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Commenti al Vangelo del giorno - Padre Lino Pedron

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Questo banchetto segna il punto d'arrivo <strong>del</strong>la missione degli apostoli: l'attività missionaria infatti porta a conoscere<br />

il Signore Gesù e ha il suo culmine e coronamento nell'eucaristia. Essa è il fondamento e il compimento <strong>del</strong>la<br />

Chiesa, è suo principio e suo fine.<br />

Il racconto ha come sottofondo il banchetto che Dio imbandì nel deserto per il suo popolo (Is 25,6ss; Os 11,4;<br />

S<strong>al</strong> 23; ecc.). T<strong>al</strong>e banchetto (cf. Nm11,4 ss; Es 16; Dt 8,13) chiarisce molti dettagli di questo racconto, la cui struttura<br />

è simile <strong>al</strong>la moltiplicazione dei pani di 2Re 4, 42-44. Gesù è presentato come Dio stesso che sazia e s<strong>al</strong>va.<br />

Gesù accoglie le folle. Questa accoglienza, che prepara <strong>al</strong> banchetto, ha due aspetti: "Parlava loro <strong>del</strong> regno di<br />

Dio" e "guariva quanti avevano bisogno di cure". Luca mette in evidenza la cura di Gesù come di un medico verso i<br />

bisognosi, gli esclusi, gli infelici, i m<strong>al</strong>ati, i peccatori.<br />

Il declinare <strong>del</strong> <strong>giorno</strong> è l'ora in cui Gesù fu invitato a "rimanere" dai discepoli di Emmaus (Lc 24,29). E' la stessa<br />

ora <strong>del</strong> banchetto eucaristico che, come quello pasqu<strong>al</strong>e, si celebra <strong>al</strong> tramonto <strong>del</strong> sole.<br />

I Dodici, che in At 6,2 vedremo deputati <strong>al</strong> servizio <strong>del</strong>le mense, ora si rivolgono a Gesù e lo consigliano di<br />

mandare via la gente invece di accoglierla.<br />

Gesù dà ai discepoli lo stesso ordine che aveva dato Eliseo (2Re 4,43-44). I discepoli fanno i c<strong>al</strong>coli sulle loro<br />

possibilità. Non sanno ancora contare sul dono di Dio.<br />

Per la parola di Gesù, la folla disordinata diventa popolo ordinato. Il pasto viene consumato comodamente<br />

sdraiati e non più in piedi e in fretta come nel primo esodo (Es 12,11): con Gesù sono ormai nel riposo <strong>del</strong>la terra<br />

promessa.<br />

Questo pane donato da Gesù è il vertice di tutto il creato perché in esso tutta la materia inanimata diventa Cristo<br />

che si fa nutrimento completo <strong>del</strong>l'uomo: è il punto di congiunzione tra creazione e Creatore in Gesù, che si fa<br />

pane per unirsi <strong>al</strong>l'uomo sua creatura prediletta.<br />

Solo mangiando Gesù l'uomo è sazio di vita e vince la morte. Questo pane lo si può conservare, a differenza<br />

<strong>del</strong>la manna che perisce, perché è il pane <strong>del</strong>la vita eterna (Gv 6,12). Lo si conserva dandolo e lo si moltiplica dividendolo.<br />

Le dodici ceste di pezzi, una per tribù, indicano che il pane di Cristo è sovrabbondante: ce n'è per tutti e<br />

per sempre.<br />

Lunedì 3 Giugno 2013<br />

Mc 12,1-12<br />

Presero il figlio amato, lo uccisero e lo gettarono fuori <strong>del</strong>la vigna.<br />

2<br />

1 Si mise a parlare loro con parabole: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una<br />

siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini<br />

e se ne andò lontano. 2 Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da<br />

loro la sua parte <strong>del</strong> raccolto <strong>del</strong>la vigna. 3 Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono<br />

via a mani vuote. 4 Mandò loro di nuovo un <strong>al</strong>tro servo: anche quello lo picchiarono<br />

sulla testa e lo insultarono. 5 Ne mandò un <strong>al</strong>tro, e questo lo uccisero; poi molti <strong>al</strong>tri: <strong>al</strong>cuni<br />

li bastonarono, <strong>al</strong>tri li uccisero. 6 Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo,<br />

dicendo: «Avranno rispetto per mio figlio!». 7 Ma quei contadini dissero tra loro: «Costui<br />

è l'erede. Su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra!». 8 Lo presero, lo uccisero e lo gettarono<br />

fuori <strong>del</strong>la vigna. 9 Che cosa farà dunque il padrone <strong>del</strong>la vigna? Verrà e farà morire<br />

i contadini e darà la vigna ad <strong>al</strong>tri. 10 Non avete letto questa Scrittura:<br />

La pietra che i costruttori hanno scartato<br />

è diventata la pietra d'angolo;<br />

11 questo è stato fatto d<strong>al</strong> Signore<br />

ed è una meraviglia ai nostri occhi?».<br />

12 E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura <strong>del</strong>la folla; avevano capito infatti che aveva<br />

detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.<br />

L’immagine <strong>del</strong>la vigna, designa spesso nei profeti il popolo di Israele. Il cantico <strong>del</strong>la vigna (Is 5,1-7) era nella<br />

memoria di tutti: il profeta ne aveva fatto una parabola di giudizio per i capi di Gerus<strong>al</strong>emme e gli abitanti <strong>del</strong>la Giudea.<br />

Non c’è molta differenza tra questi vignaioli e i f<strong>al</strong>si pastori di Ez 34, che invece di pascere le pecore pascono<br />

se stessi. Nell’uno e nell’<strong>al</strong>tro caso, coloro che Dio ha posto come suoi rappresentanti in mezzo <strong>al</strong> popolo sfruttano<br />

la loro posizione a proprio beneficio.<br />

La citazione <strong>del</strong> s<strong>al</strong>mo 118: "La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d’angolo" vuol dire che<br />

Dio è capace di annullare l’azione degli uomini e di capovolgerne il risultato. Gli uomini hanno ucciso suo Figlio, ma<br />

Dio l’ha risuscitato: "D<strong>al</strong> Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri!".<br />

Con questa parabola <strong>al</strong>legorica, Gesù dà la chiave di lettura <strong>del</strong>la storia di Israele e <strong>del</strong>la storia di ogni uomo,<br />

come scontro senza incontro tra la fe<strong>del</strong>tà di Dio e l’infe<strong>del</strong>tà <strong>del</strong>l’uomo. La sua offerta d’amore si trova sempre davanti<br />

il muro <strong>del</strong> nostro rifiuto ostinato.<br />

Alla sua crescente bontà corrisponde un crescendo <strong>del</strong>la nostra cattiveria. Sembra proprio un amore infelice,<br />

senza possibilità di riuscita. Ma il Signore opera una meraviglia ai nostri occhi, facendo <strong>del</strong>la croce, che è il vertice

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