Qui - Portaletture
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i. quarte per partire<br />
Alice Pelagatta<br />
Le cento porte<br />
Mezzanotte e un minuto. Notte fonda. Silenzio.<br />
Tutto è al suo posto. Tutto è immobile. Tutto, eccetto quello stupido orologio<br />
in legno regalatomi dal babbo che, da quasi tre anni ormai, disturba<br />
i miei sonni profondi.<br />
Tic tac, tic tac, tic tac. Ripetitivo. Assordante. Nevrotico. Ho lasciato la finestra<br />
socchiusa. Non fa caldo, ma adoro addormentarmi con il misterioso<br />
ululato del venticello che mi ronza attorno. Un po’ minaccioso, forse,<br />
ma pur sempre rilassante.<br />
Questa notte c’è una strana brezza, diversa dal solito, non so. Le tende<br />
non stanno al loro posto, si gonfiano e si sgonfiano. Fa sempre più freddo.<br />
Sopporto per un po’ finché il primo brivido mi corre lentamente lungo<br />
la schiena. Mi alzo, chiudo la finestra accompagnandola lentamente, non<br />
voglio svegliare John.<br />
Torno a letto, ma ormai il sonno se ne è andato. Passano i secondi, passano<br />
i minuti. Ho la mente affollata di pensieri, strani pensieri.<br />
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