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1 euro<br />
Altro che utopia!<br />
Sistema<br />
Capannori<br />
Né investimenti miliardari, né<br />
tecnologie futuribili, né grandi<br />
opere. L’esperienza del comune<br />
lucchese dimostra tutta la<br />
concretezza ed efficacia della<br />
strategia Rifiuti Zero<br />
Andare a caccia di buone pratiche. È questo l’obiettivo della commissione<br />
di esperti istituita a Campi Bisenzio per valutare le<br />
alternative agli inceneritori. L’organismo, del quale fanno parte<br />
anche due esponenti (su quattro totali) del Coordinamento dei Comitati<br />
della Piana, è stato istituito dall’amministrazione comunale in seguito<br />
al successo schiacciante ottenuto dai “no” al referendum sul termovalorizzatore.<br />
Un risultato importante per tutti quelli che da anni si battono<br />
per contrastare la soluzione di bruciare i rifiuti. La commissione compierà<br />
un largo giro di ricognizione tra le varie realtà italiane, ma anche<br />
straniere: non solo nuovi impianti di smaltimento, ma anche strategie<br />
alternative per gestire il problema.<br />
Fra queste esperienze, una delle più interessanti si trova proprio nella<br />
nostra regione. È Capannori, in Provincia di Lucca, primo Comune in<br />
Italia ad aver aderito a “Rifiuti zero”, una strategia che prevede azioni<br />
mirate al graduale azzeramento delle parti di rifiuto non recuperabili.<br />
Una scelta strutturale, che significa modificare completamente i sistemi<br />
produttivi, così come quelli di raccolta della spazzatura. Così<br />
Capannori ha stabilito per il 2008 il raggiungimento dell’obiettivo<br />
del 60% di raccolta differenziata e per il 2011 il 75%. Noto per le sue<br />
cartiere, ma anche per la fertilità del territorio che offre ottimi vini<br />
e oli, il comune si estende per poco<br />
più di 155 km quadrati ed è abitato<br />
da circa 45.000 persone. Qui, il sistema<br />
porta a porta è ormai consolidato<br />
e coinvolge poco più di 26mila<br />
cittadini e quasi 1.800 utenze non<br />
domestiche (negozi, ristoranti, fabbriche):<br />
fra questi, la raccolta dif-<br />
ferenziata supera l’80% (con punte dell’84%). Cifre che hanno fatto<br />
schizzare Capannori al primo posto in Toscana: 53,66% nel 2006 ed<br />
oltre il 57% (ad oggi) nel 2008.<br />
Ma come funziona questo sistema? Ogni cittadino viene dotato dei contenitori<br />
per raccogliere al meglio i rifiuti: bio-pattumiere e sacchetti in<br />
mater-bi, realizzati con un acido del granoturco e completamente biodegradabili,<br />
oltre che chiare istruzioni su come effettuare la separazione.<br />
L e P i a g g e , F i r e n z e - A n n o X I I - S e c o n d a s e r i e - N u m e r o 1 - G i u g n o 2 0 0 7 w w w . a l t r a c i t t a . o r g<br />
L e P i a g g e , F i r e n z e - A n n o X I I - S e c o n d a s e r i e - N u m e r o 2 - A p r i l e 2 0 0 8 - w w w . a l t r a c i t t a . o r g<br />
Punto primo:<br />
la raccolta<br />
differenziata<br />
Editoriale<br />
Spedizione in abbonamento postale ar t. 2 comma 20/C L. 662/96<br />
Giustizia o carità?<br />
(continua a pagina 3)<br />
L ’ONU parla di ‘Crisi Mondiale dell’Acqua’ con epicentri nel Mediterraneo,<br />
Cina, India, USA. Il World Economic Forum di Davos afferma<br />
che l’acqua sarà il maggiore problema del mondo. Nell’ambito del<br />
Global Compact - programma Onu di collaborazione tra aziende e Ong<br />
- le multinazionali Nestlè, Coca Cola, Pepsi Cola, Unilever si coalizzano<br />
per affrontare questa crisi.<br />
Sempre sull’acqua, e in piena campagna elettorale, Alex Zanotelli scrive<br />
al segretario del PD Walter Veltroni: “Non chiedo carità (non serve!),<br />
chiedo giustizia, quella distributiva che è il campo specifico della<br />
politica. Parlo della sete del mondo. Perché nel tuo programma elettorale<br />
appoggi la privatizzazione dell’acqua? Lo sai che questo significa<br />
la morte di milioni di persone per sete? La politica di privatizzazione<br />
si paga con milioni di morti!”<br />
Zanotelli ricorda a Veltroni il suo pianto a Korogocho, davanti agli effetti<br />
tragici del liberismo economico: “Puoi trasformare le tue lacrime in gocce<br />
d’acqua per i poveri? L’acqua è sacra, l’acqua è vita. Walter, perchè non<br />
puoi proclamare che l’acqua non è una merce, ma un diritto fondamentale<br />
umano, che deve essere gestita dalle comunità locali con totale capitale<br />
pubblico, al minimo costo possibile per l’utente, senza essere s.p.a.?”<br />
A Firenze la s.p.a. si chiama Publiacqua. Dal momento della privatizzazione<br />
le nostre bollette hanno subito aumenti stratosferici. Nel Nord del mondo<br />
per l’acqua non si uccide, si strizzano solo i portafogli dei cittadini, ma<br />
la logica è la stessa. Le privatizzazioni svuotano il senso di comunità, fanno<br />
delle autorità locali degli azionisti complici delle multinazionali. Più guadagna<br />
uno e più incassa l’altro. E la collettività paga due volte, prima con<br />
le tariffe e poi con i bilanci comunali che devono ripianare i deficit.<br />
Ecco la crisi della politica, incapace di sostenere gli interessi diffusi della<br />
popolazione, schiacciata sui bisogni del potente di turno, che vince alla<br />
grande dove più avanzato è il degrado della politica. Il Comune di Firenze<br />
però crede di essere più furbo. Anziché impegnarsi per un sistema<br />
pubblico che garantisca a tutti l’acqua come bene primario, prende un<br />
altro centesimo di euro dalla nostra bolletta e con quei soldi va a costruire<br />
pozzi in Africa, Asia e America Latina. Poi chiama i giornali e<br />
le televisioni e fa propaganda per spiegare quanto siano virtuose le sue<br />
politiche per l’acqua.<br />
Mai carità fu più pelosa di questa. Da una parte, con passaggi di centinaia<br />
di milioni di euro, contribuisce a imporre sul territorio la presenza delle<br />
multinazionali che assetano i poveri nel mondo; dall’altra, con gli spiccioli,<br />
promuove una visione consolatoria della nostra società, così buona che dà<br />
da bere a qualche migliaio di persone, grazie al centesimo della vergogna.<br />
Città<br />
Il project, gli affari, le truffe<br />
Quattro avvisi di garanzia per altrettanti responsabili del parcheggio<br />
della Fortezza fanno scricchiolare il modello di sviluppo fiorentino<br />
STRANIERI SENZA CASA,<br />
BARACCHE E CAMPI<br />
Osmannoro, Luzzi, ex Caserma, ex CNR...<br />
ogni occupazione è una domanda irrisolta<br />
a pagina 2<br />
LE SERATE DELL’AURORA<br />
L’Associazione diventa circolo culturale e<br />
organizza eventi per autofinanziarsi<br />
a pagina 2<br />
RISCHIO MAFIA<br />
Libera Informazione sbarca in Toscana<br />
a pagina 2<br />
POCHE IDEE MA CONFUSE<br />
La vignetta di Katia Mariani<br />
a pagina 3<br />
CAOS CARCERE<br />
Il Garante dei Detenuti denuncia la<br />
condizione degli istituti toscani<br />
a pagina 3<br />
SENZA BIGLIETTO<br />
Ancora difficoltà per chi sceglie il treno<br />
per muoversi dalle Piagge<br />
a pagina 4<br />
PER SOSTENERE IL GIORNALE<br />
a pagina 4<br />
un’ora e una firma contro la guerra<br />
“Un’ora contro la guerra” è il nome del presidio che si terrà a Firenze alle 18.00 di ogni giovedì,<br />
fino a giugno, in piazza Beccaria.<br />
L’iniziativa è promossa da numerose associazioni pacifiste cittadine (Rete semprecontrolaguerra,<br />
Emergency, Donne in Nero, Partito Umanista, Sinistra Critica) impegnate nella campagna<br />
nazionale “Firma la legge ferma la guerra”. In piazza Beccaria sarà infatti possibile firmare,<br />
presentando un documento di identità, a favore della legge di iniziativa popolare su “trattati<br />
internazionali, sulle basi e sulle servitù militari”. La legge mira a riportare i mezzi principali della<br />
guerra (trattati militari internazionali, basi militari) sotto il controllo democratico del Parlamento e<br />
a sottoporli a tutti i vincoli ambientali e urbanistici previsti per analoghi interventi civili.<br />
Il testo integrale della legge e tutte le altre informazioni sulla campagna sono consultabili<br />
all’indirizzo http://nuke.disarmiamoli.org/<br />
Nell’ultimo numero di questo giornale abbiamo aspramente criticato<br />
il sindaco Domenici e la sua giunta per l’incapacità di gestire<br />
la programmazione, la progettazione e la costruzione di grandi<br />
opere. Abbiamo descritto il fallimento del project financing per eccellenza,<br />
fortemente voluto dal sindaco, ovvero il parcheggio della Fortezza da Basso.<br />
Bastava leggere i bilanci (lo ha fatto egregiamente Unaltracittà/Unaltromondo)<br />
e analizzare le tante improvvisate e controverse modifiche in<br />
corso d’opera per rendersi conto che qualcosa in quel project non tornava.<br />
Oggi arrivano le prime conferme: la magistratura ha aperto un’inchiesta<br />
per truffa aggravata visto che i costi sono aumentati di tre milioni e<br />
187 mila euro rispetto a quanto stabilito nel contratto di concessione<br />
tra il Comune e Firenze Mobilità. Gli avvisi di garanzia, che mettono a<br />
fuoco i rapporti poco trasparenti, se non fraudolenti, tra pubblico e privato,<br />
sono quattro e hanno raggiunto l’architetto Gaetano Di Benedetto,<br />
responsabile del project financing Firenze Mobilità per il Comune;<br />
l’ingegner Vincenzo Di Nardo, presidente di Firenze Mobilità voluto<br />
dalla Baldassini-Tognozzi-Pontello; l’ingegner Pasquini, consigliere di<br />
Firenze Mobilità, e il geometra Formigli della Project costruzioni.<br />
Anche il settimanale l’Espresso si è occupato del project financing ‘alla<br />
fiorentina’. Così lo descrive l’inviato Peter Gomez in un articolo intitolato<br />
‘Il tram e la cupola’: «In gioco a Firenze c’è il modello di sviluppo<br />
urbanistico e soprattutto finanziario che comincia pericolosamente a<br />
scricchiolare. Le indagini della magistratura e della Corte dei Conti si<br />
stanno moltiplicando: nelle carte della guardia di finanza e dei carabinieri<br />
ricorrono sempre gli stessi nomi di politici, imprenditori, banchieri. […]<br />
In teoria si tratta dell’uovo di Colombo: tu scavi un parcheggio e per qualche<br />
decina d’anni incameri gli incassi. Poi quando l’opera si è ripagata da<br />
sola e il privato ha realizzato il suo giusto guadagno, tutto torna ai cittadini.<br />
In realtà il sistema a Firenze, almeno sui parcheggi, ha funzionato<br />
male e adesso il timore è che la scena si ripeta sui tram. Anche perché il<br />
protagonista del nuovo affare è lo stesso. Cooperative rosse a parte, a farla<br />
da padrone sulle rotaie è la Baldassini-Tognozzi-Pontello, un’impresa di<br />
costruzioni toscana che oggi fattura 500 milioni di euro l’anno e ha in<br />
portafoglio oltre un miliardo e mezzo di ordini.»<br />
Deprimente, vero? Forse la nostra città merita di più, ma per adesso<br />
tutto sembra andare a rotoli.<br />
L’ultima in ordine cronologico è la scoperta che il nuovo ponte sull’Arno,<br />
quello destinato al passaggio della tramvia e quindi ancora da inaugurare,<br />
ha già un pilone fuori asse che potrebbe essersi lesionato durante i lavori<br />
di posa. Solo pochi giorni prima i fiorentini avevano scoperto che a Novoli<br />
sorgerà una grande multisala, con un centro commerciale con oltre cento<br />
negozi. Un progetto ugualmente sostenuto dalla giunta e finito nel mirino<br />
dei magistrati, che oltre ad annichilire l’offerta cinematografica di qualità,<br />
impoverirà il tessuto commerciale del vicinato, che non potrà reggere la<br />
concorrenza di tale struttura.<br />
L’amministrazione giustifica qualsiasi decisione in nome della modernizzazione<br />
della città. A noi pare invece che la politica attuata sia quella di servire<br />
quei poteri che prosperano quando viene consentito loro di cementificare<br />
un’area dopo l’altra. Non importa se utile o meno. Niente di moderno,<br />
quindi. Anzi un gioco vecchio quanto il mondo.<br />
Riccardo Capucci<br />
31
2<br />
w w w . a l t r a c i t t a . o r g L e P i a g g e , F i r e n z e - A n n o X I I - S e c o n d a s e r i e - N u m e r o 2 - A p r i l e 2 0 0 8<br />
Val di Susa, i No-Tav rilanciano<br />
Sono oltre 1.500 da tutta Italia le persone che<br />
hanno aderito a “Compra un posto in prima fila”,<br />
l’iniziativa lanciata dai comitati No-Tav della Val<br />
di Susa per acquistare i terreni dove avverranno<br />
le trivellazioni per la linea ad alta velocità Torino-<br />
Lione. 15 euro il costo di un metro quadro di<br />
terreno per un’azione di protesta nonviolenta<br />
che non impedisce, ma rende simbolicamente<br />
più difficoltoso l’esproprio per i lavori. A Torino in<br />
centinaia si sono ritrovati dal notaio per ratificare<br />
gli acquisti, riportando l’interesse sulla questione.<br />
Mafia in Toscana<br />
LEGALITà<br />
L’associazione dei parenti di via dei Georgofili, vittime dell’attentato<br />
mafioso del 1993, ha scritto una lettera aperta a Totò Riina<br />
per conoscere l’elenco dei beni a lui confiscati dallo Stato. Una richiesta<br />
in polemica con lo stesso Stato, che per l’associazione non è<br />
in grado di conoscere nel dettaglio e quindi far affluire i proventi<br />
delle confische al Fondo istituito per il sostentamento delle vittime<br />
della mafia come previsto dalla legge 512 del 1999. Ma la questione<br />
mafiosa in Toscana non è legata solo agli strascichi dell’attentato di<br />
via dei Georgofili. Oggi la Toscana piace, e molto, alle varie mafie<br />
presenti nel nostro paese. La mafia italiana, ma anche quella russa,<br />
albanese e cinese, sottraggono sempre maggiori fette di territorio<br />
alla legalità. È la denuncia della Direzione Nazionale Antimafia che<br />
analizza il fenomeno nella nostra regione. I traffici illeciti sono, per<br />
la DNA, i classici della letteratura mafiosa: droga, prostituzione,<br />
riciclaggio. La Toscana recita il rapporto: “offre a molti gruppi criminali<br />
la possibilità di intraprendere le attività illecite più svariate<br />
[…] per questo motivo è destinata a crescere l’obiettiva tendenza<br />
dei gruppi criminali organizzati a fare della realtà toscana un punto<br />
di riferimento particolarmente appetibile […], è facile mimetizzarsi<br />
per sfruttare al meglio tutte le opzioni che il quadro sociale ed economico<br />
propone».<br />
Un allarme da non sottovalutare, che anche la società civile deve<br />
saper cogliere al meglio. Non è un caso che prossimamente Libera<br />
Informazione, la fondazione creata da Luigi Ciotti per informare su<br />
questo inquietante fenomeno, allargherà il suo impegno anche alla<br />
Toscana.<br />
Riccardo Capucci<br />
Romano Krlo, la voce dei Rom<br />
DIRITTI<br />
Rom e Gagè insieme per una lunga giornata di scambio di esperienze.<br />
Si è svolta il 15 marzo scorso alla Casa del Popolo di San Bartolo<br />
a Cintoia l’assemblea pubblica “Romano Krlo, La voce dei Rom”.<br />
L’iniziativa è stata il punto d’arrivo di un lavoro di condivisione<br />
con il popolo Rom residente nel territorio metropolitano di Firenze.<br />
L’idea dell’assemblea è nata dal Centro di documentazione Carlo<br />
Giuliani di Settignano all’interno dell’Assemblea Autoconvocata.<br />
Proprio a Settignano si sono svolti numerosi incontri con i Rom e<br />
con gli altri promotori (le associazioni Amalipè Romano, Aurora<br />
e OsservAzione, la Comunità di base Le Piagge e Fuori Binario), e<br />
sono state effettuate diverse visite agli insediamenti Rom, ufficiali<br />
o meno, per scoprire che la situazione dei campi è molto simile a<br />
quella di 20 anni fa.<br />
Il documento finale dell’assemblea ricorda alcuni punti essenziali: i<br />
Rom sono nomadi non per scelta ma perché non accolti, e sono sempre<br />
stati tra le prime vittime delle guerre, senza averne mai dichiarata<br />
nessuna; anche i Rom hanno subito un genocidio da parte dei<br />
nazisti, quando oltre 500mila di loro furono sterminati nei campi<br />
di concentramento; in Italia Rom e Sinti sono circa 200mila, e una<br />
gran parte di loro è formata da profughi dalla ex Jugoslavia, fuggiti<br />
dalla guerra dei Balcani e da repressioni etniche; infine, l’Italia è<br />
stata più volte ripresa dell’U. E. e dell’ONU per non aver rispettato<br />
i diritti umani e civili del popolo Rom, non garantendo loro inserimento<br />
sociale, accesso all’istruzione e alla casa, ma anzi mettendo in<br />
atto politiche discriminatorie, come ad esempio nel recente pacchetto<br />
sicurezza che colpisce i Rom comunitari della Romania.<br />
Maurizio Sarcoli<br />
Senza luce all’ex CNR<br />
L’Enel ha staccato la luce agli occupanti dell’ex CNR di via Panciatichi.<br />
L’edificio multipiano, abbandonato da tempo, offre da mesi un alloggio<br />
abusivo a circa 200 persone, in maggioranza famiglie rumene, ma<br />
anche moldavi, eritrei, nordafricani e italiani. I bambini sono quasi un<br />
quarto degli occupanti. La decisione dell’Enel, motivata dal potenziale<br />
rischio causato dagli allacci abusivi, lascia tutti al buio, in una<br />
situazione ancor più critica, e non è piaciuta nemmeno all’assessore<br />
Cioni. Mentre da destra si applaude al blitz, da sinistra si fa notare che<br />
ancora una volta il Comune non ha cercato soluzioni diverse per chi<br />
non ha accesso al mercato della casa a Firenze. L’ex Cnr è occupato<br />
dal novembre 2006.<br />
Baracche abusive e occupazioni, il<br />
bisogno di casa non trova risposta<br />
Il Sindaco di Sesto Fiorentino vuole lo sgombero dell’ex caserma<br />
occupata e degli abusivi dell’Osmannoro: e dopo, dove andranno?<br />
Quello che penso, mentre<br />
con il motorino attraverso<br />
la città per raggiungere<br />
Pietro all’Osmannoro, è<br />
che non è proprio giornata adatta<br />
per “visitare” un accampamento<br />
Rom. Piove e fa freddo. Non<br />
occorre certo un grande sforzo di<br />
immaginazione per intuire quale<br />
possa essere la situazione e la<br />
pioggia e il buio non aiutano.<br />
Qui, sulla Via Pratese, terra di<br />
nessuno a due passi dalle migliaia<br />
di persone che ogni giorno<br />
circolano all’Ikea, attraverso un<br />
buco nel muro si entra in uno dei<br />
tre accampamenti della zona dell’Osmannoro:<br />
baracche di legno<br />
a cielo aperto, una attaccata all’altra,<br />
questo è l’accampamento:<br />
senza acqua, luce, riscaldamento,<br />
gas in mezzo a topi e rifiuti.<br />
Pietro il campo lo conosce bene<br />
e ne conosce gli occupanti. Da<br />
mesi, insieme all’Assemblea Autoconvocata,<br />
tra i pochi soggetti<br />
che in città si muovono concretamente<br />
per trovare soluzioni<br />
a questioni trattate sempre più<br />
spesso in termini di ordine pubblico,<br />
si occupa della situazione<br />
dei circa 200 rom rumeni dell’Osmannoro.<br />
Un impatto, quello con le baracche,<br />
forte anche per chi pensa di<br />
essere “preparato”. Ci sono uomini<br />
raccolti intorno ad un fuoco<br />
che ci accolgono e ci invitano a<br />
sedere. Tutti, uomini e donne,<br />
sono appena rientrati dalla giornata<br />
di lavoro che per i Rom, ma<br />
non solo per loro, significa vivere<br />
di “limosina”: l’elemosina.<br />
Medici per i Diritti umani, un’associazione<br />
di solidarietà internazionale<br />
per la tutela del diritto alla<br />
salute, ha recentemente presentato<br />
un rapporto (scaricabile all’indirizzo<br />
http://www.mdmcentro-<br />
sud.org/rapporto2007.pdf) sulla<br />
situazione di emergenza sanitaria<br />
e di mancato accesso alle cure per<br />
molti cittadini che vivono nelle<br />
zone critiche dell’area metropolitana<br />
fiorentina: dalla stazione di<br />
S. Maria Novella, agli accampamenti<br />
delle Piagge e dell’Osmannoro.<br />
Il dato più sconcertante è<br />
che su 400 persone incontrate o<br />
visitate, per la maggioranza cittadini<br />
comunitari, il 90% non ha<br />
mai avuto rapporti con le strutture<br />
sanitarie, malgrado ci sia un<br />
8% di donne incinte e un 16%<br />
di minori.<br />
La situazione peggiore è proprio<br />
quella dei campi abusivi<br />
Le serate dell’Aurora<br />
L’Associazione diventa circolo culturale ricreativo<br />
Favorire la contaminazione sociale”.<br />
Questo si legge nella<br />
presentazione degli obiettivi dell’Associazione<br />
L’Aurora, con sede<br />
in via dei Macci 11 a Firenze,<br />
all’interno di una graziosa chiesa<br />
sconsacrata, perfettamente restaurata<br />
di recente grazie al contributo<br />
dell’Ente Cassa di Risparmio di<br />
Firenze.<br />
Dal 1989 l’Associazione offre assistenza<br />
(colazioni tutte le mattine,<br />
docce e cena la domenica)<br />
ai poveri e ai senza fissa dimora,<br />
auto-sostenendosi principalmente<br />
con un mercatino dell’usato<br />
aperto tutte le mattine e gestito<br />
dalle anizane donne del quartiere.<br />
Oggi L’Aurora si è affiliata MCL<br />
(Movimento cristiano lavoratori)<br />
ed ha varato un’interessante programma<br />
di serate musicali con la<br />
speranza di intensificare quella<br />
“contaminazione” tra i frequenta-<br />
ZTL notturna, tutti sul trenino<br />
Parte con una novità l’orario primaverile (dalle 23 alle 3) della<br />
ztl notturna fiorentina. Sarà infatti un trenino elettrico o a gpl<br />
da sessanta posti ad accompagnare fiorentini e turisti nella<br />
zona “inviolabile”. Il mezzo, già utilizzato in numerose altre città,<br />
sarà gratuito e partirà da alcuni dei parcheggi a pagamento<br />
situati alle porte della ztl. Qui si potrà lasciare l’auto al prezzo<br />
agevolato di 0,50 euro l’ora e muoversi per il tragitto che,<br />
secondo le indiscrezioni, potrebbe essere: piazza Libertà,<br />
via Cavour, via del Proconsolo, Ponte alle Grazie, lungarno<br />
Serristori, piazza Ferrucci, viale Amendola, via dell’Agnolo, via<br />
de Pucci, via Cavour, e ritorno a piazza Libertà.<br />
dell’Osmannoro, dove vivono<br />
150 persone, di cui 40 minori e<br />
5 donne in stato di gravidanza.<br />
Una si avvicina per salutarmi;<br />
pensava avessi portato delle medicine.<br />
Nessuna assistenza sanitaria<br />
né sociale viene garantita<br />
a queste persone; eppure ci sono<br />
donne incinte, anziani e bambini<br />
anche molto piccoli.<br />
Il sindaco di Sesto Fiorentino, sul<br />
cui territorio ricadono sia gli accampamenti<br />
dei Rom che la caserma<br />
Donati, da poco occupata,<br />
soffia sul fuoco dell’intolleranza<br />
e delle tensioni sociali. In una<br />
recente assemblea pubblica, tenutasi<br />
al circolo Arci “La Costi-<br />
tori abituali e la cosiddetta<br />
“società civile”. Grazie<br />
alla nuova veste di “circolo<br />
culturale ricreativo”,<br />
potrà somministrare cibo<br />
e bevande, facendo così<br />
iniziare la serata dall’aperitivo-buffet<br />
e, a seguire,<br />
i concerti jazz, di musica<br />
etnica, lirica e molto<br />
altro. Il ricavato andrà a<br />
finanziare le varie attività<br />
in cui l’associazione è impegnata.<br />
“L’unico modo di aiutare<br />
davvero le persone in difficoltà è<br />
il superamento dell’assistenzialismo”,<br />
ci spiega Stefania, “il costo<br />
sociale del sistema pubblico di<br />
assistena è elevatissimo. Le persone<br />
vengono tenute in stato di<br />
dipendenza perenne perchè così<br />
conviene a qualcuno... noi siamo<br />
piccoli ma tenaci e, da sempre, il<br />
tuzione”, organizzata per parlare<br />
dell’occupazione della caserma<br />
Donati, il Sindaco Gianassi ha<br />
proposto ai cittadini sestesi una<br />
raccolta di firme per sgomberare<br />
quella che, dopo anni di abbandono,<br />
è diventata la precaria abitazione<br />
di circa 200 ex abitanti<br />
del Luzzi.<br />
Persone che, con un accordo preciso<br />
preso il 16 ottobre scorso,<br />
come abbiamo anche scritto su<br />
questo giornale, avrebbero dovuto<br />
allontanarsi dal Luzzi per<br />
evitare che lo stabile venisse<br />
sgomberato. Per 70 persone si<br />
era impegnato a trovare una sistemazione<br />
l’Assessore Salvadori.<br />
Per gli altri, l’accordo tacitamente<br />
prevedeva che se ne facesse carico<br />
lo stesso Movimento di Lotta<br />
per la Casa. E così è stato con<br />
l’occupazione della Donati.<br />
Ma, come al solito, la questione<br />
è complicata e ben lontani siamo<br />
ancora da una discussione seria e<br />
ampia su tali questioni. Si preferisce,<br />
come al solito, far finta<br />
di niente, salvo poi lanciare grida<br />
di allarme quando cittadini<br />
stranieri poveri occupano immobili<br />
abbandonati all’incuria e al<br />
degrado per anni, denunciando<br />
l’emergenza di turno che, mannaggia,<br />
è proprio li sul territorio<br />
che si amministra!<br />
D’altronde chi si accorgerebbe<br />
mai che, a due passi da una<br />
via trafficata giorno e notte, alle<br />
spalle di un muro che recintava<br />
vecchie costruzioni, da anni<br />
si nascondono delle vere e proprie<br />
bidonville come quelle all’Osmannoro?<br />
“La povertà non è criminalità”,<br />
scrivono gli occupanti della Caserma<br />
Donati; “l’acqua non si<br />
nega nemmeno nelle favelas”.<br />
Floriana Pagano<br />
nostro impegno è quello di non<br />
“mercificare la solidarietà” e di<br />
sviluppare l’autopromozione dei<br />
singoli, creando sempre più opportunità<br />
di contatto con la società<br />
civile”.<br />
Per informazioni si può visitare il<br />
sito www.aurora-onlus.it o chiamare<br />
lo 055/2347593.<br />
Alessandro Zanelli
Nato, disastro ambientale nel vicentino<br />
Non tutti sanno che esiste un oleodotto che parte da La Spezia e rifornisce di cherosene<br />
gli aerei della base Nato di Aviano, in Friuli. I primi di marzo una falla ha causato una<br />
fuoriuscita di almeno 1600 litri di carburante, che ha inquinato gravemente le acque di<br />
due fiumi, in un’area che coincide con la falda idrica che approvvigiona le province di<br />
Vicenza e Padova. Ad oggi ancora nessun dato ufficiale è stato fornito sull’inquinamento<br />
idrico e ambientale, ma è certo che l’acqua continua a puzzare. Lo denuncia il comitato<br />
No Dal Molin che preannuncia iniziative di protesta per portare all’attenzione dei media<br />
una notizia ‘inspiegabilmente’ dimenticata. Fra le altre cose, i No Dal Molin inviteranno<br />
gli amministratori a bersi un bicchiere di quell’acqua che giurano essere pulita. Il<br />
Comune di Monticello Conte Otto, tra i più colpiti dall’incidente, si costituirà parte civile<br />
nell’eventuale processo, che vedrebbe sul banco degli imputati il ministero della difesa.<br />
La strategia di Capannori punto<br />
per punto: partecipazione inclusa<br />
Lo smaltimento finale è solo un aspetto del problema rifiuti: la<br />
soluzione comincia da una gestione più intelligente dei consumi<br />
(segue dalla prima) Un lavoro realizzato anche grazie alle associazioni<br />
locali che si sono prestate a programmi di spiegazione domiciliare. Il<br />
sistema di raccolta dei rifiuti viene realizzato senza cassonetti in strada,<br />
per nessuna tipologia di rifiuto. Il sacco, anzi i sacchi dell’immondizia,<br />
si lasciano fuori dalla porta di casa dove Ascit (l’azienda che gestisce i<br />
rifiuti, a completa gestione pubblica) effettua i ritiri settimanali: tre per<br />
l’organico, due per il multimateriale (vetro, plastiche, alluminio), uno<br />
per carta e cartone, uno per l’indifferenziato. Ci sono poi raccolte suddivise<br />
anche per rifiuti ingombranti, oli esausti, potature.<br />
Una politica che ha consentito il raggiun-<br />
Punto<br />
secondo:<br />
il porta a<br />
porta<br />
gimento di obiettivi davvero importanti,<br />
sia nell’ottica del rispetto per l’ambiente,<br />
che dal punto di vista economico: dall’avvio<br />
del porta a porta sono ben 9.638 le tonnellate<br />
di rifiuti “sottratti” alle discariche,<br />
per un risparmio pari a 1.542.080 euro.<br />
Grazie alla sola raccolta differenziata della<br />
carta nel 2007 si sono risparmiati: l’abbattimento<br />
di 100.000 alberi, l’emissione di<br />
9.100 tonnellate di anidride carbonica (Co2) nell’atmosfera, il consumo<br />
di 2.850.000 litri di acqua (equivale al risparmio idrico del consumo annuo<br />
di 31.647 cittadini). Non male per un comune di 45.000 abitanti.<br />
La strategia “Rifiuti zero” comporta dunque un importante beneficio per<br />
l’ambiente, oltre che un’evidente vantaggio economico per i cittadini:<br />
le famiglie che abitano nelle frazioni dove è presente la raccolta porta a<br />
porta hanno uno sconto del 20% sulla parte variabile della tariffa. Inoltre,<br />
a coloro che oltre a separare la parte organica la utilizzano nel proprio<br />
orto o giardino non affidandola all’azienda dei rifiuti, viene riconosciuto<br />
un’ulteriore sconto del 10% (sempre sulla parte variabile della tariffa).<br />
Una pratica che ha consentito di ridurre di molte tonnellate i rifiuti<br />
da gestire: circa il 30% dei rifiuti soldi urbani è infatti formato dalla<br />
parte umida. Gli enormi risparmi ottenuti, oltre a permettere la riduzione<br />
della tariffa, hanno portato nuove risorse anche per l’occupazione.<br />
Il porta a porta infatti, necessita di un numero più elevato di operatori:<br />
dall’inizio del programma di adozione di questo sistema ci sono state<br />
40 nuove assunzioni. Inoltre l’azienda ambientale che gestisce i rifiuti è<br />
stata dotata di nuovi mezzi per la raccolta, più piccoli ed ecologici.<br />
Capannori ha accompagnato tutte queste azioni con politiche sostenibili<br />
che hanno portato risultati ambientali ed economici sorprendenti. Tra<br />
queste, dal 2007 è iniziato un progressivo<br />
Punto<br />
terzo: la<br />
riduzione<br />
a monte<br />
programma per sostituire nelle mense scolastiche<br />
l’utilizzo dell’acqua minerale con<br />
quello delle brocche di acqua del rubinetto:<br />
un’azione che significa fare a meno di 8.500<br />
confezioni di acqua minerale all’anno. In<br />
quest’ottica il comune ha anche ideato un<br />
percorso denominato “La Via della Buona<br />
Acqua”, che valorizza la presenza delle fonti<br />
nel circondario attraverso l’utilizzo di una<br />
cartellonistica stradale, l’indicazione delle proprietà dell’acqua e le garanzie<br />
dell’assoluta sicurezza. Non solo: Capannori è stato nel 2005 il<br />
primo comune in Toscana ad adottare il sistema degli “Acquisti verdi”,<br />
realizzati con materiale riciclato e meno inquinanti.<br />
A febbraio 2008 poi, è stato inaugurato un distributore automatico del<br />
latte alla spina, che consente al cittadino di acquistare un prodotto più<br />
fresco, genuino, oltre che economico (1 euro per un litro di latte). Tutto<br />
questo utilizzando un proprio contenitore, riutilizzandolo e risparmiando<br />
all’ambiente l’utilizzo dei contenitori “usa e getta”. Una pratica che<br />
garantisce all’allevatore un ricavo più del doppio evitando le intermediazioni<br />
e i lunghi trasporti dal forte impatto ambientale. Inoltre, un<br />
marchio chiamato “Ecosagra”, sarà assegnato dall’amministrazione comunale<br />
a tutti i comitati paesani che organizzano le sagre che eliminino<br />
l’utilizzo delle stoviglie “usa e getta”.<br />
Tutti accorgimenti che fanno comprendere quante azioni sono neces-<br />
L e P i a g g e , F i r e n z e - A n n o X I I - S e c o n d a s e r i e - N u m e r o 2 - A p r i l e 2 0 0 8 w w w . a l t r a c i t t a . o r g<br />
26-27 <strong>Aprile</strong> Convegno ZERO WASTE<br />
alla Villa Bruguier di Camigliano (presso Capannori)<br />
Saranno presenti ospiti internazionali come Paul Connett, “guru”<br />
della strategia rifiuti zero, esperti ed attivisti italiani ed europei tra<br />
cui Patrizia Gentilini, Stefano Montanari, Beppe Banchi e molti altri.<br />
Beppe Grillo interverrà in teleconferenza la mattina del 27,<br />
quando si discuterà con europarlamentari e deputati di normative<br />
europee nella gestione dei rifiuti e del famoso mai applicato<br />
principio di precauzione, anche in vista della votazione del<br />
Parlamento Europeo sulla “riclassificazione dell’incenerimento”.<br />
Per maggiori informazioni sul convegno e sulla logistica<br />
si può telefonare ad Ambiente e Futuro 0583/33107<br />
oppure inviare una mail a ambientefuturo@interfree.it.<br />
Sul sito www.ambientefuturo.org altri particolari sull’evento.<br />
sarie, e quante altre se ne potrebbero attuare, per gestire in maniera<br />
virtuosa il sistema dei rifiuti. Una politica che è cresciuta dal basso, che<br />
ha ascoltato e coinvolto migliaia di cittadini, e che ha visto il successo<br />
grazie alla loro vera partecipazione.<br />
Sta proprio qui la chiave di volta del successo di Capannori: volontà<br />
politica ed entusiasmo da parte di tutte le componenti (amministrazione,<br />
cittadini, ma anche azienda dei rifiuti) per un progetto affascinante.<br />
Proprio quell’entusiasmo che manca altrove. Soprattutto a Firenze. Gli<br />
amministratori fiorentini hanno incontrato più volte la realtà capannorese,<br />
che però pare interessare solo per al-<br />
Punto<br />
quarto: la<br />
fiducia nel<br />
progetto<br />
cune sperimentazioni. Eppure nel borgo<br />
fiorentino di Peretola, dove è in corso un<br />
progetto di porta a porta, i risultati sono<br />
ottimi: in pochi mesi si è raggiunto oltre<br />
il 60% di raccolta differenziata, con una<br />
partecipazione altissima (95%) e i cittadini<br />
soddisfatti al 90% sull’iniziativa.<br />
Perché allora non provare, estendendo<br />
i progetti? Firenze è troppo grande per<br />
adottare questo sistema? No, lo dimostrano altri casi (San Francisco su<br />
tutti, città da 750.000 abitanti). È proprio quella volontà, quell’entusiasmo<br />
che manca, per provare a non produrli, a ridurli i rifiuti. Anziché<br />
bruciarli.<br />
Duccio Tronci<br />
Tutti i numeri del Sistema<br />
57%<br />
80%<br />
9.638<br />
1.542.080<br />
100.000<br />
9.100<br />
2.850.000<br />
20%<br />
10%<br />
40<br />
la percentuale di raccolta differenziata dei<br />
rifiuti a Capannori (primo comune in Toscana)<br />
la percentuale fra i 26mila cittadini del “porta<br />
a porta”<br />
le tonnellate di rifiuti “sottratti” alle<br />
discariche dal 2005 ad oggi<br />
gli euro risparmiati con la differenziazione<br />
dal 2005 ad oggi<br />
gli alberi non abbattuti grazie alla raccolta<br />
della carta<br />
le tonnellate di anidride carbonica non<br />
emesse nell’atmosfera<br />
i litri di acqua in meno consumati<br />
lo sconto per i cittadini sulla parte variabile<br />
della tariffa<br />
l’ulteriore sconto per chi fa “compostaggio<br />
domestico”<br />
i nuovi posti di lavoro creati dal ‘sistema<br />
Capannori’<br />
Iraq, una guerra da 3000 miliardi<br />
Tremila miliardi di dollari: è quanto sarà costata nel 2017 la guerra in Iraq. La<br />
stima ha ispirato al premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz il libro “The<br />
three trillion dollar war” (scritto insieme a Linda Bilmes, docente ad Harvard).<br />
Il 2008 sarà il settimo anno di guerra in Iraq e i costi del conflitto voluto<br />
dall’amministrazione Bush sono in continua crescita: 12 miliardi di dollari<br />
quest’anno, contro i 4 del 2003. La cifra – che non tiene conto delle spese a<br />
lungo termine - supera già il Vietnam e la Corea, minacciando il record della<br />
Seconda Guerra Mondiale (5000 miliardi di dollari del ‘45). Un terzo del denaro<br />
impiegato quest’anno sarebbe bastato a costruire otto milioni di case, reclutare<br />
15 milioni di docenti, curare 530 milioni di bambini, elargire borse di studio per<br />
43 milioni di studenti.<br />
CARCERE<br />
Prigioni toscane bocciate dal Garante<br />
Le carceri toscane sono sovraffollate e la condizione dei detenuti è<br />
tutt’altro che dignitosa. A denunciarlo è Franco Corleone, Garante<br />
per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze, istituzione locale<br />
(ce ne sono 14 in tutta Italia) che ha il compito di vigilare sulla condizione<br />
delle persone private della libertà personale.<br />
Nei penitenziari della nostra regione, su 2.253 celle solo 328 hanno<br />
l’acqua calda e solo 238 sono provviste di doccia. Inoltre, al 14<br />
novembre 2007, i detenuti in regione erano 3.262, a fronte di una<br />
capienza regolamentare di 2.866.<br />
Il Garante punta il dito contro la campagna mediatica di “criminalizzazione”<br />
dell’indulto, che ha impedito di sfruttare questa occasione<br />
di sfollamento delle carceri (a livello nazionale le presenze<br />
sono scese da 62.000 a 38.000) come opportunità per risolvere la<br />
situazione con una seria riforma del sistema carcerario. E adesso, le<br />
presenze nei penitenziari toscani, sono tornate quasi ai livelli pre-indulto:<br />
soltanto a Sollicciano, si sono stabilizzate su circa 700 unità,<br />
cifra che si situa a metà tra il livello dei 1.000, prima dell’indulto, e<br />
i 500 immediatamente dopo la sua approvazione.<br />
A rientrare in carcere dopo l’indulto sono il 22,12%, rispetto a quella<br />
del 68,5% di chi sconta la pena fino all’ultimo giorno. “La previsione<br />
dei ‘corvi’ – sottolinea Corleone - che giuravano che in poco<br />
tempo tutti i detenuti usciti sarebbero rientrati, si è rivelata fallace”.<br />
E conclude denunciando una “grave inadempienza”: la Regione Toscana,<br />
ad oggi, non ha ancora applicato la legge regionale del 2005,<br />
che prevede la costituzione dell’ufficio del Garante regionale.<br />
Duccio Tronci<br />
CONSUMI<br />
Dalla mucca alla tavola<br />
Cresce in Italia la voglia di latte crudo. E così aumentano i Comuni<br />
che decidono di ospitare distributori automatici di questo buon<br />
prodotto, dando così la possibilità ai loro cittadini di rifornirsene<br />
“alla spina”, come la birra. I distributori elencati dal sito Milk Maps<br />
(www.milkmaps.com) sono ormai più di 600!<br />
La Toscana non fa eccezione: distributori di latte ci sono in Garfagnana,<br />
a Montevarchi e, da poco, nel Comune virtuoso per eccellenza,<br />
Capannori.<br />
Ma quali sono i motivi che spingono a installare queste “mucche<br />
elettroniche<br />
pubbliche”?<br />
Beh, intanto<br />
c’è la volontà<br />
di far<br />
conoscere e<br />
gustare un<br />
prodotto di<br />
alta valenza<br />
nutrizionale<br />
come il latte<br />
crudo, ovvero<br />
il latte di<br />
mucca appenamunto,<br />
intero e<br />
non trattato,<br />
molto più<br />
“ricco” del<br />
latte pastorizzato<br />
e lavorato<br />
che troviamo in negozi e supermercati.<br />
Poi, dato che questi distributori, per legge, vengono riforniti da<br />
produttori di latte della Provincia, si incentiva la cosiddetta “filiera<br />
corta”, ovvero l’economia del territorio; con vantaggi per le piccole<br />
aziende locali, benefici ambientali (meno trasporti inquinanti e<br />
meno contenitori che diventeranno rifiuti da gestire), nonché vantaggi<br />
per i bevitori di latte che, grazie alla riduzione della catena<br />
distributiva, acquistano latte di alta qualità ad un prezzo inferiore (il<br />
latte ai distributori di solito costa 1 euro al litro, quindi il risparmio<br />
è di circa 30-50 centesimi).<br />
Per questi motivi, tra i GAS fiorentini e non solo stanno girando<br />
raccolte firme per richiedere al sindaco Domenici di far posizionare<br />
uno o più distributori anche a Firenze.<br />
Massimo Parrini<br />
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w w w . a l t r a c i t t a . o r g L e P i a g g e , F i r e n z e - A n n o X I I - S e c o n d a s e r i e - N u m e r o 2 - A p r i l e 2 0 0 8<br />
Coca Cola ci ruba “Bella Ciao”<br />
Sono già undici in Colombia i sindacalisti assassinati dall’inizio del 2008. Fra questi<br />
sono in pericolo anche gli esponenti del Sinaltrainal (il sindacato che da anni si batte<br />
contro i soprusi di Coca Cola), tanto che anche Amnesty International ha lanciato<br />
l’allarme, dopo le recenti minacce di morte dirette contro di essi. La grave situazione<br />
risveglia in tutta Italia la campagna di boicottaggio di Coca Cola lanciata da Reboc,<br />
che denuncia le connivenze della multinazionale con i gruppi paramilitari colombiani.<br />
Numerose le iniziative, a partire da Empoli, dove il Comune ha nuovamente escluso i<br />
prodotti della multinazionale di Atlanta dai distributori automatici.<br />
Intanto dal Messico ecco la nuova “perla”: in uno spot Coca Cola sta utilizzando la<br />
canzone partigiana “Bella Ciao” per reclamizzare il suo ultimo nuovo prodotto. Per maggiori<br />
informazioni e aderire alle iniziative di Reboc: www.nococacola.info.<br />
Biglietti, prego!<br />
Il treno dalle Piagge è comodo,<br />
ma la biglietteria non c’è...<br />
È<br />
sabato e devo andare a Castelfiorentino. Abito alle Piagge, per<br />
fortuna da qualche anno qui c’è una stazioncina FS, quindi decido<br />
di prendere il treno. Controllando l’orario alla stazione, sul monitor<br />
leggo che il biglietto posso andare a farlo alla Coop delle Piagge,<br />
dall’altra parte della strada.<br />
Ma qui mi aspetta una brutta notizia: non posso fare il biglietto perchè,<br />
mi viene detto da due impiegate, “Da settimane le Ferrovie non ci inviano<br />
più i biglietti; abbiamo scritto per chiedere spiegazioni ma non ci<br />
hanno risposto... essendo un servizio che facevamo gratis, poi non è che<br />
ci siamo smossi ulteriormente”.<br />
Io ho poi comunque preso il treno facendo il biglietto alla Stazione di<br />
S.Maria Novella, però la cosa non mi è andata molto giù. Così nei giorni<br />
successivi ho telefonato alle FS, ottenendo una versione “leggermente”<br />
diversa... “In realtà è la Coop che da settembre, per problemi tecnici<br />
suoi, preferisce non tenere più i biglietti e quindi non ce li chiede!”.<br />
Insomma, il solito scaricabarile all’italiana. Intanto però, chi ci rimette<br />
sono quei “valorosi” cittadini che decidono di partire da Firenze col<br />
treno invece che con la propria auto, aiutando la riduzione del traffico e<br />
dell’inquinamento. Infatti, bisogna farsi una scarpinata per trovare dei<br />
punti vendita dove acquistare i famigerati titoli di viaggio.<br />
Una soluzione ottimale per risolvere questa situazione potrebbe essere<br />
l’installazione nei pressi della fermata di una biglietteria automatica,<br />
ma, dicono le Ferrovie, “occorrerebbe un locale coperto per evitare il<br />
rischio di atti vandalici e in zona non ci sono!”. Comico: prima fanno<br />
una stazione non presidiata e poi non possono mettere una biglietteria<br />
automatica perchè hanno paura dei vandali...<br />
“Comunque, perchè non mandate qualcosa di scritto alla Direzione delle<br />
Ferrovie, per richiedere l’installazione della biglietteria? Ad una richiesta<br />
scritta fanno più fatica a rispondere di no...” - suggerisce il gentile<br />
impiegato FS che ci ha risposto al telefono.<br />
Già, amici piaggesi: facciamo una bella raccolta di firme e poi mandiamola<br />
ai dirigenti ferroviari...<br />
Massimo Parrini<br />
Alcuni punti vendita dei biglietti<br />
Tabaccheria Tesi – via di Brozzi 295/a<br />
Tabaccheria Nucci – via di Brozzi 12/r<br />
Cartoleria Io e te - via Umbria<br />
i libri di equazione a cura di Alberto Mega<br />
Marina Valente,<br />
Osteria CalCutta<br />
Libro intrigante, appassionato<br />
e scritto con grazia e<br />
leggerezza. Si racconta l’avventura,<br />
purtroppo per ora<br />
interrotta, di una associazione<br />
di Promozione Sociale<br />
laica, libertaria e autogestita<br />
che ha lavorato all’interno dello slum di Sarada Pally, luogo<br />
poverissimo alla periferia sud di Calcutta in India.<br />
Vi si narrano le molteplici iniziative create per aiutare i<br />
2500 abitanti dello slum: un centro medico, un dispensario,<br />
corsi di alfabetizzazione, attività di microcredito e<br />
attività con donne e bambini.<br />
La particolarità di questa associazione, che la rende diversa<br />
da esperienze simili, è data dalla scelta di impegnare<br />
volontari non professionali, provenienti anch’essi da fasce<br />
marginali della società italiana, quindi operai, disoccupati e<br />
persone con difficoltà di adattamento.<br />
Lo strano nome “Osteria” è dovuto al tentativo di ricreare<br />
l’atmosfera e la solidarietà delle antiche osterie di paese<br />
dell’Italia che fu, per dare un senso più vero e familiare alla<br />
difficile attività da svolgere.<br />
Un libro che scorre rapido, intriga e indigna allo stesso<br />
tempo.<br />
Il racconto riporta le difficoltà, i successi, il devastante<br />
impatto con la mafia e i poteri forti dell’India di oggi, paese<br />
che è noto alle cronache per i clamorosi successi economici<br />
ma che nasconde al suo interno la miserrima condizione<br />
delle basse caste, delle donne e dei bambini, con una<br />
popolazione al 50% analfabeta e che vive in condizioni di<br />
povertà estrema.<br />
Ma è anche e soprattutto una storia di speranza, di sogno<br />
che ci dice che, con fatica e difficoltà, è possibile mettere in<br />
pratica un’utopia concreta.<br />
Il libro “Osteria Calcutta”, edito da Sensibili alle foglie,<br />
costa 15 euro ed è in vendita, con lo sconto del 10%, alla<br />
Bottega delle Economie Solidali “EquAzione” alle Piagge.<br />
Nuove schiavitù<br />
Storie di lavoratori immigrati<br />
per l’ultimo libro di Curcio<br />
Gli uomini, le donne e i bambini che sfidano le protezioni della<br />
Fortezza Europa lo fanno in nome di un potere che gli stati capitalistici<br />
osteggiano da sempre: l’immaginazione”.<br />
Amico da tempo della Comunità di Base, Renato Curcio, ricercatore e<br />
sociologo, è stato alle Piagge per presentare “I dannati del lavoro”.<br />
Un testo molto interessante sulla condizione di vita e di lavoro dei migranti<br />
oggi “tra sospensione del diritto e razzismo culturale”.<br />
Dannati che sono tanti e che sono anche qui fra noi, come giustamente<br />
ricorda, in apertura di serata, Alessandro Santoro. Il titolo del libro<br />
è ispirato al lavoro di un grande rivoluzionario degli anni ’60, Frantz<br />
Fanon: “I dannati della terra” del 1962 era dedicato ai temi del colonialismo<br />
e del ruolo svolto dalla classe contadina nelle rivoluzioni anticoloniali<br />
nei paesi del terzo mondo.<br />
“I dannati del lavoro” nasce da una ricerca svolta a partire dal 2002 a<br />
Milano, nelle aziende della grande distribuzione per capire come è cambiato<br />
il mondo del lavoro nel passaggio da società industriale a società<br />
globale. I protagonisti sono lavoratori provenienti da diverse aree del<br />
mondo, dal sud all’est asiatico; quella moltitudine di uomini e donne le<br />
cui storie spesso “cerchiamo di allontanare” perché “non ci piace vederle<br />
né sentirle raccontare, anche se le incrociamo ogni giorno”.<br />
Il libro di Renato Curcio raccoglie queste storie analizzando diversi<br />
aspetti della vita dei lavoratori e delle lavoratrici migranti: dalla decisione<br />
di emigrare e, quindi, dall’allontanamento dal Paese di origine,<br />
dove si lascia la propria gente, i legami affettivi, culturali, economici e<br />
religiosi, al viaggio scegliendo tra la via regolare, spesso impraticabile e<br />
ricca di ostacoli burocratici oltre che economici, e quella “intemerata”,<br />
come la definisce l’autore, che passa dai mari e dalle strade e che tutti<br />
conosciamo, per arrivare infine a guadagnare il suolo europeo superando<br />
i muri costruiti intorno alla “Fortezza Europa”. Ed è qui che nascono le<br />
storie di discriminazione raccontate da Curcio.<br />
Un testo che suggeriamo di leggere per capire cosa nascondono i tanti<br />
luoghi comuni diffusi sull’immigrazione e soprattutto per ricordare<br />
che non è dalla Nigeria o dal Togo che nasce il fenomeno dell’emigrazione,<br />
ma piuttosto dalle sollecitazioni provenienti dalle aree più<br />
ricche del mondo che inducono “Ibrahim, Liliana, Ivan e Mustafà a<br />
tentare la sorte”.<br />
Floriana Pagano<br />
“I dannati del lavoro”, edizioni Sensibili alle foglie, euro 15,00.<br />
Vita difficile per<br />
gli alberi in città<br />
Alle Piagge si piantano male o<br />
si tagliano per fare parcheggi<br />
A<br />
Firenze gli alberi fanno sempre discutere, anche quando vengono<br />
piantati, non solo quando cadono giù (e non solo per colpa<br />
della tramvia).<br />
Alle Piagge, nell’ambito dei lavori previsti dal Contratto di Quartiere<br />
per la “riqualificazione” delle Navi di via Liguria e dei giardini circostanti,<br />
sono state piantate decine e decine di alberi, nell’area verde intorno<br />
all’Anfiteatro.<br />
Buona notizia, finalmente alberi che vengono piantati e non tagliati. Sì,<br />
però... bisogna anche vedere come si pianta. E in questo caso il lavoro è<br />
veramente da criticare.<br />
Gli alberi sono tutti “geometrici”, perfettamente allineati, tutti uguali<br />
(stenterelli...), perfettamente equidistanti... Insomma quello spazio ora<br />
più che un giardino o una parvenza di bosco, assomiglia ad un vivaio;<br />
o, peggio, ad un cimitero di guerra americano. Sembra più un lavoro da<br />
ditta edile (tutto deve essere a “piombo”) che di una di giardinaggio.<br />
Tra l’altro, visto che ci si avvicina alla bella stagione: quant’acqua servirà<br />
per far sopravvivere tutti quei “fili” rachitici? Sempre che qualcuno li<br />
annaffi davvero. Anche l’assessore all’ambiente Del Lungo, rispondendo<br />
ad una nostra lettera, ha criticato il tutto, scaricando la responsabilità<br />
sul Quartiere 5, però ci ha tranquillizzato sul fatto che è stato messo<br />
l’impianto d’irrigazione.<br />
Ma alle Piagge, negli ultimi tempi, ci sono alberi che hanno avuto sorte<br />
peggiore. In via di Cocco, angolo con via Pistoiese, alcune conifere alte<br />
una decina di metri sono state abbattute per permettere la realizzazione<br />
di un parcheggio (ah, il dio auto...), mentre lungo l’Arno il boschetto<br />
nato spontaneamente alla confluenza della Greve è stato eliminato, insieme<br />
alle decine di uccelli come garzette, aironi, cormorani che ospitava,<br />
in nome di quella ormai antiquata credenza che gli alberi provochino<br />
le alluvioni.<br />
Insomma alle Piagge, come nel resto di Firenze, ancora è lontano il tempo<br />
in cui gli alberi non saranno considerati più oggetti da togliere e<br />
mettere con faciloneria...<br />
Massimo Parrini<br />
Processo G8, chiesti 80 anni di carcere<br />
Ammontano complessivamente a 76 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione le richieste di<br />
condanna per i 44 imputati, in grandissima parte membri delle forze dell’ordine, che hanno<br />
preso parte alle violenze e ai soprusi nella caserma di Bolzaneto durante il G8 del 2001 a<br />
Genova. Secondo la Procura vennero qui attuate “almeno quattro” delle cinque tecniche<br />
di interrogatorio che la Corte Europea sui Diritti dell’Uomo contempla come “inumane e<br />
degradanti”.<br />
I magistrati di Genova hanno formulato la richiesta più pesante per Antonio Biagio Gugliotta,<br />
all’epoca responsabile della sicurezza della caserma: 5 anni, 8 mesi e 5 giorni per abuso di<br />
autorità e per aver agevolato ed eseguito percosse con calci, pugni e manganello su alcuni<br />
arrestati per l’identificazione. I pm hanno chiesto l’assoluzione per uno solo degli imputati. Le<br />
sentenze dovrebbero arrivare tra la fine maggio e l’inizio di giugno.<br />
Dentro le storie<br />
a cura di Massimo Caponnetto<br />
Cimo<br />
Sono nato nell’estate del 1980 a Kute, un piccolo borgo di campagna<br />
nel centro dell’Albania. Era il tempo in cui i miei erano<br />
impegnati a costruire la nostra casa, e mia madre si alzava tutte<br />
le mattine alle quattro, con una nuova fatica da sostenere: portare<br />
l’acqua per fare il cemento, dentro secchi premuti contro il<br />
fianco. Con tanta apprensione per quel bimbo che portava dentro<br />
di sè. Ed alla fine tanta fatica ha lasciato un segno, un marchio di<br />
sofferenza: la mia scoliosi deformante.<br />
Fino al 1991 a Kute vivevamo grazie alla terra. Se ne ricavava<br />
poco, il minimo indispensabile, ma così era per tutti, e questa<br />
forma di uguaglianza sapeva di destino e smontava sul nascere<br />
ogni protesta. La stampa e la televisione poi ci ripetevano quanto<br />
eravamo fortunati a vivere in Albania, mentre il resto dell’Europa<br />
era afflitto da carestie e ridotto alla fame, e noi non potevamo<br />
che ringraziare il partito e il destino. Sono state le prime migrazioni,<br />
avvenute dopo la svolta del ’91 e rivolte soprattutto verso<br />
la Grecia, ad aprirci gli occhi verso ciò che accadeva nel mondo.<br />
Più ancora dei racconti di chi tornava, a me colpiva la loro voce,<br />
la loro nuova sicurezza. Avevano riempito l’anima di qualcosa<br />
di nuovo. Le difficoltà che avevano passato erano alle spalle, e<br />
quello che restava era una luce diversa nei loro occhi, una nuova<br />
speranza. E, non ultimo, un po’ di lek nelle tasche, con cui prendere<br />
tempo, riposarsi e portare miglioramenti nella casa, nella<br />
loro vita, mettendo un freno al disgregarsi delle cose, in una terra<br />
che una volta era fertile e che improvvisamente si era fatta troppo<br />
dura per tutti.<br />
Nel 2000 è venuto anche per me il tempo di allontanarmi da<br />
Kute. Il tragitto per la Grecia prevedeva lunghi tratti di cammino,<br />
impossibili per la mia schiena. Dovevo ricorrere al mare, e<br />
la direzione poteva essere solo l’Italia. Avevo venti anni, e il desiderio<br />
di andare finalmente incontro al mio tempo, uscendo da<br />
quella bolla d’aria che avvolgeva e isolava il mio paese. Grazie ad<br />
un amico misi da parte quanto era necessario per l’unico viaggio<br />
alla mia portata, quello da clandestino, e nel settembre del 2000,<br />
di nascosto alla mia famiglia, lasciai tutto e partii. Avevo visto il<br />
mare solo due volte prima di trovarmi, quella sera, su un gommone<br />
di dodici metri, pigiato e stipato insieme ad altri quarantasei<br />
migranti. A darmi coraggio era la speranza di trovare una<br />
possibilità di cura che fermasse la deformazione progressiva della<br />
mia schiena, ma anche molto di più: c’era l’idea di un paese libero<br />
e lontano dalla pressione e dai morsi della miseria, che toglie<br />
spirito alla vita e ci costringe a volare troppo bassi. Pensavo che<br />
l’uomo, liberato finalmente dal bisogno, non avesse più alcun<br />
impedimento verso il benessere, la felicità. Durante la traversata<br />
questi pensieri tenevano lontano la paura, e quella che rimaneva<br />
la scaricavo aggrappandomi alla corda.<br />
Dopo circa quattro ore di viaggio cominciammo a vedere le luci<br />
di Bari, che piano piano si allargarono, aprendosi alla nostra vista.<br />
Per la prima volta su quel gommone ci guardammo tutti<br />
in viso, per condividere quel momento di sollievo, dopo aver<br />
tenuto le paure strette dentro di noi. Arrivai a Firenze la sera<br />
successiva.<br />
Quella prima esperienza si è conclusa dopo cinque anni. Portai<br />
via con me qualche soldo, tanti racconti da fare, e un’amarezza<br />
dentro. Per aver visto chiudersi ogni porta d’accesso. Non sono<br />
mancati i segni di amicizia, gli incontri fortunati, e per ognuno<br />
di questi ho messo da parte cento episodi negativi, ma la strada<br />
verso una cura, verso un centro specializzato, così come verso un<br />
lavoro, era sbarrata. Non potevo neppure avvicinarmi. La mancanza<br />
di documenti era una colpa originaria da cui era impossibile<br />
riscattarmi. E così, dopo tanti inverni passati al freddo di un<br />
semaforo, in un disagio sempre crescente, ho deciso di ripartire,<br />
con l’impressione di tornare dietro le quinte, dove dalla vita<br />
giungono solo le voci, e il resto ci si deve immaginare.<br />
Sono tornato a Firenze da pochi mesi, grazie ai flussi e ad un’occasione<br />
di lavoro presso un caro amico. Kute è un paese sempre<br />
più povero, svuotato dall’emigrazione e dalla sfiducia. È un mondo<br />
che sembra incapace di ricostruirsi, che non concede le necessarie<br />
speranze, e che pure è la mia terra, il luogo dei miei ricordi,<br />
delle mie radici familiari. Ma che non ha ancora, e forse non<br />
l’avrà più, alcuna promessa da fare. Vivo mettendoci tutte le mie<br />
forze, che non sono mai sufficienti, cercando di essere straniero<br />
ma non estraneo in questo nuovo mondo. In fondo ognuno di<br />
noi deve tracciare la propria strada, segnare il proprio cammino,<br />
e può farlo solo dove la durezza della terra lo consente.<br />
La storia di Cimo, di cui qui presentiamo un breve<br />
riassunto, farà parte di una raccolta di storie che verrà<br />
prossimamente pubblicata dalla Comunità delle Piagge.<br />
Il progetto <strong>Altracittà</strong><br />
L’<strong>Altracittà</strong>, giornale della periferia è nato nel 1995 per raccontare<br />
le dinamiche locali e internazionali della globalizzazione<br />
economica e le esperienze di chi resiste e lotta per<br />
un sistema alternativo, più equo e rispettoso della persona e<br />
degli equilibri Nord/Sud del mondo.<br />
Viene pubblicato dalla Comunità delle Piagge, una realtà di<br />
base fondata sulla prassi del coinvolgimento e sulla logica<br />
dell’autodeterminazione sociale.<br />
Internet: http://www.altracitta.org<br />
E-mail: redazione@altracitta.org<br />
Direttore responsabile: Cecilia Stefani<br />
Progetto grafico: Antonio De Chiara<br />
Registrato al Tribunale di Firenze con il n. 4599 del 11/7/1996<br />
Stampato da Litografia IP con il contributo di ECR FIRENZE<br />
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