellenza della musica. Tolomeo scrisse un voluminoso<br />

libro sull'arte della musica. Anche Aristosseno, Nicomaco, Aristone ateniese<br />

ed Albino tramandarono numerosi volumi sulle consonanze. 73 Aristotele<br />

scrisse un libro sulla musica(76) ed uno in particolare sulla musica pitica, e in<br />

molti libri insed la trattazione di problemi ed elementi della muska. Anche<br />

Epicuro tratto ampiamente di musica. Sulla scorta di costoro, Briennio, Aristide<br />

Quintiliano, Bacchio il Vecchio e Plutarco, i pili recenti tra gli autori greci,<br />

lasciarono ai posteri ponderosi volumi su questa arte(77).<br />

74 Insomma, l'attenzione per la musica non manco agli autori apprezzati<br />

dagli antichi. Eben nota che Calcidio e Macrobio, Censorino e Cassiodoro, Isidoro<br />

e Rabano, e inoltre Fabio Quintiliano e l'architetto Vitruvio, uomini autorevolissimi,<br />

coltivarono con grande interesse l'arte della musica. 75 Severino<br />

Boezio, di cui nessuno dopo di lui, a quanta sappiamo, eguaglio l'ingegno,<br />

espose accuratamente in un' opera in latino in cinque parti


THEORICA MUSICE . 1.1.76-79; 2.1 41<br />

Anche Agostino compose sei Iibri sulla musica(83); mentre sant'Ambrogio,<br />

nostro patrono, poi Gelasio e Gregorio stabilirono che durante la messa si cantassero<br />

Graduali, Tratti e Alleluia. E molti altri uomini autorevolissimi sono<br />

ricordati per avervi aggiunto alcune parti. Ambrogio imito in molti aspetti il<br />

rito greco che era stato istituito da Basilio e da altri santi uomini. 77 Per la<br />

prima volta con il vescovo Ilario di Poitiers emerse una nuova maniera di cantare<br />

gli inni. Dopo di lui ne diffonde l'uso Ambrogio: e da.allora gli inni sono<br />

chiamati ambrosiani, perche ai suoi tempi cominciarono ad essere cantati molto<br />

frequentemente nella chiesa di Milano. Per la veritil., tutti i canti introdotti<br />

dopo questi nelle chiese occidentali in lode di Dio sono chiamati inni. Infine,<br />

Ambrogio e Gregorio stabilirono che nei riti sacri quasi tutti i canti fossero eseguiti<br />

con voci ritmicamente modulate; rna non con un'armonia complessa e fiorita,<br />

ne dissonante, come e nell'uso ambrosiano per i riti funebri e Ie veglie dei<br />

martiri, rna semplice e piana. 7M I pontetici che succedettero a costoro inserirono<br />

nei riti sacri armonie dolcissime e consonanti, imitando David che, a quanto<br />

sappiamo, quando volle celebrare il culto di Dio con maggiore solennita,<br />

dispose davanti all'arca dell'alleanza del Signore cantori dalle voci melodiose<br />

accompagnati da strumenti musicali: questi cantori dilettavano gli animi degli<br />

astanti con la dolcezza della musica e Ii rendevano pili attenti alle lodi di Dio.<br />

79 Ora la brevita del tempo a disposizione non mi permette di menzionare<br />

gli eccellenti musici e cantori della nostra epoca, che la nostra generazione<br />

nei suoi canti di lode celebra come di gran lunga pili valenti di quelli del passato.<br />

Ma riteniamo che la sola parte che a noi compete di questa davvero piacevole<br />

disciplina sia quella che forma il carattere: essa infatti rende gli uomi­<br />

Qi ilb.lstri in. eterno e Ii conse..gna immortali alla posterita.


I. Lodovico Sforza viene chiamato "duce» perche nominato condottiero dal vero<br />

signore di Bari, il re di Napoli, in seguito a meriti bellici.<br />

2. In base al contenuto del trattato non e possibile stabilire quali degli autori<br />

recenti Gaffurio ritenga responsabili di avere nuociuto all'arte musicale.<br />

3. Anche in questo caso non e possibile individuare Ie opere a cui Gaffurio allude.<br />

4. Segretario di Lodovico Sforza. Di lui si conosce una lettera del 1479 in cui intercede<br />

presso il Moro a favore di Gaffurio, nonche un'istanza del 1493 in cui cita la carica<br />

di pubblico lettore di musica da costui ricoperta (cfr. Palisca, Humanism p. 8).<br />

5. Presso i Romani la chi usura delle porte del tempio del dio Giano (10 Ianus geminus)<br />

significava la pace.<br />

6. Plinio nella Natura/is historia (XVI. 102) riferisce che il moro viene detto sapientissima<br />

arborum perche e il primo albero che produce nuovi germogli dopo i rigori<br />

invernali.<br />

7. Iosephus, Antiquitates Iudaicae 1.64, 68.<br />

8. Genesi 4.20-2 I.<br />

9. Heraclides Ponticus, Fragmenta 157, cit. in Ps-Plutarchus, De music a II31F.<br />

10. Le notizie che seguono si trovano in Ps-Plutarchus, De musica I 132E-1 134.11<br />

trattato De musica attribuito a Plutarco e una delle fonti pili attendibili sulla musica<br />

greca; per quanto riguarda, in particolare, la cultura musicale della Grecia arcaica,<br />

attinge alle opere di studiosi assai qualificati, come ad esempio Eraclide Pontico e<br />

Aristosseno. Palisca ritiene che Gaffurio si sia servito della traduzione approntata da<br />

Carlo Valguglio e pubblicata nell 507, che il musico lodigiano puC> avere conosciuto<br />

in manoscritto (cfr. Palisca, Humanism p. 191). Su Demodoco, cfr. anche Omero, Odissea<br />

VIII.266-366, 499-520; su Femio, Omero, Odissea 1.325-327.<br />

1 I. L'attribuzione di tale innovazione a Terpandro (musico di Lesbo, vissuto nel<br />

VII sec. a.c.) e indice della grande fama di cui egli godeva; di fatto l'eptacordo era<br />

gia in uso in Grecia da molto tempo.<br />

12. Nel testo originale anziche boeotium si trova boetium, che e un evidente errore.<br />

13. L'opera di Alexander Polyhistor e citata in Ps-Plutarchus, De music a II32E.<br />

14. Letteralmente «Dita dell'Ida (monte di Creta»>. Sono divinira minori legate<br />

all'antico culto ctonio di Rea 0 Cibele.<br />

15. Apuleius, F/orida III.<br />

16. Diodotus Siculus, Bib/iotheca 111.58.<br />

I7. 11 testo originale ha harinatium, che e un evidente errore in luogo di harmatium,<br />

traslitterazione del greco armateion [me/os] (canto dal carro da guerra).<br />

18. Alcaeus, 307 LP.


286 FRANCHINO GAFFURIO • THEORICA MUSICE<br />

19. Nome latino delle Cariti, divinita simbolo della grazia e della bellezza sia fisica<br />

che artistica e morale.<br />

20. Nella mitologia greca Ie nove Muse, figlie di Zeus e Mnemosine, sono Ie divinita<br />

della poesia, della musica e in generale delle arti e delle occupazioni intellettuali.<br />

20A. Non si conosce nessuno strumento con questa nome. Non e da escludere un<br />

fraintendimento di Gaffurio, forse riferibile al lituus, che pero era uno strumento<br />

romano di probabile origine etrusca.<br />

2 I. Tra i musici elencati, il citaredo Timoteo di Mileto e, con Arione (su cui v.<br />

nota 25), di gran lunga il pili noto. Vissuto nel V sec. a.c., fu compositore di inni,<br />

nomoi, ditirambi, e porto fino a undici il numero delle corde della cetra.<br />

22. Plinius Senior, Naturalis historia IX.8.28.<br />

23. Quintilianus, Institutio oratoria I.IO.<br />

24. Horatius, Ars poetic a 391-396. II mito di Orfeo, in particolare, e stato trattato<br />

da numerosi poeti greci e latini; si possono ricordare, ad esempio, Apollonio<br />

Rodio, Argonautica I.23-34; Virgilio, Georgica IV.453-527.<br />

25. Herodotus, Historiae I.23. Secondo la testimonianza di Erodoto, Arione di<br />

Metimna (VII-VI sec. a.c.) e nota in particolare per aver dato la struttura definitiva<br />

al ditirambo dionisiaco.<br />

26. Plinius Senior, Naturalis historia IX.8.28.<br />

27. Varro, De musica. II De music a di Marco Terenzio Varrone (II sec. a.c.), il primo<br />

trattato in latino sulla musica, che costituiva il settimo libro della sua Enciclopedia<br />

(Disciplinae), e andato perduto.<br />

28. Martianus Capella, De nllptiis Mercllrii et Philologiae, IX-493.I2-I3. In questo<br />

trattato in nove libri, l'ultimo dei sette che trattano delle arti liberali e dedicato alIa<br />

musica.<br />

29. Cato, Disticha I.27.2.<br />

30. Vergilius, Aeneis V1.667. Nei Campi Elisi Virgilio attribuisce un particolare<br />

rilievo al mitico cantore Museo.<br />

31. Cassiodorus, Variarllm 11.4°.94-1°3.<br />

32. Questo aneddoto e quelli che seguono sono riferiti da Martianus Capella, De<br />

nllptiis Mercurii et Philologiae IX-492-493.<br />

33. La Fonte e Gellius, Noctes Atticae IV.I3.2-4.<br />

34. Qui Gaffurio attribuisce a Democrito un trattato di cui e autore Ippocrate.<br />

35. Suetonius, De vita Caesarllm: Nero VI.20-2I.<br />

36. La Fonte dei parr. 32-34 e Martianus Capella, De nllptiis Mercllrii et Philologiae<br />

IX-49I -492.<br />

37. Vergilius, Georgica IV.67-76.<br />

38. Strabo, Geographica X.3.IO.<br />

39. Plato, Leges VII.799-800.<br />

40. Ovidius, Fasti VI.663-667.<br />

41. Cicero, TlIsculanae disputationes 1.2. In questo passo delle TlIsclllanae displltationes<br />

Cicerone riferisce la testimonianza di Catone secondo cui anticamente erano esistiti<br />

canti conviviali considerati i precedenti dell'epica.


COMMENTO<br />

42. Vergilius, Aeneis 1.740-742. Si tratta del convito offerco in onore di Enea ospite<br />

nella reggia di Didone.<br />

43. Ovidius, Fasti VI.652-654·<br />

44. Aristoxenus, De harmonia I. Aristosseno (III. sec. a.C), discepolo di Aristote­<br />

Ie, e uno dei piii antichi teorici greci della musica. Il suo trattato De harmonia pone a<br />

fondamento della ricerca i principi matematici della doccrina pitagorica, e costituisce<br />

la prima testimonianza sull'uso di una forma di notazione. Secondo Palisca (Humanism<br />

p. 192) Gaffurio conosce Aristosseno attraverso il commento di Boezio.<br />

45. Plato, Respublica 111.398.<br />

46. Salmi 150.3-4.<br />

47. Plato, Respublica X.6I7. Nel mito di Er, che conclude il dialogo Respublica di<br />

Platone, Ie sirene sono preposte ai cerchi del fuso di Ananke (la dea che fila il destino),<br />

e ciascuna canta nel tono che Ie e proprio, formando assieme un'unica armonia.<br />

48. Anselmi, De music a 1.156. La citazione di Giorgio Anselmi da Parma (filosofo<br />

e medico, vissuto circa tra il 1368 e il 1449) non appare nel Theoricum opus del 1480:<br />

da cio si deduce che Gaffurio ha potuto leggere il trattato De musica di Anselmi solo<br />

nellasso di tempo trascorso tra Ie due redazioni della sua opera.<br />

49. La gerarchia degli angeli che presiedono aIle sfere celesti, descritta da Anselmi<br />

e riferita da Gaffurio, deriva da un'antica tradizione. Per una bibliografia su questo<br />

argomento efr. Palisca, Humanism p. 165.<br />

50. Nella fonte anziche nonam c'e nouam, che e un evidente errore.<br />

51. Anselmi, De musica 1.157-168.<br />

52. Isaia 6·3·<br />

52A. Un concecto simile e espresso nel Fedone di Platone (66e - 67b), in cui Socrate<br />

afferma che solo quando sara liberata dalla prigionia del corpo la nostra anima<br />

potra possedere la conoscenza della verita: per questo il filosofo e lieto di morire.<br />

53. Aristoteles, Politica 1339b.16-25·<br />

54. Plato, Respublica 111.410-411.<br />

55. Plato, Timaeus 47·<br />

56. Plato, ibid. Il ruolo delle Muse nell'armonia del cosmo e dell'anima umana e<br />

una delle componenti fondamentali della cosmologia anti ca.<br />

57. Plato, Respublica IlIA 1 I.<br />

58. Plato, Leges 11.673.<br />

59. Plato, ibid.<br />

60. La sezione 1.1.54-58 eanalizzata passo per passo da Palisca (Humanism pp.<br />

193-195), il quale osserva che Gaffurio, qui come altrove, assembla citazioni dirette<br />

da opere diverse di Platone nella traduzione di Marsilio Ficino, senza indicare che si<br />

tratta di citazioni letterali. Questo metodo fa s1 che illettore sia porcato a credere che<br />

si tracti di riflessioni di Gaffurio stesso. Siffatta ambiguita, nota Palisca, e inevitabi­<br />

Ie in un libro cosl ricco di citazioni.<br />

61. Dionysius Halicarnaseus, Antiquitates Romanae 11.70.<br />

62. Cicero, De legibus 11.38.<br />

63. Plato, Respublica IV.424.


288 FRANCHINO GAFFURIO . THEORICA MUSICE<br />

64. Horatius, Ars poetica 202-204.<br />

65. Plutarchus, Vita Alcibiadis 2.<br />

66. Varro, De musica.<br />

67. Augustinus, De civitate Dei II.2 I.<br />

68. Marica e il titolo di una commedia di Eupoli (Plutarchus, Vita Niciae 4). Nel<br />

personaggio di Marica si puo riconoscere Iperbolo, demagogo ateniese del V sec. a.c.<br />

69. Cicero, De oratoreIII.60.225.<br />

70. Quintilianus, Institutio oratoria 1.10.19.<br />

71. Isidorus, Ethym%giarum 111.15-23.<br />

72. Ossia il monocordo.<br />

73. Plato, Phaedo 60d.<br />

74. Diogenes Laertius, Vitae phi/osophorum I.2.<br />

75. Plato, Timaeus, passim; Leges, passim.<br />

76. Ps-Aristoteles, Problemata 19. La sezione 19 dei Problemi attribuiti ad Aristotele<br />

e una delle fonti pill antiche (III sec. a.c.) sulla teoria musicale greca. Tra Ie traduzioni<br />

in latino di quest'opera si puo ricordare quella di Pietro d'Abano, corredata<br />

di commento, che venne pubblicata nel 1475, e che e una delle fonti della Theorica.<br />

77. Questo elenco di scrittori antichi, che non compare nella versione del 1480,<br />

dimostra la maggiore consapevolezza acquisita da Gaffurio riguardo alla letteratura<br />

greca sulla musica nellasso di tempo trascorso tra Ie due redazioni dell'opera.<br />

78. Boethius, De institutione musica.<br />

79. Ugolino da Orvieto (Ugolinus Urbevetanus) vissuto tra il 1380 e il 1457, e<br />

autore di un trattato in cinque libri, Dec/aratio musicae discip/inae.<br />

80. Guido Aretinus, Micrologus.<br />

81. A Oddone (Odo Abbas) di Arezzo (fine sec. X) veniva attribuito un Dialogus<br />

de music a anonimo.<br />

82. Di Johannes Carthusensis, conosciuto anche come Johannes Gallicus 0 Johanne<br />

Legrense 0 Jean de Namur (ca. 1415-1473), esiste un trattato in tre parti di teoria<br />

musicale, corredato di esempi tratti dalla liturgia, Libel/us music a/is de ritu canendi<br />

vetustissimo et novo.<br />

83. Augustinus, De musica.<br />

84. Anselmi, De music a 1.148.<br />

85. Aristoteles, De cae/o 1I.9.290b sgg. Nel testo originale: cae/i et mundi (del cielo<br />

e del mondo). Aristotele ritiene che Ie nostre orecchie non riescano a udire il suono<br />

delle sfere celesti a causa dell'abitudine da noi contratta fin dalla nascita a tale suono.<br />

86. Cicero, De republica VI.18. Questa citazione quasi letterale dal Somnium Scipionis<br />

(l'ultimo libro del De republica di Cicerone) costituisce in realta una scambio di<br />

battute tra Scipione Emiliano e il suo antenato Mricano apparsogli in sogno.<br />

87. Anselmi, De musica I.134-135.<br />

88. Ambrosius, Hexaemeron 2.5.21.<br />

89. Boethius, De institutione music a 1.2.188.7-9.<br />

90. Macrobius, Commentarii in Ciceronis somnium Scipionis 1I.3.13-14.<br />

9 I. Porphyrio, Harmonica.

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