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268 Paolo Cherchi<br />
E del resto, tutte le apparenze dell’edizione mirano a salvare questa<br />
f<strong>in</strong>zione. Cozzo esam<strong>in</strong>a la mise en page tipica dell’edizione, <strong>il</strong> modo<br />
<strong>in</strong> cui tutte le funzioni paratestuali vengono disposte, dalla paragrafatura<br />
all’apparato, e tutto per dare un aspetto ‘di serietà scientifica’<br />
all’edizione. Tale presentazione ha valore epistemico <strong>in</strong> quanto <strong>il</strong> <strong>testo</strong><br />
viene stampato <strong>in</strong> carattere maggiore e cont<strong>in</strong>uo – contiene ‘la verità’ –<br />
mentre l’apparato – la ‘non-verità’ – viene stampato <strong>in</strong> calce e <strong>in</strong> corpo<br />
m<strong>in</strong>ore e discont<strong>in</strong>uo. Il tutto mira a rendere trasparente <strong>il</strong> lavoro del<br />
f<strong>il</strong>ologo, la sua operazione di ricostruzione; ma <strong>in</strong> realtà la lettura dell’apparato<br />
è diffic<strong>il</strong>e perché è arduo, forse volutamente arduo, ricostruire<br />
attraverso l’elenco delle lezioni espunte la fisionomia unitaria<br />
dei testi esam<strong>in</strong>ati. Ma anche questa trasparenza è <strong>il</strong>lusoria perché l’apparato<br />
non spiega <strong>il</strong> perché delle scelte e, anzi, serve a confermare l’autorevolezza<br />
del f<strong>il</strong>ologo che ‘avrà avuto le sue ragioni per fare le scelte<br />
che ha fatto’. Questo è vero solo <strong>in</strong> parte per i testi <strong>in</strong> volgare dove di<br />
solito la divisione <strong>in</strong> <strong>testo</strong> e apparato segue <strong>il</strong> modello degli antichisti,<br />
ma di solito <strong>il</strong> f<strong>il</strong>ologo moderno tende a spiegare le sue scelte se queste<br />
non risultano sufficientemente chiare dallo stemma: <strong>il</strong> fatto che si tratti<br />
a volte di l<strong>in</strong>gue mal conosciute (per lo più si parla di testi medievali) fa<br />
sì che l’errore presenti una fenomenologia diversa da quella delle l<strong>in</strong>gue<br />
antiche o per lo meno <strong>il</strong> lettore moderno non sempre è <strong>in</strong> grado di stab<strong>il</strong>ire<br />
se un errore sia un semplice metaplasmo di coniugazione o una possib<strong>il</strong>e<br />
variante, ed è anche da tenere <strong>in</strong> conto <strong>il</strong> fatto che le varianti grafiche<br />
sono talvolta ortografiche e pertanto siano da riportare <strong>in</strong> apparato:<br />
<strong>in</strong> altre parole gli editori di testi <strong>in</strong> volgare hanno m<strong>in</strong>or libertà di esibire<br />
i loro poteri da stregoni.<br />
Inf<strong>in</strong>e, anche lo st<strong>il</strong>e o la retorica del f<strong>il</strong>ologo fanno parte della sua<br />
stregoneria: Cozzo ricorda <strong>il</strong> tono apodittico di Paul Maas, la ‘chiarezza’<br />
di Lachmann e <strong>il</strong> fasc<strong>in</strong>o dell’erudizione di W<strong>il</strong>amowitz come esempi<br />
del fatto che <strong>il</strong> carisma del f<strong>il</strong>ologo sia parte della sua scienza, proprio<br />
come accade per lo stregone. A questi esempi Cozzo dedica <strong>il</strong> paragrafo<br />
«Poteri», che viene quasi alla conclusione per <strong>in</strong>dicare un altro fattore<br />
non ‘razionale’ <strong>in</strong> questa arte di riportare <strong>il</strong>lusoriamente i testi antichi a<br />
br<strong>il</strong>lare nella loro forma autentica o almeno <strong>in</strong> quella più vic<strong>in</strong>a ad essa.<br />
Il mondo moderno ha parecchi f<strong>il</strong>ologi che hanno affermato <strong>in</strong> modo<br />
perentorio cose che sono diventate dogmi per gli studenti, e non perché<br />
fossero verità ma perché venendo da tali maestri non sono state sottoposte<br />
a scrut<strong>in</strong>io. Anche <strong>in</strong> f<strong>il</strong>ologia dunque conta moltissimo la personalità<br />
dell’officiante, ed è un fattore da annoverare fra quelli ‘soggettivi’<br />
operanti nel rigore della f<strong>il</strong>ologia.