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qui - Il catecumeno

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Madjim Lômadjim<br />

Ma Djim Lô Ma Djim<br />

mau s/m lo mau s/m<br />

Mau Schêm Lo Mau Schêm<br />

Aqua Per partes Cessare Aqua Per partes<br />

Acqua Parte Cessare di agire Acqua Parte<br />

39<br />

4.2 L'originario oceano universale terrestre (Pantalassa) perse la metà delle sue acque e della sua<br />

profondità. <strong>Il</strong> noto esperimento del fisico belga Plateau.<br />

Segretario: Mi permetto di interrompere solo per ricordare brevemente ai ‘nuovi’ congressisti di oggi che è<br />

stata già ampiamente illustrata ieri 31 la tecnica di Crombette sulla decifrazione dei monosillabi copti di cui erano<br />

composte le radici delle parole dell’antico ebraico, come pure la loro interpretazione e concatenazione<br />

logica alla maniera dei rebus, che era il modo di intendere l’egizio antico. Qui le antiche parole ebraiche sono<br />

scomposte nelle loro radici monosillabiche copte e <strong>qui</strong>ndi in latino e in italiano.<br />

Ora, Crombette ci vuole fare capire che queste parole e monosillabi, lette da destra verso sinistra, devono<br />

essere tradotte e trasformate in un discorso che abbia il giusto senso, così come viene fatto con i vari simboli<br />

di un rebus che assumono un significato logico solo se collegati in maniera coerente.<br />

In sostanza il copto era una lingua monosillabica come lo erano le prime lingue, che non differivano sensibilmente<br />

dal copto.<br />

In tale lingua, ciascuna sillaba rappresentava una o più delle nostre parole.<br />

I termini di relazione come congiunzioni, preposizioni o altro, sono inutilizzati.<br />

Poiché inoltre queste sillabe sono radici, esse rappresentano tanto un sostantivo quanto un aggettivo, un<br />

verbo all’infinito, al passato, al presente, senza cambiamento di forma.<br />

Quindi l’abilità degli antichi, tutt'altro che ignoranti ma anzi molto intelligenti sia pur con un tipo di civiltà<br />

diversa dalla nostra attuale e non tecnologica, consisteva nella capacità intuitiva che consentiva loro di interpretare<br />

correttamente l’esatto senso delle parole dal contesto generale, come si fa appunto con la tecnica<br />

dei rebus che ieri avevamo spiegato ampiamente.<br />

Chiederemo ora direttamente a F. Crombette di trasformarci egli stesso ‘in chiaro’ il testo ‘coordinato’ di<br />

quelle parole tradotte dal testo monosillabico copto.<br />

Fernand Crombette: In chiaro: "Oltre le parole proferite anteriormente, Ehèlohidjm concepì di nuovo di emettere<br />

una parola per far girare in alto un velo anulare come una fascia vischiosa: sollevando le acque profonde<br />

come un impasto e innalzandole finchè il movimento le avesse allargate e liberate proiettandole; esse proteggeranno<br />

così dal calore eccessivo e daranno un arcobaleno variopinto, il che separerà una parte delle acque<br />

dall'altra parte delle acque quando esse avranno cessato la loro azione".<br />

Mosè <strong>qui</strong> ci parla un linguaggio ben diverso da quello che gli hanno fatto dire; non si tratta più di un firmamento<br />

chiamato cielo separante le acque del basso dalle acque dell'alto, e queste acque dell'alto non<br />

sono nè le nubi che viaggiano nell'atmosfera, nè delle acque ipotetiche che si estenderebbero al di là delle<br />

stelle, come si è creduto; il legislatore ebraico entra <strong>qui</strong> in precisazioni tecniche notevoli che noi ora esporremo.<br />

Tutti conoscono l'esperimento del fisico belga Plateau. 32 Questo studioso mise una piccola sfera pastosa<br />

in sospensione in un vaso pieno d'acqua addizionata ad alcool; attraversò questa sfera con un ago verticale<br />

al quale impresse un movimento di rotazione; girando, l'ago trascina la sfera che si appiattisce ai poli;<br />

il che, nel pensiero di Plateau, dimostrava che doveva essere lo stesso per la terra. Ma se si attivava la rotazione<br />

dell'ago, si formava un rigonfiamento all'equatore e, a partire da una certa velocità, questo si staccava<br />

dalla sfera sotto forma di un anello rotante.<br />

31 - Dell'autore: Opera citata – Vol. I – Cap. 2<br />

32 - Dell'autore, Opera citata, Vol. I, Cap. 3.1 Ed. Segno 2005 o anche in versione elettronica integrale in www.il<strong>catecumeno</strong>.net<br />

Gli esperimenti di Plateau sono stati riprodotti in laboratorio dall'ingegnere minerario Lenicque (Geologia nuova, pag. 202 e segg. - Hermann<br />

e Figli, Parigi, 1910) con un esperimento che non era stato tuttavia ben compreso e del quale non erano state <strong>qui</strong>ndi valutate tutte le<br />

possibili implicazioni.<br />

Vedi inoltre di Fernand Crombette: Galileo aveva torto o ragione?, Vol. I, 42.33 e Vol. II 42.34 in sito internet Ceshe-Italia,<br />

http://digilander.libero.it/crombette

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