IL RUOLO DELLA GLASGOW COMA SCALE NELL ... - giorgiodefeo
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<strong>IL</strong> <strong>RUOLO</strong> <strong>DELLA</strong> <strong>GLASGOW</strong> <strong>COMA</strong> <strong>SCALE</strong> <strong>NELL</strong>’ASSISTENZA DEL PAZIENTE<br />
NEUROCHIRURGICO<br />
Giorgio De Feo<br />
Azienda Sanitaria di Bolzano - Reparto di Neurochirurgia<br />
Hanno collaborato: Davide Carelli,Alessandro Pedron,Alessandra Marchesan, Monika Gall, Barbara<br />
Salgarello, Karin Fink, Katrin Zelger, Nives Longhi, Cristiana Fronza, Doris Kompatscher, Rosi Gantioler,<br />
Daniela Chiocchi Laura Rech, Anika Oberegger, Elke Piovesan, Dott. Alex Alfieri<br />
Abstract<br />
Objectives: Neuro-surgery patient's nursing monitoring takes more and more importance on assistance<br />
ambit, under the increasing of nursing autonomy, competence and professional quality. Instruments<br />
employed in observation must be fast, simple, codified and easily transmittable.<br />
Methods: The more commonly used instrument in grown-up persons is the Glasgow Coma Scale ( GCS)<br />
joined to pupils examination and their reaction to light. GCS is based on three simple parameter (eyes<br />
opening, best oral answer, best motor answer) which combined among themselves give a score (from 3 to<br />
15).Nevertheless it is to point out that the important thing is not only the total score but also every single<br />
category. Any change of each parameter is the alarm-bell that leads to aid the unstable patient. In<br />
paediatric patients we use a modified scale with a different score.<br />
Conclusions: GCS combined with pupils monitoring is the more efficient, fast, reliable and codified way in<br />
nursing monitoring of the acute neurosurgical patient.<br />
Riassunto<br />
Obiettivi - Il monitoraggio infermieristico del paziente neurochirurgico assume sempre più importanza in<br />
ambito assistenziale in virtù della crescente autonomia, competenza e professionalità del nursing. Gli<br />
strumenti utilizzati per l'osservazione devono essere rapidi, semplici, codificati e facilmente trasmissibili.<br />
Metodi - Negli adulti lo strumento più comunemente utilizzato è la Glasgow Coma Scale (GCS) associato<br />
all'esame delle pupille e della loro reattività alla luce. La GCS si basa su tre semplici parametri (l'apertura<br />
degli occhi, la migliore risposta verbale e la migliore risposta motoria) che combinati tra loro forniscono un<br />
punteggio (da 3 a 15). E' tuttavia da rimarcare che non solo la somma del punteggio è importante, ma anche<br />
le singole categorie. Una variazione di tali parametri é il campanello d'allarme che induce al soccorso del<br />
paziente instabile. Nei pazienti pediatrici si utilizza una scala modificata con punteggio diverso.<br />
Conclusioni - La GCS associata al monitoraggio delle pupille rappresenta il sistema più efficiente, rapido,<br />
sicuro e codificato nel monitoraggio infermieristico del paziente neurochirurgico acuto.<br />
Parole chiave: Glasgow Coma Scale, Coma, Nursing<br />
Introduzione.<br />
Il reparto neurochirurgico per le caratteristiche dei pazienti che ospita rappresenta uno dei reparti ospedalieri<br />
dove vi è una elevata concentrazione di pazienti critici e a rischio di rapido deterioramento neurologico.<br />
D’altra parte il reparto di degenza non è generalmente dotato di sistemi di monitorizzazione automatica<br />
come avviene nei reparti di terapia intensiva. Il ruolo del personale infermieristico risulta pertanto importante<br />
nel prevenire deterioramenti neurologici, respiratori o cardiocircolatori e nel trattamento precoce di lesioni<br />
trattabili chirurgicamente. Questo lavoro si propone di evidenziare il ruolo centrale della Glasgow Coma<br />
Scale e l’esame delle pupille nella valutazione infermieristica nel paziente acuto neurochirurgico.<br />
Tipologia di paziente.<br />
I pazienti di pertinenza neurochirurgica ricoverati nel reparto neurochirurgico che richiedono una<br />
sorveglianza particolare sono generalmente traumatizzati cranici (spesso con politraumi), pazienti con<br />
patologia vascolare oppure tumorale. In genere il deterioramento dello stato di coscienza avviene<br />
velocemente. Per avere un quadro completo della complessità del paziente neurochirurgico vengono ora<br />
riassunte brevemente le caratteristiche di base di tali pazienti.<br />
Definizioni.<br />
Coscienza: Capacità dell’individuo di avere relazione con il mondo esterno e di reagire adeguatamente agli<br />
stimoli.<br />
Coma: Condizione patologica caratterizzata da alterazioni della coscienza, delle funzioni di reazione e della<br />
reattività agli stimoli esterni.
Commozione cerebrale: Stato transitorio e reversibile di perdita di coscienza, con disturbi della memoria,<br />
determinato da un trauma cranico, e riconducibile ad un’alterazione funzionale dell’encefalo, senza lesioni<br />
cerebrali macroscopiche.<br />
Eziologia del coma.<br />
Il coma può essere dovuto a diverse situazioni patologiche, sia a lesioni organiche cerebrali, sia a sofferenza<br />
cerebrale secondaria a malattie sistematiche, in prevalenza tossiche e metaboliche. Si può quindi dividere<br />
l’eziologia del coma secondo la Tabella 1.<br />
Tabella 1. Eziologia del coma<br />
1. <strong>COMA</strong> DA LESIONE CEREBRALE ORGANICA (SOFFERENZA CEREBRALE DIRETTA)<br />
Traumi cranici (lesione diretta del tronco o sua compressione in presenza di ematomi,<br />
lacero-contusioni, edema, ecc.).<br />
Tumori cerebrali (compressione del tronco secondaria ad impegno)<br />
Emorragie ed ischemie cerebrali (lesione diretta o compressione del tronco)<br />
Encefaliti e meningiti.<br />
2. <strong>COMA</strong> METABOLICO E TOSSICO (SOFFERENZA CEREBRALE SECONDARIA A MALATTIE METABOLICHE O<br />
TOSSICHE)<br />
Anossia cerebrale (da insufficienza respiratoria, intossicazione da CO, sincope,<br />
insufficienza cardiaca, ecc.)<br />
Malattie epatiche (coma epatico)<br />
Malattie renali (coma uremico)<br />
Diabete mellito ed ipoglicemia<br />
Alterazioni del metabolismo idroelettrolitico (coma iperosmolare) e dell’equilibrio acidobase<br />
(acidosi, alcalosi)<br />
Intossicazioni da farmaci (barbiturici, neurolettici, ecc.) o da altre sostanze.<br />
Stadi clinici del coma.<br />
Le alterazioni dello stato di coscienza sono molteplici e possono essere distinte in diversi stadi clinici che<br />
conducono al coma:<br />
1) Torpore: caratterizzato dal fatto che il paziente tende ad assopirsi, ma, se stimolato, si risveglia ed è<br />
in grado di rispondere a domande semplici ed eseguire ordini elementari. La risposta al dolore è<br />
pronta e finalistica, ed il soggetto allontana con decisione lo stimolo nocicettivo. I riflessi pupillari e<br />
corneali sono pronti, non esistono importanti turbe vegetative. Il paziente è in grado di alimentarsi<br />
spontaneamente e controlla gli sfinteri.<br />
2) Coma lieve: il soggetto è sempre più difficilmente risvegliabile e non risponde agli ordini semplici<br />
(perdita del contatto verbale), sebbene pronunci a volte parole sconnesse e prive di significato. La<br />
risposta al dolore è meno pronta ma sempre finalistica, i riflessi pupillari e corneali sono conservati. Il<br />
riflesso alla deglutizione, inizialmente debole, viene perso e gli sfinteri sono incontinenti. All’EEG<br />
l’attività lenta è più diffusa, ma la reattività è conservata.<br />
3) Coma di medio grado: il paziente non è più risvegliabile con nessuno stimolo; la stimolazione<br />
dolorosa provoca risposta afinalistica ed in coordinata, in flessione, degli arti, e vi è segno di<br />
Babinski bilaterale. Le pupille sono miotiche, ma reagiscono alla luce, i riflessi corneali sono deboli. Il<br />
respiro è frequente e rumoroso ed il riflesso alla tosse è ridotto o assente, per cui vi è la caduta della<br />
lingua nel retrobocca e ristagno di secrezioni bronchiali. L’EEG mostra ritmo lento di base con<br />
reattività ridotta.<br />
4) Coma grave: la stimolazione dolorosa provoca risposta afinalistica , in lieve estensione degli arti o<br />
nettamente in decerebrazione; a volte le crisi di decerebrazione compaiono anche spontaneamente.<br />
Vi è ancora segno di Babinski bilaterale. Le pupille non sono più miotiche, ma di ampiezza media,<br />
con reazione alla luce meno pronta; i corneali sono assenti ed i riflessi oculocefalico e cilio-spinale<br />
sono ridotti o aboliti. Il respiro è irregolare, spesso con pause di apnea (respiro di Cheyne-Stokes), e<br />
compaiono ipertermia e tachicardia. L’EEG mostra un tracciato notevolmente e diffusamente<br />
rallentato, con reattività scarsa o abolita.<br />
5) Coma gravissimo: il paziente può presentare ancora crisi di decerebrazione spontanea, ma in<br />
genere gli arti sono rilasciati, privi di tono, e non vi è più nessuna reazione al dolore. Le pupille sono<br />
midriatiche ed il riflesso alla luce è debole. Il respiro è del tutto insufficiente, per cui è indispensabile<br />
la respirazione artificiale. La frequenza cardiaca è assai elevata e vi è tendenza la collasso. L’EEG<br />
evidenzia onde lente sporadiche e di basso voltaggio.<br />
6) Coma depassé: caratterizzato dalla abolizione completa di ogni attività cerebrale spontanea e<br />
riflessa; le pupille sono in midriasi fissa,senza reazione alla luce. Il paziente è mantenuto in vita solo
con la respirazione artificiale. L’attività cardiaca è ancora conservata, sebbene vi sia tachicardia<br />
notevole, ma vi è tendenza la collasso circolatorio ed il circolo è mantenuto solo con la<br />
somministrazione di farmaci. L’EEG mostra un tracciato piatto, con abolizione di ogni attività elettrica<br />
cerebrale. Il coma depassé è irreversibile ed equivale alla morte cerebrale<br />
Patologie affrontate.<br />
Le patologie che il team infermieristico si trova a fronteggiare e che possono essere causa di alterazioni<br />
dello stato di coscienza sono molteplici e differenti. Diamo qui di seguito uno sguardo d’insieme. È<br />
fondamentale che il personale infermieristico sia conoscenza della patologia e del trattamento medico e<br />
chirurgico eseguito su ogni singolo paziente. Da tale conoscenza sono quindi maggiormente prevedibili le<br />
possibili complicazioni che possono insorgere, ad esempio nella vigilanza post-operatoria o nelle fasi acute<br />
di scompenso.<br />
Trauma Cranio-Encefalico.<br />
Il trauma cranio-encefalico rappresenta una delle problematiche maggiori nella sanità pubblica. Esso infatti<br />
avviene più frequentemente nei giovani e rappresenta per la società un danno affettivo, sociale e<br />
economico. Numerosi studi hanno contribuito a cercare di minimizzare le disabilità cui i pazienti vanno<br />
incontro progettando linee guida, scale di valutazione per cercare di evitare i danni prevenibili e consentire il<br />
trattamento ottimale delle lesioni. Il trauma cranio-encefalico rappresenta una delle sfide più importanti in<br />
neurochirurgia, che richiede osservazione, costanza, impegno, esperienza e consapevolezza dei possibili<br />
squilibri che possono ingenerarsi. E’ fondamentale che il team infermieristico sia informato se il paziente<br />
abbia lesioni intracraniche potenzialmente evolutive (ematoma subdurale, extradurale o intraparenchimale,<br />
focolai contusivi).<br />
Idrocefalo.<br />
L’abnorme accumulo di liquor nel sistema ventricolare, secondario ad alterazioni della sua produzione,<br />
circolazione e riassorbimento può portare alla dilatazione di tutto o parte del sistema ventricolare, con<br />
sofferenza del tessuto nervoso. Ne conseguono alterazioni dello stato di coscienza che conducono<br />
rapidamente a coma e ad insufficienza respiratoria.<br />
Patologia Vascolare.<br />
Le patologie vascolari che interessano i pazienti neurochirurgici sono molteplici: aneurismi intracranici,<br />
malformazioni vascolari cerebrali, fistole carotido-cavernose.Tutte queste patologie vascolari possono<br />
provocare un sanguinamento (subaracnoideo o intracerebrale o intraventricolare), con conseguente<br />
peggioramento clinico del paziente.<br />
Patologia Tumorale.<br />
Il sistema nervoso può essere sede di differenti varietà di neoplasie, sia secondarie che primitive. I tumori<br />
primitivi possono verificarsi nelle varie strutture intracraniche (meningi, vasi, tessuto nervoso e gliale, ecc.).<br />
Tabella 2<br />
Tabella 2 Classificazione dei tumori cerebrali<br />
secondo la “World Health Organization<br />
(WHO)”<br />
1) TUMORI DEL TESSUTO NEUROEPITELIALE:<br />
a) Tumori astrocitari:<br />
astrocitoma (gradi I-II)<br />
astrocitoma pilocitico<br />
astrocitoma subependimale a cellule<br />
giganti<br />
astrocitoma anaplastico (grado III)<br />
b) Tunori oligodendrogliali:<br />
oligodendroglioma<br />
oligodendroglioma anaplastico<br />
c) Tumori ependimali e dei plessi corioidei:<br />
ependimona<br />
ependimona anaplastico<br />
(ependimoblastoma)<br />
papilloma dei plessi corioidei<br />
d) Tumori delle cellule pineali:<br />
pineocitoma<br />
pineoblastoma<br />
e) Tumori neuronali:<br />
gangliocitoma<br />
ganglioma<br />
gangliocitoma e ganglioma anaplastico<br />
neuroblastoma<br />
f) Tumori scarsamente differenziati ed<br />
embrionali<br />
glioblastoma<br />
gliosarcoma<br />
medulloblastoma<br />
2) TUMORI DELLE GUAINE NERVOSE:<br />
schwannoma<br />
neurofribroma<br />
3) TUMORI DELLE MENINGI E DEI TESSUTI AFFINI:<br />
meningioma<br />
sarcomi meningei<br />
tumori xantomatosi
melanoma e melanomatosi delle meningi<br />
4) LINFOMI PRIMITIVI MALIGNI:<br />
reticolosarcoma<br />
sarcoma avventiziale<br />
malattia di Hodkin<br />
5) TUMORI DI ORIGINE VASALE:<br />
emangioblastoma<br />
sarcoma mostrocellulare<br />
6) TUMORI A CELLULE GERMINALI:<br />
germinoma<br />
carcinoma embrionale<br />
corioncarcinoma<br />
teratoma<br />
7) TUMORI MALFORMATIVI:<br />
craniofaringioma<br />
cisti epidermoide e dermoide<br />
cisti colloide<br />
cisti enterogena<br />
cisti ependimale<br />
lipoma<br />
amartoma ipotalamico<br />
8) TUMORI DELL’ADENOIPOFISI:<br />
adenoma ipofisario<br />
carcinoma ipofisario.<br />
La conoscenza della patologia di base anche in questo caso consente di evidenziare precocemente<br />
situazioni a rischio. Infatti i tumori possono sanguinare, espandersi e creare idrocefalo, tutte complicanze<br />
che fanno si che lo stato di coscienza del paziente peggiori più o meno velocemente.<br />
Varie scale di valutazione<br />
Stabilire lo stadio del coma ha un significato immediato per la diagnosi e terapia, ma soprattutto è di<br />
grandissima importanza per la prognosi. Qui di seguito riportiamo le scale di valutazione del coma più usate<br />
con le rispettive applicazioni, risultati, durata della misurazione e punteggi. Ogni scala è stata creata con lo<br />
scopo di migliorare l’osservazione dei pazienti a rischio e ognuna a conservato delle prerogative. Tale<br />
conoscenza ci aiuterà a comprendere il motivo per cui la Glasgow Coma Scale abbia diffusione<br />
internazionale per il buon livello di validità, attendibilità e semplicità.<br />
Edinburgh-2 Coma Scale:<br />
Applicazione: coma.<br />
Campo: Indagini scientifici, routine clinica.<br />
Durata: 10-15 minuti.<br />
Punteggi: Più basso è il punteggio, minore è la gravità del coma.<br />
Ommaya’s Scale:<br />
Applicazione: coma, disturbi della coscienza .<br />
Campo: routine clinica.<br />
Durata: 3-5 minuti.<br />
Punteggi: Da 1 a 6 punti ( 6 corrisponde al massimo deficit).<br />
Brusseles Coma Scale (BCG):<br />
Applicazione: coma, disturbi della coscienza sotto aspetti clinici<br />
Campo: Studi scientifici, controllo della terapia e decorso della routine .<br />
Durata: 15 minuti.<br />
Punteggi: Da perfettamente orientato a coma di grado IV che corrisponde a midriasi, muscoli ipotonici e<br />
respirazione spontanea conservata.<br />
Scala del coma di Innsbruck:<br />
Applicazione: Disturbi della coscienza, stati di gravità e prognosi.<br />
Campo: Studi scientifici, routine clinica.<br />
Durata: 5-15 minuti.<br />
Punteggi: Da 0 a 23 punti ( più basso è il punteggio più profondo è il coma).<br />
Schema di Jouvet:<br />
Applicazione: coma, disturbi della coscienza di diverse eziologie.<br />
Campo: Studi scientifici, routine clinica, controllo di terapia e decorso.<br />
Durata: 15-23 minuti.<br />
Reaction Level Scale:<br />
Applicazione: Disturbi della coscienza.
Campo: Esami scientifici, applicazione clinica<br />
Durata: 5-10 minuti.<br />
Punteggi: Da 1 a 8 punti ( 1 indica nessun disturbo della coscienza mentre 8 indica il coma profondo).<br />
Comprehensive Level of Consciousness Scale:<br />
Applicazione: Coma, disturbi della coscienza.<br />
Campo: Studi scientifici.<br />
Durata: 10-20 minuti.<br />
Punteggi: Da 0 a 48 punti ( più basso è il punteggio più profondo è il coma).<br />
Glasgow Coma Scale(G.C.S)<br />
La G.C.S. è stata introdotta da Jannet nel 1974 e modificata nel 1977. Fra tutte le scale di valutazione del<br />
coma è indubbiamente la più usata nel mondo per la sua attendibilità, validità e semplicità. E’ stata concepita<br />
inizialmente per l’applicazione su pazienti con trauma cranico, ma può essere comunque utilizzata per coma<br />
di altro genere. Essendo molto nota per la valutazione del grado di profondità del coma, fa parte integrante<br />
di molte scale più vaste.<br />
Essa prende in considerazione tre parametri:<br />
apertura occhi (E)<br />
risposta motoria (M)<br />
risposta verbale (V)<br />
Nel modo riportato dalla seguente tabella:<br />
Tabella 3. Glasgow Coma Scale.<br />
APERTURA OCCHI RISPOSTA MOTORIA RISPOSTA VERBALE<br />
Spontanea 4 Esegue ordini 6 Orientata 5<br />
A comando 3 Localizza lo stimolo 5 Confusa 4<br />
Al dolore 2 Retrazione 4 Sconnessa 3<br />
Assente 1 Flessione 3 Suoni incomprensibili 2<br />
Estensione 2 Assente 1<br />
Assente 1<br />
Punteggio della G.C.S.<br />
Il punteggio viene determinato dalla somma dei punteggi dei singoli parametri (E+M+V).Il punteggio<br />
massimo è 15, mentre il minimo è 3.<br />
I pazienti in coma hanno un punteggio inferiore o uguale a 7, quelli non in coma superiore a 7.Inoltre un<br />
punteggio di 3 o 4 si associa ad evoluzione quasi sempre sfavorevole(più del 90% di decessi), al contrario,<br />
nei traumatizzati con punteggio superiore a 8 si osserva in genere un buon recupero, con evoluzione<br />
sfavorevole nel 25% dei casi.<br />
G.C.S. pediatrica<br />
Ovviamente per quanto riguarda l’ambito pediatrico non è possibile adoperare la stessa griglia usata<br />
dall’adulto. Per questo motivo esiste una scala apposita che riportiamo di seguito.<br />
Tabella 4. GCS pediatrica<br />
APERTURA OCCHI RISPOSTA MOTORIA RISPOSTA VERBALE<br />
Spontanea 4 Si muove spontaneamente 6 Giocherella, balbetta 5<br />
A comando 3 Si retrae al tocco 5 Pianto irritato 4<br />
Al dolore 2 Si retrae al dolore 4 Pianto da dolore 3<br />
Assente 1 Flette gli arti al dolore 3 Emette solo gemiti 2<br />
Estende gli arti al dolore 2 Non risponde 1<br />
Non regisce 1<br />
Corretta documentazione della misurazione della G.C.S.<br />
Per documentare in maniera corretta la misurazione della G.C.S. dobbiamo ricordarci di annotare dei dati<br />
fondamentali, quali la data e l’ora della misurazione , il punteggio ottenuto totale e scomposto nelle sue tre<br />
componenti, la pressione arteriosa del paziente, le pupille e la loro reattività, la presenza o meno di<br />
sedazione e la firma di chi ha eseguito la misurazione. E’ importante, anche se spesso sottovalutata
l’annotazione della pressione arteriosa, questo per non confondere un coma neurologico, con una sincope<br />
ipotensiva o una crisi ipertensiva. E’ inoltre importane adoperare un apposito prestampato per ogni paziente.<br />
Quindi il corretto modo per annotare la G.C.S. è il seguente:<br />
Tabella 5. Documentazione della G.C.S.<br />
DATA ORA G.C.S P/A PUP<strong>IL</strong>LE SEDAZIONE FIRMA<br />
4.10.2001 11.23 15 (4E+5V+6M) 120/70 2++2++ NO Giorgio De Feo<br />
Metodologia:<br />
Per valutare correttamente la G.C.S. bisogna considerare la risposta motoria miglioe, nel lato migliore e solo<br />
degli arti superiori. Lo stimolo doloroso deve sempre seguire il richiamo verbale. Questo perche dopo aver<br />
applicato uno stimolo doloroso non siamo più in grado di valutare se il paziente avrebbe risposto ad un<br />
richiamo verbale. Lo stimolo doloroso deve essere di durata ed intensità adeguatae portata bilateralmente.<br />
Nel paziente in coma, in cui per definizione il punteggio E =1 e V = 1 o 2, il Glasgow Coma Score varia a<br />
seconde del punteggio di M che ha quindi notevolissima importanza clinica e prognostica.<br />
In presenza di sedazione attendere 10 – 20 minuti oltre l’emivita dei farmaci somministrati.<br />
La flessione è caratterizzata dall’adduzzione del braccio, la flessione del polso e l’incarceramento del pollice.<br />
L’estensione è caratterizzata dall’ipertono in adduzione del braccio con pronazione e flessione del polso.<br />
Il monitoraggio neurologico mediante G.C.S. richiede una metodologia costante ed omogenea.<br />
Valutazione neurologica nelle prime 72 ore<br />
Secondo le linee guida della SIAARTI (Società Italiana Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia<br />
Intensiva) la valutazione di un paziente con trauma cranico nelle prime 72 ore deve comprendere G.C.S. ,<br />
dimensioni e reattività pupillare e deve essere eseguita:<br />
all’ingresso<br />
ogni ora e tutte le volte che compare una variazione neurologica (da parte degli infermieri)<br />
ogni 4 ore e tutte le volte che avviene una variazione del quadro neurologica (da parte del medico)<br />
nei pazienti sedati aprire una “finestra” di valutazione ogni 8 ore.<br />
Limiti della G.C.S.<br />
I limiti della G.C.S. sono rappresentati da tutti quei fattori che impediscono la valutazione dei singoli<br />
parametri.<br />
Per quanto riguarda l’apertura degli occhi ci può essere un’ematoma periorbitario tale da impedirne<br />
l’apertura o un grave trauma facciale.<br />
In presenza di tubo endotracheale la risposta verbale per convenzione è = 1.<br />
La risposta motoria potrebbe essere nulla in seguito ad un trauma midollare o ad una paresi precedente.<br />
Valutazione delle pupille e della reattività pupillare.<br />
E’ importante la valutazione delle pupille del paziente e della loro reattività alla luce. Bisogna inoltre<br />
considerare i casi che possono dare una alterazione delle pupille estranei alla patologia encefalica (Tabella<br />
6).<br />
Tabella 6. Altre cause di anisocoria<br />
Anisocoria semplice (fisiologica)<br />
Sindrome di Horner<br />
Farmaci (dapiprazolo, timoxamina, cocaina, gocce oculari, farmaci adrenergici)<br />
Sindrome della pupilla tonica (pupilla di Adie)<br />
Sierosi acuta glaucomatosa<br />
Trauma diretto del muscolo sfintere dell’iride<br />
Trauma diretto del nervo oculomotore<br />
Per verificare correttamente le dimensioni delle pupille e la loro reazione alla luce è importante mantenere<br />
dei semplici ma indispensabili precauzioni:<br />
1. utilizzare sempre pila luminosa brillante e carica (“piletta”)<br />
2. indirizzare il fascio luminoso direttamente sull’occhio e poi spostare il fascio stesso verso il basso. La<br />
reazione pupillare è difatti direttamente proporzionale allo stimolo luminoso. Verificare quindi (nella<br />
semioscurità o con fascio di luce indiretto) la reazione di ripristino.
3. essere certi che il paziente fissi un oggetto ad una certa distanza, per eliminare ogni effetto di<br />
accomodazione sulla dimensione delle pupille<br />
4. essere certi che non stia cercando di chiudere un occhio (perché la chiusura produce debole<br />
restringimento delle pupille)<br />
5. nel caso di dubbi chiamare il medico<br />
Discussione.<br />
Si è visto che quasi tutte le patologie del sistema nervoso centrale necessitano di un monitoraggio dello<br />
stato di coscienza. Inoltre lo stato confusionale di parecchi pazienti neurochirurgici (soprattutto quelli<br />
frontalizzati) rende l’assistenza infermieristica neurochirurgica molto delicata, specifica e particolare. Il fatto<br />
che l’assistenza neurochirurgica venga spesso tralasciata come materia d’insegnamento, o in ogni caso<br />
svolta in maniera molto superficiale nelle scuole infermieri, non facilita sicuramente l’inserimento e la<br />
preparazione del nuovo personale e rende l’iter professionale più lungo e faticoso perché si è costretti ad<br />
impararla nel reparto. Sono pochi gli infermieri neodiplomati che riescano a misurare la Glasgow Coma<br />
Scale in maniera corretta o semplicemente a esaminare correttamente le pupille. Il fatto che nelle scuole non<br />
si dia importanza alla G.C.S può far si che l’infermiere non si renda conto della vera importanza e del ruolo<br />
che ha nell’osservazione clinica del paziente. Quest’osservazione ricade quasi completamente su noi<br />
infermieri professionali, essendo noi a contatto con il paziente 24 ore su 24. Per questi motivi è importante<br />
aiutarsi con modelli semplici ed efficaci come la Glasgow Coma Scale. Questi metodi non solo ci permettono<br />
di risparmiare tempo, ma ci tutelano da un punto di vista legislativo, in quanto metodi scientifici. Il controllo<br />
scientifico e preciso dello stato di coscienza ci permette di instaurare un rapporto di fiducia e professionalità<br />
con le altre figure professionali, medici in primo luogo. Va precisato che il rapporto di team infermieri-medici<br />
e il continuo scambio di informazioni sui pazienti rende agevole l’inquadramento dei pazienti e il rilevamento<br />
di situazioni a rischio. Tutto il personale infermieristico, in tutti i turni di lavoro, deve essere a conoscenza<br />
delle possibili complicazioni di ogni singolo paziente e fornire quindi prestazioni personalizzate che non<br />
riguardano solamente la somministrazione di terapia ma anche l’osservazione e valutazione ravvicinata del<br />
paziente. La coscienza è uno dei parametri fondamentali e deve essere tenuta sotto attenta osservazione;<br />
tuttavia è indispensabile valutare anche altri segni neurologici importanti come la motilità spontanea e<br />
riflessa, il tono muscolare, i movimenti oculari, le alterazioni dei riflessi pupillari e corneali, le modificazioni<br />
dell’attività cardiaca, del respiro e del circolo.<br />
Inoltre ha un’importanza non da sottovalutare l’esame generale esterno per evidenziare eventuali ferite<br />
lacerocontuse, otorragia, liquorrea, ecchimosi periorbitali e mastoidee.<br />
Conclusioni.<br />
La applicazione della GCS rappresenta uno strumento rapido, semplice e sicuro per il corretto esame del<br />
paziente neurochirurgico instabile. La sua applicazione, che richiede un tempo assai ridotto (pochi minuti),<br />
deve essere affiancata dall’esame diretto delle pupille e della loro reazione, dalla misura della pressione<br />
arteriosa e degli altri parametri vitali. Le attrezzature necessarie per compiere questo tipo di valutazione<br />
sono tutto sommato modeste: una piletta e uno sfingomanometro. L’applicazione costante di semplici regole<br />
consente il miglioramento dell’assistenza di pazienti critici anche in assenza di sofisticati sistemi di<br />
monitorizzazion<br />
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