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Il commento di S. Agostino al Padre Nostro - Giornale di filosofia ...

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sua buona volontà. Infatti, sia fatta la tua volontà in cielo e in terra esprime la con<strong>di</strong>zione propria<br />

dell’uomo, per la qu<strong>al</strong>e il cielo è lo spirito e la terra è il suo corpo: fare la volontà <strong>di</strong> Dio vuol <strong>di</strong>re elevarsi<br />

d<strong>al</strong>la terra, e quin<strong>di</strong> vincere le proprie passioni carn<strong>al</strong>i, così come non commettere i peccati, in<br />

modo che la carne non contrasti più lo spirito, e la volontà <strong>di</strong> Dio si compia non solo in cielo ma anche<br />

in terra: “Quando la carne non contrasterà più lo spirito e così la morte sarà stata vinta, sì che lo spirito<br />

non avrà più da combattere contro <strong>al</strong>cun desiderio carn<strong>al</strong>e; quando la carne non avrà più desideri contrari<br />

<strong>al</strong>lo spirito e lo spirito desideri contrari <strong>al</strong>la carne […], <strong>al</strong>lora la volontà <strong>di</strong> Dio si compirà in cielo e<br />

in terra” 3 .<br />

<strong>Agostino</strong> elabora una visione della re<strong>al</strong>tà mossa d<strong>al</strong>la libertà dell’uomo il qu<strong>al</strong>e, me<strong>di</strong>ante la grazia<br />

ricevuta da Dio, è capace <strong>di</strong> operare il bene: “Dio” ,<strong>di</strong>ce <strong>Agostino</strong>, “non opera in noi come in pietre<br />

senza vita, o come esseri nella cui natura non ha posto né intelligenza, né volo ntà”4 ; infatti, non basta<br />

che Dio infonda nell’uomo la fede, ma è necessario che pure l’uomo lo voglia, è importante chiedere<br />

per ottenere: solo me<strong>di</strong>ante la volontà dell’uomo, Dio può operare e lo spirito abitare anche la terra.<br />

L’espressione sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra possiede anche un portato univers<strong>al</strong>e:<br />

infatti, si chiede che non siano solo gli spiritu<strong>al</strong>i ad operare la volontà <strong>di</strong> Dio, ma anche i carn<strong>al</strong>i, si<br />

prega Dio affinché anche i nemici possano convertirsi, e da peccatori, amanti della carne, <strong>di</strong>vengano<br />

cielo, e <strong>di</strong>morino insieme <strong>al</strong>le anime sante nello spirito. Con l’espressione dacci oggi il nostro pane quoti<strong>di</strong>ano,<br />

cominciano le richieste che riguardano la vita terrena: la richieste del pane, la remissione dei<br />

peccati, anche se la <strong>di</strong>mensione trascendente è sempre nel Pater, sin d<strong>al</strong>l’inizio, mescolata <strong>al</strong>la prospettiva<br />

dell’uomo interiore, che vive secondo la volontà del cielo. Probabilmente, nella prima parte viene<br />

più accentuato il tono contemplativo della preghiera, rispetto <strong>al</strong>le <strong>al</strong>tre petizioni in cui viene es<strong>al</strong>tato più<br />

l’aspetto pratico della condotta dell’uomo, in relazione <strong>al</strong>la sua fede.<br />

La richiesta del pane quoti<strong>di</strong>ano esprime per <strong>Agostino</strong>, più <strong>di</strong> tutte le <strong>al</strong>tre richieste, la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

“men<strong>di</strong>cante” dell’uomo <strong>di</strong> fronte a Dio; qui, infatti, appare più evidente quanto sia forte il bisogno che<br />

Dio abiti nell’uomo, e che gui<strong>di</strong> la sua vita anche <strong>al</strong> <strong>di</strong> fuori del momento <strong>di</strong> preghiera. <strong>Il</strong> pane che qui<br />

viene richiesto non è un pane solo materi<strong>al</strong>e ma, prima <strong>di</strong> tutto, spiritu<strong>al</strong>e: <strong>di</strong> fronte a questo, viene assunta<br />

la consapevolezza della povertà <strong>di</strong> ogni uomo, anche del più ricco e potente perché, senza il cibo<br />

spiritu<strong>al</strong>e, nemmeno i beni materi<strong>al</strong>i hanno v<strong>al</strong>ore.<br />

Ma qu<strong>al</strong> è il pane quoti<strong>di</strong>ano che, oltre a quello materi<strong>al</strong>e, viene elargito solo a coloro che cercano<br />

Dio, e proprio perché lo cercano sono considerati figli suoi e della Chiesa? <strong>Il</strong> pane quoti<strong>di</strong>ano è la Parola<br />

<strong>di</strong> Dio con cui viene nutrita la terra per poter dar vita ai suoi frutti: per poter lavorare l’uomo si serve<br />

della sua forza fisica che viene d<strong>al</strong> cibo materi<strong>al</strong>e, ma anche lo spirito ha bisogno <strong>di</strong> essere nutrito per<br />

poter dare i suoi frutti; l’operaio della vigna lavora per entrare in comunione con Cristo e con Dio nella<br />

vita eterna.<br />

Nel contesto del rito battesim<strong>al</strong>e, <strong>Agostino</strong> parla <strong>di</strong> un triplice pane necessario <strong>al</strong> sostentamento<br />

dell’uomo <strong>di</strong> fede che vuole avvicinarsi a Dio nel battesimo, ma pure a chi da credente vuole perpetuare,<br />

anche dopo il sacramento, l’evento della celebrazione eucaristica: il pane materi<strong>al</strong>e, ovvero tutto ciò<br />

che serve <strong>al</strong>l’uomo per vivere concretamente (cibo, vesti, case...), la parola <strong>di</strong> Dio che viene elargita<br />

nelle chiese, ed il pane dell’eucarestia ricevuto <strong>al</strong> momento del battesimo. L’uomo <strong>di</strong> fede, poi, prega<br />

affinché vengano rimessi i suoi debiti, riconoscendo <strong>di</strong> essere peccatore <strong>di</strong> fronte a Dio, in nome <strong>di</strong> una<br />

sua insufficienza e struttur<strong>al</strong>e manchevolezza, data d<strong>al</strong>l’essere immerso nella vita e nella continua tentazione:<br />

ogni giorno si è bisognosi del perdono <strong>di</strong> Dio perché ogni giorno, anche dopo il battesimo, si<br />

commettono i peccati. <strong>Il</strong> battesimo, ribatte <strong>Agostino</strong>, rappresenta il momento in cui ogni colpa viene<br />

annullata, ma questo non è il punto conclusivo della concupiscenza umana, cioè della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> debolezza<br />

a cui l’uomo è destinato in questa vita, e che lo porta, se non sorretto d<strong>al</strong>la fede e d<strong>al</strong>la buona<br />

volontà, <strong>al</strong> peccato. La peccabilità rimane per <strong>Agostino</strong> un elemento inevitabile a cui l’uomo non può<br />

3 ID., Sermone 56 ai competenti, in <strong>Il</strong> <strong>Padre</strong> <strong>Nostro</strong>, a cura <strong>di</strong> Vittorino Grossi, Roma 1979, p.137.<br />

4 ID.,, De peccatorum meritis et remissione et de baptismo parvulorum II5, 5.<br />

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