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LA FABBRICA DEI GIOCATTOLI DI BABBO NATALE - Donne e Lavoro

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lavoro; ma a nessuno importava, nessuno pensava che senza le protezioni magiche avrebbero potuto<br />

farsi male.<br />

Fino a che, un giorno, capitò ciò che nessuno si aspettava: un piccolo elfo, mentre costruiva un<br />

trenino di legno senza i guanti magici, si tagliò un dito. L’indomani un’elfa stava dipingendo una<br />

casetta delle bambole senza la mascherina e, con il naso scoperto, respirò delle sostanze cattive che<br />

le fecero venire una tosse bruttissima che non smetteva mai. Un altro elfo diventò sordo perché non<br />

aveva indossato i tappi per le orecchie che si erano rovinate per colpa dei rumori fortissimi delle<br />

macchine. E questi brutti incidenti capitavano sempre più spesso: alcuni si scottarono, altri si preso<br />

l’influenza, altri si slogarono i polsi … era un disastro.<br />

Babbo Natale era davvero dispiaciuto per i suoi amici che si erano ammalati e non riusciva a capire<br />

come mai non avessero più usato le protezioni magiche. Ma c’era un altro problema in arrivo: tutti<br />

questi elfi, essendo malati, restavano a casa a riposarsi e alla fabbrica i lavori andavano a rilento<br />

perché erano pochissimi gli elfi sani che andavano a lavorare e non ce l’avrebbero fatta da soli a<br />

finire tutti i giocattoli. Se la situazione fosse rimasta così alcuni bambini non avrebbero trovato<br />

regali sotto l’albero, la mattina di Natale.<br />

Babbo Natale era tristissimo e, disperato, decise di rivolgersi alle sue amiche più fidate. Erano le<br />

sorelle elfe Maya e Dafne che non avevano mai credute alle bugie di Meggior e non avevano<br />

smesso di usare le protezioni magiche, continuando così a lavorare al sicuro. Non riuscivano<br />

proprio a vedere Babbo Natale così triste e non potevano rifiutargli il loro aiuto.<br />

Immediatamente si diedero da fare per riportare le cose alla normalità. Dafne, che tra le due sorelle<br />

era la più calma e saggia, andò a trovare tutti gli elfi malati e con le sue parole dolci e convincenti<br />

fece loro capire che Meggior aveva detto un sacco di falsità a proposito delle protezioni magiche e<br />

della loro inutilità e che bisognava essere grati di quel dono che Babbo Natale aveva fatto loro per<br />

la loro incolumità, dono che non andava assolutamente sprecato.<br />

Il primo obiettivo era stato raggiunto: tutti gli elfi promisero che da ora in poi non avrebbero più<br />

lavorato senza le protezioni magiche e che non avrebbero più dato ascolto a chiunque avesse<br />

affermato il contrario.<br />

Tuttavia, rimaneva un altro problema da risolvere: gli elfi, purtroppo, erano ancora a casa malati e<br />

non potevano ritornare a lavorare per finire i giocattoli in tempo per la notte di Natale. A questo ci<br />

pensò Maya, la sorella più allegra e birichina, che aveva una passione davvero singolare:<br />

collezionava scarpe. E tra le tante paia che conservava nella sua grande scarpiera, ne aveva un paio<br />

magiche, capaci di guarire tutte le ferite e le malattie, anche quelle più brutte. Bastava<br />

semplicemente che la persona malata le indossasse e guariva all’istante. Maya le presto così a tutti

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